IL DRACO DI SAN BENEDETTO

 

medaglia benedetto.jpg

OGGI DESIDERO ISTRUIRVI SU SAN BENEDETTO E SULLA SUA GUERRA AGLI ARCONTI. LO FARO’ ATTRAVERSO LA SUA TIPICA MEDAGLIA, INFARCITA DI ACROSTICI CHE SANNO TANTO DI RITUALITA’ TEURGICA. La Medaglia porta su una faccia l’immagine del Santo e sull’altra la croce che richiama la devozione da lui mostrata in vita verso quel segno, specialmente contro gli assalti del demonio. Nel retro reca l’effige del santo, che ha la croce nella mano destra e la Regola nella mano sinistra; a destra di lui una coppa da cui fugge una vipera (ricordo del vino avvelenato a cui egli miracolosamente sfuggì; a sinistra un corvo che porta via il pane avvelenato).Sotto si leggono le parole: Ex S.M. Casinum MDCCCLXXX ( dal Sacro Monte Cassino 1880). Ai due lati Crux Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto). Attorno all’immagine: Eius in obitu nostro praesentia muniamur (ci difenda nella nostra morte con la sua presenza). Nel verso della Medaglia è rappresentata una Croce. L’asta verticale porta le iniziali del verso ( pentametro): Crux Sancta Sit Mihi Lux (La Croce Sacra Sia la Mia Luce); l’asta orizzontale le iniziali della seconda metà: Non Draco Sit Mihi Dux (Non Mi Sia Guida il Demonio). Sulla fascia circolare sono le iniziali delle parole del seguente distico: Vade Retro Satana, Numquam Suade Mihi Vana; Sunt Mala Quae Libas, Ipse Venena Bibas (Vai Indietro Satana, Non Mi Indurre In Cose Vane; E’ Nociva La Tua Bevanda; Bevi Tu Stesso Il Tuo Veleno). Sopra la croce è scritto PAX: motto della congregazione cassinese e poi di tutto l’Ordine benedettino. I tre versi suddetti, in distici elegiaci con rima interna, fanno parte di una serie molto antica, almeno del sec. XIV. Qualche studioso ha potuto asserire che, eccetto quella della SS.Vergine, nessuna medaglia è così diffusa come quella di s. Benedetto. Le forme della medaglia sono varie: la più comune è proprio la cosiddetta medaglia giubilare fatta coniare a Montecassino, nel 1880, per il XIV centenario della nascita di s.Benedetto. Interessante la dizione usata da Benedetto per indicare le forze ostili alla Luce e alla Verità: DRACO. E’ l’espressione usata in Apocalisse, è la traduzione del termine THLI, utilizzato dai cabalisti a partire dal fondamentale Sepher Yetzirah (Libro della Formazione). Sul Thli e sui suoi lacci ci sarebbe molto da dire. Lo farò prossimamente. In ogni caso, Benedetto, con quel suo PAX che sormonta la croce, simbolo di guerra, è un simbolo vivente del vero Benedetto o Baruch: MELKIZEDEK, IL GUERRIERO DI PACE. Il ruolo di Benedetto nell’europa pre-medievale è stato immenso

IL DRACO DI SAN BENEDETTOultima modifica: 2009-06-11T10:04:00+02:00da mikeplato
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17 Responses

  1. francesco
    at |

    Finalmente un post che ritorna all’istruzione.

    Mike ho un paio di proposte x il forum che magari puoi trovare (o i lettori possono trovare) interessante (a me proporre costa niente, a te leggere poco).
    La prima è l’appostazione di qualche tuo contributo che, oltre ad essere molto particolare ed approfondito come quest’ultimo, disegni, riassumendo, alcune questioni principali che magari ai lettori che si avvicinano per la prima volta al sito potrebbero trovare interessanti. Ad esempio un panorama sulle principali tradizioni e religioni, una mappa per capire i legami cristianesimo-giudaismo- .. e tutte ste robe che non so. Una prima introduzione a ermetismo, gnosticismo, rosacrucianesimo (di cui ho visto una bella associazione in italia, molto strutturata), sufismo… una sorta di anotologia introduttiva per chi naufraga a questo sito che lo aiuti ad orientarsi. Parallelamente ai tuoi intereventi focalizzati.
    La seconda: perchè non aprire un post sulle proposte dei lettori, così identifichi le esigenze dei lettori che ogni tanto potresti accontentare con qualche thread specifico.
    QUesto è quanto.
    Buona giornata,
    Bue Francesco

  2. rovigatti
    at |

    Mike, mi ha molto colpito l’immagine della coppa da cui fugge una vipera e mi è venuto di fare un’associazione con l’attributo di Giovanni quando non si presenta in veste di evangelista, vale a dire la coppa da cui spunta un drago. Direi che i 2 simboli si equivalgono ed hanno una forte valenza alchemica al di là della “leggenda” del vino avvelenato con veleno di serpente per entrambi i personaggi.
    Assimiliamo il drago che è in noi per far risorgere il drago: caduta e risurrezione attraverso la stessa sostanza. Ecco quando si dice che il simbolo è duplice: ouroboros-zodiaco e ouroboros-ciclo di autogenerazione…
    Chiara

  3. Laura
    at |

    “SE VOLETE SAPERE QUALCOSA RINUNCIATE A SAPERE TUTTO CIO’ CHE SAPETE”….non sono parole mie
    ma di Giovanni della Croce…cosa ne pensi?

  4. Francesco
    at |

    Anche a me interessa commentare la citazione di Giovanni della croce riportata da Laura.

  5. emanuele
    at |

    @ laura
    “SE VOLETE SAPERE QUALCOSA RINUNCIATE A SAPERE TUTTO CIO’ CHE SAPETE”….(giovanni della croce)
    la rinuncia sta nel “sapere”, la conoscenza delle cose del mondo? oppure rinuncia intesa come vuoto interiore per percepire il Divino?

  6. Lleyton
    at |

    Nella mia personale interpretazione (ma ammetto di essere un bue), Giovanni della Croce potrebbe riferirsi al fatto che, per chi inizia un viaggio alla ricerca del vero sapere, il primo passo da compiere è mettere da parte tutte le proprie convinzioni e credenze e convincimenti che aveva in precedenza: chi si mette in cammino deve, secondo me, partire scevro di pregiudizi e consapevole del fatto che molto probabilmente tutto ciò che credeva prima si rivelerà falso o, come minimo, illusorio.

  7. francesco
    at |

    qua ci son troppi bui (come escatologico plurale di bue)
    😎

  8. Laura
    at |

    @ Emanuele

    Potrebbe voler dire tutte e due le cose…oppure che tutto ciò che apprendiamo qui potrebbe servirci
    solo in questa fase di transizione ma in una dimensione superiore no.
    Più proseguo nella conoscenza e più mi accorgo che al di fuori di questa dimensione esiste qualcosa di
    completamente opposto.

  9. mclb
    at |

    Io lo interpreto come una sorta di ‘reset’. Chi vuole sapere (ad un livello piu’ elevato) deve essere disposto ad azzerare tutte le sue attuali conoscenze (essenzialmente terrene e quindi materiali) per ricominciare a studiare e ad apprendere in una nuova dimensione. Creco che cio’ significhi che si inizia un cammino verso un mondo nuovo, inesplorato e sconosciuto dove tutto e’ ancora da capire e comprendere.

  10. franco
    at |

    Trovo che Mike sia davvero straordinario. Non riesco proprio a capire per quale inconsapevole motivo mi trovo
    ogni giorno su questo blog in attesa di una parola. Per me che vengo da una formazione scientifica, credetemi, è davvero pazzesco che solo ciò di cui sento in questo blog sia l’unica cosa che mi fa vibrare.

    Carlo

  11. teresa
    at |

    Grazie Mike di tutto devo dirti e continuare a ripeterti Grazie DI ESISTERE…..La medaglia di San Benedetto la conosco da molto tempo e l’ho studiata, in alcune non c’è proprio quella scritta le vendono in vari santuari…., ma forse è opera della coda del drago?…Allora la gente che ignara la usa. con fiducia e ci crede… devo dire che dovrebe ugualmente funzionare, visto il potere della mente?Basta crederci..o c’è dell’altro? grazie ciao a tutti Teresa

  12. antonio
    at |

    rinunciare al sapere per sapere ricorda la Via del matto, carta 0 dei Tarocchi, che porta il suo fardello o karma avvolto in un telo e appeso al bastone sulla spalla. Solo lungo il percorso quando avrà trovato il coraggio di gettare il bastone, con lo spirito nuovamente puro può iniziare di nuovo ad apprendere.

  13. francesco
    at |

    Ma Beautiful Mind è sparito?
    Ho sempre avuto questo dubbio (e molte letture, non sacre, l’hanno alimentato): davvero il sovrumano (il trascendente) è conoscibile con le nostre facoltà mentali/intellettuali (chiaro che questo è il presupposto di tuti i sistemi che si fondano sulla gnosi) oppure essendo Dio ad un livello sovrumano è possibile “conoscerlo” solo con facoltà direttamente afferenti l’originaria creazione (quindi istintuali) e non con tutto il sistema raziocinante condotto dall’ego (nostra creazione subumana) cui dovremmo quindi rinunciare?
    Il bue che raglia.

  14. teresa
    at |

    l’,ego razionale, ha molti aspetti ognuno è dotato di autonomia, occorre cercare tutte le componenti per unirle.
    In poche parole, ognuno di noi ha molte personalità occorre capire ciò e cercare di ricomporle prchè siamo una sola unità psichica. Il quadrato deve trasformarsi in un triangolo,”solve et coagula”l’unica strada per entrare dentro di noi è fare quello che non vogliamo fare San Paolo diceva spesso “IO NON FACCIO QUELLO CHE VOGLIO, MA QUELLO CHE DETESTO” Ossia tutta la nostra parte carnale si deve spiritualizzare. Ciao Teresa

  15. Francesco
    at |

    @ Teresa
    non ho capito perchè dobbiamo fare quello che non vogliamo fare… l’affermazione di San Paolo proprio mi sfugge…

  16. Marcus
    at |

    @ Francesco

    Questa mattina nella sua trasmissione su RAI DUE, Gabriele la Porta, citava proprio la famosa frase di San Paolo. Con essa metteva in chiara luce, ciò che poco prima affermava con decisione presentando lo splendido libro di Thomas Moore, Pianeti Interiori: “Siamo tutti governati dai pianeti, o meglio dagli dèi che sono presenti nell’interiorità di ognuno di noi”. Sono gli dèi in noi che ci spingono a fare cose che non crederemmo mai di poter fare. Parlava anche del “solve et coagula”, diceva cioè che si deve solvere, dissolvere la materialità, la nostra corporeità e coagulare, materializzate la nostra interiorità, la nostra anima. Cosa ne pensate?

  17. teresa
    at |

    Questa è la seconda volta che posto, non riesco.
    La trasmissione di La porta, non l’ho vista, qualche volta quando sono di turno ho avuto modo di vederla, credo verso le 6 del mattino, ma parla sempre di Corto maltese…se fosse possibile vorrei vederla esiste una registrazione?
    Il solve et coagula è un principio degli alchimisti a me molto caro perchè riesce a far capire quello che credo gli psicologi junghiani portino avanti cioè il principio dell’unione delle personalità.
    Inftti ognunodi noi ha molte personalità….diciamo come avete detto pianeti interiori,ma bisogna che solo una amalgami il tutto altrimenti specie nei casi patologici assistiamo a disturbi molto gravi.A volte ho pensato che costoro, sulla strada del risveglio hanno trovato qualche c.d. arconte che gli ha spezzato le gambe. perchè spessissimo sono persone intelligentissime..
    Nei disturbi della personalità, spesso si presentano due o tre personalità diverse ed in conflitto tra loro, per poterle curare occorre far emergere quela predominante e farla divenire ameno apparentemente la sola esistente..
    Francamente da medico posso affermare che tutti, nessuno escluso ,soffriamo dei c.d. disturbi della personalità.
    Allora, mi sono detta ,(non so se è giusto chiedo a Mike ),occorre necesariamente cambiare e cioè la nostra parte carnale falla diventare spitituale e come…ho trovato la frase di San Paolo fare ciò che non vogliamo fare, cioè andare contro la materialità di questo mondo….affinchè possiamo sperimentale il sove et coagula. Ciao Teresa

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