AFORISMI SPIRITUALI di OMRAAM MICHAIL AIVHANOV

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Senza saperlo, ogni giorno voi ripetete i due grandi processi cosmici della discesa nella materia e della risalita verso lo spirito, dell’incarnazione e della disincarnazione, della nascita e della morte. Vestendovi al mattino, cominciate con l’infilarvi i vestiti più leggeri: maglietta, camicia… e continuate con vestiti sempre più pesanti, sino ad arrivare al cappotto se dovete uscire al freddo. Così pure, per incarnarvi sulla Terra, siete entrati in corpi sempre più densi: il corpo mentale, astrale, eterico, sino al corpo fisico.* Quando la sera vi spogliate per coricarvi, avviene il processo inverso: vi togliete ad uno ad uno tutti quegli involucri. Allo stesso modo, un giorno vi libererete dei vostri vari corpi per ritornare nell’altro mondo. Tutto ciò che richiama il vestito o l’involucro, simbolizza l’incarnazione nella materia. Ci si veste per scendere, e ci si spoglia per salire e raggiungere nuovamente la regione dello spirito. Togliersi i vestiti significa attraversare il mondo opaco delle apparenze per scoprire la realtà dello spirito.


Per sfuggire ai vostri malesseri interiori, c’è sempre una soluzione: cambiare piano. Prendiamo un esempio. Siete preoccupati, scoraggiati, avete l’impressione che tutto sia contro di voi, gli avvenimenti, gli esseri umani; ed ecco che vi addormentate. Quando vi risvegliate, qualche istante dopo, sentite che qualcosa è cambiato. Cos’è successo? Addormentandovi, avete cambiato piano; siete sfuggiti, e i “nemici” che vi perseguitavano non hanno potuto inseguirvi. C’è sempre un luogo in cui potete rifugiarvi, e molte sofferenze vi verrebbero risparmiate se sapeste cambiare piano. Pensateci. Invece di sprofondare in certi stati negativi come sabbie mobili, reagite immediatamente. Non appena avvertite una tristezza, uno scoraggiamento, cercate di andare in una regione nella quale sfuggirete a quei dolori. Se i vostri tormenti si trovano nell’intelletto, andate nel cuore. Se siete perseguitati sia nel cuore sia nell’intelletto, salite nell’anima. Se vi si perseguita anche nell’anima, rifugiatevi nello spirito. Nello spirito, nulla può più raggiungervi.


Quanti sono pronti a battersi e persino a morire per la libertà! Ma non appena sono liberi, non pensano che a legarsi, incatenarsi. Eh sì, è triste dirlo, ma è così. Si direbbe che a loro la libertà pesi, che non sappiano cosa farne. Cosa si può fare quando si è liberi? Ci si annoia; allora per distrarsi ci si va ad cacciare in situazioni inestricabili, e addio libertà! Finché gli esseri umani non avranno la vera luce, la libertà li spingerà a fare le più grandi follie.    Quante volte lo si è visto! La libertà, che è la cosa migliore, in certe circostanze può diventare la peggiore. A quel punto, sarebbe meglio per loro che fossero un po’ legati. Certo, bisogna cercare di essere liberi, ma soltanto per elevarsi, rinforzarsi, illuminarsi e fare del bene attorno a sé. È questa la vera libertà.


Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo costituiscono ciò che i cristiani chiamano la “Santa Trinità”. Nessun principio femminile vi è dunque menzionato, e tuttavia, non ci si può non porre la domanda. Sentendo elencare il Padre, il Figlio… termini che evocano la famiglia, come non restare sorpresi dal fatto che il terzo membro di quella famiglia sia lo Spirito Santo? E cos’è una famiglia in cui manca la madre? I cabalisti, invece, sono nel vero quando insegnano che Dio ha una Sposa: la Shekinah. I cristiani devono ora riflettere e accettare l’esistenza di quel principio cosmico che è l’aspetto femminile del Principio creatore. L’Essere che chiamiamo “Dio”, e che il cristianesimo rappresenta come una potenza maschile, è in realtà maschile e femminile. Affinché ci sia una creazione, è necessaria una polarizzazione, vale a dire la presenza di un principio maschile, ma anche di un principio femminile. Per manifestarsi, Dio deve essere al contempo maschile e femminile. È questo che veniva insegnato nelle Iniziazioni orfiche: «Dio è maschio e femmina».


In presenza di certi esseri, vedendo l’espressione del loro volto, il loro sguardo e tutto ciò che emana da essi, è la parola “luce” che viene subito in mente. È come se nel loro cuore, nella loro anima, fossero capaci di distillare una materia imponderabile, per poi proiettarla sotto forma di luce. Oppure, è come se avessero captato qualcosa della luce diffusa nello spazio e l’avessero condensata in se stessi. Tutto il loro corpo sembra fatto di una sostanza traslucida, all’interno della quale arde una fiamma. Per molti, quella luce resta un grande mistero, perché non sannoche essa è il risultato di processi molto reali della vita interiore: il saggio, l’Iniziato, l’ha ottenuta grazie ad un lavoro svolto in ogni istante. Da ogni pensiero, da ogni desiderio, da ogni sentimento e da ogni atto che egli riesce arendere più disinteressati, più generosi e più puri, estrae una quantità infinitesimale di luce.


Desiderate comprendere gli altri, aiutarli: questo non comporta necessariamente che voi sentiate e viviate esattamente ciò che essi vivono. È anzi preferibile non viverlo, perché si tratta di una forma di simpatia che vi mantiene il più delle volte nel piano astrale. Ciò che occorre, è cercare di elevarsi fino al piano mentale per riflettere e ragionare. Se siete abbastanza attenti, se sapete ascoltare e osservare le persone, partendo da alcuni elementi che avete scoperto, vi è possibile, esercitandovi, indovinare ciò che sono, ciò che sentono, ciò che pensano e ciò di cui hanno bisogno, senza che ne siate intaccati. Certi esseri hanno così una capacità di penetrazione psicologica che è una forma di chiaroveggenza. Il pericolo consiste nell’accontentarsi di sentire senza comprendere, senza avere una visione chiara, perché non solo si è vulnerabili, ma inoltre non si trovano le soluzioni che permettono di aiutare gli altri.


Chi approda ad un Insegnamento iniziatico con la volontà di acquisire delle conoscenze che gli daranno poteri, denaro e gloria, si espone a gravi rischi. Non sa che sta giocando all’apprendista stregone con le potenze dell’anima e dello spirito. Quindi, cosa accadrà? Scatenerà fin nel suo corpo fisico delle forze formidabili che ben presto non potrà più controllare. Si sono visti nella storia casi di persone che, essendosi dedicate alle scienze occulte, sono finite molto male, lasciando tutti stupefatti. Per anni quegli esseri avevano dato di sé un’immagine di saggezza: li si vedeva unicamente impegnati nello studio, nella riflessione, nella meditazione. Poi un giorno, come se una forza incontrollabile si fosse impadronita di loro, si sono abbandonati ad atti insensati di dissolutezza e di violenza: quei pochi successi riportati avevano fatto perdere loro la testa. Non sapevano che più si desidera elevarsi, più ci si deve mostrare esigenti verso se stessi, e si deve diventare ancora più disinteressati, ancora più umili.

Nei laboratori del Signore gli esseri umani sono sempre stati costruiti per comprendere e vivere le stesse realtà divine. Tuttavia, sulla Terra hanno soprattutto la tendenza a sottolineare e rivendicare le loro differenze, le loro opposizioni, il che alimenta continuamente malintesi e dispute. Resta certamente qualche bisogno fondamentale che riconoscono: mangiare, bere, dormire, avere una casa, mettere al mondo dei figli, ecc. Su questo, tutti sono più o meno d’accordo, ma per il resto è l’incomprensione generale, la torre di Babele menzionata nel libro della Genesi. Ognuno dice: «A mio avviso, le cose stanno così… Io la penso così». Benissimo, ma cosa ne fa dell’opinione degli altri? Certo, ognuno dal proprio punto di vista può avere ragione, ma la ragione di ciascuno produce lo scompiglio generale. Così vail mondo, come si suol dire; e il mondo va avanti a furia di risse, perché ognuno vuole far trionfare la “sua” ragione.


Meditare è un esercizio difficile, è vero, ma spesso anche le difficoltà derivano dal fatto che cercate di concentrarvi su soggetti disparati, o talvolta anche su nozioni astratte che superano troppo la vostra comprensione perché la meditazione possa essere efficace. Allora, se incontrate delle difficoltà nel meditare, cominciate concentrandovi sulla luce: non è difficile, tutti sapete cos’è. Questo esercizio di concentrazione sulla luce, lo potete fare da soli, ma lo potete fare anche con altre persone: così, vi sentirete sostenuti nei vostri sforzi, e tutti insieme produrrete una vibrazione identica di una grande potenza, perché ciascuno vibrerà all’unisono con la luce. Questa vibrazione amplificata, moltiplicata, andrà a toccare migliaia di creature nel mondo, portando loro chiarezza e conforto.


Volete sapere dove andrete lasciando questo mondo? È molto semplice: in modo del tutto naturale, sarete attratti dalle regioni verso le quali avrete diretto i vostri desideri durante tutta la vita. Se i vostri desideri sono stati molto elevati, andrete nelle regioni della luce; se sono stati vili e bassi, andrete a raggiungere le tenebre. Dalla buona comprensione di questa legge dipende il vostro destino. Se alcuni fra voi mettono le proprie energie per chiedere l’intelligenza, l’amore e la bellezza, stiano assolutamente certi che nessuna forza sarà in grado d’impedire loro di raggiungere la regione cui aspira il loro cuore. Rifiutando l’idea di un’altra vita oltre quella terrestre, quanti uomini e donne si permettono ogni genere di azioni disoneste e criminali per soddisfare le proprie bramosie! Pensano che con le loro astuzie e i loro calcoli, se la cavino bene. La verità è che si sbagliano di grosso, e a causa della loro ignoranza si preparano spesso terribili sofferenze
nell’altro mondo.


Dal mattino alla sera, le persone s’incontrano e si salutano, ma il più delle volte lo fanno meccanicamente, con indifferenza, senza amore. Persino nelle famiglie, nelle coppie… Osservate; prima di uscire di casa, il marito bacia la moglie: «Arrivederci cara – arrivederci caro…» Ma non vi è nulla nel loro bacio, lo fanno per abitudine: quindi non ne vale la pena, non serve a niente. Se si dà un bacio a qualcuno, dev’essere per dargli qualcosa di buono, per vivificarlo, per resuscitarlo. Ma quali sono gli uomini e le donne che ne sono coscienti? Per consolarsi, il marito va a baciare la moglie quando è preoccupato, quando è infelice, comunicandole così la sua tristezza e il suo scoraggiamento! Quanto alla moglie, che haricevuto quegli stati d’animo, glieli renderà in un modo o nell’altro… Sì, gli uomini e le donne fanno continuamente scambi fra loro; ma di quali scambi si tratta? Dio solo lo sa… o piuttosto sono i diavoli a saperlo! Non è proibito baciare qualcuno, tutt’altro, ma bisogna sapere come e quando baciarlo per comunicargli la vita eterna.


Si può definire il destino come una forma archetipa che s’impone ad ogni essere al momento della sua nascita. Sono i Ventiquattro Vegliardi a decidere tale forma. I Ventiquattro Vegliardi, che la Cabala situa della sefirah Binah, rappresentano la più alta giurisdizione. Sono loro che emanano i decreti riguardanti le forme del destino; le forme fisiche che noi vediamo sulla Terra sono il lontano riflesso delle forme decretate in alto. Una di queste forme archetipe è proiettata nella donna che porta in sé un bambino, ed è a partire da quella forma che la futura mamma lavorerà. Una volta decretata la forma, nulla la può più cambiare: essa discende nella materia per realizzarsi. Non serve a niente andare poi a consultare degli astrologi per poter prendere delle precauzioni e sfuggire alle prove e alle difficoltà; tutto è previsto affinché “ciò che è scritto si compia”. L’unico modo per accordarsi con i Signori dei destini, è accettare i loro decreti con umiltà e amore, sapendo che sono giusti. Perciò, la cosa più saggia è considerare le difficoltà e le prove di questa esistenza come problemi da risolvere, sapendo che esse rappresentano per ciascuno il mezzo migliore per evolvere.


Essere uno spiritualista non consiste nel praticare delle attività cosiddette “spirituali”, come la meditazione, la preghiera o lo studio. Ciò che caratterizza lo spiritualista, è lo scopo che egli dà alle sue attività, e tale scopo deve essere la realizzazione di un’idea, di un ideale superiore. Ora, invece, quando si vede per quale ragione sempre più persone si dedicano a pratiche spirituali (dominare gli altri, sedurli, ottenere successo, denaro e gloria), c’è di che rattristarsi e indignarsi. L’essenziale è lo scopo. Così, qualunque attività della vita quotidiana può essere spiritualizzata se si sa come introdurre in essa, col pensiero, un elemento divino. Essere spiritualisti non vuol dire disprezzare la materia. Essere spiritualisti significa lavorare con la luce e per la luce, significa imparare ad utilizzare qualsiasi lavoro per armonizzarsi con il mondo divino e legarsi al Creatore.


Le entità luminose del mondo invisibile non esistono unicamente per proteggerci, ma anche per educarci: per questo spesso lasciano che ci arrangiamo. Un bambino piccolo ha sempre accanto a sé qualcuno che lo sorveglia, affinché non gli accada nulla di male. Progressivamente, però, si inizia a lasciarlo da solo, in modo che impari ad essere responsabile delle sue azioni. Ebbene, la stessa cosa vale per la vita interiore. Fino a un certo punto, ci sono nel mondo invisibile delle entità che si prendono cura di noi; ma a chi ha acquisito una certa maturità spirituale esse dicono: «Sta a te ora sorvegliarti». I credenti commettono un grande errore pensando che il Cielo sia sempre lì a proteggerli. Non è così, anzi, esso lascia che si espongano al pericolo, affinché sviluppino la propria coscienza e si decidano a prendere da sé delle precauzioni.


La semplicità è un criterio di verità. Per questo la visione del mondo che hanno gli Iniziati è caratterizzata dalla semplicità: essi hanno imparato a ricondurre a qualche principio di base la molteplicità infinita dei fatti e delle attività del piano fisico, e anche del piano psichico. Quali sono questi principi? Delle figure geometriche. Sì. Vi stupisce?… Ma allora, perché credete che certe tradizioni filosofiche abbiano rappresentato Dio come un geometra? Platone lo ha persino scritto: Dio è un Geometra. All’origine di questa concezione della Divinità, ci sono grandi spiriti i quali avevano compreso che la molteplicità degli esseri e delle cose create, con le relazioni che intercorrono tra loro, può essere riportata a qualche principio molto semplice. E cosa c’è di più semplice delle figure geometriche: il cerchio, il triangolo, il quadrato, la piramide, la croce?…


Desiderate sinceramente aiutare gli altri a migliorare? Evitate di criticarli e non fate loro la morale, ma iniziate col migliorare voi stessi: solo il vostro esempio mostrerà loro che si sbagliano, che si comportano male. Sì, il vostro esempio, perché lavorando su se stessi, si lavora sugli altri. Gli altri si accorgono che possedete delle qualità che essi non possiedono, ed è questo che li migliora, perché comprendono i vantaggi che trarrebbero nell’imitarvi. Coloro che si occupano delle debolezze e dei vizi degli altri, diventano spenti, antipatici, come se i difetti di cui parlano finissero per fissarsi in loro stessi; ciò è deplorevole, ed essi sono da compiangere. Iniziate quindi col migliorarvi, e lasciate gli altri tranquilli. Accettateli, siate pazienti, e lavorate giorno e notte instancabilmente per mostrare loro tutto ciò che sforzi sinceri permettono di acquisire. Dato che essi ancora non lo sanno, non è con le parole che glielo insegnerete, bensì col vostro esempio.



Gli esseri umani aspirano all’unità, ma è evidente che non riescono a realizzarla. Perché? Perché non sanno che devono cercarla soltanto nello spirito, e da nessun’altra parte. Al di fuori dello spirito, si entra nella molteplicità. L’ostilità, la possessività e ogni tendenza a trovarsi diversi dagli altri, estranei a loro, derivano dal fatto che l’essere umano si è allontanato da quello stato di perfezione in cui tutti gli spiriti, identificati nello Spirito divino, sono uno. Nell’unità, non compare mai la minima manifestazione ostile. Certi esseri sono andati talmente lontano nell’esperienza dell’unità che si sentono vibrare all’unisono con tutte le creature: non vi è più separazione, tutte le anime e tutti gli spiriti vibrano all’unisono, e percepiscono ciò che accade agli altri come se accadesse a loro stessi. È proprio questo lo scopo della Scienza iniziatica: riportare gli esseri verso la coscienza dell’unità.


La sensazione di fatica dipende molto dallo stato interiore. Lavorate per ore con amore e non proverete alcuna fatica; ma provate a lavorare anche solo pochi minuti nel malcontento, nella collera, nella rivolta: tutto si bloccherà in voi e vi sentirete sfiniti. Bisogna comprendere l’efficacia, la potenza dell’amore. Tutto ciò che fate, sforzatevi di farlo con amore, oppure non fatelo! Ciò che fate senza amore vi logora, vi mina, quindi non stupitevi se in seguito non avete più risorse. Quando lavorate senza amore, è come se introduceste in voi del veleno. Direte che ci sono lavori che non amate, ma che avete comunque il dovere di fare. D’accordo, siete obbligati, ma trovate almeno una ragione per farli con amore. Questo dipende soltanto da voi.


Contrariamente a ciò che crede moltissima gente, l’intelletto non è sempre una buona guida. Perché? Perché si ferma all’apparenza delle cose. Sì, e sentite un po’ ciò che dice a una giovane donna il suo intelletto: «Il ragazzo che ti chiede in sposa è ricco, bello, elegante, ha bei modi. Perché esiti? Sposalo, saresti davvero stupida a lasciarti sfuggire questa occasione». Ecco i calcoli che fa l’intelletto basandosi unicamente sulle apparenze; e una volta sposatasi, la ragazza scoprirà che quel giovanotto, che in apparenza aveva tutto per piacerle, è crudele, egoista, disonesto… Quante sofferenze e quanti dispiaceri avrebbe potuto evitare se, invece di ascoltare i calcoli del suo intelletto, avesse interrogato il suo cuore, il suo intuito!Ovviamente, questo non è che un esempio. Riflettete su tutti i casi della vita in cui i calcoli dell’intelletto non possono portare altro che delusioni e pentimenti, e traetene delle conclusioni.


Per chi si allontana dal centro, dalla Sorgente, dal Signore, la situazione non smette di complicarsi al punto di diventare inestricabile. Infatti, dal momento in cui egli inizia a deviare, a uscire dalla luce e a trasgredire le leggi, col pretesto di sentirsi libero e indipendente, in realtà non fa che incatenarsi, anche se non se ne rende conto immediatamente. Prendiamo un’immagine. Durante l’estate, il sole brilla, fa caldo e la vita è molto semplice. Ecco che si avvicina l’inverno: occorre provvedere al riscaldamento, fare delle provviste, si ha bisogno di più vestiti, di maggiore illuminazione; e poi, ci sono la nebbia, la neve, il gelo… le vie di comunicazione sono meno buone, e c’è un maggior rischio di incidenti. Quindi, meno luce, meno calore, e tutto diventa più difficile. Se vorrete approfondirla bene, questa immagine assai semplice vi farà comprendere quanto sia necessario restare legati al sole spirituale: il Signore.


Lo spirito critico è sicuramente una qualità, ma sarebbe preferibile che certe persone imparassero a misurare l’estensione dei danni provocati dalla loro abitudine di porre sempre l’accento sul lato negativo di esseri e cose. Quante amicizie e relazioni si rompono a causa di questa tendenza! Sempre più, le persone si osservano tra loro unicamente per scoprire i difetti, vedono solo ciò che non va nel mondo, sottolineano e commentano soltanto fallimenti e catastrofi. Contrariamente a ciò che taluni credono, questo non è l’atteggiamento del saggio. Naturalmente, il saggio non è cieco, vede il male, non si lascia ingannare, ma considera che l’essenziale nella vita e negli esseri sia il bene. Sa quindi che il male esiste, ma non se ne occupa più di tanto. Fissa piuttosto la sua attenzione sul bene, e grazie a questo atteggiamento attira le forze del bene e le amplifica in se stesso, negli altri e nel mondo.


San Paolo definì la fede come «una dimostrazione delle cose che non si vedono». In effetti, la fede apre l’accesso ad un mondo sconosciuto, infinitamente vasto, nel quale iniziamo a respirare, a nutrirci, a rinforzarci. A poco a poco, acquisiamo la conoscenza di campi che fino ad allora ci erano ignoti, e a quel punto sappiamo. Perciò non bisogna contrapporre la fede al sapere, poiché essi vanno insieme: la fede apre il cammino a nuove conoscenze. Si può dire che la fede sia l’infinito, e in quell’infinito il sapere si ritaglia un piccolo territorio. È la fede che sonda l’infinito, che lo esplora, che ci lega ad esso, che ci fa procedere sempre più avanti. Così, grazie alla nostra fede, la nostra conoscenza del mondo divino cresce, aumenta. La fede precede sempre il sapere, ed è quella che ci permette di avanzare. Per sapere, bisogna prima credere; ma quando sappiamo, non abbiamo più bisogno di credere; la fede ci porta allora verso un nuovo campo d’investigazione. È così che, a poco a poco, la fede ci conduce alla conoscenza perfetta.


La natura ci offre lo spettacolo di una straordinaria diversità di forme, ma d’altro canto si constata una grande similitudine fra individui che appartengono alla stessa specie. Prendiamo l’esempio degli alberi… Querce, pioppi, fichi… che diversità nella forma delle rispettive foglie! Le foglie di uno stesso albero invece si assomigliano tutte. Osservate anche i pesci,gli insetti: quante specie e quante forme diverse! Ma riuscite a notare la differenza fra una mosca e un’altra della stessa specie?…Adesso, paragonate fra loro i volti di più esseri che hanno una vita spirituale intensa: che differenza e che ricchezza di espressione! Ed ora osservate delle persone grossolane, molto primitive, che non abbiano una vita interiore: hanno un’espressione identica. Da un lato, vi è quindi la semplificazione, e dall’altro la differenziazione. Più ci si eleva, più ci si semplifica e ci si unifica, ma si diventa anche più espressivi, vibranti, vivi, con varie sfumature. Invece, più si scende nelle regioni inferiori, più le forme si moltiplicano, mentre l’individuo perde sempre più di espressività



Perché siamo venuti ad incarnarci sulla Terra? Per conoscerci. Sì, perché l’essere umano, in quanto spirito, in quanto scintilla scaturita dal grembo del Creatore, non si conosce. Si conosce nel mondo divino, in alto, ma deve anche conoscersi in basso, attraverso la materia, e ci riesce soltanto dopo molte difficoltà, dopo molte prove. Avete visto un gatto giocare con la propria coda? Non sapendo che quella è la sua coda, la morde, e poi è stupito di ciò che sente. Anche voi, come quel gatto, un giorno scoprirete l’esistenza dell’estremità del vostro essere, là, nel piano fisico; non sapete che cosa sia, quindi mordete, e ovviamente urlate perché vi rendete conto che quella “coda” che si muove è una parte di voi.Un essere umano non si limita a ciò che di lui si vede; egli è un’entità che vive in tutte le regioni dello spazio, e deve imparare chi è veramente. Per il momento, deve cercare di conoscersi attraverso la materia, attraverso il suo corpo fisico, e questo è ciò che rende la sua vita talmente difficile, ma anche talmente degna di essere vissuta.


Quando si studia la storia dell’umanità, ci si rende conto che le religioni sono state all’origine delle più grandi lacerazioni perché le loro concezioni della Divinità sono troppo limitate. Si parla del Dio dei giudei, del Dio dei musulmani, del Dio dei cristiani come se vi fosse più di un Dio, e anche solo fra i cristiani ci sono talmente tanti malintesi e divisioni!… La vera religione non può che essere una religione universale, che non concerne unicamente qualche popolo, qualche nazione, ma il mondo intero. D’ora in poi, occorre perciò andare più lontano e rivolgersi al Principio universale che è all’origine di tutte le religioni. Il simbolo di questa religione universale è il sole. Tutte le religioni provengono dal sole: sono ramificazioni della religione solare. Ancor prima che gli esseri umani comparissero, il sole c’era già, e ogni giorno ripete loro: «Non occupatevi delle piccole differenze che possono esistere tra voi. Fate come me: illuminate, riscaldate e vivificate tutte le creature!»



Esasperati dalla condotta dei bambini che hanno l’incarico di sorvegliare, certi educatori o persino certi genitori li folgorano con lo sguardo. Ignorano che quei bambini si ricorderanno per tutta la vita di quegli sguardi di odio. Sì, perché i bambini forse non comprendono, ma sono sensibili e sentono ciò che uno sguardo contiene. Uno schiaffo o una sculacciata, se necessari, non possono far loro del male, ma dovete sorvegliare il vostro sguardo. I bambini dimenticano presto schiaffi e sculacciate, ma non dimenticano mai gli sguardi cattivi che vengono loro lanciati. Alcuni genitori che avevano dei bambini particolarmente difficili, talvolta sono venuti a chiedermi consiglio, e io ho detto loro: «Se dovete punire un bambino che ha fatto una sciocchezza, parlategli con calma e con uno sguardo buono. Ditegli che riceverà una correzione, perché esistono delle regole contro le quali non potete nulla; piangete anche un po’ con lui, se necessario, e poi… alé, una bella sculacciata! Il bambino comprenderà che non lo punite per cattiveria, ma per insegnargli l’esistenza di leggi alle quali nessuno può sfuggire. È così che registrate nella sua mente delle vere nozioni di giustizia».


Il passato, il presente e il futuro delle creature corrispondono a gradi diversi di evoluzione. Sì, ciò che è il presente per gli animali è stato il passato degli esseri umani. Ciò che è il presente per gli esseri umani è il futuro degli animali. Ciò che è il presente per gli Angeli è il futuro degli esseri umani. Ciò che è il presente per gli esseri umani è il passato degli Angeli. Se volete sapere a che cosa assomigliava il passato degli esseri umani, guardate il muso o il becco degli animali! Per avere un’idea di ciò che è il loro presente, è troppo facile, non vi dirò che occorre guardare… il “muso” degli esseri umani – perché il volto umano, anche se deforme, è un riflesso del volto di Dio – bensì i loro intrighi. Ora, per conoscere il nostro futuro, dobbiamo andare ad informarci presso gli Angeli. Sì, col pensiero possiamo andare presso gli Angeli per sentire, vedere e comprendere quello che sarà il nostro avvenire.


Siete stati ingannati, delusi… D’accordo, ma perché andare a lamentarvi ovunque? Direte che lo fate per ristabilire la giustizia… Ma è proprio questa concezione della giustizia all’origine di tutti i mali. In nome della giustizia si crede di poter punire gli uni o dare lezioni agli altri. Lasciate in pace quel tipo di giustizia! «Allora che fare?» Ricorrere ad un principio che va oltre la giustizia, un principio d’amore, di bontà, di generosità. Sono trascorsi duemila anni da che Gesù ha portato questo nuovo insegnamento agli uomini dicendo: «Amate i vostri nemici» o «Se qualcuno ti colpisce sulla guancia destra, offrigli anche l’altra». I cristiani però continuano ad applicare la legge di Mosè: occhio per occhio, dente per dente. Non hanno ancora compreso che per diventare veramente grandi e liberi, non bisogna più applicare la legge del taglione. Credete di trionfare vedendo i vostri nemici a terra? Può darsi che non sarete tanto fieri di voi stessi e che anzi vi pentirete di ciò che avete fatto; ma sarà troppo tardi, ed è così che vi sarete preparati delle pessime condizioni per la vostra evoluzione.


La potenza della parola non è insita soltanto nei vocaboli, ma anche nelle vibrazioni della voce. Negli antichi Misteri, si insegnavano le parole magiche soltanto ai discepoli degni di conoscerle e capaci di pronunciarle. Secondo una tradizione, quando l’uomo si presenta dinanzi ai Giudici supremi, questi gli ordinano: «Parla». Allora egli avanza e dice: «Forme di eternità, eccomi», e immediatamente essi sanno come giudicarlo. Forse si tratta solo di un modo immaginoso di presentare le cose, ma prendetelo comunque sul serio. Quando un giorno dovrete presentarvi davanti ai Giudici delle anime, essi vi diranno: «Parla». Avrete un bel da fare ad esprimervi con eloquenza e con i termini più ricercati; non è su questo che i Giudici si soffermeranno, perché sanno che la parola è ingannevole. Ascolteranno solamente il timbro della vostra voce, le sue vibrazioni. Sarà la sonorità della vostra voce a mostrare loro se ciò che dite è vero o falso; sarà l’autenticità della vostra
voce a giudicarvi.


Quanto più spesso potete, rivolgete il vostro pensiero agli Angeli, agli Arcangeli e a tutte le gerarchie angeliche, impregnatevi delle loro virtù, e in questo modo vi vivificherete, vi illuminerete e arricchirete il vostro mondo interiore. Al tempo stesso, però, cercate di rimanere modesti, sapendo che molte di quelle entità saranno per lungo tempo ancora fuori dalla vostra portata. Iniziate cercando di legarvi ai santi, agli Iniziati, ai grandi Maestri la cui missione è occuparsi degli esseri umani. In seguito, potrete elevarvi ancor più per cercare di raggiungere gli Angeli, perché gli Angeli sono i più vicini agli uomini: li ascoltano, li aiutano, li esaudiscono. Potete anche invocare gli Arcangeli, ma non cercate di andare oltre.Nello spazio infinito i mondi sono innumerevoli, e le gerarchie superiori, che hanno altri lavori da eseguire molto lontano nello spazio, non sono in relazione con gli esseri umani. Doveteconoscere l’esistenza delle gerarchie superiori e potete anche invocarle, sapendo tuttavia che per ottenere dei risultati attraverso la preghiera e la meditazione, dovete rivolgervi a entità più vicine a voi.”


Quanti sono fieri di rifiutare qualunque autorità! Sostengono di non aver bisogno di nessuno che li consigli, che li guidi nella vita. Ebbene, si sbagliano: tutti abbiamo bisogno di guide. Se vogliamo veramente raggiungere la pienezza e la salvezza, dobbiamo comprendere quanto è importante essere guidati dai grandi spiriti che hanno vissuto sulla Terra o che ancora ci vivono. Questi esseri – i quali hanno studiato, hanno fatto tante più esperienze di noi, conoscono molto meglio di noi la vita e hanno risolto tanti problemi – sono come libri viventi che ci comunicano le conoscenze che possiedono. Noi viviamo, agiamo, pensiamo, ma grazie a loro qualcos’altro viene ad aggiungersi alle nostre esperienze, qualcosa di superiore, qualcosa che è più ricco di noi e che ci aiuta.


«Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché ritornerai alla terra da cui sei stato tratto». Nella Genesi, tali sono le parole che Dio ha rivolto ad Adamo dopo la caduta. Oggi, però, una nuova luce viene nel mondo per ridare un senso a tutte le attività umane, e questa luce porta un’altra comprensione della parola “lavoro”. Che le vostre occupazioni siano intellettuali, artistiche o fisiche, anche semplicemente se riposate o passeggiate, non solo dovete evitare tutto ciò che può somigliare alla stagnazione, ma dovete anche introdurre in voi uno stato di attività ordinata e armoniosa. Il vero lavoro consiste nell’accordare tutte le correnti e le energie sia interne che esterne a noi, facendole convergere verso la Sorgente della vita, la Causa prima. Ecco il solo ed unico punto di vista in base al quale il discepolo deve considerare la parola “lavoro”.



Quante persone ragionano come il topo che si avvicina alla trappola! Lì, c’è un pezzo di lardo che lo tenta… Naturalmente, sospetta alquanto del pericolo, ma crede di poter entrare ed uscire molto rapidamente. Allora, si precipita, ma la trappola si chiude ancor più velocemente intrappolandolo. Allo stesso modo qualcuno pensa: «Sono molto astuto, riuscirò a mangiare quel pezzettino (traduzione: gustare certi piaceri, dare libero corso alle proprie tendenze istintive), niente e nessuno mi potrà acchiappare. Prenderò velocemente ciò che voglio e ne verrò subito fuori». Impossibile, c’è una legge che agisce. Non appena egli tocca la trappola, eccolo prigioniero. Finora nessuno è potuto sfuggire alla natura, poiché essa possiede delle trappole. Ogni tendenza inferiore a cui vi lasciate andare fa scattare la chiusura della trappola, e in seguito, senza sapere perché, provate dei malesseri. Non fatevi illusioni: neppure la persona più intelligente e più abile può sfuggire alle leggi fissate dall’Intelligenza cosmica.


A volte si incontrano persone molto comuni, le quali sostengono di aver ricevuto una missione grandiosa. Non hanno né facoltà né doni particolari, ma sono persuase che il Cielo le abbia scelte per ristabilire l’ordine nel mondo o per portare una nuova religione. Ci si chiede da dove possano avere attinto simili idee. Certo, venendo sulla Terra, tutti noi abbiamo ricevuto una missione, ma occorre sapere quale. «Quale missione?» chiederete. Quella di sviluppare tutti i germi delle qualità e delle virtù che il Cielo ha deposto in noi; e già per questo, che gran lavoro! Quanti secoli e millenni ci vorranno ancora, prima di riuscire a scoprire e a manifestare tutte le ricchezze che portiamo in noi! Ora, il fatto che il Cielo scelga un essere per una missione particolare, è anche possibile. Ma la missione collettiva degli esseri umani è quella di evolvere a poco a poco fino alla perfezione. Anche se sono gracili, mediocri, hanno questa missione da compiere: lavorare, migliorarsi, evolvere.


A differenza dell’orgoglioso, che ha la tendenza a rinchiudersi in una solitudine sprezzante, il vanitoso va a mostrarsi ovunque: egli ha bisogno di essere notato, ricercato, invitato, fotografato, glorificato. Anche se si rende conto che questa debolezza gli costa cara (perdita di tempo, di denaro), gli è molto difficile vincerla: il suo bisogno di riconoscimenti e di celebrità riprende ogni volta il sopravvento, portandolo a compiere ogni sorta di sprechi inutili e persino nocivi. Allora, qual è la soluzione? È naturale voler essere riconosciuti, celebri, ma occorre dare a questo bisogno un altro orientamento: invece di voler essere glorificati sulla Terra, fra gli esseri umani, occorre cercare la gloria nel Cielo, fra gli Angeli e gli Arcangeli. Chi sostituisce la gloria terrena con la gloria divina, è sulla via della salvezza: è la sua vanità a condurlo fino al Cielo! Il giorno in cui comprende che è al Cielo che si deve cercare di piacere lavorando su se stessi, allora non solo la vanità è permessa, ma è persino raccomandata.


Ci sono nella vita situazioni difficili in cui sentite che una falsa manovra, una parola, un intervento, un gesto maldestro possono esservi fatali. Quindi, quando vi trovate in questo genere di situazioni, cominciate con l’evitare ogni precipitazione, fate il silenzio in voi e unitevi allo spirito, affinché venga a controllare i vostri pensieri; i pensieri controlleranno le emozioni e i sentimenti, che a loro volta controlleranno i vostri gesti, la vostra voce e le vostre parole. È così che troverete il giusto atteggiamento, le giuste reazioni.Quali che siano le condizioni, questo dev’essere per voi un riflesso istintivo: incominciate con l’unirvi allo spirito. Ciò che fate è come un collegamento: ponete il vostro essere sotto il controllo dello spirito, e via via tutto si organizza e si ordina. Così, agite in modo equilibrato, armonioso, riportate la vittoria e siete salvi.


L’essere umano è scaturito da Dio, ha la sua origine in Dio, ed è quindi Dio che agisce e lavora attraverso di lui. Avendo egli ha la sua origine in Dio, un giorno ritornerà a Lui; scomparirà in quanto entità personale e si fonderà in Dio. Certo, molti respingeranno questa idea, sia perché pare loro assurda, sia perché vedono in essa un attacco inaccettabile alla propria libertà individuale. Ma che lo vogliano o meno, questa è la realtà.Un giorno l’essere umano ritornerà in Dio. Perciò il più spesso possibile, invece di perdere il vostro tempo in futilità, o a rimuginare le vostre preoccupazioni, i vostri risentimenti, ecc., pensate a quell’anima divina che voi siete, ma che ancora non è completamente voi, perché non sapete come raggiungerla. Ripetendo spesso questo esercizio, a poco a poco sentirete che state scoprendo la vostra vera predestinazione.


Avendo qualcuno detto o fatto qualcosa che vi irrita, eccovi intenti a raccontare a chiunque che siete furiosi e perché lo siete. Gli altri cercano di calmarvi dicendovi che non è così grave, che fareste meglio a lasciar perdere e a pensare ad altro; e invece no: continuate ad agitarvi, a urlare contro “quello stupido, quell’imbecille che la dovrà pagare”. Vi pare intelligente? Nel frattempo, lo stupido, l’imbecille, se ne sta tranquillamente a casa, ben al riparo dalle vostra grida e dalla vostra agitazione. Allora, chi soffre per la vostra collera? Chi vi sta vicino, i vostri genitori, i vostri amici, i quali non hanno meritato di avere l’esistenza turbata in tal modo. Ma chi soffre di più siete voi. Sì, perché siete voi prima di tutto ad essere attraversati dalle correnti della vostra vita psichica, prima che queste raggiungano gli altri. Chi decide di vivere nell’armonia, è il primo ad approfittare di tale armonia, e chi si lascia andare alla collera, al desiderio di vendetta, distrugge anzitutto se stesso. Forse finirà per distruggere anche gli altri, ma è a se stesso che farà più male, perché il disordine che ha istaurato dentro di sé lo seguirà fin nella sua prossima reincarnazione.


I genitori e gli educatori che si preoccupano veramente dell’avvenire dei giovani, devono capire che non basta dar loro una formazione da elettronico, chimico o biologo, ma che occorle prepararli ad affrontare l’esistenza nelle migliori condizioni. Se non si spiegano agli adolescenti le difficoltà esterne – e soprattutto interiori – che fatalmente incontreranno più tardi, se non si spiega loro come considerare tali difficoltà e quale atteggiamento tenere per risolverle, di fronte ai minimi inconvenienti essi soccomberanno.Prendiamo un esempio molto semplice. Se qualcuno non conosce l’alternanza delle stagioni, se non sa che un giorno arriverà l’inverno con il freddo, che cosa gli accadrà?… Se invece è avvertito, preparerà di che scaldarsi, dei vestiti, del cibo, e attraverserà l’inverno tranquillamente. Ebbene, la maggior parte dei giovani si lancia nell’esistenza come se non sapesse che ci saranno necessariamente degli inverni.


Monarchia, repubblica, oligarchia, sinarchia, ecc… Nel corso della storia, gli esseri umani non hanno mai smesso di fare esperienze, più o meno riuscite, per tentare di trovare la forma migliore di governo. In realtà, non c’è alcuna soluzione ideale: qualunque sia la forma di governo, l’ordine, la pace e l’armonia non regneranno da nessuna parte finché gli esseri umani non avranno imparato a introdurre ordine, pace e armonia in se stessi. Per realizzare questo stato di cose ideale, bisogna anzitutto conoscere la struttura dell’essere umano. L’essere umano possiede un intelletto, un cuore e una volontà. Con l’intelletto pensa, con il cuore prova sentimenti e con la volontà agisce. Attraverso questi tre fattori egli si manifesta sulla Terra. Quando è riuscito a stabilire la saggezza nel suo intelletto, l’amore nel suo cuore e la forza nella sua volontà, realizza dentro di sé quell’unità che lo rende simile alla Trinità divina della luce, del calore e della vita. È così che regna sulla propria esistenza. A quel punto, poco importa la forma di governo. Per stabilire l’ordine, la pace e l’armonia nel mondo, occorre iniziare dal principio: il principio è l’essere umano stesso quando è divenuto il capo, il re del proprio regno.


In basso, in pianura, quante volte polvere e nebbie impediscono di avere una visione chiara delle cose! Ma se si abbandona la pianura per le alte cime, tutto appare chiaramente. Questi fenomeni del piano fisico hanno una loro corrispondenza sul piano psichico. Simbolicamente, la polvere rappresenta gli intrighi dell’intelletto ordinario occupato in calcoli, traffici, affari loschi. Quanto alla nebbia, essa rappresenta i sentimenti torbidi, la sensibilità malata. È il piano mentale inferiore a produrre la polvere, ed è il piano astrale inferiore con le sue effervescenze a produrre nubi e foschie; in entrambi i casi, non vi può essere una visione chiara. Per questo, tramite la meditazione e la preghiera, il discepolo deve cercare di staccarsi dalle regioni inferiori delle polveri e delle brume, per proiettarsi infine nella chiarezza.


La preoccupazione degli artisti, siano essi pittori, musicisti, poeti, danzatori, ecc., è quella di trovare nuove espressioni: è fuori questione che ripetano ciò che altri hanno fatto prima di loro. Ma si chiedono se, cercando la novità ad ogni costo, non si stiano allontanando sempre più dalla sorgente della bellezza e dell’armonia? Sì, perché è sempre più facile trovare la novità lasciandosi scivolare nelle regioni inferiori del piano astrale, che non facendo lo sforzo di issarsi fino alle vette della vera ispirazione. Quanti cosiddetti “artisti” non sanno nemmeno più cosa sia l’arte! Non hanno alcuna scienza, si abbandonano soltanto all’istinto, all’impulso di creare. Certo, qualunque direzione si prenda, buona o cattiva, si può creare. Anche allontanandosi dalla Sorgente, dal sole spirituale, si trovano nuove forme, nuovi aspetti. Ma quelle nuove forme e quei nuovi aspetti appartengono spesso ad un mondo di oscurità, di disordine, di caos: iniziano col distruggere gli “artisti” che vi si sono avventurati, e questo non può portare nulla di buono al pubblico che viene a conoscenza di tali opere.


Chi si allontana dal sole avverte il freddo e l’oscurità, e la sua vitalità diminuisce. Ma basta che si avvicini al sole, e la luce e il calore aumentano, e anche la vita aumenta. Quindi la conclusione è semplice: tutte le creature che si sono allontanate dal sole spirituale – Dio – perdono la luce, il calore e la vita. Ecco perché poi i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro azioni recano l’impronta di tali mancanze. Tutti coloro che invece volgono lo sguardo a Dio, ricevono le Sue benedizioni e compiono prodigi. Purtroppo, attualmente, si vede comparire tutta una letteratura che tende ad allontanare gli esseri umani dalla Sorgente, che distrugge la fede e il senso del sacro, del divino. Perciò, leggete pure quei libri per curiosità, se volete, ma non lasciatevene influenzare. Accordate tutta la vostra attenzione ad altri libri, e soprattutto a quello che più di tutti merita di essere letto: il libro della Natura vivente. Vi insegnerà come avvicinarvi al Sole spirituale per ricevere la sua luce, il suo calore e la sua vita.


Anche se viene definito semplicemente un’assenza di rumore, sul silenzio vi sono ancora molte cose da dire. In noi, il silenzio è il risultato del perfetto funzionamento dei nostri organi: niente stride, tutto funziona perfettamente, come in una macchina dagli ingranaggi ben oliati. Il silenzio sottindente così la salute, la pace, l’armonia: l’insieme suona in modo perfetto, perché tutte le parti sono accordate. Ma ecco che si ode un rumore: il rumore è sinonimo di malesseri fisici e psichici. Tutte le disfunzioni rappresentano simbolicamente un rumore, e tale rumore ha come origine qualche cosa che è stata concepita male, pensata male. Oppure manca dell’olio: notate il rumore prodotto da un vecchio motore poco lubrificato. Quanto alle stelle, esse roteano nel silenzio… Quell’olio è in noi, ed è l’amore che armonizza ogni cosa.


La sofferenza o la gioia che l’uomo può provare sono forse le sole cose di cui non dubita. Può dubitare di ciò che vede, di ciò che ode, di ciò che tocca; ma di ciò che sente, non può mai dubitare. Se soffre oppure è contento, nessuno lo potrà persuadere del contrario. Quello che sente lo immerge nel cuore delle cose, ed egli le assapora, le vive. Di fronte a ciò che vedono, quante persone non sentono nulla! Vedono un levar del sole, che è uno degli spettacoli più belli della natura, ma non provano nulla. A che serve allora vederlo? A cosa servirebbe vedere il Cielo aperto davanti a voi, se non provaste niente di fronte a tale splendore? Se invece sentite il Cielo, è come se esso fosse in voi, e non avete più nemmeno bisogno di vederlo. Occorre comprendere: tutto ciò che vediamo, tocchiamo e crediamo di tenere fra le mani, è in realtà lontano da noi. Soltanto ciò che sentiamo è vicino a noi. Ecco perché la vera chiaroveggenza è nella sensazione interiore, profonda, e non nella visione di qualcosa che si trova esternamente a noi.


Avete deciso di camminare sul cammino della luce, dunque cercate di ritrovare in voi l’immagine di Dio e desiderate che le entità celesti vi aiutino nel vostro lavoro… Non crediate per questo di dover fare cose straordinarie. No, basta iniziare con qualcosa di molto semplice: prendere coscienza di tutte le ricchezze che avete già ricevuto e cercare di farle fruttificare, per poterle condividere anche con gli altri. Ecco gli esercizi migliori. D’ora in poi, sforzatevi di diventare attenti a ciò che sinora avete trascurato. Non lasciate trascorre un giorno senza trovare almeno una cosa che vi dia gioia, chiarezza… Concentrate tutta la vostra attenzione su di essa e domandatevi come poterla condividere con le persone che incontrate. Finché non vi deciderete ad adottare questo atteggiamento, le entità celesti vi volteranno le spalle, e le porte del mondo invisibile si chiuderanno… tranne una: quella delle tenebre e della sofferenza.


Se la Bibbia e tutti i Libri sacri dell’umanità dovessero scomparire, li si potrebbe riscrivere, perché hanno la loro origine nell’unico vero libro, il Libro della Vita, vale a dire l’Universo e l’essere umano stesso, che sono i depositari della parola di Dio. La parola divina trasmessa dai testi sacri non è una parola nel senso abituale del termine. Dio non si è mai rivolto ad un essere umano con un linguaggio umano per rivelarsi a lui o per dargli delle istruzioni. È l’essere umano che riesce a leggere, a udire, a decifrare la parola di Dio nella natura e in se stesso. Sì, perché il Verbo divino, la luce originale, forma la sostanza di tutto ciò che esiste. Meditate sul terzo versetto della Genesi: «Dio disse: Che la luce sia», e sul primo versetto del Vangelo di San Giovanni che gli fa eco: «In principio era il Verbo». Di quella luce originale, di quel Verbo divino, la parola umana non rappresenta che un’espressione molto lontana e affievolita.


Vi recate in un negozio per fare degli acquisti: in cambio di ciòche chiedete, dovete sempre dare qualcosa. È ciò che si chiama “pagare”. Se non volete pagare, non vi si darà niente. Avviene la stessa cosa nel piano spirituale, ma qui si tratta di un’altra forma di pagamento. Le entità celesti vi dicono: «Donaci il tuo cuore, e noi ti daremo ciò che chiedi». Ma voi rispondete: «Non posso: il mio cuore è preso, l’ho già dato ad altri. Ho una moglie, dei figli, un’amante (o un amante), ho abitudini di cui non posso fare a meno». Ecco perché le vostre preghiere non vengono esaudite. Credete sempre di poter ottenere l’aiuto del Cielo, la sua pace,la sua luce, senza dare nulla in cambio. È impossibile: perottenere le benedizioni del Cielo, dovete dargli almeno una parte della vostra attenzione cosciente, del vostro amore, del vostro tempo, dei vostri sforzi quotidiani.


Finché lo spirito non l’ha penetrata per animarla, la materia resta inerte, informe. Si può simbolizzare lo spirito con un punto, e la materia, con un cerchio attorno al punto. La figura del cerchio e del punto centrale è stata messa ovunque dall’Intelligenza cosmica: nei frutti, dove la polpa circonda il nocciolo o i semi, negli occhi, su certe parti del corpo dell’uomo e della donna. Corrisponde anche alla struttura della cellula, dell’atomo e del sistema solare… Ovunque vedrete questo simbolo. Tutta la vita, tutta la Creazione è in questo simbolo: un cerchio al cui centro sta il punto, lo Spirito cosmico, che vivifica l’Universo. Gli Iniziati, i quali hanno compreso la potenza di questo simbolo, non chiedono altro che possedere in se stessi quel punto: lo spirito. Anche tutti noi siamo dei cerchi che devonoricercare quel punto centrale: lo Spirito Santo. Finché rimarremo un cerchio senza punto, saremo nel disordine, nel vuoto, nel caos. Ma il giorno in cui quel punto, lo Spirito, verrà a stabilirsi in noi per animarci e illuminarci, saremo nella pienezza e diverremo creatori.


Gli esseri umani vi deluderanno, vi faranno soffrire, è inevitabile, ma voi lasciate scorrere la vostra sorgente, ossia non smettete mai di amare. Direte: «Ma ne abbiamo abbastanza di essere sempre malmenati, ingannati, lesi». È meglio essere malmenati, ingannati e lesi piuttosto che impedire alla propria sorgente interiore di scorrere. Potete sempre porre riparo alle perdite, alle delusioni, ma se la sorgente dell’amore non scorre più, siete perduti: interiormente, diventate una palude. Ovviamente, è preferibile sapere come orientare l’acqua di quella sorgente, come canalizzarla, affinché non vada a scorrere in un posto qualunque, in un giardino qualunque, per favorire la crescita di erbacce o di ortiche. Non bisogna lasciar inaridire la sorgente, ma non è proibito proteggerla, vegliare, affinché scorra per alimentare unicamente i figli di Dio. E gli altri? Cosa si deve fare con loro? Non è affar nostro. La vita se ne incaricherà.


Avete un ideale? Chiedetevi ogni giorno se gli siete veramente fedeli. Se lo tradite, perderete la fiducia degli spiriti luminosi del mondo invisibile. Sì, perché essi vi osservano, e se vedono che diventate deboli, che vi andate smarrendo per altre vie col pretesto che vi sembrano più facili e gradevoli, non vi stimano più, non vi sostengono più. Direte: «Ma è così grave?» Sì, perché una volta che sarete abbandonati unicamente alle vostre risorse, non potrete realizzare gran che. È lecito amare il cambiamento, avere un giorno un’attività e l’indomani un’altra, non c’è niente di male in questo. Ciò che non bisogna fare, è cambiare orientamento interiore, abbandonare il cammino della luce. L’esistenza è vasta e ricca, e non è proibito esplorare tale ricchezza e tale diversità, ma a condizione di mantenere un buon orientamento interiore.


Voi provate certi turbamenti… Ebbene, sappiate che essi provengono da elementi estranei al vostro organismo fisico o psichico: si sono introdotti insidiosamente in voi e provocano delle perturbazioni; ma scacciate quegli elementi, e tutto si ristabilisce. Come fare a scacciarli? Purificandovi. Dovete finalmente comprendere l’importanza della purezza, quanto essa sia necessaria per il buon funzionamento sia del vostro organismo fisico, sia del vostro organismo psichico. Purificarsi, significa imparare a nutrirsi bene; e non parlo tanto del nutrimento fisico – benché anche questo, non sempre sapete come sceglierlo. Parlo soprattutto degli alimenti del piano astrale (i sentimenti) e del piano mentale (i pensieri). Inghiottite senza discernimento qualunque pensiero, qualunque sentimento, e poi vi meravigliate di avere un’indigestione o di essere avvelenati. Imparate a fare una cernita, e tutte le benedizioni scenderanno su di voi: la purezza vi renderà più saggi, più forti, più belli e più sani.


Gli esseri umani hanno l’abitudine di rispondere al male con il male, all’odio con l’odio, alla violenza con la violenza, ma questa vecchia filosofia non può dare buoni risultati. È con il bene che ci si oppone al male, è con l’amore che si scaccia l’odio, ed è con la dolcezza che si combatte la violenza. Se il male finisce con l’essere vinto, è perché Dio gli ha rifiutato l’immortalità. Ogni parola, ogni atto di odio, può essere paragonato a una pietra gettata in aria: più il tempo passa, meno forza ha per salire. Viceversa, una buona parola, un atto di bontà, possono essere paragonati ad una pietra gettata dall’alto di una torre: col tempo, il suo movimento e la sua potenza aumentano. Qui sta il segreto del bene: è debole all’inizio, ma onnipotente alla fine. Il male invece è onnipotente all’inizio, ma poi andrà indebolendosi.


Quando vi svegliate al mattino, non vi è sempre facile ritrovare il contatto con le potenze creatrici e luminose della vita. Ciò dipende molto dal modo in cui avete vissuto il giorno precedente.Il mattino è legato alla sera, e la sera al mattino. Ogni momento deve essere preparato in anticipo. La sera, bisogna pensare al mattino successivo, e la mattina, bisogna pensare alla sera che verrà. È molto importante che la sera, addormentandovi, non partiate per l’altro mondo in uno stato mentale qualsiasi, perché vi dovete presentare dinanzi ad esseri molto elevati. Dovete quindi prepararvi a questo viaggio calmandovi, purificandovi, e se prima di addormentarvi vi sentite tormentati, angosciati, non rimanete a letto. Bisogna essere estremamente potenti per potersi difendere stando coricati; in piedi, è più facile reagire. Quindi alzatevi, dite qualche preghiera, fate qualche gesto e non coricatevi prima di aver ristabilito l’armonia, la pace e la luce in voi.


Prima di lamentarvi o di ribellarvi alle prove e agli ostacoli, provate a considerarli come occasioni per imparare a contare unicamente sulle forze spirituali che sono in voi. Se foste tranquilli, soddisfatti, se nulla vi disturbasse, rimarreste alla superficie delle cose; invece, nell’isolamento e nella tristezza, siete obbligati ad abbandonare la superficie per cercare l’aiuto dentro di voi. Il ruolo dell’iniziazione è appunto quello d’insegnare al discepolo a rientrare in se stesso per trovarvi la vera forza, il vero sostegno. Un tempo, l’Iniziazione avveniva nei templi; ora, avviene ovunque nella vita, e nei momenti in cui uno meno se l’aspetta. Voi pensate: «Ma perché non veniamo avvisati da qualche segno circa le prove che dovremo attraversare? Perché, nell’imprevisto, siamo costrettti a cercare la salvezza molto profondamente in noi stessi, facendo quindi sforzi maggiori.


Voi seguite un insegnamento spirituale: farete grandi scoperte ed esso vi porterà molta gioia, ma non vi manterrà al riparo dalle difficoltà. Qualunque sia il cammino intrapreso, buono o cattivo, s’incontrano degli ostacoli, delle prove. Quegli ostacoli e quelle prove non sono gli stessi, e inoltre vengono vissuti in modo diverso, tutto qui. La debolezza è uno dei grandi pericoli che minacciano i discepoli. Per il fatto di aver scelto il cammino della luce, essi credono che avanzeranno su un tappeto di rose, che tutto sarà facile, meraviglioso… e invece ricevono dei colpi che non si aspettavano e che non comprendono, e questo li rende vulnerabili. Perciò, d’ora in poi, pensate in anticipo che dovrete attraversare delle prove, che le persone possono essere male intenzionate, maldicenti, ingrate, e aspettatevi il peggio. Il giorno in cui arriveranno le prove, nella misura in cui sarete preparati, rimarrete saldi, imperturbabili, non proverete delusioni e non vi accorgerete nemmeno di venire offesi! È così che diverrete capaci di aiutare anche gli altri.


Se riuscite a rafforzare le difese del vostro organismo, esso sarà talmente ben armato che, messo di fronte a quella resistenza, il nemico, ossia la malattia, farà dietro front. La prova: nel corso di epidemie, si sono viste persone circolare tranquillamente fra i malati senza mai esserne contaminate; altre, invece, pur avendo preso ogni sorta di precauzioni, venivano contagiate dal male. Perché? Perché nelle prime, il terreno non era favorevole all’insediamento dei microbi. Quando un posto è ben protetto, il nemico risulta impotente. Ecco perché, invece di concentrarsi sulla malattia, è tanto più importante iniziare a studiare la salute: le leggi che ne assicurano il mantenimento, i fattori di cui essa è il risultato (respirazione, nutrizione, comportamento); queste cose devono essere insegnate a tutti. È qui che inizia la vera medicina.


Grazie al suo grande potere di assorbimento, l’acqua, circolando sulla terra o nell’aria, si carica di impurità. Ma la natura ha previsto anche certi processi grazie ai quali essa può decantare. Questi processi sono di due tipi. Con il primo, l’acqua s’infiltra nel sottosuolo; là, nell’oscurità, attraversa vari strati, abbandonando le impurità al suo passaggio. Così, a poco a poco, diventa limpida e chiara, e un giorno scaturisce da qualche parte come acqua sorgiva. Nel secondo caso, l’acqua è riscaldata dai raggi del sole, diventa leggera, si innalza nell’atmosfera sotto forma di vapore, e si purifica mediante la sua stessa evaporazione; più tardi ricade sulla terra come rugiada o come pioggia, portando la vita alla vegetazione. Anche per gli esseri umani esistono due metodi di purificazione. Coloro che non vogliono purificarsi attraverso i raggi del sole spirituale (lo spirito), devono simbolicamente scendere sotto terra, passare per luoghi oscuri, vale a dire attraverso difficoltà e sofferenze, e subire forti pressioni. I veri discepoli scelgono l’altro metodo: si espongono ai raggi dello spirito, si elevano e assorbono gli elementi più luminosi che li purificano.


Non vi manca che una cosa: la convinzione. Siete ancora divisi, accettate in voi la biforcazione: dite di aver scelto la vita spirituale, ma al tempo stesso continuate a vivere come chiunque altro, preoccupàti solo di garantirvi la sicurezza e i successi materiali. Non si sa mai, pensate, cosa riservi l’avvenire. Chi conosce il proprio cammino e il proprio scopo non si lascia assorbire da quelle preoccupazioni. Direte: «Ma bisogna comunque prevenire il futuro e accumulare delle riserve, assicurarsi in previsione dei giorni difficili». Se vi preparate per i giorni difficili, allora di sicuro essi verranno! In realtà, voi avete già, in una banca, dei forzieri ai quali potete attingere. Quella banca, alimentata da Dio stesso, è dentro di voi, nella vostra volontà, nel vostro cuore, nel vostro intelletto, nella vostra anima e nel vostro spirito. Decidetevi a mettere a frutto almeno alcune delle ricchezze che vi sono state donate!


Voi incontrate delle difficoltà, degli ostacoli, è ovvio… Ma se prendete la cosa troppo seriamente, vi caccerete in situazioni inestricabili, proprio perché le difficoltà e gli ostacoli possono essere superati soltanto incominciando col minimizzarne la gravità. Credetemi, in realtà non è il vostro vero Sé ad essere toccato vicissitudini della vita. Allora, quali che siano le prove da affrontare, ditevi: «Certo, questi avvenimenti sono reali; non posso negare il tale insuccesso, la tale delusione… Ma queste cose accadono veramente a me? No, io sono uno spirito eterno, immortale, ed è un altro che sta vivendo questi inconvenienti, non io; questa è soltanto un’illusione di cui io sono spettatore».


Tra i filosofi, i medici, gli psichiatri e tutti coloro che studiano la psiche umana, quanti ammetteranno l’influenza di entità benefiche o malefiche che vengono ad aiutare e a sostenere gli esseri umani o, viceversa, a tormentarli e a distruggerli?… Pochissimi. Per la maggior parte di loro, si tratta di elementi chimici che perturbano oppure ristabiliscono il buon funzionamento della psiche. È vero, non si può negare l’azione di elementi chimici sulla psiche, ma tali elementi sono prodotti dalla presenza di spiriti benevoli o malefici, che gli esseri umani hanno attirato. Se con le loro debolezze e la loro cattiva comprensione delle cose, gli esseri umani aprono le porte alle entità tenebrose, queste entrano in essi e producono disordini nella loro materia psichica. Il fatto che medici e psichiatri diano a queste turbe nomi di ogni genere e le trattino con prodotti chimici, è un’altra questione; quelle turbe hanno in realtà una sola ed unica origine: gli indesiderabili, che gli esseri umani hanno attirato con il loro difettoso modo di vivere.


Non abbiate fretta di confessare a qualcuno che l’amate. È il vostro amore a rendervi felici, a darvi l’impulso, il senso della vita; ma poiché l’essere che amate non è ancora una creatura perfetta, se conoscerà il vostro sentimento, senza volerlo rischierà di rovinare tutto. Dirà: «Ecco una porta aperta, coraggio, approfittiamone». Eh sì, è naturale. Quando sentirete di non essere stati compresi, soffrirete, sarete delusi, e allora cosa resterà del vostro amore? Cercate di capire che la cosa importante è l’amore stesso, più ancora della persona che amate, quindi non sacrificatelo a qualcuno che rischia di distruggerlo, se fate l’errore di rivelarglielo. Ne potrete parlare quando sarete veramente pronti, forti, e lo stesso vale per l’altra persona. Ma nel frattempo, non dite nulla, continuate ad amare, perché è il vostro amore che vi nutre, che vi dà lo slancio, il gusto di vivere, il desiderio di superare gli ostacoli. Dunque, non perdetelo.


Tutti gli sforzi che fate per migliorare la vostra vita fisica, materiale, non vi renderanno tanto felici se prima non vi sforzerete di conoscere e accettare le verità che miglioreranno la vostra vita interiore. Qualunque cosa otteniate esteriormente, non avrete mai la pienezza, poiché la pienezza si trova unicamente nello sforzo personale, sforzo della volontà, del pensiero, dell’immaginazione. D’altronde lo sapete, quante volte lo avete sperimentato! In tutto ciò che voi stessi riuscite a realizzare, trovate una grande soddisfazione, mentre tutto quello che ricevete senza fare niente, compreso il denaro, non vi procura la stessa gioia. Sì, lo si sa, ma si continua ad aspettare la gioia dall’esterno. Per questo, malgrado tutto ciò che si possiede, ci si sente sempre poveri, insoddisfatti e nel vuoto. Quindi, qualunque cosa possediate, qualunque cosa vi venga donata, non abbandonate mai il lavoro interiore. Fino all’ultimo minuto, non abbandonatelo!


Un tema astrale può dare solo qualche indicazione sul destino degli esseri; perciò, anche se presenta molti cattivi aspetti, non va vista in esso una predestinazione assoluta. La verità è che lo spirito umano è al di sopra delle stelle, dei pianeti e della loro influenza; lo spirito è libero, è onnipotente. Quali che siano le configurazioni che gli astri hanno tracciato per voi, ricordate che al di sopra della regione in cui il destino è signore, regna il vostro Spirito, e il destino non può nulla contro lo Spirito. Il solo mezzo che avete per sfuggire al destino, è quindi quello di mettervi al servizio dello spirito. Non accampate il pretesto di essere “nati sotto una cattiva stella” per rimanere eternamente deboli, pigri, fannulloni. Avete dei debiti karmici da pagare, d’accordo, ma quei debiti non rappresentano che un secondo nell’eternità. Non si deve permettere ad un solo momento di oscurare la luce dello spirito. Qualunque cosa vi accada, dovete essere convinti che in voi brilla una scintilla che niente e nessuno può spegnere o anche soltanto oscurare.


Quante persone cercano di avventurarsi nel mondo invisibile senza sapere realmente cosa sia, né da quali creature sia popolato; e spesso, molto spesso, i fenomeni di apparizioni, di materializzazione di spiriti a cui queste persone assistono durante le sedute spiritiche, non sono prodotti da entità luminose, ma da creature malefiche, da larve, da elementali che si divertono ad ingannare gli esseri umani. Quindi, i messaggi trasmessi durante tali sedute possono essere errati o addirittura decisamente menzogneri. Chi vuole entrare in relazione con gli spiriti deve sapere che corre il rischio di essere ingannato, e anche se riceve risposte esatte, può essere soltanto frutto del caso. Gli esseri capaci di entrare in relazione con il mondo invisibile sono molto rari, ed esistono pochissimi veri chiaroveggenti.


Con qualunque nome le si voglia chiamare, l’esistenza delle entità tenebrose è una realtà. Queste entità si aggirano attorno agli esseri umani cercando di introdursi in loro, e qualche volta ci riescono. Per scacciarle, si praticano dei riti di esorcismo, ma questo necessita di una grande scienza. Un Maestro spirituale possiede anche mezzi molto potenti per salvare una creatura divenuta preda di spiriti malefici. Per impiegarli però, deve sentire che ciò sarà utile, e che la persona non ricadrà subito dopo nelle loro grinfie, perché in tal caso il suo stato sarà ancora peggiore. Quando egli vede che sussistono tutte le condizioni, va a trovare la persona; ma non va a trovarla nel piano fisico, poiché è nel piano astrale che deve svolgere quel lavoro. Si reca dunque presso di lei mentre questa dorme, per esempio, e dichiara guerra alle entità tenebrose; non le lascia tranquille finché queste non abbandonano la persona. Al suo risveglio, essa sente che il suo stato è migliorato, e questo le permette di prendere coscienza dei propri errori – perché per essere caduta nelle grinfie di spiriti maligni, significa che lei stessa li ha attirati – e quindi comprende di dover cambiare il proprio modo di vivere.


Non è facile raggiungere degli stati superiori di armonia, dipace, di gioia, ma comunque non è difficilissimo; la cosa più difficile è conservarli. Per mancanza di attenzione, per negligenza, si lascia che si cancellino, e si dimentica pure di ciò che si è vissuto. Direte che non potete rimanere per ore immobili, ad occhi chiusi, intenti a conservare in voi la stessa armonia, la stessa luce. Certo, vi attendono altre attività, e necessariamente più prosaiche. Ma mentre eseguite i vari compiti, potete benissimo fare in modo di non scendere ai livelli inferiori della coscienza, e vegliare su quello stato spirituale come su un oggetto prezioso che trasportate: di tanto in tanto, date un’occhiata per assicurarvi che sia sempre lì, intatto, raggiante.


Se vi capita di sentirvi soli, abbandonati, è semplicementep erché vi siete lasciati rinchiudere in un cerchio troppo limitato. Perciò, cambiate un po’ l’orientamento o la direzione dei vostri interessi, delle vostre attività; attirerete dall’Universo delle correnti e delle entità che verranno a sostenervi, a illuminarvi. Vi do un metodo: allargate il cerchio della vostra attività mentale, e se fino ad ora avete avuto unicamente voi stessi o la vostra famiglia come centro d’interesse, e anche se siete sindaco, prefetto, ministro o… presidente della Repubblica, allargate ancora il cerchio delle vostre occupazioni. Sì, allargatelo fino all’infinito, abbracciate il sistema solare, tutto il cosmo. Non vi sentirete più così piccoli, miserabili, abbandonati e messi da parte, perché diverrete un fattore benefico per l’umanità, diverrete un vero creatore.


L’Universo è governato da principi, e tali principi sono paragonabili ai numeri da 0 a 9, a partire dai quali sirealizzano tutte le combinazioni numeriche. I principi, come iprimi dieci numeri, sono dati una volta per tutte, ma nessuno è in grado di prevedere le molteplici combinazioni cui possono dar luogo: esse sono infinite. È questo che dobbiamo imparare e accettare: le nuove combinazioni, le nuove forme generate nel corso dei tempi dai principi, che invece sono eterni. In tutti i campi, il movimento è la legge della vita. È quindi un grande errore da parte delle religioni voler rendere eterne le forme. Solo i princìpi sono eterni, mentre le forme, comprese quelle di una religione, devono evolvere.


Come sono commoventi gli sforzi di un bambino piccolo che impara a camminare! Vacilla, cade, si rialza, di nuovo cade, ma sempresi rialza… Un vecchio che cade, invece, è obbligato ad aspettare che qualcuno venga a rialzarlo; dopo di che, può accadere di doverlo portare all’ospedale.Quale lezione trarre dai due esempi? Il bambino e il vecchio sono i simboli dei due atteggiamenti che l’uomo può adottare nella sua condotta di vita. Quante persone, che avevano deciso di lavorare su di sé per migliorarsi, si fermano al primo fallimento, alla prima caduta dicendo: «È finita, non proverò una seconda volta». Ebbene, nel carattere, nell’anima, nei pensieri e nei sentimenti, costoro sono dei vecchi; non entreranno nel Regno di Dio, perché il Regno di Dio è per ibambini. Gesù lo ha detto: «Se non diventate come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli». Perciò, vale la pena di fare migliaia di tentativi, se necessario, e quali che siano le cadute, rialzarsi per continuare a camminare.


L’intelletto è la facoltà grazie alla quale gli esseri umani possono conoscere la materia, e quindi anche agire su di essa. Ecco perché si esercitano a coltivare l’intelletto e nel mondo ci sono tante persone istruite, capaci e abili. Ciò è un bene,ma più gli esseri umani si orientano in questa direzione, e più acquisiscono i mezzi per dominare gli altri, imporsi a loro e asservirli. Non c’è che da osservare come si comportano…Perché le cose stanno così? Perché l’istruzione che si dà a bambini e studenti nelle scuole e nelle università, non si rivolge né al loro cuore né alla loro anima e ancor meno al loro spirito, bensì soltanto al loro intelletto; ed essi mettono quell’istruzione al servizio della loro natura inferiore, la quale si manifesta attraverso l’egoismo, l’ambizione, lagelosia. Nessuna delle conoscenze che ricevono permette ai giovani di lavorare sulla propria natura inferiore per dominarla; si forniscono ai giovani delle armi senza dar loro l’ideale di migliorarsi, e quindi, ovviamente, essi se ne servono per soddisfare gli appetiti più grossolani.


Che cos’è il destino? Un concatenarsi implacabile di cause ed effetti; ma solo la vita biologica, istintiva, è totalmente sottomessa al destino. Quindi, tutti gli esseri che si identificano con il proprio corpo fisico, e hanno come scopo principale nell’esistenza la ricerca dei piaceri, del benessere e dei beni materiali, non possono sfuggire alle leggi del destino. Viceversa, colui che è cosciente di essere prima di tutto uno spirito, e cerca di manifestarne la supremazia in tutte le sue attività, per lasciare sulla Terra tracce di luce,di amore e di nobiltà, diviene sempre più padrone del proprio destino.Dunque, è chiaro, non c’è bisogno di discutere e di porsi domande sulla libertà: solo chi si sforza ogni giorno di dare il primo posto allo spirito sfuggirà all’influenza del destino e diverrà veramente libero


L’esistenza del male è uno degli interrogativi principali dei filosofi, e da migliaia di anni i credenti di tutte le religionisupplicano: «Signore Iddio, annienta il male!» Ma il Signore sigratta la testa, sorride persino, e dice: «Poveretti! Quando capiranno come agire con il male, smetteranno di supplicarmi».Ma, fino ad allora, quante preghiere!Si deve pregare, certo, ma ecco ciò che si deve chiedere:«Signore Iddio, rivelami come hai creato il mondo, e come Tu vedi le cose… Dammi la capacità di intendere, dammi la saggezza che mi farà comprendere come posso anch’io, come Te, essere al di sopra del male. Insegnami a metterlo al servizio del bene per realizzare grandi cose». Colui che ragiona così comprende che il male ha un ruolo positivo da svolgere nell’Universo. Direte che siete stati istruiti diversamente. È possibile, ma quell’istruzione non è completa; va bene ed è veritiera per i bambini, ma la realtà è ben altra. L’intera Creazione prova che il male è indispensabile nell’economia cosmica.


Dei quattro elementi, il fuoco è certamente quello che esercita sugli esseri umani il più grande fascino. Essi guardano le fiamme danzare e, istintivamente, tendono le mani verso quellefiamme, come se sentissero di poter captare qualcosa. Perché? Direte che è la natura a spingerli ad agire così. Sì, certo, maq uesto impulso ha una ragione più profonda. All’estremità delle nostre dita possediamo dei centri molto sensibili, poiché provvisti di un gran numero di cellule sensitive. Si è potuto constatare anche che la sensibilità di un essere si misura, fra l’altro, dal rigonfiamento che presenta all’estremità delle proprie dita. Quindi, quando tendiamo le mani verso il fuoco, i centri sensibili sulla punta delle dita cominciano a funzionare: captano il calore oltre ad altri elementi sottili, e li trasmettono al nostro organismo. In questo modo, non solo il nostro corpo si riscalda, ma il nostro plesso solare viene favorevolmente influenzato.


I bambini sono spontaneamente attratti più da ciò che li può ferire o farli ammalare, che non da ciò che è benefico per loro. Molti cosiddetti “spiritualisti” assomigliano a quei bambini! Influenzati da un libro, decidono di lanciarsi in pratiche pericolose: l’ipnosi, lo spiritismo, la ricerca delle reincarnazioni… Per fare simili esperienze rimanendo al riparo dai pericoli, occorre essere guidati da entità molto elevate, e quelle entità accettano di guidare unicamente coloro che hanno fatto un lavoro interiore di purificazione, di dominio di sé.Non vanno ad occuparsi del primo venuto, imprudente o avido, che voglia avventurarsi nel mondo invisibile per soddisfare la sua curiosità o le sue bramosie. Altri hanno letto o udito qualcosa a proposito della forza Kundalini, che gli yogi dell’India imparano a risvegliare, e immediatamente, senza conoscere tutto il lavoro preliminare necessario, eccoli decisi a risvegliare tale forza. Ma inseguito cosa faranno con essa? Quella forza li brucerà, ecco tutto.Eh sì, per gli ignoranti e gli incoscienti, le avventure psichiche sono sempre rischiose, molto rischiose. Quindi non abbiate fretta, iniziate col purificarvi, con l’apprendere il dominio di voi stessi, studiate bene, e un giorno quelle esperienze saranno possibili per voi.


Ovunque nell’Universo vediamo in azione queste due potenze: la vita e la morte. Ma, in realtà, la sola vera potenza è la vita, perché nulla esiste al di fuori di essa. La morte è contenuta nella vita; essa non è che un cambiamento di piano, un cambiamento di forma, d’abito, uno spostamento per una nuova missione da compiere, una modificazione dello stato di coscienza. Una trasformazione della vita non può essere la sua fine. La vita e la morte si danno la mano e lavorano insieme per l’evoluzione. La morte non è che un’illusione. Quante volte siamo già passati attraverso ciò che viene chiamato “morte”! Ed eccoci nuovamente vivi… Esiste solo la vita ininterrotta, la vita senza limiti.


Il ladro che s’intrufola tra la folla cercando qualcuno da poter derubare, è quasi un chiaroveggente. Come se avesse delle antenne, egli sente quali sono le persone vigili, sveglie, e quali invece sono mezzo addormentate. L’indizio per lui è la luce, perché dall’uomo vigile emana una sorta di chiarore, e non sarà quindi con lui che se la prenderà. Egli va in cerca di chi sonnecchia ad occhi aperti, e s’impadronisce del suo portafoglio o della sua borsa, senza che l’altro se ne accorga, essendo infatti immerso in una sorta di oscurità. Allo stesso modo, le entità malefiche del mondo invisibile, non se la prendono con colui nel quale sentono la luce, perché sanno che saranno immediatamente individuate e respinte. Perciò, attenzione: se volete essere al riparo da tutte le specie di ladri, mantenete sempre in voi una luce accesa.


Attualmente, il mondo pullula di specialisti. Certo, la specializzazione è utile, necessaria, ma prima di specializzarsi è auspicabile avere una visione dell’insieme. Se inizierete esplorando un piccolo pezzo di terra, ragionerete e classificherete le cose in modo erroneo, perché non saprete nulla della totalità alla quale esso appartiene. Se invece avete acquisito una visione d’insieme, potrete permettervi di concentrarvi su un punto particolare senza rischi di errore.  La vita è troppo breve perché se ne possa studiare ogni campo nei dettagli; ecco perché il metodo degli Iniziati consiste nel considerare anzitutto l’insieme. Anche se questo non offre una conoscenza molto precisa delle cose, ne presenta almeno uno scorcio conforme alla realtà. Se poi essi decidono di concentrarsi su un soggetto, lo approfondiscono molto meglio di uno specialista, il quale non ha alcuna idea dell’insieme; la conoscenza che gli Iniziati hanno dell’insieme, dell’unità, li illumina su quella piccola particella isolata dal tutto, e possono così situarla con esattezza.


Poiché ciascuno sarà salato col fuoco» diceva Gesù. Che relazione c’è fra il sale e il fuoco? Il fuoco è un simbolo dello spirito, come il sale. Il sale, come il fuoco, brucia. Ma il fuoco esiste sotto diverse forme, e produce quindi diversi tipi di bruciature. Il fuoco è sinonimo di vita, ma è anche sinonimo di sofferenza e di morte. Il fuoco sostiene la vita, ma ha anche il potere di distruggerla, e la distrugge radicalmente. Lo stesso si può dire del sale: il sale, che è talmente legato alle origini della vita, ha il potere di distruggerla. Il sale, come il fuoco, può dunque essere portatore di morte così come è portatore di vita. Perciò, quando Gesù dice: «Ognuno sarà salato col fuoco», significa che nessuno può sfuggire al sale e al fuoco. Ma coloro che hanno accolto lo spirito in se stessi e hanno lavorato con esso, saranno salati al fuoco della vita, mentre invece coloro che si sono opposti allo spirito, saranno salati al fuoco della sofferenza e della morte. È una legge alla quale è impossibile sfuggire.


Perché sprecare la vostra vita rincorrendo acquisizioni che non sono importanti quanto la vita stessa? Se pensaste prima alla vita che è in voi, al fine di proteggerla e conservarla nella più grande purezza, avreste sempre maggiori possibilità di realizzare i vostri migliori desideri. È proprio la vita illuminata, rischiarata, intensa, che può darvi tutto.  Dal momento che avete ricevuto la vita, credete di poterne disporre a vostro piacere… Eh no! Quando avrete lavorato per anni per soddisfare le vostre ambizioni, un giorno vi ritroverete talmente sfiniti, stanchi, che se fate un bilancio di ciò che avete ottenuto e di ciò che avete perso, vi accorgerete di aver perso quasi tutto e guadagnato pochissimo. Vi sembra intelligente?… D’ora in poi, sforzatevi di lavorare unicamente per abbellire la vostra vita, purificarla, santificarla. Solo la vita pura, armoniosa, intensa, può riuscire a toccare, nelle regioni sottili dello spazio, delle correnti, delle entità che verranno ad aiutarvi e ad ispirarvi


Generalmente si associano le lacrime al dispiacere, ma in realtà qualsiasi emozione può provocare le lacrime. Ci sono lacrime di tristezza, di collera, di rabbia, di delusione, e ci sono anche lacrime di gioia, di stupore. La poesia, la pittura, la musica possono riempire i nostri occhi di lacrime, ma questo vale anche per certi comportamenti umani quando sono particolarmente belli e nobili. Nella misura in cui le lacrime liberano una certa tensione interiore, qualunque sia la loro origine, esse sono utili. Ma ovviamente le lacrime di gioia e di stupore sono le più benefiche. Quindi, non asciugate tali lacrime col dorso della mano: raccoglietele in un tessuto pulito e conservatele con cura, perché possiedono un grande potere. Lasciate asciugare le lacrime di delusione, di dispiacere, di collera – non sono che un po’ d’acqua salata – ma conservate le lacrime che sono state strappate alle profondità della vostra anima.


Da millenni, gli esseri umani cercano un modello ideale di società, e se non lo trovano è perché non sanno dove e come cercarlo. Per scoprirlo, devono rivolgere il loro sguardo verso un luogo in cui regna un’organizzazione perfetta: il sole. Non parlo del sole fisico, ovviamente, ma di quel mondo di armonia, di purezza e di luce di cui esso è il simbolo. La vera organizzazione non è soltanto esteriore. Una buona organizzazione esterna è necessaria, certo, ma il suo potere è limitato; anzi, è addirittura inutile se non c’è uno spirito che venga ad animarla.  Per esempio, prendiamo l’essere umano con le sue membra, i suoi organi, e tutti i vari sistemi: respiratorio, digestivo, circolatorio, nervoso… Che organizzazione straordinaria! Ma allora, come si spiega che, malgrado una tale organizzazione, egli sia talmente debole e vulnerabile? È perché tutto ciò non basta: occorre che un’organizzazione superiore, un’organizzazione spirituale, compenetri quell’organizzazione fisica, la vivifichi e la fortifichi


Quante persone si concedono il diritto di ingannare gli altri, di trattarli con negligenza, di usarli per le proprie ambizioni e i propri interessi, senza pensare che anch’essi sono creature che chiedono di essere considerate e rispettate! Di questo non tengono conto e, ovviamente, a forza di sentirsi schiacciati e sminuiti, gli altri reagiscono: non bisogna meravigliarsene.  Qualcuno si chiede: «Perché tutti mi evitano? Perché non mi amano?» Non si rende conto che ha fatto di tutto per arrivare a questo. Quando guarda gli altri o si rivolge a loro, lo fa con freddezza, con disprezzo, nasconde loro la verità oppure mente senza scrupoli; ma la cosa straordinaria è che si crede amabile!… Quindi, sta a ciascuno analizzarsi e prendere coscienza che esiste una legge di giustizia di cui si deve tener conto nel proprio interesse. Quando qualcuno si mostra onesto, integro, rispettoso, gli altri gli danno fiducia ed è lui a guadagnarci.


 

Lo studio dell’Albero sefirotico, l’Albero della Vita, offre una visione molto chiara del lavoro spirituale da realizzare, ed è un metodo che vi può accompagnare nell’arco di tutta la vostra esistenza. Seguitelo. Il vostro pensiero smetterà di vagabondare a caso, e a mano a mano che riuscirete ad avanzare lungo questa via, ci saranno benedizioni che affluiranno sino a voi. Ritornando spesso col pensiero all’Albero sefirotico, accenderete ogni volta nuove luci, e quelle luci non solo vi illumineranno, ma vi purificheranno, vi rafforzeranno, vi vivificheranno e vi abbelliranno. Forse non comprenderete perfettamente questa figura sacra, e a maggior ragione non riuscirete a realizzare le virtù e le potenze che rappresenta, ma essa sarà là come la raffigurazione di un mondo ideale che vi attirerà sempre verso l’alto



Certe persone audaci contano sulla paura che ispirano agli altri per poter realizzare i propri progetti. Ecco perché gli audaci apprezzano molto i paurosi; questi ultimi non saranno per loro sicuramente di alcun aiuto nelle imprese rischiose o malvagie, ma almeno non li disturberanno, visto che si faranno prudentemente da parte al loro passaggio. Il Cielo invece non apprezza i paurosi, perché sono simili a brocche rotte che non trattengono nulla: di fronte alle difficoltà e agli ostacoli, dimenticano il proprio credo e sono capaci delle più grandi vigliaccherie. Il Cielo cerca esseri audaci, intrepidi, esseri che una volta incontrata la luce, si mettono al suo servizio e fanno fronte a tutti gli ostacoli che possono presentarsi sia all’esterno sia dentro di sé



I bambini piccoli, compresi i neonati, non sono solo dei piccoli corpi; per questa ragione, coloro che se ne occupano devono pensare alla loro anima e al loro spirito. Se lo fanno, ben presto sentiranno che attirano a sé le benedizioni dell’angelo custode del bambino. Sì, perché accanto a ogni bambino sta un angelo che si occupa di lui, che vuole la sua elevazione; spesso però, l’angelo incontra grandi difficoltà nel proprio compito, perché il bambino è esposto a ogni sorta di influenze caotiche da parte di adulti incoscienti. L’angelo custode veglia, sorveglia, ma sul piano fisico è molto limitato. Ecco perché è talmente felice quando vede accanto al bambino almeno una persona che pensa alla sua anima, che gli mostra il cammino del bene e della luce e lo circonda di influenze armoniose; l’angelo allora ricompensa quella persona inviandole dei raggi di gioia



Gli elementi di cui il nostro corpo è formato e tutto ciò che ci permette di continuare a vivere, l’acqua, il cibo, l’aria che respiriamo, la luce e il calore del sole, i materiali con cui realizziamo i nostri abiti, le nostre case, i nostri utensili, ecc.: dobbiamo tutto alla Natura. Certe persone possono essere molto fiere – e a ragione – dei propri talenti e della propria ingegnosità; ma da dove hanno tratto i materiali a partire dai quali fabbricano i loro strumenti, i loro apparecchi e anche le loro opere d’arte? Dalla natura. La Natura ci dà tutto, ma ciò che prendiamo è registrato dettagliatamente da qualche parte. Si tratta di debiti che noi contraiamo nei suoi confronti, e quei debiti vanno saldati. Come? Con una moneta che si chiama rispetto, riconoscenza, amore e volontà di studiare ciò che è scritto nel grande libro della Natura. Pagare significa dare qualcosa in cambio, e tutto ciò che di buono il nostro cuore, la nostra intelligenza, la nostra anima e il nostro spirito sono capaci di produrre, può essere un pagamento. Sul piano fisico siamo limitati, e la Natura non ci chiederà di renderle il cibo, l’acqua, l’aria o i raggi del sole di cui abbiamo beneficiato; ma sul piano spirituale, le nostre possibilità sono infinite, e là possiamo persino rendere centuplicato tutto quello che essa ci ha dato



Sforzatevi di prendere coscienza del fatto che avete a vostra disposizione delle facoltà ben superiori all’intelletto. L’intelletto è solo un buono strumento di lavoro per lo studio e l’esplorazione della materia, ma anche nella vita quotidiana non è la guida migliore; infatti, non solo ha una percezione parziale della realtà, ma soprattutto, in fondo a tutto ciò che decide di intraprendere, c’è una finalità nascosta, un interesse, un calcolo egoistico che finirà sempre per produrre guai. Appena fa un sacrificio o un gesto generoso, l’uomo che si lascia guidare dal proprio intelletto, lo rimpiange; trova che sia stato davverosciocco ascoltare i consigli del cuore o dell’anima.  L’intelletto non è in grado neppure di concepire in che modo la fratellanza si realizzerà fra tutti gli uomini, in che modo la Terra formerà un’unica famiglia e il mondo intero vivrà nella pace e nell’armonia. Esso non può elevarsi abbastanza in alto per scoprire i veri rimedi, le vere soluzioni. Ciò che l’intelletto immagina, ciò che propone partendo dalla sua visione incompleta ed egocentrica delle cose, è sempre difettoso e non risolverà nulla in modo definitivo. Esistono soluzioni per tutti i problemi che si presentano agli esseri umani, ma per trovarle occorre anche fare appello al cuore, all’anima e allo spirito



Nel libro dei Proverbi, la Saggezza prende la parola e dice: “Quando l’Eterno tracciò un cerchio sulla superficie dell’abisso, io c’ero”. Cosa rappresenta quel cerchio? Le frontiere che Dio ha tracciato per creare il mondo, e in questo senso si può dire che, per creare, Egli si è limitato. Limitarsi significa rinchiudersi in un Universo che funziona ed evolve secondo leggi proprie. Al di fuori, al di là di questo Universo, si ignora cosa esista. Le leggi della vita, studiate dalla scienza, altro non sono che i limiti che Dio Si è imposto nella Sua Creazione. Sono tali limiti a dare struttura, forma, contorno e coesione alla materia. Un mondo che non fosse circoscritto da limiti, sarebbe instabile e non potrebbe sussistere, perché all’interno di quei limiti tutta la materia è in movimento, ed essa non chiede che di sfuggire. Dio ha tracciato un cerchio per trattenere la propria sostanza. Il cerchio è un tracciato magico. Al centro, Dio ha posto il nucleo della Creazione, e il Suo lavoro è incominciato



Coloro che dicono di aspirare a vivere nel Cielo, sanno cosa sia veramente il Cielo? Sicuramente no. Ecco perché devono prepararsi a questo, altrimenti arrivando lassù, diranno: “Ma qui non ci sono sigarette, non ci sono bar, non ci sono locali notturni… E io ho voglia di fumare, di bere, ho dei conti da regolare coi miei nemici, ho voglia di baciare le belle donne. Voglio ridiscendere”. Per poter vivere nelle regioni sublimi, non si devono avere tanti bisogni grossolani. Per questo, contrariamente a ciò che si può immaginare, non tutti sono pronti a vivere nel Cielo. Anche se un giorno si decidesse di far traslocare interamente gli esseri umani nelle regioni celesti, quanti sarebbero capaci di restarvi? Non basta aspirare alla vita divina, bisogna imparare ad adattarsi ad essa. Perciò, per quanto potete, cercate di avvicinarvi al Cielo con la preghiera, la meditazione e il dominio delle vostre tendenze inferiori, e forse un giorno sarete pronti ad abitare definitivamente nelle regioni benedette del mondo divino



Non si conoscerà mai realmente l’essere umano finché si trascurerà questa verità: a partire dalle pietre e dalle piante sino ad arrivare agli arcangeli e a Dio, tutto ciò che ha un’esistenza nell’Universo esiste anche nell’essere umano. Per tale ragione l’Universo è denominato “macrocosmo” (grande mondo) e l’essere umano “microcosmo” (piccolo mondo). L’uomo è infinitamente piccolo e l’Universo infinitamente grande, ma tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, esiste una moltitudine di corrispondenze. Tutti gli organi del nostro corpo fisico, così come quelli dei nostri corpi psichici e spirituali, hanno affinità con determinate regioni del cosmo. Ovviamente, non bisogna credere che il cosmo possieda organi come i nostri; ma nella loro essenza, i nostri organi sono in corrispondenza assoluta con gli organi del cosmo. Per la legge di affinità, noi possiamo quindi toccare nello spazio dei centri e delle forze che corrispondono a certi centri e a certe forze in noi, e quando ci riusciamo, sappiamo cosa significa partecipare alla vita cosmica



La pietra filosofale, l’elisir della vita immortale, la panacea universale, lo specchio magico e la bacchetta magica sono cinque simboli del lavoro che il discepolo deve realizzare, per essere degno di ricevere l’Iniziazione. Quando trasforma i suoi pensieri e i suoi sentimenti egoistici, meschini, in pensieri e sentimenti generosi e disinteressati, prepara la pietra filosofale che trasmuta i metalli vili in oro. Quando, attraverso una vita pura, rigenera le cellule del suo organismo, egli distilla l’elisir della vita immortale. Quando diffonde attorno a sé la luce e il calore, lavora con la panacea universale. Quando ha imparato a proiettarsi sino alle regioni più elevate del mondo spirituale, riceve dei messaggi dallo spazio, e gli oggetti e gli esseri vengono a riflettersi nella sua anima come in uno specchio magico. Infine, quando acquisisce la piena padronanza di se stesso, egli entra in possesso della bacchetta magica che dà tutti i poteri



Nessun essere umano sulla terra è al riparo dalla sofferenza. Occorre soltanto sapere che ci sono sofferenze utili, benefiche, e altre inutili e persino nocive. Le sofferenze inutili sono quelle che ci si crea da sé trasgredendo le leggi dell’onestà, della giustizia, della bontà, della saggezza, dell’amore, e non meritano compassione.  Le sofferenze utili sono quelle dell’uomo che ama gli altri e vuole sinceramente aiutarli: egli è obbligato a strappare ogni giorno qualche cosa dal suo cuore, a spogliarsi del suo egoismo, dei suoi pregiudizi. Per aiutare gli altri, non basta infatti presentarsi con buone intenzioni e buoni sentimenti: interiormente c’è tutto un lavoro di aggiustamento da fare. Questo lavoro richiede dei sacrifici; è difficile, doloroso, ma quanto è benefico!



La libertà non può essere compresa se non la si associa all’idea di gerarchia. Se vi trovate in basso sulla scala, che libertà potete avere? Gli animali sono forse liberi? E le piante? E le pietre?… Anche fra gli esseri umani, molti non sono liberi: sono spinti, influenzati da altri esseri umani o da entità del mondo invisibile, perché interiormente si trovano molto in basso, e non sono loro a decidere. Per ottenere la propria libertà, bisogna salire sempre più in alto, sino al Signore. È cercando di raggiungere la sommità che ci si libera. In questo senso, si può dire che solo il Signore è libero. Tutte le altre creature non sono libere; persino gli Arcangeli sono immersi nell’Anima del Signore e ricevono la Sua influenza. Essi sono liberi della libertà del Signore, ma non lo sono in rapporto a Lui. Solo il Signore è libero, e nella misura in cui si avvicinano al Signore, le creature sono libere della Sua libertà, altrimenti non lo sono



La Scienza iniziatica comprende la preghiera come l’incontro della nostra anima con lo Spirito cosmico, e del nostro spirito con l’Anima universale. È tale incontro che dà forza alla nostra preghiera. Chi è convinto che pregare significhi rivolgere delle richieste al Signore: “Ho bisogno di denaro, di una casa… Voglio sposarmi… Fa scomparire i miei nemici!”, forse non sarà esaudito, ma soprattutto non troverà mai le vere dimensioni del suo essere profondo.  Il senso della preghiera, come di tutti gli esercizi spirituali, è quello di provocare l’incontro fra qualche cosa in noi e un’entità nell’Universo che sia della stessa natura e complementare. Si verifica allora una sorta di incrocio che è il più grande segreto della religione: l’anima umana (femminile) cerca lo Spirito divino (maschile), mentre lo spirito umano (maschile) cerca l’Anima universale (femminile). La nostra anima è fecondata dallo Spirito cosmico, e il nostro spirito feconda l’Anima universale. È grazie a tale incrocio che diventiamo creatori nel mondo spirituale, ed è questo, veramente, pregare




Fate attenzione a non pronunciare grandi parole, ovvero non impegnatevi alla leggera. Perché? Perché così provocate il mondo invisibile, e in seguito avrete enormi difficoltà a non ritornare sulle vostre decisioni, a mantenere i vostri impegni, o addirittura non ci riuscirete. Un uomo giura che non si sposerà mai… Ebbene, poco tempo dopo incontra una donna, e quella donna, che è proprio la meno capace di renderlo felice, gli fa perdere la testa; egli si sposa ed ecco l’inizio di tutti i suoi guai. Gli individui troppo sicuri di sé provocano certe entità del mondo invisibile, le quali hanno voglia di metterli alla prova per vedere di che cosa sono capaci e dar loro una lezione. Quanti sono costretti a riconoscere che hanno finito per fare tutto il contrario di ciò che avevano solennemente affermato o promesso! Ci sono paesi in cui, dopo aver pronunciato certe parole, si ha l’abitudine di toccare il legno. Questa usanza può sembrare una superstizione, ma è molto significativa: rivela che, parlando, le persone sono consapevoli di provocare delle entità del mondo invisibile, e compiono quel gesto per scongiurare la cattiva sorte



Incontrate una persona dalla quale vi sentite immediatamente attratti. Essa è come un vaso colmo di un’essenza preziosa che vi trasporta nell’incanto; vi ispira, allarga i vostri orizzonti e vi rivela le bellezze del cielo e della terra. Dite grazie al Signore per averla incontrata, gioite di questo, e se volete prolungare ancora per molto tale gioia, cercate di non volervi subito avvicinare ad essa fisicamente, ma mantenete una certa distanza. Apprezzate come una grazia ogni bell’incontro che fate, e illuminatevi, vivificatevi, rafforzatevi accanto a quell’essere. Se ascoltate bene questo consiglio e cercate di applicarlo, non sarete mai privati di incontri felici nella vostra vita; e dato che li saprete apprezzare, imparerete veramente che cos’è l’amore



Avete commesso degli errori, avete molto sofferto… Dimenticate quegli errori e quelle prove, e sforzatevi di proiettarvi nell’avvenire. Pensate che siete figli e figlie di Dio, pensate che siete predestinati ad avvicinarvi alla perfezione del vostro Padre Celeste. Immaginate quello stato straordinario di dilatazione, di gioia, di pienezza, e già lo assaporerete, lo vivrete: per voi esso si sarà realizzato. Se dovete affrontare una situazione temibile, come ad esempio superare un esame, subire un’operazione o comparire di fronte a un tribunale, iniziate a preoccuparvi già parecchi giorni prima chiedendovi cosa accadrà, e vivete già penosamente quei momenti… E quando pensate che state per incontrare l’uomo o la donna che amate, anche allora vivete quel momento in anticipo e già ne provate gioia. Perciò, siccome il pensiero può proiettarvi in un avvenire molto prossimo, perché non dovrebbe potervi proiettare in un avvenire lontano? La potenza del pensiero è una realtà e il discepolo deve imparare a servirsene per accelerare la propria evoluzione


La vita è possibile unicamente grazie all’esistenza dei contrari. Si tratta di una legge che si può verificare in tutti i campi. Per esempio, l’abbondanza e la varietà delle ricchezze che appaiono sulla superficie del nostro pianeta, derivano dal fatto che tale superficie non è piana, ma ha diversi livelli, dalle alte cime sino alle profondità terrestri e marine. La differenza dei climi, della flora, della fauna, ecc., da cui deriva in parte la diversità delle civiltà, proviene dal fatto che la superficie della Terra non è livellata, e ciò è magnifico. Neppure gli esseri umani devono essere livellati. Per quale ragione? Perché ci possano essere scambi fruttuosi fra loro, tutta una circolazione. L’unico punto che devono avere in comune è un alto ideale, è il desiderio di progredire sempre nell’amore e nella luce. Per il resto, che essi siano quanto più possibile diversi! È quella differenza che rende la loro vita ricca e bella



È detto nella Genesi che l’uomo è stato creato a immagine di Dio. Questo significa che egli è abitato da un’anima superiore che tocca il Cielo, un’anima che è un’emanazione di Dio stesso. Ecco perché la sua esistenza acquista realmente un significato solo quando egli entra in contatto con quell’anima immortale che è luce, armonia e potenza.  È attraverso la vostra anima superiore che potete comunicare con il Creatore e al tempo stesso con l’Universo che Egli ha creato, perché l’anima stessa è una quintessenza dell’Universo; e se pensate a lei, se fate più spesso ricorso a lei, se vi legate a lei, se le parlate e vi identificate in lei, cominciate a comprendere cosa sia il vostro vero Sé. Allora, la vostra coscienza si eleva, le sue vibrazioni diventano più intense, sino al giorno in cui essa si fonderà nella coscienza dell’Anima sublime, e voi sarete tutt’uno con Dio


Ogni volta che ci ritroviamo per le nostre riunioni fraterne, è come se ciascuno portasse un frutto del suo giardino, del suo campo, della sua anima, e l’atmosfera si riempie di emanazioni deliziose che tutti possono assaporare. Così, invece di essere costretti ad accontentarsi di ravanelli, di pomodori… o di rape – simbolicamente parlando – che ciascuno coltiva a casa propria, si può mangiare di tutto, perché qui ci sono creature gentili che portano mele, prugne, pere, ecc., vale a dire la pazienza, la dolcezza, la forza, la salute, l’amore, la tenerezza, la purezza, l’intelligenza, la fede, la speranza… C’è veramente di che allestire un banchetto!  Ecco la ragion d’essere di una fratellanza spirituale. Finché rimarrete da soli a casa vostra, vivrete nella povertà. È in una fratellanza spirituale che troverete l’abbondanza, perché è lì che il Cielo distribuisce le sue ricchezze attraverso ciascuno di voi



Affinché la vita, la luce e le correnti celesti siano in grado di passare, è necessario aprire loro la via. Tutto nella natura sottolinea questa legge. Perché le pietre preziose sono tanto apprezzate? Perché lasciano passare la luce… E se la natura è riuscita a lavorare così magnificamente su certi minerali, se è riuscita ad affinarli, a purificarli e a colorarli per farne le meraviglie che noi oggi ammiriamo – cristallo, diamante, zaffiro, smeraldo, topazio, rubino… – perché l’essere umano non dovrebbe riuscire a fare lo stesso lavoro dentro di sé?  Che cos’è la preghiera? Che cos’è la meditazione? Sono per l’appunto attività grazie alle quali l’uomo riesce a purificare e illuminare tutto in lui, nel suo cuore e nella sua anima, fino a divenire un giorno limpido come una pietra preziosa. Allora, il Signore, che apprezza molto le pietre preziose, lo metterà sulla Sua corona. Si tratta di un’immagine, certo, ma corrisponde assolutamente a una realtà



Nell’istante in cui vi svegliate al mattino, dovete pensare che quello è il momento più importante del giorno che state vivendo. Perché?… Perché da quel momento dipenderà tutto il resto della giornata, e da quella giornata dipenderà anche il seguito della vostra esistenza. Gesù, che lo sapeva, ha detto: “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà cura di sé. A ciascun giorno basta la sua pena”. Non preoccuparsi del domani: sì, ma a condizione di pensare all’oggi, di vivere bene l’oggi, altrimenti passerete ogni giorno che verrà a riparare le conseguenze degli errori commessi il giorno prima. Tutti coloro che si sono occupati del proprio avvenire trascurando le ventiquattro ore presenti, hanno lasciato lacune ovunque nella propria esistenza, e sono di nuovo sulla terra per correggere, riparare e soffrire. Se riuscite a vivere bene anche solo ventiquattro ore, preparate le ventiquattro ore a venire, non avete nulla da riparare, e il programma che si presenta è facile da eseguire: il terreno è stato dissodato, non ci sono ostacoli, e così la vita è facilitata. Ma iniziate soprattutto vivendo bene i primi istanti della giornata, in modo da preparare le ore successive.



Colui che si sforza ogni giorno di accordarsi con le leggi divine, prepara le migliori condizioni per le altre sue vite in questo mondo o nell’altro, perché entra in relazione con le entità e le intelligenze più evolute, e queste verranno a stabilirsi in lui: egli le attira, crea con esse un’associazione, lavora con quelle entità. Perciò, più tardi, quando lascerà la Terra, quando il suo corpo fisico si disgregherà e tutte le particelle che lo compongono andranno nuovamente a raggiungere i quattro elementi, egli si ritroverà nell’altro mondo in compagnia delle entità che aveva attirato. Senza saperlo, senza conoscere ancora tutti gli amici che ne faranno parte, ognuno di voi sta lavorando per formare la società in cui vivrà nell’altro mondo. Ed ecco la spiegazione di ciò che le religioni hanno chiamato Inferno, Purgatorio e Paradiso



Senza che alcun segno precursore vi abbia avvertito, può accadere che vi sentiate improvvisamente invasi dalla luce: tutto a un tratto la vostra coscienza è proiettata molto in alto nel piano della supercoscienza, e voi siete abbagliati dall’immensità e dalla bellezza in cui vive il vostro Sé superiore… Purtroppo, tale stato non dura, e voi riprendete di nuovo la vostra vita quotidiana con le stesse preoccupazioni e le stesse debolezze: vi sentite nell’oscurità, vi sentite soffocare, separati dal vostro Sé superiore, il vostro Sé divino, come un frammento separato dal Tutto… In seguito, di nuovo sentite un chiarore, un’illuminazione, ma anche quel momento non dura. Non scoraggiatevi, continuate a lavorare, a fare degli sforzi. Un giorno, finalmente, dopo tutti quegli alti e bassi, dopo tutte quelle oscillazioni fra chiarezza e tenebre, la luce non vi lascerà più; avrete cambiato riva e sarete definitivamente salvi



Numerose sono le tradizioni che danno al mestiere di fabbro un significato simbolico; ma ciò che mi interessa soprattutto, sono le corrispondenze che si possono scoprire con certi processi della vita interiore. Il fabbro che vuole forgiare un pezzo di ferro, comincia col riscaldarlo; in seguito lo batte per dargli una forma. Fintanto che il ferro non è caldo, lo si può battere quanto si vuole, ma esso resiste oppure si rompe. Questo fenomeno rivela che la vera educazione degli esseri può avvenire soltanto con il calore, il calore del cuore: l’amore. Tutti coloro che contano troppo sull’intelletto a scapito dei valori del cuore, hanno ancora bisogno di essere educati, e quell’educazione passa attraverso il fuoco della sofferenza. Essi si chiedono perché mai si sentano bruciare e ricevano dei colpi… Ebbene, è il Cielo che li sta scaldando e li sta battendo: facendoli passare per quelle prove, vuole dar loro delle forme divine


Se volete che la gioia non vi abbandoni mai, cercate di vivere nell’anima e nello spirito: essi soltanto hanno il potere di proiettarvi nello spazio infinito e nell’eternità. A quel punto, anche se una disgrazia vi colpisse, anche se soffriste, provereste ancora gioia. La sofferenza e la gioia… Direte che è impossibile vivere al contempo due stati così contradditori. Sì, invece, è possibile. Perché? Perché l’essere umano è fatto di due nature: la natura inferiore, che risente sempre con dolore la minima contrarietà, il minimo ostacolo, la minima perdita, e la natura superiore che vive in un’eterna luce e in un’eterna felicità. Se saprete osservare ciò che vi accade dal punto di vista della natura superiore, scoprirete che la tristezza e la pena possono essere considerate come una sorta di fango, un limo fertile di cui gli alberi e i fiori del vostro giardino interiore hanno bisogno per crescere



Se volete che la gioia non vi abbandoni mai, cercate di vivere nell’anima e nello spirito: essi soltanto hanno il potere di proiettarvi nello spazio infinito e nell’eternità. A quel punto, anche se una disgrazia vi colpisse, anche se soffriste, provereste ancora gioia. La sofferenza e la gioia… Direte che è impossibile vivere al contempo due stati così contradditori. Sì, invece, è possibile. Perché? Perché l’essere umano è fatto di due nature: la natura inferiore, che risente sempre con dolore la minima contrarietà, il minimo ostacolo, la minima perdita, e la natura superiore che vive in un’eterna luce e in un’eterna felicità. Se saprete osservare ciò che vi accade dal punto di vista della natura superiore, scoprirete che la tristezza e la pena possono essere considerate come una sorta di fango, un limo fertile di cui gli alberi e i fiori del vostro giardino interiore hanno bisogno per crescere


Le montagne sono immense antenne che mettono la Terra in comunicazione con il Cielo: esse sono il legame fra Terra e Cielo, e per questo l’acqua che scende dalle alte montagne è impregnata dei fluidi del Cielo. Tramite le loro cime, le montagne captano le forze e le energie celesti che si manifestano sotto forma di grandi turbinii, di onde potenti e luminose. A causa della presenza di queste correnti di energie, gli spiriti della natura, che sono spiriti molto evoluti, visitano spesso le cime dei monti: essi s’immergono in quegli effluvi per rinforzarsi, per rigenerarsi, e poi ripartono per svolgere il loro lavoro attraverso il mondo



Prima di lasciare i suoi discepoli, Gesù disse loro: «Ora io vado verso Colui che mi ha inviato. Ho ancora molte cose da dirvi, ma non le potete portare adesso. Quando sarà venuto il Consolatore, lo Spirito di Verità, vi condurrà in tutta la verità». Queste parole di Gesù significano che soltanto lo Spirito ci può dare la vera comprensione del Suo insegnamento. Dobbiamo quindi meditare sul messaggio evangelico, e impregnarcene legandoci alle entità celesti al fine di esaltare la sua essenza in noi stessi. Il giorno in cui riusciremo a sentire le grandi verità contenute nei Vangeli come delle realtà vive e attive, tutto il nostro essere interiore ne sarà purificato, illuminato, rigenerato. Sì, perché quelle vibrazioni provenienti dal mondo dell’anima e dello spirito vengono percepite dal nostro intero essere, e allora qualcosa che sonnecchiava in noi si risveglia e si mette in moto. I testi evangelici – benché certi eruditi ne critichino spesso lo stile – sono paragonabili a correnti di forze chehanno il potere di risvegliare la nostra anima a una vita nuova. È ciò che si chiama “la seconda nascita”, la nascita del Cristo


Le immagini sacre possono aiutarvi, ma a condizione che sappiate come considerarle. Se pregate davanti a rappresentazioni del Cristo, della Vergine, dei santi, non è ad esse che dovete rivolgervi, e non saranno queste a rispondervi, ad esaudirvi. Quelle immagini fungono solo da intermediarie… o, se preferite, delle scale grazie alle quali potete elevarvi per accedere a quelle entità superiori. Allo stesso modo un tempio, una chiesa, è una scala, perché quello spazio sacro vi offre tutte le condizioni per raccogliervi e trovare in voi stessi i mezzi per raggiungere le regioni celesti in cui riceverete l’ispirazione e la salvezza. Ecco la vera scienza: essa non distrugge nulla, ma vi insegna come considerare le immagini sacre e i luoghi di culto. Se poi un essere di grande spiritualità vi dona un oggetto che egli stesso ha benedetto, accettatelo con riconoscenza, perché si tratta di un talismano; ma non crediate che quel talismano sia onnipotente. No; tramite suo, cercate di andare più in alto, più lontano, legatevi alla forza cosmica che lo impregna, e quell’oggetto, allora, agirà efficacemente su di voi


Le feste cristiane, per la maggior parte, non sono altro che il sopravvivere di antiche feste pagane, sotto un’altra forma e con un altro significato. Al loro avvicinarsi, si organizzano dei festeggiamenti: si fa scorta di viveri, si preparano decorazioni, nuovi abiti o anche travestimenti. Ma uno spiritualista, vede nella festa ben altro che un’occasione per mangiare, bere, cambiarsi d’abito e divertirsi. Egli si sforza di ricercare, nelle regioni sottili, delle energie che rigenereranno o vivificheranno il suo cuore e la sua anima. Egli sa inoltre che in quell’atmosfera di scambi gioiosi e benefici, le entità luminose vengono ad attingere degli elementi di cui si serviranno in seguito per proseguire il loro lavoro nel mondo. Se volete aiutarle in quel lavoro, affidate loro la vostra gioia e ogni ricchezza spirituale che una festa vi procura, affinché altri ne beneficino. Allora, quella gioia e quella ricchezza vi ritorneranno ancora amplificate


Sui sentieri della vita abbiamo due guide: la saggezza e l’amore. Dobbiamo imparare a lavorare secondo le leggi della saggezza e i metodi dell’amore. La saggezza e l’amore possono essere paragonati alle lancette di un orologio: la saggezza è la lancetta piccola che indica le ore, e l’amore la grande che segna i minuti. Grazie alla saggezza noi scegliamo un orientamento, un programma da realizzare, valido per l’eternità. Per realizzarlo, però, dobbiamo adottare i metodi dell’amore, vale a dire vivere ogni minuto con gioia ed entusiasmo, senza mai perdere il nostro slancio. È così che conciliamo il programma della giornata con quello dell’eternità. La saggezza mostra in quale direzione camminare, e il cuore sostiene il movimento


«Poiché ciascuno sarà salato col fuoco» diceva Gesù. Che relazione c’è fra il sale e il fuoco? Il fuoco è un simbolo dello spirito, come il sale. Il sale, come il fuoco, brucia. Ma il fuoco esiste sotto diverse forme, e produce quindi diversi tipi di bruciature. Il fuoco è sinonimo di vita, ma è anche sinonimo di sofferenza e di morte. Il fuoco sostiene la vita, ma ha anche il potere di distruggerla, e la distrugge radicalmente. Lo stesso si può dire del sale: il sale, che è talmente legato alle origini della vita, ha il potere di distruggerla. Il sale, come il fuoco, può dunque essere portatore di morte così come è portatore di vita. Perciò, quando Gesù dice: «Ognuno sarà salato col fuoco», significa che nessuno può sfuggire al sale e al fuoco. Ma coloro che hanno accolto lo spirito in se stessi e hanno lavorato con esso, saranno salati al fuoco della vita, mentre invece coloro che si sono opposti allo spirito, saranno salati al fuoco della sofferenza e della morte. È una legge alla quale è impossibile sfuggire


Perché sprecare la vostra vita rincorrendo acquisizioni che non sono importanti quanto la vita stessa? Se pensaste prima alla vita che è in voi, al fine di proteggerla e conservarla nella più grande purezza, avreste sempre maggiori possibilità di realizzare i vostri migliori desideri. È proprio la vita illuminata, rischiarata, intensa, che può darvi tutto.  Dal momento che avete ricevuto la vita, credete di poterne disporre a vostro piacere… Eh no! Quando avrete lavorato per anni per soddisfare le vostre ambizioni, un giorno vi ritroverete talmente sfiniti, stanchi, che se fate un bilancio di ciò che avete ottenuto e di ciò che avete perso, vi accorgerete di aver perso quasi tutto e guadagnato pochissimo. Vi sembra intelligente?… D’ora in poi, sforzatevi di lavorare unicamente per abbellire la vostra vita, purificarla, santificarla. Solo la vita pura, armoniosa, intensa, può riuscire a toccare, nelle regioni sottili dello spazio, delle correnti, delle entità che verranno ad aiutarvi e ad ispirarvi


Generalmente si associano le lacrime al dispiacere, ma in realtà qualsiasi emozione può provocare le lacrime. Ci sono lacrime di tristezza, di collera, di rabbia, di delusione, e ci sono anche lacrime di gioia, di stupore. La poesia, la pittura, la musica possono riempire i nostri occhi di lacrime, ma questo vale anche per certi comportamenti umani quando sono particolarmente belli e nobili. Nella misura in cui le lacrime liberano una certa tensione interiore, qualunque sia la loro origine, esse sono utili. Ma ovviamente le lacrime di gioia e di stupore sono le più benefiche. Quindi, non asciugate tali lacrime col dorso della mano: raccoglietele in un tessuto pulito e conservatele con cura, perché possiedono un grande potere. Lasciate asciugare le lacrime di delusione, di dispiacere, di collera – non sono che un po’ d’acqua salata – ma conservate le lacrime che sono state strappate alle profondità della vostra anima


Da millenni, gli esseri umani cercano un modello ideale di società, e se non lo trovano è perché non sanno dove e come cercarlo. Per scoprirlo, devono rivolgere il loro sguardo verso un luogo in cui regna un’organizzazione perfetta: il sole. Non parlo del sole fisico, ovviamente, ma di quel mondo di armonia, di purezza e di luce di cui esso è il simbolo. La vera organizzazione non è soltanto esteriore. Una buona organizzazione esterna è necessaria, certo, ma il suo potere è limitato; anzi, è addirittura inutile se non c’è uno spirito che venga ad animarla.  Per esempio, prendiamo l’essere umano con le sue membra, i suoi organi, e tutti i vari sistemi: respiratorio, digestivo, circolatorio, nervoso… Che organizzazione straordinaria! Ma allora, come si spiega che, malgrado una tale organizzazione, egli sia talmente debole e vulnerabile? È perché tutto ciò non basta: occorre che un’organizzazione superiore, un’organizzazione spirituale, compenetri quell’organizzazione fisica, la vivifichi e la fortifichi


Quante persone si concedono il diritto di ingannare gli altri, di trattarli con negligenza, di usarli per le proprie ambizioni e i propri interessi, senza pensare che anch’essi sono creature che chiedono di essere considerate e rispettate! Di questo non tengono conto e, ovviamente, a forza di sentirsi schiacciati e sminuiti, gli altri reagiscono: non bisogna meravigliarsene.  Qualcuno si chiede: «Perché tutti mi evitano? Perché non mi amano?» Non si rende conto che ha fatto di tutto per arrivare a questo. Quando guarda gli altri o si rivolge a loro, lo fa con freddezza, con disprezzo, nasconde loro la verità oppure mente senza scrupoli; ma la cosa straordinaria è che si crede amabile!… Quindi, sta a ciascuno analizzarsi e prendere coscienza che esiste una legge di giustizia di cui si deve tener conto nel proprio interesse. Quando qualcuno si mostra onesto, integro, rispettoso, gli altri gli danno fiducia ed è lui a guadagnarci


Senza saperlo, ogni giorno voi ripetete i due grandi processi cosmici della discesa nella materia e della risalita verso lo spirito, dell’incarnazione e della disincarnazione, della nascita e della morte. Vestendovi al mattino, cominciate con l’infilarvi i vestiti più leggeri: maglietta, camicia… e continuate con vestiti sempre più pesanti, sino ad arrivare al cappotto se dovete uscire al freddo. Così pure, per incarnarvi sulla Terra, siete entrati in corpi sempre più densi: il corpo mentale, astrale, eterico, sino al corpo fisico.* Quando la sera vi spogliate per coricarvi, avviene il processo inverso: vi togliete ad uno ad uno tutti quegli involucri. Allo stesso modo, un giorno vi libererete dei vostri vari corpi per ritornare nell’altro mondo.  Tutto ciò che richiama il vestito o l’involucro, simbolizza l’incarnazione nella materia. Ci si veste per scendere, e ci si spoglia per salire e raggiungere nuovamente la regione dello spirito. Togliersi i vestiti significa attraversare il mondo opaco delle apparenze per scoprire la realtà dello spirito


Attualmente, il mondo pullula di specialisti. Certo, la specializzazione è utile, necessaria, ma prima di specializzarsi è auspicabile avere una visione dell’insieme. Se inizierete esplorando un piccolo pezzo di terra, ragionerete e classificherete le cose in modo erroneo, perché non saprete nulla della totalità alla quale esso appartiene. Se invece avete acquisito una visione d’insieme, potrete permettervi di concentrarvi su un punto particolare senza rischi di errore.  La vita è troppo breve perché se ne possa studiare ogni campo nei dettagli; ecco perché il metodo degli Iniziati consiste nel considerare anzitutto l’insieme. Anche se questo non offre una conoscenza molto precisa delle cose, ne presenta almeno uno scorcio conforme alla realtà. Se poi essi decidono di concentrarsi su un soggetto, lo approfondiscono molto meglio di uno specialista, il quale non ha alcuna idea dell’insieme; la conoscenza che gli Iniziati hanno dell’insieme, dell’unità, li illumina su quella piccola particella isolata dal tutto, e possono così situarla con esattezza


Le radici, il tronco e i rami… È tutto ciò che resta di un albero in inverno, dopo che i fiori e le foglie della primavera e i frutti dell’estate sono caduti. Sono quindi le parti più materiali che resistono e rimangono in permanenza durante tutto l’anno, mentre gli elementi più sottili e delicati fanno la loro comparsa soltanto periodicamente. Infatti, giunto l’anno seguente, ecco di nuovo le foglie, i fiori e i frutti. Se non si conoscessero le leggi che reggono la natura, ci si potrebbe preoccupare di fronte allo spettacolo di tutti quegli alberi neri e spogli. Ma queste leggi sono conosciute da tutti, e ognuno aspetta la primavera seguente per vedere la rinascita della vegetazione.  Facciamo ora un’analogia: a che cosa corrispondono, nella vita dell’uomo, i fiori, le foglie e i frutti dell’albero? Alle ispirazioni che lo visitano di tanto in tanto e che sono le manifestazioni della sua anima e del suo spirito. Le ispirazioni vengono e poi ci lasciano, e quando ci lasciano, non dobbiamo scoraggiarci. Avendo la nostra anima e il nostro spirito già dato dei fiori e dei frutti, essi fioriranno e fruttificheranno di nuovo. Noi dobbiamo solo lavorare, preparare le condizioni affinché quei fiori e quei frutti siano sempre più belli, più profumati, più succulenti


Si racconta che tre yogi, alla ricerca della perfezione, siano andati a meditare nella foresta. Un uomo passa e, trovando sul suo cammino il primo yogi, gli dà uno schiaffo. Lo yogi si alza e glie ne rende due! Per lui, la perfezione era ancora lontana, e la storia non dice se riprese la sua meditazione. Continuando per la sua strada, l’uomo incontra il secondo yogi, e anche a lui assesta uno schiaffo. Lo yogi si alza con l’intenzione di restituirglielo, ma immediatamente si riprende e torna a sedersi. Lui almeno aveva appreso l’autocontrollo! Quanto al terzo yogi, questi ricevette il colpo, ma non se ne accorse nemmeno, e continuò a meditare tranquillamente.  La lezione è facile da trarre: il primo yogi apparteneva ancora alla categoria degli esseri umani comuni che protestano e invocano la giustizia, e che, purtroppo, si lasciano andare all’ingiustizia. Il secondo era fra coloro che hanno imparato a dominarsi, perché hanno riflettuto sulle conseguenze delle loro azioni; essi dicono: «Non ne vale la pena, complicherei ancor più le cose». Quanto al terzo, era già talmente evoluto che non ha nemmeno sentito di essere stato colpito


L’esistenza terrena non è che apparenza e illusione. Perciò, di fronte alle difficoltà e alle prove che incontrate, dovete dirvi: “In realtà, non è a me che capita questo, ma a qualcun altro… Non so a chi, ma in ogni caso non a me. Io sono invulnerabile, sono soltanto uno spettatore”. Prendiamo l’esempio di un attore di teatro. Ogni sera, recita una parte in cui il suo nemico mortale gli versa del veleno nel bicchiere, ed egli muore. Ma se dopo la rappresentazione vi capita di incontrarlo al bar dell’angolo, lo vedrete bere tranquillamente col suo assassino: non ha nemmeno paura che questi gli versi di nuovo del veleno nel bicchiere. Allora, perché non comprendere che, mantenendo le dovute proporzioni, si tratta delle stesse commedie che si recitano nella vita di ogni giorno? Invece di prendere talmente sul serio certe situazioni sgradevoli, dite a voi stessi: “Bah! È una recita. Quando la commedia sarà terminata, le cose mi appariranno diversamente”. Abituandovi a ragionare così, non sarete più tanto afflitti dagli inconvenienti che dovete subire


Il bambino piccolo non ha altre preoccupazioni se non nutrirsi e giocare con gli oggetti che lo circondano, e non appena lo si ostacola un po’, strilla, piange. Il bambino è un piccolo mostro di egoismo; sì, ma a quell’età è naturale, e i genitori sanno che non gli si può chiedere altro. Ma il bambino cresce, e se mantiene lo stesso comportamento lo si sgrida e gli si dà anche qualche leggera pacca, perché deve smetterla di incentrare tutto su di sé. Più tardi, diventato adulto, proverà il bisogno di formare una coppia, poi di avere egli stesso dei figli, e capirà Per quale ragione l’Intelligenza cosmica ha concepito le cose in questo modo? Perché dovendo occuparsi di altri esseri (un marito, o una moglie, e dei figli, inizialmente…) e non più solo di se stessi, gli esseri umani escono dai propri limiti. Ma quanti hanno compreso la lezione che l’Intelligenza cosmica vuole dare loro? Quanti sono capaci di dimenticarsi veramente di se stessi per preoccuparsi sinceramente, e in modo disinteressato, della moglie, del marito e dei figli?


Noi siamo legati agli esseri che sono al di sopra di noi, gli angeli, gli arcangeli… sino a Dio stesso, ma siamo anche legati a coloro che sono al di sotto di noi: gli animali, le piante, le pietre. Capirete meglio in cosa consista questo legame, osservando come circolano le due correnti – ascendente e discendente – nel tronco di un albero: la corrente ascendente trasporta la linfa grezza sino alle foglie, dove questa si trasforma in linfa elaborata, mentre la corrente discendente trasporta la linfa elaborata che va a nutrire l’albero. Nell’Albero cosmico, l’uomo si trova sul passaggio delle due correnti che lo attraversano, e deve imparare a lavorare consapevolmente con esse. Quando è riuscito ad attirare la saggezza, la luce e l’amore dal Cielo, li trasmette agli esseri situati al di sotto di lui e collegati a lui, fino ai minerali. Poi, grazie a un’altra corrente di circolazione, quelle forze – ancora attraverso lui – risalgono partendo dai minerali fino ai regni superiori della Creazione. Chi si collega coscientemente alla catena vivente degli esseri, è abitato dalla gioia, dalla luce e dalla pace


Il bene e il male: ecco un argomento su cui è difficile pronunciarsi, perché, il più delle volte, sulla terra non c’è niente che sia interamente bene o interamente male, e persino le cose migliori si accompagnano a qualche inconveniente. Prendiamo soltanto l’arrivo della primavera. Da un lato, è meraviglioso: con la luce e il calore tutto fiorisce; sì, ma anche le bestiole aumentano: vespe, mosche, bruchi, pulci, zanzare… Prendiamo il progresso tecnico: è un bene o un male? Quante scoperte, che all’inizio hanno portato immensi miglioramenti, finiscono per produrre catastrofi perché gli esseri umani non hanno saputo mostrarsi prudenti, chiaroveggenti, in modo da riflettere sulle conseguenze! Non è necessario moltiplicare gli esempi: potete fare tutti i giorni queste constatazioni. Quindi, quali che siano gli avvenimenti o le condizioni, ci sono precauzioni da prendere. Le cose migliori diventano cattive per gli ignoranti, poiché questi non sono pronti ad affrontarle. I saggi, invece, che sanno come lavorare, progrediscono in mezzo alle più grandi difficoltà


Nell’arco di tutta la giornata le persone si incontrano e si salutano, ma lo fanno meccanicamente, inconsciamente, e questo accade anche nelle famiglie, anche nelle coppie. Guardate: il marito o la moglie escono di casa per andare al lavoro. “Arrivederci caro, arrivederci cara…” e si danno un bacio. Ma in quel loro bacio non c’è niente! Si baciano per abitudine. In quelle condizioni, perché scambiarsi dei baci? È ridicolo! Bisogna saper dare qualcosa alla persona che si bacia, per vivificarla, per resuscitarla. Invece, è proprio quando il marito ha dei dispiaceri o è infelice che va a dare un bacio a sua moglie per farsi consolare, comunicandole così il suo dispiacere o il suo scoraggiamento. Gli uomini e le donne fanno incessantemente degli scambi fra loro, ma di quali scambi si tratta? Dio solo lo sa… o piuttosto sono i diavoli a saperlo! Non è proibito dare un bacio a qualcuno, tutt’altro, ma bisogna sapere come e quando dargli quel bacio per comunicargli la vita eterna


Non lamentatevi mai pensando che il destino si accanisca contro di voi; e non crediate nemmeno che con una vita facile e tranquilla, sareste più felici. No, con una vita facile, tranquilla, stagnereste: tutto qui. Se volete avanzare e rendervi utili, dovete considerare le cose diversamente. Interrogate la Natura e vedrete quali risposte vi darà. Supponete di voler scalare una montagna. Credete di poter raggiungere la vetta se la montagna fosse liscia? No, non potendo aggrapparvi da nessuna parte scivolereste. Sarà grazie alle asperità se riuscirete a issarvi fino in cima. Quante volte v’è l’ho detto! L’Intelligenza cosmica ha lasciato ovunque nell’Universo degli indizi, dei segni per aiutarci a trovare il cammino, per mostrarci come avanzare, come lavorare; ma coloro che non hanno mai imparato a decifrare quei segni non scoprono nulla: si accontentano di subire e di lamentarsi


Quando arriva il momento in cui avete deciso di pregare o di meditare, spesso avete la testa altrove. Poi, quando dovete occuparvi dei vostri affari, dite: “Ah, sento che avrei bisogno di raccoglimento”, e anche in quel caso siete distratti e fate male il vostro lavoro. Osservatevi: vedrete quante volte il vostro stato mentale non è in accordo con ciò che state facendo. Non è preparando i pasti, lavando i piatti o guidando l’auto che si deve pensare alla meditazione. Occorre essere presenti a tutto ciò che si fa, perché c’è un tempo per ogni cosa; altrimenti, che si tratti di lavoro spirituale, intellettuale, fisico, o persino di svaghi, non ci sarà tempo per nessuna cosa, perché non si ha mai la testa dove occorre che sia e non si è mai veramente da nessuna parte


Considerato dal punto di vista anatomico, fisiologico, il cervello umano rappresenta il massimo dell’organizzazione. Questo però non significa che tutti gli esseri umani abbiano un’attività psichica veramente organizzata, poiché – lo si vede – i loro pensieri e i loro sentimenti non smettono di ingarbugliarsi, contraddirsi, scontrarsi… Quanto alla società, può essa dirsi organizzata? Apparentemente sì, tutto funziona bene: acqua, elettricità, gas, auto, treni, poste, polizia, ospedali, ecc… Tuttavia si tratta soltanto di un’organizzazione meccanica, perché non esiste ancora quell’armonia che è inscindibile dalla nozione di organizzazione. In realtà, la parola “organizzazione” può essere applicata esclusivamente al mondo divino, dove tutto funziona senza urti né dissonanze. Sulla terra, quando si parla di organizzazione perfetta, di cervello organizzato o di società organizzata, si tratta esclusivamente di un’organizzazione fisica, materiale; nel campo psichico, spirituale, spesso esiste ancora il disordine


Pensate ogni giorno a ringraziare il Cielo, fino sentire che tutto ciò che vi accade è per il vostro bene. D’ora in poi dite: “Grazie Signore, grazie Signore…” Ringraziate per ciò che avete e per ciò che non avete, per ciò che vi dà gioia e per ciò che vi fa soffrire. È così che alimenterete in voi la fiamma della vita. È una legge che bisogna conoscere: nulla può resistere dinanzi alla gratitudine.  Direte: “Ma come si fa a ringraziare quando si è infelici, malati, in miseria? Non potremo mai!” Sì che potrete, ed è questo il più grande segreto: benché infelici, riuscire a trovare una ragione per ringraziare. Siete poveri? Siete malati? Ringraziate, ringraziate, rallegratevi nel vedere gli altri ricchi, in buona salute, nell’abbondanza, e vedrete… poco dopo, certe porte si apriranno e le benedizioni cominceranno a riversarsi su di voi


Cosa rispondere a coloro che chiedono se devono vivere nella castità, nella continenza? Che tutto dipende dalla loro natura profonda e dallo scopo che hanno nella vita. La continenza può dare ottimi risultati, come può anche darne di pessimi: può rendere gli uni isterici, nevrotici, malati, e altri, invece, forti, equilibrati e in buona salute. Coloro che danno libero sfogo ai propri istinti sessuali, hanno ragione? Sicuramente. Se per loro non esiste niente nella vita più importante di quel piacere e non sono capaci di farne a meno, hanno ragione. Ma per colui che ha vere aspirazioni spirituali, è diverso: se non impara a dominare la forza sessuale, non riuscirà mai a realizzare le proprie aspirazioni e si sentirà sempre insoddisfatto.  Quindi, nel campo della sessualità, non c’è niente che sia buono o cattivo di per sé, ma tutto diventa buono o cattivo secondo l’ideale e le aspirazioni profonde degli esseri.


Attraverso i giornali, la radio, la televisione… quanti danni vengono prodotti nella vita sociale dalla deplorevole tendenza a trovare sempre qualcosa da criticare negli altri! Che piacere si può provare nel fissare la propria attenzione su ciò che è ridicolo, stupido o vizioso? Che interesse c’è a frugare nella vita intima delle persone per scoprire dettagli scabrosi e metterli poi sulla pubblica piazza? Il saggio cerca di avere un altro atteggiamento. Egli non è cieco, anzi è molto lucido: non si lascia ingannare, ma ritiene che l’essenziale negli esseri siano le loro qualità, le loro virtù. Quindi, è su tali qualità che fissa la propria attenzione, e facendolo, rafforza il bene negli altri e in se stesso.”


Può accadere che volgendo lo sguardo verso la Terra, un grande spirito si presenti davanti ai Signori dei destini, i Ventiquattro Vegliardi, e dica loro: “Ecco, benché io abbia la libertà di restare qui per gioire eternamente di tutti gli splendori del Cielo, Vi chiedo l’autorizzazione di scendere per aiutare tutti gli esseri umani che soffrono”. Ed Essi gli permettono di scendere. Ma una volta disceso, egli è sottomesso alle limitazioni del piano fisico: il freddo, la fame, la fatica, la malattia, la morte. Il suo spirito viene da molto in alto, ma una volta che egli ha accettato di scendere nella materia, deve subirne le leggi. Naturalmente, grazie alla potenza del suo spirito, ha più possibilità di affrontare le prove della vita terrena rispetto ai comuni esseri umani. Ma il mondo fisico resta il mondo fisico, e uno spirito – per quanto grande sia – che decida di incarnarsi nella materia, deve lottare senza sosta per dominarla e per ritrovare interiormente la libertà che possedeva in alto


Se, malgrado i vostri sforzi per seguire un insegnamento spirituale, incontrate ostacoli e difficoltà di ogni genere sul vostro cammino, non scoraggiatevi. La ragione di questo sta nel fatto che gli errori commessi nelle vostre passate incarnazioni vi hanno inseguito sino in quella attuale. Perciò, ora, il modo migliore per progredire, è mettere nella vostra mente un’idea divina e fare di tutto per realizzarla. Prendiamo come esempio le parole di Gesù nella preghiera dominicale: “Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra”. Quella “terra” è anche ciascuno di voi, non soltanto il vostro corpo fisico, ma anche i vostri corpi psichici, e se avete come ideale quello di introdurre lo splendore e la perfezione del Cielo nella vostra esistenza quotidiana, in ogni luogo per cui passerete, lascerete onde armoniose e benefiche che vi faranno riconoscere come figli di Dio. Le creature celesti del mondo invisibile verranno accanto a voi per sostenervi, ed è così che riuscirete a liberarvi del vecchio passato. Quindi, invece di scoraggiarvi, dovete lavorare il doppio per sbarazzarvi dei vostri cenci, e indossare la veste di gloria che è il corpo della resurrezione


Chi si reca a far compere in un negozio, deve presentare qualcosa in cambio di ciò che chiede. Se non vuole pagare, gli verrà rifiutata qualsiasi cosa. Nella natura e nel mondo spirituale, tutto avviene esattamente come nei negozi della Terra: per ricevere bisogna dare. Dio vi dice: “Se vuoi che esaudisca le tue preghiere, donami il tuo cuore”. E voi, cosa rispondete? “Ma Signore, non posso, l’ho già donato: ho una moglie, dei figli, (o un’amante adorabile). Non ho più un cuore da donare”. Ecco perché le vostre preghiere non vengono esaudite: credete sempre che potrete ricevere senza dare nulla in cambio. No, è impossibile. Per ottenere le benedizioni del Cielo, si deve donare almeno una parte del proprio amore, della propria attenzione cosciente, del proprio tempo e dei propri sforzi quotidiani


Il primo giorno della Creazione, Dio disse: “Che la luce sia!” Se si mette questa frase in relazione con l’inizio del Vangelo di San Giovanni, “In principio era il Verbo e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio”, si fa una scoperta essenziale: la luce è la sostanza che il Verbo divino, il primogenito di Dio, ha fatto apparire perché divenisse la materia della Creazione.  Direte che quando si guardano le pietre, le piante, gli animali e anche gli esseri umani, non si vede assolutamente che siano fatti di luce. Certo, perché in essi la luce si è talmente condensata da divenire opaca. E se generalmente si contrappone la materia alla luce, è perché si ignora che ciò che chiamiamo “materia” è in realtà luce condensata


Io non predico l’abbandono del mondo e della vita in società, per consacrare tutto il proprio tempo alla meditazione e alla preghiera. Altri insegnamenti lo hanno fatto e avevano le loro ragioni per farlo. Ma lo scopo dell’Insegnamento della Fratellanza Bianca Universale è diverso: non si tratta di conquistare qualche persona e trascinarla su un cammino puramente spirituale e mistico; il nostro insegnamento vuole toccare il mondo intero, trascinare il mondo intero, e non si può trascinare il mondo intero su un cammino che è solo per alcuni. Dato che lo scopo dell’Insegnamento è diverso, anche i suoi metodi sono diversi. È auspicabile che tutti gli uomini e le donne possano lavorare, formare una famiglia e manifestarsi come esseri sociali; ma al tempo stesso, occorre che abbiano anche una disciplina e dei metodi per migliorare la propria vita familiare e sociale. Quanti sono ancora al punto che se si lanciano nella vita spirituale mandano a rotoli i loro affari, e se invece si occupano degli affari, è la vita spirituale che va a rotoli! Eh no: sono necessari entrambi, occorre riunire i due aspetti


Io non predico l’abbandono del mondo e della vita in società, per consacrare tutto il proprio tempo alla meditazione e alla preghiera. Altri insegnamenti lo hanno fatto e avevano le loro ragioni per farlo. Ma lo scopo dell’Insegnamento della Fratellanza Bianca Universale è diverso: non si tratta di conquistare qualche persona e trascinarla su un cammino puramente spirituale e mistico; il nostro insegnamento vuole toccare il mondo intero, trascinare il mondo intero, e non si può trascinare il mondo intero su un cammino che è solo per alcuni. Dato che lo scopo dell’Insegnamento è diverso, anche i suoi metodi sono diversi. È auspicabile che tutti gli uomini e le donne possano lavorare, formare una famiglia e manifestarsi come esseri sociali; ma al tempo stesso, occorre che abbiano anche una disciplina e dei metodi per migliorare la propria vita familiare e sociale. Quanti sono ancora al punto che se si lanciano nella vita spirituale mandano a rotoli i loro affari, e se invece si occupano degli affari, è la vita spirituale che va a rotoli! Eh no: sono necessari entrambi, occorre riunire i due aspetti


Sopprimere se stessi non è il modo migliore di sfuggire alle prove o alle sofferenze, perché poi, in realtà, è ancora peggio. Nessuno ha il diritto di decidere da sé della propria morte: è una diserzione che si dovrà pagare con altre sofferenze. Non c’è posto in alto per colui che ha voluto andarsene, e non lo si riceve: egli dovrà vagare nelle regioni inferiori del piano astrale per tanto tempo quanto gliene restava da vivere sulla terra. L’atteggiamento di qualcuno che decide di mettere fine ai suoi giorni rivela in lui grandi difetti. Per prima cosa è ignorante, perché non vede la ragione delle prove che deve subire. In secondo luogo è orgoglioso, perché pensa di sapere meglio del Cielo quali condizioni meritava. Infine è debole, perché non sopporta le difficoltà. Quindi ecco: ignoranza, orgoglio e debolezza. Il Cielo, inoltre, è scontento perché egli ha abbandonato il proprio posto. Il Cielo non può stimare chi prende la decisione di sopprimere se stesso, perché costui si pone al di sopra dei Signori di tutti i destini, e in seguito dovrà subire grandi sofferenze


Gli spiriti delle tenebre sono stati rappresentati con le corna, con una coda biforcuta e con tutti i bracieri dell’Inferno, ma non è così che si presentano agli umani, perché non hanno alcun interesse a spaventarli. In realtà, essi si insinuano in loro sotto forma di promesse allettanti: tutti i loro desideri saranno soddisfatti; e insistono fino a che, come frutti troppo maturi, i poveri ingenui cadono nelle loro trappole. Ecco come riescono ad imporsi: grazie alla promessa di poteri, piaceri e denaro. Quanto agli spiriti della luce, questi dicono: “Può darsi che ascoltandoci non otterrete né gloria né ricchezze, perché è il Principe di questo mondo ad esserne il depositario. Noi però abbiamo altre cose da darvi: la luce, la pace, il sapere e soprattutto la vita, la vita abbondante. Volete venire con noi?” Se siete illuminati e possedete un vero discernimento, ascolterete la voce degli spiriti celesti, altrimenti cadrete sicuramente nelle trappole degli spiriti tenebrosi


Che cosa spinge gli esseri umani a uscire di casa per far visita ai loro familiari o ai loro amici, per guardare i negozi o passeggiare per i giardini o per la campagna? Molto semplicemente il bisogno di fare degli scambi con altri esseri umani e con la natura, perché tali scambi sono assolutamente necessari e indispensabili alla vita. “Ma allora – direte voi – gli asceti e gli eremiti che si ritirano nei deserti o nelle grotte per fuggire il mondo, non fanno più scambi?…” Sì, ne fanno: sopprimono certi scambi per farne altri di diversa natura, per aprire la propria anima e il proprio spirito a influenze più sottili. Non appena ci si chiude a una data influenza, ci si apre automaticamente ad un’altra. Non volete vedere e sentire più nulla sul piano fisico? Allora sperimenterete un’altra forma di visione, un’altra forma di udito. Riceverete impressioni nuove dai mondi dell’anima e dello spirito. Gli scambi sono la base stessa della vita, e chi impara a fare degli scambi sul piano spirituale, conosce la vera vita


La vita spirituale presuppone la padronanza dei sentimenti e dei pensieri; ma per riuscire a dominare i propri sentimenti e i propri pensieri, bisogna cominciare sorvegliando i minimi gesti che si fanno nella vita quotidiana. È così che si acquisiscono a poco a poco le possibilità psichiche che permetteranno di dominare in seguito correnti più potenti. Direte che non vedete il nesso. Ebbene, proprio qui sta l’errore: finché non avrete imparato a dominarvi in tutti i piccoli dettagli della vita quotidiana, non potrete dominare la collera, il disprezzo, la bramosia, l’avversione, il bisogno di vendetta… Se faceste attenzione al modo in cui parlate, vi sareste già accorti che non siete nemmeno capaci di dominare le vostre mani: le muovete in tutte le direzioni, vi grattate, tirate i bottoni dei vestiti… Cominciate con l’imparare a tenere le vostre mani tranquille. Come volete riuscire a dominare delle forze che vi superano, se non riuscite a controllare le vostre mani?


Quanti ritengono che essere liberi consista nel non dipendere da niente e da nessuno! I poveretti non conoscono i pericoli che corrono: siccome non hanno niente nella testa e nell’anima che li colmi, ci sono ovunque in loro degli spazi vuoti nei quali tutto ciò che è negativo e tenebroso è pronto a infilarsi. Desiderano essere liberi, sì, ma la realtà è che finiscono per essere completamente sommersi da altre forze che non conoscono. Quante volte lo si è potuto constatare! A tutti coloro che non hanno nella testa un’idea divina, il Diavolo trova del lavoro: stupidaggini, follie, avventure pericolose con le conseguenze che ne derivano… Sì, e tutto perché erano “liberi”, per così dire! Bisogna essere impegnati, riempiti, occupati, presi dal Cielo: soltanto allora si è al riparo e veramente liberi. Sia ben chiaro: noi troveremo la libertà unicamente nel nostro impegno, nella nostra sottomissione al Cielo


Che potenza possiede l’essere umano grazie alla parola! Con la sola parola, può ottenere gli stessi risultati che ottiene con ogni altro mezzo materiale: può costruire e può distruggere, può unire e può dividere, può ristabilire la pace o scatenare la guerra, può guarire o dare la morte… La potenza della parola deriva dal fatto che essa è prodotta dalla bocca, nella quale i due principi, maschile (la lingua) e femminile (le due labbra), lavorano insieme per creare. La parola è il figlio nato da loro. Quando, secondo la tradizione, l’androgino primitivo è stato diviso in due, si può dire che, simbolicamente, la donna ha mantenuto le labbra (il principio femminile) e l’uomo ha mantenuto la lingua (il principio maschile). Ecco perché ora, per poter ritrovare la loro potenza originale, essi si cercano incessantemente per unirsi. Sì, qui sta l’origine lontana dell’impulso che spinge gli uomini e le donne a cercarsi. Anche se spesso si vede tale ricerca prendere la forma del piacere e dello svago, il suo significato profondo è quello di ritrovare l’unità del Verbo, l’unità del principio creatore che è maschio e
femmina


Basta passeggiare per le strade, per vedere che la civiltà attuale è essenzialmente fondata sui bisogni del corpo fisico. Bisogna certamente prendersi cura del corpo, ma se ci si accontenta di soddisfarlo dimenticando l’esistenza dell’anima e dello spirito, questi, privi di nutrimento, si indeboliscono. In parecchi esseri umani non si vedono più né anima né spirito, ma soltanto dei corpi che si nutrono, si spostano e gesticolano. Il corpo fisico è vulnerabile, perituro; quindi, cosa può portare una filosofia fondata sui bisogni di qualcosa che è tanto fragile? Una simile filosofia è non soltanto erronea ma anche pericolosa. Privando l’essere umano di ciò di cui ha più bisogno – ossia fondare la propria esistenza sul principio stabile, immutabile ed eterno dello spirito – questa filosofia lo trascinerà verso la sua rovina


La pazienza non è mai stata una virtù molto praticata, e nell’epoca attuale lo è sempre meno. Il modo in cui si comprende l’esistenza, ossia questo bisogno che tutto vada sempre più veloce, fa sì che la pazienza venga considerata come un freno e gli individui pazienti come degli stupidi, dei rammolliti, degli addormentati. Ma sì… è ciò che dicono a proposito delle persone pazienti coloro che sono immersi nell’azione o negli affari. L’uomo capace deve mostrare di avere fretta, fretta di intraprendere, fretta di riuscire: bisogna battere i concorrenti in velocità, bisogna essere i primi ad occupare il posto, senza preoccuparsi dei danni che si possono fare al proprio passaggio… Ma i danni vengono fatti anche in se stessi; quella tensione e quella precipitazione non possono avere che conseguenze nocive: nervosismo, stato febbrile, irritabilità, ecc. Un proverbio bulgaro dice che si salvano solo quelli che sanno aspettare fino all’ultimo minuto. Esercitatevi quindi ad essere pazienti. Come? Già desiderando sinceramente di acquisire questa qualità


Un tema astrologico, generalmente, tiene conto soltanto del momento in cui il bambino nasce sul piano fisico. Questo però non basta, perché non si può prevedere il destino di una creatura solo in base a tali indicazioni. Bisognerebbe anche conoscere il momento del suo concepimento, perché è allora che egli inizia a venire al mondo, ma anche quello della sua seconda nascita, vale a dire il momento in cui l’essere illuminato e rinnovato accede al piano divino, il momento in cui la sua coscienza diventa supercoscienza, ossia coscienza del Cristo. Tuttavia, se è preferibile scegliere un momento favorevole nel cielo per concepire un bambino sulla terra, non è necessario studiare l’astrologia per decidere il momento della propria seconda nascita. Se un essere vive secondo le leggi dell’amore, della saggezza e della purezza, questo basta perché nasca una seconda volta ed entri nella vita nuova: il Regno di Dio.


Sono necessari molto tempo e soprattutto molto lavoro prima di ottenere dei risultati nella vita spirituale. Guardate quanti milioni di anni sono necessari alle pietre per diventare piante… Quanti milioni di anni occorrono alle piante per diventare animali… E agli animali, quanti milioni di anni per diventare uomini…. Ovviamente, da un regno all’altro il tempo diminuisce: occorre moltissimo tempo alle pietre, un po’ meno alle piante, meno agli animali… e meno ancora agli uomini per diventare superuomini o angeli; questo perché con ogni regno le possibilità e le facoltà aumentano.


Esistono persone in apparenza assolutamente impeccabili: non trasgrediscono mai nessuna legge umana, perché hanno troppa paura di essere prese e condannate, ma non hanno alcun timore di trasgredire le leggi divine. Ora, le leggi divine sono in realtà molto più terribili di quelle umane. Se si è abbastanza astuti e maliziosi, o anche se si ha fortuna, si può sempre sfuggire alle leggi umane, mentre a quelle divine nessuno è mai potuto sfuggire. Al di sopra dell’essere umano e della sua piccola intelligenza, esiste un’altra Intelligenza che sorveglia, registra: ecco perché i malfattori sono sempre individuati e puniti, perché a loro insaputa lasciano ogni volta delle tracce da qualche parte. Anche un pensiero, anche un sentimento lascia delle tracce. Un uomo si reca in un dato luogo, non commette alcuna azione riprovevole, ma si lascia andare a pensieri e desideri criminali: quei pensieri e quei desideri si registrano nel mondo sottile, e la legge, la legge divina, lo perseguirà. Ben presto quei pensieri e quei desideri criminali avranno, in un modo o nell’altro, delle conseguenze nefaste sulla sua vita psichica e anche sulla sua vita fisica


Ci si serve del piombo perché faccia da schermo a certe vibrazioni nocive, ma l’oro possiede un potere di protezione ben superiore al piombo, e anche con esso si potrebbero realizzare degli schermi allo scopo di ricevere solo influenze favorevoli, e persino amplificare tali influenze. Sì, immaginate una minuscola cella tappezzata con foglia d’oro, dove ci si potrebbe ritirare in raccoglimento e fare un lavoro benefico per se stessi e per il mondo intero… Varrebbe la pena di tentare un simile esperimento, ma siccome una tale installazione avrebbe dei costi esorbitanti, per il momento ovviamente è da escludere.  Perciò, nell’attesa, dobbiamo almeno prendere coscienza dell’oro che già possediamo e lavorare con esso; perché possediamo anche dell’oro nel nostro corpo fisico. Sì, il nostro sangue contiene dell’oro, e questo oro che abbiamo nel sangue ci dà l’energia per lavorare, e quindi per acquisire delle ricchezze. Inoltre, ci tiene anche al riparo dalla malattia, poiché emette una sorta di vibrazione che si oppone all’intrusione dei microbi e dei virus. Infine, sotto un’altra forma, l’oro illumina la nostra coscienza; con quell’oro riceviamo la saggezza e penetriamo i segreti della Natura. È senza dubbio utile accumulare oro nelle proprie casseforti, ma è molto più utile, indispensabile, aumentare l’oro
in se stessi!


In un passaggio dell’Apocalisse, san Giovanni menziona quattro esseri viventi che stanno attorno al trono di Dio. I quattro esseri viventi, che hanno sei ali ciascuno e sono pieni di occhi, vengono chiamati Serafini dalla tradizione cristiana. Giorno e notte ripetono incessantemente: “Santo, santo, santo è il Signore Dio, l’Onnipotente, che era, che è, e che viene!” Se i Serafini, che sono al vertice della gerarchia angelica, non smettono di proclamare la santità di Dio, è perché la parola “santo” è quella che meglio caratterizza l’essenza della Divinità. Essa, però, è stata così spesso impiegata per designare soltanto degli uomini o delle donne che manifestano alcune virtù di pazienza, di bontà e di misericordia, che il suo vero significato è andato perduto. Per meglio comprendere cosa sia la santità, ci si può rivolgere alle lingue slave. In bulgaro, per esempio, le parole svet (santo) e svetost (santità) hanno la stessa radice della parola luce: svetlina. La santità è dunque una qualità della luce. In questo senso, si può dire che solo Dio è veramente santo, perché è pura luce. È ciò che ripetono i Serafini, e per questo la santità è anche inscritta nel loro nome, che in ebraico è Hayoth ha Kodesch: Animali di Santità (dove il termine “Animali” va ovviamente inteso nel senso di “Esseri viventi)


Volete ascoltare un concerto, un’opera teatrale oppure le informazioni: girate la manopola della vostra radio finché trovate la stazione che trasmette il concerto, l’opera teatrale o le informazioni. Allo stesso modo, nella vostra radio interiore, avete la possibilità di scegliere le trasmissioni che volete ascoltare. Ma per captare le lunghezze d’onda del mondo spirituale è necessario un grande studio, altrimenti, nel momento in cui crederete di ricevere le melodie del Cielo, sentirete le grida e il baccano dell’Inferno. Se questo dovesse accadere, non rimanete senza fare niente, ma affrettatevi a cambiare lunghezza d’onda; tramite il pensiero e l’immaginazione, collegatevi ad un’altra stazione. Cosa significa pregare? Significa raggiungere le lunghezze d’onda più corte e più rapide che ci mettono in relazione con il mondo divino


L’essere umano è libero di decidere se vuole scendere e avvicinarsi agli animali, alle piante, alle pietre, oppure percorrere il cammino ascensionale che attraverso le gerarchie angeliche lo condurrà sino al Creatore. Per elevarsi, egli deve trovare le attività che gli permetteranno di sostituire le particelle grossolane e opache dei propri corpi, fisico, astrale e mentale, con particelle sempre più luminose e pure. Chi si lascia andare alla facilità, alla pigrizia e alla stagnazione, si avvicina alla vita istintiva, vegetativa, minerale, e si pietrifica. Se invece metterà una maggiore intensità spirituale nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti e nelle sue azioni, cambierà regione e penetrerà in un’altra dimensione dello spazio dove scoprirà una forma di vita che sino ad allora gli era sconosciuta: si sentirà continuamente in contatto con l’amore e la luce


Simbolicamente, in una famiglia, il padre rappresenta la testa, ed è per questo che in linea di massima tutto gira attorno a lui. È lui che ha l’incarico di mantenere la coesione della famiglia. Se i membri della famiglia non sono collegati alla testa, se non sono in armonia con essa, oppure se la testa se ne va, o ancora se non è all’altezza del proprio compito, tutto si smembra e la famiglia va a rotoli. È lo stesso per un paese: se la testa non
svolge il proprio ruolo o se scompare, è il caos. Persino i briganti, persino gli animali lo hanno capito: cercano una testa che li diriga. Perché, allora, persone reputate intelligenti non hanno capito che anche nella vita spirituale, è necessaria, indispensabile, una testa, ossia un Maestro? Che quel Maestro sia vivo oppure morto, egli è la testa che mantiene l’unità della loro vita interiore


Simbolicamente, in una famiglia, il padre rappresenta la testa, ed è per questo che in linea di massima tutto gira attorno a lui. È lui che ha l’incarico di mantenere la coesione della famiglia. Se i membri della famiglia non sono collegati alla testa, se non sono in armonia con essa, oppure se la testa se ne va, o ancora se non è all’altezza del proprio compito, tutto si smembra e la famiglia va a rotoli. È lo stesso per un paese: se la testa non svolge il proprio ruolo o se scompare, è il caos. Persino i briganti, persino gli animali lo hanno capito: cercano una testa che li diriga. Perché, allora, persone reputate intelligenti non hanno capito che anche nella vita spirituale, è necessaria, indispensabile, una testa, ossia un Maestro? Che quel Maestro sia vivo oppure morto, egli è la testa che mantiene l’unità della loro vita interiore


Agli esseri umani capitano tanti incidenti e disgrazie perché essi non vedono i pericoli che corrono prendendo certe decisioni, lanciandosi in certe imprese! Partono tranquillamente senza vedere niente, senza prevedere niente, e si gettano dritti nelle difficoltà. Se avessero saputo sviluppare il proprio occhio interiore, esso li avrebbe avvertiti, perché quell’occhio, che a volte viene chiamato “terzo occhio”, è come un radar: invia delle onde che, ritornando, ci avvertono degli ostacoli che si presentano sul nostro cammino. Nella maggior parte delle persone, però, quel radar è fuori uso, perché la vita disordinata che esse conducono si oppone al suo buon funzionamento.  È vero che ci sono casi in cui l’occhio spirituale, pur se sviluppato, non ci avvisa: ciò avviene quando certi eventi sono determinati in anticipo dai Ventiquattro Vegliardi, i Signori dei destini, e devono obbligatoriamente realizzarsi. Anche se li vediamo e li sentiamo giungere, non possiamo evitarli e dobbiamo affrontarli alla luce della Scienza iniziatica. Altrimenti, in generale, se abbiamo saputo preparargli le condizioni adatte, l’occhio spirituale è lì per avvertirci e guidarci.


È necessario che i genitori e gli educatori si mostrino fermi con i bambini, altrimenti questi abuseranno della loro indulgenza, della loro debolezza, e non avranno colpa. Se nessuno mostra al bambino che ci sono delle regole da rispettare, se sin da piccolo egli ha l’impressione che tutti si pieghino davanti ai suoi capricci, come volete che in seguito obbedisca alle grandi leggi della Natura? Non obbedirà, ed è normale; vorrà sfidare tutto, rompere tutto, perdersi addirittura, a condizione di non cedere. Perché è così che sarà stato educato, e non sarà quindi lui il colpevole. Perciò, che i genitori siano vigili e non cerchino di evitare al bambino tutte le piccole lezioni in grado di farlo riflettere. Piangerà un po’, essi lo consoleranno, ma almeno avrà capito, e per tutta la vita saprà che ci sono leggi da rispettare.


Gli esseri umani sono talmente diversi gli uni dagli altri! Tale diversità, però, non origina dal fatto che i loro spiriti siano diversi, no : tutti gli spiriti sono fiamme. Così come le gocce d’acqua che sprizzano dall’oceano possiedono qualità e proprietà identiche avendo un’origine comune, allo stesso modo tutti gli spiriti sono scintille che sprizzano dal seno dell’Eterno e sono simili a Lui. Gli spiriti sono quindi identici, ma lasciando il seno dell’Eterno, hanno dovuto seguire itinerari diversi e attraversare regioni diverse, poiché avevano missioni differenti da compiere. Così, hanno vissuto avventure diverse e registrato impressioni e conoscenze diverse. Sono quelle loro esperienze ad essere differenti, ma nella loro essenza, nella loro quintessenza, nella loro natura sublime, gli spiriti sono identici.


Non crediate che il Cielo, meravigliato nel vedervi diventare membri di una Chiesa o di un altro movimento spirituale, verrà a facilitarvi l’esistenza e a risparmiarvi le prove. No: che siate spiritualisti o materialisti, vi scontrerete con le difficoltà della vita. Tuttavia, continuate ad avanzare, sapendo che le prove che dovrete affrontare vi purificheranno e vi rafforzeranno, perché avrete imparato un modo migliore di considerarle.  Accettando un insegnamento spirituale, il povero non diventa ricco, l’ignorante sapiente, il malato sano, il debole forte, e chi è disprezzato o misconosciuto non riceve onori e gloria. Siete avvisati! Può darsi perfino che a un dato punto vi sentiate ancora peggio di prima. Perché? Perché la nuova vita che comincia a circolare in voi, si occupa per prima cosa di fare pulizia, e allora, che scompiglio! Se è tanto auspicabile che prendiate la decisione di dare un migliore orientamento alla vostra vita, tanto più dovete sapere in anticipo che tale decisione produrrà in voi degli sconvolgimenti. Altrimenti, non riuscendo a capire ciò che vi succede, ritornerete alla vostra vecchia vita, e sarà tutto da ricominciare.


Da circa un secolo la scienza e la tecnica, e dunque anche la scienza e la tecnica medica, hanno fatto enormi progressi. Ma quali che siano tali progressi, se gli esseri umani non sono ragionevoli e non rispettano certe leggi, in un modo o nell’altro saranno malati, soffriranno e faranno soffrire gli altri. Quanti, persino fra i credenti, si sono indignati della crudeltà del Dio dell’Antico Testamento, del quale è detto che punisce non soltanto colui che ha trasgredito le leggi, ma anche la sua discendenza sino alla quarta generazione! Ebbene, quel Dio altri non è che la Natura. La Natura, infatti, non è esterna a Dio, non è separata da Dio. Dio è un Padre, ma è anche una Madre severa che pone ai propri figli dei limiti da non superare. Se essi li superano, si dice che la Natura li punisce; ma in realtà, non è così : sono loro stessi che, trasgredendo certe leggi, sono usciti dal recinto in cui erano al riparo e protetti. Uscendo da quella cinta, hanno creato delle cattive condizioni per sé, così come per quelli che dipendono da loro; e anche se la medicina ha fatto immensi progressi, essa è impotente per coloro che si ostinano a trasgredire le leggi


Di tutti coloro che si fanno notare per le capacità intellettuali, artistiche, medianiche, ecc., si dice che possiedono un dono. Che cos’è un dono? È un’entità spirituale che è entrata in un essere per aiutarlo e lavorare attraverso lui. Sicuramente, gli psicologi non ammetteranno mai che i talenti e le capacità siano entità che abitano gli esseri umani. Eppure, la prova che non sono loro a compiere quei prodigi, bensì altri tramite loro, è che essi possono perdere quel dono. È accaduto a tanti: conducendo una vita disordinata, lo hanno perduto.  Volete attirare delle entità superiori che verranno a manifestarsi in voi sotto forma di qualità e talenti? Introducete in voi la luce, l’armonia, la pace: sono le condizioni indispensabili per attirare quelle entità. Esse sono là che aspettano, e quando vedono un essere che ha saputo preparare in sé una dimora degna di loro, con quale gioia penetrano in lui per arricchirlo, abbellirlo, e arricchire e abbellire anche gli altri tramite lui!


Si racconta che sotto il regno del sultano ottomano Mehmet II, detto il Conquistatore, un guerriero si era reso celebre per le ventidue vittorie che aveva riportato sugli eserciti nemici. Era l’epoca in cui si combatteva con le sciabole, perciò, un giorno, il sultano chiese che gli fosse portata quella sciabola sempre vittoriosa che, secondo lui, doveva possedere qualche particolarità eccezionale. Gliela portarono. Egli la prese, la girò, la rigirò… Si trattava di una spada assolutamente comune, e il sultano, deluso, la rimandò indietro dicendo che di un’arma tanto ordinaria non se ne faceva niente. Quando l’eroe uscito vincitore da tanti combattimenti seppe della reazione del sultano, esclamò: “Egli ha visto soltanto la mia spada, non il mio braccio. È stato il mio braccio a riportare le vittorie”. Anch’io vi do una spada, vale a dire dei metodi spirituali efficaci, ma a condizione che voi li applichiate. Anche un piccolo coltello può fare meraviglie se tutti i giorni ci si esercita ad usarlo, e un solo fiammifero può incendiare un’intera città. Anche con un metodo in apparenza insignificante si può fare un immenso lavoro: tutto sta nel braccio, ossia nella volontà.


È proprio di filosofi, artisti, e persino di certi uomini di scienza, vivere più nel proprio mondo interiore che non nel mondo esteriore. Però, non sapendo sempre come dominare quel mondo interiore, molti sono trascinati su vie pericolose, strade senza uscita dove si smarriscono, non avendo una filosofia veritiera che indichi loro il cammino. Dicono sempre: “Secondo me, questo… Secondo me, quello… Io penso che…” Alcuni si illudono di essere grandi creatori, grandi innovatori, ma sono semplicemente degli anarchici, perché si oppongono alle leggi immutabili della Natura.  Esiste una filosofia eterna che gli Iniziati si trasmettono da un’epoca all’altra, e il nostro lavoro, qui, è di avvicinarci sempre più a tale filosofia. Questo non significa che non dobbiamo più avere il nostro particolare modo di esprimerci. Possiamo esprimerci, possiamo essere originali, persino unici, ma solo studiando e applicando la filosofia degli Iniziati


Se non mangiate da ventiquattro o quarantotto ore e vi si porta un frutto, lo assaggiate appena e già ricevete delle energie, e il vostro pensiero è più lucido, i vostri sentimenti più calorosi. Da dove è potuta venire quell’energia? Prima che il cibo giunga nello stomaco per essere digerito, non appena entra in contatto con la bocca, il sistema nervoso è già nutrito.  Ma quali sono gli scienziati che si soffermano a studiare l’aspetto sottile della nutrizione? I fisici rivelano che dalla fissione di un atomo, particella infinitesimale della materia, possono estrarre energia sufficiente a far funzionare potenti macchine, e tutti ne sono meravigliati. Ma chi si occupa del fatto che un fenomeno analogo può verificarsi con la nutrizione, di cui ogni giorno siamo gli attori e i beneficiari? Che una particella di materia da noi ricevuta basti a riempire tutto il nostro essere di energie pure, non interessa a nessuno, e del resto nemmeno ci si crede. Ma ditemi, per quale ragione l’essere umano, che è stato creato a immagine di Dio, dovrebbe fare meno dei ricercatori in fisica nucleare?


L’essere umano è posto al limite fra il mondo superiore e il mondo inferiore. La religione cristiana ha espresso questa idea con l’immagine dell’angelo custode che sta alla destra dell’uomo, e del demonio che sta alla sua sinistra. L’angelo consiglia l’uomo, lo illumina, mentre dal canto suo, il demonio vuole indurlo in errore per poter fare di lui la propria vittima. È un modo un po’ semplice di presentare le cose, ma esso corrisponde a una realtà. I due mondi, superiore e inferiore, al limite dei quali l’essere umano trova posto, sono le sue due nature, quella inferiore e quella superiore. Secondo il suo grado di evoluzione, egli dà la preminenza all’una o all’altra, ed è così che entra in contatto con gli spiriti delle tenebre o con gli spiriti della luce. Taluni diranno che non credono alle entità del mondo invisibile. Che ci credano o meno, questo non cambia nulla: la loro natura inferiore e la loro natura superiore esistono, ed è impossibile non vederle manifestarsi. Sta a ciascuno sapere sotto quale influenza si vuole mettere


Si racconta che dopo aver meditato a lungo sull’immensità di Dio, immensità che egli non riusciva a concepire, un discepolo andò a trovare il suo Maestro e gli chiese: “Perché Dio è talmente grande?” Il Maestro rispose: “Dio è grande perché si occupa anche delle cose più piccole”. Da questa affermazione si può concludere che tutti coloro che disprezzano gli umili, i poveri, gli infelici e gli ignoranti, non avranno mai accesso alla vera grandezza. Quando Gesù lasciava venire a sé i malati, i diseredati, i peccatori e anche le prostitute, o quando prendeva i bambini fra le sue braccia, mostrava di conoscere questa legge. Coloro che vogliono frequentare solo i ricchi, gli studiosi, i potenti, e disdegnano tutti gli altri, non conosceranno mai la grandezza di Dio.


Si può definire la vita come il risultato degli scambi che facciamo con tutta la natura. La vita è fatta solo di scambi. Le manifestazioni più evidenti ne sono la nutrizione e la respirazione, e se tali scambi sono ostacolati, ne conseguono l’indebolimento, la malattia e la morte. Ma gli scambi che dobbiamo fare per vivere non si limitano alla nutrizione e alla respirazione; o, più esattamente, consistono nel nutrirsi e  respirare anche nelle diverse regioni dell’Universo, per alimentare i nostri corpi sottili: il corpo eterico, astrale, mentale, causale, buddhico e atmico. Quando capirete come è possibile trovare nell’Universo il nutrimento adatto ai vostri vari corpi, sentirete la vostra vita come un’immensa sinfonia. Ma prima occorre cominciare col ristabilire le comunicazioni, affinché le correnti di energie possano circolare fra l’Universo e voi; e il ripristino di tali comunicazioni può essere raggiunto unicamente tramite un lavoro del pensiero.


Il potere regale ha come emblema lo scettro e il globo. Ogni volta che un personaggio viene rappresentato con uno scettro nella mano destra e un globo nella sinistra, si sa che si tratta di un personaggio regale. Ma cosa si conosce del significato profondo di questi due oggetti? E gli stessi monarchi, lo conoscono veramente? Generalmente si considera lo scettro come simbolo dell’autorità, e il globo come quello del territorio sul quale si esercita tale autorità. In realtà, la cosa va ben oltre. Lo scettro e il globo rappresentano l’attività dei due principi, maschile e femminile. Il principio maschile è sempre simbolizzato da una linea retta (uno scettro, un caduceo, una lancia, una spada, un pilastro, un albero) e dalla mano destra. Il principio femminile è invece simbolizzato da una linea curva (qualsiasi oggetto cavo o arrotondato, come una sfera, un vaso, una coppa o anche un abisso, una grotta) e dalla mano sinistra. L’atto di tenere lo scettro e il globo sta a significare che si comprendono i due principi e che si sa lavorare con essi


I nostri organi di senso, come la pelle, gli occhi, le orecchie, il naso, ecc., ci mettono in contatto con il mondo fisico; chi trascura di servirsene si limita enormemente nelle proprie attività. Ciò che è vero per il piano fisico lo è anche per il piano spirituale: chi non ha sviluppato gli organi destinati a metterlo in contatto con il mondo spirituale, non ha modo di conoscerlo e di lavorare. Purtroppo, questo è il caso della maggior parte degli esseri umani: essi non hanno ancora sviluppato tali organi, e perciò, col pretesto di non aver visto né udito nulla del mondo spirituale, si credono autorizzati a dire che non esiste. Apparecchiature scientifiche hanno rivelato da diverso tempo che innumerevoli vibrazioni sonore e luminose sfuggono alla nostra percezione, e nessuno si permette di negarlo. Allora, perché negare la realtà del mondo spirituale senza aver cercato di studiarlo? L’essere umano è limitato nelle sue percezioni, ma lo è ancor più nei suoi ragionamenti! Ora, è necessario almeno che si decida a superare i propri limiti, perché negare l’esistenza di ciò che non vede con i propri occhi o che non ode con le proprie orecchie fisiche, non può che ritardare la sua evoluzione


L’Intelligenza cosmica è paziente, ma non ci si può opporrre impunemente alle Sue leggi; fatalmente arriva il momento in cui si viene distrutti. “L’Intelligenza cosmica è ben crudele – direte – se annienta le creature che Le si oppongono”. No, l’Intelligenza cosmica non è crudele e non ha mai voluto distruggere nessuno. Ma se, per ignoranza o cattiva volontà, l’uomo va contro l’ordine che Essa ha stabilito, si scontra con forze talmente potenti che ne viene  travolto. Un povero diavolo che pensasse di poter tener testa a un’intero esercito verrebbe presto annientato; e se l’uccello, dopo aver urtato più volte contro un vetro cade a terra tramortito, il responsabile non è il vetro. Gli esseri umani agiscono con la stessa imprevidenza dell’uccello: lottano contro le leggi divine, contro lo splendore dell’Universo, senza sospettare che ad attenderli è lo smembramento. Ad annientarli non è l’Intelligenza cosmica, non è Dio, bensì loro stessi, poiché


È talmente inutile discutere sull’esistenza o la non esistenza di Dio! La questione in realtà è semplicissima. Per il non credente, è vero, Dio non esiste. Infatti, dipende dall’uomo che le cose esistano oppure no. State dormendo: anche se tutti i tesori del mondo fossero ammassati attorno a voi, dal momento che non ne siete coscienti, è come se non esistessero. Così, quasi tutti gli esseri umani sono immersi nel sonno dell’incoscienza. Solo gli Iniziati, essendo degli esseri veramente desti, vedono gli splendori che li circondano e ne gioiscono. Gli altri hanno le stesse ricchezze attorno a sé e dentro di sé, ma non ne sono coscienti. Tutto dipende dunque dallo stato di coscienza. Quando si è desti, certe cose diventano una realtà, ma quando ci si addormenta, esse si cancellano. Lo stesso vale quando si parla di Dio: se siete addormentati, non Lo sentite e dite che non esiste. Ma svegliatevi, e sentirete che Dio c’è ed è vivo in voi e attorno a voi.


Preghiere, digiuno, abluzioni, ecc.: tutte le pratiche prescritte nelle religioni del mondo intero hanno la funzione di preparare gli esseri a ricevere correttamente le correnti e i messaggi del Cielo. In realtà, ciò che è più importante, non sono le pratiche in sé, ma la volontà di intraprendere un lavoro interiore di spogliazione, di purificazione: migliorare i propri pensieri, i propri sentimenti e i propri atti. Chi non è deciso a svolgere questo lavoro, farebbe meglio a lasciare da parte la spiritualità, altrimenti diverrà un pericolo per se stesso e per gli altri. Finché non ci si è sbarazzati di certi pregiudizi e preconcetti, nulla è più pericoloso delle pratiche religiose: esse danno l’illusione a chi vi si dedica di essere un messaggero, uno strumento del Cielo. È così che si sono visti taluni diventare i carnefici della loro famiglia o anche del loro popolo. Soltanto chi ha lavorato sull’azione disinteressata e sull’amore per gli altri, è in grado di udire e di trasmettere i messaggi del Cielo.


Conoscete la parabola del convito nei Vangeli. Un uomo ricco diede un grande pranzo, con numerosi invitati. Ma venuto il momento, tutti fecero sapere che non potevano rispondere all’invito: l’uno aveva comperato dei buoi e doveva provarli, l’altro aveva comperato una terra e doveva visitarla, un terzo si era appena sposato, ecc. Molto in collera, l’uomo ricco ordinò ai suoi servitori di andare per la città a cercare tutti i mendicanti, gli storpi, i ciechi, e di portarli nella sala del banchetto. Così, dunque, un’intera folla di infelici giunse per mangiare, bere ecc., perché gli altri, gli “eletti”, non erano liberi. È pressappoco quello che avviene nel mondo: fra l’élite, pochissimi sono liberi per consacrarsi al lavoro divino; per questo il Cielo è costretto ad accontentarsi della collaborazione dei più indigenti


Anche se vi si portassero tutti i tesori del mondo, per beneficiarne veramente dovete saperli utilizzare, altrimenti rimarrete interiormente ancora poveri come se non aveste nulla. Immaginate di trovarvi davanti a una tavola imbandita con i piatti più deliziosi: anche in quel caso, bisogna almeno fare lo sforzo di tendere la mano per prendere il cibo e portarlo alla bocca, e poi masticarlo. Qualunque cosa vi si dia, sta sempre a voi fare degli sforzi, siano essi fisici, affettivi o intellettuali, perché possiate veramente appropriarvene.  Quanti desidererebbero trovare un metodo straordinario che dia risultati in poco tempo! Ebbene, non è così, anzi… Nella vita spirituale avete bisogno unicamente di metodi semplicissimi e di molto tempo. È così… Per acquisire la luce, la pace, l’amore e la forza, fate qualche gesto, qualche respirazione profonda, pronunciate una formula o una preghiera, e a poco a poco sentirete che state entrando nei ritmi dell’armonia cosmica. A quel punto, la Natura vi dirà: “Riconosco quelle parole, quei gesti: essi vibrano in armonia con ciò che esiste di più bello e di più luminoso in me. Ecco, ti do le mie benedizioni


Una stretta di mano, un abbraccio o qualsiasi altra manifestazione di amicizia quando ci si incontra, necessita che vi si presti un’attenzione particolare. Altrimenti, è inutile, e non soltanto inutile, ma anche nocivo. Infatti, questa forma di incoscienza nelle relazioni umane ha sulla psiche, degli uni e degli altri, effetti negativi. Manifestare a qualcuno segni esteriori di affetto, senza introdurvi il proprio pensiero e la propria anima, toglie qualche cosa sia a chi li dà, sia a chi li riceve. È qualche cosa di imponderabile, certo, ma l’essenziale per la nostra gioia e per il nostro pieno sviluppo è sempre imponderabile. Ecco perché uno sguardo, un secondo di silenzio, un sorriso in cui l’anima si esprime, possono portare ben più di qualsiasi manifestazione maggiormente concreta, o di qualsiasi regalo


Esistono vari modi di adattarsi, e alcuni non sono magnifici. Per il discepolo, adattarsi vuol dire aprirsi, avere intuizione, tatto, sentire la parola da dire e il momento propizio per parlare o per agire, e infine trovare il giusto atteggiamento. Ma pur rimanendo aperto agli altri, egli non deve perdere niente del proprio ideale, e non deve mai transigere sui principi spirituali: l’onestà, la rettitudine, la lealtà. L’adattamento così compreso dipende dalla forza di carattere del discepolo e dalla finezza della sua intelligenza.  Dar prova di elasticità e di comprensione, restando comunque saldi e incrollabili nelle proprie convinzioni, è un equilibrio difficile da trovare, ma bisogna lavorare su questo. Anche fatto a pezzi, un vero servitore di Dio resta incrollabile nel proprio amore e nella propria fede

Avete messo un fazzoletto in una scatola profumata: quando lo riprendete, dopo qualche tempo, sarà anch’esso profumato. Ebbene, sappiate che avviene lo stesso con la vostra vita psichica: essa si impregna delle emanazioni di tutti gli argomenti nei quali avete l’abitudine di immergervi, e se quegli argomenti sono nauseabondi, non stupitevi se un giorno le stesse vibrazioni emaneranno da voi. Non prendete alla leggera ciò che vi dico : si tratta di leggi che bisogna conoscere e saper applicare.  Fate quindi attenzione ai libri che leggete, ai film e agli spettacoli che guardate e alle conversazioni cui partecipate, perché nulla di tutto ciò resta senza conseguenze. Fate lo sforzo di interessarvi a temi profondi, educativi; anche se per il momento superano la vostra comprensione, un giorno capirete. In voi esiste un essere onnisciente che, via via, vi illuminerà su ciò che per il momento non potete ancora comprendere.


Anche vivendo accanto a un grande Maestro, è difficile comprenderlo, o anche solo sentire la natura della sua presenza e la vita che gli è propria, perché le vibrazioni della vita spirituale sfuggono alle percezioni abituali degli esseri umani: tutto ciò li supera, perché essi non hanno sviluppato i centri che permetterebbero loro di captare le vibrazioni sottili. Le vibrazioni di un Iniziato toccano soltanto gli esseri che hanno sviluppato i propri corpi superiori (il corpo casuale, buddhico e atmico). Perché? Perché quelle vibrazioni attraversano il corpo fisico, eterico, astrale e mentale, senza lasciarvi la minima traccia: esse fanno vibrare unicamente i corpi superiori. Le si può paragonare alle onde elettriche: attraversano i muri senza lasciare tracce, mentre un proiettile può attraversare un muro solo forandolo. Quindi, sia chiaro per voi: avrete un bel leggere opere di spiritualità e incontrare i più grandi Maestri, ma non servirà a niente finché non avrete lavorato sui vostri corpi spirituali.


Avvicinatevi coscientemente al sole col desiderio di diventare come lui, e finirete per ricevere qualche cosa della sua vita, del suo calore e della sua luce. Volete avere degli amici? Sappiate anche che il sole vi insegnerà i modi migliori per attirarli. Come si fa a non andare verso un essere accanto al quale ci si sente vivificati, riscaldati, illuminati? Viceversa, si evita chi è freddo, spento, senza vita ; oppure, se si è costretti a frequentarlo, si fa di tutto per proteggersi chiudendosi a lui. Osservate i fiori: si chiudono durante la notte, mentre di giorno si aprono al sole. Sì, si tratta di un linguaggio. I fiori ci parlano. Ci dicono: “Potete aprire i cuori e le anime solo diffondendo luce e calore”. Ma chi li comprende?


Quando devono attraversare delle prove, quando soffrono: è allora che gli esseri umani si pongono più domande su Dio, sulla Sua esistenza, sulla Sua volontà; ma soprattutto, si chiedono se Egli verrà in loro aiuto… e molti si lamentano di non ricevere né risposte né aiuto. Perché? Perché si pongono quelle domande come se Dio fosse un Essere totalmente esterno a loro. Quando capiranno che Dio abita in loro, attraverso tutte le prove continueranno a legarsi a Lui, e sentiranno che Egli li dirige, li illumina e li sostiene. Chi soffre si sente spesso molto solo, abbandonato da tutti. Allora perché deve anche perdere, per negligenza o ignoranza, il solo aiuto, il solo vero conforto che possa ricevere? Quell’aiuto e quel conforto si trovano nella presenza di Dio in lui ; e quando egli prega, non si rivolge soltanto al Creatore del cielo e della terra, quell’Essere talmente lontano da lui che egli non riesce nemmeno a immaginarlo, ma ad una potenza che abita in lui, e con la quale non deve mai perdere il contatto


Vorreste che le vostre parole possano penetrare nelle anime umane e trascinarle sulla via del bene… Sappiate allora che esse devono essere impregnate della materia luminosa della vostra aura. Finché intrattenete delle ombre nella vostra aura, non sarete persuasivi. Si incontrano spesso persone che si stupiscono di non riuscire a convincere gli altri della necessità di essere buoni, generosi, onesti, giusti, puri… Quelle persone hanno argomenti e si esprimono bene: perché non vengono ascoltate? Dato che esse non vivono in profondità ciò che raccontano, gli altri sentono che quelle parole sono vuote ; e suonano vuote perché non sono riempite della materia sottile dell’aura, che è la quintessenza di ciò che l’uomo prova e sperimenta nel più profondo di se stesso. Chi vuole essere convincente, persuasivo, deve mettere in accordo la sua vita con le sue parole: la forza di ciò che dirà diverrà comunicativa.


Chi vuole conoscere l’itinerario da seguire per accedere al mondo spirituale, troverà nell’Albero sefirotico grandi chiarimenti. Perché l’Albero sefirotico, che è una rappresentazione delle diverse regioni dell’Universo, è anche una rappresentazione delle diverse regioni psichiche dell’uomo. La prima sefira, cominciando dal basso, è Malhuth, e rappresenta il piano fisico, la Terra. Lasciando Malhuth, si lascia il piano fisico per entrare nel piano psichico, Iesod, la regione della Luna. Iesod è l’inizio della vita psichica, e in questo rappresenta un progresso rispetto a Malhuth. Ma la vita psichica è fatta inizialmente di regioni brumose, di forme vaghe e indeterminate nelle quali ci si può perdere. È la parte inferiore di Iesod che non è ancora stata visitata dalla luce di Tiphereth, il Sole. Non bisogna attardarsi in quella regione, ma andare oltre, fino a scoprire il mondo della luce, il mondo dello
spirito, perché è là che incominciano la vera vita spirituale e il vero lavoro.


Cosa cerca il cuore? Esso non ha bisogno né del sapere né dei poteri ; il cuore aspira alla felicità, quella felicità che percepisce come una dilatazione e che può trovare unicamente nel calore, vale a dire nell’amore. È nell’amore che il cuore si anima, si vivifica. Ecco perché cerca quel calore ovunque, accanto a tutti gli esseri, mentre il freddo lo uccide. Potete proporre al cuore tutte le ricchezze, tutti i poteri e anche tutti i segreti dell’Universo, ma esso vi dirà: “No, non è questo che mi occorre. Datemi l’amore, voglio essere amato, ma soprattutto voglio amare!” Sappiate allora che è con l’amore che otterrete la realizzazione di ciò che desiderate, perché nel vostro cuore quell’amore risveglierà e alimenterà tutti i germogli divini.


I cristiani sanno che il pane e il vino della comunione rappresentano il corpo e il sangue del Cristo, ma pochissimi hanno approfondito il significato di questi simboli, i quali corrispondono ai due grandi principi cosmici – il principio maschile (il pane) e il principio femminile (il vino) – che lavorano in tutte le regioni dell’Universo.  Il pane e il vino sono due simboli solari. Al di là del pane e del vino dell’Ultima Cena, occorre vedere le due proprietà del sole: la sua luce e il suo calore, che creano la vita. La luce del sole è la saggezza, e il suo calore è l’amore. Ecco cosa sottintendeva Gesù quando diceva: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Noi dobbiamo quindi mangiare il corpo del Cristo, ossia la saggezza, e bere il Suo sangue, ossia l’amore, al fine di trasformarci. È talmente importante approfondire il significato delle immagini e dei riti che le religioni ci presentano! Il giorno in cui i cristiani si abitueranno a comunicare ogni mattina con quella grande ostia che si innalza nel cielo (il sole) e con quel vino (il suo calore), vivranno la vita eterna. Sì, perché il sole è vivo


Gesù è venuto sulla terra e ha versato il proprio sangue per la salvezza dell’umanità, affermano i cristiani. Sì, Gesù è davvero “il Salvatore”, ma non nel modo in cui essi lo comprendono. Infatti, se fossero veramente salvi, perché gli esseri umani, compresi i cristiani, sono sempre così deboli, egoisti, cattivi? Perché distruggono se stessi e il prossimo? Il sacrificio di Gesù ha quindi tutt’altro significato.  Nel momento in cui Gesù è venuto ad incarnarsi, il cammino psichico dalla terra al Cielo era ostruito. Tutte le ignominie, tutti i pensieri e i sentimenti criminali e tutte le passioni scatenate delle generazioni precedenti avevano fatto proliferare nel piano astrale una moltitudine di creature mostruose che impedivano agli esseri umani – ad eccezione di un’élite di pochi esseri –  di progredire spiritualmente. Gesù si è quindi sacrificato per liberare il cammino; versando il proprio sangue, ha saziato l’appetito di tutti quei mostri, e il suo è un sacrificio infinitamente più grande di quanto si creda… A partire da quel momento, il cammino è stato aperto a tutti, ma sta a ciascuno fare da sé lo sforzo di incamminarvisi. Il cammino è libero, ma per essere salvi, siamo noi a doverlo percorrere


Siate attenti ad ogni parola che pronunciate, perché nella natura c’è sempre uno dei quattro elementi (la terra, l’acqua, l’aria o il fuoco) che aspetta il momento in cui potrà rivestire di materia tutto ciò che esprimete. La realizzazione si verifica spesso molto lontano dalla persona che ne ha fornito i germi, ma si verifica infallibilmente. Così come il vento trasporta le sementi spargendole lontano, le vostre parole prendono il volo e vanno a produrre in qualche punto dello spazio risultati buoni o cattivi.  Perciò, abituatevi a parlare con amore ai fiori, agli uccelli, agli alberi, agli animali e agli esseri umani, perché questa è un’abitudine divina. Chi sa pronunciare parole che riscaldano, vivificano, ispirano e accendono il fuoco sacro, possiede una bacchetta magica nella propria bocca


Per poter vivere sul piano fisico, gli esseri umani devono ricevere dall’esterno tutto ciò di cui hanno bisogno; non potrebbero vivere senza gli elementi che ricevono dall’acqua, dall’aria, dal sole e dalla terra. Essi sono creature, e tutte le creature – quindi tutta la Creazione – sono obbligate a ricevere dall’esterno ciò che è loro necessario per continuare a vivere. Solo il Creatore sfugge a questa legge: Egli non ha bisogno di nulla che sia esterno a Lui, perché Egli è la vita. E poiché il Creatore ha lasciato una particella di Se stesso in ogni creatura, una scintilla, uno spirito che è della Sua stessa natura, grazie a quello spirito che la abita, ogni creatura può divenire anch’essa creatrice. Invece di aspettare sempre tutto dall’esterno, l’essere umano ha il potere di agire interiormente tramite il pensiero, la volontà e lo spirito, e captare gli elementi di cui ha bisogno per nutrirsi fisicamente, ma soprattutto psichicamente. Ecco perché l’insegnamento degli Iniziati è sempre stato l’insegnamento dello spirito creatore, e chi accetta tale insegnamento sarà sempre forte, indipendente, perché si innalzerà al di sopra delle condizioni che il destino gli impone.


Voi vi sforzate di meditare, di pregare, e avete la sensazione che questo non vi dia niente o ben poco. Ma ciò avviene semplicemente perché credete di potervi elevare senza aver prima abbandonato i vostri vecchi abiti, spessi e grossolani – simbolicamente parlando. In tali condizioni, cosa volete che possa ricevere la vostra anima? La luce, le risposte del Cielo e le sue benedizioni non possono arrivare fino a voi, poiché non riescono ad attraversare quella corazza. Per ricevere le risposte dal Cielo, vi dovete presentare davanti a Lui indossando vesti leggere, trasparenti, vale a dire che dovete prima lavorare per sbarazzarvi delle vostre bramosie, dei vostri calcoli, delle vostre false idee, delle vostre meschinerie. Quando ci sarete riusciti, non appena chiuderete gli occhi per collegarvi al Cielo, sentirete le sue benedizioni affluire verso di voi.


Una Scuola iniziatica… È tempo che ci si faccia un’idea più precisa di cosa essa sia realmente o, in ogni caso, di cosa debba essere. Sono ancora troppi coloro che credono che lì otterranno la chiaroveggenza, i poteri magici e ogni sorta di facoltà soprannaturali che permetteranno di soddisfare il bisogno del meraviglioso e del fantastico, o anche soltanto di appagare desideri e ambizioni personali. Ebbene, no; la vera ragione d’essere di una Scuola iniziatica è trascinare gli esseri umani in un lavoro incessante per la realizzazione del Regno di Dio sulla terra, vale a dire la fratellanza fra gli uomini. Chi è deciso a intraprendere questo lavoro non ha bisogno di essere un mago, un chiaroveggente, o di possedere poteri eccezionali: ha soltanto bisogno di diventare più saggio, più puro, più disinteressato e più padrone di sé


In un modo o nell’altro, si paga ogni gioia, ogni felicità. Solo quando sarete definitivamente ritornati nell’oceano cosmico, non avrete più nulla da pagare. Quando si è immersi nell’oceano, a chi si dovrebbe pagare? Ma se uscite dall’oceano, per la minima gocciolina dovete pagare. Quante volte avete potuto constatarlo! Dopo la gioia, viene sempre il dolore. Voi stessi ve lo aspettate: dopo una grande gioia, qualcosa vi dice che è in agguato un dispiacere. Quando sono molto felici, tanti hanno paura, e hanno ragione. Ma se non si può mai sfuggire totalmente ai dispiaceri che vengono dal mondo esterno, almeno interiormente ci si può proteggere; e la sola protezione realmente efficace è il legame con il Cielo. Quando siete legati al Cielo, sottomessi alla sua volontà, siete un tutt’uno con esso, e perciò, interiormente non avete più niente da pagare. Forse che Dio deve qualcosa a qualcuno? No, tutto Gli appartiene, e se vivete in Dio, tutto apparterrà a voi pure


L’intelletto e il cuore sono per noi due facoltà indispensabili, ma non ci daranno mai la vera intelligenza della vita. Per possedere la vera intelligenza della vita, occorre sviluppare una terza facoltà, l’intuizione, che è al tempo stesso una comprensione e una sensazione. Ma attenzione, non bisogna confondere l’intuizione con la chiaroveggenza, la quale è una facoltà inferiore rispetto all’intuizione. Perché? Perché la chiaroveggenza non va oltre la percezione oggettiva del piano astrale e del piano mentale. Così, si possono vedere le forme, le entità del piano astrale e mentale, e tuttavia non comprendere nulla di ciò che si vede. Viceversa, con l’intuizione, forse non si vede niente, ma si comprendono le cose come se le si vedesse cento volte meglio, poiché le si vive.


Incontrate qualcuno per parlare o mangiare con lui, o per decidere di un lavoro: il più delle volte cominciate stringendovi la mano, e create così un legame. Una delle mani rappresenta il principio maschile, emissivo, e l’altra il principio femminile, ricettivo. Se entrambi fate questo gesto consapevolmente, ogni mano svolge il proprio ruolo e ne risulta un’armonia che agisce. Due persone che si stringono la mano mostrano il desiderio di capirsi, di intendersi, per camminare insieme sulla stessa via. Sì, ma a condizione che, simbolicamente, una delle due mani possieda un’energia positiva, e l’altra un’energia negativa. Due mani (vale a dire due persone) attive, positive, non possono che entrare in conflitto. Due mani (ossia ancora due persone) passive non combinano nulla. Il gesto di stringersi la mano presuppone sempre il desiderio di produrre un’attività ordinata, e significa: “Voglio cercare di fare degli scambi con te; vediamo se possiamo collaborare”. Ma quante persone si associano senza preoccuparsi di capire il linguaggio delle mani! Non si stupiscano poi se la loro impresa finirà per arenarsi.


Quali sono gli individui più diffidenti? Quelli disonesti, astuti, cattivi. Non possono credere che esistano esseri onesti, sinceri e buoni. Giudicano gli altri attraverso se stessi, e per questo sono sempre sospettosi. Quanto a coloro che sono nobili e disinteressati, fanno fatica a vedere la cattiveria, il tradimento o la perfidia, appunto perché vedono gli altri attraverso le qualità che loro stessi possiedono.  L’essere umano può vedere esclusivamente attraverso i propri occhi, ed è lui stesso a plasmare i suoi occhi tramite i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i suoi desideri e le sue tendenze. Quando incontrate persone che vi parlano unicamente dei difetti degli altri, sappiate che è soprattutto di se stesse che vi stanno parlando; sì, perché se possedessero la nobiltà, la bontà, l’onestà e soprattutto l’amore, troverebbero tutte queste buone qualità anche negli altri.


Meditando sui minerali, sui cristalli e sulle pietre preziose per penetrare i segreti delle loro strutture geometriche, ci avviciniamo alla vera scienza, la scienza dei princîpi. Un giorno potremo così andare a visitare le viscere della terra per vedere come gli spiriti della Natura lavorano su tutto il mondo minerale; visiteremo i suoi cantieri dove miliardi di entità intelligenti si sforzano più che possono di riprodurre sulla terra la bellezza e la perfezione del Cielo. In realtà, nessun minerale, fosse anche il più prezioso, riuscirà mai a riflettere esattamente la bellezza celeste, che è ineguagliabile. Il mondo fisico è lontano dal poter essere paragonato al mondo divino, ma almeno può talvolta darcene un’immagine. Le pietre preziose, tutte quelle meraviglie che ci offre la terra, sono altrettanti riflessi del mondo divino: esse ci ricordano, per così dire, la purezza, la trasparenza e la lucentezza del Cielo


Quante civiltà e quante religioni sono scomparse da millenni! Se non sono state in grado di resistere al tempo, è perché i valori che esse portavano erano insufficienti a creare la nuova vita; così, si sono cristallizzate, fossilizzate, e lo spirito è venuto a spazzare via le antiche forme caduche. Quindi, non fermatevi a ciò che va in rovina, non andate a cercare delle macerie credendo che vi troverete l’ispirazione per la vostra vita interiore. Molti spiritualisti vorrebbero ritornare alle antiche Iniziazioni, per riportarle in vita. È un errore. Non bisogna risvegliare i misteri del passato, perché anche dal punto di vista spirituale è pericoloso voler rianimare ciò che è già morto. Invece di occuparvi del passato, dovete tendere verso l’avvenire, perché quello che rappresenta il vostro avvenire è il presente degli esseri superiori che vegliano su di voi. Così, ricevendo ciò che quegli esseri vi danno, accelerate la vostra evoluzione


Avendo deciso di seguire un Insegnamento spirituale, molti si illudono che tutti i loro problemi verranno velocemente risolti, e che presto saranno in grado di vivere una vita pacifica e serena. Eh no, non è così facile. Per risolvere i problemi, è necessario imporsi un lavoro interiore preciso, un programma da realizzare, e questo richiede del tempo. Ma a partire dall’istante in cui vi fissate un compito da assolvere, anche se non ci riuscite del tutto, resta almeno un’impronta incisa da qualche parte, e le forze del subconscio iniziano a circolare attraverso i canali che avete scavato. Se invece non registrate nulla profondamente nella vostra psiche, tutta la vostra esistenza passerà senza che riusciate a realizzare qualcosa. Quando cade la pioggia, l’acqua segue esattamente i canaletti che sono stati scavati. Dovete quindi preparare il terreno, dovete preparare i canali affinché la nuova vita possa circolare in voi


La notte, durante il sonno, la vostra coscienza s’indebolisce, e voi siete quindi più esposti e vulnerabili. Per questo dovete essere particolarmente attenti allo stato in cui vi addormentate. Le entità tenebrose hanno bisogno di materiali e di energie per i loro lavori, ed è presso gli esseri umani che li trovano, specialmente durante il sonno. Perché? È molto semplice: durante il giorno, questi sono sommersi dalle occupazioni, e sono quindi loro stessi a utilizzare le proprie energie; ma durante la notte, quando dormono, quelle energie sono disponibili. Ovviamente, molti non ammetteranno mai l’esistenza di entità malvagie che possano venire ad attingere delle forze da loro mentre stanno dormendo. Ebbene, il fatto che non lo accettino è affar loro. Ma tutti coloro che vogliono avanzare sul cammino dell’evoluzione, devono ammettere l’esistenza di queste entità e la necessità di mettersi al riparo dai loro intrighi. Ecco perché, prima di addormentarsi, chiedono la protezione degli spiriti luminosi.


Che gli artisti siano dei creatori, che producano delle opere, è magnifico! Ma ciò non basta; devono anche preoccuparsi di ciò che emana da loro stessi. La vera arte consiste nel fare della propria esistenza e del proprio intero essere un’opera d’arte in cui tutto sarà poesia, musica, luce, armonia di colori, di forme e di movimenti. L’arte dell’avvenire consisterà nel far capire all’essere umano come egli possa ritrovare il suo volto originale, il volto della Divinità… Saranno necessari molto tempo, molti sforzi e molto lavoro per giungere a questo; ma non ci si deve lasciar fermare dalla questione del tempo, perché se è vero che le creazioni che l’uomo produce all’esterno non gli appartengono – deve infatti abbandonarle al momento della morte – il lavoro che ha intrapreso su se stesso dura invece per l’eternità


Ogni mattina, al risveglio, dite a voi stessi che niente è più importante che vivere bene l’oggi. In un certo modo, il passato è sempre vivo: agisce ancora sul vostro presente, ma voi non siete obbligati a permettergli di prendere il potere. È al presente che dovete dare il potere, affinché domini il passato, sgominandolo anche, per trasformarlo. Quando il passato era “il presente”, era onnipotente. Ora che è diventato il passato, è subordinato al presente, ed è il presente ad avere voce in capitolo. Il passato è trascorso, e l’avvenire, per l’appunto, deve ancora “avvenire”. Sta al presente imporre la propria volontà, al fine di trasformare il passato e orientare l’avvenire


Una promessa è come una firma. Essa vi lega finché non avrete realizzato ciò che avete promesso, e non solo dinanzi al Cielo: anche le promesse che fate quaggiù agli esseri umani devono essere mantenute. Se lascerete questo mondo senza aver avuto il tempo di portare a termine ciò per cui vi eravate impegnati, dovrete ritornare per decidervi a farlo. Neppure Dio vi libererà da quella promessa; può liberarvi soltanto la persona alla quale l’avete fatta.  Un uomo promette a una donna di sposarla… Un giorno, può succedere che scopra di non essere fatto per il matrimonio, ma per mettersi al servizio del Signore. Ebbene, dovrà ottenere che quella donna lo sciolga dalla sua promessa; se lei rifiuta, è inutile che si rivolga al Signore, perché Egli risponderà: “Poiché hai promesso, Io non posso fare nulla. So che mi vuoi servire, ma hai tanto tempo davanti a te. Va prima a contrarre il matrimonio. Mi puoi servire anche se sei sposato


Il sole viene chiamato “lampada dell’Universo” perché illumina il mondo, ed è grazie alla sua luce se possiamo vedere. Quando non è il sole a illuminarci, abbiamo bisogno di altre fonti di luce: lampadine, candele, torce elettriche, fari… Gli oggetti sono dunque visibili solo nella misura in cui una luce cade su di essi e li illumina; è una legge del mondo fisico ed è anche una legge del mondo spirituale. Ma nel mondo spirituale, non esiste alcuna lampada che potremmo accendere come facciamo con quella delle nostre scale o della nostra camera; se in quel mondo vogliamo vedere, dobbiamo proiettare una luce da noi stessi. Ecco perché sono pochissimi gli esseri capaci di vedere sul piano spirituale: perché aspettano che gli oggetti vengano illuminati, quando invece sta a loro proiettare i raggi che li metteranno nelle condizioni di vedere.


Avendo capito che potrebbero servirsene per i propri interessi, certi materialisti fra i più accaniti si mettono ad esplorare il campo della telepatia, della chiaroveggenza, della chiarudienza, della radiestesia, della psicometria, e chiamano tutto ciò “parapsicologia”. Dal momento che questo può dar loro dei poteri e permette di guadagnare del denaro, essi accettano una quantità di teorie che fino ad allora ritenevano insensate. Dunque, accettano tutte le conoscenze della Scienza iniziatica che possono servire ai propri fini, e lasciano da parte quelle che a loro non possono portare nulla. Ma prendere le verità inziatiche come un mezzo per sistemare i propri affari o per imporsi agli altri, è altamente immorale, e coloro che lo fanno saranno puniti dalla Giustizia divina. L’uomo deve utilizzare il sapere iniziatico solo per aiutare e confortare gli altri, per diffondere la luce e la pace nel mondo. È allora che egli viene inscritto nel libro della vita e riceve le benedizioni del Cielo


Gli esseri umani non sono sempre chiusi nei confronti degli altri: vorrebbero davvero poterli capire e aiutare. Perché allora ci riescono tanto difficilmente? Perché, nonostante tutto, continuano a preoccuparsi troppo di se stessi. Stanno lì come accecati dal velo della propria natura inferiore, egoista, personale, che impedisce loro di distinguere cosa c’è nella mente o nel cuore delle persone che li circondano. Neppure l’amore che provano permette loro di vedere attraverso quel velo. Così, a volte rimangono enormemente stupiti dalle trasformazioni che scoprono all’improvviso nel comportamento della moglie o del marito, dei figli, degli amici: non avevano visto niente, non avevano percepito niente di quello che stava per accadere! Soltanto chi ha dominato la propria natura inferiore e si è reso capace di dimenticare i propri punti di vista e le proprie preferenze, può diventare un buon psicologo


Conoscete l’espressione “avere una fede che sposta le montagne”. Si tratta di un’espressione che ora è passata nel linguaggio corrente, e molti la utilizzano senza sapere che essa ha origine nel passo dei Vangeli in cui Gesù dice: “Se la vostra fede fosse grande come un granello di senape, potreste dire a questa montagna: Spostati! ed essa si sposterebbe”. Gesù pensava veramente che gli esseri umani potessero cambiare di posto le montagne? No, perché esse sono esattamente là dove la Natura, nella sua saggezza, le ha collocate. Allora, cosa sono le “montagne” di cui parla Gesù? Sono montagne situate nell’intelletto, nel cuore e nella volontà degli esseri umani: montagne di oscurità, di egoismo, di pigrizia. Sono queste che bisogna spostare, e ciò è possibile soltanto con una fede incrollabile. Quando Gesù era in Palestina, ha forse spostato delle montagne? No, non si occupava di questo genere di cose. Eppure, egli ha spostato montagne, regni e interi continenti nella testa e nel cuore degli esseri umani


“Una dichiarazione d’amore”… Ci sarebbero molte cose da dire su questa espressione. Gli uomini e le donne hanno l’abitudine di dichiararsi il loro amore, senza sapere che in questo modo di agire si insinua un elemento interessato, egoistico. Essi vogliono attirare, conquistare, catturare la persona alla quale si rivolgono. Le scrivono o le parlano il più poeticamente possibile, scegliendo i gesti, le parole e il tono di voce più appropriati, con la speranza che la persona, affascinata, toccata, rapita, finirà per lasciarsi convincere.  L’amore che si esprime ha troppo spesso come scopo quello di conquistare e di tenere l’essere amato per sé; a partire da quel momento, nessun altro ha il diritto di avvicinarsi. Dunque, sono proprio l’egoismo e la mancanza di fede nella potenza dell’amore a guidare gli esseri umani. Poiché non possiedono il vero amore che fa prodigi, essi si affrettano a manifestarlo con mezzi concreti: la parola, la scrittura, i gesti, al fine di imprigionare l’essere che amano. Sostengono che sia la forza del sentimento a spingerli ad agire così, ma in realtà, stanno confessando la propria debolezza. Chi è abitato dal vero amore non lo esprime. Non è necessario farlo, perché l’amore si sente: irradia


Quando provate irritazione o tristezza, non restate lì a rimuginare senza fare niente. Uscite, andate a camminare, e camminando dite a voi stessi: “Quando raggiungerò quell’albero laggiù (o quel muro, o qualunque altro riferimento), sarò libero da questo malessere”. Avvicinatevi con la certezza che sarete totalmente liberati. Raggiungendo il punto prestabilito, vi sentirete rasserenati, sollevati. Se il miglioramento è insufficiente, ricominciate scegliendo un altro punto di riferimento più distante, e affermate con forza che una volta là, il vostro male sparirà completamente. Continuante così fino ad avvertire una vera liberazione.  Quali che siano gli stati negativi, l’essenziale è non restare mai senza far nulla. Non c’è niente di peggio della passività


L’equilibrio psichico è una delle qualità più preziose e difficili da acquisire, poiché è il risultato di due movimenti contraddittori. Si vedono persone parlare, camminare e darsi da fare come se non facessero alcuno sforzo. Si potrebbe dire che sono equilibrate; e invece no, in realtà ristagnano. Giorno dopo giorno, le si ritrova sempre simili a se stesse: presentano lo stesso volto impassibile, riproducono le stesse azioni del giorno precedente, ripetono le parole del giorno prima, ecc. Non sarà questo tipo di equilibrio a farle evolvere.  Un certo squilibrio è necessario per il nostro avanzamento, ma a condizione che rimaniamo vigili e che possiamo rimediare quando i piatti della bilancia cominciano ad accusare un’eccessiva differenza di livello. L’equilibrio consiste quindi nel conservare interiormente certe oscillazioni. Il giorno in cui i due piatti sono perfettamente equilibrati, non si può più parlare di equilibrio, ma di morte. La vita sta nell’oscillazione misurata della bilancia


Una vita sociale armoniosa può essere fondata unicamente su scambi corretti, e gli scambi corretti si riassumono in due parole: prendere e dare. Sul piano materiale, la questione è chiara a tutti; ognuno sa cosa siano degli scambi corretti. Questo però non basta, perché la legge dello scambio tocca tutti i campi dell’esistenza. Qualcuno dice: “Io sono onesto: pago le mie tasse, do il giusto salario ai miei impiegati e non imbroglio i miei clienti”. D’accordo, ma come si comporta nei confronti dei suoi genitori, di sua moglie e dei suoi figli? È molto più facile essere onesti e giusti sul piano materiale che non sul piano psichico! Si vedono addirittura persone mostrare svariati segni esteriori della propria onestà, per meglio nascondere la propria disonestà nei rapporti intellettuali e affettivi. Esse riescono a ingannare gli altri (e non sempre), ma non ingannano la Giustizia divina, la quale ha altre concezioni, rispetto alla giustizia umana, su ciò che si definisce “prendere” e ciò che si definisce “dare”


Ogni paese trova normale difendere i propri interessi economici, e si compiace di riuscirci… fino al giorno in cui si ritrova a doversi confrontare con problemi che non aveva avuto la saggezza di prevedere. Un esempio: per un paese che fabbrica armi, niente è più vantaggioso che esportarle; così, riesce a vendere un intero arsenale sempre più letale a popoli che, con le loro continue lotte, rischiano di compromettere la pace e la sicurezza di tutto il pianeta. Alcune di queste popolazioni sanno a malapena leggere e scrivere, ma non importa: si consegnano loro le armi più perfezionate, e si inviano anche degli istruttori per mostrare come servirsene. Da un lato, si guadagna molto denaro, è vero; ma in seguito, quante spese e quante difficoltà per fermare i conflitti che scoppiano in ogni angolo del mondo! E alla fine, ci si ritrova in situazioni inestricabili, perché si sono considerati soltanto i vantaggi immediati che la vendita di armi avrebbe procurato


Anche se vi trovate nelle peggiori condizioni psichiche e materiali, non lasciatevi indebolire dal pensiero che il male, sotto tutte le sue forme, possa raggiungervi così facilmente. Se vi sentite sempre deboli, vulnerabili e senza protezione, allora sì, siete realmente esposti. Ma fate un lavoro interiore al fine di legarvi alle entità celesti, alla luce, conducete una vita onesta e pura, e sentirete che nonostante tutto qualcosa di essenziale in voi si mantiene al riparo. Direte: “Ma io sento che certe persone non smettono di proiettare su di me pensieri cattivi”. Ebbene, è su di loro che quei cattivi pensieri finiranno per ricadere, perché agendo così esse si espongono alla legge di causa-effetto. Il male non può penetrare in un essere abitato dal Signore, abitato dagli angeli: viene immediatamente respinto e ricadrà sulla testa di colui che lo ha inviato. Aggrappatevi a questa verità, e già vi sentirete al riparo.


Tutto il Creato, tutte le manifestazioni della vita e della natura sono opera dei due principi, maschile e femminile. Questi due principi sono un riflesso, una ripetizione dei due principi divini creatori: il Padre celeste e la Madre divina. In realtà, il Padre celeste e la Madre divina non sono Dio stesso: li si deve comprendere come due poli scaturiti da un principio unico: l’Assoluto, il Non Manifesto, che la Cabala chiama Aïn Soph Aur , ossia “Luce Senza Fine”. È detto che l’essere umano è stato creato a immagine di Dio, vale a dire a immagine dei due principi: ciascuno di noi possiede quindi una parte maschile e una parte femminile. A seconda che l’individuo sia uomo o donna, una delle due parti è visibile mentre l’altra è nascosta, ma quella che non si vede è comunque presente. Ogni donna è donna nel proprio corpo fisico, ma interiormente possiede il principio maschile. Allo stesso modo, ogni uomo è uomo nel proprio corpo fisico, ma possiede interiormente il principio femminile. Se conoscete la legge della polarità e se sapete come utilizzare i due principi – maschile e femminile, emissivo e ricettivo, positivo e negativo – potrete risolvere tutti i problemi della vita.


L’incarnazione di un’anima è un processo di discesa nella materia, nel corso della quale essa dimentica ciò che ha vissuto in alto; ecco perché, arrivando sulla terra, l’anima non ha più tanto coscienza degli impegni che ha preso nei confronti del Cielo, prima di scendere. Ma gli anni passano… e via via che il tempo scorre, e si vivono sensazioni e impressioni, l’anima viene attraversata da certi pensieri e aspirazioni, dapprima in maniera fuggevole, poi sempre più precisa. Questo si manifesta con una tendenza a ricercare determinate attività, a considerare una determinata professione: è ciò che si chiama “vocazione”.  Coloro che hanno così la sensazione di essere chiamati a portare a termine un compito o adempiere a un dovere, non devono esitare. Probabilmente non dicono a se stessi in modo esplicito che devono compiere una missione precedentemente accettata, ma il Cielo fa in modo che essi si sentano nel proprio elemento unicamente in quella situazione. E quali che siano le difficoltà che incontrano sul proprio cammino, non devono cambiare orientamento.


Anche se pubblicazioni di ogni genere invitano il pubblico a dedicarvisi, voi non lanciatevi in esperienze psichiche, non cercate di entrare in contatto con l’aldilà finché non avrete acquisito il domino dei vostri pensieri e dei vostri desideri. Solo quella padronanza vi renderà forti e vi metterà al riparo dai pericoli. Perché occorre saperlo: i pericoli che si corrono nel mondo psichico sono altrettanto numerosi e terribili – se non di più – di quelli del mondo fisico. Se non siete istruiti né allenati, sarete vulnerabili e non vi resterà che andare ovunque a cercare qualcuno che vi liberi dalle vostre angosce e dalle vostre ossessioni.  Quanti sedicenti spiritualisti finiscono per essere vittime delle entità e delle forze che hanno imprudentemente provocato! Si sentono perseguitati da mostri, vivono tutti i tormenti dell’inferno, e ovviamente non capiscono come questo sia potuto accadere. Eppure è semplice: cercando di penetrare nel mondo astrale per curiosità, o perché attratti dal fantastico o per il desiderio di acquisire dei poteri, essi hanno attirato delle entità che li fanno realmente vivere nell’inferno. Perché è proprio questo l’inferno: il mondo astrale inferiore


Siete riusciti a portare a termine un compito difficile, a riportare dei successi, a uscire vittoriosi da una prova? Cercate di non gloriarvi, ma dite: “Non a me, Signore, ma a Te va il merito di questo”, altrimenti rischiate di cadere nelle trappole dell’orgoglio. E quando ricevete degli elogi, delle felicitazioni, siate vigili, non affrettatevi ad avere un’opinione troppo buona di voi stessi, ma ripetete: “Non a me, Signore, ma al Tuo nome va la gloria”. Spesso, senza saperlo e senza volerlo, gli altri vi tendono dei tranelli: voi prendete i loro complimenti talmente sul serio che diventate presuntuosi, vi credete già arrivati in cima, e ciò è pericoloso per la vostra evoluzione. Dovete lavorare per la gloria di Dio, e se qualcuno vi loda, rivolgete quelle lodi a Lui: è così che il lato impersonale, disinteressato, del vostro essere potrà svilupparsi. Il Cielo vi giudica secondo il vostro atteggiamento in modo da sapere per chi lavorate. La vera gloria del discepolo consiste nel glorificare il Signore


Nella società in cui viviamo, è impensabile che non si sappia leggere e scrivere. Anche cucinare presuppone che si sappia cosa sta scritto sulle scatole di conserva, per esempio, e che si possa anche decifrare la ricetta in un libro. E quante complicazioni se non si sa leggere il nome di una via o di una stazione della metropolitana!… Questo però non significa che l’umanità non sarebbe potuta progredire senza la scrittura. Se il fatto di leggere e scrivere rappresenta grandi vantaggi, l’importanza data alla carta ha anche molti inconvenienti: ci si basa unicamente sui documenti, solo questi contano, e si è incapaci di vedere oltre. Se un documento dice che siete colpevoli, anche se siete innocenti, si è incapaci di leggere l’innocenza su di voi. Si legge il documento e voi venite accusati, additati e messi in prigione. Al giorno d’oggi, l’uomo non è più niente: i documenti invece sono onnipotenti!”


Voi siete continuamente alla ricerca di nuove cose da imparare, da vedere, da ascoltare. Non è un male, ma abituatevi anche a consacrare ogni giorno alcuni istanti per collegarvi al mondo divino: ciò che guadagnerete in questo modo, potrete trasportarlo ovunque con voi, anche nell’altro mondo; nulla potrà togliervelo. Tutto quello che trovate nei libri, tutte le conoscenze che potete acquisire non vi apparterranno mai veramente; quando lascerete la terra dovrete abbandonarle, e quando ritornerete sarete costretti a ricominciare ad istruirvi. Venendo ad incarnarsi, ciascuno riporta esclusivamente ciò che ha veramente acquisito e sperimentato nelle altre sue vite. Tutto il resto gli è stato tolto perché non gli apparteneva: lo aveva preso ad altri. Certo, grazie a quei “prestiti”, per il poco tempo che rimane sulla terra, egli approfitta dei vantaggi terreni: complimenti, ovazioni, applausi di persone che non sono molto illuminate. Ma quando partirà, si ritroverà povero e nudo, e
ritornerà sulla terra povero e nudo


Occorre saperlo: chiunque voi siate e qualunque cosa facciate, dovrete subire delle prove. Perciò, invece di essere ogni volta sorpresi come se faceste una scoperta, e ritenere tutti gli altri – compreso il Signore – responsabili di quelle difficoltà, riflettete, meditate, e comprenderete il lato buono delle prove. Ci sono molte qualità che non si possono sviluppare finché non si è passati attraverso certe sofferenze: gli insuccessi, la malattia e anche l’inimicizia degli esseri umani. Sì, e per questo vi dirò che i nostri nemici sono amici camuffati, perché ci obbligano a fare degli sforzi e a progredire. Gesù diceva: “Amate i vostri nemici” e molti trovano questo comandamento non soltanto irrealizzabile, ma anche insensato: come si possono amare coloro che ci fanno del male? È impossibile! Sì, invece, è possibile quando si scopre che essi sono amici camuffati, e che la Provvidenza ce li invia per obbligarci a fare dei progressi sulla via della padronanza di sé e della liberazione


Per sopravvivere, gli esseri umani hanno bisogno di un nutrimento materiale, consistente. Nel mondo invisibile esistono invece creature che si nutrono solo di profumi, di colori e di suoni. Molti troveranno sicuramente difficile ammettere che al di là del regno minerale, vegetale, animale e umano, esistano regioni popolate da creature invisibili ai loro occhi e diverse da tutto ciò che essi possano conoscere. Ma in realtà, l’intero Universo è
pieno delle creature più straordinarie, che esseri dalle qualità psichiche molto sviluppate hanno potuto incontrare; tali creature si nutrono realmente di luce, di colori, di profumi e di suoni. Per noi esseri umani, la luce, i colori, i suoni e i profumi non possono essere considerati come alimenti sostanziosi; ma per quelle entità, formate di sottilissima materia, tali elementi rappresentano non soltanto delle forze, delle potenze, ma anche un nutrimento


Non abbiamo il potere di annientare il male in noi. L’unico modo per farlo scomparire è darlo in pasto agli spiriti del bene. La quattordicesima carta dei Tarocchi rappresenta un angelo intento a travasare un liquido da un’urna d’argento (metallo associato alla Luna) in un’urna d’oro (metallo associato al Sole). Gli Iniziati che hanno concepito le carte dei Tarocchi hanno inscritto in questo simbolo l’idea della trasfusione del sé inferiore, rappresentato simbolicamente dalla Luna, nel Sé superiore, simboleggiato dal Sole. Perché tale trasfusione sia possibile, il sé inferiore deve essere in qualche modo assorbito dal Sé superiore. Ecco quindi il lavoro del discepolo intelligente: dominare le energie caotiche della sua natura inferiore per metterle al servizio del suo Sé superiore. È il solo modo per vincere il male


Quando nulla li obbliga a reagire, a compiere degli sforzi, gli esseri umani hanno la tendenza a lasciarsi andare. Hanno bisogno di difficoltà e di prove, allora si riprendono e mobilitano le proprie energie per raddrizzare la situazione; e quando ci sono riusciti, è finita, di nuovo si rilassano e ricadono nella pigrizia. Ebbene, è un errore adattare il proprio comportamento alle variazioni del mondo esterno. Quali che siano gli avvenimenti, bisogna continuare a lavorare, perché il lavoro deve essere sempre al primo posto. Le condizioni si sistemano e le difficoltà si appianano?… Benissimo, ma non è una buona ragione per rallentare l’attività. Al contrario, bisogna imparare a utilizzare quelle condizioni dedicando più tempo al lavoro del pensiero, alla costruzione del proprio essere interiore


L’uomo è libero, o è sottomesso al destino? Su questa domanda si discute da millenni. L’errore sta nel credere che tutti gli individui debbano subire le stesse leggi. Coloro che, come gli animali, obbediscono solo ai propri impulsi puramente istintivi, sono inevitabilmente sottomessi alle leggi della fatalità; è la loro stessa natura a creare per essi quella fatalità. Coloro che invece hanno acquisito il dominio dei propri istinti e delle proprie passioni, sfuggono alla fatalità per entrare nel mondo della Provvidenza, della grazia, dove conoscono la luce e la libertà. Non bisogna immaginare che tutti possano essere liberi o che tutti debbano subire un destino inesorabile. No, la libertà dipende dal grado di evoluzione di ciascuno. Secondo il suo modo di pensare, di sentire o di agire, l’essere umano cade sotto i colpi della fatalità, oppure attira a sé le benedizioni della Provvidenza. Quindi, in certi campi è legato, sottomesso al destino, e in altri sfugge ad esso, è libero… Sino al giorno in cui disporrà pienamente della propria libertà


Lo spazio è un bisogno dell’anima: è nell’immensità che essa respira, si dilata e gioisce. Limitatela, e l’anima soffoca, deperisce, languisce. È ciò che accade agli esseri umani che si lasciano assorbire da tutti i dettagli materiali della vita quotidiana, senza concedersi un minuto per immergersi nell’immensità; sì, perché l’anima soffre per aver dovuto accettare i limiti di un corpo. Un bambino che nasce è un’anima che si limita, e tale limitazione è indispensabile per permettere la manifestazione; ma al momento della morte, l’anima ritorna verso l’immensità. La vita è fatta di questi due processi, limitazione e dilatazione, e per condurre una vita equilibrata, dovete saperli applicare nella vostra esistenza. Entrate nel vostro intimo per legarvi all’Universo, all’Anima universale… poi tornate a limitarvi per lavorare. Cercate però di non restare troppo a lungo nella limitazione, altrimenti vi annoierete e soffrirete. Pensate ad aprirvi all’immensità!


Quando si considera qualcuno come il proprio nemico e lo si detesta, spesso ci si dice che sarebbe comodo se scomparisse. Ovviamente, non si arriverà ad ucciderlo perché non si decide così facilmente di commettere un assassinio – è troppo rischioso – ma si pensa a quella morte, la si desidera… Ebbene, a quel punto bisogna sapere che forse si sarà responsabili della morte di qualcun altro nel mondo. Sì, perché i pensieri, i sentimenti e i desideri circolano e vanno a influenzare da qualche parte, più lontano, persone che si trovano nelle stesse disposizioni d’animo e che desiderano anch’esse sbarazzarsi di un nemico. Se il loro desiderio di vendetta è più forte, o hanno minore volontà di resistere al proprio istinto criminale, un giorno, sotto l’influenza di qualcosa che non comprendono – un impulso, una corrente che le trascina – quelle persone commetteranno un omicidio. Ecco una verità che è essenziale conoscere. Noi ignoriamo ciò che i nostri stati di coscienza diventano attraverso lo spazio, ma un giorno ritorneremo tutti nell’altro mondo. Là, ci verranno presentate le conseguenze dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti e dei nostri desideri; e allora, può darsi che taluni, che si credevano irreprensibili, saranno spaventati nel vedere che sono stati la causa di tanti danni


Quando fuori gli elementi si scatenano, voi non uscite di casa per lottare contro di essi. In previsione dell’inverno, sapete che c’è una sola cosa da fare: occuparvi della vostra casa, vale a dire tappare le fessure, sostituire le tegole rotte, provvedere a un buon isolamento… Una volta che la casa è stata rinforzata e consolidata, siete tranquilli. Perciò, visto che sapete benissimo cosa occorre fare quando si tratta delle forze della natura, perché non lo sapete più quando si tratta delle forze del male? Senza alcuna precauzione preliminare, credete di poter lottare contro il male e vincerlo, ma sarete voi ad essere vinti. Invece di lottare contro il male, bisogna rafforzarsi per poter meglio resistere, comprendere e agire. Lo stesso Arcangelo Mikhaël non ha annientato il male – è scritto nell’Apocalisse – non ha ucciso il drago: lo ha soltanto incatenato. Quanto agli esseri umani, i quali sono assai meno potenti dell’Arcangelo Mikhaël, come possono credere che riusciranno ad annientare il male lottando contro di esso?


È giusto che i cattivi siano puniti, ma voi dovete serbare amore per loro. Dovete amare in essi delle creature di Dio che escono difficilmente dall’oscurità, e questo pensiero vi permette di sopportarli. Osservatevi: quando qualcuno che amate commette degli errori, sapete mostrarvi pazienti, indulgenti, mentre di qualcuno che non amate, vi disturbano persino le buone azioni, al punto che attribuite alla sua condotta finalità sospette. Solo l’amore può darvi la pazienza e può aprirvi gli occhi sulle intenzioni degli altri. La pazienza è anche una manifestazione della forza. Chi è forte non si lascia intaccare dai comportamenti delle persone che lo circondano, mentre il debole non sopporta nulla: va fuori di sé alla minima contrarietà. Si vedono persone andare incredibilmente in collera per dettagli talmente minuscoli! E spesso sono le stesse persone che rimangono più o meno indifferenti davanti alle mostruose ingiustizie che altri devono subire. Ciò che le persone sopportano o non sopportano… per me si tratta di un criterio: vedo a che punto si trovano sul cammino dell’evoluzione


Desiderate imparare a suonare uno strumento musicale, diciamo il violino, e pensate di riuscirci senza un professore. Quindi acquistate un violino, dei quaderni con gli esercizi, e cominciate a suonare. Per qualche tempo, lavorate una o due ore al giorno, ma ben presto non siete più così assidui e vi fermate. Dopo un mese, riprendete il vostro violino, poi di nuovo vi fermate… E continuate così, con alternanze di assiduità e di negligenza, secondo il vostro umore. Per contro, se avete un professore, lavorate regolarmente per essere a punto il giorno della lezione; e il professore è sempre presente per correggere i vostri errori o per darvi degli incoraggiamenti. È per le stesse ragioni che abbiamo bisogno di avere un Maestro spirituale, per poter essere guidati e sostenuti nei nostri sforzi lungo i cammini della vita. Dite che siete capaci di guidarvi da soli? Bene, come volete, ma sappiate che se non sarà un Maestro a farlo, sarà la vita a incaricarsi di istruirvi, e la vita, credetemi, è terribile!


Uno dei libri dello Zohar, il “Siphra di Tzeniutha”, inizia con queste parole: “Noi abbiamo appreso che il Libro Segreto è il libro che concerne l’equilibrio della bilancia”. Ma “equilibrio” non significa immobilità. Quando Dio Si è polarizzato per creare, la bilancia cosmica si è messa in movimento, ha iniziato ad oscillare. La Creazione presuppone una perpetua oscillazione dei due piatti della bilancia, e finché non sarà terminata la Creazione, la bilancia continuerà ad oscillare. L’oscillazione della bilancia esprime che la Creazione è sempre in divenire. L’equilibrio perfetto impedirebbe gli scambi; ora, la vita è fatta unicamente di scambi. Tuttavia questo movimento deve essere misurato, perché se uno dei due piatti si alza eccessivamente, l’altro si abbassa troppo, e si ha la caduta: l’oscillazione si ferma e non c’è più vita. Ciò che chiamiamo “equilibrio” è dunque in realtà un certo disequilibrio, un equilibrio momentaneamente rotto per essere subito ristabilito. Da questa rottura di livello, scaturiscono forze che devono essere rapidamente riprese da un movimento contrario, al fine di essere dominate. È quindi questa oscillazione a generare la vita, e si può dire che la vita sia uno squilibrio continuamente corretto


Conoscete questo racconto di Tolstoï ? Passeggiando per le sue terre, un re raccolse un giorno un seme della grandezza di una nocciola. Meravigliato, fece appello alla scienza di tutti i saggi della sua corte, ma nessuno seppe dirgli il nome né la provenienza di quel seme. Nel frattempo, il re venne a sapere che nel suo regno viveva un uomo molto anziano il quale avrebbe forse potuto dargli informazioni, e così lo fece chiamare. L’uomo, quasi cieco, arrivò appoggiandosi a due stampelle. Dopo aver lungamente esaminato il seme, dovette confessare la propria ignoranza. “Ma chiamerò mio padre – disse – forse lui si ricorderà di averne visti di simili”. Il padre arrivò, appoggiandosi a una sola stampella. Neppure lui seppe identificare il seme, ma propose a sua volta di far venire suo padre… Questi arrivò subito; aveva l’aria di un uomo giovane, robusto e allegro. Afferrò il seme ed esclamò: “Ma questo è un chicco di grano che cresceva al tempo della mia infanzia! A quell’epoca i chicchi di grano erano molto grossi, ma da quando gli esseri umani sono diventati disonesti e cattivi, la loro dimensione non ha smesso di diminuire. E se mi vedete così robusto e più giovane di mio figlio e di mio nipote, è perché continuo a vivere secondo le regole dell’onestà e della bontà che regnavano nella mia
infanzia


La Natura ha stabilito delle leggi, e se noi le trasgrediamo ci punisce. La Natura è una buona madre, ma è anche molto severa. Alcuni diranno: “Questa però non è l’immagine che abbiamo della madre. Anzi, una madre è tenera, amorevole, indulgente. È dal padre che viene la severità”. Non avete osservato abbastanza e non avete riflettuto bene. Qual è il ruolo della madre nei confronti del suo piccolo? Lo nutre, certo, ma non appena è possibile gli insegna ciò che deve o non deve fare per svilupparsi correttamente; gli dà delle regole di nutrizione, di igiene, di prudenza; a volte lo priva di qualcosa o lo trattiene: gli impedisce di avvicinarsi troppo al fuoco e all’acqua, gli toglie di mano i fiammiferi e gli oggetti taglienti, nasconde caramelle e marmellata se il bambino ha la tendenza ad abusarne. Qualche volta lo lascia fare per un po’ sorvegliandolo, e se cade o si fa male, gli dice: “Vedi, cerca di non ricominciare, altrimenti ti farai male di nuovo”. E quando veramente supera i limiti e fa i capricci, lo punisce. Questo ruolo della madre nei confronti del bambino piccolo è, su un altro piano, quello della Natura nei confronti dell’essere
umano.


Fate in modo che il sole resti sempre per voi il più autentico rappresentante della Divinità. Perché persone che trovano normale andare in una chiesa o in un tempio a inchinarsi, inginocchiarsi e pregare davanti a icone, croci o statue, trovano anormale contemplare il sole? Come si può credere che si riceverà più luce o più conforto rimanendo al chiuso fra quattro mura, davanti a oggetti di metallo o di legno, piuttosto che andare al mattino nella natura per rivolgersi al sole che è uscito dalle mani di Dio, splendente e vivo? Andate pure a pregare nelle chiese se volete, ma sappiate che, grazie alla sua luce e al suo calore, sarà il sole che vi insegnerà a vivere la vita divina


In che modo il principio maschile, l’1, ha creato il principio femminile, lo 0, la Materia? Curvandosi e congiungendo le sue due estremità. A quel punto, il cerchio si è formato, quel cerchio che rappresenta la Materia, l’Universo intero. L’1, il principio creatore, è dunque primo in tutte le cose, e lo 0, la creazione o la creatura, lo segue necessariamente. Mettendo l’1 davanti allo 0, si aumenta di dieci volte la sua potenza: l’1 diventa 10. Ma se si fa l’inverso (01), lo si diminuisce 10 volte. Trasponiamo ora questo fenomeno nella vita interiore: se mettete voi stessi (la creatura), vale a dire lo 0, al primo posto, e mettete l’1 (il principio divino) al secondo posto, dopo di voi, diminuite le vostre qualità e le vostre possibilità di avanzamento. Se invece dite: “Signore, solo Tu sei veramente grande, potente e saggio. Ti metterò davanti a me, sempre al primo posto, e Ti seguirò”, aumentate le vostre capacità: diventate il numero 10. Ecco l’atteggiamento del vero spiritualista: egli dà il primo posto al Signore per essere ben consigliato, ben diretto


Nel loro cuore, nella loro anima, gli esseri umani portano l’immagine dell’essere che stanno cercando e che hanno bisogno di amare. Immaginano quell’essere più o meno confusamente, e quando incontrano nel corso della propria vita uomini o donne con i quali cominciano a entrare in relazione, inconsciamente li paragonano all’immagine nascosta in loro. L’immagine ideale che esiste nella mente di ogni uomo e di ogni donna, è quella della sua anima gemella. Analizzatevi e constaterete che, in tutte le circostante della vita, le attrazioni e le repulsioni che provate di fronte agli esseri hanno come origine un modello che portate nelle profondità della vostra anima e con il quale li confrontate


Come individuo, ognuno di noi è indipendente, autonomo. Siamo d’accordo. Ma ciascuno di noi è anche legato alla collettività umana e, ancora al di là, a tutti i regni della natura e alla collettività cosmica. Noi viviamo quindi simultaneamente due vite: una personale e una collettiva. Per la maggioranza degli esseri umani, ciò avviene a loro insaputa, ma è auspicabile che essi ne diventino consapevoli. Chi è spinto a fondersi nella vita collettiva, universale, non deve perdere coscienza del proprio sé, in modo da poter sempre pensare e agire come un essere responsabile; e chi si sente un individuo ben distinto dagli altri, pur conservando il senso della propria individualità, deve prendere coscienza di appartenere a un insieme, di essere una cellula dell’organismo sociale e, oltre ancora, una cellula dell’organismo cosmico


Non cercate di sfuggire sistematicamente alla sofferenza, ma pensate piuttosto ad attingere da essa delle forze per risvegliare in voi la vita sublime. Il ruolo della sofferenza è precisamente quello di far sorgere delle qualità che non appariranno mai in altre condizioni. Quando vi accade di soffrire fisicamente o moralmente, benedite il Cielo pensando che vi viene data l’occasione di fare un grande lavoro su voi stessi a causa di quella sofferenza. Ovviamente, non parlo qui di certe sofferenze insopportabili: quelle necessitano dell’aiuto della medicina. Parlo, in generale, di tutte le circostanze sgradevoli, dolorose, che non mancano di verificarsi nella vita quotidiana. Anziché gemere, piangere e imprecare, è preferibile cercare di approfittare di quegli inconvenienti per mettersi al lavoro e svilupparsi. Come? Non rimanendo concentrati sulla vostra sofferenza, ma cercando di armonizzare tutto in voi. Quando questo lavoro sarà terminato, la vostra sofferenza scomparirà, perché sarete riusciti a risolvere il problema che vi era stato posto


Quando un essere decide di seguire il cammino divino e mantiene la propria decisione senza indebolirsi, i Signori dei Destini, i Ventiquattro Vegliardi che dimorano nella sefirah Binah, sono costretti a constatare che egli parla il loro stesso linguaggio, quello della stabilità. Allora, cambiano i decreti che lo riguardano: gli devono essere date nuove possibilità e una maggiore libertà. Essi però non hanno fretta: aspettano di vedere per quanto tempo quell’essere persevererà; e quando vedono che continua ad avanzare fedelmente sulla buona via, sono quasi obbligati a scrivere un’altra pagina nel suo destino: fanno entrare la Provvidenza, vale a dire la grazia. La grazia appartiene alla sefirah Hohmah, regione che nell’Albero sefirotico si trova immediatamente sopra la sefirah Binah. I Ventiquattro Vegliardi comunicano con essa e le trasmettono l’incartamento che riguarda la persona, con giudizio favorevole! La Provvidenza ha quindi inizio nella regione di Hohmah. Le sefiroth precedenti sono sotto il regno della giustizia e del karma, ma con Hohmah, la regione del Cristo, si entra nel regno della grazia, ossia della libertà: il servizio divino perenne


Quanti uomini e donne di scienza, o anche filosofi, scrittori, poeti e artisti vivono nei tormenti! E mentre il pubblico si nutre delle loro opere, essi darebbero volentieri l’immenso talento che possiedono in cambio di qualche giorno di pace interiore. Vi chiederete: “Ma perché tanti disordini e tragedie, nell’esistenza di persone così straordinarie?” Perché mentre coltivavano i doni ricevuti dal Cielo, quelle creature non si sono preoccupate di fare un lavoro in profondità, accettando una disciplina di vita. Molti di loro pensano addirittura che siano quei tormenti e quegli squilibri a nutrire il talento che possiedono, e in un certo modo li alimentano. È vero che le realizzazioni dell’arte e del pensiero – così come le realizzazioni spirituali – hanno molto spesso come origine dei dolori, dei turbamenti profondi che esseri eccezionali hanno potuto in qualche modo superare. Ma per superarli veramente, è necessario un lavoro interiore, e se tale lavoro è inesistente o insufficiente, è lo squilibrio che finisce per prevalere, con le angosce e le sofferenze che lo accompagnano


Quando i cristiani si lasciano andare alla maldicenza o all’animosità, sanno benissimo di non conformarsi ai precetti evangelici, e tuttavia questo non impedisce loro di continuare. Ciò che però non sanno, è che esiste una legge secondo la quale chi si accanisce così a criticare gli altri, comunica a loro le proprie forze, dà loro delle armi, ed è quindi lui stesso che, a sua insaputa, sostiene i propri nemici. Volete che un nemico si indebolisca? Parlate bene di lui, trovategli almeno una buona qualità e parlate agli altri di quella qualità. A quel punto, le entità del mondo invisibile incaricate di ristabilire la giustizia si presentano davanti a lui e gli dicono: “Quanto hai in cassa?… Bene, una parte sarà per quel tale, perché ha parlato bene di te”. Se invece lo perseguitate con le vostre critiche e le vostre maldicenze, quelle entità si presentano davanti a voi, obbligandovi a dare a
lui le vostre energie, e quindi voi lo rafforzate


Qualche granello di polvere si è introdotto in un apparecchio, e quest’ultimo non può più funzionare. L’apparecchio è intatto, i pezzi ci sono tutti, sì, ma è bastato un niente per ostacolare il suo funzionamento. E voi, voi siete lì, con la vostra testa, le vostre braccia, le vostre gambe e tutti i vostri organi: non vi manca nulla; ma il vostro vicino passando non vi ha salutato, non avete ricevuto una risposta in cui speravate, un amico ha detto una parola che vi ha ferito, avete dovuto aspettare più del previsto dal dentista o dal parrucchiere (la lista di tutti i piccoli inconvenienti della vita quotidiana è interminabile!)… e siete di cattivo umore per tutto il giorno. Si tratta solo di pochi granelli di polvere, ma ecco che paralizzano e fanno stridere gli ingranaggi dei vostri centri psichici. Allora, riflettete: vale veramente la pena di rovinarvi tutta la giornata per così poco? Imparate a soffiare su tutta quella polvere, e vi sentirete tanto più leggeri e in pace!


La vita ci sottopone a grandi pressioni per indurci ad accumulare e concentrare forze ed energie. Cosa saremmo in grado di fare nella dispersione? Così, di fronte all’ostacolo ci concentriamo, ci raccogliamo, indietreggiamo un poco… e poi saltiamo! Gli ostacoli si oppongono a noi solo in apparenza. Gli ostacoli esistono affinché noi li superiamo e diventiamo più forti. Chi reclama lo spazio e la libertà s’indebolisce. La spazio e la libertà devono venire soltanto dopo molte compressioni e contrarietà. Quando siamo compressi sul piano fisico e astrale, il nostro spirito gioisce, giubila perché gli vengono date finalmente le possibilità di manifestare il suo potere sulla materia


Generalmente si considerano le idee come astrazioni; invece un’idea è un’entità vivente, un’entità che agisce. Se non lo sapete, è perché non avete ancora preso coscienza degli effetti che un’idea produce fin nelle profondità del vostro essere. Studiatevi e scoprirete quanto certe idee vi abbiano fatto del male, mentre altre, al contrario, vi hanno magnificamente aiutato. A quel punto, capirete quanto è importante nutrire dentro di sé un’idea divina che può trasformare tutto, non solo dentro di voi, ma anche fuori di voi. Non esiste idea più gloriosa che lavorare per la luce, per il Regno di Dio e la sua Giustizia. Tale idea produce in voi dell’oro, il che significa che vi porta la salute, la gioia, la forza, l’intelligenza, la speranza, la fede… Voi siete rigenerati, resuscitati, grazie a questa idea.


La grande maggioranza delle conoscenze messe a disposizione degli esseri umani conferisce loro il dominio sulla materia e assicura loro il successo. Va benissimo, ma a causa del modo in cui vengono ad essi presentate, tali conoscenze li allontanano sempre più dallo spirito. Ecco la causa della maggior parte degli squilibri che si constatano negli individui e nella società. Il libro della Genesi si apre con queste parole: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Questa frase riassume idealmente tutta la filosofia dello spirito e della materia. Il “cielo” è l’anima, lo spirito, lo splendore delle virtù. La “terra” è il mondo fisico con tutte le attività materiali alle quali l’uomo può dedicarsi. Se la terra è stata creata, significa che è necessaria. Ma Mosé, che era un grande Iniziato, ha nominato prima il cielo e poi la terra. Invece, per la maggior parte degli esseri umani la terra viene prima del cielo; addirittura, per taluni non esiste affatto il cielo, ma solo la terra. Questa è la ragione per cui il mondo materiale finisce per fagocitarli. L’equilibrio o lo squilibrio, in ogni essere umano, hanno come causa i rapporti che egli sa o non sa stabilire nella propria vita fra lo spirito e la materia


La predestinazione dell’uomo, la sua lontana predestinazione, è diventare come il suo Padre celeste, avvicinarsi ogni giorno sempre più alla Sua saggezza, al Suo amore, alla Sua potenza, e manifestarli nella propria vita. Ma lungo il cammino di questa grande predestinazione, l’uomo deve lavorare con “piccole predestinazioni”. Così, la predestinazione dei piedi è quella di portare il corpo fisico e di camminare nella direzione che la testa indica loro; a volte, il piede dà un calcio a qualcuno, ma non era la sua predestinazione! La predestinazione delle mani è quella di realizzare, di creare, di benedire; esse possono anche ferire e distruggere, ma questa non è la loro predestinazione. La predestinazione degli occhi è guardare, ricevere delle immagini, ricevere la luce, ma se lanciano sguardi folgoranti, questo non era nella loro predestinazione. E così via per tutti gli organi… E ora, che cos’è l’uomo? L’uomo è una sintesi di tutte queste predestinazioni, e il suo ruolo è quello di dirigerle, di organizzarle, perché esse sono presenti come dei mezzi, degli aiuti verso la sua grande e lontana predestinazione: diventare come Dio stesso.


Ciascuno ha una o più debolezze alle quali non sa resistere: ama troppo l’alcool o le donne, è spinto a calunniare gli altri, a sperperare il denaro in acquisti inutili, a distrarsi quando dovrebbe lavorare, ecc.: le possibilità non mancano! Per vincere le debolezze, ognuno deve cercare i segni che gli annunciano l’avvicinarsi della tentazione. Scoprirà che quei segni sono sempre gli stessi e che sono un avvertimento. Si analizzi, e cerchi nel suo passato le occasioni in cui quella debolezza si è manifestata, e anche i segni che l’hanno preceduta. Troverà che l’avvertimento può essere una sensazione al plesso solare, o un malessere, o un’immagine che si presenta a lui, ecc. Ci sono sempre dei segni per avvertirvi che le tentazioni si avvicinano, ma i segnali sono diversi secondo le persone; sta quindi a voi cercarli. Quando avrete finalmente scoperto quei segni precursori, potrete diventare padroni della situazione perché, sin dalla loro comparsa, saprete che dovete mostrarvi vigili


Ora che l’esoterismo è di moda, certe persone, dopo aver letto qualche libriccino che hanno più o meno compreso, si credono in grado di aprire una scuola e avere dei discepoli!… Ma potranno veramente illuminarli e aiutarli a trasformarsi? No, perché per poter cambiare gli esseri, bisogna prima aver cambiato se stessi. Una giovane ama un ragazzo alcolizzato o che si droga e, persuasa che lo strapperà al suo vizio, lo sposa. È bene voler salvare un uomo, ma lei con che cosa lo salverà? Quella ragazza ha abbastanza conoscenze?… Ed ecco che non solo non lo salva, ma può darsi che lei stessa si lasci trascinare a bere e a drogarsi. Quante persone credono di poter trasformare l’umanità così come sono! Non si chiedono: “Ho il sapere? Ho l’amore? Ho la luce, la purezza, la volontà e la forza morale?” Secondo loro, ne sono capaci. Ritengono sufficiente il fatto che ci siano, che esistano e ne sentano il desiderio. Purtroppo non è così, e falliscono


L’idea della vita spirituale fa paura a molti, perché essi hanno l’impressione che seguendola si getteranno nel vuoto. Ovviamente, gettarsi nel vuoto è spaventoso oltre che pericoloso, ma solo per qualcuno che non abbia ancora visto spuntare le proprie ali o non abbia imparato a schiuderle. Si faccia crescere le ali, si eserciti ogni giorno a volare e non rischierà nulla. Cosa significa questa immagine? Che chi è veramente animato dal desiderio di mettersi al servizio dello spirito, non può cadere: le sue ali si spiegheranno ed egli volerà nello spazio. Non è perché si rimane fissi al suolo, senza alcun desiderio di elevarsi, che si è necessariamente preservati dalle cadute, tutt’altro.  Se taluni si sono persi in volo per aver deciso di vivere la vita spirituale, è perché quella decisione non era ispirata da intenti nobili, puri, disinteressati e veramente spirituali


Per parlare del Regno di Dio, Gesù si è servito molto spesso di parabole. Per esempio: “Il Regno dei cieli è simile a del lievito che una donna ha preso e ha messo in tre misure di farina, affinché la pasta lieviti”. Nel Regno dei cieli di cui Gesù ha annunciato la venuta sulla terra, sono gli esseri umani stessi che devono diventare lievito. Se essi lavorano per divenire fermenti spirituali, potranno con la loro presenza e le loro emanazioni influenzare il mondo intero. Questo dipende dall’intensità della loro luce, dal loro amore e dalla forza della propria convinzione. Per intraprendere questo lavoro, sono necessari un insegnamento, un sistema filosofico e dei metodi. Ma per prima cosa siete voi a dover capire la necessità di vivere una nuova vita con una comprensione più vasta delle cose, sostenuta e nutrita da un amore più impersonale e da una volontà incrollabile. È così che diverrete quel lievito, quel fattore benefico, costruttivo, per
il mondo intero


Ciascuno fa dei progetti con intenzioni ben determinate, ma è impossibile prevedere se, in definitiva, gli eventi volgeranno in bene o in male. Fate dei progetti per un viaggio, per un’associazione, per un cambiamento di domicilio; anche se questi si presentano sotto un aspetto favorevole, in realtà c’è qualcosa che vi sfuggirà sempre: le conseguenze lontane della vostra impresa. O ancora, volete nuocere a qualcuno che considerate come un concorrente, un rivale, un avversario, e ci riuscite; ma in realtà non potete sapere se siete riusciti realmente a causargli un danno. Quante persone, alle quali taluni avevano voluto nuocere, hanno finito, attraverso tutto un concatenarsi di circostanze, per incontrare invece il successo e la felicità! Il bene e il male… Bisogna sempre aspettare a pronunciarsi: è il tempo a dirci cosa ne è stato realmente. Si può comprendere la questione solo studiando degli esempi nella propria vita e nella
storia dell’umanità.


Se un uomo esprime il suo amore attraverso la sua natura inferiore, già il suo sguardo riflette il desiderio di soddisfare gli istinti: ha fame, ha sete, e vuole appagarsi, tutto qui. Se invece un uomo manifesta il suo amore attraverso la sua natura superiore, il suo sguardo esprime la bellezza, la luce, la nobiltà, perché quell’amore non esige nulla: vuole soltanto donare, illuminare, salvare. È questo l’amore vero. Ma quante donne preferiscono uno sguardo di fuoco, uno sguardo che le desideri! Allora sì, sono felici, perché credono che quell’amore talmente intenso, potente ed espressivo sarà un amore duraturo. Poverette! Non sentono che uno sguardo sensuale parla proprio di un amore che non durerà. È la violenza di un fuoco di paglia che si spegne altrettanto velocemente di come si è acceso. Perché le donne hanno così poco discernimento?


L’essere umano non si limita al suo corpo fisico: grazie ai suoi corpi sottili, è in collegamento con il cosmo intero. Egli vive e vibra con l’Anima universale, con tutte le generazioni del più lontano passato, è in contatto con il mondo delle idee, degli archetipi, delle leggi, delle forze e delle verità, e quel mondo può riflettersi in lui sotto forma di immagini, di simboli. Quando meditate su una verità molto elevata che appartiene al piano causale, essa può provocare una reazione nelle profondità del vostro essere, e a quel punto una forma appare alla vostra coscienza: quella di un essere, di un oggetto o di una figura geometrica. È in questo modo che si spiegano i sogni premonitori e le visioni profetiche. Se foste voi a dover trovare la corrispondenza esatta, non ne sareste capaci, perché esistono migliaia di forme simboliche. Solo la Natura conosce l’affinità fra le cose, e presenta alla vostra mente un’immagine che corrisponde assolutamente al soggetto sul quale vi concentrate


Un bambino bravo e ubbidiente fa ovviamente la gioia degli adulti, i quali esclamano: “Oh! Com’è carino, com’è adorabile!” Certo, è più facile aver a che fare con un bambino che resta tranquillo quando gli si dice di non muoversi, che non parla quando gli si dice di tacere, ecc. Ma quel bambino così gentile, così docile, cosa farà più avanti? Sicuramente non grandi cose, resterà insignificante.  Invece, un bambino volitivo e indisciplinato procura dei grattacapi a chi gli sta attorno, e i genitori, i vicini e gli educatori non smettono di lamentarsi: “Oh, veramente esagera! Guardate quante sciocchezze ha fatto ancora!” Sì, ma quel bambino che stanca e importuna tutti, ha molte più possibilità di diventare qualcuno. Per il momento, tutti dicono che è insopportabile, ma quando avrà imparato a dirigere le proprie energie, si distinguerà per il suo carattere e i suoi talenti. E i genitori, gli educatori, i quali hanno il compito di vegliare sul suo sviluppo, devono aiutarlo in questo


Ogni manifestazione, ogni nascita, è il prodotto del lavoro dei due principi: il principio maschile – principio emissivo – proietta, insemina, dona il germe della vita; e il principio femminile raccoglie, organizza per produrre un’opera completa, perfetta. Il lavoro di creazione è quindi ripartito fra i due principi, e non bisogna né sopravvalutare né sottovalutare l’importanza dell’uno o dell’altro. Quale dei due sia il più necessario, il più importante: non è così che va posta la questione. Entrambi sono altrettanto importanti, altrettanto indispensabili, ma in due campi diversi. Il principio maschile invia delle onde o delle forze, ma ciò non serve a niente se non c’è l’altro principio che risponde, riceve e lavora su quello che ha ricevuto. È grazie al lavoro dei due principi che la vita è possibile; anche là dove non li vediamo, anche nel corpo fisico, essi lavorano insieme. È proprio quando l’uno domina a scapito dell’altro, che iniziano le anomalie, gli squilibri. La scienza dei due principi è la scienza dell’equilibrio cosmico


Come le pietre, le piante e gli animali, l’essere umano fa parte dell’Universo. Ma, in quanto essere pensante, egli ha un ruolo particolare da svolgere: deve partecipare alla costruzione di quell’edificio che è la vita collettiva. Finché lavora solo per se stesso, non gli può accadere nulla di buono. Direte: “Ma come? Se uno lavora per sé, guadagna qualcosa!” No, perché quel “sé” per il quale lavorate, quel sé egoista, separato, è una voragine, e lavorando per lui gettate tutte le vostre ricchezze in quel baratro. Non è così che bisogna lavorare. Gli individualisti, gli egoisti, non vedono tutto ciò che potrebbero acquisire lavorando per la collettività. Però, capitemi bene, quando parlo di “collettività”, non parlo unicamente della collettività umana, ma anche di tutte le creature nell’Universo, sino a Dio stesso. Questa collettività cosmica, questa immensità per la quale dovete lavorare, è come una banca, e tutto ciò che fate per essa vi ritornerà un giorno amplificato


Dopo aver terminato la sua lezione, il professore non si occupa più dei propri allievi; torna a casa sua dove si fa prendere nuovamente dalle sue attività personali, dai suoi pensieri, dai suoi sentimenti, dai suoi problemi. Ha tenuto la lezione, e tutto finisce lì. Un Maestro spirituale, invece, si occupa senza sosta dei suoi discepoli: di giorno, di notte, quando mangia, quando lavora e quando dorme pensa alla loro anima, al loro spirito, ed è così che li aiuta ogni giorno, ininterrottamente. Vi chiedete come sia possibile? Semplicemente perché un Iniziato è libero! E quando si è liberi, quando si sono risolti i propri problemi, si possono aiutare i propri amici, i propri discepoli, i propri allievi. Se invece si rimane sempre troppo presi, troppo impegnati, impigliati nei propri affari – come nel caso della maggior parte degli esseri umani – cosa si può fare per gli altri?… Ecco ancora una differenza fra un vero Maestro spirituale e un comune istruttore


Non siate così indifferenti e negligenti nei confronti degli esseri che vi circondano. Imparate a considerarli con un sentimento sacro, e dietro le loro sembianze, dietro la forma del loro corpo o del loro viso, scoprirete la loro anima e il loro spirito, che sono figlia e figlio di Dio. Se saprete soffermarvi sulla loro anima e sul loro spirito, tutte le creature che avete trascurato e disprezzato vi appariranno estremamente preziose. Il Cielo stesso, che le ha inviate sulla terra sotto quel travestimento, le considera come dei tesori, come ricettacoli della Divinità. Quindi, di tutte le persone che incontrate, non fermatevi tanto all’aspetto fisico, al patrimonio, alla situazione, all’istruzione, ma guardate l’anima e lo spirito. Ditevi che anche coloro che se vanno in giro come dei mendicanti o dei barboni, sono principi e principesse agli occhi di Dio che li ha creati


Il fatto di sentirsi spinti in una direzione, per molti è sufficiente a giustificare la propria condotta. Dicono: “Beh, che c’è di strano? È normale, si obbedisce alla natura!” Certo, obbediscono alla natura, ma a quale natura? Alla natura inferiore. Quando una tigre si getta sulla preda per divorarla, non si sente colpevole, perché è la sua natura, la natura animale, a spingerla: ha fame e mangia. È la stessa cosa per certi esseri umani: provano il bisogno di rubare, di saccheggiare, di violentare, di uccidere, e lo fanno senza provare il minimo sentimento di colpevolezza, perché sono interamente dominati dalla propria natura animale. Ci si stupisce: “Ma come è possibile che esistano esseri simili?” Non si capisce. Eppure è facile da capire: è solo quando la natura superiore comincia a risvegliarsi negli esseri, che questi possono sentirsi colpevoli degli atti ispirati loro dalla natura inferiore e possono decidere di dominarsi, non prima


Le piante e gli animali possiedono, a modo loro, un linguaggio; ma, unico fra gli esseri viventi, l’uomo possiede la parola. È grazie alla parola che sono fiorite culture e civiltà, ed è ancora grazie ad essa che l’uomo può diventare onnipotente. La vera magia, la magia divina, è la parola luminosa, armoniosa, musicale, la parola che viene da Dio, dal Cristo, dal Verbo. Nell’Albero sefirotico, il Verbo è la seconda sefirah, Hohmah, la Saggezza, emanata da Kether. Essa contiene tutti gli elementi, le lettere e i numeri di cui Dio si è servito per creare l’Universo. Il Cristo è il Verbo di Dio, è la chiave universale che apre tutte le porte della vita. Colui che lavora sulla parola per renderla potente, viva e armoniosa, entra già in possesso di quella chiave. Grazie ad essa può compiere prodigi, dapprima su di sé, poi sugli altri e sulla natura intera. Tale è lo straordinario divenire che attende l’essere umano: poter agire sulla materia mediante il proprio Verbo


Molte persone ritengono che la morale e la religione siano state inventate da un clero che cercava di dominare il popolo ignorante e credulone. È certo che in parecchi casi il clero abbia messo la morale e la religione al servizio di interessi e di passioni assolutamente condannabili. Ma la vera morale e la vera religione non hanno nulla a che vedere con gli interessi di alcuni; esse sono fondate sulla conoscenza delle grandi leggi cosmiche, e in particolare della legge di causa-effetto: ciò significa che, secondo la propria natura, ogni pensiero, ogni sentimento e ogni azione hanno per l’uomo conseguenze positive o negative. Se ci si accontenta di dire alle persone: “Fate questo… Non fate quello…” come se fossero bambini ai quali si chiede di obbedire senza dar loro spiegazioni, perché esse dovrebbero accettare quelle regole? Per la loro buona evoluzione, si deve mostrare loro  che la vera morale come la vera religione poggiano sulla conoscenza delle leggi cosmiche


Armi che favoriscono l’istinto di aggressività… e comodità che favoriscono negli esseri l’istinto di pigrizia… Possono ricercatori e tecnici essere felici e fieri di aver dato agli esseri umani tanti mezzi per meglio autodistruggersi? Perché prima ancora di riuscire ad annientarsi con le armi, essi stanno perdendo a poco a poco la propria resistenza fisica e le proprie facoltà psichiche, a causa di tutti quegli apparecchi che li dispensano dal compiere degli sforzi. In apparenza c’è progresso, ma in realtà si constata un indebolimento della volontà e delle
facoltà spirituali. Per questo sempre più pensatori, e anche scienziati, cominciano a dubitare che tutto questo progresso tecnico contribuisca al bene dell’umanità.  Ciò non significa che si debba arrestare il progresso, no: è la natura stessa che spinge gli esseri umani a fare delle ricerche; ma tali ricerche devono essere orientate diversamente. Non bisogna mai smettere di cercare, non bisogna mai smettere di approfondire i misteri della natura, ma lo si deve fare prendendo un’altra direzione, la direzione verso l’alto, vale a dire verso lo spirito


Armi che favoriscono l’istinto di aggressività… e comodità che favoriscono negli esseri l’istinto di pigrizia… Possono ricercatori e tecnici essere felici e fieri di aver dato agli esseri umani tanti mezzi per meglio autodistruggersi? Perché prima ancora di riuscire ad annientarsi con le armi, essi stanno perdendo a poco a poco la propria resistenza fisica e le proprie facoltà psichiche, a causa di tutti quegli apparecchi che li dispensano dal compiere degli sforzi. In apparenza c’è progresso, ma in realtà si constata un indebolimento della volontà e delle facoltà spirituali. Per questo sempre più pensatori, e anche scienziati, cominciano a dubitare che tutto questo progresso tecnico contribuisca al bene dell’umanità.  Ciò non significa che si debba arrestare il progresso, no: è la natura stessa che spinge gli esseri umani a fare delle ricerche; ma tali ricerche devono essere orientate diversamente. Non bisogna mai smettere di cercare, non bisogna mai smettere di approfondire i misteri della natura, ma lo si deve fare prendendo un’altra direzione, la direzione verso l’alto, vale a dire verso lo spirito


Vedendo le reazioni e il comportamento abituali di certe persone, si direbbe che esse percepiscano la vita come una divinità nemica che stia cercando il modo di annientarle. La vita è davvero la più grande potenza che esista, ma non ha alcuna volontà di annientare gli esseri umani. Le difficoltà e gli ostacoli posti sul loro cammino hanno lo scopo di rafforzarli, non di distruggerli, e sta a loro rendersi amica quella potenza che è la vita, imparando a lavorare con essa.  Per quale ragione, ciò che è penoso o doloroso per alcuni non è né penoso né doloroso per altri? È esattamente come a scuola dove, mentre certi allievi terminano facilmente un esercizio in pochi minuti e ricevono un voto eccellente, altri faticano e ricevono un voto insufficiente. Ogni giorno la vita presenta a ciascuno di noi problemi da risolvere, e dobbiamo sforzarci di farlo cercando le soluzioni in noi stessi. Coloro che si accontentano di aggirare i problemi o di evitarli, verranno più avanti riacciuffati dalla vita, e faranno sempre più fatica ad affrontare le difficoltà, perché non avranno imparato la lezione del giorno… come a scuola, appunto, dove l’alunno negligente e pigro non riesce a recuperare. Imparate a vedere nelle prove degli esercizi da fare, dei problemi da risolvere: la forza, la fede e l’amore che sentirete aumentare in voi via via che ci riuscirete, saranno i diplomi che la vita stessa vi assegnerà


Dai discepoli di una Scuola iniziatica ci si aspetta che siano capaci di regolare armoniosamente i problemi che hanno con i propri parenti, altrimenti si creeranno un nuovo karma. Perché è necessario che i membri di una stessa famiglia si trascinino a vicenda davanti ai tribunali per questioni di denaro? Non possono essere un po’ al di sopra di questo? Perché devono aggrapparsi così tanto ai propri interessi, ai propri averi? Che facciano un gesto, Dio mio, e saranno liberi! Certo, inizialmente non saranno tanto disposti a fare quel gesto: soffriranno, sentiranno in loro qualcosa che stride. Ma se ci riusciranno, scopriranno nuove regioni, nuove luci, e nessuno sarà più fiero e più felice di loro, perché avranno realizzato qualcosa di molto difficile: vincere la natura inferiore, avida e possessiva. È la natura inferiore nell’uomo a consigliarlo senza sosta di difendere i propri interessi con i denti e con le unghie, fino a ricorrere alla giustizia dei tribunali. E poi egli si crede capace di seguire un insegnamento spirituale! Ebbene no, non lo è.


Pasqua, San Giovanni, San Michele, Natale… Il modo in cui queste quattro feste sono ripartite nel corso dell’anno deve farci riflettere sull’importanza degli avvenimenti che, in quei periodi, si verificano nell’Universo. A ciascuna di queste feste corrisponde un punto cardinale, una stagione, un arcangelo, un pianeta. La festa di Pasqua è in relazione con l’arrivo della primavera alla quale presiede l’Arcangelo Raphaël; questo Arcangelo rappresenta Mercurio e regna sul Sud. La festa di San Giovanni con i suoi fuochi segna l’inizio dell’estate; è la stagione dell’Arcangelo Uriel, che rappresenta la Terra e regna sul Nord. La festa di San Michele segna l’inizio dell’autunno; essa è sotto l’influsso dell’Arcangelo Mikhaël, che rappresenta il Sole e regna sull’Est. Il Natale segna l’inizio dell’inverno; è consacrato alle forze dell’Arcangelo Gabriel, che rappresenta la Luna e regna sull’Ovest. Per ciascuno dei quattro grandi periodi dell’anno, determinate forze ed entità si mettono al lavoro; e noi pure, almeno con la nostra coscienza, possiamo partecipare a questo lavoro.


I Serafini, i Cherubini e i Troni appartengono alla Triade Kether, Hohmah e Binah. Essi sono quindi in contatto diretto con Dio stesso. I Serafini sono gli spiriti del Suo Amore, i Cherubini sono gli spiriti della Sua Saggezza, e i Troni sono gli spiriti della Sua Potenza. È attraverso i Serafini, i Cherubini e i Troni che le Dominazioni, le Potenze e le Virtù ricevono le emanazioni divine. Questi tre Cori angelici sono un primo riflesso dell’Amore, della Saggezza e della Potenza di Dio. Al di sotto, i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli ne sono un secondo riflesso. Sta a noi ora compiere degli sforzi per divenire il terzo riflesso della perfezione divina, imparando a lavorare con tutto l’amore del nostro cuore, con tutta la luce del nostro intelletto e con tutta la forza della nostra volontà.


Da quando ha lasciato il seno dell’Eterno per intraprendere una lunga discesa nella materia, l’essere umano, per vivere, ha bisogno di tutte le risorse che la materia può mettere a sua disposizione. Ora che si è talmente allontanato dalla Sorgente divina, gli è impossibile ritornarvi senza un appoggio, senza alcun utensile o strumento materiale. È quindi saggio e ragionevole che egli utilizzi i mezzi materiali che possiede, però non deve servirsene per disperdersi e allontanarsi ancor più dal Signore, bensì per ritornare a Lui. Ciò che conta, quindi, è lo scopo, è la direzione che prendete servendovi di tutto ciò che il mondo materiale vi fornisce. Sia che mangiate, respiriate, passeggiate, lavoriate o amiate, sforzatevi di mettere in atto ogni cosa per fare sempre un passo in più verso la Sorgente divina, verso lo Spirito


Il destino dell’uomo è determinato dalla natura dei suoi bisogni. Prendiamo un esempio: se ogni giorno avete necessità di una grande quantità di sigarette e di alcool, se avete bisogno di accumulare beni (case, auto, imprese), se avete bisogno di andare tutte le sere al night o al casinò per giocare alla roulette, il vostro destino è tutto tracciato: la decadenza, la rovina, forse anche la prigione. Se invece avete bisogno di contemplare la bellezza divina o di diffondere la pace e la luce attorno a voi, anche in quel caso è chiaro: incontrerete la gioia e la pienezza. Come mai gli esseri umani non si accorgono che ogni bisogno, ogni sogno, ogni desiderio li mette su determinati binari? Secondo le proprie aspirazioni, essi andranno verso regioni
infestate da vespe, serpenti e belve, dove ci lasceranno la pelle… oppure verso regioni luminose, magnifiche, dove incontreranno ogni gioia. Secondo le proprie tendenze, i propri gusti e desideri, ciascuno determina il proprio punto d’arrivo


Ci sono uomini e donne i quali, non trovando il proprio posto nella società, si sentono ignorati, disprezzati e soprattutto inutili, sentimento, questo, fra i peggiori che esistano. Allora, in che cosa impegneranno le proprie energie? Poiché non viene data loro la possibilità di costruire qualcosa, a costoro non
resta che distruggere. Non che la loro natura sia particolarmente cattiva, ma quando ci si sente ingiustamente ignorati, si è tentati di attirare l’attenzione commettendo atti di violenza. A quel punto, ovviamente, ci si fa notare, ma cosa ci si guadagna veramente? Essere sensibili agli sguardi e all’opinione degli altri non è di per sé riprovevole; però, sappiatelo, la stima che avete di voi stessi o il senso del vostro valore non devono mai dipendere da quegli sguardi o da quell’opinione, bensì dalla coscienza del lavoro che fate nel segreto del vostro cuore, per il bene del mondo intero. Quindi, anche se la società non sembra aver bisogno di voi, questo non deve rattristarvi: troverete sempre un posto per fare qualche cosa di utile, di buono e di bello. Che lo si riconosca oppure no, sentirete che è allora che sbocciate.


Un Iniziato, come ogni essere umano, ha bisogno di nutrirsi, e nutrirsi non significa solo mangiare e bere, ma anche amare. Ciò che l’Iniziato cerca di fare, però, è nutrirsi della vita divina, ossia di ciò che vi è di più sottile negli esseri; e quando incontra dei frutti e dei fiori, vale a dire degli esseri umani che portano in sé quella vita, fissa la propria attenzione su di loro dicendo: “Ecco degli aspetti del Padre celeste, della Madre divina… Grazie Signore, grazie Madre divina. Attraverso questi fiori e questi frutti, oggi ho la possibilità di avvicinarmi a Voi e di contemplarvi; tramite questo splendore posso respirare i Vostri profumi, gustare i Vostri sapori”. E senza neppure toccarli riparte felice, perché quei frutti e quei fiori gli hanno permesso di avvicinarsi al Cielo


Ogni particella di materia possiede un’energia. Così, il nostro corpo fisico, che è materia, possiede anch’esso un’energia: è questa energia che viene chiamata “anima”. Ma poiché l’essere umano in realtà è costituito da più corpi, ciascuno  di quei corpi possiede un’anima: per il corpo fisico è l’anima istintiva, per il corpo astrale è l’anima emozionale, per il corpo mentale è l’anima intellettuale. Quanto ai corpi causale, buddhico e atmico, hanno anch’essi un’anima che i cabalisti chiamano rispettivamente Iehidah, Hayah e Neschamah. Ogni corpo possiede quindi un’anima: il corpo è il contenente, l’anima il contenuto, ossia l’energia che anima il corpo, e i due sono uniti. La natura stessa, il cosmo, è un corpo, il corpo di Dio, e ha un’anima: si tratta dell’Anima universale che lo riempie della propria quintessenza. Per la Scienza iniziatica, tutto questo è chiaro e limpido: ci sono tante anime quanti sono i corpi.


Molte formule matematiche possono essere trasposte sul piano psichico. Prendiamo in esame la formula: “uno diviso infinito tende a zero”. Interpretata simbolicamente, questa formula significa che l’essere umano che si allontana dall’Uno, che si allontana da Dio, va a perdersi completamente alla periferia dell’esistenza, e un giorno non resterà quasi niente di lui; è la morte, la morte spirituale ad attenderlo. La vita è nell’uno. Noi dobbiamo lavorare ogni giorno per avvinarci al numero uno, che è Dio stesso. Quando Gesù diceva  “Mio Padre e io siamo uno”, mostrava di aver compreso e realizzato il grande principio dell’unità: egli si è fuso nel Padre per divenire uno con Lui. Tutte le creature che non sono ispirate dalla filosofia dell’unità insegnata da Gesù e da tutti i grandi Maestri spirituali, finiscono per smembrarsi e perdono il senso della vita


La verità può essere definita molto semplicemente: essa è paragonabile a una medaglia le cui facce rappresentano rispettivamente l’amore e la saggezza. Se cercate la verità indipendentemente dall’amore e dalla saggezza, vale a dire indipendentemente dal cuore e dall’intelletto, non la troverete mai. Ma nel momento in cui avete l’amore e la saggezza, avete pure la verità, anche se non la cercate. Non troverete la verità come principio in sé; essa può esistere soltanto per l’uomo che sa lavorare contemporaneamente con il cuore e con l’intelletto. Se attualmente nel mondo circolano e si scontrano tante verità diverse e contraddittorie, è perché queste riflettono la deformazione del cuore e dell’intelletto degli esseri umani. Qualcuno vi dice: “Ecco la verità!” Eh no, in realtà si tratta della “sua” verità, e quella verità parla del suo cuore e del suo intelletto, i quali sono insufficienti e deformati, o al contrario molto elevati


Per quanto piccola possa essere, una pietra preziosa è una particella di materia capace di trattenere una forza cosmica. Ma non dovete contare su una pietra pensando che essa vi proteggerà, vi guarirà e vi darà dei poteri; se non fate alcun lavoro, essa non vi servirà a niente. La pietra è come un’antenna, e come ad un’antenna, bisogna darle una funzione, dei messaggi da trasmettere. Dietro quella pietra, ci sono delle forze che girano, che vibrano, ma sta a voi fissarle, orientarle. Ogni pietra preziosa è già preparata dalla natura per captare certe energie dal cosmo e diffonderle, propagarle. Ma non basta possedere una pietra preziosa per beneficiare delle sue virtù; occorre imparare a servirsi di quella pietra per fare in prima persona un lavoro interiore


Ogni giorno il sole sorge vivo e vibrante, per inviare nello spazio tesori di luce, di calore e di vita. Ma, anche fra voi, vi sono alcuni che guardandolo restano ancora là, insensibili, come se ci fosse uno schermo fra il sole e loro. Ed è vero che c’è uno schermo a causa della vita che hanno vissuto il giorno prima… o i giorni precedenti. Non sospettavano che le loro azioni, i loro pensieri e i loro sentimenti avrebbero influenzato il loro stato di coscienza nel momento in cui essi si sarebbero trovati davanti al sole. Non si sono sorvegliati, ed ecco perché dinanzi al sole rimangono inerti, non sentono nulla. Se ogni giorno vi avvicinate al sole dopo esservi preparati interiormente, capirete che esso è un mondo sfolgorante dove abitano le entità più evolute, e che voi potete, grazie a lui, trovare la soluzione a tutti i vostri problemi. Sì, perché il sole, oltre a donarvi il suo calore e la sua luce, può fare questo: aprire la vostra intelligenza e il vostro cuore.


I genitori e gli educatori hanno come compito quello di risvegliare nei bambini il senso del mondo divino, con tutta la gerarchia delle creature celesti che si elevano sino al trono di Dio. Sì, l’essenziale è inscrivere nell’anima e nello spirito della giovane generazione l’idea che esiste un mondo sublime al quale possono ricorrere, non soltanto nelle difficoltà e nelle prove, ma anche in tutte le circostanze della vita quotidiana, per potervi attingere la forza, il coraggio e l’ispirazione.  Ovviamente, non dico che quei giovani, istruiti nelle verità della Scienza iniziatica, avranno la rivelazione immediata del mondo divino, no, ma in quel legame che avranno imparato a stabilire con il Cielo, troveranno sempre delle risorse spirituali. Essi porteranno in sé un mondo ricco e potente, e nelle situazioni in cui gli altri si scoraggiano, cadono, oppure diventano vittime o malfattori, loro progrediranno, miglioreranno e diverranno dei modelli.”


Chi si lascia attraversare da ogni sorta di pensieri e desideri contraddittori alimenta in sé il disordine, e non si deve quindi stupire se non riesce più a ritrovarsi. Quanti si lamentano: “Non so più a che punto sono…” Perché? Perché hanno desiderato e accumulato troppe cose eteroclite, e ora sono immersi nelle complicazioni fino al collo.  Da dove trae il diamante la sua purezza? Dal fatto che è senza miscugli: puro carbonio. Aggiungetegli un altro elemento e non sarà più un diamante. Allo stesso modo, coloro che vogliono assaporare tutto, toccare tutto, sperimentare tutto, conoscere tutto, perdono il proprio valore di diamante, e finiscono per essere soltanto pietre opache. Il vero discepolo deve dirigersi verso un solo scopo, avere un solo ideale, un solo desiderio, un solo nutrimento, simbolicamente parlando. Allora, come il diamante si sentirà attraversato dalla luce.


Al di là di ciò che vediamo di esso, il nostro corpo fisico è come munito di antenne eteriche, grazie alle quali è in
comunicazione con tutta la natura: esso emette e riceve delle onde. Sin dalla più remota antichità, si è a conoscenza che un corpo denudato è dotato di poteri magici che perde quando è vestito. Così, gli uomini e le donne che sanno come esporsi nudi alle influenze della terra, dell’aria, dell’acqua e del sole, possono impiegare tali influenze per il proprio lavoro spirituale, lavoro che esse sostengono e rafforzano.  Ma ciò che occorre anche sapere, è che le antenne di cui il corpo fisico è dotato attirano indifferentemente sia le buone che le cattive correnti. Perciò, se vi esponete nudi, o quasi, come si fa sulle spiagge in estate, siate vigili. Potete farlo senza pericolo soltanto se sapete chiudervi a tutte le correnti negative, tenebrose, e aprirvi unicamente alle correnti luminose e divine. E anche in questo caso, è attraverso un lavoro del
pensiero che riuscirete a proteggervi


Il sole è la sorgente dell’amore universale: depone le sue particelle di vita in tutta la natura, e sono queste particelle che riceviamo in seguito attraverso le pietre, le piante, gli animali e anche gli esseri umani. Sì, anche gli uomini e le donne possiedono  alcune particelle del sole, ma pochissime ovviamente, in quanto non si sforzano di attirarle; ecco perché non possono portarsi reciprocamente la pienezza. Il vero amore si trova a profusione nel sole, ed è là che occorre cercarlo. Finché non berrete alla sorgente, troverete soltanto piccole gocce di rugiada condensate qui e là su qualche foglia, su qualche fiore, ed è poca cosa. Vi sono certamente alcuni punti nel corpo dell’uomo o della donna dove l’amore si deposita un po’, ma se lo cercate soltanto là, sarete sempre affamati e assetati. È ciò che accade alla maggior parte di coloro che si amano: non si sentono appagati, manca loro sempre qualcosa. Occorre che vadano alla sorgente a cercare quell’immenso amore che inonda tutta la Creazione. In seguito, amino pure un uomo o una donna, se vogliono! Ma per trovare la
pienezza, è prima alla sorgente che devono bere.


I discepoli di un Maestro vengono volontariamente presso di lui. Non è il Maestro che va a cercarli per costringerli ad ascoltarlo. Ma spesso, cosa accade? Quando il Maestro – il quale pensa solo al loro avvenire, alla loro evoluzione, e impiega tutto il suo tempo e le sue forze per esser utile ai discepoli – dice qualche verità un po’ sgradevole su di loro, invece di capire che egli agisce così per il loro bene, eccoli dispiaciuti, offesi, ribelli. Perché? Perché restano sotto l’influenza della propria natura inferiore, la quale si sente offesa alla minima critica. Ebbene, questo non è intelligente.  Quando il vostro Maestro vuole darvi i mezzi per domare la vostra natura inferiore, invece di lamentarvi e protestare, dategli una mano. Se proteggete la vostra natura inferiore demolite il lavoro del vostro Maestro, il quale cerca di aiutarvi. Piuttosto, collaborate con lui! Quando la vostra natura inferiore vedrà che nessuno prende le sue difese, finirà per abbassare la guardia


La rinuncia non deve mai essere una privazione, bensì una trasposizione, uno spostamento su un piano superiore. È la stessa attività che continua, ma con materiali più puri, più luminosi. Voi rinunciate, per esempio, a gustare un piacere sul piano fisico per gustare quel piacere sul piano spirituale, dove la sua qualità è migliore. Così, invece di andare per interi pomeriggi a stendervi al sole sulle spiagge, per abbrutirvi e perdere il vostro tempo, andate al mattino ad assistere al sorgere del sole: là, sentirete a poco a poco la vostra mente farsi più lucida e penetrante. Non si tratta di non esporsi più al sole, ma di sapere dove, quando e come farlo, affinché sia veramente benefico per voi. Questa trasposizione può essere realizzata per tantissime altre attività! Sta a voi vedere, analizzandole, come potete spostarle su un piano superiore.


È detto nella Genesi che Dio creò l’uomo a Sua immagine, e poiché Dio è anche l’Universo, l’uomo è quindi a immagine dell’Universo. Certo, quando lo si osserva nella maggior parte delle sue manifestazioni, si pensa che l’uomo non sia gran che. Sì, ma al tempo stesso, come Dio, egli è l’Universo intero. La nostra intelligenza, che può concepire esclusivamente il mondo a tre dimensioni, è incapace di cogliere l’essere umano nella sua immensità. Ciò che vediamo, tocchiamo e sentiamo di lui non è che un aspetto assai limitato. L’essere umano vero non lo si conosce; di lui si conoscono solo degli involucri: come il palombaro rivestito di uno scafandro o l’eschimese coperto di pelli di animali, egli è rivestito di varie pelli (i suoi diversi corpi), e sono queste che più o meno conosciamo. Quando si sa come “togliere”, per così dire, quelle pelli una dopo l’altra, si scopre un punto minuscolo, un atomo di luce; ma, allo stesso tempo, si comprende che l’essere umano è immensamente grande e che abbraccia l’Universo intero. Queste due affermazioni sono entrambe veritiere


Il grande amore, il successo, la fortuna, la gloria: è questa l’idea che gli umani si fanno della felicità, e attendono tutti questi doni. Se non arrivano, alcuni vanno a consultare degli astrologi, i quali dicono loro: «Ma sì, l’amore arriverà, il successo arriverà. fra sei mesi, fra un anno, quando ci sarà quel dato transito o quella data congiunzione di pianeti». Eccoli allora rassicurati, e così continuano ad aspettare. Eh, no: la felicità non è qualcosa che viene – o che non viene – così, dall’esterno. La felicità è uno stato di coscienza che dipende dalla nostra buona comprensione delle cose. Non bisogna immaginare che siamo venuti sulla terra per vedere tutti i nostri desideri realizzarsi. Siamo venuti sulla terra per  imparare e per perfezionarci. Ora, come perfezionarsi se nonincontrando ogni giorno nuovi problemi da risolvere? Ecco, bisogna che sia ben chiaro: la terra è una scuola, e come in tutte le scuole, soltanto coloro che imparano e progrediscono possono essere felici.


Osservatevi e constaterete che a rendere faticosa la vostra esistenza non sono grandi disgrazie o gravi incidenti – le grandi disgrazie e i gravi incidenti non si verificano tutti i giorni. A rendere difficile la vostra esistenza sono quei pochi contrattempi, quei pochi inconvenienti ai quali date troppa importanza e che sconvolgono o paralizzano tutta la vostra vita interiore. Allora, decidetevi una volta per tutte a tagliar corto con tutti i piccoli dispiaceri, i piccoli inconvenienti, le piccole vessazioni che avvelenano la vostra vita quotidiana, e comincerete finalmente a gustare la pace e la libertà


Numerosi sono gli oggetti simbolici che rappresentano l’essere umano. Fra questi, si trova il caduceo di Hermes. I due serpenti che si incrociano da una parte all’altra del bastone centrale, rappresentano le due correnti, positiva e negativa, che ondeggiano da un lato all’altro della colonna vertebrale. Gli induisti chiamano queste due correnti Ida e Pingala, e Sushumna il canale centrale all’interno della colonna vertebrale. L’Iniziato è colui che sa lavorare con le due correnti: via via che procede nel suo lavoro, acquisisce dei poteri che gli permettono di agire sulla natura, su se stesso e sugli altri. Ecco perché si è fatto del caduceo un simbolo della medicina. Il caduceo di Hermes rappresenta tutta una filosofia e una disciplina di vita fondate sui due principi. Esso ci insegna come lavorare con le due correnti, positiva e negativa, che circolano nell’Universo. Un vero Iniziato lavora con i due principi, conosce la potenza dei due principi come strumenti, come armi e come rimedi: un tale Iniziato possiede i veri poteri


“La vita è sogno”: è ciò che dicono poeti, mistici, filosofi e drammaturghi. Ma non è perché la vita è un sogno che ci si deve lasciare andare a sognare, o più esattamente a perdersi in fantasticherie, come fanno molti. Desiderano questo, sognano quest’altro… ma quei sogni sconclusionati, senza capo né coda, ispirati unicamente dalla sensualità, dai capricci o dalla pigrizia, non sono consigliabili. Certo che si può sognare, anzi, si deve sognare, ma a condizione che quei sogni siano coscienti, divini, orientati sempre nel senso del bene e della luce: il Regno di Dio sulla terra, tutti gli esseri finalmente liberi, che vivono nell’amore e nella pace. Se sempre più uomini e donne facessero spesso questo genere di sogni, contribuirebbero più rapidamente alla loro realizzazione. Dipende da ciascuno di noi creare delle immagini sublimi che contribuiranno alla trasformazione del genere umano.


Colui che vuole dedicarsi esclusivamente alla preghiera, alla meditazione e al lavoro del pensiero, sopprimendo totalmente il lavoro fisico, produrrà in sé grandi anomalie. L’uomo è stato creato per vivere nei tre mondi: mentale, astrale e fisico, vale a dire il mondo del pensiero, il mondo del sentimento e il mondo dell’azione. Se trascurate uno dei tre piani, vi mutilate, perdete la vostra integrità e non potete presentarvi dinanzi all’Eterno come un essere che abbia cercato di sviluppare armoniosamente tutte le possibilità ricevute da Lui. In più, occorre sapere che trascurando un piano, si nuoce alla qualità degli altri due. Oggigiorno il lavoro fisico è deprezzato e, appena possibile, lo si lascia agli apparecchi, alle macchine. Si cammina sempre meno, si salgono sempre meno le scale. Ma quando si rifiutano gli sforzi sul piano fisico, si finisce per incontrare degli ostacoli
nel campo affettivo e anche intellettuale


Col pretesto di lavorare per la sicurezza del proprio paese, esistono scienziati che credono di poter giustificare le loro invenzioni più micidiali: essi adempiono a un dovere della più alta moralità. Ebbene, per la Scienza iniziatica questo non è un argomento, perché la Scienza iniziatica è una scienza universale che non tiene conto delle frontiere e non ammette alcuna forma di limitazione. Essa insegna ciò che è veramente buono o cattivo, morale o immorale per il mondo intero. Quindi, se ci rivolgiamo alla Scienza iniziatica per chiedere la sua opinione, essa si pronuncerà in modo chiaro e non giustificherà mai gli intrighi, che sono buoni per un paese e cattivi per altri. Agli occhi dell’Intelligenza cosmica, l’essenziale è sempre lo scopo per il quale lavoriamo, è il modo in cui utilizziamo le energie e i talenti che Essa ci ha dato. Dunque, solo l’essere che mobilita tutte le risorse che sono in lui per la venuta del Regno di Dio nel mondo viene approvato, accettato e glorificato
in alto


Che gli esseri umani siano imperfetti è evidente, ma l’atteggiamento che consiste nel criticarli di continuo non è
affatto pedagogico. La questione è sapere se si vuole soltanto lasciarsi andare al malcontento e all’esasperazione, oppure si desidera aiutarli. Se desiderate aiutare qualcuno, dovete mostrarvi pedagogo, e per farlo, dovete rivolgervi a ciò che di migliore esiste in lui, mostrargli che vedete le sue qualità (tutti ne hanno almeno una) e fare appello ad esse. In questo modo toccate il suo amor proprio, lui cercherà di non deludervi, ed è così che riuscirete a migliorarlo. Non crediate di riuscire a migliorare qualcuno sottolineando continuamente le sue imperfezioni, trattandolo da incapace, da bugiardo, da disonesto, perché a quel punto non farà più sforzi. Visto che vi siete già fatti un’opinione definitiva di lui, perché mai dovrebbe fare degli sforzi?


La misura è necessaria in ogni cosa. Sì, anche nella bontà, perché se anche lì si manca di misura, se ne subiscono
necessariamente gli inconvenienti. Mancare di misura non è né cattivo né criminale, ma è un errore, e ogni errore porta a una sanzione. Vi darò un esempio. Ricevo una giovane donna, la quale mi dice: “O Maestro, sono talmente infelice! Piango giorno e notte. – Ma perché? Cosa le è successo? – Ebbene, io che amavo così tanto mio
marito, che prevenivo tutti i suoi desideri, che lo circondavo di tanto affetto e calore, ecco che sono stata lasciata: lui se ne è andato con una mia amica. – Ah! E com’è questa amica? – Oh, è egoista, fredda. – Ebbene, ecco appunto il guaio: lei era troppo calda, e lui è andato a rinfrescarsi”. Ovviamente mi si dirà: “Quindi la bontà non serve a niente?…” Purtroppo, la bontà cieca può trascinare qualcuno nelle peggiori situazioni. Anche le persone più meravigliose, se non conoscono la misura, ricevono delle tegole in testa. Non si tratta di una punizione, no, ma non conoscendo la misura hanno messo in azione una legge, e ricevono
qualche colpo


Entrando in una foresta, cercate di prendere coscienza che lì sono presenti moltissime creature che vanno e vengono, occupate in diverse attività, e che vi vedono. Cercate di mettervi in relazione con quelle creature, anche rivolgendo loro la parola per mostrare che ne apprezzate il lavoro. Avvicinatevi a un albero, per esempio, e ditegli: “Come sei bello! Come sei potente, resistente, solido! Ah, se potessi avere anch’io la tua resistenza, la tua solidità! Ti incarico di dire a tutti gli altri alberi della foresta che sono magnifici, che li amo; salutali tutti da parte mia, trasmetti loro un mio bacio”. Abbracciate l’albero, e le entità che lo abitano trasmetteranno allora il vostro amore a tutta la foresta. Così, mentre continuate a passeggiare, le altre entità che hanno ricevuto il vostro messaggio escono dagli alberi per guardarvi; sono meravigliate e danzano al vostro passaggio. E quando tornate a casa, siete felici: sentite di aver assaporato qualche cosa della vera vita


Ecco qualcuno che parte per le vacanze, e sulla soglia di casa dice una piccola preghiera: “Signore, proteggi la mia casa dai ladri”. Pensate un po’: è il Signore a dover custodire la sua casa, mentre lui, nel frattempo, andrà a passeggio e a divertirsi! E se al ritorno trova la casa svaligiata, ovviamente sarà furioso con il Signore che non ha svolto bene il suo lavoro. Credeva veramente che il Signore, poverino, si sarebbe annoiato tenendo d’occhio la sua casa, mentre lui era in vacanza? Ma come considerano il Signore gli esseri umani?… Non bisogna dunque meravigliarsi se ogni tanto gli spiriti in alto decidono di dare una lezione a qualche brav’uomo incurante che scambia il Signore per il suo portinaio: quegli spiriti spingono qualche mascalzone ad andare a svaligiarlo. Vi domanderete: “Ma allora, è proibito chiedere al Signore di proteggere la nostra casa?” No, ma per prima cosa non si deve credere che sarà Lui a farlo: bisogna chiedergli più umilmente di inviare uno dei Suoi servitori. In seguito, è necessario che la persona stessa prometta qualche cosa: promettere di osservare la tale regola di saggezza, di onestà, di bontà. È così che si creano le condizioni per essere esauditi. Si deve sempre dare qualcosa in cambio di ciò che si chiede


Che ne siate consapevoli o meno, tutto quello che vi circonda vi influenza. L’importante però è diventarne coscienti, per fare un lavoro benefico su voi stessi. Non appena sentite che una creatura, un oggetto o un fenomeno della natura vi influenza favorevolmente, sforzatevi di aprire coscientemente le vostre porte interiori affinché quelle influenze possano penetrare in voi profondamente. Se non vi aprite, anche le cose migliori rimarranno inefficaci, non vi toccheranno.  Recatevi presso una sorgente, una fontana che zampilla, e immaginate che quella sorgente zampilli e scorra dentro di voi… Andate presso il sole, contemplatelo, apritevi ad esso affinché risvegli in voi il sole spirituale, il suo calore, la sua luce… Andate presso i fiori per chiedere loro il segreto di quei colori, di quei profumi, e ascoltateli, in modo che anche voi possiate imparare ad estrarre le quintessenze più profumate del vostro cuore e della vostra anima…


Una tradizione riporta che le rose sono entità provenienti dal pianeta Venere; esse hanno accettato di incarnarsi sulla Terra per aiutare gli esseri umani. Ma chi conosce la missione delle rose? Ci si serve di loro per ornare i giardini e gli appartamenti, per attirare un uomo o sedurre una donna. In realtà, la rosa ha il compito di rivelarci il cammino dell’amorevero. Ecco il ruolo, il messaggio della rosa.  Se la rosa è considerata la regina dei fiori, è perché ci insegna il vero amore, l’amore che non imprigiona, l’amore che libera. Il giorno in cui gli esseri umani comprenderanno il sacrificio che essa ha fatto venendo fra loro e accetteranno di ricevere il suo messaggio, forse diverranno simili ad essa: ovunque, al loro passaggio, impregneranno l’atmosfera di un profumo delizioso


Congiungere le mani è uno dei gesti della preghiera, ed è un gesto colmo di significato. La mano destra e la mano sinistra che si uniscono rappresentano l’unione dell’intelletto e del cuore, del pensiero e del sentimento. Grazie alla sua luce, l’intelletto trova la migliore richiesta da rivolgere al Cielo, e il cuore, con il suo calore, sostiene quella richiesta. In quanti dei loro quadri i pittori hanno rappresentato persone in preghiera, anche bambini e angeli con le mani giunte! Questo non significa che per pregare si debbano necessariamente congiungere le mani fisicamente, no, perché non è il lato fisico che conta, ma il lato interiore. Occorre unire l’intelletto e il cuore, e più in alto ancora lo spirito e l’anima, poiché è la loro unione che fa la forza della preghiera


Quando qualcuno vuole farsi una famiglia, è obbligato a compiere degli sforzi per uscire da se stesso, per aprirsi all’altro – marito o moglie – e più tardi ai figli. Tuttavia, l’errore degli esseri umani è quello di non aver capito che dovevano allargare ancora il cerchio della famiglia, ed estendere il proprio amore ad altre creature, all’Universo intero. Ecco perché non sono ancora felici, pur con la loro famiglia e i loro amici. La felicità consiste nel non fermarsi a un solo essere, o a due o a dieci o a cento… bensì nell’amare all’infinito. Continuate dunque ad amare coloro che già amate, ma allargate ancora il cerchio del vostro amore per avere degli scambi con tutte le creature superiori: gli angeli, gli arcangeli, le gerarchie celesti, il Signore… Allora, la vostra famiglia e i vostri amici si troveranno arricchiti, rafforzati, abbelliti, purificati, grazie a tutti gli stati sublimi che nutrite nel vostro cuore e nella vostra anima.


A Nicodemo, dottore della Legge, che era venuto ad interrogarlo, Gesù disse: “Se uno non nasce da acqua e da spirito, non può entrare nel Regno di Dio”. L’acqua è un simbolo della purezza, e lo spirito è un fuoco. Lo spirito (il fuoco) ha bisogno dell’acqua (la purezza), perché la purezza è la condizione necessaria affinché sia rivelata la luce prodotta dal fuoco. Noi dobbiamo quindi lavorare sul nostro cuore e sul nostro intelletto, al fine di nascere un giorno dall’acqua (la purezza dell’amore divino) e dal fuoco (la luce della saggezza divina). È questa nuova nascita che ci apre le porte del Regno di Dio.  Ogni manifestazione nella vita è una nascita. Ma solo l’anima (che è il cuore superiore) e lo spirito (l’intelletto superiore) sono all’origine di tutte le nascite sul piano spirituale. Noi siamo abitati da miliardi di entità; ciascuna di esse deve nascere una seconda volta, e sta a noi offrire loro le condizioni necessarie per quella nuova nascita


Ci sono persone che si dicono ispirate dal Cielo. E come manifestano quell’ispirazione? Gesticolano, roteano gli occhi in tutti i sensi, tengono discorsi incoerenti… oppure restano immobili per ore in una postura che imita l’estasi. Ebbene, in realtà si tratta di squilibrati, di malati, e del resto tutto il loro comportamento ne è una prova. Anche se parlano del Cielo, dello Spirito Santo, degli angeli e degli arcangeli, in realtà fra le persone che si definiscono “ispirate” dal Cielo, ci sono molti malati. È indubbio che volessero entrare sinceramente in comunicazione col mondo divino, ma per mancanza di disciplina, per mancanza di lavoro interiore, sono riuscite a legarsi esclusivamente alle regioni sotterranee del piano astrale; certo, da là ricevono anche dei messaggi e degli ordini, ma sono messaggi e ordini di cui farebbero meglio a diffidare. Bisogna imparare a distinguere fra ispirazione e certe forme di demenza. Chi entra veramente in contatto col Cielo, può ricevere solo correnti di luce, di armonia e di pace


Si sente spesso sottolineare l’egoismo di tantissime persone, le quali rimangono insensibili alle sofferenze degli altri. Eppure, non mancano coloro che avvertono spontaneamente quelle sofferenze e quelle disgrazie, e decidono di intervenire. Allora si lanciano: parlano, prendono iniziative. Ma ecco, ignorano che per fare il bene è necessaria tutta una scienza. Qualcuno sta annegando, e voi vi gettate in acqua per salvarlo. Se non sapete che quella persona cercherà immediatamente di aggrapparsi alle vostre braccia immobilizzandovi, morirete entrambi. Direte forse che lo sapete. Sì, ma questo esempio deve essere interpretato ed esteso a ben altri casi della vita. Quali che siano le circostanze, si deve pensare per prima cosa a preservare la libertà delle proprie membra, ossia a non lasciarsi paralizzare dalle esigenze di coloro che si desidera aiutare, altrimenti si affonderà con loro. Quante persone sono state vittime del bene che volevano fare! Allora, si sono chiuse e hanno anche rimpianto per tutta la vita di aver cercato di aiutare gli altri. Bisogna comunque continuare a voler fare del bene, ma a condizione di sapere come, vale a dire mantenendo le proprie membra o, più esattamente, le proprie braccia libere


Siate pazienti e vivrete a lungo. Direte: “Ma non è possibile! Bisogna consumare tantissime energie per sopportare le situazioni
e le persone difficili!” No, al contrario: è nell’impazienza che sprecate più energie. La calma e la pazienza rafforzano la vitalità e prolungano la vita. Chi, dopo essere esploso, esclama: “Ah! Mi sento meglio!”, non si rende conto che quel “meglio” è in realtà una grande perdita. Si analizzi per sapere cosa in lui si sente meglio: è la sua natura superiore o la sua natura inferiore? E un attimo dopo, ripensando a quell’esplosione, è veramente contento di sé? Non dice forse a se stesso che sarebbe stato preferibile sapersi controllare? Cercate di sperimentare in voi l’efficacia di questa virtù: la pazienza. Piuttosto che ricorrere a ogni genere di sciroppi, pozioni, elisir e altri intrugli, bevete un po’ di pazienza! Sarà questa a rianimare in voi le potenze della vita, che sono potenze inimmaginabili.


Credendo che basti a giustificare le proprie debolezze, certe persone dicono: “Che volete, non posso farci niente, sono fatta così!” Ebbene, ecco un argomento puramente biologico che non è affatto convincente. Tutti siamo “fatti così”! Ma tutti noi abbiamo anche un’intelligenza che è lì per rimediare all’ordine biologico, ed è grazie ad essa se l’umanità è stata in grado elevarsi al di sopra dell’animale. Togliete all’uomo l’intelligenza, e di nuovo ricadrà nella bestialità. È l’intelligenza, è il principio spirituale che coltiva, migliora e perfeziona tutte le cose. Se lo abbandonate dicendo: “Non posso farci niente, sono fatto così”, non riuscirete mai a realizzare il minimo progresso. Non si deve ragionare in questo modo. Qualunque sia il vostro temperamento o la vostra costituzione, non prendetelo come un argomento per capitolare; cercate invece quel fattore in voi che può migliorare e perfezionare tutto. Prendetelo come guida, come sostegno, e lavorate con esso


In tutti i paesi, è usanza portare qualcosa alle persone alle quali si fa visita: fiori, dolci, caramelle, ecc. Questa tradizione, che è antichissima, si basa su una legge: non bisogna presentarsi a casa di qualcuno a mani vuote. E non solo non bisogna presentarsi a mani vuote, ma è auspicabile recarsi sempre dagli altri col desiderio di portare loro le buone cose che vengono dal cuore e dall’anima. È quindi molto importante fare attenzione a non salutare qualcuno tenendo in mano un recipiente vuoto, per non portargli il vuoto per il resto della giornata. Quando dovete incontrare un amico, non tenete mai in mano un cesto, un secchio o una bottiglia vuota. Se dovete assolutamente reggere un recipiente, riempitelo. Non è necessario che il contenuto sia prezioso; può trattarsi solo di acqua, che è ancora una delle cose più preziose agli occhi del Creatore. Inoltre, presentatevi davanti a quell’amico col pensiero di portargli la salute, la gioia, la pienezza e tutte le benedizioni.


Anche se non è un’idea molto diffusa, dovete comprendere che scienza, religione e arte sono inscindibili, in quanto già nella natura sono collegate. È quindi un grande errore da parte degli esseri umani averle separate al punto di provocare persino dei conflitti fra loro. Finché le manterranno separate, mancherà qualche cosa alla loro comprensione della vita. La scienza, la religione e l’arte formano un’unità grazie alla quale l’uomo può sbocciare in pienezza. La scienza è un bisogno dell’intelletto, la religione un bisogno del cuore, e l’arte un bisogno della volontà che vuole esprimere qualche cosa, che vuole creare, costruire… Questi tre bisogni sono strettamente collegati nell’uomo, poiché prima egli pensa qualcosa, in seguito lo sente, e infine lo esegue


Per chi le sa interpretare, le carte dei Tarocchi sono ricche di significato. Prendiamo la prima carta, il Bagatto, che corrisponde alla prima lettera dell’alfabeto ebraico, Aleph. Essa rappresenta un uomo in piedi davanti a un tavolo, un braccioalzato, l’altro abbassato. Si tratta dunque di un uomo che agisce. Ma cosa fa? Tramite il braccio alzato egli è in contatto con il Cielo, e tramite il braccio abbassato lo è con la terra, con gli esseri umani. Le forze del Cielo che riceve lo attraversano, e lui le dà alla terra. Egli è la lettera Aleph a che schematicamente assomiglia ad un uomo con un braccio teso verso il cielo e l’altro teso verso la terra. Ma essere “Aleph”, significa anche saper prendere le forze della terra e proiettarle verso il Cielo, quindi manifestarsi come intermediario. È quello che Gesù ha espresso dicendo: “Nessuno può andare al Padre se non attraverso me”. Aleph è un simbolo
dell’uomo perfetto, perché essendo collegato al Cielo, egli lavora per la terra, per tutta l’umanità


Avete visto delle belve in un circo? Finché il domatore è presente, se ne stanno tranquille e gli obbediscono, ma non appena egli si allontana, ruggiscono, si provocano a vicenda e sono pronte a gettarsi le une sulle altre. Ebbene, sappiate che avviene la stessa cosa con le cellule del vostro corpo. Finché voi siete presenti, le dominate ed esse sono sottomesse; ma non appena vi assentate, non appena diventate negligenti, esse fanno solo di testa loro e il vostro organismo ne risente in modo doloroso. Dovete dunque occuparvi delle vostre cellule, farle rinsavire, nutrirle, purificarle; e allora, ovviamente, non dovete più considerarle come delle belve, ma come vostri figli. Solo quando sarete riusciti a educarle affinché eseguano il loro lavoro senza
discutere e senza litigare, conoscerete finalmente la pace


Ecco qualcuno che si considera molto infelice e viene a spiegarmi perché. Gli chiedo: “Ha ringraziato oggi? – Ringraziato…? Ma chi? E perché? – Può camminare? Può respirare? – Sì. – Ha fatto colazione? – Sì. – E può aprire la bocca per parlare? – Sì. – Ebbene, ringrazi il Signore. Ci sono persone che non possono né camminare né mangiare né aprire la bocca. Lei è infelice perché non ha mai pensato a ringraziare. Per cambiare il suo stato, dovrebbe anzitutto riconoscere che nulla è più meraviglioso del fatto di essere vivi, di poter camminare, guardare, parlare”. Gli esseri umani avrebbero migliaia di ragioni per ringraziare, ma non le vedono. Sono ingrati. Ecco perché il Cielo li fa passare attraverso varie prove: semplicemente per insegnare loro ad essere finalmente riconoscenti


Tutto ciò che esiste nel mondo visibile – ogni forma, ogni manifestazione – ha la propria origine nel mondo invisibile. Un pensiero, un sentimento, un’emozione che nasce in noi, si veste a poco a poco di materia e riceve una forma determinata, corrispondente alla sua natura. Così, sebbene siano invisibili, pensieri, sentimenti ed emozioni lasciano tracce visibili sul nostro viso e sul nostro corpo. I nostri pensieri e i nostri sentimenti agiscono dapprima sulle vibrazioni più segrete del nostro essere, sulle nostre emanazioni, poi sul colore della nostra pelle, sul nostro profumo, e infine sulla forma del nostro corpo. È così che il nostro viso e il nostro corpo attuali sono stati formati e determinati dagli stati psichici che abbiamo vissuto in esistenze antecedenti. Il discepolo, che sa di essere lo scultore del proprio corpo, lavora con i suoi pensieri e i suoi sentimenti per fare di quel corpo un tempio dalle forme e dalle proporzioni armoniose


Il più grande timore che possa provare un Iniziato è quello di turbare l’ordine cosmico instaurato dal Creatore, perché sa che un giorno sarà vittima lui stesso dei disordini che avrà provocato. Ma ciò che è straordinario, è che là dove gli Iniziati tremano, gli esseri umani, per la maggior parte, sono tranquilli, sicuri di sé, addirittura audaci. Ovviamente, quando non si conoscono i pericoli che si corrono, si può essere audaci! Essi lasciano introdurre nella propria testa un’idea anarchica, ignorando che quell’idea a poco a poco comunicherà il disordine a tutto il loro essere, e che essi finiranno per diventare dei veri campi di battaglia. Quanti, col pretesto di mostrare la propria indipendenza, si comportano da anarchici! Non sanno che la vera forza sta nell’inchinarsi alle leggi divine. Tutta la nostra felicità e tutti i nostri successi futuri sono basati sul rispetto dell’ordine sublime che Dio ha istituito, ordine che è rispettato dagli Angeli, dagli Arcangeli e da tutte le entità celesti… ad eccezione degli esseri umani! Questo rispetto nei confronti della gerarchia divina è la regola essenziale di un Insegnamento iniziatico


“Aspetto di aver sistemato tutti i miei affari materiali, dopo di che potrò consacrarmi alla vita spirituale”. Ecco ciò che ho sentito dire spesso. Che cosa rispondo allora? Che è impossibile. Perché? Perché gli affari materiali assomigliano a una palla di gomma bucata. Avete visto una palla di gomma bucata: è uscita un po’ d’aria, e qualunque cosa si faccia, ci sarà sempre un avvallamento da qualche parte. Allo stesso modo, non riuscirete mai a regolare totalmente gli affari materiali: ci sarà sempre qualche dettaglio cui dovrete rimediare. Dopo il lavoro, sarà la moglie (o il marito), la casa, i figli, la salute… Non sarete mai completamente liberi. Quindi, non aspettate che i vostri affari materiali siano a punto per cominciare a vivere la vita spirituale, perché essi non lo saranno mai! E quando sarete in pensione, quando crederete che tutto si sia finalmente sistemato, perché vostro figlio si è sposato e vostra figlia anche, se vi si dirà: “Avanti, medita…” risponderete: ” Non posso, il mio cervello è stanco, non reagisce”. È adesso, senza aspettare di aver sistemato le cose sul piano materiale, che dovete iniziare a dare alla vostra vita una direzione spirituale


Chi fra voi non ha nella cerchia delle sue conoscenze, o anche nella sua famiglia, qualche persona che trova difficile da sopportare? Invece di lamentarvi e recriminare, dovete considerare quelle persone insopportabili come altrettante buone occasioni per fare degli sforzi e imparare ad amare. Sì, si tratta di un apprendistato. Un giorno, quando lascerete la terra e vi presenterete dinanzi alle entità celesti, queste ve ne chiederanno conto. Vi diranno: “Perché non avete avuto amore per i vostri simili? – Perché erano sgradevoli, antipatici… – No, non è una buona ragione. Il Cielo vi aveva dato grandi ricchezze: avevate ricevuto braccia, gambe, orecchie, bocca, occhi, e soprattutto un cervello, ma invece di servirvene per rendervi utili agli altri, vi siete accontentati di criticarli, di disprezzarli. – Ma erano talmente miserabili! – Ebbene, era appunto una ragione in più per agire verso di loro con maggior generosità”. Niente potrà giustificarvi.


Per conservare e migliorare la vostra salute, dovete imparare a concentrarvi su ciò che è vivo in voi e rafforzarlo. Sì, perché solo gli elementi vivi possono opporsi alla malattia. Osservate: avete un ascesso o una piaga… Se le entità viventi del vostro organismo, capaci di richiudere la piaga o di far uscire le impurità dall’ascesso, sono incapaci di reagire efficacemente a causa della vita disordinata che conducete, l’ascesso o la piaga si infetteranno. Potrete utilizzare tutti i disinfettanti, tutte le pomate e le medicazioni che volete, ma se le entità viventi in voi non hanno le condizioni per svolgere convenientemente il proprio lavoro, i rimedi esterni rimarranno impotenti. Se invece i vostri operai interiori possono lavorare liberamente, anche se non ci fosse nulla o nessuno in grado di intervenire dall’esterno, essi rimedieranno a tutto. Quindi è chiaro, dovete cambiare il vostro modo di considerare la salute e cercare tutti i mezzi per intensificare la vita in voi


Nella Bibbia il serpente è il simbolo del male, ma secondo i cabalisti esso può raggiungere soltanto certe sefiroth: al di là di queste, la regione più elevata, formata dalle tre sefiroth Kéther, Hohmah e Binah, gli è preclusa. Pertanto, quale conclusione possiamo trarre da questa affermazione per la nostra vita interiore? Poiché siamo creati a immagine dell’Universo, esiste anche in noi una regione in cui il male non trova più le condizioni favorevoli all’esistenza. Nelle regioni sublimi del nostro essere e dell’Universo, regnano una tale luce e una tale intensità di vibrazioni, che tutto ciò che non è in armonia con quella purezza e con quella luce, viene disgregato.  Sì, il male non ha alcun diritto di esistere nelle regioni sublimi, e viene respinto. Può esistere unicamente nelle regioni inferiori dove si aggira, devasta e tormenta gli esseri umani, perché negli strati inferiori della materia, tutte le condizioni gli sono favorevoli. Quindi, secondo la regione in cui vi troverete, sarete raggiunti o meno dal male


Che piacere possono provare certi individui nel raccontare i dettagli più negativi, i meno allettanti della propria esistenza? E poi si stupiscono se i loro amici li evitano o li abbandonano. È veramente un atteggiamento sciocco; è meglio nascondere tutti quei dettagli. Direte che siete infelici, che soffrite e avete bisogno di confidarvi… Lo credo, ma dovete capire che gli altri non possono aiutarvi tanto a trovare soluzioni ai vostri problemi: hanno già i loro, che difficilmente riescono a risolvere. Allora, perché andare a esporre anche i vostri? Non solo perdete il vostro tempo, ma perdete anche un po’ della stima dei vostri amici, i quali vi apprezzano meno: si rendono conto che non avete né saggezza né autocontrollo, sono delusi, e si allontano da voi. Se non volete perdere i vostri amici, non andate a raccontare loro i vostri guai, non lamentatevi. Imparate soltanto a collegarvi con tutte le Potenze celesti, con tutte le entità luminose che sono pronte ad aiutarvi, e che realmente vi aiuteranno


Dal ghiaccio al vapore, le diverse forme che l’acqua può assumere nella natura ci danno un’idea dei diversi stati, dal più denso al
più sottile, attraverso i quali passa la materia, la materia psichica come quella fisica. Sull’acqua (la materia), il fuoco (lo spirito) ha tutti i poteri; e come l’acqua, anche il fuoco può essere compreso sui vari piani: fisico, psichico e spirituale. Ecco perché, nell’Iniziazione, il lavoro spirituale è spesso presentato, simbolicamente, come l’azione del fuoco sull’acqua. Riscaldata dal fuoco dello spirito, la materia è un’acqua che diviene sempre più pura e sottile. Allora, quali applicazioni pratiche possiamo trarre da queste conoscenze sull’acqua e sul fuoco, per la nostra vita interiore? Numerose, ma eccone almeno una: poiché il fuoco ha ogni potere sull’acqua, è possibile ridurre i tumori psichici formatisi dall’accumulo dei nostri stati negativi, facendo passare la materia in noi (l’acqua) dallo stato liquido allo stato di vapore per mezzo del fuoco (lo spirito). È così che ci sentiremo finalmente liberati


La musica non è unicamente un insieme di sonorità prodotte da strumenti. La musica esiste già nell’uomo come armonia fra i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni. Ogni accordo armonioso di pensieri, sentimenti e azioni è musica. L’ideale del discepolo è realizzare quell’armonia in se stesso, per poter in seguito entrare in armonia con tutti gli esseri sulla terra e nell’Universo intero. Nella nostra Fratellanza, l’armonia è la base stessa del nostro lavoro collettivo, armonia interiore come prima cosa, e in seguito armonia con tutto ciò che esiste. Ecco perché abbiamo tutto un repertorio di canti mistici. Questi canti sono chiavi magiche: essi ci aprono il mondo dell’armonia


Platone, nel dialogo intitolato “Il Convivio”, evoca il mito dell’androgino primitivo. In tempi antichissimi, sarebbero vissute sulla Terra delle creature umane che erano al contempo maschio e femmina: erano di forma sferica e avevano due volti, quattro braccia, quattro gambe, due organi genitali, ecc. Quegli esseri possedevano un vigore eccezionale e, coscienti della propria potenza, presero ad attaccare gli dèi. Molto preoccupati, questi cercarono il modo di indebolirli, e fu Zeus a trovare la soluzione: bisognava dividerli in due! Lo fecero. Ecco perché, da allora, le due metà separate di uno stesso essere non smettono di vagare per il mondo alla ricerca l’una dell’altra, per unirsi e ritrovare così l’integrità originaria. In questo mito riportato da Platone, un elemento è particolarmente significativo: per indebolire quelle creature che minacciavano il potere degli dèi, Zeus decise di tagliarle in due. L’idea che spicca da questo fatto è chiara: la potenza dell’essere umano risiede nel possedere i due princîpi. È l’unione in lui dei due principi, maschile e femminile, che lo rende simile agli dèi


Platone, nel dialogo intitolato “Il Convivio”, evoca il mito dell’androgino primitivo. In tempi antichissimi, sarebbero vissute sulla Terra delle creature umane che erano al contempo maschio e femmina: erano di forma sferica e avevano due volti, quattro braccia, quattro gambe, due organi genitali, ecc. Quegli esseri possedevano un vigore eccezionale e, coscienti della propria potenza, presero ad attaccare gli dèi. Molto preoccupati, questi cercarono il modo di indebolirli, e fu Zeus a trovare la soluzione: bisognava dividerli in due! Lo fecero. Ecco perché, da allora, le due metà separate di uno stesso essere non smettono di vagare per il mondo alla ricerca l’una dell’altra, per unirsi e ritrovare così l’integrità originaria. In questo mito riportato da Platone, un elemento è particolarmente significativo: per indebolire quelle creature che minacciavano il potere degli dèi, Zeus decise di tagliarle in due. L’idea che spicca da questo fatto è chiara: la potenza dell’essere umano risiede nel possedere i due princîpi. È  l’unione in lui dei due principi, maschile e femminile, che lo rende simile agli dèi


Creare è la più grande felicità che un essere umano possa provare. Perché? Perché creando, egli si avvicina all’essenza stessa di Dio. Dio è il Creatore, e l’uomo, che Egli ha fatto a Sua immagine, può essere lui pure creatore. Certo, non si tratta di comparare le creazioni umane alla creazione divina, ma di mettere l’accento su questa verità: la felicità si trova nell’attività creatrice, e in questo senso sono quindi gli artisti a provare la più grande felicità. Direte: “E i mistici? E gli scienziati?” Sì, nella misura in cui possono essere anche dei creatori, provano una felicità identica a quella degli artisti. Ora non cominciate a protestare, dicendo che avete conosciuto artisti tormentati e molto infelici. Parlando della felicità dell’artista, voglio dire che nel momento in cui crea, nell’atto della creazione, l’artista vive nella pienezza; e per “artista” si può sottintendere anche qualunque essere umano intento a creare


Per avere un’idea precisa riguardo alle visioni che i chiaroveggenti dicono di avere, occorre comprendere che la natura delle visioni è identica a quella dei sogni. È solo una questione di livello di coscienza, poiché la visione del chiaroveggente si verifica nello stato di veglia, mentre il sogno si verifica durante il sonno. Vi chiedete se si possa prestar fede all’una e all’altro… Sì, ma solo nella misura in cui vi informano sul grado di evoluzione di coloro che hanno quelle visioni o fanno quei sogni. I sogni e le visioni possiedono sempre un significato, ma le persone che non sono riuscite a liberarsi del piano astrale inferiore, riceveranno le proprie visioni e i propri sogni da quelle oscure regioni; e ovviamente non ci si potrà fidare di avere una reale conoscenza delle cose o delle risposte esatte alle domande che ci si pone. Solo quando l’essere umano è riuscito ad elevarsi sino al piano causale, buddhico e atmico, le sue visioni e i suoi sogni possono illuminarci sulla realtà


Su tutto ciò che toccate, lasciate delle tracce che vi sono proprie. Il fatto che dalle impronte digitali si possa scoprire l’identità di una persona, e che nel mondo intero non si trovino due impronte identiche, prova effettivamente che la mano è capace di esprimere il carattere unico di un essere. Tutto ciò che passa per le vostre mani si impregna dei vostri fluidi, delle vostre emanazioni, e trasmette qualche cosa della quintessenza del vostro essere. Quando fate un regalo a qualcuno, con quell’oggetto gli comunicate già qualcosa di voi, e se vivete una vita disordinata, l’oggetto trasmetterà le onde negative che, senza saperlo, avete introdotto in esso. Anche se l’oggetto che offrite è magnifico e molto costoso, chi lo riceve non ne trarrà alcun beneficio. Dunque, siete più importanti voi di un oggetto che donate: siatene ben consapevoli.


Vi chiedete come alimentare il fuoco sacro in voi: gettategli ogni giorno dei pezzi della vostra natura inferiore. Sì, perché la natura inferiore, la personalità, è predestinata ad alimentare il fuoco dello spirito. Smettete quindi di lamentarvi di non riuscire a sbarazzarvi della vostra natura inferiore, perché senza di essa non solo non potreste sopravvivere sulla terra, ma inoltre non avreste elementi per alimentare il vostro spirito. Esiste una legge magica secondo cui, se volete ottenere dei risultati sul piano divino, dovete sacrificare qualche cosa della vostra personalità. E se andate a far visita a un Iniziato, a un Mago, a un grande Maestro, per chiedergli ad esempio la guarigione per voi stessi, per un membro della vostra famiglia o per un amico, oppure il successo in certe imprese, egli vi spiegherà che questo è possibile solo se rinunciate a certe debolezze. La rinuncia alle soddisfazioni inferiori è come un fuoco che libera delle energie, e quelle energie vanno ad alimentare la realizzazione di tutto ciò che desiderate di buono per voi stessi e per gli altri


Quante sofferenze di cui si lamentano gli esseri umani provengono dal fatto che essi vorrebbero impadronirsi di ciò che appartiene ad altri: oggetti, terreni, uomini, donne, posizione, ecc. Ovviamente è con gli altri che se la prendono, trovando che siano da ostacolo alle loro bramosie e ambizioni. Non potranno mai liberarsi da queste sofferenze, se non cominciano a capire che loro stessi ne sono la causa. Tutti gli esseri umani conosceranno questo genere di sofferenze finché non avranno compreso che nulla di ciò che possiedono o desiderano possedere può procurare loro la vera felicità. Qualcuno soffre perché si trova nelle privazioni, oppure perché debole o malato o ignorante o brutto o solo; ma il fatto di possedere la ricchezza, la potenza, la salute, il sapere, la bellezza, ed essere circondati da molte persone, non ha mai impedito a nessuno di soffrire. Spesso si rimane persino sorpresi nello scoprire in quali tormenti interiori si dibattano uomini e donne dei quali si dice che hanno tutto per essere felici. Sì, hanno tutto tranne l’essenziale: il bisogno di vivere la vita spirituale, la sola che possa portare la vera felicità


Lo spazio attorno a noi non è vuoto, ma popolato da miliardi di entità: entità malefiche che hanno giurato la rovina dell’umanità, ma sicuramente anche entità luminose che sono là per aiutarla e proteggerla. Sì, ma l’aiuto e la protezione di quelle entità luminose non saranno mai assolutamente efficaci se l’uomo stesso non si sforza di camminare sulla retta via. Sappiate anche che nessun Maestro spirituale è in grado di proteggervi, se vi ostinate a condurre una vita irragionevole. Un Maestro vi istruisce, vi illumina, cerca anche di influenzarvi con i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Ma se, per trascuratezza, leggerezza o anche cattiva volontà, distruggete tutto il suo buon lavoro in voi e aprite le vostre porte alle entità tenebrose, cosa può fare il Maestro?


Si può definire la magia come l’applicazione delle leggi della fisica al mondo spirituale. Una di queste leggi mette in evidenza la potenza della concentrazione. I raggi solari concentrati su una bottiglia di vetro, che un escursionista negligente ha gettato passando, possono appiccare il fuoco a un’intera foresta. Ebbene, allo stesso modo, la fisica spirituale ci insegna che il pensiero dell’uomo ha gli stessi poteri dei raggi del sole. Chi ha imparato a concentrare fortemente il proprio pensiero su un punto determinato, può produrre effetti benefici nel mondo. Forse non apparirà nulla sul piano fisico, ma nel campo eterico, astrale e mentale, il suo pensiero avrà bruciato molte impurità


I musicisti conoscono bene questo fenomeno. Ecco due diapason assolutamente identici: quando si tocca uno dei due, questo vibra, e l’altro, pur non essendo stato toccato, entra anch’esso in vibrazione. Si dice che vi è risonanza. Ebbene, un fenomeno analogo si verifica con l’essere umano: se egli riesce ad accordare il proprio essere, fisico e psichico, con le vibrazioni più sottili dell’Universo, può raggiungere le potenze celesti per fare uno scambio con esse e ricevere così aiuto e conforto. Sì, è un modo di comunicare: voi parlate e venite uditi; potete anche toccare certe correnti di forze nello spazio, per farle giungere sino a voi.  Ora che conoscete questa legge, potete comprendere quanto sia importante andare oltre voi stessi, superarvi per toccare le corde più sottili del vostro essere e farle vibrare, perché ci saranno necessariamente delle forze, delle entità, delle regioni che risponderanno facendovi beneficiare delle loro ricchezze


Tutta la vita è sottomessa alla legge dell’alternanza, che è la legge dei contrari. Al mattino, la luce scaccia le ombre della notte, e la sera, sono le ombre che riguadagnano terreno… È lecito, per questo, dire che la notte è opposta al giorno, e il giorno alla notte? Sì e no. Sì, perché la luce è l’opposto delle tenebre; no, perché il giorno e la notte lavorano insieme per creare e preservare la vita. Prima di venire al mondo, il bambino passa nove mesi nascosto nel grembo della madre… Per germogliare, i semi devono restare per un certo tempo sotto terra… Quanto alle api, esse tappezzano l’arnia di cera perché hanno bisogno dell’oscurità per produrre il miele, ecc. Quanti lavori hanno inizio nell’oscurità, prima di uscire alla luce! Luce e oscurità rappresentano delle entità, delle correnti, delle energie che la natura utilizza per il suo lavoro


Volete che la vostra esistenza sia ricca e piena? Accettate l’idea che la Natura è viva e intelligente. Sì, non solo è viva ma anche intelligente, perché l’intelligenza non è propria esclusivamente dell’uomo. Certo, per alcuni è molto difficile da ammettere, ma occorre che lo sappiano: via via che cambiamo la nostra opinione sulla Natura, modifichiamo il nostro destino. La Natura è il corpo di Dio, e quel corpo è vivo e intelligente. Per questo dobbiamo essere estremamente attenti e rispettosi nei suoi confronti, e avvicinarci ad essa con un sentimento sacro. Guardando alle pietre, alle piante, agli animali e alle stelle, come a cellule di quel corpo vivo e intelligente, è anche in noi stessi che introduciamo la vita e l’intelligenza


Avete dei nemici e volete vincerli? È chiaro; ma non dovete utilizzare né la calunnia né la furbizia né la violenza né la potenza del denaro, ecc. I nemici non sono mai realmente vinti con quelle armi; mantengono sempre nei vostri confronti dell’animosità, e voi avrete di nuovo delle storie con loro, se non in questa incarnazione, nella prossima. Supponiamo pure che siate riusciti a sterminare il vostro nemico: avrete fatto sparire soltanto il suo corpo fisico. In realtà, non si può mai annientare un essere: la sua anima è immortale, e dall’altro mondo egli continua a detestarvi e a volersi vendicare. Quindi, la guerra prosegue, non è mai finita. Tutti s’ingannano, interi paesi s’ingannano credendo di poter annientare i propri nemici con le armi, con lo spionaggio o con manovre politiche. Un paese può sempre riuscire a neutralizzarne un altro per un certo tempo, ma prima o poi l’altro si prenderà la rivincita. Occorre quindi trovare altri metodi


Quante sofferenze di cui si lamentano gli esseri umani provengono dal fatto che essi vorrebbero impadronirsi di ciò che appartiene ad altri: oggetti, terreni, uomini, donne, posizione, ecc. Ovviamente è con gli altri che se la prendono, trovando che siano da ostacolo alle loro bramosie e ambizioni. Non potranno mai liberarsi da queste sofferenze, se non cominciano a capire che loro stessi ne sono la causa. Tutti gli esseri umani conosceranno questo genere di sofferenze finché non avranno compreso che nulla di ciò che possiedono o desiderano possedere può procurare loro la vera felicità. Qualcuno soffre perché si trova nelle privazioni, oppure perché debole o malato o ignorante o brutto o solo; ma il fatto di possedere la ricchezza, la potenza, la salute, il sapere, la bellezza, ed essere circondati da molte persone, non ha mai impedito a nessuno di soffrire. Spesso si rimane persino sorpresi nello scoprire in quali tormenti interiori si dibattano uomini e donne dei quali si dice che hanno tutto per essere felici. Sì, hanno tutto tranne l’essenziale: il bisogno di vivere la vita spirituale, la sola che possa portare la vera felicità


La radio, il telefono, il radar, la televisione, ecc. sono altrettante applicazioni pratiche di un’unica scoperta: la circolazione delle onde attraverso lo spazio. Ma perché lasciare che siano solo la scienza e la tecnica ad approfittare di questa scoperta? Lo spazio non è attraversato unicamente da onde che permettono di telefonare, o di seguire un programma radiofonico o televisivo. Altre onde ancora più sottili lo attraversano; l’aria che ci circonda è satura di correnti e di messaggi che anche noi possiamo captare. Il Creatore ha infatti equipaggiato, se così si può dire, l’essere umano con apparecchi che gli permettono di ricevere le onde inviate dagli spiriti più evoluti: gli Iniziati, gli Angeli, gli Arcangeli e tutte le entità celesti. Perché rimanere in comunicazione esclusivamente con esseri umani che fanno udire tante grida, rivendicazioni, rivolte e minacce? È tempo di imparare a utilizzare gli apparecchi che il Signore ci ha dato: il cervello, certo, ma anche il plesso solare, il centro Hara, i chakra… per entrare in comunicazione con gli esseri che ci sono superiori, armonizzarci con le loro lunghezze d’onda, entrare nella loro felicità, nella loro luce e nella loro pace.


Alla “peccatrice” che rimaneva accanto a lui piangendo e baciandogli i piedi, Gesù disse: “La tua fede ti ha salvato”. Ma non bisogna illudersi che basti credere per meritare la salvezza: sarebbe troppo facile; chiunque può avere la fede e continuare a vivere come un malfattore. Molti criminali dicono di credere in Dio, ed è sicuramente vero, ma non sarà quella fede a salvarli. Una fede che non si esprima con un comportamento e dei gesti corrispondenti, o almeno con degli sforzi per riuscirci, è quasi inutile. La fede è veramente potente soltanto se è seguita da azioni che sono in conformità con ciò in cui l’uomo crede.  Prendiamo un esempio semplicissimo. Voi credete all’efficacia di un medicinale, ma non lo prendete: ovviamente non avrete alcun risultato. Ma se lo prendete, grazie alla vostra fede, quel medicinale può agire due, tre, dieci volte di più che se lo prendeste senza crederci. La fede apre delle porte e delle finestre, sgombera il terreno affinché possiate passare. In questo sta il suo potere, ed è un potere immenso. Ma se non fate lo sforzo di avanzare, a cosa vi serviranno quelle aperture?


Voi capirete cosa sia veramente l’amore quando smetterete di considerarlo un sentimento. Il sentimento è obbligatoriamente soggetto a variazioni a seconda che si rivolga all’una o all’altra persona, mentre il vero amore è uno stato di coscienza indipendente dagli esseri e dalle circostanze. Amare, non significa nutrire un sentimento per qualcuno, bensì vivere nell’amore e fare ogni cosa con amore: parlare, camminare, mangiare, respirare, studiare con amore… Amare significa aver accordato tutti i propri organi, tutte le proprie cellule e tutte le proprie facoltà, affinché vibrino all’unisono nella luce e nella pace. L’amore è dunque uno stato di coscienza permanente. Colui che ha raggiunto quello stato di coscienza sente che tutto il suo essere è impregnato di fluidi divini, e tutto ciò che fa è una melodia.


Le banche non esistono solo sulla terra: esistono banche anche in Cielo. Tutte le nostre emanazioni luminose e pure, tutte le nostre azioni, i nostri sentimenti e i nostri pensieri ispirati dalla nobiltà, dall’amore disinteressato e dalla generosità, sono classificati a nostra insaputa da entità celesti che hanno questo compito, e vengono poi messi nella banca celeste come un capitale a nostro nome: è come se avessimo aperto un conto. In seguito, quando attraversiamo delle difficoltà o vogliamo fare del bene e aiutare delle creature, possiamo chiedere un aiuto, un sostegno: quella banca ce lo accorda istantaneamente. Se però non c’è nessun capitale depositato, la banca celeste non ci conosce. Quanti si chiedono se le loro preghiere siano ascoltate o meno dal Cielo! Ecco la risposta: il Cielo ascolta ed esaudisce soltanto coloro che hanno depositato delle ricchezze nella banca
divina


L’essere umano è stato creato per svilupparsi perfettamente nei tre mondi: fisico, spirituale e divino; è stato creato per vivere nell’amore, nella saggezza e nella verità. Se ci riesce così difficilmente, è perché non ha compreso quanto sia necessario avere un’unica direzione, un unico scopo nella vita. Direte: “Ma avere una sola direzione e un solo scopo non è possibile: abbiamo tanti incarichi, tanti doveri diversi!” Sì, invece, è possibile. Quali che siano i vostri incarichi e i vostri doveri, tutte le vostre preoccupazioni, tutti i vostri pensieri, tutti i vostri desideri e persino tutti i movimenti delle vostre cellule devono andare in una sola direzione: il Regno di Dio e la sua Giustizia. A quel punto, tutte le energie in voi sono mobilitate e partecipano allo sviluppo di quell’essere perfetto che dovrete divenire un giorno


Per un Maestro spirituale, nulla è più importante che trasmettere ai suoi discepoli la luce della Scienza iniziatica, perché sa che quando questi possiederanno quella luce, potranno affrontare tutte le difficoltà senza avere nemmeno più bisogno della sua presenza. Per aiutare gli esseri umani, è necessario dar loro un elemento spirituale che si incida in essi per sempre, un elemento che niente potrà cancellare.  Esistono molteplici modi di aiutare gli esseri, e sono sicuramente molto utili. Si può dar loro del denaro, del cibo, dei medicinali, una formazione professionale, li si può consolare, incoraggiare… Ma colui che vuole dare l’essenziale, deve imparare a donare la luce del sapere iniziatico


Niente è più prezioso che possedere una qualità, un dono, una facoltà; però, è necessario anche non voler utilizzare quel dono unicamente per sé, ma per il bene di tutti gli esseri. Credete che siano molte le donne che, consapevoli della propria bellezza, si siano chieste quali effetti il loro modo di sfruttare quella bellezza stesse producendo sugli altri? Che si tratti di bellezza, di facoltà artistiche o intellettuali, dobbiamo cercare di servircene soltanto per risvegliare quella scintilla, quel fiore sacro che sonnecchia dentro ciascuno. Sarà allora la gioia del Cielo che attireremo in noi. Non siamo venuti sulla terra per farci notare o applaudire a qualsiasi costo. Quali che siano i talenti e i doni che la natura ci ha accordato, dobbiamo prima di tutto cercare l’approvazione divina; e la otterremo solo se riusciremo ad esprimere ciò che
risveglierà gli esseri alla verità, alla luce.


Potreste anche possedere le più grandi virtù, ma né ciò che siete né la posizione sociale che occupate – fosse anche la più elevata – potranno impedirvi di avere degli avversari. Nella vita, bisogna sempre lottare, ma esistono due tipi di lotta: quella in cui sopprimete il vostro avversario e quella in cui lo risparmiate. Se sopprimete il vostro avversario, non dovrete più lottare… e sarà la catastrofe: non progredirete più! Se lo risparmiate per poter lottare tutta la vita con lui, continuerete a rafforzarvi. Quante persone cercano di sbarazzarsi dei propri nemici! E il giorno in cui ci riescono, che cosa accade? Non si sentono più felici, hanno l’impressione che manchi loro qualcosa, perché avevano bisogno di quegli avversari per misurarsi con essi… Non bisogna quindi sopprimere i propri avversari, ma occorre invece sapere come agire per rafforzarsi, migliorarsi… e cogliere l’occasione per migliorare anche loro! Sappiate però che ci riuscirete solo a condizione di considerare gli avversari come fattori indispensabili alla vostra evoluzione


Attraverso la nutrizione entriamo in contatto con la natura, ma questo contatto può avvenire in vari modi. Prendete una mela, con un coltello la sbucciate, la tagliate a pezzi e la mangiate: riceverete una certa sensazione. Se invece mordete la mela, avrete un’altra sensazione. Ora andate in un frutteto, accostate a voi il ramo di un melo e cominciate a mordere una mela senza coglierla. È ancora diverso: sentite quanto il frutto sia vivo, e provate una pienezza, una gioia che l’albero stesso vi comunica, perché è collegato alla terra e al cielo, e trae delle forze dalla terra e dal cielo. Mentre mangiate, siete direttamente in contatto con una corrente di energie pure. Tramite il suo frutto, l’albero vi ha messo direttamente in relazione con l’Universo


Che si tratti di minerali, di vegetali, di animali o anche dell’essere umano, non c’è nulla da eccepire riguardo alla descrizione che ne fanno gli scienziati, ma quella verità è parziale. Affinché sia completa, bisognerebbe che essi collocassero l’oggetto del loro studio nella vita cosmica, vita alla quale esso appartiene. Staccati da quella vita, la pietra, la pianta, l’animale e l’uomo sono privati dell’essenziale. Per tale ragione, finché i ricercatori continueranno su questa via, ciò che essi chiamano “verità scientifica” sarà sempre una verità incompleta, mutilata.  Capitemi bene, non si tratta di mettere in dubbio il valore e l’interesse della scienza. Il vero problema è altrove, è nella mentalità dei ricercatori, nel loro atteggiamento verso la vita, nella loro incapacità di ricollegare i particolari oggetti del loro studio all’insieme della vita. Gli esseri e le cose non esistono separatamente: esistono come parti di un tutto, e queste parti sono collegate fra loro. Si isola, si taglia un ramo, una foglia, un frutto per studiarlo. No, è sull’albero che bisogna studiare il frutto, per comprendere come esso sia il punto di arrivo di tutte le energie che circolano nell’Universo


Si è costretti a constatarlo: gli spiritualisti non hanno molto peso nella società. Perché? Perché sono disuniti. Si ignorano o si guardano con ostilità, non pensano di avere qualche cosa da fare insieme. Guardate invece i materialisti quante cose intraprendono e quanti successi riportano! Quanto agli scienziati… Può darsi che dal punto di vista iniziatico siano nell’errore, che non abbiano un alto ideale né una visione giusta delle cose e che non sappiano orientare le proprie ricerche nella direzione migliore; ma quanti di loro lavorano insieme, si sostengono, si aiutano a vicenda! Essi si comunicano le proprie scoperte, ed è questo il motivo per cui sono una potenza fantastica nel mondo.  Allora, quando si decideranno anche gli spiritualisti ad unirsi per lavorare al bene dell’umanità?


Quanti esseri umani sono come pesci fuor d’acqua! Si sentono a disagio, come stranieri nel luogo in cui vivono; allora, appena possono, lasciano la loro famiglia e vanno esuli in un altro paese, dove vivono completamente ai margini della società. In realtà, la questione che si pone agli esseri umani non è unicamente quella del posto che devono occupare fisicamente, socialmente; è necessario che non solo il loro cuore e il loro intelletto, ma anche la loro anima e il loro spirito trovino in quel posto delle buone condizioni per espandersi. Finché non trovano il proprio posto, sono come semi che aspettano di essere seminati; e il loro posto è una terra fertile, la terra spirituale, dove potranno crescere. Quanti sono ancora simili a dei semi depositati in un granaio! Quando avrete trovato il posto del vostro cuore, del vostro intelletto, della vostra anima e del vostro spirito, sarete al vostro vero posto. A quel punto, ovunque vi troviate e qualunque sia la vostra situazione materiale e sociale, sentirete che quello è il vostro posto


Quali relazioni esistono fra il serpente e la colomba? Essi rappresentano i due aspetti opposti della medesima energia: l’energia sessuale. La colomba altro non è che il serpente sublimato. Essa ci insegna che tutto quello che striscia sul terreno, un giorno può diventare capace di lanciarsi nell’aria e di volare. Il serpente rappresenta la forza sessuale primitiva, ed è un serpente estremamente scaltro! Come è scritto nella Genesi: “Il serpente era il più scaltro fra tutti gli animali dei campi che Dio aveva fatto”. È impossibile enumerare tutti i mezzi cui ricorrono gli esseri umani per sfuggire al serpente, ma questo presenta e organizza le cose in modo tale che è lui, il più delle volte, che finisce per avere il sopravvento. Qualcuno dice: “Ecco, non soccomberò alla tentazione, resisterò…” Ma non avendo previsto il tranello che il serpente sarà in grado di tendergli, all’ultimo minuto cade nella trappola; e continuerà a cadere sino a quando non riuscirà a trasformare dentro di sé il serpente in colomba, vale a dire a trasformare l’amore umano in amore spirituale, che lo strapperà alla terra e gli farà conoscere la libertà degli spazi infiniti


Il nostro Insegnamento può riassumersi in una sola parola: creazione. Sì, creare, ma creare cosa? Quadri? Statue? Lavorare su una tela? Lavorare il legno, il marmo? No, lavorare su se stessi. Ecco infatti la vera materia prima: se stessi, la propria materia. Uno scultore ha fatto qualche statua; benissimo, ma quando guardate lui, quando guardate il suo atteggiamento, il suo viso, vedete che egli non ha mai cercato di scolpire se stesso: ancora non è che una materia bruta. Quante persone vi mostreranno i loro quadretti, le loro canzonette e i loro poemi che riflettono unicamente il loro disordine interiore! Se ne ha abbastanza di tutti quegli artisti! Dove sono i veri artisti, pronti a iniziare il vero lavoro, a modellare se stessi interiormente? Si tratta di un lavoro sconosciuto, inedito, ma è il lavoro dell’avvenire


All’origine di tutti gli squilibri, vi è quello fra lo spirito e la materia; è questo squilibrio a trascinare con sé tutte le altre forme di anomalie che si possono constatare nell’esistenza. Lo spirito e la materia sono due poli, due principi con i quali l’essere umano deve saper agire intelligentemente, ragionevolmente, prudentemente.  Se non è raccomandabile imitare l’occidente, che ha messo l’accento sulle acquisizioni materiali a detrimento dell’anima e dello spirito, non va seguito neppure l’esempio dell’India e di altri paesi che per secoli hanno accettato di vivere nella miseria, nella carestia e nella malattia. Occorre dare allo spirito e alla materia il loro rispettivo posto: non rifiutare la materia, ma renderla sottomessa e obbediente allo spirito. È in questo equilibrio fra spirito e materia che gli individui e le società trovano la pienezza


Le lamentele sulla natura umana peccatrice e portatrice dei germi del male non servono a nulla. Non bisogna lamentarsi, bisogna unicamente lavorare. Che si tratti di vanità, di orgoglio, di collera, di gelosia o di sensualità, tutti i difetti devono essere messi al lavoro. Ecco l’unico punto di vista buono, l’unica buona soluzione. È il lavoro che conta, non occupatevi del resto; le vostre qualità e i vostri difetti sono qualcosa di secondario. Quando avrete trovato qual è il lavoro migliore e avrete deciso di consacrarvi ad esso sinceramente, qualità e difetti diverranno i vostri migliori servitori. Prendiamo un esempio molto semplice. Sollevate un peso. Tutte le energie contenute in potenza nel vostro corpo fisico sono mobilitate: i muscoli, il cuore, i polmoni e anche il cervello partecipano all’azione; ma se non avete il desiderio di fare alcunché, tutti i vostri organi stagnano, sonnecchiano. È il desiderio di lavorare che mobilita tutte le vostre potenzialità. Grazie ai suoi sforzi, un criminale può finire per superare in generosità, in pazienza e in bontà gli uomini più virtuosi. Spesso, invece, coloro che sono considerati i migliori non fanno niente di grande: perché non pensano al lavoro


Per sviluppare la vostra aura, potete lavorare in due modi. Col pensiero, con l’immaginazione, cercate di attirare a voi i colori più puri, più belli, e vi circondate di quei colori. In realtà, però, si tratta di uno sforzo un po’ fittizio, i cui risultati non dureranno a lungo, se non cercate al contempo di praticare le virtù alle quali quei colori corrispondono. Per sviluppare l’aura, in effetti, l’essenziale non è l’esercizio del pensiero, ma l’apprendimento delle virtù. Anche se non fate esercizi di concentrazione per formare i colori della vostra aura, lavorando soltanto a nutrire in voi le virtù divine, che ci pensiate o meno, attirerete tutti i colori magnifici ad esse corrispondenti. Finché praticherete quelle virtù, i colori i manifesteranno sempre più belli e sempre più intensi


Qualunque sia la vostra elevatezza spirituale e il fervore delle vostre preghiere, non aspettatevi di ricevere la visita del Signore. Un angelo, forse un arcangelo, verrà a portarvi un messaggio, un atomo di luce, e sarà già un dono immenso. Chi siamo noi perché Dio, il Signore dei mondi, si sposti?… Del resto, non resisteremmo alle possenti vibrazioni della Sua presenza. Come è detto nei Salmi: “Tutto fonde come cera dinanzi alla Sua faccia”, e gli ordini angelici sono i trasformatori che filtrano quella potenza affinché possa giungere fino a noi senza polverizzarci. È preferibile sapere come stanno le cose per non attendere inutilmente ciò che non può avvenire, e soprattutto per non immaginare che sia avvenuto, cosa, questa, ancora più pericolosa. Tutto quello che possiamo ricevere da Dio è un raggio, sono effluvi che vengono da infinitamente lontano e che scendono attraverso le gerarchie angeliche. Sì, in un certo senso è Dio che ci risponde, perché Dio Si trova a tutti i livelli della Creazione, ma Egli non ci risponde mai direttamente


Si definisce il principio maschile “attivo”, e il principio femminile “passivo”. Ma la passività non ha un ruolo minore rispetto all’attività, perché se il principio maschile porta il contenuto, il principio femminile porta il contenente, la forma; e la forma è dotata di un formidabile potere di attrazione. È per contrapporlo al principio maschile, attivo, che il principio femminile viene definito “passivo”. Ma dire che è passivo non significa che esso sia inattivo; questo principio esercita un’azione, e tale azione, che assume l’aspetto della passività, è estremamente efficace. Invece di proiettarsi in avanti come fa il principio maschile, il principio femminile attira a sé. È questa la sua attività, e chi non ha vera resistenza da opporgli viene assorbito. L’attività maschile è più visibile, ma non è più potente. Si può dire che essere attivi significa andare dal centro verso la periferia, mentre essere passivi significa attirare gli elementi dalla periferia verso il centro; e anche se quell’attrazione non è talmente visibile, è assolutamente reale e attiva


Quale sapere, quale conoscenza della vita si può acquisire se non si è liberi, interiormente liberi? È l’assenza di libertà interiore che impedisce agli esseri umani di scoprire le verità essenziali di cui hanno bisogno per orientarsi nella vita. Quanti uomini e donne considerano la libertà come il bene più prezioso e si battono per conquistarla! Sì, ma la libertà che cercano non è quella che potrebbero acquisire da un sapere vivo che li sosterrebbe e li salverebbe. Al contrario, essi sono impegnati in attività che li incatenano e li rendono ciechi. Somigliano a un uomo oppresso da preoccupazioni e dispiaceri che attraversa un paesaggio o un giardino magnifico senza vedere nulla. Tutte le meraviglie del cielo e della terra sono lì, attorno a loro, in loro… ma per vederle, per comprenderle, dovrebbero essere liberi, interiormente liberi


Tutti i bambini piangono alla nascita, ma non nello stesso modo. Alcuni fanno udire un pianto toccante: esprimono la nostalgia per una regione di luce, di gioia e di pace che hanno lasciato. Ma al tempo stesso dicono: “Sia fatta la volontà di Dio!” e accentano in anticipo le prove che li attendono. Molti altri, invece, piangono in modo disperato, tragico, emettendo grida di rivolta, perché si sentono come animali messi in gabbia e sanno già che la loro esistenza sarà come una prigione. La verità è che sulla terra nessuno è risparmiato, proprio perché si tratta della terra, e lì si entra in condizioni molto particolari. Occorre quindi trovare i metodi migliori per non lasciarsi schiacciare dagli avvenimenti, ma anzi dominarli e trarre da essi il meglio per la nostra evoluzione. Certo, non riusciamo immediatamente a modificare le nostre reazioni nei confronti di quello che ci succede. Iniziamo sempre col sentirci urtati, rattristati, sconvolti. Sì, ma una volta che abbiamo capito che quelle difficoltà sono necessarie al nostro apprendistato, ci riprendiamo molto più rapidamente e molto meglio


Di fronte a una disillusione, a un insuccesso o a un incidente, vi capita di pensare: “Sì, certo, qualche cosa mi aveva avvertito. Era come una voce dentro di me, ma così flebile, così flebile!…” E voi non avete ascoltato la voce che voleva mettervi in guardia: avete preferito seguire altre voci che vi parlavano molto spesso e molto forte per indurvi in errore. Ebbene, sappiate che il Cielo parla dolcemente e senza insistenza: dice le cose una volta, due volte, tre volte… poi tace, e peggio per voi se avete voluto chiudere le vostre orecchie. Sì, la voce del Cielo è sempre estremamente dolce, melodiosa e breve. L’intuizione non insiste oltre; e se non siete attenti, se non distinguete quella voce, perché solo il frastuono dei vostri desideri e delle vostre bramosie cattura la vostra attenzione, non lamentatevi se poi vi smarrite


Ci sono persone che hanno mantenuto dall’infanzia l’abitudine di pregare prima di addormentarsi. Vivono in qualche modo durante la giornata e poi, venuta la sera, dicono una piccola preghiera chiedendo perdono a Dio per i propri errori. Ebbene, non è sufficiente, e agendo così avranno sempre il diavolo con loro. Come il monaco dell’aneddoto. Sì, in un convento, c’era una volta un bravo monaco che beveva, beveva: il livello del vino nelle botti si abbassava ogni giorno a vista d’occhio. Un po’ brillo, ovviamente, diceva tutte le sere la sua preghiera chiedendo perdono a Dio; dopo di che, rasserenato, si addormentava tranquillamente, e l’indomani ricominciava. Questo andò avanti per anni… Ora avvenne che una sera si dimenticò della preghiera. Ed ecco che durante la notte sentì che qualcuno lo scuoteva dicendogli: “Ehi, non hai detto la tua preghiera questa sera. Su, in piedi, sbrigati, devi pregare!” Lui si sveglia, si strofina gli occhi, e chi vede? Il diavolo! Sì, era il diavolo che lo svegliava, era lui che lo spingeva a pregare tutte le sere. Perché? Per impedirgli di correggersi. Poiché il monaco diceva le sue preghiere chiedendo perdono al Cielo, aveva la coscienza tranquilla, e il giorno dopo ricominciava a bere, per la più grande gioia del diavolo. La storia racconta che quando lo capì, il monaco fu talmente spaventato che rinunciò per sempre al bere


Qualcuno lascia cadere dei pezzi di vetro lungo la via, ed essendo negligente, non li raccoglie. Pensa: “Li raccoglieranno altri. Che importa se si feriscono!” E continua per la sua strada… Ma ciò che non sa, è che il destino umano non è una linea retta: la sua traiettoria è circolare; dunque, in un modo o nell’altro, in questa incarnazione o nella prossima, egli dovrà passare per lo stesso luogo, il che significa che dovrà subire le conseguenze della sua azione. L’esempio del vetro rotto è un’immagine per spiegarvi che chi semina pericoli, un giorno ne sarà vittima lui stesso. Scava delle buche? Tende delle trappole lungo la strada? La legge lo porterà a passare esattamente per gli stessi luoghi e a cadere in quelle buche o in quelle trappole. Avrà allora del tempo per meditare sulle sue disavventure, per lamentarsi che esistono persone cattive e stupide, e per cercare di scoprire chi siano! Ovviamente, non gli verrà l’idea di essere lui stesso quella persona. Chi vive dicendo continuamente: “Dopo di me il diluvio!” crea tutte le difficoltà di cui un giorno o l’altro la sua esistenza sarà ingombra


Gli animali sono contenti della loro sorte: non vedono i propri limiti, e non cercano quindi di uscirne per progredire. Ma questo modo di essere, che è normale per gli animali, non è ideale per gli esseri umani… anche se molti si accontentano! Direte: “Ma allora, dobbiamo ribellarci alla nostra sorte?” No, ma capitemi bene: accettare la propria sorte è una cosa, esserne soddisfatti è un’altra. Ognuno di noi è costretto ad accettare la propria sorte come conseguenza di ciò che ha vissuto in passato. Se ha delle prove da attraversare, non si deve ribellare, ma deve sapere che sta pagando per gli errori che ha commesso in questa esistenza o in esistenze precedenti. Fa quindi degli sforzi per ripararli, ma al tempo stesso comprende di dover progredire sul cammino dell’evoluzione. Così, accetta il destino che la Giustizia divina ha decretato per lui, ma non è mai soddisfatto del proprio grado di evoluzione attuale, e si sforza incessantemente di progredire


È mediante il calore che la natura porta a maturità l’oro, così come tutti i metalli. L’oro è dunque simile a un alimento che la cuoca ha messo nel forno! Ma se in natura l’oro si forma assai lentamente, poiché il fuoco che lo cuoce è molto debole, noi, per produrre l’Oro spirituale, abbiamo la possibilità di procedere più rapidamente, aumentando il calore. Ma occorre anche stare attenti a non bruciare tutto. Si può paragonare l’apprendista alchimista all’apprendista cuoco che non sa ancora regolare il fuoco: o lascia bruciare le pietanze, oppure il calore è così debole che esse non vengono cotte a sufficienza. Per portare a buon fine la Grande Opera e formare in noi la pietra filosofale, dobbiamo accendere in noi il fuoco dell’amore, e imparare a regolarlo. È mediante l’amore che si accelera il processo; ma l’amore, come il fuoco, necessita anche di una grande padronanza, altrimenti, anche lì, si rischia di bruciare tutto. L’amore è il fuoco più terribile che esista se non lo si sa dominare: ecco perché deve sempre essere temperato dalla saggezza. La pietra filosofale è quello stato di coscienza divino che non si può raggiungere se non mediante l’amore e la saggezza


La purezza non consiste nel mantenersi al riparo da ogni contatto, chiusi sotto una campana di vetro. No, la purezza che pensa solo a proteggersi è inutile, ed è persino nociva. La vera purezza è l’amore divino, perché l’amore divino è la vita, è l’acqua che sgorga dalla sorgente, e quello zampillio respinge tutto ciò che è sporco, spento, oscuro. Una purezza in cui non ci sia amore non è vera purezza. Quanti religiosi hanno creduto e credono tuttora che la purezza consista nel guardarsi dall’amore! Forse saranno candidi come la neve, ma sono anche freddi come la neve, e la loro purezza è sterile. Non è dall’amore che ci si deve guardare e nemmeno dal contatto con gli altri, ma dall’egoismo, dalla possessività; nel momento in cui simili sentimenti entrano in un essere, egli non è più puro. La vera purezza è quella dell’acqua cristallina che sgorga, che scorre e va ad irrigare i campi e i giardini nell’anima e nel cuore di tutti gli esseri


In generale, si crede che solo l’uomo adulto possieda veramente l’intelligenza. Certo, egli la possiede in modo particolarmente evidente, ma in realtà l’intelligenza esiste già nei neonati, e anche negli animali, pur se in un modo che resta ancora misterioso per la scienza. Sotto forme assai diverse, l’intelligenza esiste ovunque nell’Universo. La terra è intelligente, e anche il sole lo è, anzi, è l’essere più intelligente… Sì, perché è il più vivo. Direte: “Più vivo di noi?”… In un certo modo sì, più vivo di noi. Ovviamente, se andate a raccontare in giro che il sole è la creatura più intelligente sarete derisi. Eppure, la prova esiste: dato che è il sole a vivificare gli umani, significa che è più vivo di loro. Se non ci fosse il sole a distribuire il suo calore e la sua luce, non ci sarebbe nessuna vita sulla Terra, quindi nessuna intelligenza e nessun amore


Non basta sentirsi animati da un ideale di giustizia, di onestà, di bontà, e volere che quell’ideale si realizzi nel mondo. Se non sapete come agire, vi scontrate continuamente con gli altri e finite per scoraggiarvi. Che fare allora? Lasciare semplicemente gli altri tranquilli e continuare a perfezionarvi. Così, a poco a poco, quando vi presenterete davanti a loro, li impressionerete per la vostra luce; vedendovi, essi capiranno di essersi smarriti lungo strade fangose. Finché volete assolutamente mostrare agli altri che hanno preso una strada sbagliata, sprofondate con loro nel fango. Lavorate soltanto per diventare luminosi, e quando gli altri vi incontreranno, senza neppure che diciate qualcosa, capiranno che siete voi nel vero, e cercheranno di imitarvi


Non accontentatevi di sognare il vostro avvenire, ma sforzatevi di costruirlo sin da adesso su basi solide. È “adesso” che conta. L’avvenire è un prolungamento del presente, e il presente altro non è che una conseguenza, un risultato del passato. Tutto è collegato: passato, presente e avvenire non sono separati. L’avvenire sarà edificato sulle fondamenta che state posando adesso. Se quelle fondamenta sono difettose, è ovviamente inutile attendersi un avvenire eccezionale; ma se sono buone, è altrettanto inutile preoccuparsi. Con tali radici, avrete il tale tronco, i tali rami e i tali frutti. Il passato è passato, ma ha messo al mondo il presente, e il presente equivale alle radici dell’avvenire. Quindi, costruite sin da ora il vostro avvenire cercando di migliorare il presente


Mettete il piede sul primo gradino di una scala mobile: in quel preciso istante, la scala si mette in funzione e vi porta al piano superiore o a quello inferiore. Cosa è successo? Poggiando il piede, avete semplicemente interrotto un fascio luminoso, e la sua interruzione ha innescato degli apparecchi che hanno messo in moto quella enorme scala del peso di tonnellate. Un processo analogo si verifica nella vita interiore dell’uomo. Ogni suo pensiero, ogni suo sentimento interrompe un raggio da qualche parte, e alcuni apparecchi si mettono in moto. Spesso, invece di portarlo ai piani superiori della sua coscienza, le scale lo trascinano in sotterranei dove egli viene privato di aria, di luce, di calore e di spazio. Voi credete di essere liberi e di potervi permettere qualunque pensiero o sentimento,
ma sappiate che ciascuno di essi produce una messa in moto i cui effetti vi proietteranno verso l’alto o verso il basso. Allora, attenzione: siate vigili!


In quanto spirito, l’essere umano non ha ancora realmente preso possesso del proprio corpo fisico. Egli se lo porta dietro, e in quel corpo è seppellito, schiacciato, a volte persino soffocato, ma non si può dire che egli vi si sia stabilito, perché quella dimora non è degna di lui. Dunque, nell’attesa, lo spirito (o piuttosto ciò che si crede essere lo spirito) se ne va a spasso con il corpo, esattamente come un brav’uomo e una brava donna che se ne vanno in giro sotto braccio barcollando… Direte: “Ma che  spettacolo!” Ebbene, sì, è un vero spettacolo quello dato dall’essere umano, finché egli ignora ciò che il suo spirito e il suo corpo rappresentano e qual è il lavoro che devono fare insieme. Ma voi che sapete qual è questo lavoro, sforzatevi di liberare il principio divino in voi affinché possa elevarsi il più in alto possibile, e al suo ritorno, mentre ridiscende, purifichi e illumini la dimora che gli appartiene. Quella dimora è il vostro corpo fisico, ma anche il vostro corpo astrale e mentale, attraverso i quali il vostro spirito deve potersi manifestare un giorno


Quando decidete di abbracciare la vita spirituale, provocate unicamente un cambiamento interiore. Esteriormente, la vostra esistenza continuerà come prima: avete una cerchia familiare, sociale o professionale con problemi da risolvere che rimarranno gli stessi. Avete anche un corpo fisico più o meno in buona salute, e non starete meravigliosamente bene tutto a un tratto. Prendiamo proprio l’esempio della salute. Ci sono debolezze fisiche che una migliore igiene di vita, sostenuta da una migliore filosofia, vi permetterà di superare rapidamente. Ma ci sono anche malattie incurabili, perché queste hanno la loro causa in un passato lontano e sono quindi profondamente radicate nel vostro organismo. La vita nuova che avete deciso di condurre vi darà soltanto dei metodi per meglio sopportare il vostro stato fisico carente e introdurre in voi i germi di un miglioramento futuro, ma non vi guarirà. Tutto questo deve essere chiaro per voi


Col pretesto di amarli, si rimane accanto agli esseri per occuparsi di loro. Ma come li si aiuterà se non ci si è sforzati
di elevare il proprio livello di coscienza? Quell’amore non basta, e lo si vede bene nel campo dell’educazione. Il fatto che i genitori siano continuamente occupati a vegliare sui propri figli non significa che li stiano educando. Li educano soltanto se sono in grado di trovare in se stessi, e di portare poi ai figli, elementi di un mondo superiore che i bambini potranno conservare per tutta la vita. Non si educano i bambini dicendo loro soltanto: “Mangia… dormi… lavora bene in classe… non frequentare chiunque…, eccetera”. Questi consigli sono sicuramente utili, ma non sono un nutrimento per la loro anima e il loro spirito; e se non nutrono l’anima e lo spirito dei propri figli, i genitori non si facciano illusioni: non li educano, non li proteggono


L’arte della separazione è una delle più difficili che esista, perché occorre saper trovare il momento propizio. Ogni separazione prematura è uno strappo e provoca delle lacerazioni. È nella natura che gli Iniziati si sono istruiti nell’arte della separazione. Non si può separare la noce dal suo mallo, ma la natura sa come fare: lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e cade. Questa separazione è il simbolo della maturità. Per parecchi mesi la madre porta il figlio nel proprio grembo, ed è pericoloso volerlo strappare prematuramente. Ma venuto il momento, il frutto cade, e si può recidere il legame che univa il bambino alla madre. E che ne è della nostra anima? Essa è prigioniera del nostro corpo, e per liberarsi, deve separarsi dalla spessa materia che la circonda; questo, però, non prima di avere raggiunto la maturità. Ecco un tema di riflessione, e l’autunno è il periodo migliore per meditare sulla vera liberazione


Di un uomo che manifesta un atteggiamento servile davanti ai potenti di questo mondo – perché paragonandosi a loro si sente povero, debole e privo di tante cose –  generalmente si dice che è umile. Invece, di qualcuno che vuole realizzare il comandamento di Gesù: “Siate perfetti come il vostro Padre celeste è perfetto” o che vuole lavorare per l’arrivo del Regno di Dio sulla terra, si esclama: “Che orgoglio!… Chi crede di essere?” Ebbene, in entrambi i casi, si è in errore. Un uomo non è umile per il semplice fatto che si inchini davanti al ricco e al potente; dategli una grossa somma di denaro o una posizione elevata, e vedrete se è umile! E se all’improvviso deve risolvere una grande prova, vedrete se è umile dinanzi al Signore! Alle minime difficoltà, quante persone si rivoltano contro Dio o negano addirittura la Sua esistenza! La vera umiltà, non consiste nell’inchinarsi davanti al potere o al denaro, ma nell’essere capaci di dire, come Gesù nel giardino di Getsemani: “Padre, sia fatta la Tua volontà e non la mia”


Denaro e beni materiali: ecco ciò che si reclama ovunque. Persino il Cielo è assalito da queste richieste e ne è sopraffatto. Certo, “sopraffatto” non è che un’espressione: il Cielo può sempre, se gli pare il caso, dare immediatamente a ciascuno tutto ciò che vuole. Ma non c’è niente di meglio da chiedere al Cielo che non soddisfazioni materiali? Il Cielo accetta di ricevere le vostre richieste, sì, ma si aspetta che gli chiediate la luce, l’amore e la saggezza, che vi permetteranno anche di aiutare la vostra famiglia e i vostri amici. Chiedete la forza per compiere la volontà di Dio, chiedete di partecipare alla venuta sulla terra del Suo Regno di pace, di amore e di vita eterna… Essendo tali preghiere estremamente rare, il Cielo dirà: “Oh! Ecco un essere che non somiglia a tutti gli altri! Occupiamoci prima di lui, accogliamo le sue richieste”. Alle altre richieste, invece, risponde: “Pazienza, vedremo più tardi!


Nelle paludi e nelle giungle vedrete esclusivamente animali intenti a divorarsi. Ma se salite molto più in alto, nel Cielo, fra le gerarchie angeliche, vedrete soltanto esseri che non smettono di donarsi amore e luce. Sì, in alto, si trova l’amore e la luce, mentre in basso si trovano ostilità e lotte spietate. Allo stesso modo, gli esseri umani che sono scesi molto in basso nei loro desideri e nelle loro preoccupazioni, non possono fare altro che combattersi e divorarsi a vicenda. In seguito, traggono delle conclusioni sull’esistenza e dicono che l’uomo è un lupo per l’uomo, e che sulla terra regna la legge della giungla. Sì, questo è vero finché restano in basso. Ma purifichino i loro pensieri e i loro sentimenti, li illuminino e troveranno, gli uni accanto agli altri, l’amore e la luce


Saprete quanto la vostra vita possa diventare ricca e piena soltanto se pensate ad armonizzarla con la vita divina. A poco a poco, tutto il sapere e tutte le virtù celesti verranno a stabilirsi in voi. La vita… Niente è più importante della vita, perché essa contiene in germe tutte le possibilità di sviluppo. Ecco un uomo dotato dei più grandi talenti, ma se dovesse succedergli di svenire, è come se non avesse più nulla; rianimatelo, e ritroverà tutte le sue capacità. Così, ognuno può sforzarsi di sviluppare i propri doni, ma se prima non si preoccupa di preservare la vita dentro di sé, perderà tutto. Purtroppo, ciò che le persone considerano non è mai la vita. Vogliono ottenere un piacere qualunque, e per ottenerlo non solo sprecano la propria vita, che è il loro bene più prezioso, ma recidono anche il legame con la vita divina; questo è il modo più sicuro di andare verso la morte, la morte spirituale dapprima, e in seguito la morte fisica


Qualche giorno fa, avete incontrato un amico: era vivo. Successivamente, però, ha avuto un incidente, e ora lo vedete steso su un letto: è morto. Si tratta sempre di lui, ma qualche cosa di invisibile lo ha lasciato; era quel “qualcosa” che lo faceva camminare, parlare, pensare, amare. Ora potete mettergli accanto tutto il cibo e tutti i tesori del mondo dicendogli: “Tutto questo è per te, rallegrati!” ma non c’è niente da fare: lui non si muove. Allora, come si può mettere in dubbio l’esistenza di un mondo invisibile? Il mondo visibile – in questo caso il corpo – non è niente se non è animato, sostenuto da una realtà invisibile. Dietro ciò che è visibile, bisogna sempre cercare l’invisibile. Se per noi il mondo esiste, se possiamo vedere il cielo e il sole, è grazie al principio invisibile in noi, il quale ci permette di scoprirli attraverso quegli strumenti visibili che sono i nostri occhi. Se il principio invisibile non fosse presente, i nostri occhi non servirebbero a nulla, e noi non vedremmo. Il mondo visibile altro non è che l’involucro del mondo invisibile senza il quale non potremmo conoscere niente di tutto ciò che esiste intorno a noi


Il processo di sublimazione della forza sessuale può essere rappresentato sotto diverse forme simboliche. L’Albero sefirotico è una di queste. Sul pilastro centrale, che si può assimilare alla colonna vertebrale, sono poste, dal basso verso l’alto, le tre sefiroth Iesod, Tifereth e Kether. Da Iesod a Kether, passando per Tifereth: tale è simbolicamente il cammino della forza sessuale sublimata. All’estremità superiore del pilastro centrale, la santità di Kether, che è la testa incoronata, ha la propria origine nella purezza di Iesod, gli organi sessuali.  La santità di Kether è l’energia sessuale che il discepolo si sforza di far salire, grazie alle potenze di Tifereth, il Sole, fino a che essa giunge a manifestarsi in alto, al di sopra della sua testa, come una luce d’oro. Sì, tale è lo scopo dell’Iniziazione: essere capaci di dominare una forza bruta che ci trascina verso il basso, farle cambiare direzione e lavorare su quella quintessenza fino a trasformarla in un’aura di luce


Molti si lanciano nella vita spirituale, senza valutare alcuna delle sue difficoltà e volendo immediatamente intraprendere grandi cose. Questo finisce fatalmente con incidenti o delusioni. Se, senza alcuna preparazione preliminare, volete saltare al di là di un grande e ampio precipizio, ci cadrete dentro, e quando vi rialzerete – se mai ci riuscirete – avrete ricevuto un tale colpo che da quel momento in poi rinuncerete a tentare anche i minimi sforzi. Se invece imparate a saltare un fosso di cinquanta centimetri, poi uno di sessanta, e via di seguito, andrete molto lontano, perché a poco a poco vi rafforzerete e acquisterete fiducia in voi. Lo stesso vale per la vita spirituale. Quanti metodi vi ho già dato! Pronunciare qualche parola, fare un gesto, dominare certi impulsi… Ma voi non utilizzate questi metodi perché vi sembrano troppo insignificanti. Ora, sono proprio i piccoli esercizi che
possono portarvi molto lontano, mentre invece le imprese grandiose vi distruggeranno. Quante persone hanno voluto lanciarsi in pratiche di occultismo per diventare chiaroveggenti, maghi, ecc., e hanno perduto la ragione


Facendo del diavolo il nemico irriducibile di Dio, quanti teologi hanno falsato l’immagine del Creatore e Signore dell’Universo! Se un’entità riesce a tenergli testa a tal punto, significa che quell’entità è altrettanto potente se non addirittura più potente di Lui. Direte che essi non lo hanno mai pensato… Ma sì! Ecco la prova: nella cristianità, per tutto il medioevo – e anche oltre – non appena alcuni uomini o donne manifestavano dei doni un po’ eccezionali, li si accusava di aver ottenuto quei doni dal diavolo, di aver fatto un patto con lui. E purtroppo, è la Chiesa che ha contribuito a diffondere questa credenza. Sì, se il diavolo ha occupato un tale posto nella cristianità, è la Chiesa ad esserne responsabile. Qualcuno profetizzava, guariva gli ammalati o riceveva messaggi dal Cielo? Ah no, non era il Cielo, ma il diavolo a ispirarlo. Quindi, non bisogna stupirsi se taluni hanno realmente voluto fare un patto con lui: perché – si chiedevano – andare a servire un Dio incapace, visto che tutte le conoscenze e tutti i doni vengono dal suo avversario, il diavolo? In certo qual modo, ragionavano bene. Allora, ecco a quali assurdità approda la religione quando non possiede il vero sapere iniziatico sul bene e sul male


Sin da giovanissimi, i ragazzi e le ragazze che studiano sono costretti ad avere una tale attività intellettuale – attività che tocca sovente i campi più disparati – che non riescono più a dominare il proprio pensiero. È questa agitazione mentale che più tardi impedisce loro di elevarsi al di sopra del piano astrale e mentale e di percepire la realtà del mondo spirituale. Colui che vuole assaporare le realtà spirituali, deve per un istante sospendere l’attività del proprio intelletto. I saggi dell’India hanno ragione quando dicono che l’intelletto è l’uccisore della realtà. Con l’intelletto si possono accumulare molte conoscenze e si può ragionare all’infinito, ma si rimane alla superficie. È al cuore che è dato di conoscere la realtà; è però necessario comprendere che il cuore in questione non è il cuore fisico e nemmeno il sentimento. Quando gli Iniziati parlano di “intelligenza del cuore”, in realtà designano l’anima, l’unica che possieda la facoltà di percepire l’essenza degli esseri e delle cose


Si può paragonare l’essere umano ad un libro, un libro che egli stesso sta scrivendo; e spesso, che scarabocchio e che linguaggio incomprensibile! Vi si trovano tutte le assurdità e tutte le aberrazioni… E quando due di quei libri si incontrano e provano un’attrazione reciproca, giorno e notte sono lì occupati a leggersi; ma cosa imparano da quella lettura? Gli umani conoscono sicuramente molte cose, ma non hanno ancora imparato come devono scrivere il proprio libro. Sanno creare soltanto all’esterno di se stessi: scolpire, modellare, disegnare, scrivere… sempre all’esterno; il loro mondo interiore resta un terreno incolto. È tempo che essi prendano coscienza e comincino a preoccuparsi della scrittura del proprio libro. Allora, ogni volta che si incontreranno, rimarranno incantati nel poter leggere, gli uni sugli altri, scritte e disegni sublimi: le qualità, le virtù e i doni che ciascuno, lavorando, avrà sviluppato in se stesso


Noi siamo sulla terra, e la terra non è un giardino di delizie, come viene definito il Paradiso: qui si è trattati duramente. Dobbiamo iniziare il lavoro, altrimenti continueremo a farci domande senza risposta. Nello stato attuale dell’umanità, nessuno può evitare le prove, poiché esse fanno parte dell’evoluzione. Le prove sono diverse in base  agli esseri, alla loro età, alle loro condizioni di vita, al loro grado di evoluzione, ma ad esse nessuno può sfuggire. Il bambino e l’adulto, lo studente e il professore, il povero e il ricco, il semplice cittadino e il dirigente: tutti hanno delle prove da passare, poiché ciascuno deve comprendere certe verità. Coloro che sanno come attraversare i periodi difficili in cui veramente niente funziona e in cui sono assillati e sfiniti, guadagnano infinitamente più che non andando di successo in successo. Ma per questo, devono sforzarsi di vedere il lato positivo della loro situazione


Considerato dal solo punto di vista fisico, un essere umano è uomo o donna, e generalmente ne presenta determinate caratteristiche che non ingannano. Ma dal punto di vista psichico, la questione è molto più complessa, poiché ciascuno possiede interiormente i due principi, maschile e femminile, e non si può ridurre l’uomo al solo principio maschile né la donna al solo principio femminile. Nel simbolismo cinese dello yin-yang, per esempio, la parte yin, nera, femminile, contiene un punto bianco, e la parte yang, bianca, maschile, contiene un punto nero, per esprimere che il maschile contiene sempre una parte femminile, e viceversa. Gli uomini e le donne non sono principi astratti: gli uomini e le donne sono combinazioni di maschile e di femminile in proporzioni disuguali. Occorre inoltre considerare che da un’incarnazione all’altra possono cambiare sesso. Perché? Perché l’Intelligenza cosmica ha deciso che per evolvere, per perfezionarsi, l’essere umano deve fare esperienza delle due condizioni, e acquisire così in pienezza le qualità del principio maschile e del principio femminile



“Il tempo è compiuto. Il Regno di Dio è vicino”, diceva Gesù. Molti faranno notare che sono trascorsi duemila anni da quando egli pronunciò queste parole, e che il Regno di Dio è ancora ben lontano: la Terra è sempre il luogo di tante disgrazie, miserie, carestie, guerre! Come comprendere allora questa profezia? Con il suo insegnamento Gesù gettava le basi del Regno di Dio. Per coloro che lo hanno compreso, quel Regno è già arrivato. Sì, esso è già arrivato nell’anima e nel cuore di coloro che erano sufficientemente pronti affinché esso vi si instaurasse, e di coloro che erano capaci di accettare e applicare il suo insegnamento d’amore. Per altri è vicino, sta arrivando. E per una terza categoria, arriverà… non si sa quando! Dunque, il Regno di Dio è già arrivato, sta arrivando e arriverà… le tre affermazioni sono ugualmente veritiere


Di certe persone abitate dall’odio, dalla violenza e dallo spirito di distruzione, si dice che dovunque passino non ricresce più l’erba. Questa immagine è ovviamente simbolica, ma non è esagerata. Altri esseri, invece, che sono abitati dall’amore e dalla bontà, lasciano dappertutto impronte veramente benefiche, e chi si trova a passare per quei luoghi dopo di loro si sente illuminato, riscaldato, vivificato. Allora, il fatto di conoscere questa verità, non vi ispira la volontà di manifestarvi ovunque come una presenza benefica? In tutti i luoghi in cui vi trovate, almeno per qualche istante pensate a pronunciare gli auspici migliori: “Che tutti coloro che verranno qui siano toccati dalla luce! Poiché sono tutti figli di Dio, sia trasmesso loro il desiderio di lavorare per la pace, per la fratellanza!” Direte che nessuno vi ha mai paralato di una pratica simile. Ma per quale ragione è necessario che qualcuno ve ne parli? È forse necessario suggerirvi di desiderare le cose migliori per gli esseri a voi cari? No, lo fate spontaneamente, perché i vostri sentimenti vi spingono a farlo. Allora, perché non pensare spontaneamente a formulare i migliori auspici anche per il mondo intero


Certi esseri scendono sulla terra con una missione; tuttavia può accadere che se ne allontanino e cedano a certe tentazioni, al punto che in essi non resta più nulla a ricordare loro le promesse che hanno fatto. È così che nella storia si sono visti spiriti eccelsi, Iniziati, dimenticare la propria missione per andare a perdersi su un altro cammino. È una delle difficoltà della vita spirituale: riuscire a ricordarsi, almeno confusamente, della promessa fatta dinanzi al Cielo, e mettere tutto in opera per portarla a termine sapendo smascherare persone e situazioni che possono rappresentare dei pericoli. Sì, perché insidie d’ogni genere vengono anche messe sul cammino degli esseri più evoluti. Quelli che vanno a smarrirsi così seguendo delle scorciatoie, possono solo soffrire, perché si avventurano in regioni che non sono per loro. Altri vi si trovano benissimo? È normale: esse corrispondono al loro grado di evoluzione. Ma coloro che erano destinati a vivere e a lavorare in regioni superiori, dove nulla sarebbe mancato loro per assolvere il proprio compito, sono perseguitati da terribili tormenti


Gli esseri umani, generalmente, si aspettano cose diverse da quelle che gli altri possono dare loro; e quando ricevono qualcosa di prezioso, lo trascurano, perché non era ciò che si aspettavano. Osservate: le creature umane provano forse riconoscenza verso il Creatore? No, e trovano anzi rimproveri di ogni genere da muovergli. E che dire dei bambini? Sono veramente riconoscenti nei confronti dei propri genitori? Sentite spesso come li criticano e si prendono gioco di loro… Non parliamo poi dei motivi di risentimento che i discepoli nutrono verso il loro Maestro! Egli ha un bel dare loro tutti i metodi per lavorare su se stessi, perfezionarsi e diventare veri figli e figlie di Dio, luminosi, radiosi… No, no, non è questo che vogliono; vogliono i successi, i poteri, la gloria, vogliono incontrare l’anima gemella, e il Maestro è ritenuto colpevole perché non risponde ai loro desideri. Signore Iddio, che fare con esseri simili? Non bisogna poi meravigliarsi se sono eternamente infelici. Che imparino un po’ a dare qualche cosa in cambio di tutto ciò che ricevono dal Signore, dai loro genitori e dal loro Maestro, se ne hanno uno. Siano almeno un po’ consapevoli del fatto di ricevere qualcosa, e troveranno la pace e la gioia.


È impossibile affrontare la scienza esoterica senza imbattersi, prima o poi, nella questione della magia, e in particolare della magia nera. Ma la magia nera è un campo che è più ragionevole lasciare da parte e, soprattutto, occorre evitare di pensare che si possa esserne vittima. Chi teme di essere vittima della magia nera, attira già su di sé correnti negative. Sì, perché quel timore lo rende vulnerabile e quindi ricettivo agli elementi oscuri di vario genere che fluttuano nell’atmosfera. Avviene come per le epidemie: se siete fragili, ricettivi, vi buscherete tutti i microbi delle persone che incontrate; se invece siete robusti, resistenti, emissivi, passerete indenni. Allora, non preoccupatevi della magia nera: rafforzatevi, pensate alla luce, lavorate con la luce, e sarà la luce in voi a respingere ciò che è negativo. Una ruota che gira molto rapidamente ributta il fango, ma non appena comincia a girare a rilento, tutte le sozzure vi si incollano. Anche la sorgente che erompe con forza spazza via le foglie e i ramoscelli che potrebbero ostruirla. Quindi, invece di lasciarvi andare alla pigrizia psichica, diventate come una sorgente


Quando provate una grande gioia, non abbandonatevi ad essa in modo sfrenato. Siate vigili invece, e aspettatevi anche di dover subire qualche dispiacere in arrivo dagli eventi o da qualcuno attorno a voi. Sì, dovete aspettarvelo, perché se sarete noncuranti o negligenti, verrete presi alla sprovvista. Si tratta di una legge: dato che tutto è collegato, quando si verifica un movimento in una certa regione, scatta automaticamente un movimento inverso in un’altra regione. Quindi, quando ricevete una buona notizia, per esempio, oppure riportate un successo, state immediatamente all’erta: sappiate che una corrente negativa già si prepara ad attaccarvi, e perciò preparatevi a difendervi. Se non starete in guardia, vi lascerete sorprendere e rischierete di perdere tutto ciò che quel momento di grazia vi aveva portato


Gli esseri umani non sono naturalmente portati a calarsi nella situazione degli altri, e da ciò derivano tanti errori di giudizio, tante crudeltà e ingiustizie. Nel momento in cui state per pronunciarvi su una persona, che cosa sapete della situazione in cui essa si trova?… Allora, prima di criticarla o di accusarla, almeno per qualche minuto, fate lo sforzo di mettervi nei suoi panni: a quel punto, forse vi renderete conto che se foste nella sua situazione, vi comportereste dieci volte peggio di lei. Vale la pena cercare di calarsi nella situazione delle persone che vi sono antipatiche e che siete sempre pronti a condannare. Anche solo pochi minuti ogni giorno di questo esercizio, e acquisirete qualità di pazienza, di indulgenza, di dolcezza e di generosità di cui beneficerete sia voi che loro


È naturale avere paura. Ma questo istinto, così necessario alla sopravvivenza della specie umana, può assumere forme del tutto irrazionali, talmente irrazionali che invece di salvarli ha causato la perdita di una quantità di uomini e donne. Per tale ragione, non bisogna aspettare di dover affrontare grandi pericoli per esercitarsi a vincere la paura. Ogni giorno, avete delle occasioni per trovarvi bruscamente a dover risolvere fatti e situazioni che possono ispirarvi timore, fossero anche solo parole… Una persona, per esempio, minaccia di privarvi di qualche cosa cui tenete, o di opporsi a un vostro buon progetto. Invece di avere immediatamente paura e protestare in modo aggressivo, o andarvene sbattendo la porta, tacete, rimanete tranquilli, perché se reagite impulsivamente, non farete che aggravare la situazione. Chissà, forse sono solo minacce al vento, e se anche poi fossero reali, riuscirete meglio a tener testa se saprete mantenere il vostro sangue freddo. Cercate di rammentarvi di tutte le occasioni in cui, per paura di ciò che consideravate un pericolo, avete reagito impulsivamente, per poi pentirvene


Il mondo fisico, il mondo spirituale e il mondo divino… Oppure, la forma, il contenuto e il significato… O ancora, il mondo dei fatti, il mondo delle leggi e il mondo dei princîpi. È sempre la stessa trinità: il corpo, l’anima e lo spirito. Lo spirito corrisponde al mondo divino, l’anima al mondo spirituale, e il corpo al mondo fisico. L’anima si situa dunque fra la materia e lo spirito; essa è un intermediario, un veicolo che trasporta gli elementi dal cielo alla terra e dalla terra al cielo. Tutto ciò che scende e tutto ciò che sale passa attraverso l’anima; lo spirito può tendere unicamente verso il basso, e la materia può tendere solo verso l’alto, ma l’anima sale e scende fra i due. Ecco perché lo spirito non ha potere sulla materia se non passando dall’anima. Osservate ciò che avviene nella natura: il sole non può agire direttamente sulla terra: gli occorrono degli intermediari, e quegli intermediari sono l’aria e l’acqua. Allo stesso modo, il nostro spirito non può toccare direttamente il nostro corpo fisico, gli occorre un intermediario: l’anima


È esistita un’epoca in cui gli esseri erano veramente capaci di amarsi e di restare fedeli, e perciò a quel tempo non esisteva l’istituzione del matrimonio. Il matrimonio è stato istituito perché gli esseri umani non sapevano più amare. È stato per costringerli a rispettare i propri impegni che si sono dovute inventare delle leggi, dei sacramenti, ecc. Quando c’è l’amore, si ha forse bisogno di carte, di contratti, di un sindaco o di un curato? E poi, tutte quelle carte, quei sindaci e quei curati possono forse impedire alle coppie sposate di tradirsi, di sbranarsi e di separarsi? No, purtroppo. Quando c’è l’amore, non si ha bisogno di nient’altro perché duri eternante, nemmeno della benedizione dei sacerdoti, perché Dio ha già dato la Sua benedizione. Dio è nell’amore di coloro che si amano veramente, ed è questa l’unica benedizione autentica:
l’amore stesso


Prima di intraprendere qualsiasi cosa, il saggio inizia col riflettere, col considerare tutti gli elementi del lavoro da eseguire o del problema da risolvere; in seguito, fa intervenire l’amore, vale a dire il gusto, l’interesse per il compito da eseguire. Infine, decide di mettersi al lavoro per realizzare il suo progetto. Quindi, si può dire che il saggio, dopo aver concepito bene qualcosa col pensiero, lo rafforza e lo vivifica con un sentimento d’amore, e infine lo realizza grazie a una volontà priva di imperfezioni. Vediamo ora come si comporta la maggior parte degli esseri umani. Essi si lanciano bruscamente nell’azione senza aver studiato bene il progetto, si scontrano ovviamente con degli ostacoli, soffrono, si lamentano, ed è solo dopo essersi ben lamentati che finiscono per riflettere sulle cause dei loro fallimenti. Ebbene, è un po’ tardi: occorreva incominciare
partendo dalla riflessione


Poiché il Signore possiede tutte le virtù, Egli possiede anche tutta la ricchezza dell’Universo. Ciò è in accordo con una legge che veniva applicata in un lontano passato, quando l’ordine originale delle cose era rispettato, e secondo la quale la ricchezza materiale veniva data soltanto a coloro che possedevano la ricchezza spirituale, mentre coloro che erano poveri interiormente erano poveri anche materialmente. Ora non si vede più questo ordine rispettato sulla Terra, ma essendo la legge assoluta (tutto ciò che è in basso deve essere come ciò che è in alto), tale ordine un giorno sarà di nuovo ristabilito, e ciascuno troverà il proprio posto: coloro che sono ricchi di intelligenza, di bontà e di nobiltà riceveranno le ricchezze materiali corrispondenti, grazie alle quali potranno prosperare e fare del bene. Quanto a coloro che non avranno quelle qualità, dovranno accontentarsi di poco. Ovviamente, non saranno gli esseri umani a ristabilire questo ordine, perché non sanno chi merita e chi non merita; sarà opera dell’Intelligenza cosmica, poiché la legge delle corrispondenze è una legge immutabile nell’Universo


Gli esseri umani non sono naturalmente portati a calarsi nella situazione degli altri, e da ciò derivano tanti errori di giudizio, tante crudeltà e ingiustizie. Nel momento in cui state per pronunciarvi su una persona, che cosa sapete della situazione in cui essa si trova?… Allora, prima di criticarla o di accusarla, almeno per qualche minuto, fate lo sforzo di mettervi nei suoi panni: a quel punto, forse vi renderete conto che se foste nella sua situazione, vi comportereste dieci volte peggio di lei. Vale la pena cercare di calarsi nella situazione delle persone che vi sono antipatiche e che siete sempre pronti a condannare. Anche solo pochi minuti ogni giorno di questo esercizio, e acquisirete qualità di pazienza, di indulgenza, di dolcezza e di generosità di cui beneficerete sia voi che loro


Quando provate una grande gioia, non abbandonatevi ad essa in modo sfrenato. Siate vigili invece, e aspettatevi anche di dover subire qualche dispiacere in arrivo dagli eventi o da qualcuno attorno a voi. Sì, dovete aspettarvelo, perché se sarete noncuranti o negligenti, verrete presi alla sprovvista. Si tratta di una legge: dato che tutto è collegato, quando si verifica un movimento in una certa regione, scatta automaticamente un movimento inverso in un’altra regione. Quindi, quando ricevete una buona notizia, per esempio, oppure riportate un successo, state immediatamente all’erta: sappiate che una corrente negativa già si prepara ad attaccarvi, e perciò preparatevi a difendervi. Se non starete in guardia, vi lascerete sorprendere e rischierete di perdere tutto ciò che quel momento di grazia vi aveva portato


È impossibile affrontare la scienza esoterica senza imbattersi, prima o poi, nella questione della magia, e in particolare della magia nera. Ma la magia nera è un campo che è più ragionevole lasciare da parte e, soprattutto, occorre evitare di pensare che si possa esserne vittima. Chi teme di essere vittima della magia nera, attira già su di sé correnti negative. Sì, perché quel timore lo rende vulnerabile e quindi ricettivo agli elementi oscuri di vario genere che fluttuano nell’atmosfera. Avviene come per le epidemie: se siete fragili, ricettivi, vi buscherete tutti i microbi delle persone che incontrate; se invece siete robusti, resistenti, emissivi, passerete indenni. Allora, non preoccupatevi della magia nera: rafforzatevi, pensate alla luce, lavorate con la luce, e sarà la luce in voi a respingere ciò che è negativo. Una ruota che gira molto rapidamente ributta il fango, ma non appena comincia a girare a rilento, tutte le sozzure vi si incollano. Anche la sorgente che erompe con forza spazza via le foglie e i ramoscelli che potrebbero ostruirla. Quindi, invece di lasciarvi andare alla pigrizia psichica, diventate come una sorgente.


Un essere umano non può possedere quella coscienza universale che lo renderebbe capace di entrare in sintonia con tutto ciò che esiste. Egli prova sempre certe repulsioni, per esempio per un certo cibo, per degli oggetti, per dei volti o dei comportamenti. Quando si viene sulla terra, si prende un corpo in una famiglia da qualche parte, e quel corpo non vibra in armonia perfetta con l’Universo e con tutte le creature. Ma si deve per questo accettare un tale stato di cose sino a farne una regola di condotta? No. Ovviamente, è più facile cercare soltanto ciò che è gradevole. Ma se ascoltate la saggezza, che vede le cose diversamente, essa non vi approverà se agite soltanto in base a ciò che vi piace o non vi piace. Perché non provare ad avere vedute più ampie, cercando ciò che è bene non solo per se stessi ma anche per gli altri? Invece di servirla giorno e notte, decidete di imporvi a quella natura capricciosa in voi che ama questo, che detesta quest’altro… Finché prenderete come guide i vostri gusti, le vostre simpatie e le vostre antipatie, sarete fuori strada.


Sapere, volere, osare, tacere: la quintessenza dell’Iniziazione è contenuta in queste quattro parole. Ma perché tacere? – vi chiederete. Perché le scoperte fatte grazie alle tre attività precedenti – sapere, volere e osare – sono di una tale natura, di una tale potenza, che è pericolosissimo rivelarle a coloro che non vi sono preparati, sia perché non hanno ancora intrapreso il cammino spirituale, sia perché potrebbero avere cattive intenzioni e ne farebbero quindi un cattivo uso. Sì, tacere mostra l’importanza incommensurabile della conoscenza, della volontà e dell’audacia. Gesù diceva: “Non gettate le perle ai porci”. Una delle più grandi tragedie dell’umanità è la tendenza da parte delle persone a utilizzare le migliori cose per le peggiori imprese, ed è questa la ragione per cui è preferibile non far loro certe rivelazioni.


Il Maestro Peter Deunov diceva: “Se nutrite in voi l’idea dell’amore nella sua forma più sublime, otterrete l’aiuto di
migliaia e migliaia di anime amorevoli, poiché l’amore sottintende il lavoro collettivo di una moltitudine di anime legate fra loro dall’idea stessa dell’amore. L’amore divino è la più grande forza che esista. Non dubitate mai di questa verità, affinché le anime che lavorano nel suo nome rimangano sempre accanto a voi”. Queste parole meritano di essere meditate, masticate, digerite, perché ci aprono orizzonti straordinari. Quando saremo giunti a questa concezione divina dell’amore, attireremo dall’alto migliaia di anime che verranno ad aiutarci, a sostenerci. Il linguaggio umano è troppo debole per riuscire ad esprimere la gioia di coloro che ricevono la visita di un tale amore. A loro basta scorgere passando il volto di un uomo o di una donna per sentirsi nella pienezza.


Dove vi condurrà la pratica della filosofia, della scienza e dell’arte, se prima non siete ben nutriti e vivi? L’importante è anzitutto nutrirsi, essere vivi, e in seguito potete praticare tutte le discipline, se ne avete il gusto, il tempo e le capacità. Nelle università e nelle accademie si danno agli studenti molte conoscenze, ma non li si nutre. Ecco perché essi hanno gambe vacillanti, il cuore vuoto e nebbia davanti agli occhi. Nella scuola dei grandi Iniziati, al contrario, si nutrono bene gli studenti, e quando questi sono diventati forti e robusti, si dà loro una carriola, si spiega loro come arare la terra e li si mette al lavoro. Direte: “Cosa? Una terra da arare? Quale terra?” Quella che ciascuno possiede: la propria testa. Coloro che sanno arare e piantare buone sementi nella propria terra, mangeranno a sazietà per tutta la vita. Gli altri vedranno crescere soltanto cardi, spine e rovi, che non solo non saranno utili, ma nuoceranno a loro e all’ambiente circostante.


Sia essa fisica, affettiva o intellettuale, ogni attività è accompagnata da una combustione. L’attività comporta quindi la formazione di rifiuti che occorre espellere, perché il loro accumulo crea ingombri nocivi al buon funzionamento dell’organismo. Quando si deve accendere il fuoco in una stufa, per esempio, se non si tolgono prima le ceneri del giorno precedente, il fuoco non si accenderà, la stufa non funzionerà. Lo stesso avviene per l’organismo fisico, ma anche per l’organismo psichico, sede dei pensieri e dei sentimenti. Ecco perché dovete migliorare il vostro modo di vivere, vale a dire il modo di nutrirvi, di pensare, di sentire e di amare, perché a quel punto sostituite gli elementi logori e inquinati, con altri molto più sottili, leggeri, eterici. È così che alimentate il vostro fuoco interiore e vi sentite sostenuti lungo tutto il vostro cammino.


Che preoccupazione per medici e infermieri quando il bambino che sta per nascere si presenta con i piedi! Sì, perché il bimbo che viene al mondo deve presentarsi con la testa. Questo, però, è solo l’aspetto fisiologico della questione, e tale posizione del bimbo alla nascita può anche istruirci su parecchi punti. Osservate: per tuffarsi in acqua, il nuotatore si lancia a testa in giù, e quando invece vuole uscire dall’acqua, esce prima con la testa.  Se il bambino viene al mondo a testa in giù, questo rivela che lo spirito, scendendo dalle regioni sottili, deve tuffarsi in un mondo molto più denso. Questa posizione è un simbolo dello spirito che si immerge nella materia. Viceversa, quando l’uomo muore, abbandona una regione molto densa per penetrare in una regione più sottile, esattamente come il nuotatore che esce dall’acqua per ritornare a respirare l’aria, che è più sottile. La nascita è quindi una forma di morte. Sì, la nascita di un bambino è una morte nelle regioni sottili, e la morte sulla terra è invece una nascita in alto…


In ognuna delle loro imprese, gli esseri umani hanno la tendenza a muoversi quasi esclusivamente in base ai benefici materiali che pensano di trarne: non vedono quanto sia inutile concentrarsi su dei beni che, essendo qualcosa di esterno, non apparterranno mai loro veramente. Finché hanno denaro, terreni, macchine, armi, tutto va bene, essi si sentono forti e liberi, ma il giorno in cui ne vengono privati, si sentono persi. Ecco perché i saggi cercano di trascinare gli esseri umani su un cammino dove diverranno forti interiormente, ricchi interiormente, affinché le loro armi e le loro ricchezze appartengano ad essi per l’eternità. I saggi non sono contro le nuove realizzazioni della tecnica, no; anch’essi le utilizzano e ne sono contentissimi, ma non cadono nella trappola. Lavorano in un altro campo che appartiene loro e di cui possono disporre in qualsiasi momento. Ecco la vera indipendenza.


Il nostro corpo fisico è costruito simmetricamente rispetto ad un asse centrale, ossia la colonna vertebrale, e in questo senso si può dire che è retto dal numero 2. Abbiamo due occhi e due orecchie; inoltre, il cervello e il naso, pur essendo singoli, sono in realtà due, con i due emisferi e le due narici. Ci sono poi i due polmoni, i due reni, e più in basso i due testicoli per l’uomo e le due ovaie per la donna. Infine, abbiamo due braccia e due gambe. Anche se tale simmetria non è assoluta, in quanto il lato sinistro del nostro corpo non è mai esattamente simmetrico al lato destro, fisicamente la simmetria esiste. Psichicamente, però, la questione si presenta in modo affatto diverso. Lo studio del cervello umano ha rivelato che le funzioni dei due emisferi non sono identiche: l’emisfero sinistro è la sede delle facoltà analitiche (la logica, il ragionamento) che si possono designare come maschili, mentre l’emisfero destro è la sede delle facoltà di sintesi (l’intuizione, la sensibilità) che si possono designare come femminili. Così, i due emisferi hanno attività complementari. Si può quindi dire che il nostro corpo fisico è costruito secondo una simmetria, mentre la nostra psiche poggia su una polarizzazione maschile e femminile, positiva e negativa.


Di qualcuno che si sente facilmente ferito, offeso, si dice che è sensibile. No, la vera sensibilità è un’apertura totale alla bellezza e alla luce del mondo divino, e una chiusura a tutte le brutture e le assurdità del mondo umano. Quindi, ciò che generalmente viene chiamata ” sensibilità “, intesa come la capacità di percepire dolorosamente l’indifferenza, il disprezzo, le critiche e le vessazioni, in realtà non è altro che emotività. Allora, cosa resta a dei poveri infelici per i quali non esistono né il Cielo né gli angeli né gli amici né la bellezza, ma solo persone ingiuste, cattive e malintenzionate? Non bisogna confondere la sensibilità con l’emotività. L’emotività è la manifestazione malata di un “sé” povero, meschino, ristretto, dolente. La sensibilità rappresenta invece un grado superiore di evoluzione che mette l’uomo in relazione con le regioni celesti e gli permette di vibrare all’unisono con tutta la bellezza dell’Universo.


Le forme hanno la tendenza a irrigidirsi, e se gli esseri umani non sono vigili, lo spirito che abita quelle forme non ha più la possibilità di manifestarsi, e dovrà partire alla ricerca di nuove forme più adatte a ciò che vuole esprimere. Questa legge è valida in tutti i campi, anche in quello della religione. La Chiesa cristiana, per esempio, che da secoli si ostina a mantenere le stesse forme, è in errore. Perché rifiuta di capire? Occorre sempre affinare e diversificare le forme, affinché queste riescano ad esprimere sempre più, e sempre meglio, le correnti continuamente nuove dello spirito. Sono gli umani che si aggrappano alle forme; l’Intelligenza cosmica, invece, non ha fissato niente in modo definitivo. Anche se gli esseri umani rifiutano di far evolvere le forme, ci sono sempre degli avvenimenti che vengono a sconvolgere, a frantumare tutti quei riti e quelle dottrine che si credevano instaurati per l’eternità. Ciò che pensano gli esseri umani non è quello che pensa l’Intelligenza cosmica; Essa ha altri progetti. Ecco perché si assisterà a degli sconvolgimenti attraverso i quali lo spirito mostrerà che non lo si deve limitare.


Chi dice: “Io”, sa sempre veramente di chi sta parlando? Quando dice: “Io sono… (malato o sano, infelice o felice), io voglio… (del denaro, un’auto, una donna), io ho… (il tal desiderio, la tale preferenza, la tale opinione), crede che si tratti realmente di lui, ed è proprio qui che si sbaglia. Poiché gli esseri umani non si sono mai analizzati in profondità per conoscere la loro vera natura, si identificano continuamente con quell'”io” rappresentato dal loro corpo fisico, dai loro istinti, dai loro desideri, dai loro sentimenti e dai loro pensieri. È tempo però che cerchino di ritrovarsi attraverso lo studio e la meditazione: riusciranno così a scoprire, al di là di tutte le apparenze, che il loro vero Sé si confonde con Dio stesso. La realtà, infatti, è che non esiste una moltitudine di esseri separati, ma un unico Essere che lavora attraverso tutte le creature, che le anima e Si manifesta in esse anche a loro insaputa. Quando riusciranno a sentire questa realtà, gli esseri umani si riavvicineranno alla Sorgente divina da cui tutti traggono la propria origine.


Se un giorno doveste passare attraverso prove terribili, al punto di sentirvi lacerati, distrutti, sappiate che il Cielo ha deciso di mangiarvi. Eh sì, non stupitevi: “mangiarvi” significa ricevervi in alto fra gli eletti. Quelle prove rappresentano la pulizia che il Cielo è costretto a fare per sbarazzarvi di tutti gli elementi indigesti, conservando unicamente ciò che va bene per il suo banchetto. Quanti santi, Iniziati e grandi Maestri, prima di essere accettati e mangiati dal Signore, ossia portati alla Sua tavola per Suo diletto, sono stati anch’essi stritolati, fatti a pezzi! E se tali prove non sono ancora giunte per voi, forse significa che il Cielo non vi trova abbastanza maturi e degni di essere serviti alla sua tavola


La pazienza è la qualità che consiste nel sopportare. Sì, ma c’è modo e modo di sopportare. Certi atti, certe parole vi esasperano, e anche se non vi muovete e rimanete in silenzio, interiormente ribollite di collera o di rivolta. Questo accade particolarmente quando dovete subire l’autorità di un superiore: anche se questi abusa, voi non vi muovete, non dite niente, poiché sapete che protestando non fareste che aggravare la situazione. Ma poi, per ore e ore, rimuginate i motivi del vostro risentimento, vi rodete, e ciò vi fa male. Ebbene, non è questa la pazienza. La pazienza, quella vera, si accompagna a una sensazione di forza e di pace, e presuppone quindi che abbiate fatto prima un grande lavoro interiore. Occorre aver acquisito molta saggezza per essere finalmente pazienti.


L’Intelligenza cosmica ha dotato l’essere umano di un intelletto, di un cuore e di una volontà. Per soddisfare il suo intelletto, egli ha bisogno di pensare; per soddisfare il suo cuore, ha bisogno di provare dei sentimenti; per soddisfare la sua volontà, ha bisogno di agire ; ed è proprio nell’azione che egli vive le più grandi gioie. La pienezza non si trova nella comprensione o nel sentimento, bensì nell’azione, nella realizzazione. Quando si agisce, ci si sente in accordo, all’unisono con la forza primordiale. Un’azione presuppone infatti la concentrazione di tutte le energie, la partecipazione di tutte le cellule del nostro essere in vista di un gesto che ne è il compimento. Per questo ogni atto di bontà, di saggezza e di amore disinteressato, eseguito in piena coscienza, ci porta la pienezza.


Educare un bambino non consiste unicamente nel cercare di inculcargli dei buoni precetti. Se i genitori danno spettacolo delle loro menzogne, del loro nervosismo o delle loro violenze, come possono credere di poterlo educare? Si è osservato che un bambino può ammalarsi e manifestare disturbi nervosi a causa dei litigi dei genitori, anche senza esserne stato testimone. La ragione è che quelle dispute creano attorno al bimbo un’atmosfera di disarmonia che egli percepisce, perché è ancora molto legato ai suoi genitori. Il bambino non ne è cosciente, ma è il suo corpo eterico che riceve i colpi. Si vedono certi genitori comportarsi in modo talmente inverosimile, che non si può fare a meno di chiedersi se amino veramente i propri figli. Loro ovviamente diranno che li amano. No, se li amassero cambierebbero atteggiamento, cercherebbero almeno di correggere certe debolezze che agiscono molto negativamente sui figli. Finché non fanno quegli sforzi, significa che non li amano veramente.


Anche per le persone migliori, il denaro può essere fonte di tentazioni. Bisogna essere molto forti per condurre nell’opulenza la stessa vita spirituale che si condurrebbe possedendo lo stretto necessario. Perché credete che gli eremiti vadano a vivere nei deserti o che i monaci accettino di fare voto di povertà? Perché la ricchezza non è la condizione migliore per la vita spirituale, la quale esige tantissime rinunce e tantissimi sforzi interiori. Essi hanno compreso che la vera ricchezza consiste nel vedere chiaro ed essere nella pace. Infatti, che ricchezza può mai essere quella che si ottiene a scapito di tutto ciò che è più prezioso in se stessi? La vera ricchezza è quella dei pensieri e dei sentimenti che si possono distribuire agli altri senza mai impoverirsi.


In ognuna delle loro imprese, gli esseri umani hanno la tendenza a muoversi quasi esclusivamente in base ai benefici materiali che pensano di trarne: non vedono quanto sia inutile concentrarsi su dei beni che, essendo qualcosa di esterno, non apparterranno mai loro veramente. Finché hanno denaro, terreni, macchine, armi, tutto va bene, essi si sentono forti e liberi, ma il giorno in cui ne vengono privati, si sentono persi. Ecco perché i saggi cercano di trascinare gli esseri umani su un cammino dove diverranno forti interiormente, ricchi interiormente, affinché le loro armi e le loro ricchezze appartengano ad essi per l’eternità. I saggi non sono contro le nuove realizzazioni della tecnica, no; anch’essi le utilizzano e ne sono contentissimi, ma non cadono nella trappola. Lavorano in un altro campo che appartiene loro e di cui possono disporre in qualsiasi momento. Ecco la vera indipendenza.


Il nostro corpo fisico è costruito simmetricamente rispetto ad un asse centrale, ossia la colonna vertebrale, e in questo senso si può dire che è retto dal numero 2. Abbiamo due occhi e due orecchie; inoltre, il cervello e il naso, pur essendo singoli, sono in realtà due, con i due emisferi e le due narici. Ci sono poi i due polmoni, i due reni, e più in basso i due testicoli per l’uomo e le due ovaie per la donna. Infine, abbiamo due braccia e due gambe. Anche se tale simmetria non è assoluta, in quanto il lato sinistro del nostro corpo non è mai esattamente simmetrico al lato destro, fisicamente la simmetria esiste. Psichicamente, però, la questione si presenta in modo affatto diverso. Lo studio del cervello umano ha rivelato che le funzioni dei due emisferi non sono identiche: l’emisfero sinistro è la sede delle facoltà analitiche (la logica, il ragionamento) che si possono designare come maschili, mentre l’emisfero destro è la sede delle facoltà di sintesi (l’intuizione, la sensibilità) che si possono designare come femminili. Così, i due emisferi hanno attività complementari. Si può quindi dire che il nostro corpo fisico è costruito secondo una simmetria, mentre la nostra psiche poggia su una polarizzazione maschile e femminile, positiva e negativa.


Di qualcuno che si sente facilmente ferito, offeso, si dice che è sensibile. No, la vera sensibilità è un’apertura totale alla bellezza e alla luce del mondo divino, e una chiusura a tutte le brutture e le assurdità del mondo umano. Quindi, ciò che generalmente viene chiamata ” sensibilità “, intesa come la capacità di percepire dolorosamente l’indifferenza, il disprezzo, le critiche e le vessazioni, in realtà non è altro che emotività. Allora, cosa resta a dei poveri infelici per i quali non esistono né il Cielo né gli angeli né gli amici né la bellezza, ma solo persone ingiuste, cattive e malintenzionate? Non bisogna confondere la sensibilità con l’emotività. L’emotività è la manifestazione malata di un “sé” povero, meschino, ristretto, dolente. La sensibilità rappresenta invece un grado superiore di evoluzione che mette l’uomo in relazione con le regioni celesti e gli permette di vibrare all’unisono con tutta la bellezza dell’Universo.


Le forme hanno la tendenza a irrigidirsi, e se gli esseri umani non sono vigili, lo spirito che abita quelle forme non ha più la possibilità di manifestarsi, e dovrà partire alla ricerca di nuove forme più adatte a ciò che vuole esprimere. Questa legge è valida in tutti i campi, anche in quello della religione. La Chiesa cristiana, per esempio, che da secoli si ostina a mantenere le stesse forme, è in errore. Perché rifiuta di capire? Occorre sempre affinare e diversificare le forme, affinché queste riescano ad esprimere sempre più, e sempre meglio, le correnti continuamente nuove dello spirito. Sono gli umani che si aggrappano alle forme; l’Intelligenza cosmica, invece, non ha fissato niente in modo definitivo. Anche se gli esseri umani rifiutano di far evolvere le forme, ci sono sempre degli avvenimenti che vengono a sconvolgere, a frantumare tutti quei riti e quelle dottrine che si credevano instaurati per l’eternità. Ciò che pensano gli esseri umani non è quello che pensa l’Intelligenza cosmica; Essa ha altri progetti. Ecco perché si assisterà a degli sconvolgimenti attraverso i quali lo spirito mostrerà che non lo si deve limitare


Chi dice: “Io”, sa sempre veramente di chi sta parlando? Quando dice: “Io sono… (malato o sano, infelice o felice), io voglio… (del denaro, un’auto, una donna), io ho… (il tal desiderio, la tale preferenza, la tale opinione), crede che si tratti realmente di lui, ed è proprio qui che si sbaglia. Poiché gli esseri umani non si sono mai analizzati in profondità per conoscere la loro vera natura, si identificano continuamente con quell'”io” rappresentato dal loro corpo fisico, dai loro istinti, dai loro desideri, dai loro sentimenti e dai loro pensieri. È tempo però che cerchino di ritrovarsi attraverso lo studio e la meditazione: riusciranno così a scoprire, al di là di tutte le apparenze, che il loro vero Sé si confonde con Dio stesso. La realtà, infatti, è che non esiste una moltitudine di esseri separati, ma un unico Essere che lavora attraverso tutte le creature, che le anima e Si manifesta in esse anche a loro insaputa. Quando riusciranno a sentire questa realtà, gli esseri umani si riavvicineranno alla Sorgente divina da cui tutti
traggono la propria origine.


Se un giorno doveste passare attraverso prove terribili, al punto di sentirvi lacerati, distrutti, sappiate che il Cielo ha deciso di mangiarvi. Eh sì, non stupitevi: “mangiarvi” significa ricevervi in alto fra gli eletti. Quelle prove rappresentano la pulizia che il Cielo è costretto a fare per sbarazzarvi di tutti gli elementi indigesti, conservando unicamente ciò che va bene per il suo banchetto. Quanti santi, Iniziati e grandi Maestri, prima di essere accettati e mangiati dal Signore, ossia portati alla Sua tavola per Suo diletto, sono stati anch’essi stritolati, fatti a pezzi! E se tali prove non sono ancora giunte per voi, forse significa che il Cielo non vi trova abbastanza maturi e degni di essere serviti alla sua tavola.


La pazienza è la qualità che consiste nel sopportare. Sì, ma c’è modo e modo di sopportare. Certi atti, certe parole vi esasperano, e anche se non vi muovete e rimanete in silenzio, interiormente ribollite di collera o di rivolta. Questo accade particolarmente quando dovete subire l’autorità di un superiore: anche se questi abusa, voi non vi muovete, non dite niente, poiché sapete che protestando non fareste che aggravare la situazione. Ma poi, per ore e ore, rimuginate i motivi del vostro risentimento, vi rodete, e ciò vi fa male. Ebbene, non è questa la pazienza. La pazienza, quella vera, si accompagna a una sensazione di forza e di pace, e presuppone quindi che abbiate fatto prima un grande lavoro interiore. Occorre aver acquisito molta saggezza per essere finalmente pazienti.


Molti mestieri sono difficili e richiedono lunghi anni di preparazione, ma il “mestiere” più difficile è quello di guidare gli esseri umani sul cammino della luce e della gloria divina. Per prepararsi a questo, sono necessarie parecchie incarnazioni; occorre anzi essere stati creati a tale scopo. Eppure, quante persone immaginano di essere in grado di guidare gli altri! “Aprono bottega” per attirare dei discepoli, e credono di trasmettere loro un insegnamento. Ma quale insegnamento? Tutte le imperfezioni, tutte le lacune che portano in sé – e alle quali non hanno mai pensato di rimediare – si riflettono nei consigli, nelle istruzioni e negli orientamenti che essi indicano. Così, invece di portare i loro discepoli a inerpicarsi per sentieri scoscesi che conducono alle altezze sublimi, li portano fuori strada lungo vie piene di insidie. E loro stessi finiscono spesso per essere trascinati nei precipizi.


Come possiamo conoscere Dio, dal momento che ciò che è limitato non può conoscere l’illimitato? In ogni caso, non attraverso i nostri cinque sensi. Noi conosceremo Dio quando entreremo nella Sua immensità, quando ci fonderemo in Lui, quando faremo parte di Lui. Fintanto che una goccia d’acqua è separata dall’oceano, non può conoscerlo; ma quando ritorna all’oceano, non la si può più separare: è diventata l’oceano e lo conosce. Quindi, finché l’essere umano resta come una goccia separata, non può comprendere l’immensità e l’infinito di Dio. Occorre che si fonda, che avvenga una fusione, che si perda in Lui. A quel punto Lo conosce, perché diventa Lui, è Lui. Ma sino ad allora, rimarrà fuori da Dio, e continuerà a porsi domande sulla Sua esistenza.


Nell’Antichità, durante la celebrazione dei Misteri, gli Iniziati assistevano a danze sacre eseguite nei templi da giovani vergini, le quali non dovevano mostrarsi ai profani; tutta  la loro vita era interamente consacrata alla purezza. Altri vollero imitarle… dei discepoli scacciati dai templi a causa delle proprie debolezze, i quali crearono delle scuole in cui iniziavano – per così dire – ai grandi misteri simboleggiati da Iside svelata. Quando non si è abbastanza elevati per raggiungere la bellezza celeste, ci si accontenta di imitazioni grossolane. Così, oggigiorno, tutti quegli spettatori che affollano i locali notturni per  assistere a spettacoli di strip-tease e contemplare Iside che si toglie i veli, altri non sono che discepoli, i quali non avendo a quel tempo potuto passare con successo i veri esami iniziatici, li preparano nei luoghi del vizio; e tutti ottengono il loro diploma con menzione Ottimo, perché quell’Iside si svela ben più facilmente della grande Dea negli antichi templi! Ed è un peccato, perché colui che sa come contemplare la vera bellezza, può elevarsi fino al trono di Dio


Quante persone inforcano gli occhiali di una religione, che nascondono loro la visione dell’Universo! Ma allora, che interesse c’è nell’appartenere a una religione se questa deve nascondere lo splendore di ciò che Dio ha creato e le possibilità di ritornare a Lui? La Chiesa ha talmente deformato gli esseri umani che ora non c’è più mezzo di far loro capire le meraviglie della Creazione. Le cose che hanno creato loro, quelle sì: immagini di santi, reliquie, cattedrali, pellegrinaggi… Ma nelle cose che Dio ha creato, che interesse c’è? Certo, non è così che si esprimono, ma in pratica è così che si comportano. Anziché dire: “Rispettate la vita, figli miei, perché tutto è sacro; tutte le cose sono talismani che Dio ha deposto ovunque. Rendetegli grazie per la luce del sole e delle stelle, per l’aria, per l’acqua, per tutto quello che la natura ci dà…”, considerano importanti solo le loro botteghe: cerimonie, corone del rosario, medagliette… Il resto dell’Universo non conta. Ed ecco come i riti istituiti dalle varie Chiese finiscono per nascondere la vera religione.


Meditare e pregare non sono attività qualsiasi: esse devono farvi provare sensazioni di una natura particolare. Se la meditazione e preghiera non vi fanno sentire un calore, una luce, una forza, una gioia, un incanto, dovete ricercarne la causa. A volte, si strofina un fiammifero e questo non si accende perché è umido, oppure forse lo è la scatola; e se un accendino non funziona, significa che manca benzina o che la pietrina è consumata. Nelle pratiche spirituali così come sul piano materiale, i fallimenti hanno sempre una causa che è necessario trovare. L’intelletto non deve mai essere umido e il cuore non deve mai essere asciutto. Bisogna che il cuore sia umido e caldo, e che l’intelletto sia asciutto e freddo. Un cuore asciuttto diventa egoista, e se è freddo, manca d’amore. Se lo si scalda, l’intelletto si addormenta, e se lo si inumidisce troppo, marcisce. Queste immagini semplici e chiare devono aiutarvi a rimediare alle difficoltà della vostra vita interiore.


Qualcuno dice: “Io amo”… Sì, ama, d’accordo, ma si pone delle domande sulla natura di quell’amore? Si preoccupa di sapere che esistono due tipi di amore, uno interessato e l’altro disinteressato? L’amore disinteressato non aspetta nulla dagli altri, non si arrabbia, non si aggrappa a loro, non li turba. È una sorgente che zampilla, che dona senza sosta, senza preoccuparsi di sapere chi verrà ad attingere la sua acqua; gli piace distribuirla senza fare calcoli. L’amore interessato, invece, agisce sugli esseri come una costrizione, cerca unicamente di prendere e trascina con sé l’impazienza, la delusione, la collera, la gelosia, l’angoscia… L’amore disinteressato evita anche le discussioni, i dubbi, la diffidenza, e porta la gioia, la bellezza, la speranza. È una nuova vita che si apre il cammino e rende gli esseri sempre più liberi, forti e felici. È il cammino della resurrezione. Quindi, ora, cercate di scoprire a cosa assomiglia il vostro amore.


Per la maggior parte, le persone non sono né cattive né malintenzionate ; anzi, molte desiderano sinceramente essere utili agli altri. Ma i buoni sentimenti e le buone intenzioni non bastano per compiere realmente il bene. Se qualcuno vuole aiutare gli altri, deve cominciare con lo sbarazzarsi di tutti gli elementi dentro di sé che si oppongono al bene che vuole realizzare. Il bene e il male sono infatti così intimamente aggrovigliati in ogni essere, che spesso le forze oscure riescono ad approfittare della sua buona volontà. E mentre egli è persuaso di rendersi utile, svariati elementi contrari al bene si mescolano alle sue azioni, e le persone che avrebbero dovuto beneficiarne, alla fine sono solo delle vittime. Perciò, con un lavoro paziente svolto ogni giorno e ogni ora, dovete cercare di diminuire gli stati interiori che possono servire da calamita alle forze negative, e viceversa intensificare gli stati che attirano a voi le correnti celesti. Quando riuscirete a non aprire più la porta alle forze oscure, sarete realmente capaci di aiutare gli altri.


Ovunque, è necessario che la luce, ossia il pensiero, venga sempre al primo posto, che presieda a tutto. Sentimenti, emozioni e desideri devono venire al secondo posto. Supponete di aver messo il sentimento o il desiderio al primo posto, e il pensiero per ultimo: vi lascerete andare ai vostri impulsi e alle vostre preferenze senza ragionare, senza riflettere. Ebbene, questo diminuirà il valore della vostra attività e rischierete anche di fallire. Ciò non vuol dire che si debba sopprimere il sentimento o il desiderio, no: significherebbe privarvi delle immense ricchezze della materia sulla quale il pensiero deve lavorare. Cercate però di mettere il pensiero al primo posto, in modo da trovare sempre il buon orientamento, le buone soluzioni, il buon comportamento.”


Certe persone si stupiscono nel vedere se stesse fare in sogno cose che si vergognerebbero di fare da sveglie ; ma non c’è niente di strano. Esse non sanno che ogni sera bisogna prepararsi al sonno come per un viaggio, perché il sonno, come ogni viaggio, presenta alcuni rischi. È detto nella Cabala che quando l’uomo si addormenta, uno spirito impuro si aggrappa al suo corpo fisico per ispirargli certi sentimenti e certi desideri. Quello spirito impuro vuole prendere possesso del corpo addormentato, perché quest’ultimo possiede una grande riserva di forze, di cui lo spirito potrà servirsi. Per difendervi da quello spirito impuro, dovete pregare il Cielo di inviarvi un angelo che vi proteggerà e vi condurrà alla scuola del Signore, dove studiare l’amore e la saggezza. Così, durante il sonno, avrete sempre un guardiano che veglierà accanto al vostro corpo per tenerlo al riparo dallo spirito del male, e al mattino tornerete da quel viaggio illuminati, arricchiti.


Immaginate di essere un virtuoso o un attore: dopo un concerto o una rappresentazione teatrale, ricevete un centinaio di lettere di felicitazioni, di ringraziamenti. Ora, ecco che fra la gran quantità di posta, trovate una sola lettera sgradevole. Cosa succederà? Tutte le testimonianze di stima e di ammirazione saranno eclissate da quell’unica lettera cattiva che agisce come un veleno. C’è un solo testo avvelenato, e tutti gli altri, pur essendo ben più numerosi, non riescono a neutralizzarlo. Allora, riflettete bene su questo fatto, e quando dovete scrivere dei rimproveri o delle critiche a qualcuno, cercate di pesarne con cura tutti i termini. Una lettera è qualcosa di molto importante; se non ne avete consapevolezza, rischiate di provocare parecchi danni nella vita degli altri e di distruggere anche tante buone cose nella vostra stessa vita.


La destra e la sinistra… L’opposizione che tradizionalmente si riconosce fra le due mani sul piano morale, ha unicamente – occorre  saperlo – un valore simbolico. Tuttavia, è preferibile tenerne conto per certi gesti della vita quotidiana. Per quale ragione? Perché ogni volta si presenta l’occasione per fare un lavoro psichico. Quando salutate qualcuno stringendogli la mano, gli tendete la destra ; allo stesso modo, se dovete fare un cenno di saluto da lontano è meglio farlo con la mano destra, ma soprattutto, in entrambi i casi, non dovete dimenticare di mettere buone cose nel vostro saluto. Quando poi dovete dare un oggetto, porgetelo piuttosto con la mano destra, e anche in quell’occasione, fatelo coscientemente accompagnando il vostro gesto con un buon pensiero


L’anima dell’uomo è un’infinitesima parte dell’Anima universale, e si sente così limitata, così stretta dentro il corpo fisico, che il suo più grande desiderio è quello di spiegare le ali nello spazio per fondersi in Essa. È quindi un errore credere, come si fa generalmente, che l’anima stia tutta intera nell’uomo. In realtà non è così; solo una minuscola particella dell’anima si trova in lui; essa, per la quasi totalità, resta esterna all’uomo e conduce una vita indipendente nell’oceano cosmico. È importante avere nozioni precise sulla natura dell’anima e delle sue attività. Sappiate dunque che il principio spirituale chiamato ” anima ” non sta chiuso dentro il corpo fisico; l’anima si estende ben al di là del corpo fisico e, pur continuando ad animarlo, viaggia per visitare le regioni dello spazio più lontane e le entità che le popolano. La nostra anima va molto oltre ciò che di essa possiamo immaginare: la parte dell’Anima universale che è in noi, tende incessantemente verso lo spazio, verso l’immensità, verso l’infinito.


Ci sono animali che possono essere facilmente catturati dopo che hanno consumato il loro pasto, perché la digestione li rende sonnolenti. Allo stesso modo, anche gli esseri umani, dopo certi pasti, possono lasciarsi andare a una sonnolenza che li espone al pericolo di essere catturati. Quei pasti, che essi consumano nel piano astrale e mentale inferiore, sono offerti loro dalle entità tenebrose del mondo invisibile. E che pasti! È tutta una successione di cibi e di vini che essi trovano particolarmente succulenti. Che cosa sono quei cibi e quei vini? L’ambizione, la sensualità, la gelosia, la vendetta, il tradimento, l’odio… Ogni giorno ci sono entità malefiche che cercano di tentare gli esseri umani con dei banchetti, ossia li attirano nelle proprie trappole per catturarli e svuotarli delle loro energie divine. Allora, siate vigili, osservatevi: a poco a poco sentirete quanto siano preziose le energie che Dio ha posto in voi, e farete tutti gli sforzi per proteggerle e aumentarle.


Che cattiva abitudine hanno certe persone di rifugiarsi nella debolezza, nel sentimentalismo, nell’emotività! Anziché reagire facendo subito intervenire il pensiero, il ragionamento, alla minima contrarietà adottano un atteggiamento passivo, piagnucolano e aspettano che gli altri vengano a compiangerle e a consolarle. “Ah, che cosa triste… Come ti capisco!” Ecco cosa vogliono sentirsi dire, e si lamentano due volte tanto. Fanno come i bambini: un bambino cade e inizia a piangere. Se gli dite: “Oh caro, ti sei fatto male, soffri…” i suoi pianti raddoppieranno. Se invece gli dite: “Guarda, non è grave, non hai niente”, è finita, si asciuga le lacrime e continua a giocare. Quanti adulti sono come i bambini! Per qualsiasi cosa, ecco delle lamentele senza fine; e gli altri, che sono ignoranti, credendo di far bene, passano ore ad ascoltarli sforzandosi di consolarli. Ma a cosa serve tutto ciò? Occorre essere intelligenti quando si vogliono aiutare gli esseri umani: talvolta è necessario anche scuoterli, altrimenti li si fa sprofondare nelle loro debolezze.


Il culto dei santi è di per sé una buona cosa; non si può rimproverare a nessuno di venerare statue, icone, reliquie, e di pregare e inginocchiarsi davanti ad esse. Occorre però avere coscienza di ciò che quelle immagini o quelle reliquie rappresentano in realtà. Anche se pregate davanti a un’immagine, non sarà questa ad aiutarvi o a proteggervi: essa vi metterà semplicemente in comunicazione con l’entità che rappresenta, il che è già molto. In questo avete grandi possibilità; però, mantenete in voi la consapevolezza che l’immagine – o l’oggetto – è semplicemente una forma. Nella religione le forme sono utili, anche necessarie, ma non bisogna fermarsi ad esse; si deve sempre cercare il principio che si trova al di là delle forme e legarsi a quel principio per acquisire tutte le qualità che esso possiede. Solo a tale condizione le vostre preghiere saranno esaudite.


Colui che nega l’esistenza di entità superiori al regno umano si limita e si ottenebra. Anche se egli non ne è cosciente, l’esistenza di quelle entità è una realtà. Come può pensare di poter avanzare e perfezionarsi, ignorando o rifiutando di ammettere che al di sopra di lui esiste la gerarchia sublime degli Angeli, degli Arcangeli… fino ad arrivare al Signore? Dal momento che egli si stacca dalla catena ascendente degli esseri, non ha niente e nessuno cui fare appello per ricevere energie di un ordine superiore e avanzare sul cammino dell’evoluzione. Certo, finché si tratta del piano materiale, è sempre possibile cavarsela senza avere la minima idea delle gerarchie angeliche, ma nella vita spirituale ciò è impossibile: si ristagna, perché ci si stacca dalla corrente della vita divina. Solo chi ha coscienza dell’esistenza delle gerarchie vede sempre una luce davanti a sé, e riceve uno slancio per continuare ad avanzare.


Se sapeste osservare la vita tutto intorno a voi per trarne delle lezioni, vi trovereste i mezzi per uscire dalle vostre difficoltà. Prendiamo un esempio che possiamo vedere ogni giorno. Chi ha istruito il bambino, rivelandogli che la parola è una potenza? Quando egli si sente in pericolo, lancia un grido: “Mamma!” Dove ha imparato il bambino a servirsi di quella parola magica? Se non avesse gridato, sua madre non avrebbe saputo che era in pericolo, ma sentendosi chiamare si precipita in suo aiuto. Allora, perché quando sono nelle difficoltà gli esseri umani non hanno la stessa reazione istintiva del bambino? Perché non lanciano almeno un grido verso il Cielo?


Dal punto di vista dell’anatomia fisica, l’uomo ha due occhi, due orecchie e una bocca; ma dal punto di vista dell’anatomia spirituale, ha tre occhi, tre orecchie e due bocche, in corrispondenza con i tre piani, fisico, psichico e spirituale. Il terzo occhio, l’occhio mistico, è situato al centro della fronte. Il terzo orecchio è situato nella gola. La seconda bocca si trova alla sommità del capo: è il chakra Sahasrara, il Loto dai mille petali, ed è con la seconda bocca che possiamo parlare e mangiare nelle regioni spirituali. La preghiera e la comunione altro non sono che un modo di parlare e nutrirsi nel mondo divino. Quanto alla Terra, nostro pianeta, possiede anch’essa degli organi simili ai nostri. Le alte montagne sono la sua bocca superiore, poiché è attraverso le sue vette più elevate che la Terra è in comunicazione con il Cielo.


Il Creatore ha fatto di noi tutti i depositari di doni, di facoltà e di talenti che dobbiamo coltivare. Direte che questo
implica molto lavoro e molti sforzi, che gli altri forse non riconosceranno. Ma perché attribuire tanta importanza al fatto che i vostri talenti vengano riconosciuti? Dio, che vi ha dato quelle ricchezze, vede ciò che realizzate con esse; non è ragionevole far dipendere il vostro sviluppo dall’opinione degli altri. Solo la Sua opinione deve contare, quella del vostro Creatore. Osservate cosa accade con le persone famose. Un giorno tutti hanno gli occhi puntati su di loro, ma dopo un po’ esse cadono nell’oblio… Un giorno le si porta alle stelle, e qualche tempo dopo “alle stalle”. A volte le due situazioni si verificano contemporaneamente: mentre gli uni le ammirano e le glorificano, altri le fanno a pezzi. Allora, in che stato finiranno quelle persone se non sapranno aggrapparsi a qualche cosa di solido e stabile in se stesse?


La maggioranza degli esseri umani ha dell’amore una concezione talmente limitata che nel momento in cui un uomo e una donna si incontrano, dimenticano il mondo intero; per loro non esiste più niente. Non sono ancora abituati a vivere l’amore in modo più vasto : lo impoveriscono, lo mutilano; non è più l’amore divino a scaturire e a dissetare tutti gli esseri. Il vero amore è quello che abbraccia la totalità delle creature senza limitarsi, senza mettere radici accanto a un solo essere. Per questo è necessario che d’ora in poi gli uomini e le donne siano istruiti in concezioni più vaste, e mostrino meno possessività e gelosia: il marito deve rallegrarsi nel vedere la propria moglie aprire il cuore al mondo intero, e anche la moglie deve essere felice che suo marito abbia un cuore così grande. Questo non impedisce loro di rimanere fedeli l’un l’altro. Quando due esseri veramente evoluti si sposano, si sono concessi già in anticipo questa libertà reciproca; ciascuno dei due si rallegra di poter amare tutte le creature nella più grande purezza. La moglie capisce il marito, il marito capisce la moglie, e tutti e due si elevano, camminano insieme verso il Cielo, perché vivono la vera vita, la vita illimitata


Ogni volta che un chimico combina dei metalli e dei minerali in una lega, può in seguito, con l’aiuto di certi procedimenti, ripercorrere il processo in senso inverso e disfare la combinazione effettuata. Gli alchimisti, invece, affermano di conoscere un minerale e un metallo i quali, unendosi, si divorano a vicenda, producendo la base della materia da cui verrà estratta la pietra filosofale; e tale materia non può più essere scomposta: la combinazione è irreversibile. Questa teoria può essere comprensibile solo se la trasponiamo in un altro campo. Il bambino che viene al mondo è il risultato dell’incontro fra un padre e una madre. Ora, però, come “scomporre” quel bimbo per ritrovare da un lato suo padre, e dall’altro sua madre? È impossibile. Quel bambino è un’entità nuova, il prodotto di una combinazione che non può essere disfatta per risalire sino ai due genitori. Allo stesso modo, la pietra filosofale è il figlio nato da un’unione mistica


Le verità espresse nella Bibbia sono state vissute da spiriti eccezionali. Per comprenderle, è necessario sforzarsi di seguire quegli esseri sino alle regioni in cui loro stessi sono riusciti ad elevarsi, e dunque entrare nella loro visione delle cose. Per interpretare le parabole di Gesù, ad esempio, l’analisi dei testi non è sufficiente: si ha bisogno di un’altra scienza, la scienza dei simboli, che può essere acquisita unicamente attraverso l’esercizio delle facoltà dell’anima e dello spirito. Noi comprenderemo i testi sacri solo quando riusciremo a vibrare alla stessa lunghezza d’onda degli autori, altrimenti il loro linguaggio, il loro vero linguaggio, ci rimarrà estraneo. Dobbiamo sentire ciò che essi stessi hanno sentito, vivere ciò che essi stessi hanno vissuto, ossia elevarci sino al loro livello di coscienza; allora, la luce scaturirà veramente! Ma quel livello di coscienza può essere raggiunto solo se miglioriamo il nostro modo di vivere, se ci mostriamo più attenti, più rispettosi delle leggi del mondo spirituale.


A qualunque mondo appartengano – minerale, vegetale, animale o umano – tutte le creature possiedono una coscienza, ma secondo il loro grado di evoluzione, quella coscienza è più o meno lontana dal loro corpo. Essa si trova più distante nei minerali: per questo essi sono in uno stato di completa inerzia. La coscienza delle piante si trova al centro della Terra; dunque, per parlare alle piante, per far sì che esse ci capiscano e agiscano, è là che dobbiamo cercare di toccarle. Anche gli animali sono privi di una coscienza individuale, ma hanno una coscienza collettiva esterna a loro, e ogni specie possiede un’anima-gruppo che la dirige. Se per esempio gli animali hanno determinati periodi per la procreazione, per la deposizione delle uova, per le migrazioni, per la muta, ecc, è perché obbediscono a un’anima-gruppo che è esterna a loro e dalla quale dipendono. Quanto all’uomo, egli è il solo a possedere una coscienza individuale: ecco perché è un essere pensante e libero.


Avere una famiglia, degli amici, poter vivere in armonia con chi ci sta attorno: la maggior parte delle persone afferma che nulla è più prezioso. Tuttavia, quante discordie nelle famiglie e quante amicizie, unioni e legami spezzati! Perché? Perché si è noncuranti, negligenti. Volete mantenere buone relazioni con la vostra famiglia, con i vostri amici e con tutti coloro che frequentate? Fate attenzione a ciò che dite; e quando dovete trattare con un parente un argomento delicato che lo riguarda, prima riflettete bene. D’altronde, in linea generale, qualunque sia l’argomento, è preferibile pesare bene le parole, e soprattutto non rispondere per le rime. Perché spesso, quando si parla senza darsi il tempo di riflettere bene, si dimentica quasi subito cosa si è detto. Ecco che invece le persone alle quali ci si è rivolti non dimenticano.


Sul cammino dell’evoluzione, l’amore per la bellezza può portarvi molto lontano, ma soltanto l’amore per la bellezza spirituale, la bellezza divina, che è allo stesso tempo purezza, armonia e intelligenza. Perché l’amore per la bellezza è una protezione: sarà questo a impedirvi di andare a perdervi nella mediocrità, nella bassezza, in tutto ciò che può imbrattare il vostro cuore e la vostra anima. È come una veste che vi protegge. Se indossate dei bei vestiti nuovi, non andrete a pulire la vostra auto, a lavare i piatti o a fare le pulizie. Ma se avete dei vecchi vestiti già sporchi, con quale piacere continuerete a sporcarli! Allora, perché non trarne una conclusione per la vita interiore? Supponete di avere interiormente una veste magnifica, un’aura pura, luminosa – è questo il vero vestito – : non oserete sporcarla, quindi essa vi protegge. È così che l’amore per la bellezza vi può salvare.


Gli esseri umani sono continuamente occupati a fare progetti. I progetti non mancano, questo è sicuro, ma quali sono? Raramente, molto raramente, essi nutrono quello di diventare servitori di Dio, conduttori della luce. Sarebbe facile fornirne loro i mezzi, ma la cosa difficile è portarli a ricercare un simile ideale. Perfino il Signore è incapace di suscitare in loro questo desiderio. Il fatto di desiderare dipende esclusivamente dall’uomo stesso: nessuno può desiderare per lui, così come nessuno può avere fame e mangiare per lui. Un Maestro vi presenta alimenti di ogni genere, simbolicamente parlando, ma siete voi che dovete mangiare: il Maestro non può farlo al vostro posto. Se è lui a mangiare per voi, egli “ingrasserà” e voi “dimagrirete”! Un Maestro vi dà il sapere, ma la volontà di accettare e di applicare quel sapere deve venire da voi. Il giorno in cui il sapere del vostro Maestro e la vostra buona volontà si incontreranno, i risultati saranno magnifici.


Ogni giorno la vita ci presenta tutto ciò che è necessario per istruirci. I saggi riflettono su tutto, traggono lezioni da tutto e utilizzano tutto per il bene. Ma che dire degli altri? Molti sono privi di discernimento a tal punto che, anche se capitano loro delle cose buone, non solo non sanno vederle e utilizzarle, ma fanno in modo che queste si ritorcano contro di loro. Se siete coscienti, vigili, anche i vostri fallimenti e le vostre disgrazie possono contribuire alla vostra evoluzione, perché saprete utilizzarli. Direte: “Oh, ecco ancora un’occasione magnifica per diventare più forti, più intelligenti e più ricchi di esperienza”. Se non aveste quelle occasioni, come progredireste? In un altro campo, è esattamente il ruolo degli esami o delle competizioni che obbligano studenti e atleti ad esercitarsi


È naturale che vogliate attirare l’amore o l’amicizia di qualcuno, ma non dovete mai ricorrere a mezzi di pressione come il denaro, i regali, la seduzione o il ricatto. Anche se tanti uomini e donne si servono in generale di questi mezzi, perché sono ovviamente i più facili, voi, guardatevi bene dall’utilizzarli. Il solo mezzo di cui avete il diritto di servirvi per attirare l’amore è la luce, ed è anche l’unico che sia veramente efficace. Inviate all’essere dal quale volete farvi amare dei doni di luce spirituale, dei colori che spargerete attorno a lui, sapendo che la luce e i colori sono entità vive. Quando la sua anima sentirà la presenza di quelle entità benefiche, penserà a voi con riconoscenza e vi apprezzerà sempre più.


Ciò che viene chiamato “involuzione” è il processo attraverso il quale l’essere umano è sceso dalle regioni celesti. Via via che egli procedeva in questa discesa nella materia e si allontanava dal fuoco primordiale, si caricava di corpi sempre più densi, sino al corpo fisico. Esattamente come in inverno quando, dovendo affrontare il freddo, siamo costretti a infilarci una quantità di indumenti, a partire dalla maglia fino ad arrivare al cappotto. Per riprendere ora il cammino verso le altezze, l’essere umano deve svestirsi, simbolicamente parlando, ossia deve sbarazzarsi di tutto ciò che lo appesantisce. Invece di continuare a sprofondare in preoccupazioni di ogni genere e in attività eteroclite e inutili, deve imparare a rinunciare, a liberarsi. È l’accumulo che favorisce la discesa. Ogni pensiero, ogni sentimento o desiderio che non sia di natura spirituale va ad incollarsi a lui come la brina sui rami degli alberi in inverno. Occorre che il sole della primavera ricominci a brillare in noi perché la brina si sciolga, perché noi ritroviamo il nostro vero essere… e possiamo sentirci attraversare dal soffio divino.


Quante volte esitate a manifestare la bontà dicendovi che nessuno apprezzerà il vostro gesto: gli esseri umani sono ingrati e anche cattivi – figuriamoci! – e non vale quindi la pena di cercare di fare qualcosa per loro. Ebbene, ecco un modo di pensare molto pericoloso, perché vi paralizza in ciò che avete di meglio. Avete fatto del bene e non siete stati ricompensati, siete stati persino ingannati. È possibile, ma dovete capire una volta per tutte che la vostra condotta non deve dipendere dall’atteggiamento degli altri. Fate il bene e non aspettatevi niente; contate soltanto su Colui che vede tutto, che sa tutto. Lui solo può apprezzare le vostre azioni buone e generose, ed è quindi da Lui che verrà la ricompensa… ma forse sotto una forma diversa da quella che vi aspettavate. La vostra salute migliorerà, sarete più forti, più saggi, più felici: non è forse la migliore ricompensa?”


Rimanendo freddi, rigidi, spenti e senza amore, molti si illudono di poter riuscire nella vita. Poveretti! Se vogliono riuscire, occorre che prima si abituino a diventare vivi, e non si diventa vivi se non imparando ad amare; anche per questo ci sono degli esercizi da fare. Quali? Eccone uno facilissimo. In un momento in cui nessuno vi vede, alzate la mano inviando tutto il vostro amore alla terra e al cielo, agli Angeli e al Signore, e dite: “Vi amo, vi amo, voglio essere in armonia con voi”. Abituandovi così a proiettare nello spazio qualche cosa di vibrante, di intenso, diventate come una sorgente, come un sole. Perché certi esseri si rifugiano dietro un volto sinistro, sul quale non si legge né amore né bontà e nemmeno intelligenza? Non si accorgono di quanto sia pericoloso quell’atteggiamento, sia per sé che per gli altri. Essi devono imparare ad esprimere l’amore per diventare vivi, affinché il loro volto e il loro sguardo siano vivi, affinché la loro presenza sia viva.


Una buona visione delle cose può essere acquisita unicamente con la purezza. Per questo il nostro Insegnamento pone l’accento sulla vita pura, sia sul piano fisico che sul piano psichico. Tutto il destino dell’uomo dipende dalla luce del suo “occhio interiore”, e quella luce dipende dal suo modo di vivere. Non appena egli commette un errore e trasgredisce le leggi divine, la sua visione spirituale si offusca: egli non viene più avvertito né guidato, e si smarrisce su strade senza uscita. Sta dunque a ciascuno prendere coscienza della relazione esistente fra la sua condotta quotidiana e la chiarezza della sua visione. Colui che si decide a vivere una vita retta, onesta e nobile, si purifica, e i suoi centri sottili cominciano a funzionare. È così che, ben guidato, ben diretto, egli ritrova le sorgenti, le praterie, i laghi, i pascoli e le montagne della sua vera patria.


Chi non cerca di nutrire dentro di sé un ideale spirituale, è incapace di mobilitare e orientare le proprie energie nella giusta direzione, e tutta la sua vita si svolgerà nel disordine. Basta solo gettare uno sguardo sull’esistenza della maggior parte degli esseri umani: che disordine, che caos! Perché? Perché il loro ideale è il denaro, la gloria, il potere, il piacere. Ovviamente, non si può negare che la vita di molti di loro sia originale, pittoresca. Se ne potrebbero trarre dei romanzi e dei film. Sì, che avventure appassionanti! Come hanno imbrogliato ed eliminato un rivale (o una rivale), come hanno rovinato un concorrente… Eh sì, ma prima o poi pagheranno molto caro l’utilizzo tanto miserabile di tutti quei talenti che avrebbero dovuto invece consacrare alla realizzazione di un ideale spirituale.


Nella Scienza iniziatica, l’oro rappresenta il vero sapere, quel sapere che è innanzitutto luce, e grazie al quale impariamo non solo a leggere il libro della Natura, ma anche ad entrare al servizio del Signore. Ma perché entrare al servizio del Signore? Perché è così che troveremo la libertà. Sì, è così che ci istruisce il vero oro, e non solo ci istruisce, ma ci propone anche le migliori attività. Allora, quante scoperte, quanti viaggi in prospettiva, per chi possiede quell’oro! Quando vi parlo di oro, sforzatevi di comprendere di quale oro si tratta e di come ottenerlo col vostro lavoro spirituale. Tutte le conoscenze umane sono senza valore a paragone di qualche grammo del vero oro, perché è solo con quell’oro che otterrete sicurezza, appoggio e protezione.


Affinché un seme produca un albero, sono necessarie quattro condizioni: interrarlo, innaffiarlo, lasciare che abbia aria e assicurargli il calore e la luce del sole. I quattro elementi sono quindi presenti: la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco. Via via che le radici affondano nel terreno, spunta un piccolo stelo che diventa tronco, e il tronco si divide in tanti rami sui quali crescono le gemme; quando le gemme si schiudono, fanno la loro comparsa le foglie e i fiori, e i fiori produrranno dei frutti. Infine, con i semi forniti dai frutti, il ciclo ricomincia. Tutto ciò che esiste nell’Universo passa in certo qual modo attraverso le stesse fasi: radici, stelo, rami, foglie, fiori, frutti, semi; ed è questa successione di fasi che viene chiamata “vita”. A seconda delle creature e dei diversi regni, o piani, in cui si verificano, certi processi sono più lunghi, altri più brevi. Ciò che si nota negli alberi, e in particolare negli alberi da frutto, è che tali processi si ripetono invariabilmente ogni anno: le quattro stagioni ne sono le quattro tappe e, per sottolineare la loro importanza, la tradizione iniziatica ha posto ciascuna di queste tappe sotto l’influenza di un Arcangelo: Raphaël regna sulla Primavera, Uriel sull’Estate, Mikhaël sull’Autunno, e Gabriel sull’Inverno.


Per i cabalisti, la Divinità è un’entità talmente inaccessibile che essi La situano al di là della luce e delle tenebre, al di là dei mondi creati. A questa entità hanno dato il nome di Aïn Soph Aur: Luce Senza Fine. E per esprimere ancor meglio il Suo mistero, al di là di Aïn Soph Aur hanno concepito una regione che hanno chiamato Aïn Soph: Senza Fine, e ancora al di là di Aïn Soph, Aïn: Senza. All’origine dell’Universo vi è dunque una negazione. Ma quel “Senza”, che sta a significare l’assenza, la mancanza, non significa tuttavia la non esistenza. Aïn non è il niente assoluto, come taluni hanno immaginato il Nirvana degli induisti. In realtà, è esattamente l’inverso. Aïn Soph Aur, come il Nirvana, non è una non-esistenza, un niente, bensì una vita al di là della Creazione, della manifestazione, talmente al di là che sembra non essere più nulla. Aïn Soph Aur, Aïn Soph, Aïn… è così che i cabalisti hanno cercato di definire l’essenza della Divinità. Essa sfugge alla nostra comprensione, ma queste parole possono farci sentire ciò che è impossibile esprimere.


Inquietudine e agitazione creano le peggiori condizioni per l’attività del pensiero. Per questa ragione, quando avete un problema importante da risolvere, cominciate col calmarvi. Fate silenzio in voi e cercate di elevarvi il più in alto possibile, perché è in alto che si trova la luce. Quando sentite di essere riusciti a raggiungere una sorta di vetta, ponete la domanda che vi preoccupa e aspettate. Certo, dapprima la risposta vi giungerà più o meno chiaramente; forse si tratterà soltanto di una sensazione vaga, difficile da interpretare, ma sarà già un indizio. Allora, non rinunciate. Rincominciate tante volte quante saranno necessarie, e rifate la domanda; ben presto sentirete in voi una chiarezza, una certezza, e a quel punto niente più dubbi: saprete in che modo dovete agire. Sappiate però che la chiarezza e la precisione delle risposte che riceverete dipendono dal vostro sviluppo spirituale


Il nostro corpo fisico è composto da una moltitudine di cellule, e ognuna di queste cellule è un’entità vivente, una piccolissima anima intelligente che sa come respirare, nutrirsi, eliminare… Guardate come lavorano le cellule dello stomaco, del fegato, degli organi sessuali, del cuore, del cervello… Tutte hanno la loro specialità; e l’intelligenza altro non è che la somma delle intelligenze di tutte quelle piccole esistenze: noi dipendiamo da esse ed esse dipendono da noi. Formiamo un’unità. L’essere umano non può fare nulla senza il consenso delle proprie cellule. Il giorno in cui queste smettono di lavorare, di contribuire al buon funzionamento del suo organismo, egli non può più respirare, nutrirsi, muoversi, pensare, e non gli serve a niente ribellarsi. L’essere umano deve dunque comprendere di essere la sintesi di tutte le piccole anime intelligenti che vivono in lui, e di dover ogni giorno prendersi molta cura di loro.


Che differenza c’è fra un materialista e uno spiritualista? Per utilizzare un’immagine molto semplice, vi dirò che lo
spiritualista trasporta ovunque con sé la propria casa, mentre il materialista non può spostarla. Sì, lo spiritualista, per il quale i veri tesori sono interiori, porta sempre con sé il suo bagaglio di gioia, di felicità, di dilatazione, (questo rappresenta la sua casa) mentre invece il materialista, il qualenon può andare e venire con tutto ciò che possiede, deve lasciare la maggior parte dei suoi beni sul posto. In realtà, l’essere umano è ricco solo nella misura in cui ha consapevolezza di esserlo. Se lo spiritualista non è cosciente della propria ricchezza, è più povero di tutti i materialisti. Se però impara ad ampliare la sua coscienza, si sente in relazione con tutte le anime evolute dell’Universo che gli donano la loro scienza, la loro luce e la loro gioia. E allora, quale materialista può paragonarsi a lui? Persino le pietre preziose e i diamanti impallidiscono di fronte allo scintillìo di tutti i suoi tesori interiori.


Ditevi chiaramente che la vostra esistenza terrena non è che un lungo sonno popolato di sogni. Un giorno, quando vi risveglierete, direte: “Dio mio, come ho potuto credere che fosse tutto vero?” Tuttavia, finché siete qui, dovete lavorare per imparare a conoscere la materia, anche se, quando ritornerete nell’altro mondo, dovrete convenire che la realtà non era quella… Noi siamo soltanto un sogno dell’Essere divino che è in noi; dormiamo e dobbiamo risvegliarci. Ma come fare per risvegliarci? Concentrandoci sul nostro Sé superiore, identificandoci in Lui. A poco a poco, la coscienza del nostro sé limitato si unirà alla coscienza del nostro Sé superiore, ed è in questa unione che si verificherà il vero risveglio.


Una nascita altro non è che il passaggio dall’invisibile al visibile, dall’immateriale al materiale, dal pensiero alla realizzazione. Nel nostro corpo, è la Luna, principio femminile per eccellenza, che presiede a tutte le forme di incarnazione. In inverno, periodo durante il quale le notti sono più lunghe e la vita della natura rallenta, le condizioni sono meno propizie alle manifestazioni esteriori, e più favorevoli invece alla vita interiore: l’uomo è spinto ad entrare in se stesso per preparare la nascita di quel bambino di luce che alcune tradizioni hanno simbolizzato con una perla. La perla, che viene dal mare, è, come il mare, in relazione con la Luna. Sull’Albero sefirotico, l’ostrica perlifera è Iesod, la sefirah dove si trova la Luna. Nel corpo cosmico, Iesod rappresenta gli organi genitali. È lì che la perla deve formarsi. Quella perla rappresenta la quintessenza più pura dell’amore. L’ostrica perlifera è il principio femminile che mette al mondo una perla: il bambino divino.


Dio è una sorgente che zampilla; e poiché Egli ha fatto l’uomo a Sua immagine – un microcosmo creato a immagine del macrocosmo – anche in noi esiste una sorgente che aspetta le condizioni per zampillare e fluire. Se attraverso il pensiero e la preghiera riusciamo a legarci alla Sorgente celeste, faremo scaturire l’acqua dalla nostra sorgente, e tutte le nostre cellule saranno irrorate e vivificate dall’acqua divina che le attraverserà. Grazie a quella sorgente che è amore, vita e luce, diverremo uno strumento perfetto nelle mani del Cielo. Allora, saremo in grado di realizzare il programma dato dal Maestro Peter Deunov in questa formula tanto bella e profonda: “Abbiate il cuore puro come il cristallo, l’intelletto luminoso come il sole, l’anima vasta come l’Universo, lo spirito potente come Dio e unito a Dio”


Gli uomini e le donne che si amano provano il bisogno di incontrarsi, di stare vicini e di vivere insieme, ed è naturale. Tuttavia, se a quella relazione manca una vera dimensione interiore, si può già predire la fine del loro amore. Analizzatevi: quando vi sentite abitati dalla presenza sottile di un essere a voi caro, constaterete di non avere necessariamente bisogno della sua presenza fisica per sentirvi con lui. Se provate fortemente il bisogno di una presenza fisica, significa che state uscendo dal vostro mondo interiore, e rischiate allora di trovarvi davanti a grandi sofferenze. Chi può dire infatti che un giorno o l’altro le circostanze non vi priveranno dell’essere che amate?… Quando siete abitati da una presenza interiore, le circostanze esterne hanno meno presa su di voi. Si tratta di un criterio: se, pensando a coloro che amate, provate tanta gioia quanta ne provate vedendoli, siete liberi, e quella gioia non vi abbandona più.


Periodicamente, è bene fare una pausa e rivedere la propria vita. Perché? Perché troppo spesso, giorno dopo giorno, l’esistenza che si conduce tende ad appesantirsi, ad offuscarsi, a causa di tutte le varie preoccupazioni e attività che si aggiungono le une alle altre, senza portare nulla dal punto di vista spirituale. Influenzati dall’ambiente circostante, ci si dimentica che si dovrà rimanere sulla terra per pochissimo tempo, e che si dovranno lasciare qui tutte le proprie acquisizioni materiali, i titoli, la posizione sociale. Direte che lo sanno tutti. Sì, tutti lo sanno, ma i più lo dimenticano; e anche il discepolo di una Scuola iniziatica, spesso, è influenzato: diventa meno vigile, si lascia obnubilare dallo spettacolo delle ricchezze e dei successi che vede attorno a sé. Per questo motivo, è indispensabile che di tanto in tanto egli faccia una pausa per guadarsi indietro, analizzare la direzione che sta prendendo e le attività nelle quali si sta impegnando, e fare ogni volta una cernita per conservare unicamente l’essenziale.


Ciascuno è curioso di conoscere il proprio avvenire, è naturale, ma è necessario per questo andare a consultare dei
chiaroveggenti? Io vi dirò che non lo è, perché è facilissimo indovinare il proprio avvenire. Se amate tutto ciò che è grande, nobile, giusto e bello, e lavorate con tutto il vostro cuore, con tutto il vostro pensiero e con tutta la vostra volontà per raggiungerlo e realizzarlo, il vostro avvenire è già tracciato: vivrete un giorno in condizioni che corrispondono al vostro ideale: la pace, la libertà, la luce. Ecco l’essenziale da conoscere sul vostro avvenire. Certo, non saprete forse quali saranno la professione, gli incontri, i guadagni o le perdite di denaro, le malattie, gli incidenti, i successi… Ma tutto questo non ha grande importanza, perché è passeggero e può esservi dato e ripreso. Quando lascerete la terra, vi resterà veramente soltanto ciò che corrisponde alle aspirazioni della vostra anima e del vostro spirito.


Nella vita interiore, nella vita spirituale, bisogna sperare di avere un posto accanto al Re, ma negli affari terreni è meglio non aspirare a una posizione così elevata. Se veramente ci sarà bisogno di voi, si finirà sicuramente per trovarvi, ma niente vi dice che sarete molto felici quando vi sentirete oppressi dalle responsabilità e dalle preoccupazioni che assalgono fatalmente coloro che in affari, in politica, ecc. occupano il vertice. Un vero Iniziato non ricerca un posto elevato, ma interiormente mira così in alto che non potrete nemmeno scorgerlo. Come lui, accettate un posto modesto nella società, se il destino non ve ne presenta di più gloriosi, ma nella vita spirituale cercate di elevarvi il più in alto possibile.


Domani comincia un anno nuovo, e questa sera, con i nostri canti, abbiamo accompagnato l’anno che se ne va: è molto felice perché lo lasciamo con tanto amore. Quanto all’anno nuovo, già da stasera potete iniziare a prepararlo coscientemente, fissandovi un obiettivo: una qualità da sviluppare, una cattiva abitudine da perdere, un progetto da realizzare per la gloria di Dio. Tramite quel pensiero, quel desiderio, è come se posaste una prima pietra, e allora tutti gli spiriti luminosi della Natura vi porteranno il loro aiuto, affinché possiate realizzare il vostro progetto divino. Ecco quali devono essere le vostre preoccupazioni nell’ultimo giorno dell’anno. Purtroppo, non si vedono molte persone preoccuparsi di questo. I più si preparano a vivere eccessi di ogni genere. Come stupirsi in seguito se per loro l’anno si svolgerà male? Perciò, almeno voi, che siete i discepoli della Scuola divina, sforzatevi di ricevere l’anno nuovo mettendovi sotto il segno della luce.


Immaginate di tracciare un solco e in questo solco di far scorrere dell’acqua. Quel solco è la saggezza che vi indica la giusta direzione, il cammino da seguire, mentre l’acqua è l’amore che vi sostiene lungo tutto il cammino. Ogni giornata che vivete nella saggezza e nell’amore prepara la giornata successiva, nella quale avanzerete più facilmente. L’oggi fa seguito a ieri, a sua volta verrà il domani, poi verranno i mesi, gli anni… tutta la vita. E una vita traccia la via per le incarnazioni future. All’inizio, sicuramente sentirete di non avere potere su un’intera giornata e nemmeno su un’ora, ma  solo sul minuto presente. Ebbene, almeno per un minuto, fate lo sforzo di creare in voi la chiarezza e la pace. Questo minuto influenzerà quello seguente, e così, di minuto in minuto, vivrete in armonia l’intera giornata.


La vera gioia è uno stato d’animo: al di là delle difficoltà, degli ostacoli e dei dispiaceri, l’anima percepisce la vita come un dono di Dio, prova per Lui infinita riconoscenza e sente il bisogno di ringraziarlo. Se volete essere visitati spesso dalla gioia, coltivate in voi questo sentimento di gratitudine verso il Creatore, ma anche verso la Natura e verso gli esseri umani. Così, anche quando non avrete nessun motivo per rallegrarvi, il sentimento che vi sarete abituati a coltivare verrà a cogliervi di sorpresa. Sarà come quando, a volte, degli amici arrivano all’improvviso a farvi una visita inaspettata.


Leggete o ascoltate una parola che vi meraviglia: è una rivelazione, e sentite qualcosa di nuovo accadere in voi. Una parola di verità possiede infatti un potere magico reale; ma se non fate nulla con l’idea espressa da quella parola, i suoi effetti andranno scomparendo. Non resterà che cercare di ascoltare nuove parole per provare le stesse emozioni spirituali, le quali si dissolveranno nello stesso modo. Allora, che senso ha tutto questo? Dovete trovare  finalmente un buon metodo di lavoro: quando avete ricevuto una verità, non accontentatevi di meravigliarvi per qualche minuto, ma cercate di vivere tutta la giornata con quella verità. Lavorando, passeggiando, ascoltando della musica, cucinando o facendo le pulizie, ecc., non abbandonatela. Studiatela sotto ogni suo aspetto, cercate di comprendere come essa si verifichi in tutti i campi e in tutte le circostanze. Così, farete in modo che si incarni in voi.


Avete commesso degli errori e ora interiormente vi sentite condannati?… Oppure, anche senza esservi resi colpevoli di una precisa colpa, soffrite molto per il fatto di essere ancora così imperfetti, deboli e miserabili?… Anche nella più profonda disperazione, non dimenticate mai che il Signore vi attende nei Suoi palazzi. Lanciatevi verso di Lui, correte velocissimi per sfuggire, per staccarvi da tutto ciò che può impedirvi di giungere sino a Lui. E cos’è che vi permette di correre così? La preghiera, la preghiera intensa, fervente. È la preghiera che vi fa superare tutti gli ostacoli, varcare tutte le porte… E quando giungete nella sala del convito dove il Signore si rallegra fra i Suoi angeli e le anime dei Giusti, Egli dice ai guardiani pronti a scacciare quell’intruso: «No, poiché il suo slancio lo ha proiettato sin qui, ha il diritto di sedersi fra noi. Fategli posto!» E così come siete, venite accettati.


Gesù diceva: «Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri». Che relazione esiste fra il sale e la pace che deve regnare tra gli esseri? In certi paesi, si ricevono gli ospiti offrendo loro pane e sale in segno di benvenuto. In questo gesto, sono sottintese le relazioni armoniose che uomini e donne stabiliscono fra loro mangiando insieme. Non ci si siede infatti alla stessa tavola per entrare in conflitto e regolare dei conti… anche se a volte capita! E qual è la natura di quel sale che ci permette di vivere in pace gli uni con gli altri?… In una delle sue conferenze, il Maestro Peter Deunov diceva: «È solo con il sale, ossia con l’equilibrio fra il vostro intelletto e il vostro cuore, che ristabilirete la pace in voi». Il sale è quindi il risultato di un accordo in noi fra i due principi: maschile e femminile, intelletto e cuore. È grazie a questo accordo fra i due principi che troviamo la pace; e una volta che viviamo interiormente nella pace, possiamo vivere in pace anche con gli altri.


Se sulla Terra ci sono dei luoghi, dei territori, in cui non potete entrare se non presentando un lasciapassare, un passaporto o un visto, ciò è ancora più vero per il mondo divino. Non basta che vi presentiate alle porte del Cielo perché queste si aprano davanti a voi. Ci sono delle entità che vi dicono: «Aspettate, dobbiamo prima vedere chi siete e se possiamo lasciarvi entrare». E chi si pronuncia allora? Le virtù. Sì, ogni volta che avete agito conformemente alle virtù divine, queste imprimono in voi il loro sigillo: ogni virtù lascia su di voi delle tracce, delle impronte, ed è quello il vostro lasciapassare. Muniti di quel lasciapassare, vi presentate alle frontiere del mondo divino; là, una specie di meccanismo si mette in moto, e voi entrate. Forse non sarete subito ammessi nel Sancta Sanctorum, però entrerete


Voi siete abituati a prendere la vita come viene, senza sospettare che gli avvenimenti sono una materia che dovete cercare di preparare, così come preparate il cibo facendolo cuocere e aggiungendo certi ingredienti: olio, aceto, sale, pepe, ecc. Allo stesso modo, non mangiate i pesci così come si presentano appena pescati, e nemmeno gli ortaggi nello stato in cui si trovano appena raccolti dalla terra. La cucina è dunque l’arte di rendere mangiabili e anche gustosi tutti quei prodotti che sarebbero indigesti o insipidi se non ci si preoccupasse di pulirli, di cuocerli e di condirli. Lo stesso vale per la felicità. La felicità è il risultato di una vera cucina interiore. I momenti buoni dell’esistenza non vi si presentano spontaneamente, e voi non li cogliete come si coglie, passando, un frutto maturo da un albero. Dovete imparare a lavorare su ogni situazione e particolarmente sulle situazioni difficili, dolorose, aggiungendo alcuni elementi del vostro spirito e della vostra anima, vale a dire alcuni elementi della saggezza divina e dell’amore divino


 

Custodite preziosamente nella vostra anima l’immagine della sorgente che scorre, in modo da non lasciar mai inaridire in voi la sorgente della vita; e per far scorrere la sorgente, occorre amare. Direte sicuramente che voi amate e che tutti amano. Sì, ma di quale amore si tratta? Di un amore che vi fa soffrire. Chi possiede la vera scienza dell’amore si sente continuamente ispirato, dilatato, vive nella poesia, nella bellezza, perché ha imparato ad amare tutte le creature umane. Ma le ama da lontano: sa che avvicinandosi troppo rimarrà deluso, e poiché non vuole essere deluso, mantiene una certa distanza; perciò, che quelle creature si manifestino o meno con bontà, generosità e fedeltà, egli ne rimane incantato. Ecco perché a tutti coloro che si lamentano di essere stati delusi dagli esseri che amavano, è lecito rispondere: «È colpa vostra. Avete voluto avvicinarvi troppo e, ovviamente, ciò che avete visto non era un gran che: cantine piene di muffa e ragnatele, acquitrini, terreni coperti di rovi e di spine… Era fatale che rimaneste delusi». Ecco dunque, se si vuole continuare ad amare gli uomini e le donne e  rimanerne incantati, bisogna contemplarli un po’ da lontano.

Tantissimi uomini e donne fuggono nel futuro, perché non possono sopportare il loro presente! Ma così facendo non ci guadagnano, poiché un giorno o l’altro saranno costretti ad arrendersi all’evidenza: l’avvenire che immaginavano non aveva alcun fondamento solido, e ciò che scoprono è il vuoto, è l’angoscia. Comincino a vivere bene l’oggi, dove hanno talmente tante cose da assaporare, vedere, apprezzare e a cui pensare! Ma per vivere il momento presente, devono imparare a fermarsi, a fare una pausa, a non lasciarsi più trasportare dalla successione di eventi e di stati interiori che quegli avvenimenti creano in loro. Certo, la vita non è che un fluire ininterrotto, ma occorre trovare il modo di fermarsi per mettere un po’ d’ordine in se stessi e per accordarsi a ritmi più armoniosi. Proprio per questo la meditazione è tanto necessaria. Meditare significa rallentare la corsa precipitosa del tempo, per introdurre in sé un ritmo, una pace e una luce che lasceranno per lungo tempo ancora la loro impronta.

Fra tutte le realtà visibili, la luce è quella che meglio esprime il mondo spirituale: ci permette di vedere, ma di per sé è inafferrabile. Ecco perché spesso si assimila Dio alla luce. Si dice che Dio è luce, ma quale luce?… In realtà noi non conosciamo la luce; quella che noi chiamiamo così, ancora non è che una materializzazione grossolana di una potenza situata molto al di là e che ha accettato di manifestarsi sotto forma di radiazioni, di vibrazioni.
Dio è dunque molto più di quanto l’idea della luce possa darci di Lui. Nulla ci può dare un’idea di Dio, nulla Lo può definire, tranne quello che riusciamo a scoprire in noi quando ci mettiamo al Suo servizio. Ma anche allora, pur se possiamo esprimere ciò che viviamo e sentiamo, non possiamo dire che cos’è Dio.

Poiché sa mostrarsi ricettivo, l’essere umano può diventare un messaggero dell’invisibile. Ma chi diventa troppo ricettivo è come una spugna che assorbe tutto, ciò che è buono come ciò che è cattivo. Occorre quindi essere vigili. Quando pensano al mondo invisibile, troppe persone hanno tendenza a immaginarlo popolato unicamente di spiriti luminosi e benefici. No! Così come la Terra non è popolata unicamente da gente per bene, allo stesso modo il mondo invisibile è abitato anche da entità malefiche, molto spesso ostili agli esseri umani e che si divertono a indurli in errore o a perseguitarli. Perciò, non adottate nei confronti del mondo invisibile un atteggiamento di totale ricettività; finché non avete prima compiuto il lavoro di purificazione e di elevazione interiore che vi permetterà di resistere agli assalti delle forze oscure, sappiate mostrarvi vigili e attivi.

Una cattiva abitudine è come un’impronta che si è impressa sui nostri corpi sottili. Una volta impressa, si riproduce all’infinito. Anche se in seguito ci si pente del proprio errore, questo non serve a gran che: si torna a ripetere l’errore… e poi ci si pente di nuovo! È una catena senza fine di sbagli e rimorsi. Perché anche il rimorso ha registrato la sua impronta: ecco perché ritorna ogni volta dopo lo sbaglio, ma non aiuta a correggerlo. Cosa bisogna fare allora? Sostituire l’impronta, ossia sostituire le cattive abitudini sforzandosi, a poco a poco e coscientemente, di avere altri pensieri, altri sentimenti e soprattutto compiere altri gesti. Queste saranno altrettante nuove registrazioni, saranno le nuove impronte che riusciranno a neutralizzare quelle di prima. Non le cancelleranno, perché in natura niente si cancella, ma si sovrapporranno alle precedenti e saranno queste ultime impronte ad agire

È già accaduto che, in un momento di scoraggiamento, alcuni artisti (pittori, compositori, poeti, romanzieri, drammaturghi) abbiano distrutto certi loro capolavori. Ed è stato un peccato, perché hanno fatto del male a se stessi e hanno anche privato l’umanità di qualcosa di grande e di bello. Il motivo di quel gesto risiede nel fatto che erano rimasti troppo concentrati su se stessi, sulle loro difficoltà, le loro angosce, i loro tormenti. Non hanno saputo uscire dai limiti del proprio sé, per mettersi in contatto con tutto ciò che vi è di buono e di bello negli esseri umani e nella natura. Solo questo atteggiamento avrebbe potuto proteggerli, impedendo loro di riversare la propria insoddisfazione sull’opera. Proprio come l’artista, uno spiritualista può passare attraverso periodi di scoraggiamento, perché procede su un cammino difficile, e deve sapersi proteggere. Come? Meravigliandosi delle opere di Dio e dei Suoi servitori. Grazie a questa sensazione esaltante, rimedia all’abbattimento e anche alla disperazione che le proprie imperfezioni gli possono suscitare.

Chi non sa dominare la propria collera ignora che quella forza viene da molto più lontano e vuole introdursi in lui. Crede persino, almeno per un momento, che quella corrente potente gli trasmetta qualche cosa della propria potenza. Ma è un’illusione, perché è la corrente stessa ad essere potente, e non chi viene attraversato dalla corrente. Così, dopo il suo passaggio, il povero infelice si ritrova talmente debole che in lui tutto trema: mascelle, gambe, mani. Il discepolo di una Scuola iniziatica ha compreso che dominando la collera che sente salire dentro di sé e cercando di trasformarla, acquisisce la vera potenza. Avviene la stessa cosa con l’energia sessuale: dominandola, ci si rinforza considerevolmente. Ecco perché gli Iniziati, che hanno imparato a dominare l’istinto di aggressività, così come l’istinto sessuale, possiedono tante energie per pensare e parlare, al fine di illuminare gli esseri.

Appena vi manca qualcosa siete pronti a lamentarvi. Perché la constatazione di ciò che manca deve improvvisamente oscurare il vostro sguardo? Il sole sorge ogni giorno, avete la luce, l’aria, l’acqua, il cibo… Potete vedere, udire, gustare, comprendere… E avete anche la facoltà di entrare in relazione con il Creatore, con tutte le entità celesti e con gli esseri umani. A cosa pensate al mattino davanti allo specchio?… E nel momento in cui fate scorrere l’acqua del lavabo o della doccia?… E quando vedete vostra moglie, i vostri figli, a cosa pensate? Forse direte che non avete moglie né figli. Ammettiamolo pure, ma uscendo di casa, incontrerete ben qualcuno. A cosa pensate vedendolo? Tutti gli esseri che vivono accanto a voi, come coloro che incontrate, sono lì per farvi riflettere, per affinare la vostra sensibilità. Invece di soffermarvi su quello che vi manca, imparate a rallegrarvi per tutte le inesauribili ricchezze della vita, e voi stessi diverrete più vivi.

Saper soffrire è un sapere fra i più grandi che esistano. Saper soffrire è una delle più alte manifestazioni dell’amore. Nella sofferenza, l’anima prepara un profumo così delizioso che il Signore e i Suoi angeli vengono a dilettarsi accanto a quell’anima. Dalle sofferenze dei martiri e dei santi condannati e perseguitati per la gloria di Dio, emanava realmente un profumo. Quando qualcuno soffre perché si dedica agli altri, si sacrifica per gli altri, per illuminarli e preservarli dal male, come ha fatto Gesù, da quella sua sofferenza accettata per amore
esala il profumo più sottile. Accettate questa verità, mettetela in pratica e possederete una resistenza senza pari. Cominciate col non lamentarvi più alla minima delusione, alla minima prova. Accettatele coscientemente, mantenendo il silenzio, perché è da quella sofferenza che farete scaturire la gioia.

L’intelletto non è ancora l’intelligenza e occorre imparare a distinguere tra i due. L’intelletto è uno strumento dato all’uomo perché possa cavarsela sul piano materiale, perché possa risolvere i problemi della vita quotidiana, studiare la Natura e trarre qualche conclusione da quello studio. L’intelligenza, invece, nel senso iniziatico del termine, è una facoltà ben superiore: posta al di sopra del piano astrale e mentale, ha la capacità di dominare i sentimenti, i pensieri e tutte le manifestazioni della vita psichica. È questa intelligenza che gli Iniziati considerano come la vera intelligenza; essa è legata al mondo della supercoscienza, che è il mondo divino. Tutti gli esseri che hanno imparato a lavorare dominando i propri pensieri, i propri sentimenti e legandosi alle regioni superiori per fare con  queste degli scambi, sono stati capaci di realizzazioni sublimi. Sono loro che hanno permesso all’umanità di progredire veramente.

Sotto l’una o l’altra forma, subite tutti un’occupazione: degli intrusi si sono installati in voi. Sì, tutte le abitudini dannose alla vostra salute fisica e psichica sono degli intrusi. Innumerevoli sono dunque gli occupanti ai quali l’uomo deve far fronte, ossia tutti gli impulsi istintivi dai quali è assalito: la gelosia, la collera, il rancore, la cupidigia, la golosità, la sensualità, l’orgoglio, la vanità, ecc. Ma fra tutti i possibili occupanti, il più pericoloso è certamente la pigrizia. Perché? Perché si aggrappa alla volontà. Si comprende ciò che va fatto, si sente che bisognerebbe farlo, ma la volontà manca; e siccome la volontà è il punto di partenza di ogni decisione, sono le forze vive ad essere colpite. Ma il giorno in cui l’intelletto avrà veramente compreso ciò che è bello e buono, e il cuore lo desidererà, alla fine la volontà sarà costretta a seguire.
Allora, ecco la liberazione!

Siete impegnati in una cosa o in un’altra, e tutto a un tratto provate una sensazione di oscurità, di vuoto, di solitudine, che vi riempie d’angoscia… Sappiate che un intruso sta cercando di intrufolarsi in voi; oppure è la vostra coscienza che, viaggiando, si è smarrita in una regione ostile… perché anche questo può accadere, e a chiunque. Quando provate una tale sensazione, non rimanete senza fare nulla: reagite, perché quella sensazione è come una porta aperta ad avvenimenti assai più gravi che seguiranno automaticamente. Gettate immediatamente uno sguardo dentro di voi per comprendere cosa vi abbia condotto lì. Poi, attraverso la preghiera e la meditazione, cercate di ritrovare il cammino che vi condurrà fra gli spiriti della luce e della pace, e dite a quegli spiriti che soltanto a loro volete aprire la vostra dimora.

Un Maestro ricevette un giorno la visita di un giovane che voleva diventare suo discepolo. L’insegnamento dunque cominciò, ed ecco quale fu la prima lezione. Il Maestro disse al discepolo: «Va’ a passeggiare nel cimitero e insulta i morti; ascolta bene cosa ti risponderanno e poi torna a farmi un resoconto». Il giovane, obbediente, andò al cimitero e cominciò a camminare fra le tombe proferendo insulti orribili: mai i morti di un cimitero avevano udito nulla di simile! Ben presto, a corto d’ispirazione, si fermò per ascoltare la risposta: niente. Di ritorno dal Maestro, dovette ammettere che le sue ingiurie non avevano sortito alcun effetto: i morti non avevano reagito. «Ah, – disse il Maestro – forse hanno pensato che i tuoi insulti non meritassero risposta. Tornerai al cimitero, ma questa volta dovrai fare i loro elogi, e allora sicuramente ti risponderanno». Il giovane tornò al cimitero, cambiò tono e fece ai morti i discorsi più lusinghieri. Ma di nuovo, niente, silenzio… Veramente deluso, e sentendosi colpevole di non essere stato abbastanza eloquente, il giovane tornò dal suo Maestro: «Anche questa volta non hanno reagito», disse. Il Maestro lo guardò sorridendo e rispose: «Ebbene, impara a essere come loro: che ti si biasimi o ti si lodi, la cosa non ti deve toccare: tu non rispondere».

Voi trovate che la vita sia difficile, ed è vero, che gli esseri umani siano spesso cattivi e ingrati, ed è vero anche questo. Ma è forse un motivo per essere sempre in rivolta, indignati, inaciditi? Non vi rendete conto che con questo atteggiamento, alla fine è a voi stessi che fate del male? Alcuni diranno che non possono trattenersi dall’essere indignati per lo spettacolo che offre il mondo e inoltre diranno che non li si può rimproverare se si fanno del male, perché è solo a se stessi che fanno del male. Ebbene, questo loro ragionamento prova che non hanno una buona comprensione delle cose. Gli esseri umani sono tutti collegati gli uni agli altri, e se voi siete tristi, depressi, incupiti, questo si riflette su coloro che frequentate. Non desiderate fare del male a nessuno? In apparenza è vero, voi non fate alcun male agli altri; invece ne fate comunque, perché propagate delle onde e delle particelle negative. Vi credete separati dagli altri, ma vi sbagliate: i vostri pensieri e i vostri sentimenti agiscono sui vostri genitori, sui vostri amici, persino sugli animali, sulle piante e sugli oggetti attorno a voi. Chi fa del male a se stesso fa del male al mondo intero, dunque non è più innocente di coloro contro i quali si sta indignando.

Mettete la parola “armonia” nel cuore della vostra esistenza, custoditela in voi come una sorta di diapason, e non appena vi sentite un po’ inquieti o turbati, prendete quel diapason e ascoltatelo in modo da mettere tutto il vostro essere in consonanza con la vita illimitata, la vita cosmica. Dite che riuscite già ad armonizzarvi con la vostra famiglia, con i vostri amici, con i vostri vicini, con i vostri colleghi di lavoro?… Va bene, ma non è sufficiente. Potete essere in accordo con la vostra famiglia o con la società, ma essere in disaccordo con la vita universale, e allora, a poco a poco tale dissonanza si infiltra in voi e rode il vostro organismo psichico. Sforzatevi sin da ora di accordarvi con la vita universale; sarà questa a portarvi la salute, la bellezza, la luce, la gioia, e a fare di voi, ovunque andrete, un fattore di armonia.

Il discepolo attende sempre una visita: quella di un’entità spirituale, di un inviato del Cielo, e poiché attende, tutti i suoi centri sottili entrano in attività. Egli sa che una grande potenza risiede nell’attesa: è questa a mantenerlo sveglio in modo che, quando verranno i visitatori, egli sia pronto ad aprire loro la propria anima e il proprio spirito. Anche Gesù sottolinea la potenza dell’attesa nel passo dei Vangeli dove dice ai suoi discepoli: «Siate simili a degli uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze, per aprirgli la porta non appena arriverà e busserà. Beati quei servitori che il padrone, al suo arrivo, troverà vigili! In verità vi dico, egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si avvicinerà per servirli». Ed ecco: i servitori che hanno vegliato aspettando l’arrivo del loro signore, vengono da lui invitati alla sua tavola; non solo, ma inoltre è il signore stesso a servirli!

Per agire ogni giorno correttamente, è importante sorvegliare il posto che si dà al sentimento e quello che si dà al pensiero. Osservatevi: in quanti casi sono i sentimenti, le passioni e gli istinti a comandare, mentre il pensiero resta in disparte e lascia fare; oppure, se interviene, è per fornire alle passioni i mezzi per raggiungere i loro obiettivi. Ebbene, questo si chiama vivere nell’anarchia. Quando il pensiero non  svolge il proprio ruolo, vale a dire quando non si sforza di dominare i sentimenti e i desideri, è l’anarchia. Vi siete mai chiesti perché l’Intelligenza cosmica abbia posto la testa alla sommità del nostro corpo e il  cuore un po’ più in basso? È esattamente come in una nave: in alto sta il capitano, e in basso le macchine. Le macchine fanno avanzare la nave, ma è il capitano a decidere la direzione. Anche noi abbiamo un motore, ossia il cuore, che spinge la nostra nave. Ma dove andrà il cuore se non è orientato dalla testa, cioè dal capitano là in alto, che osserva e dà ordini affinché la nave giunga in porto?”

È di notte, durante il sonno, che trovate le condizioni favorevoli per istruirvi nel mondo invisibile. E anche se non conservate alcun ricordo preciso di ciò che avete imparato, a volte potete sentire che alcuni elementi nuovi si sono aggiunti alla vostra comprensione delle cose. Ogni giorno è una nuova esistenza. Ogni mattina nascete al mondo e ogni sera lasciate il mondo; è importante per voi vivere bene l’ultimo momento della vostra giornata, perché quel momento prepara le condizioni per il giorno seguente. Qualunque giornata abbiate trascorso, al momento di addormentarvi sforzatevi di scacciare tutto ciò che può oscurare la vostra coscienza. Fate appello ai migliori pensieri e ai migliori sentimenti affinché vi accompagnino nel viaggio sacro che state per intraprendere nell’altro mondo. L’indomani entrerete nel nuovo giorno con sensazioni di luce, di pace e di gioia.

Sentire è una cosa, pensare è un’altra, ma troppo spesso la sensazione influenza il pensiero. Può accadere che vi sentiate sfiniti, e in questo non vi è nulla di anormale; ma ecco che questa sensazione scatena in voi pensieri e sentimenti di scoraggiamento, di tristezza, di disperazione. Ebbene, no! In quei momenti, è il pensiero che deve agire sulla sensazione: anche se non può vincerla, deve essere presente come una luce, come un faro in lontananza. Il pensiero vi dice che potete risollevarvi; allora, malgrado il vostro abbattimento e il vostro sfinimento, è al pensiero che dovete credere e non alle vostre sensazioni. Non c’è più una goccia di energia nel vostro serbatoio? Ricordatevi che il serbatoio cosmico ne è pieno, ed è là che dovete andare ad attingere tramite il pensiero. Perché il pensiero serve anche a questo: appena poche gocce attinte a quel serbatoio di energie, e la fiamma della vostra lampada, che si stava spegnendo, brilla di nuovo.

Accendete una candela… La sua fiamma vi illuminerà  fino a quando sarà alimentata dalla cera che brucia. Questa combustione è in qualche modo un sacrificio. Senza sacrificio non c’è luce. Il fuoco ha bisogno di nutrimento, e la cera della candela è appunto il nutrimento. Questo lo sapete, ma ciò che non sapete è che l’essere umano può essere paragonato a una candela, perché possiede tutti i materiali necessari per alimentare la fiamma dentro di sé. Questi materiali sono quelli della sua natura inferiore: l’egoismo, l’aggressività, la sensualità, ecc. Egli deve sacrificarli per alimentare la propria fiamma. Ciò che impedisce agli esseri umani di compiere questo sacrificio, è il timore di scomparire. Ci sarà sicuramente qualcosa di noi che scomparirà, ma questo “qualcosa” deve appunto sparire affinché qualcos’altro, più puro e più luminoso, possa apparire; esattamente come scompare la materia della candela affinché la luce possa continuare a brillare. Direte che dopo un certo tempo non resta più nulla della candela. Sì, ma l’uomo, invece, può bruciare all’infinito. Una volta acceso, può anche non spegnersi più, perché la sua materia combustibile è inesauribile

Quando gli esseri umani capiranno di non essere individui separati, ma di far parte del grande corpo di Dio, di cui ognuno di essi rappresenta una cellula? Dunque, ogni volta che si comportano male con il loro prossimo pensando all’essere che hanno di fronte come ad un estraneo, come a qualcuno che non faccia parte di loro e che possono maltrattare impunemente, si ingannano. La verità è che esiste un legame fra tutte le creature viventi, così come esiste un legame fra tutte le cellule del corpo fisico. Quando facciamo del male agli altri, anche se al momento  non lo avvertiamo, facciamo del male anche a noi. Viceversa, quando facciamo loro del bene, lo stesso bene lo facciamo anche a noi. Ne avete senza dubbio fatto l’esperienza: se un essere che amate soffre o riceve dei colpi, è come se foste voi a ricevere quei colpi; e se gli accade qualcosa di bello, ne gioite come se quella gioia fosse capitata a voi. Perché? Perché istintivamente, intuitivamente, siete entrati nella coscienza dell’unità. Ed è proprio questa coscienza dell’unità che è il fondamento della vera morale.

Se mettete un secchio sotto una grondaia, potete aspettarvi che si riempia d’acqua non appena  pioverà; ma se non mettete nessun secchio, non aspettatevi che questo si riempia! Se mettete un seme in terra, c’è speranza di veder crescere una pianta, ma se non seminate nulla, non attendetevi nulla. Direte: «Ma tutto ciò è infantile: queste cose le sappiamo!» Ne siete sicuri? Voi non aprite il vostro cuore all’acqua che scende dalla Sorgente divina, eppure vi aspettate che esso sia riempito. Non seminate pensieri e sentimenti d’amore e di generosità, e vi aspettate di vivere nella pace e nella gioia. Vi chiederete: «Ma come seminare pensieri e sentimenti?» Un esempio: quando dovete prendere un oggetto per darlo a qualcuno, mettete forse la vostra attenzione, la vostra coscienza in quel gesto?… No, lo fate meccanicamente. Ebbene, d’ora in poi, siate attenti a donare qualcos’altro oltre all’oggetto in sé: aggiungete un pensiero buono, un sentimento buono, un buon augurio per quella persona.

Tutte le volte che riportiamo una vittoria sulle tentazioni alle quali ci espone la nostra natura inferiore, disponiamo di una forza nuova. Certo, la cosa difficile è conservare questo stato di grazia. Finché siamo sulla terra, non possiamo mantenerci molto a lungo sulle vette fino alle quali siamo riusciti a issarci: ogni volta dobbiamo lottare per riconquistarle. Quando lasceremo la terra per il mondo dell’aldilà, non avremo più bisogno di lottare, perché non saremo più sottoposti alle tentazioni. Ma finché siamo qui, dobbiamo fare degli sforzi fino all’ultimo minuto. Per meglio comprendere questa idea, si può fare un paragone con la nutrizione e la respirazione: abbiamo mangiato ieri, dobbiamo mangiare oggi e dovremo mangiare anche domani. Abbiamo appena respirato, e occorre subito ricominciare. Un’esperienza ci ha fatto comprendere il senso della vita, ma per conservarlo dobbiamo fare un’altra esperienza e poi un’altra ancora. Abbiamo vinto una tentazione? Saremo di nuovo tentati e di nuovo dovremo cercare di riportare la vittoria.

Finché sono giovani e stanno bene, gli esseri umani non pensano mai a quel principio di disgregazione che lavora in loro e che un giorno finirà per trionfare. Hanno tendenza a credere che il mondo appartenga a loro e che l’avvenire non smetterà mai di sorridere. Che delusione quando sentono che, sul piano fisico, tutto incomincia a sfuggire di mano! In questa lotta spietata, iniziata fra il principio di vita e il principio di morte, alcuni vogliono trattenere la vita con ogni mezzo, e questo li può condurre a commettere gli atti più insensati: mettono in quella battaglia tutte le risorse che dovrebbero utilizzare per il proprio lavoro spirituale, e perdono tutto. Noi non siamo venuti sulla terra per restarvi eternamente giovani e in buona salute, ma per un tirocinio, un apprendistato. Il saggio è colui che conosce la curva del cammino e si sforza di utilizzare tutto. Nel mondo spirituale, l’ascensione è ininterrotta. Quaggiù, qualsiasi cosa si faccia, si vedranno a poco a poco la fronte e le guance riempirsi di rughe, i capelli diventare bianchi, i denti cadere, ecc. Ma occorre comprendere che l’aspetto esteriore non ha alcuna importanza se dietro ai capelli bianchi e alle rughe si manifesta l’emanazione della vita spirituale.

Non bisogna amare e cercare Dio per se stessi, ma per Lui, come un figlio o una figlia che trova tutta la sua gioia nel prendere parte alle attività di suo padre e di sua madre. Quando Gesù ci ha insegnato a pregare: «Padre nostro che se nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra», ci ha dato appunto il programma da realizzare. Siamo noi che dobbiamo santificare il nome di Dio in noi stessi, siamo noi che dobbiamo far discendere il Suo regno dentro di noi, siamo noi che dobbiamo compiere la Sua volontà, così come gli angeli la compiono in Cielo. Quello che facciamo per Dio, lo facciamo anche per noi, poiché noi siamo in Lui e Lui è in noi.

Nel nostro corpo fisico la testa è la sede del sapere, mentre il potere si trova nelle braccia e nelle gambe: si agisce e ci si muove… Fra la testa e gli arti, sta il cuore. In assenza del cuore, la testa e gli arti non sarebbero in grado di funzionare. È il cuore che li mantiene in attività: senza sosta si contrae e si dilata affinché il sangue, ossia la vita, continui a circolare. Se il cuore si ferma, si ferma anche tutto il resto. Ma gli esseri umani hanno abbandonato il cuore, simbolicamente parlando, e cercano il potere. E poiché il denaro dà molto potere, fanno di tutto per guadagnarne il più possibile senza considerare ciò che fanno subire agli altri, e così il loro cuore si indurisce. Cercano anche il sapere, ma dato che il loro scopo non è disinteressato, quel sapere non serve che a portarli fuori strada. Ecco perché non sono felici. Sono sicuramente più potenti e più istruiti, ma non sono felici. Per essere felici, devono tornare alle qualità del cuore: la bontà, la dolcezza, la generosità, il perdono…

Nell’istante in cui agite, mettete inevitabilmente in moto certe forze le quali produrranno inevitabilmente certi risultati. È questa idea di rapporto tra causa ed effetto che è anzitutto contenuta nella parola “karma”. Solo più tardi questa parola ha assunto il significato di pagamento per una trasgressione commessa. Si può quindi dire che il “karma” (nel secondo significato del termine) si manifesta tutte le volte che un’azione non è totalmente ispirata dalla saggezza e dall’amore divino – il che accade il più delle volte. Ma l’essere umano fa dei tentativi, ed è bene che si eserciti. Quei tentativi sono maldestri, imperfetti, ma non è grave: egli si deve correggere, deve riparare i suoi errori, e sicuramente per far questo fatica, soffre. Direte: «Ma allora, visto che quando si agisce si commettono necessariamente degli errori e si dovrà soffrire per ripararli, non sarebbe meglio non fare nulla?» No, si deve agire. Ovviamente soffrirete, però imparerete, evolverete… e un giorno non soffrirete più. Quando avrete imparato ad agire correttamente, quando tutte le vostre azioni e le vostre parole saranno ispirate dalla bontà, dalla purezza e saranno disinteressate, non produrranno più “karma”, ma attireranno conseguenze benefiche. E questo viene chiamato “dharma”.

Il discepolo che desidera possedere le stesse qualità del suo Maestro, si sforza di identificarsi in lui. Stabilisce così un vero legame magico fra il suo Maestro e se stesso e, grazie a quel legame, comincia a poco a poco ad assomigliargli. Forse non fisicamente – benché sia possibile: con molta volontà, molta fede e molto tempo, ciò è possibile – ma interiormente, ricevendo la saggezza e la luce del suo Maestro. Dunque, per il discepolo la vera magia consiste nel cercare di identificarsi nel proprio Maestro per raggiungere i tesori contenuti nell’anima, nel cuore, nell’intelligenza e nella volontà del suo Maestro, affinché tutti quei tesori si riversino in lui. E il Maestro accetta, poiché non ha altro desiderio se non quello di condividere ciò che possiede. Se poi vede che un suo discepolo può andare più lontano di lui, un Maestro se ne rallegra. Dice: «È mio figlio. È migliore di me? Tanto meglio, perché sono io il padre!» E la vista di quel figlio lo  colma di fierezza.

Avere una famiglia, degli amici, un mestiere o degli svaghi non basta per essere felici. La prova: quante persone, che possono anche considerarsi privilegiate, non sono felici! Perché? Perché non sanno rispondere alle necessità della propria anima. L’anima ha bisogno di vivere nell’immensità, nello spazio infinito, nell’illimitato. Ora, l’uomo comprime costantemente la propria anima, la ostacola, la soffoca, vuole che si accontenti di briciole: qualche successo materiale, qualche piacere, qualche pettegolezzo… L’anima allora soffre e si lamenta con l’uomo: «Io voglio essere libera, e tu, con le tue occupazioni e le tue preoccupazioni ordinarie e meschine, mi tieni incatenata. Io sono figlia di Dio e lo spazio è il mio elemento: ho bisogno di dilatarmi nella distesa celeste». Almeno per qualche minuto, fate dunque l’esperienza di lasciare che la vostra anima spicchi il volo e si dilati nello spazio… Lasciatela evadere sino a fondersi con l’Universo intero… E allora saprete cos’è la felicità.

Anche se date l’impressione di esagerare un po’ quando parlate delle buone qualità di qualcuno, in realtà non esagerate, perché menzionando quelle qualità fate riferimento al suo vero sé, al suo Sé superiore. Quante volte le persone fanno commenti sugli altri! Ma non è realmente di loro che parlano: l’aspetto fisico, il comportamento, certi tratti del carattere… nessuno di questi aspetti li rappresenta. Allora, cosa sono veramente quegli esseri? Delle divinità. È detto nei Salmi: «Voi siete dèi», e queste parole sono state riprese da Gesù nel Vangelo di  Giovanni. Certo, per il momento quegli dèi non li si vede tanto manifestarsi: sono sepolti chissà dove, sommersi sotto strati opachi, in attesa di essere scoperti! Ma non basta aspettare: occorre lavorare!

Ciò che caratterizza la vita è il fatto di non essere mai la stessa: la vita scorre, circola e si trasforma, spostando gli esseri e le cose. Oggi avevate un problema da risolvere e ci siete riusciti impiegando un certo metodo; ma ecco che l’indomani si presenta un altro evento e voi non potete affrontarlo utilizzando gli stessi metodi e mantenendo lo stesso atteggiamento del giorno prima: siete costretti ad adattarvi alla nuova situazione.  È così: la vita vi presenterà sempre problemi diversi da risolvere, e ciascuno richiederà una soluzione particolare. Ieri, per esempio, la soluzione consisteva in un gesto di bontà, di generosità. Oggi invece avete un altro problema da risolvere, e questa volta ad aiutarvi saranno il ragionamento, la fermezza o perfino l’ostinazione. Un’altra volta sarà l’indifferenza o la volontà di dimenticare… Cercate dunque ogni giorno come adeguarvi.

Quanti credenti abbandonano la religione perché, secondo loro, le scoperte della scienza cancellano o contraddicono le verità della fede! Ebbene, questo prova soltanto che non hanno compreso gran che né della religione né della scienza. Perché, al contrario, le scoperte della scienza non fanno che sottolineare le verità della fede, che sono le verità che ci insegna la Scienza iniziatica. In realtà non esiste alcuna opposizione fra scienza e religione: entrambe camminano insieme e anche l’arte cammina con loro. Tutte e tre sono collegate perché sono già collegate nell’uomo: la scienza nutre il suo intelletto, la religione nutre il suo cuore, e nell’arte egli esercita la propria volontà creatrice. Poiché l’intelletto, il cuore e la volontà coesistono nell’essere umano, non si deve separarli e neppure privilegiarne uno a scapito degli altri. Dio li ha donati all’uomo affinché lavorino insieme.

Gli esseri umani raramente hanno di se stessi un giudizio obiettivo, e ciò è vero anche per gli spiritualisti. Alcuni, pur essendo molto evoluti, sono spaventati dall’immensità della Scienza iniziatica e dalla distanza che li separa dalla meta da raggiungere: si sentono miserabili, e questa cattiva opinione che hanno di sé li paralizza. Altri, al contrario, del tutto limitati e ottusi, si ritengono dei grandi Iniziati, dei geni, delle divinità. Poiché nella loro vita niente giustifica la buona opinione che hanno di se stessi, vanno a consultare dei sedicenti medium o chiaroveggenti i quali, avendo interesse a ingannare la gente per procurarsi clienti, raccontano storie fantastiche sulle loro incarnazioni: sono stati dei santi, dei profeti, dei geni… e sulla scena sfilano tutte le celebrità e le imprese gloriose della storia. Ma a cosa può servire, visto che attualmente la realtà mostra ogni giorno a quelle persone quanto siano povere e banali? Uno dei maggiori ostacoli per il progresso spirituale consiste nel farsi delle illusioni sulle proprie incarnazioni passate. Coloro che vogliono veramente avanzare, evolvere, non devono perdere il proprio tempo dai chiaroveggenti, ma devono studiare e lavorare per imparare a conoscersi. Solo avendo un giusto apprezzamento di se stessi, avanzeranno.

La vera poesia è l’espressione del Verbo divino che è al contempo musica, colori, forme e profumi. Per questo i suoi poteri sono immensi. Alcuni diranno che la musica è più potente della poesia, perché tocca direttamente la sensibilità di chi ascolta. Sì, ma il suo linguaggio non è così chiaro, dunque non è così educativo come quello della poesia, perché è fatto unicamente di suoni, mentre un poema si compone di parole attraverso le quali si percepiscono non solo una melodia, un ritmo, un’intonazione, ma anche dei colori, delle forme, un’architettura; e soprattutto si scopre un senso. La musica risveglia il sentimento, stimola la volontà, ma non dà un orientamento chiaro. Si può ascoltare musica per tutta la vita e restare insicuri e ignoranti come prima. Invece, leggendo o ascoltando l’opera di un poeta veramente ispirato, grazie alle parole si scopre un significato, e si avanza allora nella chiarezza.

Può accadere che ci sentiamo proiettati nel Cielo quando meno ce lo aspettiamo. Ovviamente, desidereremmo rimanere lassù per sempre, ma questo non è possibile: tante cose ci tengono ancora legati al mondo che è in basso! Se il Cielo ci accorda questa grazia, è per farci avere il presentimento, l’intuizione di quello spazio di luce dove siamo destinati ad andare a vivere un giorno. Queste gioie improvvise, che a volte sentiamo, sono l’annuncio di una liberazione a venire. Quando gli alberi iniziano a perdere le foglie in autunno, sapete che l’inverno si avvicina; e in inverno, quando i bucaneve cominciano a sbocciare, sapete che annunciano l’arrivo della primavera. Anche nella vostra anima, come nella natura, appaiono dei segni precursori, e voi dovete imparare a riconoscerli e a decifrarli.

Voi sapete cos’è una radiazione, cos’è un’emanazione e cos’è una vibrazione; ma ciò che non sapete è che questi fenomeni hanno un legame con l’intelletto, con il cuore e con la volontà. All’intelletto corrisponde la radiazione, al cuore l’emanazione, e alla volontà corrisponde la vibrazione. L’intelletto irradia: il suo movimento è la linea retta. Le emanazioni del cuore sono onde circolari; e la volontà vibra (a sinistra e a destra, in alto e in basso, avanti e indietro). La radiazione è la luce proiettata per meglio avanzare e fare delle scoperte. L’emanazione rappresenta la dilatazione, il dono: le particelle che circondano con il loro calore gli esseri e le cose. E la vibrazione segna il principio dell’azione. Nella radiazione c’è la saggezza. Nell’emanazione c’è l’amore. Nella vibrazione c’è la forza. Ecco perché, secondo l’intensità delle sue radiazioni, si può vedere qual è la saggezza di un essere; secondo la natura delle sue emanazioni, si può sentire qual è il suo amore; e dalla potenza delle sue vibrazioni si scopre qual è la sua forza.

L’amore è quella capacità di staccarci da ciò che ci è più caro, per donarlo. Questa qualità, però, si manifesta raramente. Si vedono piuttosto esseri occupati a battersi non solo per conservare ciò che possiedono, ma anche per impadronirsi, se possono, di quello che appartiene ad altri. È forse ragionevole perdere tanto tempo ed energie quando ben presto si sarà costretti a lasciare tutto? Eh sì, un giorno la morte arriverà e l’uomo, che l’uomo lo voglia o no, in un attimo verrà spogliato di tutto. Perché non ha imparato a donare prima dell’ora della morte? In quell’istante, che gli piaccia o meno, dovrà abbandonare tutto. Gli resteranno solo la luce e la gioia che ha acquisito sapendo donare.

Quando Gesù fu condotto davanti a Pilato per essere giudicato, questi gli chiese: «Sei tu il re dei Giudei?» e Gesù rispose semplicemente: «Tu lo dici». Ma aggiunse: «Il mio regno non è di questo mondo». Gesù infatti non aveva alcuna ambizione terrena. Per lui, la vera regalità era la regalità celeste; non confondeva la gloria umana con la gloria divina e non confondeva neppure i beni temporali con i beni spirituali. È ciò che appare anche nell’episodio in cui i farisei lo interrogano sull’imposta dovuta a Cesare; egli si accontenta di rispondere loro: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Quanto a voi, se volete diventare dei veri discepoli di Gesù, cercate anche di non confondere la terra con il Cielo. E soprattutto, guardatevi dal pensare che un impegno spirituale debba portarvi dei vantaggi materiali.

Nulla può evolvere se prima non si è involuto. Per questo, ciò che la scienza chiama “evoluzione della specie” è stata necessariamente preceduta da un movimento di involuzione. È vero per le creature ed è vero anche per la materia. Prima dell’evoluzione della materia, c’è stata un’involuzione dello spirito. I sostenitori dell’evoluzione hanno osservato le cose solo dall’esterno, dal punto di vista dell’organizzazione della materia, senza tener conto delle forze invisibili che avevano prima lavorato su di essa. L’evoluzione non è che la metà di un processo di manifestazione. Osservandola isolatamente, la si separa dalla verità della vita. Preso isolatamente, questo processo non trova posto in natura. Non si può provare che l’evoluzione sia possibile senza che un impulso l’abbia precedentemente messa in moto e continui a sostenerla; e questo impulso viene dall’alto. Prima di tutto, è lo spirito che è sceso, e se si vede la materia evolvere, è perché è trascinata dal movimento ascendente dello spirito che la fa risalire verso il suo luogo d’origine.

Per secoli e millenni, l’uomo ha abusato della propria autorità sulla donna: l’ha costretta, dominata… Ma ora si vede che la situazione si capovolge; la donna si riprende, non accetta più di essere sottomessa all’uomo, vuole avere gli stessi suoi diritti e in certi casi è persino pronta a prendere il suo posto. È normale, è la legge di compensazione. L’uomo si è spinto troppo oltre, e invece di essere un modello di onestà, di bontà e di giustizia per meritare la stima e l’ammirazione della donna, ha abusato del proprio potere, della propria superiorità fisica rispetto a lei, si è attribuito tutti i diritti e alla donna ha imposto solo doveri. Come poteva sperare che questa situazione durasse eternamente? E tuttavia, la verità è che la donna ha naturalmente bisogno di ammirare l’uomo, di riconoscere la sua autorità, la sua forza. Ma se egli non fa niente per meritarlo, come può la donna conservare quella stima e quell’ammirazione?

Assistete a una conferenza tenuta da un grande scienziato: egli si serve di schemi, di grafici o di formule matematiche che vi permettono di seguirlo passo passo nel suo ragionamento. Purtroppo, non saranno degli schemi, dei grafici e delle formule matematiche a impedire a quell’erudito, dagli argomenti così ordinati e chiari, di perdere la testa in altre circostanze. Perché se gli intellettuali danno prova di tanti metodi, di disciplina e di oggettività quando si tratta dei propri lavori, una volta usciti da quel contesto non trovano anormale vivere nella soggettività, nel disordine e nel turbamento delle passioni. Se si studiano le statistiche, si vedrà che è proprio negli ambienti intellettuali che si trova  il maggior numero di squilibrati e malati mentali. L’intelletto infatti non protegge dallo squilibrio, anzi, si abbandona spesso a ogni genere di acrobazie pericolose per la ragione. La vita non consiste esclusivamente nel fare osservazioni, misurazioni e calcoli. Gli esseri umani non sono delle macchine. Per affrontare le difficoltà e gli choc imprevedibili dell’esistenza, per non lasciarsi trasportare e distruggere dalle passioni, per scoprire la vera realtà delle cose, non c’è che un metodo: sviluppare le facoltà spirituali.

Un certo numero di problemi può essere veramente risolto solo su scala mondiale. Prendiamo per esempio la filosofia di Gandhi: la non violenza. Ha portato i suoi frutti in certe condizioni storiche, ma in generale la non violenza è pericolosa per un paese. Se è il solo a praticarla, quel paese rischia di essere annientato, perché i vicini, avidi, violenti e crudeli, non avranno scrupoli a massacrare quei poveri infelici che rifiutano di difendersi. La non violenza è una filosofia valida individualmente, vale a dire per qualcuno che voglia domare la propria personalità ed evolvere più rapidamente rinunciando a tutti i propri interessi materiali, ma non risolve il problema della guerra nel mondo. Un popolo che decida di non difendersi, quando tutti i tentativi diplomatici per evitare un conflitto sono falliti, sarà rapidamente annientato politicamente, economicamente e fisicamente. Affinché diventi realmente efficace, la filosofia della non violenza deve diventare collettiva, mondiale, e non restare soltanto nella mente di qualche idealista, altrimenti nulla cambierà veramente

L’oscurità può essere causa di una paura irrazionale: all’improvviso potrebbe spuntare un lupo, un ladro, un assassino! Ma l’oscurità può anche essere causa di un timore razionale: quando non si vede niente, si corre sempre il pericolo di urtare contro qualcosa, di cadere, di ferirsi. Più l’intelligenza e la saggezza aumentano in lui, più l’uomo diventa… non esattamente “timoroso”, nel senso in cui generalmente lo s’intende, ma attento. Al tempo stesso anche la sua audacia aumenta, l’audacia intellettuale, mentale. Egli diffida di ciò che viene dall’istinto e dal sentimento, perché sa che questi possono entrambi annebbiargli la vista; ma per ciò che è chiaro, limpido, diventa audace. Ecco perché gli esseri veramente intelligenti e istruiti sono più audaci degli altri. Si avventurano in regioni che i più non osano mai affrontare, ed è la luce a dar loro questa audacia

Un’esperienza vissuta è sempre più convincente di tutte le spiegazioni.  Immaginate che sia inverno. Entro in una casa dove sono stato invitato e trovo chiuso dappertutto poiché, per risparmiare sul riscaldamento, non si arieggia mai. Perciò, stando in quell’atmosfera, gli abitanti della casa sono come intorpiditi, abbrutiti, non possono più pensare né sentire correttamente. Se dovessi spiegare loro che il modo in cui vivono è malsano, non capirebbero e ne seguirebbero discussioni interminabili in cui perderei il mio tempo. Allora li invito a fare con me una breve passeggiata all’aria aperta… Poi rientriamo. Non appena aprono la porta, sono loro a strillare; si chiedono come abbiano potuto vivere in un’atmosfera simile, vale a dire – perché questo aneddoto è simbolico – con simili concezioni, con una simile filosofia. Senza che io abbia detto niente, sono loro stessi ad aver capito, perché hanno sentito la differenza. Forse nel momento in cui sono usciti, non si sono resi subito conto di quanto sia meraviglioso respirare l’aria pura, ma al ritorno, sentendosi soffocare, comprendono.


Perché questa tendenza generale a sottolineare gli errori degli altri? Perché accanirsi su uomini e donne che si dibattono fra tante difficoltà? La cosa più straordinaria è che criticandoli si crede di dar prova di lucidità e saggezza, ma anche di amore. Obietterete che «chi ben ama, ben castiga», secondo il detto, e che il castigo comincia dalle critiche. No. In parecchi casi l’amore non consiste nel criticare, e nemmeno la saggezza. Amare gli esseri significa comprendere le loro difficoltà e agire con delicatezza per alleviare le loro sofferenze. Ora, la critica tende piuttosto a scalfire, a graffiare, a ferire. Non è più amore: è un massacro. Il vero amore non si macchia di sangue poiché è grande e luminoso. Per mezzo suo vi legate a Dio, e Dio vi consiglia i metodi migliori per agire con gli esseri. Cos’è un buon critico? Un buon giardiniere che sa potare gli alberi, sfrondarli, raddrizzarli e sbarazzarli dai bruchi e dagli insetti nocivi. Egli preserva ciò che è buono, e ben presto ecco apparire fiori e frutti magnifici.


Chi può negare che il denaro sia una delle principali preoccupazioni degli esseri umani? Da un lato è naturale, perché procura i mezzi di sussistenza, ma il pericolo per loro è che il pensiero del denaro finisca per ottenebrarli; e non vedendo più le buone qualità degli altri, diventano esigenti, duri, crudeli. Trarre profitto: ecco l’unica cosa che conta. Ma non va bene neppure essere assolutamente indifferenti al denaro. Tutti coloro che credono che per essere spiritualisti si debba vivere senza preoccupazioni materiali, diventano in realtà dei fardelli per la società, dei parassiti. Finché siamo sulla terra e le cose sono organizzate in questo modo, si ha bisogno di denaro. Forse in futuro lo si potrà sopprimere e sostituire con l’amore; sì, perché l’amore è una moneta che supera tutte le altre. L’umanità, però, non è ancora giunta ad accettare questa moneta, e siccome il denaro avrà valore ancora per un certo tempo, occorre imparare a considerarlo correttamente per non cadere mai nelle sue trappole.


Sforzatevi di vivere bene l’oggi, perché il domani non esiste ancora e, preoccupandovene, è come se vi gettaste in un vuoto dove rischiate di perdervi. È sull’oggi che dovete lavorare, perché l’oggi non muore: non fa che prolungarsi, e prolungandosi diverrà il domani.Gesù diceva: «Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà cura di sé». Queste parole ci obbligano a meditare sull’idea di durata, di continuità. Chi fabbrica una catena deve fare attenzione alla solidità di ogni anello, perché se un solo anello è fragile e si rompe, non serve a nulla che tutti gli altri tengano bene: l’insieme è rotto. Noi dobbiamo quindi vivere ogni giorno secondo le leggi divine, per poter fare di ciascun giorno un anello solido affinché la catena non si rompa. L’oggi è un nuovo anello che deve aggiungersi agli altri, ed è su questo anello che dobbiamo concentrarci


Perché vi aspettate che il vostro Maestro vi tiri fuori da tutte le difficoltà? Siete voi che dovete compiere degli sforzi, imparare ed esercitarvi, perché questi sono sforzi che vi serviranno per l’eternità. Forse vi aspettate che qualcuno venga sempre in vostro aiuto, che vi liberi dalle sofferenze, dalle malattie e dalle miserie. È possibile, esistono degli esseri sulla terra che ne sono capaci, ma un saggio non lo farà mai, perché sa che così non vi aiuterà, anzi. Un Maestro spirituale vi darà tutto ciò di cui avete bisogno quanto a conoscenze e metodi, ma aspetterà che siate voi ad applicarli perché possiate crescere e rafforzarvi. Ed è questa la vera evoluzione.

Per fare il male si avverte istintivamente che occorre nascondersi per non essere presi e condannati, mentre per fare il bene, si crede che ci si possa mostrare! Ci sono persone che per vanità si esibiscono, ed è così che scatenano contrasti, suscitano animosità e gelosia. Volete offrire qualcosa a qualcuno? Anche in questo, siate prudenti: forse è meglio che non ci siano testimoni. A volte, sarebbe addirittura preferibile che colui al quale fate del bene ignori da dove provenga quel bene, perché il vostro gesto può provocare in lui reazioni inaspettate. In tutte le relazioni con gli altri, cercate di tener conto dei rapporti complicati che in ogni essere umano la natura inferiore mantiene con la natura superiore.

La meditazione è un esercizio del pensiero mediante il quale vi sforzate di elevarvi il più in alto possibile nel mondo spirituale, ed è un esercizio difficile. Per aiutarvi, immaginate di scalare una montagna cercando di raggiungerne la vetta: questa immagine vi porterà verso un’altra montagna che è dentro di voi. La Scienza iniziatica chiama la vetta di questa montagna “il piano causale”. Compiendo degli sforzi per elevarvi fin lassù, non solo avrete le più grandi possibilità di realizzare i vostri pensieri e i vostri desideri migliori, ma interiormente vi sentirete invulnerabili. Gesù diceva: «Costruite la vostra casa sulla roccia». La roccia è un simbolo del piano causale. Nel piano causale siete al sicuro perché siete molto in alto, su un terreno molto stabile, e nulla vi può raggiungere. Se costruite la vostra abitazione nel piano mentale o nel piano astrale, con pensieri e sentimenti qualsiasi, ordinari, ristagnerete nelle paludi e sarete sempre vulnerabili. Dovete stabilirvi sulle altitudini del piano causale, ed è la meditazione a proiettarvi fin lassù.

Lo spirito e la materia… Ecco una questione senza fine, poiché – sotto forme diverse – lo spirito e la materia sono il maschile e il femminile, il positivo e il negativo, l’emissivo e il ricettivo, il cielo e la terra. Nulla è più importante dei due principi, maschile e femminile, ma occorre comprendere quali sono rispettivamente il posto e il ruolo di ciascuno, per non privilegiare l’uno a scapito dell’altro. Gli esseri umani hanno sempre tendenza ad andare agli estremi: o si concentrano soltanto sullo spirito e trascurano la materia, o si concentrano sulla materia e abbandonano lo spirito. È ciò che si verifica attualmente: moltissimi sono presi dalla materia senza mai cercare di introdurvi lo spirito. Allora, la materia rimane inerte, inanimata, e finisce per fagocitarli. Se gli uomini e le donne possono essere così vivi ed espressivi, è grazie allo spirito che vive in essi e anima la loro materia. Questo è talmente vero che, quando alla sua morte lo spirito abbandona un essere umano, non resta altro che seppellirlo. È sempre lo spirito ad agire attraverso la materia, è lui che dà la vita; ma senza la materia lo spirito non può manifestarsi.

Quando la decisione di seguire una certa via è incisa nel più profondo del vostro essere, diventa come un istinto che vi impedisce di deviare e vi indica come evitare o superare gli ostacoli. Se vi accade troppo spesso di dimenticare le buone risoluzioni che avete preso, è perché non le avete ancora sufficientemente impresse nel vostro subconscio, sino al cuore stesso delle vostre cellule. Il ruolo di un Maestro spirituale è appunto quello di risvegliare nell’anima dei suoi discepoli il ricordo delle esperienze passate e delle decisioni prese. Altrimenti, quando essi dovranno nuovamente oltrepassare le frontiere dell’aldilà, saranno costretti una volta di più a constatare la mediocrità e la vacuità dell’esistenza che hanno appena lasciato… e saranno condannati a vagare nelle regioni aride e oscure dell’altro mondo. Gesù diceva: «Ammassate dei tesori nel Cielo». Questa raccomandazione è la sintesi di tutta una scienza della vita.

Noi rappresentiamo qualcosa di grande e di bello solo in proporzione a ciò che facciamo per la collettività, per l’intera umanità; è allora che acquisiamo il nostro vero valore, poiché diventiamo dei collaboratori di Dio stesso. Chi lavora per il bene della collettività è un operaio nel campo del Signore. Gli spiriti luminosi si avvicinano a lui per segnarlo con il loro sigillo, e una volta segnato è come se fosse iscritto in una lista; accanto al suo nome viene annotato ciò che gli è dovuto, e ogni giorno egli riceve della “posta”, si può anche dire un “salario”. Quel salario prende varie forme: forza per lo spirito, dilatazione per l’anima, luce per l’intelletto, calore per il cuore e salute per il corpo fisico.

Cosa sono i vostri figli? Dei sogni, dei pensieri e dei sentimenti che avete avuto in passato e ai quali ora avete dato carne ed ossa. Ignorate chi eravate in passato? Ebbene, guardate i vostri figli. Essi vi diranno: «Osservateci: veniamo a insegnarvi molte cose su di voi». Per conoscere la verità sugli esseri, occorre guardare i loro figli. Mi direte forse che non siete sposati e che non avete figli. Anche qui vi sbagliate. I vostri “figli” possono essere anche le vostre azioni, e quindi ogni giorno mettete al mondo dei figli. Gesù ha detto che si riconosce un albero dai suoi frutti. Se i vostri frutti sono aspri, amari o acidi, questo prova che in voi, la madre (il cuore) e il padre (l’intelletto) sono difettosi. L’azione è un figlio che può essere divino solo se il padre e la madre lo hanno concepito divinamente.


Custodite preziosamente nella vostra anima l’immagine della sorgente che scorre, in modo da non lasciar mai inaridire in voi la sorgente della vita; e per far scorrere la sorgente, occorre amare. Direte sicuramente che voi amate e che tutti amano. Sì, ma di quale amore si tratta? Di un amore che vi fa soffrire. Chi possiede la vera scienza dell’amore si sente continuamente ispirato, dilatato, vive nella poesia, nella bellezza, perché ha imparato ad amare tutte le creature umane. Ma le ama da lontano: sa che avvicinandosi troppo rimarrà deluso, e poiché non vuole essere deluso, mantiene una certa distanza; perciò, che quelle creature si manifestino o meno con bontà, generosità e fedeltà, egli ne rimane incantato. Ecco perché a tutti coloro che si lamentano di essere stati delusi dagli esseri che amavano, è lecito rispondere: «È colpa vostra. Avete voluto avvicinarvi troppo e, ovviamente, ciò che avete visto non era un gran che: cantine piene di muffa e ragnatele, acquitrini, terreni coperti di rovi e di spine… Era fatale che rimaneste delusi». Ecco dunque, se si vuole continuare ad amare gli uomini e le donne e  rimanerne incantati, bisogna contemplarli un po’ da lontano.


Tantissimi uomini e donne fuggono nel futuro, perché non possono sopportare il loro presente! Ma così facendo non ci guadagnano, poiché un giorno o l’altro saranno costretti ad arrendersi all’evidenza: l’avvenire che immaginavano non aveva alcun fondamento solido, e ciò che scoprono è il vuoto, è l’angoscia. Comincino a vivere bene l’oggi, dove hanno talmente tante cose da assaporare, vedere, apprezzare e a cui pensare! Ma per vivere il momento presente, devono imparare a fermarsi, a fare una pausa, a non lasciarsi più trasportare dalla successione di eventi e di stati interiori che quegli avvenimenti creano in loro. Certo, la vita non è che un fluire ininterrotto, ma occorre trovare il modo di fermarsi per mettere un po’ d’ordine in se stessi e per accordarsi a ritmi più armoniosi. Proprio per questo la meditazione è tanto necessaria. Meditare significa rallentare la corsa precipitosa del tempo, per introdurre in sé un ritmo, una pace e una luce che lasceranno per lungo tempo ancora la loro impronta.

Fra tutte le realtà visibili, la luce è quella che meglio esprime il mondo spirituale: ci permette di vedere, ma di per sé è inafferrabile. Ecco perché spesso si assimila Dio alla luce. Si dice che Dio è luce, ma quale luce?… In realtà noi non conosciamo la luce; quella che noi chiamiamo così, ancora non è che una materializzazione grossolana di una potenza situata molto al di là e che ha accettato di manifestarsi sotto forma di radiazioni, di vibrazioni. Dio è dunque molto più di quanto l’idea della luce possa darci di Lui. Nulla ci può dare un’idea di Dio, nulla Lo può definire, tranne quello che riusciamo a scoprire in noi quando ci mettiamo al Suo servizio. Ma anche allora, pur se possiamo esprimere ciò che viviamo e sentiamo, non possiamo dire che cos’è Dio.

Poiché sa mostrarsi ricettivo, l’essere umano può diventare un messaggero dell’invisibile. Ma chi diventa troppo ricettivo è come una spugna che assorbe tutto, ciò che è buono come ciò che è cattivo. Occorre quindi essere vigili. Quando pensano al mondo invisibile, troppe persone hanno tendenza a immaginarlo popolato unicamente di spiriti luminosi e benefici. No! Così come la Terra non è popolata unicamente da gente per bene, allo stesso modo il mondo invisibile è abitato anche da entità malefiche, molto spesso ostili agli esseri umani e che si divertono a indurli in errore o a perseguitarli. Perciò, non adottate nei confronti del mondo invisibile un atteggiamento di totale ricettività; finché non avete prima compiuto il lavoro di purificazione e di elevazione interiore che vi permetterà di resistere agli assalti delle forze oscure, sappiate mostrarvi vigili e attivi.


Una cattiva abitudine è come un’impronta che si è impressa sui nostri corpi sottili. Una volta impressa, si riproduce all’infinito. Anche se in seguito ci si pente del proprio errore, questo non serve a gran che: si torna a ripetere l’errore… e poi ci si pente di nuovo! È una catena senza fine di sbagli e rimorsi. Perché anche il rimorso ha registrato la sua impronta: ecco perché ritorna ogni volta dopo lo sbaglio, ma non aiuta a correggerlo. Cosa bisogna fare allora? Sostituire l’impronta, ossia sostituire le cattive abitudini sforzandosi, a poco a poco e coscientemente, di avere altri pensieri, altri sentimenti e soprattutto compiere altri gesti. Queste saranno altrettante nuove registrazioni, saranno le nuove impronte che riusciranno a neutralizzare quelle di prima. Non le cancelleranno, perché in natura niente si cancella, ma si sovrapporranno alle precedenti e saranno queste ultime impronte ad agire

È già accaduto che, in un momento di scoraggiamento, alcuni artisti (pittori, compositori, poeti, romanzieri,drammaturghi) abbiano distrutto certi loro capolavori. Ed è stato un peccato, perché hanno fatto del male a se stessi e hanno anche privato l’umanità di qualcosa di grande e di bello. Il motivo di quel gesto risiede nel fatto che erano rimasti troppo concentrati su se stessi, sulle loro difficoltà, le loro angosce, i loro tormenti. Non hanno saputo uscire dai limiti del proprio sé, per mettersi in contatto con tutto ciò che vi è di buono e di bello negli esseri umani e nella natura. Solo questo atteggiamento avrebbe potuto proteggerli, impedendo loro di riversare la propria insoddisfazione sull’opera. Proprio come l’artista, uno spiritualista può passare attraverso periodi di scoraggiamento, perché procede su un cammino difficile, e deve sapersi proteggere. Come? Meravigliandosi delle opere di Dio e dei Suoi servitori. Grazie a questa sensazione esaltante, rimedia all’abbattimento e anche alla disperazione che le proprie imperfezioni gli possono suscitare.

Chi non sa dominare la propria collera ignora che quella forza viene da molto più lontano e vuole introdursi in lui. Crede persino, almeno per un momento, che quella corrente potente gli trasmetta qualche cosa della propria potenza. Ma è un’illusione, perché è la corrente stessa ad essere potente, e non chi viene attraversato dalla corrente. Così, dopo il suo passaggio, il povero infelice si ritrova talmente debole che in lui tutto trema: mascelle, gambe, mani. Il discepolo di una Scuola iniziatica ha compreso che dominando la collera che sente salire dentro di sé e cercando di trasformarla, acquisisce la vera potenza. Avviene la stessa cosa con l’energia sessuale: dominandola, ci si rinforza considerevolmente. Ecco perché gli Iniziati, che hanno imparato a dominare l’istinto di aggressività, così come l’istinto sessuale, possiedono tante energie per pensare e parlare, al fine di illuminare gli esseri.


Appena vi manca qualcosa siete pronti a lamentarvi. Perché la constatazione di ciò che manca deve improvvisamente oscurare il vostro sguardo? Il sole sorge ogni giorno, avete la luce, l’aria, l’acqua, il cibo… Potete vedere, udire, gustare, comprendere… E avete anche la facoltà di entrare in relazione con il Creatore, con tutte le entità celesti e con gli esseri umani. A cosa pensate al mattino davanti allo specchio?… E nel momento in cui fate scorrere l’acqua del lavabo o della doccia?… E quando vedete vostra moglie, i vostri figli, a cosa pensate? Forse direte che non avete moglie né figli. Ammettiamolo pure, ma uscendo di casa, incontrerete ben qualcuno. A cosa pensate vedendolo? Tutti gli esseri che vivono accanto a voi, come coloro che incontrate, sono lì per farvi riflettere, per affinare la vostra sensibilità. Invece di soffermarvi su quello che vi manca, imparate a rallegrarvi per tutte le inesauribili ricchezze della vita, e voi stessi diverrete più vivi.

Saper soffrire è un sapere fra i più grandi che esistano. Saper soffrire è una delle più alte manifestazioni dell’amore. Nella sofferenza, l’anima prepara un profumo così delizioso che il Signore e i Suoi angeli vengono a dilettarsi accanto a quell’anima. Dalle sofferenze dei martiri e dei santi condannati e perseguitati per la gloria di Dio, emanava realmente un profumo. Quando qualcuno soffre perché si dedica agli altri, si sacrifica per gli altri, per illuminarli e preservarli dal male, come ha fatto Gesù, da quella sua sofferenza accettata per amore esala il profumo più sottile. Accettate questa verità, mettetela in pratica e possederete una resistenza senza pari. Cominciate col non lamentarvi più alla minima delusione, alla minima prova. Accettatele coscientemente, mantenendo il silenzio, perché è da quella sofferenza che farete scaturire la gioia.

L’intelletto non è ancora l’intelligenza e occorre imparare a distinguere tra i due. L’intelletto è uno strumento dato all’uomo perché possa cavarsela sul piano materiale, perché possa risolvere i problemi della vita quotidiana, studiare la Natura e trarre qualche conclusione da quello studio. L’intelligenza, invece, nel senso iniziatico del termine, è una facoltà ben superiore: posta al di sopra del piano astrale e mentale, ha la capacità di dominare i sentimenti, i pensieri e tutte le manifestazioni della vita psichica. È questa intelligenza che gli Iniziati considerano come la vera intelligenza; essa è legata al mondo della supercoscienza, che è il mondo divino. Tutti gli esseri che hanno imparato a lavorare dominando i propri pensieri, i propri sentimenti e legandosi alle regioni superiori per fare con  queste degli scambi, sono stati capaci di realizzazioni sublimi. Sono loro che hanno permesso all’umanità di progredire veramente.


Sotto l’una o l’altra forma, subite tutti un’occupazione: degli intrusi si sono installati in voi. Sì, tutte le abitudini dannose alla vostra salute fisica e psichica sono degli intrusi. Innumerevoli sono dunque gli occupanti ai quali l’uomo deve far fronte, ossia tutti gli impulsi istintivi dai quali è assalito: la gelosia, la collera, il rancore, la cupidigia, la golosità, la sensualità, l’orgoglio, la vanità, ecc. Ma fra tutti i possibili occupanti, il più pericoloso è certamente la pigrizia. Perché? Perché si aggrappa alla volontà. Si comprende ciò che va fatto, si sente che bisognerebbe farlo, ma la volontà manca; e siccome la volontà è il punto di partenza di ogni decisione, sono le forze vive ad essere colpite. Ma il giorno in cui l’intelletto avrà veramente compreso ciò che è bello e buono, e il cuore lo desidererà, alla fine la volontà sarà costretta a seguire. Allora, ecco la liberazione!

Siete impegnati in una cosa o in un’altra, e tutto a un tratto provate una sensazione di oscurità, di vuoto, di solitudine, che vi riempie d’angoscia… Sappiate che un intruso sta cercando di intrufolarsi in voi; oppure è la vostra coscienza che, viaggiando, si è smarrita in una regione ostile… perché anche questo può accadere, e a chiunque. Quando provate una tale sensazione, non rimanete senza fare nulla: reagite, perché quella sensazione è come una porta aperta ad avvenimenti assai più gravi che seguiranno automaticamente. Gettate immediatamente uno sguardo dentro di voi per comprendere cosa vi abbia condotto lì. Poi, attraverso la preghiera e la meditazione, cercate di ritrovare il cammino che vi condurrà fra gli spiriti della luce e della pace, e dite a quegli spiriti che soltanto a loro volete aprire la vostra dimora.

 

Un Maestro ricevette un giorno la visita di un giovane che voleva diventare suo discepolo. L’insegnamento dunque cominciò, ed ecco quale fu la prima lezione. Il Maestro disse al discepolo: «Va’ a passeggiare nel cimitero e insulta i morti; ascolta bene cosa ti risponderanno e poi torna a farmi un resoconto». Il giovane, obbediente, andò al cimitero e cominciò a camminare fra le tombe proferendo insulti orribili: mai i morti di un cimitero avevano udito nulla di simile! Ben presto, a corto d’ispirazione, si fermò per ascoltare la risposta: niente. Di ritorno dal Maestro, dovette ammettere che le sue ingiurie non avevano sortito alcun effetto: i morti non avevano reagito. «Ah, – disse il Maestro – forse hanno pensato che i tuoi insulti non meritassero risposta. Tornerai al cimitero, ma questa volta dovrai fare i loro elogi, e allora sicuramente ti risponderanno». Il giovane tornò al cimitero, cambiò tono e fece ai morti i discorsi più lusinghieri. Ma di nuovo, niente, silenzio… Veramente deluso, e sentendosi colpevole di non essere stato abbastanza eloquente, il giovane tornò dal suo Maestro: «Anche questa volta non hanno reagito», disse. Il Maestro lo guardò sorridendo e rispose: «Ebbene, impara a essere come loro: che ti si biasimi o ti si lodi, la cosa non ti deve toccare: tu non rispondere».


Voi trovate che la vita sia difficile, ed è vero, che gli esseri umani siano spesso cattivi e ingrati, ed è vero anche questo. Ma è forse un motivo per essere sempre in rivolta, indignati, inaciditi? Non vi rendete conto che con questo atteggiamento, alla fine è a voi stessi che fate del male? Alcuni diranno che non possono trattenersi dall’essere indignati per lo spettacolo che offre il mondo e inoltre diranno che non li si può rimproverare se si fanno del male, perché è solo a se stessi che fanno del male. Ebbene, questo loro ragionamento prova che non hanno una buona comprensione delle cose. Gli esseri umani sono tutti collegati gli uni agli altri, e se voi siete tristi, depressi, incupiti, questo si riflette su coloro che frequentate. Non desiderate fare del male a nessuno? In apparenza è vero, voi non fate alcun male agli altri; invece ne fate comunque, perché propagate delle onde e delle particelle negative. Vi credete separati dagli altri, ma vi sbagliate: i vostri pensieri e i vostri sentimenti agiscono sui vostri genitori, sui vostri amici, persino sugli animali, sulle piante e sugli oggetti attorno a voi. Chi fa del male a se stesso fa del male al mondo intero, dunque non è più innocente di coloro contro i quali si sta indignando.


Mettete la parola “armonia” nel cuore della vostra esistenza, custoditela in voi come una sorta di diapason, e non appena vi sentite un po’ inquieti o turbati, prendete quel diapason e ascoltatelo in modo da mettere tutto il vostro essere in consonanza con la vita illimitata, la vita cosmica. Dite che riuscite già ad armonizzarvi con la vostra famiglia, con i vostri amici, con i vostri vicini, con i vostri colleghi di lavoro?… Va bene, ma non è sufficiente. Potete essere in accordo con la vostra famiglia o con la società, ma essere in disaccordo con la vita universale, e allora, a poco a poco tale dissonanza si infiltra in voi e rode il vostro organismo psichico. Sforzatevi sin da ora di accordarvi con la vita universale; sarà questa a portarvi la salute, la bellezza, la luce, la gioia, e a fare di voi, ovunque andrete, un fattore di armonia.


Il discepolo attende sempre una visita: quella di un’entità spirituale, di un inviato del Cielo, e poiché attende, tutti i suoi centri sottili entrano in attività. Egli sa che una grande potenza risiede nell’attesa: è questa a mantenerlo sveglio in modo che, quando verranno i visitatori, egli sia pronto ad aprire loro la propria anima e il proprio spirito. Anche Gesù sottolinea la potenza dell’attesa nel passo dei Vangeli dove dice ai suoi discepoli: «Siate simili a degli uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze, per aprirgli la porta non appena arriverà e busserà. Beati quei servitori che il padrone, al suo arrivo, troverà vigili! In verità vi dico, egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si avvicinerà per servirli». Ed ecco: i servitori che hanno vegliato aspettando l’arrivo del loro signore, vengono da lui invitati alla sua tavola; non solo, ma inoltre è il signore stesso a servirli!


Per agire ogni giorno correttamente, è importante sorvegliare il posto che si dà al sentimento e quello che si dà al pensiero. Osservatevi: in quanti casi sono i sentimenti, le passioni e gli istinti a comandare, mentre il pensiero resta in disparte e lascia fare; oppure, se interviene, è per fornire alle passioni i mezzi per raggiungere i loro obiettivi. Ebbene, questo si chiama vivere nell’anarchia. Quando il pensiero non  svolge il proprio ruolo, vale a dire quando non si sforza di dominare i sentimenti e i desideri, è l’anarchia. Vi siete mai chiesti perché l’Intelligenza cosmica abbia posto la testa alla sommità del nostro corpo e il  cuore un po’ più in basso? È esattamente come in una nave: in alto sta il capitano, e in basso le macchine. Le macchine fanno avanzare la nave, ma è il capitano a decidere la direzione. Anche noi abbiamo un motore, ossia il cuore, che spinge la nostra nave. Ma dove andrà il cuore se non è orientato dalla testa, cioè dal capitano là in alto, che osserva e dà ordini affinché la nave giunga in porto?”


È di notte, durante il sonno, che trovate le condizioni favorevoli per istruirvi nel mondo invisibile. E anche se non conservate alcun ricordo preciso di ciò che avete imparato, a volte potete sentire che alcuni elementi nuovi si sono aggiunti alla vostra comprensione delle cose. Ogni giorno è una nuova esistenza. Ogni mattina nascete al mondo e ogni sera lasciate il mondo; è importante per voi vivere bene l’ultimo momento della vostra giornata, perché quel momento prepara le condizioni per il giorno seguente. Qualunque giornata abbiate trascorso, al momento di addormentarvi sforzatevi di scacciare tutto ciò che può oscurare la vostra coscienza. Fate appello ai migliori pensieri e ai migliori sentimenti affinché vi accompagnino nel viaggio sacro che state per intraprendere nell’altro mondo. L’indomani entrerete nel nuovo giorno con sensazioni di luce, di pace e di gioia.


Sentire è una cosa, pensare è un’altra, ma troppo spesso la sensazione influenza il pensiero. Può accadere che vi sentiate sfiniti, e in questo non vi è nulla di anormale; ma ecco che questa sensazione scatena in voi pensieri e sentimenti di scoraggiamento, di tristezza, di disperazione. Ebbene, no! In quei momenti, è il pensiero che deve agire sulla sensazione: anche se non può vincerla, deve essere presente come una luce, come un faro in lontananza. Il pensiero vi dice che potete risollevarvi; allora, malgrado il vostro abbattimento e il vostro sfinimento, è al pensiero che dovete credere e non alle vostre sensazioni. Non c’è più una goccia di energia nel vostro serbatoio? Ricordatevi che il serbatoio cosmico ne è pieno, ed è là che dovete andare ad attingere tramite il pensiero. Perché il pensiero serve anche a questo: appena poche gocce attinte a quel serbatoio di energie, e la fiamma della vostra lampada, che si stava spegnendo, brilla di nuovo.


Accendete una candela… La sua fiamma vi illuminerà  fino a quando sarà alimentata dalla cera che brucia. Questa combustione è in qualche modo un sacrificio. Senza sacrificio non c’è luce. Il fuoco ha bisogno di nutrimento, e la cera della candela è appunto il nutrimento. Questo lo sapete, ma ciò che non sapete è che l’essere umano può essere paragonato a una candela, perché possiede tutti i materiali necessari per alimentare la fiamma dentro di sé. Questi materiali sono quelli della sua natura inferiore: l’egoismo, l’aggressività, la sensualità, ecc. Egli deve sacrificarli per alimentare la propria fiamma. Ciò che impedisce agli esseri umani di compiere questo sacrificio, è il timore di scomparire. Ci sarà sicuramente qualcosa di noi che scomparirà, ma questo “qualcosa” deve appunto sparire affinché qualcos’altro, più puro e più luminoso, possa apparire; esattamente come scompare la materia della candela affinché la luce possa continuare a brillare. Direte che dopo un certo tempo non resta più nulla della candela. Sì, ma l’uomo, invece, può bruciare all’infinito. Una volta acceso, può anche non spegnersi più, perché la sua materia combustibile è inesauribile


Quando gli esseri umani capiranno di non essere individui separati, ma di far parte del grande corpo di Dio, di cui ognuno di essi rappresenta una cellula? Dunque, ogni volta che si comportano male con il loro prossimo pensando all’essere che hanno di fronte come ad un estraneo, come a qualcuno che non faccia parte di loro e che possono maltrattare impunemente, si ingannano. La verità è che esiste un legame fra tutte le creature viventi, così come esiste un legame fra tutte le cellule del corpo fisico. Quando facciamo del male agli altri, anche se al momento  non lo avvertiamo, facciamo del male anche a noi. Viceversa, quando facciamo loro del bene, lo stesso bene lo facciamo anche a noi. Ne avete senza dubbio fatto l’esperienza: se un essere che amate soffre o riceve dei colpi, è come se foste voi a ricevere quei colpi; e se gli accade qualcosa di bello, ne gioite come se quella gioia fosse capitata a voi. Perché? Perché istintivamente, intuitivamente, siete entrati nella coscienza dell’unità. Ed è proprio questa coscienza dell’unità che è il fondamento della vera morale.


Se mettete un secchio sotto una grondaia, potete aspettarvi che si riempia d’acqua non appena  pioverà; ma se non mettete nessun secchio, non aspettatevi che questo si riempia! Se mettete un seme in terra, c’è speranza di veder crescere una pianta, ma se non seminate nulla, non attendetevi nulla. Direte: «Ma tutto ciò è infantile: queste cose le sappiamo!» Ne siete sicuri? Voi non aprite il vostro cuore all’acqua che scende dalla Sorgente divina, eppure vi aspettate che esso sia riempito. Non seminate pensieri e sentimenti d’amore e di generosità, e vi aspettate di vivere nella pace e nella gioia. Vi chiederete: «Ma come seminare pensieri e sentimenti?» Un esempio: quando dovete prendere un oggetto per darlo a qualcuno, mettete forse la vostra attenzione, la vostra coscienza in quel gesto?… No, lo fate meccanicamente. Ebbene, d’ora in poi, siate attenti a donare qualcos’altro oltre all’oggetto in sé: aggiungete un pensiero buono, un sentimento buono, un buon augurio per quella persona.


Tutte le volte che riportiamo una vittoria sulle tentazioni alle quali ci espone la nostra natura inferiore, disponiamo di una forza nuova. Certo, la cosa difficile è conservare questo stato di grazia. Finché siamo sulla terra, non possiamo mantenerci molto a lungo sulle vette fino alle quali siamo riusciti a issarci: ogni volta dobbiamo lottare per riconquistarle. Quando lasceremo la terra per il mondo dell’aldilà, non avremo più bisogno di lottare, perché non saremo più sottoposti alle tentazioni. Ma finché siamo qui, dobbiamo fare degli sforzi fino all’ultimo minuto. Per meglio comprendere questa idea, si può fare un paragone con la nutrizione e la respirazione: abbiamo mangiato ieri, dobbiamo mangiare oggi e dovremo mangiare anche domani. Abbiamo appena respirato, e occorre subito ricominciare. Un’esperienza ci ha fatto comprendere il senso della vita, ma per conservarlo dobbiamo fare un’altra esperienza e poi un’altra ancora. Abbiamo vinto una tentazione? Saremo di nuovo tentati e di nuovo dovremo cercare di riportare la vittoria.


Finché sono giovani e stanno bene, gli esseri umani non pensano mai a quel principio di disgregazione che lavora in loro e che un giorno finirà per trionfare. Hanno tendenza a credere che il mondo appartenga a loro e che l’avvenire non smetterà mai di sorridere. Che delusione quando sentono che, sul piano fisico, tutto incomincia a sfuggire di mano! In questa lotta spietata, iniziata fra il principio di vita e il principio di morte, alcuni vogliono trattenere la vita con ogni mezzo, e questo li può condurre a commettere gli atti più insensati: mettono in quella battaglia tutte le risorse che dovrebbero utilizzare per il proprio lavoro spirituale, e perdono tutto. Noi non siamo venuti sulla terra per restarvi eternamente giovani e in buona salute, ma per un tirocinio, un apprendistato. Il saggio è colui che conosce la curva del cammino e si sforza di utilizzare tutto. Nel mondo spirituale, l’ascensione è ininterrotta. Quaggiù, qualsiasi cosa si faccia, si vedranno a poco a poco la fronte e le guance riempirsi di rughe, i capelli diventare bianchi, i denti cadere, ecc. Ma occorre comprendere che l’aspetto esteriore non ha alcuna importanza se dietro ai capelli bianchi e alle rughe si manifesta l’emanazione della vita spirituale.


Non bisogna amare e cercare Dio per se stessi, ma per Lui, come un figlio o una figlia che trova tutta la sua gioia nel prendere parte alle attività di suo padre e di sua madre. Quando Gesù ci ha insegnato a pregare: «Padre nostro che se nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra», ci ha dato appunto il programma da realizzare. Siamo noi che dobbiamo santificare il nome di Dio in noi stessi, siamo noi che dobbiamo far discendere il Suo regno dentro di noi, siamo noi che dobbiamo compiere la Sua volontà, così come gli angeli la compiono in Cielo. Quello che facciamo per Dio, lo facciamo anche per noi, poiché noi siamo in Lui e Lui è in noi.


Nel nostro corpo fisico la testa è la sede del sapere, mentre il potere si trova nelle braccia e nelle gambe: si agisce e ci si muove… Fra la testa e gli arti, sta il cuore. In assenza del cuore, la testa e gli arti non sarebbero in grado di funzionare. È il cuore che li mantiene in attività: senza sosta si contrae e si dilata affinché il sangue, ossia la vita, continui a circolare. Se il cuore si ferma, si ferma anche tutto il resto. Ma gli esseri umani hanno abbandonato il cuore, simbolicamente parlando, e cercano il potere. E poiché il denaro dà molto potere, fanno di tutto per guadagnarne il più possibile senza considerare ciò che fanno subire agli altri, e così il loro cuore si indurisce. Cercano anche il sapere, ma dato che il loro scopo non è disinteressato, quel sapere non serve che a portarli fuori strada. Ecco perché non sono felici. Sono sicuramente più potenti e più istruiti, ma non sono felici. Per essere felici, devono tornare alle qualità del cuore: la bontà, la dolcezza, la generosità, il perdono…


Nell’istante in cui agite, mettete inevitabilmente in moto certe forze le quali produrranno inevitabilmente certi risultati. È questa idea di rapporto tra causa ed effetto che è anzitutto contenuta nella parola “karma”. Solo più tardi questa parola ha assunto il significato di pagamento per una trasgressione commessa. Si può quindi dire che il “karma” (nel secondo significato del termine) si manifesta tutte le volte che un’azione non è totalmente ispirata dalla saggezza e dall’amore divino – il che accade il più delle volte. Ma l’essere umano fa dei tentativi, ed è bene che si eserciti. Quei tentativi sono maldestri, imperfetti, ma non è grave: egli si deve correggere, deve riparare i suoi errori, e sicuramente per far questo fatica, soffre. Direte: «Ma allora, visto che quando si agisce si commettono necessariamente degli errori e si dovrà soffrire per ripararli, non sarebbe meglio non fare nulla?» No, si deve agire. Ovviamente soffrirete, però imparerete, evolverete… e un giorno non soffrirete più. Quando avrete imparato ad agire correttamente, quando tutte le vostre azioni e le vostre parole saranno ispirate dalla bontà, dalla purezza e saranno disinteressate, non produrranno più “karma”, ma attireranno conseguenze benefiche. E questo viene chiamato “dharma”.


Il discepolo che desidera possedere le stesse qualità del suo Maestro, si sforza di identificarsi in lui. Stabilisce così un vero legame magico fra il suo Maestro e se stesso e, grazie a quel legame, comincia a poco a poco ad assomigliargli. Forse non fisicamente – benché sia possibile: con molta volontà, molta fede e molto tempo, ciò è possibile – ma interiormente, ricevendo la saggezza e la luce del suo Maestro. Dunque, per il discepolo la vera magia consiste nel cercare di identificarsi nel proprio Maestro per raggiungere i tesori contenuti nell’anima, nel cuore, nell’intelligenza e nella volontà del suo Maestro, affinché tutti quei tesori si riversino in lui. E il Maestro accetta, poiché non ha altro desiderio se non quello di condividere ciò che possiede. Se poi vede che un suo discepolo può andare più lontano di lui, un Maestro se ne rallegra. Dice: «È mio figlio. È migliore di me? Tanto meglio, perché sono io il padre!» E la vista di quel figlio lo  colma di fierezza.


Avere una famiglia, degli amici, un mestiere o degli svaghi non basta per essere felici. La prova: quante persone, che possono anche considerarsi privilegiate, non sono felici! Perché? Perché non sanno rispondere alle necessità della propria anima. L’anima ha bisogno di vivere nell’immensità, nello spazio infinito, nell’illimitato. Ora, l’uomo comprime costantemente la propria anima, la ostacola, la soffoca, vuole che si accontenti di briciole: qualche successo materiale, qualche piacere, qualche pettegolezzo… L’anima allora soffre e si lamenta con l’uomo: «Io voglio essere libera, e tu, con le tue occupazioni e le tue preoccupazioni ordinarie e meschine, mi tieni incatenata. Io sono figlia di Dio e lo spazio è il mio elemento: ho bisogno di dilatarmi nella distesa celeste». Almeno per qualche minuto, fate dunque l’esperienza di lasciare che la vostra anima spicchi il volo e si dilati nello spazio… Lasciatela evadere sino a fondersi con l’Universo intero… E allora saprete cos’è la felicità.


Anche se date l’impressione di esagerare un po’ quando parlate delle buone qualità di qualcuno, in realtà non esagerate, perché menzionando quelle qualità fate riferimento al suo vero sé, al suo Sé superiore. Quante volte le persone fanno commenti sugli altri! Ma non è realmente di loro che parlano: l’aspetto fisico, il comportamento, certi tratti del carattere… nessuno di questi aspetti li rappresenta. Allora, cosa sono veramente quegli esseri? Delle divinità. È detto nei Salmi: «Voi siete dèi», e queste parole sono state riprese da Gesù nel Vangelo di  Giovanni. Certo, per il momento quegli dèi non li si vede tanto manifestarsi: sono sepolti chissà dove, sommersi sotto strati opachi, in attesa di essere scoperti! Ma non basta aspettare: occorre lavorare!


Ciò che caratterizza la vita è il fatto di non essere mai la stessa: la vita scorre, circola e si trasforma, spostando gli esseri e le cose. Oggi avevate un problema da risolvere e ci siete riusciti impiegando un certo metodo; ma ecco che l’indomani si presenta un altro evento e voi non potete affrontarlo utilizzando gli stessi metodi e mantenendo lo stesso atteggiamento del giorno prima: siete costretti ad adattarvi alla nuova situazione.  È così: la vita vi presenterà sempre problemi diversi da risolvere, e ciascuno richiederà una soluzione particolare. Ieri, per esempio, la soluzione consisteva in un gesto di bontà, di generosità. Oggi invece avete un altro problema da risolvere, e questa volta ad aiutarvi saranno il ragionamento, la fermezza operfino l’ostinazione. Un’altra volta sarà l’indifferenza o la volontà di dimenticare… Cercate dunque ogni giorno come adeguarvi.


Quanti credenti abbandonano la religione perché, secondo loro, le scoperte della scienza cancellano o contraddicono le verità della fede! Ebbene, questo prova soltanto che non hanno compreso gran che né della religione né della scienza. Perché, al contrario, le scoperte della scienza non fanno che sottolineare le verità della fede, che sono le verità che ci insegna la Scienza iniziatica. In realtà non esiste alcuna opposizione fra scienza e religione: entrambe camminano insieme e anche l’arte cammina con loro. Tutte e tre sono collegate perché sono già collegate nell’uomo: la scienza nutre il suo intelletto, la religione nutre il suo cuore, e nell’arte egli esercita la propria volontà creatrice. Poiché l’intelletto, il cuore e la volontà coesistono nell’essere umano, non si deve separarli e neppure privilegiarne uno a scapito degli altri. Dio li ha donati all’uomo affinché lavorino insieme.


Gli esseri umani raramente hanno di se stessi un giudizio obiettivo, e ciò è vero anche per gli spiritualisti. Alcuni, pur essendo molto evoluti, sono spaventati dall’immensità della Scienza iniziatica e dalla distanza che li separa dalla meta da raggiungere: si sentono miserabili, e questa cattiva opinione che hanno di sé li paralizza. Altri, al contrario, del tutto limitati e ottusi, si ritengono dei grandi Iniziati, dei geni, delle divinità. Poiché nella loro vita niente giustifica la buona opinione che hanno di se stessi, vanno a consultare dei sedicenti medium o chiaroveggenti i quali, avendo interesse a ingannare la gente per procurarsi clienti, raccontano storie fantastiche sulle loro incarnazioni: sono stati dei santi, dei profeti, dei geni… e sulla scena sfilano tutte le celebrità e le imprese gloriose della storia. Ma a cosa può servire, visto che attualmente la realtà mostra ogni giorno a quelle persone quanto siano povere e banali? Uno dei maggiori ostacoli per il progresso spirituale consiste nel farsi delle illusioni sulle proprie incarnazioni passate. Coloro che vogliono veramente avanzare, evolvere, non devono perdere il proprio tempo dai chiaroveggenti, ma devono studiare e lavorare per imparare a conoscersi. Solo avendo un giusto apprezzamento di se stessi, avanzeranno.


La vera poesia è l’espressione del Verbo divino che è al contempo musica, colori, forme e profumi. Per questo i suoi poteri sono immensi. Alcuni diranno che la musica è più potente della poesia, perché tocca direttamente la sensibilità di chi ascolta. Sì, ma il suo linguaggio non è così chiaro, dunque non è così educativo come quello della poesia, perché è fatto unicamente di suoni, mentre un poema si compone di parole attraverso le quali si percepiscono non solo una melodia, un ritmo, un’intonazione, ma anche dei colori, delle forme, un’architettura; e soprattutto si scopre un senso. La musica risveglia il sentimento, stimola la volontà, ma non dà un orientamento chiaro. Si può ascoltare musica per tutta la vita e restare insicuri e ignoranti come prima. Invece, leggendo o ascoltando l’opera di un poeta veramente ispirato, grazie alle parole si scopre un significato, e si avanza allora nella chiarezza.


Può accadere che ci sentiamo proiettati nel Cielo quando meno ce lo aspettiamo. Ovviamente, desidereremmo rimanere lassù per sempre, ma questo non è possibile: tante cose ci tengono ancora legati al mondo che è in basso! Se il Cielo ci accorda questa grazia, è per farci avere il presentimento, l’intuizione di quello spazio di luce dove siamo destinati ad andare a vivere un giorno. Queste gioie improvvise, che a volte sentiamo, sono l’annuncio di una liberazione a venire. Quando gli alberi iniziano a perdere le foglie in autunno, sapete che l’inverno si avvicina; e in inverno, quando i bucaneve cominciano a sbocciare, sapete che annunciano l’arrivo della primavera. Anche nella vostra anima, come nella natura, appaiono dei segni precursori, e voi dovete imparare a riconoscerli e a decifrarli.


Voi sapete cos’è una radiazione, cos’è un’emanazione e cos’è una vibrazione; ma ciò che non sapete è che questi fenomeni hanno un legame con l’intelletto, con il cuore e con la volontà. All’intelletto corrisponde la radiazione, al cuore l’emanazione, e alla volontà corrisponde la vibrazione. L’intelletto irradia: il suo movimento è la linea retta. Le emanazioni del cuore sono onde circolari; e la volontà vibra (a sinistra e a destra, in alto e in basso, avanti e indietro). La radiazione è la luce proiettata per meglio avanzare e fare delle scoperte. L’emanazione rappresenta la dilatazione, il dono: le particelle che circondano con il loro calore gli esseri e le cose. E la vibrazione segna il principio dell’azione. Nella radiazione c’è la saggezza. Nell’emanazione c’è l’amore. Nella vibrazione c’è la forza. Ecco perché, secondo l’intensità delle sue radiazioni, si può vedere qual è la saggezza di un essere; secondo la natura delle sue emanazioni, si può sentire qual è il suo amore; e dalla potenza delle sue vibrazioni si scopre qual è la sua forza.


L’amore è quella capacità di staccarci da ciò che ci è più caro, per donarlo. Questa qualità, però, si manifesta raramente. Si vedono piuttosto esseri occupati a battersi non solo per conservare ciò che possiedono, ma anche per impadronirsi, se possono, di quello che appartiene ad altri. È forse ragionevole perdere tanto tempo ed energie quando ben presto si sarà costretti a lasciare tutto? Eh sì, un giorno la morte arriverà e l’uomo, che l’uomo lo voglia o no, in un attimo verrà spogliato di tutto. Perché non ha imparato a donare prima dell’ora della morte? In quell’istante, che gli piaccia o meno, dovrà abbandonare tutto. Gli resteranno solo la luce e la gioia che ha acquisito sapendo donare.

Quando Gesù fu condotto davanti a Pilato per essere giudicato, questi gli chiese: «Sei tu il re dei Giudei?» e Gesù rispose semplicemente: «Tu lo dici». Ma aggiunse: «Il mio regno non è di questo mondo». Gesù infatti non aveva alcuna ambizione terrena. Per lui, la vera regalità era la regalità celeste; non confondeva la gloria umana con la gloria divina e non confondeva neppure i beni temporali con i beni spirituali. È ciò che appare anche nell’episodio in cui i farisei lo interrogano sull’imposta dovuta a Cesare; egli si accontenta di rispondere loro: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Quanto a voi, se volete diventare dei veri discepoli di Gesù, cercate anche di non confondere la terra con il Cielo. E soprattutto, guardatevi dal pensare che un impegno spirituale debba portarvi dei vantaggi materiali.

Nulla può evolvere se prima non si è involuto. Per questo, ciò che la scienza chiama “evoluzione della specie” è stata necessariamente preceduta da un movimento di involuzione. È vero per le creature ed è vero anche per la materia. Prima dell’evoluzione della materia, c’è stata un’involuzione dello spirito. I sostenitori dell’evoluzione hanno osservato le cose solo dall’esterno, dal punto di vista dell’organizzazione della materia, senza tener conto delle forze invisibili che avevano prima lavorato su di essa. L’evoluzione non è che la metà di un processo di manifestazione. Osservandola isolatamente, la si separa dalla verità della vita. Preso isolatamente, questo processo non trova posto in natura. Non si può provare che l’evoluzione sia possibile senza che un impulso l’abbia precedentemente messa in moto e continui a sostenerla; e questo impulso viene dall’alto. Prima di tutto, è lo spirito che è sceso, e se si vede la materia evolvere, è perché è trascinata dal movimento ascendente dello spirito che la fa risalire verso il suo luogo d’origine.

Per secoli e millenni, l’uomo ha abusato della propria autorità sulla donna: l’ha costretta, dominata… Ma ora si vede che la situazione si capovolge; la donna si riprende, non accetta più di essere sottomessa all’uomo, vuole avere gli stessi suoi diritti e in certi casi è persino pronta a prendere il suo posto. È normale, è la legge di compensazione. L’uomo si è spinto troppo oltre, e invece di essere un modello di onestà, di bontà e di giustizia per meritare la stima e l’ammirazione della donna, ha abusato del proprio potere, della propria superiorità fisica rispetto a lei, si è attribuito tutti i diritti e alla donna ha imposto solo doveri. Come poteva sperare che questa situazione durasse eternamente? E tuttavia, la verità è che la donna ha naturalmente bisogno di ammirare l’uomo, di riconoscere la sua autorità, la sua forza. Ma se egli non fa niente per meritarlo, come può la donna conservare quella stima e quell’ammirazione?

Assistete a una conferenza tenuta da un grande scienziato: egli si serve di schemi, di grafici o di formule matematiche che vi permettono di seguirlo passo passo nel suo ragionamento. Purtroppo, non saranno degli schemi, dei grafici e delle formule matematiche a impedire a quell’erudito, dagli argomenti così ordinati e chiari, di perdere la testa in altre circostanze. Perché se gli intellettuali danno prova di tanti metodi, di disciplina e di oggettività quando si tratta dei propri lavori, una volta usciti da quel contesto non trovano anormale vivere nella soggettività, nel disordine e nel turbamento delle passioni. Se si studiano le statistiche, si vedrà che è proprio negli ambienti intellettuali che si trova  il maggior numero di squilibrati e malati mentali. L’intelletto infatti non protegge dallo squilibrio, anzi, si abbandona spesso a ogni genere di acrobazie pericolose per la ragione. La vita non consiste esclusivamente nel fare osservazioni, misurazioni e calcoli. Gli esseri umani non sono delle macchine. Per affrontare le difficoltà e gli choc imprevedibili dell’esistenza, per non lasciarsi trasportare e distruggere dalle passioni, per scoprire la vera realtà delle cose, non c’è che un metodo: sviluppare le facoltà spirituali.


Un certo numero di problemi può essere veramente risolto solo su scala mondiale. Prendiamo per esempio la filosofia di Gandhi: la non violenza. Ha portato i suoi frutti in certe condizioni storiche, ma in generale la non violenza è pericolosa per un paese. Se è il solo a praticarla, quel paese rischia di essere annientato, perché i vicini, avidi, violenti e crudeli, non avranno scrupoli a massacrare quei poveri infelici che rifiutano di difendersi. La non violenza è una filosofia valida individualmente, vale a dire per qualcuno che voglia domare la propria personalità ed evolvere più rapidamente rinunciando a tutti i propri interessi materiali, ma non risolve il problema della guerra nel mondo. Un popolo che decida di non difendersi, quando tutti i tentativi diplomatici per evitare un conflitto sono falliti, sarà rapidamente annientato politicamente, economicamente e fisicamente. Affinché diventi realmente efficace, la filosofia della non violenza deve diventare collettiva, mondiale, e non restare soltanto nella mente di qualche idealista, altrimenti nullacambierà veramente


L’oscurità può essere causa di una paura irrazionale: all’improvviso potrebbe spuntare un lupo, un ladro, un assassino! Ma l’oscurità può anche essere causa di un timore razionale: quando non si vede niente, si corre sempre il pericolo di urtare contro qualcosa, di cadere, di ferirsi. Più l’intelligenza e la saggezza aumentano in lui, più l’uomo diventa… non esattamente “timoroso”, nel senso in cui generalmente lo s’intende, ma attento. Al tempo stesso anche la sua audacia aumenta, l’audacia intellettuale, mentale. Egli diffida di ciò che viene dall’istinto e dal sentimento, perché sa che questi possono entrambi annebbiargli la vista; ma per ciò che è chiaro, limpido, diventa audace. Ecco perché gli esseri veramente intelligenti e istruiti sono più audaci degli altri. Si avventurano in regioni che i più non osano mai affrontare, ed è la luce a dar loro questa audacia


Un’esperienza vissuta è sempre più convincente di tutte le spiegazioni.  Immaginate che sia inverno. Entro in una casa dove sono stato invitato e trovo chiuso dappertutto poiché, per risparmiare sul riscaldamento, non si arieggia mai. Perciò, stando in quell’atmosfera, gli abitanti della casa sono come intorpiditi, abbrutiti, non possono più pensare né sentire correttamente. Se dovessi spiegare loro che il modo in cui vivono è malsano, non capirebbero e ne seguirebbero discussioni interminabili in cui perderei il mio tempo. Allora li invito a fare con me una breve passeggiata all’aria aperta… Poi rientriamo. Non appena aprono la porta, sono loro a strillare; si chiedono come abbiano potuto vivere in un’atmosfera simile, vale a dire – perché questo aneddoto è simbolico – con simili concezioni, con una simile filosofia. Senza che io abbia detto niente, sono loro stessi ad aver capito, perché hanno sentito la differenza. Forse nel momento in cui sono usciti, non si sono resi subito conto di quanto sia meraviglioso respirare l’aria pura, ma al ritorno, sentendosi soffocare, comprendono.


Perché questa tendenza generale a sottolineare gli errori degli altri? Perché accanirsi su uomini e donne che si dibattono fra tante difficoltà? La cosa più straordinaria è che criticandoli si crede di dar prova di lucidità e saggezza, ma anche di amore. Obietterete che «chi ben ama, ben castiga», secondo il detto, e che il castigo comincia dalle critiche. No. In parecchi casi l’amore non consiste nel criticare, e nemmeno la saggezza. Amare gli esseri significa comprendere le loro difficoltà e agire con delicatezza per alleviare le loro sofferenze. Ora, la critica tende piuttosto a scalfire, a graffiare, a ferire. Non è più amore: è un massacro. Il vero amore non si macchia di sangue poiché è grande e luminoso. Per mezzo suo vi legate a Dio, e Dio vi consiglia i metodi migliori per agire con gli esseri. Cos’è un buon critico? Un buon giardiniere che sa potare gli alberi, sfrondarli, raddrizzarli e sbarazzarli dai bruchi e dagli insetti nocivi. Egli preserva ciò che è buono, e ben presto ecco apparire fiori e frutti magnifici.


Chi può negare che il denaro sia una delle principali preoccupazioni degli esseri umani? Da un lato è naturale, perché procura i mezzi di sussistenza, ma il pericolo per loro è che il pensiero del denaro finisca per ottenebrarli; e non vedendo più le buone qualità degli altri, diventano esigenti, duri, crudeli. Trarre profitto: ecco l’unica cosa che conta. Ma non va bene neppure essere assolutamente indifferenti al denaro. Tutti coloro che credono che per essere spiritualisti si debba vivere senza preoccupazioni materiali, diventano in realtà dei fardelli per la società, dei parassiti. Finché siamo sulla terra e le cose sono organizzate in questo modo, si ha bisogno di denaro. Forse in futuro lo si potrà sopprimere e sostituire con l’amore; sì, perché l’amore è una moneta che supera tutte le altre. L’umanità, però, non è ancora giunta ad accettare questa moneta, e siccome il denaro avrà valore ancora per un certo tempo, occorre imparare a considerarlo correttamente per non cadere mai nelle sue trappole.


Sforzatevi di vivere bene l’oggi, perché il domani non esiste ancora e, preoccupandovene, è come se vi gettaste in un vuoto dove rischiate di perdervi. È sull’oggi che dovete lavorare, perché l’oggi non muore: non fa che prolungarsi, e prolungandosi diverrà il domani.Gesù diceva: «Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà cura di sé». Queste parole ci obbligano a meditare sull’idea di durata, di continuità. Chi fabbrica una catena deve fare attenzione alla solidità di ogni anello, perché se un solo anello è fragile e si rompe, non serve a nulla che tutti gli altri tengano bene: l’insieme è rotto. Noi dobbiamo quindi vivere ogni giorno secondo le leggi divine, per poter fare di ciascun giorno un anello solido affinché la catena non si rompa. L’oggi è un nuovo anello che deve aggiungersi agli altri, ed è su questo anello che dobbiamo concentrarci


Perché vi aspettate che il vostro Maestro vi tiri fuori da tutte le difficoltà? Siete voi che dovete compiere degli sforzi, imparare ed esercitarvi, perché questi sono sforzi che vi serviranno per l’eternità. Forse vi aspettate che qualcuno venga sempre in vostro aiuto, che vi liberi dalle sofferenze, dalle malattie e dalle miserie. È possibile, esistono degli esseri sulla terra che ne sono capaci, ma un saggio non lo farà mai, perché sa che così non vi aiuterà, anzi. Un Maestro spirituale vi darà tutto ciò di cui avete bisogno quanto a conoscenze e metodi, ma aspetterà che siate voi ad applicarli perché possiate crescere e rafforzarvi. Ed è questa la vera evoluzione.


Per fare il male si avverte istintivamente che occorre nascondersi per non essere presi e condannati, mentre per fare il bene, si crede che ci si possa mostrare! Ci sono persone che per vanità si esibiscono, ed è così che scatenano contrasti, suscitano animosità e gelosia. Volete offrire qualcosa a qualcuno? Anche in questo, siate prudenti: forse è meglio che non ci siano testimoni. A volte, sarebbe addirittura preferibile che colui al quale fate del bene ignori da dove provenga quel bene, perché il vostro gesto può provocare in lui reazioni inaspettate.In tutte le relazioni con gli altri, cercate di tener conto dei rapporti complicati che in ogni essere umano la natura inferiore mantiene con la natura superiore.


La meditazione è un esercizio del pensiero mediante il quale vi sforzate di elevarvi il più in alto possibile nel mondo spirituale, ed è un esercizio difficile. Per aiutarvi, immaginate di scalare una montagna cercando di raggiungerne la vetta: questa immagine vi porterà verso un’altra montagna che è dentro di voi. La Scienza iniziatica chiama la vetta di questa montagna “il piano causale”. Compiendo degli sforzi per elevarvi fin lassù, non solo avrete le più grandi possibilità di realizzare i vostri pensieri e i vostri desideri migliori, ma interiormente vi sentirete invulnerabili. Gesù diceva: «Costruite la vostra casa sulla roccia». La roccia è un simbolo del piano causale. Nel piano causale siete al sicuro perché siete molto in alto, su un terreno molto stabile, e nulla vi può raggiungere. Se costruite la vostra abitazione nel piano mentale o nel piano astrale, con pensieri e sentimenti qualsiasi, ordinari, ristagnerete nelle paludi e sarete sempre vulnerabili. Dovete stabilirvi sulle altitudini del piano causale, ed è la meditazione a proiettarvi fin lassù.


Lo spirito e la materia… Ecco una questione senza fine, poiché – sotto forme diverse – lo spirito e la materia sono il maschile e il femminile, il positivo e il negativo, l’emissivo e il ricettivo, il cielo e la terra. Nulla è più importante dei due principi, maschile e femminile, ma occorre comprendere quali sono rispettivamente il posto e il ruolo di ciascuno, per non privilegiare l’uno a scapito dell’altro. Gli esseri umani hanno sempre tendenza ad andare agli estremi: o si concentrano soltanto sullo spirito e trascurano la materia, o si concentrano sulla materia e abbandonano lo spirito. È ciò che si verifica attualmente: moltissimi sono presi dalla materia senza mai cercare di introdurvi lo spirito. Allora, la materia rimane inerte, inanimata, e finisce per fagocitarli. Se gli uomini e le donne possono essere così vivi ed espressivi, è grazie allo spirito che vive in essi e anima la loro materia. Questo è talmente vero che, quando alla sua morte lo spirito abbandona un essere umano, non resta altro che seppellirlo. È sempre lo spirito ad agire attraverso la materia, è lui che dà la vita; ma senza la materia lo spirito non può manifestarsi.


Quando la decisione di seguire una certa via è incisa nel più profondo del vostro essere, diventa come un istinto che vi impedisce di deviare e vi indica come evitare o superare gli ostacoli. Se vi accade troppo spesso di dimenticare le buone risoluzioni che avete preso, è perché non le avete ancora sufficientemente impresse nel vostro subconscio, sino al cuore stesso delle vostre cellule. Il ruolo di un Maestro spirituale è appunto quello di risvegliare nell’anima dei suoi discepoli il ricordo delle esperienze passate e delle decisioni prese. Altrimenti, quando essi dovranno nuovamente oltrepassare le frontiere dell’aldilà, saranno costretti una volta di più a constatare la mediocrità e la vacuità dell’esistenza che hanno appena lasciato… e saranno condannati a vagare nelle regioni aride e oscure dell’altro mondo. Gesù diceva: «Ammassate dei tesori nel Cielo». Questa raccomandazione è la sintesi di tutta una scienza della vita.


Noi rappresentiamo qualcosa di grande e di bello solo in proporzione a ciò che facciamo per la collettività, per l’intera umanità; è allora che acquisiamo il nostro vero valore, poiché diventiamo dei collaboratori di Dio stesso. Chi lavora per il bene della collettività è un operaio nel campo del Signore. Gli spiriti luminosi si avvicinano a lui per segnarlo con il loro sigillo, e una volta segnato è come se fosse iscritto in una lista; accanto al suo nome viene annotato ciò che gli è dovuto, e ogni giorno egli riceve della “posta”, si può anche dire un “salario”. Quel salario prende varie forme: forza per lo spirito, dilatazione per l’anima, luce per l’intelletto,calore per il cuore e salute per il corpo fisico.

Cosa sono i vostri figli? Dei sogni, dei pensieri e dei sentimenti che avete avuto in passato e ai quali ora avete dato carne ed ossa. Ignorate chi eravate in passato? Ebbene, guardate i vostri figli. Essi vi diranno: «Osservateci: veniamo a insegnarvi molte cose su di voi». Per conoscere la verità sugli esseri, occorre guardare i loro figli. Mi direte forse che non siete sposati e che non avete figli. Anche qui vi sbagliate. I vostri “figli” possono essere anche le vostre azioni, e quindi ogni giorno mettete al mondo dei figli. Gesù ha detto che si riconosce un albero dai suoi frutti. Se i vostri frutti sono aspri, amari o acidi, questo prova che in voi, la madre (il cuore) e il padre (l’intelletto) sono difettosi. L’azione è un figlio che può essere divino solo se il padre e la madre lo hanno concepito divinamente.


Ogni volta che vivete un momento di tristezza o di scoraggiamento, dovete pensare che non c’è nulla di definitivo e di irreparabile, che quello stato non durerà e che una gioia si appresta già a farvi visita. Ma nell’attesa, per non subire passivamente tale stato, ditevi che è possibile utilizzarlo per il vostro lavoro interiore. Le sofferenze sono paragonabili al terriccio o anche al concime che si mette alla base dei fiori e degli arbusti per renderli più vigorosi e più belli. Sì, anche qui esiste un’analogia fra il piano psichico e il piano fisico. Se studiate come la vostra psiche reagisce all’una o all’altra sollecitazione proveniente dal mondo esterno o dal vostro mondo interiore, scoprirete che è possibile attingere energie anche dai vostri stati più negativi. Quello cha manca agli esseri umani è la conoscenza delle sottigliezze della vita interiore. Possediamo in noi un intero laboratorio in cui abbiamo la possibilità di cercare gli elementi che ci permetteranno di avere il giusto atteggiamento. È impossibile descrivere questi elementi così, teoricamente; ciascuno li deve trovare personalmente, osservando quali effetti gli avvenimenti della vita quotidiana producono su di lui.


Non preoccupatevi che qualcuno possa prendere il vostro posto. Nessun essere può prendere il posto di un altro. Ognuno ha il proprio posto nell’Universo, perché Dio ha fatto di ciascuno un essere unico, dotato di una vibrazione particolare. Sul piano fisico, certo, le persone ingiuste e disoneste possono riuscire a soppiantarne altre, ma sul piano spirituale questo è impossibile. Il posto che Dio assegna a ognuno di noi è assolutamente quello che ciascuno merita. In questo campo vi è una giustizia assoluta. Nessuna creatura ha la possibilità di prendere il posto di un’altra, ma ciascuna deve svilupparsi sino a raggiungere la perfezione che Dio a previsto per lei. Anche se altri hanno un ruolo più importante da svolgere, ogni creatura regna esattamente là dove si trova, perché è Dio che le ha assegnato quel posto. Con la sua vita, ogni creatura secerne una quintessenza di sé, e tale quintessenza le è propria. Nessun’altra creatura può sostituirsi a lei: essa resta unica e insostituibile per l’eternità.


Chi vuole riuscire nella vita, deve ovviamente possedere certe capacità e lavorare. Ma questo non basta. Per sapere quale direzione prendere, con chi associarsi, ecc., deve anche avere discernimento. E come acquisire il discernimento? Rimanendo disinteressati. Sì, perché quando l’uomo è disinteressato acquisisce la facoltà di vedere in modo chiaro. Al contrario, l’egoismo, l’avidità e la cupidigia gli offuscano la vista e gli fanno perdere la lucidità: talmente obnubilato dalla ricerca del suo interesse personale, coglie quello che avviene attorno a sé come attraverso dei vetri deformanti; e poiché non vede la realtà così come è veramente, credendo di fare qualcosa nel proprio interesse, lo fa invece a suo detrimento. Eh sì, contrariamente a ciò che si tende a pensare, non è l’egoismo che aiuta necessariamente gli esseri umani a sistemare i loro affari, ma è l’azione disinteressata.


Una volta impegnati sul cammino divino, sforzatevi di non tornare indietro. E per non tornare indietro, il metodo più sicuro è quello di mostrarsi vigili nei minimi atti della vita quotidiana. È inutile nutrire nobili aspirazioni, se queste non sono sostenute ogni giorno da un buon atteggiamento interiore, ma anche da un buon comportamento esteriore. Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni azione è importante. Dato che l’esistenza è un tutt’uno e ogni suo elemento ha dei legami segreti con gli altri, nessun elemento è isolato. La vita quotidiana costituisce la base sulla quale costruite tutti i vostri grandi progetti. Che vi dedichiate alla filosofia, all’arte, alla politica, alla scienza o alla spiritualità, non basta che riusciate ad acquisire delle competenze in queste materie: tutta la vostra vita deve nutrire la vostra vocazione.


Quanti filosofi, teologi e mistici hanno cercato di dare una risposta a questa domanda: che cos’è Dio? Nessuno ci è veramente riuscito, perché Dio non Lo si può spiegare a parole. Noi riusciremo a sapere cos’è Dio, solo il giorno in cui diverremo capaci di fonderci in Lui. A quel punto, sì, lo sapremo, ma lo sapremo unicamente per noi stessi: non potremo farlo capire agli altri. L’Entità che noi chiamiamo “Dio” è al contempo maschile e femminile, ve l’ho già spiegato. Quando parliamo dello Spirito cosmico e dell’Anima universale, è di Dio che parliamo come di un’Entità unica, ma polarizzata. Noi possiamo comunque avvicinarci a questa Entità inesprimibile, inconcepibile: tramite la meditazione e la preghiera, il nostro spirito entra in contatto con l’Anima universale e la nostra anima con lo Spirito cosmico. È così che un giorno avverrà la fusione perfetta.


La materia fisica che noi conosciamo non è che un aspetto della materia. La vera materia non è quella, e neppure i chimici e i fisici la conoscono. Quando questi decidono di disgregarla, si accontentano di constatare che essa libera dell’energia. In realtà, se avessero apparecchi più sofisticati, scoprirebbero che quella materia ha ceduto il posto a un’altra materia, più tenue, più sottile, che appartiene a un’altra regione. Ma la materia ultima, gli esseri umani non riusciranno mai a disgregarla: solo Dio può farlo. Quando Egli disgregherà la materia, questa ritornerà in seno a Lui e più nulla esisterà: sarà il silenzio assoluto, la Notte cosmica. Sino ad allora, la scomparsa della materia somiglia alla scomparsa delle nubi. Lo avete visto tutti: in un cielo blu, uniformemente puro, poche nuvole bianche cominciano a formarsi. Da dove sono venute?… E qualche istante dopo, si fondono nello spazio: non si vedono più, ma sono sempre lì. In realtà, è la densità della materia che cambia; la materia invece non scompare, perché è il polo complementare dello spirito. Neppure la fissione dell’atomo fa scomparire la materia.

La famiglia naturale è una cosa, la famiglia spirituale un’altra. Voi potete appartenere per legame di sangue a una famiglia i cui membri non sono della vostra stessa famiglia spirituale. Malgrado i legami di sangue, quelle persone non fanno veramente parte della vostra parentela; voi non siete responsabili delle loro azioni e neppure essi lo sono delle vostre. È detto nell’Antico Testamento che quando un uomo ha peccato, non solo viene punito lui, ma anche i suoi figli e i suoi nipoti, sino alla quarta generazione. Ma cosa hanno fatto quei figli per soffrire così? È il loro padre o il loro bisnonno ad aver peccato, non loro. Quella punizione non è forse ingiusta?… No, perché coloro che pagano per gli errori dei propri genitori, ereditando gli stessi vizi e le stesse malattie, sono veramente della stessa famiglia. Se appartenessero a un’altra famiglia spirituale, non soffrirebbero. Si sono visti criminali dare alla luce dei santi: ciò significa dunque che i figli non vengono sempre toccati dai crimini dei loro genitori; quando lo sono, è perché in passato hanno seguito le stesse vie e sono stati così attirati a reincarnarsi fra persone simili a loro e a soffrire degli stessi mali.


Certi numeri del circo sono molto istruttivi, perché presentano delle analogie con le vittorie che l’uomo deve riportare nella propria vita interiore: domare tigri, leoni e pantere, far danzare orsi ed  elefanti, attraversare un cerchio di fuoco, fare giochi di destrezza, lanciarsi nel vuoto e afferrare la presa, camminare su un filo, ecc. Prendiamo proprio l’esempio del funambolo; per mantenere l’equilibrio, il funambolo avanza allargando le braccia o servendosi di una lunga asta tenuta orizzontale. Deve continuamente rettificare la posizione: a destra, a sinistra, un po’ più in alto, un po’ più in basso… Questa situazione è anche quella dell’essere umano, perché la vita è una corda tesa e, se egli non vuole cadere, deve sempre pensare ad aggiungere qualcosa qui, a togliere qualcosa là, per mantenersi in equilibrio. Il centro dell’equilibrio si trova nell’orecchio e simbolicamente la saggezza è collegata alle orecchie. Il saggio è appunto colui che sa conservare l’equilibrio, che sa ogni volta raddrizzare la situazione. Vedete, l’espressione “raddrizzare la situazione” significa proprio che nell’esistenza le cose hanno sempre tendenza a pendere troppo in un senso o nell’altro e che ogni volta c’è un equilibrio da ristabilire.


Quante volte vi capita di provare delle sensazioni che non hanno alcun rapporto con la realtà oggettiva del momento! A qualsiasi ora del giorno e in mezzo alle peggiori difficoltà, potete vivere interiormente l’apparire dell’alba, perché la vostra coscienza si sposta in una regione dove effettivamente il sole sta sorgendo, e voi ricevete i suoi raggi. Ma naturalmente si verifica anche l’inverso. Più saprete osservarvi, meglio comprenderete i diversi fenomeni e avvenimenti della vostra vita psichica, che hanno la loro corrispondenza con quelli che si verificano in natura: aurore e crepuscoli, cielo azzurro e temporali, caldo e freddo, cielo sereno e nebbie… È molto importante imparare anche questo tipo di meteorologia! Anche se non ne siete coscienti, vivete interiormente in un mondo fatto di sostanze e di materiali imponderabili, impalpabili, ma veramente reali. Il giorno in cui sentirete la realtà di questo mondo invisibile, vi scoprirete in una dimensione nuova.


Nessuna manifestazione (avvenimento, azione, sentimento, desiderio, pensiero) può esistere isolatamente, senza un legame con un altro fenomeno. Ogni manifestazione ha una causa e produce effetti più o meno importanti e più o meno lontani. È ciò che potete osservare ogni giorno nella vostra esistenza quotidiana. Supponiamo che abbiate trascorso una buona giornata. Ma ecco che nel momento in cui state per coricarvi, si verifica qualcosa che vi suscita tristezza e scoraggiamento: l’indomani, al risveglio, constatate che tutto quello che avevate vissuto di buono nel corso della giornata precedente si è cancellato, per lasciare il posto a ciò che avete vissuto al momento di addormentarvi, ed è quell’impressione dolorosa che è rimasta. Direte: «Ma come è possibile che quel momento sgradevole sia stato capace di cancellare tutta una giornata trascorsa nell’armonia e nella pace?» Ebbene, proprio per il fatto che nulla resta senza conseguenze, e un malessere provato alla fine della giornata si farà sentire sino all’indomani se non fate niente per neutralizzarlo. Allora, attenzione: sorvegliate bene in quale stato siete nel momento in cui state per addormentarvi.


L’unica filosofia veritiera sull’uomo è quella che prende in considerazione la totalità del suo essere. Perché mutilarlo?… Occorre che egli sia robusto, agile e resistente sul piano fisico; sul piano astrale, è necessario che il suo cuore sia colmo d’amore e di bontà; sul piano mentale, deve possedere un intelletto luminoso e penetrante per comprendere le leggi dell’Universo e della vita. Ma non è tutto. Se le scuole e le università danno come ideale agli studenti quello di diventare dei letterati, degli eruditi e degli specialisti in una materia o in un’altra, la Scienza iniziatica, invece, non si ferma lì. Il suo scopo è condurre gli esseri umani ancora più in alto, affinché sviluppino facoltà superiori a quelle del corpo mentale, vale a dire le facoltà del corpo causale (l’intelletto superiore), del corpo buddhico (il cuore superiore) e del corpo atmico (la volontà superiore). Sono queste facoltà superiori che ci daranno la saggezza, l’amore e la potenza, ossia la pienezza.


Sforzatevi di prendere in considerazione soltanto la natura divina degli esseri, ossia la loro anima, il loro spirito: questa è la natura che dovete servire. Non occupatevi di soddisfare i capricci della loro natura inferiore, limitata, egoista… Direte: «Sì, ma se non cedo ai loro desideri, nella mia famiglia, fra i miei amici o al lavoro provocherò solo del malcontento». Lasciate pure che si arrabbino, ma continuate ad amare e a servire unicamente il loro lato divino! Gesù diceva: «Lasciate che i morti seppelliscano i morti». Come interpretare queste parole? Chi sono quei morti? Sono appunto la natura inferiore degli esseri. La natura inferiore, la personalità, è da classificare fra i morti, e coloro che cercano di accontentarla e di soddisfare tutti i suoi capricci, finiscono per morire anch’essi. Gesù non intendeva parlare dei morti che stanno nei cimiteri: questi sono là dove devono essere; inoltre, sono solo i corpi ad essere morti: la loro anima invece è viva. I morti di cui parla Gesù sono gli esseri che non hanno alcuna vita spirituale perché si abbandonano troppo alla loro natura inferiore, e non si deve perdere il proprio tempo e le proprie energie a soddisfarli.


Vi mancano spesso i mezzi materiali per fare del bene quanto vorreste? Non rattristatevi per questo! Sappiate che comunque non siete del tutto poveri. Incrociate un mendicante per strada: gli date solo un po’ di denaro perché non potete dargliene di più, però potete aiutarlo in un altro modo utilizzando la potenza del pensiero. Fermatevi qualche passo più in là, concentratevi e proiettate verso tutti i passanti il vostro desiderio di fare qualcosa per quell’uomo. Quello che voi stessi non potete dare, lo daranno altri al vostro posto e voi avrete così contribuito a quel dono. Non crediate che la vostra generosità si limiti necessariamente a ciò che siete in grado di fare personalmente; essa può ugualmente manifestarsi attraverso altri. E questo è valido anche per tutti i casi in cui volete aiutare qualcuno, senza però averne le possibilità materiali. Ciò che conta è nutrire sempre in voi dei buoni pensieri e nutrirli in modo abbastanza potente affinché possano ispirare in altri il desiderio di realizzarli.


Le creature angeliche apprezzano l’armonia e sono attratte dalla musica e dal canto. È una credenza che ha la sua origine in tempi molto lontani. Per quanto si torni indietro nella storia degli uomini, la musica e il canto hanno sempre accompagnato le cerimonie sacre. Le entità celesti amano la musica, esse stesse sono musica. Per questo tanti pittori hanno rappresentato il Paradiso popolato di angeli che cantano e suonano strumenti d’ogni genere. Che provengano dagli strumenti o dalle voci, i suoni hanno un potere immenso, non solo perché possono essere graditi all’orecchio, ma anche per la potenza delle vibrazioni che producono. Dobbiamo quindi prendere coscienza dei poteri della musica e cercare il modo di utilizzare le sue vibrazioni che, amplificate dalle sensazioni di chi la suona o l’ascolta, creano un’atmosfera favorevole alla visita delle entità luminose.


Noi conosciamo l’oro solo allo stato solido, ma in realtà questo metallo, che si va a cercare nelle viscere della Terra, esiste anzitutto allo stato igneo, ed è di questo Oro che parla Hermes Trismegisto quando dice: «Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portato nel suo ventre e la Terra è la sua nutrice». Sì, il padre dell’oro è il Sole, è lui che lo produce: ciascuno dei suoi raggi è oro, e la Luna è il riflesso di quell’oro. Attraverso l’aria, i raggi del sole giungono sino alla terra penetrandola, ed è lì che si condensano. Dunque, il sole produce l’oro allo stato eterico e la terra lo condensa. Nel sole, l’oro è troppo volatile; la sua condensazione può avvenire solo nelle viscere della terra dove si trovano certi materiali in grado di fissarlo. E voi, in primavera, quando guardate sorgere il sole, dovete pensare che siete una sorta di terra nella quale l’oro dei raggi solari può venire a depositarsi e a fissarsi.


In un modo o nell’altro, le verità della Scienza iniziatica si ritrovano spesso sotto forma di certe regole o usanze stabilite dagli esseri umani, almeno per qualche tempo. Il diritto di asilo ne è un esempio. Nell’antichità, se un colpevole era inseguito e riusciva a penetrare nel santuario di una divinità, veniva a trovarsi sotto la sua protezione e nessuno aveva il diritto di catturarlo. Tale usanza esisteva ancora nel Medioevo, quando erano ovviamente le chiese a servire da rifugio, e ciò può verificarsi ancora ai giorni nostri. Questa tradizione è basata su un sapere che concerne la vita spirituale: chi riesce a rifugiarsi presso Dio, malgrado i nemici interiori o esteriori che lo perseguitano, si trova al riparo. Finché rimane lassù, sulle vette dell’anima e dello spirito, i suoi inseguitori sono tenuti a distanza.


Ovunque e sempre, denaro e possedimenti sono stati per gli esseri umani causa di scontro. Osservate anche solo ciò che avviene nelle famiglie: quanti drammi per questioni di eredità! È l’avidità, è la cupidigia a mantenere, non solo le famiglie, ma anche le società e i paesi, in uno stato di conflitto permanente. Sì, ogni guerra ha sempre l’avidità come origine. Quali che siano i motivi che le si attribuiscono – e spesso anche molto nobili – il vero movente è sempre quello di andare a  impadronirsi di qualcosa in casa d’altri: il denaro, le terre, le ricchezze del suolo… e gli altri ovviamente sono costretti a reagire. Voler possedere non ha nulla di riprovevole in sé, ma solo se non è a scapito degli altri; e chi è ricco non deve tenere tutto per sé, ma imparare a distribuire le sue ricchezze. Non esiste un essere più ricco del Signore, e il Suo miglior rappresentate sulla terra è il sole. Il sole è talmente ricco che riversa la sua ricchezza ovunque. Perché non imitarlo? Se non con ricchezze materiali, che forse non avete, mostratevi generosi con le vostre ricchezze spirituali: la bontà, la comprensione, l’indulgenza, il perdono…


Gesù diceva: «Siate perfetti come il vostro Padre celeste è perfetto». Anche se la perfezione divina è un ideale irrealizzabile per noi umani, è su questo pensiero fondamentale che dobbiamo lavorare per costruire la nostra vita. È molto importante avere un pensiero fondamentale attorno al quale far gravitare tutti gli altri nostri pensieri: quel pensiero è la struttura che sostiene l’intero edificio. Mettete dunque al primo posto il pensiero della perfezione divina. A quel punto, i pensieri più disparati che vi trascinano in tutte le direzioni e vi indeboliscono, troveranno il loro padrone e saranno costretti a sottomettersi e a partecipare al vostro lavoro interiore di rigenerazione. Ogni pensiero estraneo che cercherà di penetrare in voi sarà preso e messo al servizio del mondo divino, così come voi stessi avete deciso. Tutti gli animali che vorranno calpestare i fiori del vostro giardino interiore dovranno sottomettersi a questo pensiero fondamentale, ed esso aprirà la porta soltanto alle entità luminose del mondo invisibile che verranno a fare un lavoro su di voi.


Un uomo da solo o una donna da sola non possono far nascere un figlio; per farlo, devono essere in due. Ma tramite la parola ciascuno dei due, anche separatamente, può divenire creatore grazie ai due principi, maschile e femminile, che sono contenuti nella bocca: la lingua e le due labbra. Tutti i Vangeli non fanno che illustrare questa verità. È grazie all’onnipotenza del Verbo se Gesù ha fatto dei miracoli. Ha detto al paralitico: «Alzati, prendi il tuo letto e cammina» e il paralitico ha camminato. Per resuscitare Lazzaro, si è recato davanti alla sua tomba e ha gridato con voce forte: «Lazzaro, vieni fuori!» Per resuscitare la figlia di Jairo, le ha preso la mano e le ha detto: «Figlia, alzati!». Quando guariva dei posseduti, ordinava al demone: «Esci da quest’uomo!» Quando ha guarito il lebbroso, ha detto: «Io lo voglio: sii puro!» Quando ha placato la tempesta, ha detto al mare: «Fa silenzio, calmati!» Il modo stesso in cui il nostro corpo è costruito contiene tutto un insegnamento sui due principi, maschile e femminile. Il corpo ci insegna che è solo in basso, sul piano fisico, che i due principi sono separati: fisicamente, salvo casi del tutto eccezionali, un essere umano non può che essere uomo o donna. Ma in alto, sul piano divino, i due principi sono riuniti così come sono riuniti nella bocca; è solo in alto che l’essere umano è creatore e libero.


L’essere umano è disceso dalle regioni celesti attraverso un processo chiamato “involuzione”. Via via che procedeva in questa discesa nella materia e si allontanava invece dal Fuoco primordiale, si è caricato di corpi sempre più densi, sino al corpo fisico; esattamente come quando in inverno, dovendo affrontare il freddo, siamo costretti a indossare vestiti sempre più pesanti, partendo dalla maglia e dalla camicia, sino al cappotto! Per riprendere ora il cammino verso l’alto, l’essere umano si deve svestire, simbolicamente parlando, vale a dire spogliarsi di tutto ciò che lo appesantisce: invece di cercare di accumulare, deve imparare a rinunciare, ad alleggerirsi, a liberarsi. È l’accumulo che favorisce la discesa. Ogni pensiero, sentimento o desiderio ispirato dall’istinto di possesso viene a incollarsi ai suoi corpi sottili come fa la brina sui rami degli alberi in inverno. Occorre che il sole della primavera ricominci a brillare perché la brina si sciolga e l’uomo ritrovi il suo vero essere.


Quanti errori commettono gli esseri umani perché non sono padroni della propria coscienza! Non si rendono conto che stanno cedendo a volontà di ogni genere che tentano di influenzarli. Il discepolo è colui che ha compreso non solo di dover essere lucido, ma anche di doversi imporre a tutti coloro che in lui (il ventre, lo stomaco, il sesso, il fegato, il cervello, il cuore…) non smettono di inviargli i loro rappresentanti per rivendicare qualcosa. È vero, egli non può impedire che certi suggerimenti, sotto forma di immagini o di impulsi istintivi, giungano sino alla sua coscienza per cercare di disturbarlo nel suo lavoro spirituale, ma egli non deve cedere. È solo a questa condizione che può condurre una vita indipendente. Sforzatevi quindi di comprendere che tutte le volontà discordanti che si esprimono in voi, devono essere disciplinate e messe al lavoro nell’interesse del vostro intero essere. Imponete loro la legge dello spirito, affinché la vostra coscienza diventi supercoscienza.


Voi siete in un insegnamento spirituale: prendetelo sul serio! Annotate tutte le verità che vi sembrano importanti, e fra queste sceglietene alcune delle quali pensate di aver particolarmente bisogno in questo momento. Più tardi, in circostanze diverse, vi saranno necessarie altre verità e sarà su quelle che vi concentrerete. Qualunque cosa accada, sforzatevi ogni giorno di mettere in pratica le verità che sentite ora importanti per il vostro avanzamento spirituale, per il vostro equilibrio e la vostra pace interiore. Così facendo risveglierete la forza divina in voi, e la forza divina che ha creato il mondo sa come toccare e organizzare le cose in tutto il vostro essere. Solo il vostro lavoro ha il potere di risvegliare in voi la forza divina; voi create un legame con essa, ed è questa forza a sostenervi e a proteggervi.


L’essere umano viene ogni volta ad incarnarsi sulla terra solo per pochissimo tempo. Qui, deve istruirsi e lavorare per alcuni anni, poi riparte… Non potete dunque avere una visione esatta e completa della vita se non imparare a includervi ciò che viene chiamata “la morte”. La vostra vita non si limita soltanto a quel lasso di tempo che venite a trascorrere sulla terra. La vostra vita è lunghissima, infinita, è una successione di andate e di ritorni fra la terra e il mondo dell’aldilà. Tuttavia, anche quando vivete sul piano fisico, non vivete unicamente nel vostro corpo fisico, ma anche nei vostri corpi psichici (il corpo astrale e mentale) e nei vostri corpi spirituali (il corpo causale, buddhico e atmico). Dovete imparare a nutrire questi corpi, altrimenti vi mancherà qualcosa di molto prezioso anche in questa stessa esistenza. E soprattutto, quando partirete per l’altro mondo, sarà in quei corpi che dovrete vivere. Allora, come vi sentirete se non li avrete nutriti?


Nella Bibbia, Dio è spesso chiamato l’Altissimo, perché la potenza è inseparabile dall’idea di altezza, di sommità. È più facile vincere un nemico se si riesce a collocarsi al di sopra di lui. Nella vita corrente, chi domina la situazione è inaccessibile, inattaccabile. Quando si resta in basso, al di sotto, si è sempre più vulnerabili e in ogni caso più deboli.  È importante conoscere questa legge anche per la vita spirituale, altrimenti, si finirà per lavorare anni e anni senza però ottenere risultati. Volete meditare: la prima cosa da fare è calmare il vostro corpo astrale e mentale. Via via che vi liberate dalle nebbie, dal rumore e dalla polvere, vale a dire dai sentimenti passionali, dalle idee e dalle opinioni confuse, il vostro pensiero si fortifica, si eleva, sino a librarsi molto in alto, nelle regioni eteriche. È lì che inizia il vero lavoro che darà dei risultati.


Perché certe persone presentano sempre lo stesso volto freddo e inespressivo? Non si rendono conto di quanto sia sgradevole per gli altri avere davanti agli occhi qualcuno che non esprime mai niente di nuovo, di vivo. Eppure questa è una delle principali ragioni per cui le persone si lasciano: ne hanno abbastanza di vedere nel marito o nella moglie le stesse mimiche, gli stessi gesti, gli stessi atteggiamenti, e di sentire sempre le stesse parole. Che noia! Non sanno rinnovarsi e perciò, alla fine, l’altro, stanco di quella monotonia, va a distrarsi altrove. Quante persone non hanno mai pensato che per rendere l’esistenza quotidiana sopportabile, occorre metterci vita, varietà e poesia. Allora, attenzione: se vi presentate sempre nello stesso modo, gli altri si stancheranno e vi volteranno le spalle. Sappiatevi rinnovare e tutti vi ameranno, perché da voi emanerà qualcosa di espressivo, di vivo, di zampillante.


Creandoci, Dio ci ha dato tutto ciò di cui abbiamo bisogno per nutrire il nostro corpo fisico, il nostro cuore, il nostro intelletto, la nostra anima e il nostro spirito. Allora, perché tanti si sentono poveri e miseri? Perché non sanno come captare quegli elementi sottili. Del resto, come potrebbero? Non li vedono, non li sentono: come potrebbero beneficiarne? L’unica cosa che sono capaci di fare è lamentarsi: «Mi manca questo, mi manca quest’altro…» Tutto è a loro disposizione, ma restano nella povertà perché sono ciechi, deboli, pigri. Sono loro stessi a limitarsi: si accontentano di mangiare, di bere, di respirare, cioè di nutrirsi di elementi solidi, liquidi e gassosi, e tralasciano il quarto elemento, ossia il fuoco, la luce, ciò di
cui hanno più bisogno per conservare in se stessi  la vita, la
gioia e l’ispirazione che porteranno loro la pienezza.
Direte: «Ma come nutrirsi del quarto elemento? Dove trovarlo?»
Guardando al mattino il sole sorgere. È lì che impariamo a
mangiare il fuoco e a bere la luce.


Come non apprezzare la scienza? Grazie ad essa, sono tante le
scoperte di cui beneficiamo ogni giorno! Tuttavia, non si possono
approvare tutte le direzioni che la scienza prende. In fondo,
accade esattamente ciò che accade con il denaro. Alcuni dicono:
«Io sono contro il denaro: è il denaro che rende gli uomini
cattivi e infelici». No, non è il denaro. Il denaro è neutro: è
l’uomo che lo rende buono o cattivo secondo l’uso che ne fa. Lo
stesso vale per la scienza: essa abbraccia contemporaneamente il
bene e il male. Così, a chi ne va in cerca, la scienza fornisce i
mezzi  per fare il male, e a chi lo desidera fornisce anche i
mezzi per fare il bene . La scienza è neutra, non ha consapevolezza. Sono gli esseri
umani che possiedono la coscienza morale, il sentimento di ciò
che è buono e di ciò che è cattivo per se stessi come per gli
altri; e questa coscienza morale deve servire loro a orientare le
ricerche scientifiche in una direzione benefica per tutta
l’umanità.


Potete sbalordire gli esseri umani con le vostre conoscenze, ma
questo non basterà a trasformarli. Le conoscenze sono ovviamente
dei mezzi potenti: illuminano le intelligenze e forniscono dei
buoni argomenti, ma niente di più. Le persone potranno pur essere
informate e aver compreso, ma non è affatto sicuro che si
muoveranno. Per trascinarle, dovete comunicare loro la vostra
convinzione e il vostro amore. Perché la fede e l’amore animano,
stimolano, sono forze vive.
Di fronte alle difficoltà della vita, chi possiede solo il
sapere rimane debole, timoroso, esitante. Invece, chi ama ed è
convinto ed entusiasta, anche senza sapere grandi cose, continua
a camminare, supera gli ostacoli e trascina gli altri.


Finché gli esseri umani non saranno capaci di costruire in se
stessi un santuario interiore come dimora per le entità
spirituali, niente proibisce loro di ricorrere alle icone e alle
statue, anche inginocchiandosi davanti a queste per manifestare
il proprio bisogno di adorazione del Principio divino.
L’essenziale è abituarsi a volgere il pensiero verso entità
superiori affinché vengano ad abitare in noi, e avanzare così
sul cammino mantenendo sempre la mente nella luce.
Non appena sentite sopraggiungere la tristezza e lo
scoraggiamento, rivolgetevi agli spiriti celesti. Anche se non
conoscete i tratti del loro volto, non importa; pronunciate il
loro nome, perché quel nome è già un’immagine, e la lettera
mentale che invierete raggiungerà il suo destinatario. È dunque
importante conoscere almeno il nome delle entità dalle quali
volete farvi udire.


Quante precauzioni dovete prendere ogni giorno affinché ciò che
vi è utile e anche indispensabile non finisca per ritorcersi
contro di voi! Chiudere i rubinetti dell’acqua e del gas,
sorvegliare il fuoco e gli apparecchi elettrici che avete acceso,
pensare a spegnerli, non lasciare in giro oggetti nei quali
potreste inciampare voi stessi o anche altri… E se, sul punto di
addormentarvi, non siete sicuri di aver chiuso la porta a chiave,
alzatevi dal letto e andate a verificare.
Il Cielo non deve montare la guardia all’entrata della vostra
dimora, né deve proteggervi quando vi mostrate negligenti. Vi ha
dato un cervello, vi ha dato occhi, orecchie, piedi, mani, e vi
dice: «Avete tutti questi strumenti: servitevene! Sarà questo a
proteggervi. Metteteli al lavoro, e allora ci saranno anche delle
entità luminose a proteggervi».


Quando vi abituerete a mettere su un piatto della bilancia ciò
che guadagnate e sull’altro piatto ciò che perdete abbandonandovi
al piacere, scoprirete che le perdite sono immense e i vantaggi
quasi nulli. Perché sacrificare tante energie preziose, energie
psichiche e spirituali, per qualche sensazione gradevole? Tali
sensazioni si cancellano o si dimenticano (quello che si è
mangiato ieri non vale più per oggi) e se fondate la vostra
esistenza su queste sensazioni, vi preparate un avvenire di
povertà. Se invece fate uno sforzo per rifiutare certi piaceri,
al momento vi costerà fatica, certo, ma vi preparerete un futuro
magnifico. Allora, che sarà mai perdere qualche sensazione, se in
cambio ci si guadagna il proprio avvenire?
Coloro che non riflettono dicono: «Purché possa provare piacere,
sarò felice!» Sì, però non avranno più futuro. Prendiamo
l’esempio dell’alcolista o del giocatore: hanno bisogno delle
sensazioni che l’alcool e il gioco procurano loro all’istante.
Ma, nel momento in cui smettono di bere o di giocare, in che
stato sono? E poi, cosa li attende?


La vita e la morte sono in lotta costante fra loro. Generalmente
le si considera di eguale potenza, e alcuni hanno addirittura
tendenza a credere che la morte sia più forte della vita. No. In
apparenza, certo, si vede sempre la morte finire per prendere il
sopravvento, ma in realtà, davanti alle potenze della vita, la
morte non può gran che. Osservate bene e vedrete che ovunque,
ovunque, non c’è che la vita a manifestarsi.
Quando la morte appare di tanto in tanto, in un luogo o
nell’altro, porta soltanto un cambiamento di scena, ma questo non
impedisce alla vita di continuare altrove e sotto un’altra forma.
Se la morte fosse più potente della vita, non resterebbe più
nulla di vivo nell’Universo. E invece la vita è ovunque e sarà
sempre più potente della morte.


Non si può negare che gli animali abbiamo una forma di
intelligenza; ma ciò che differenzia l’essere umano dagli animali
è il fatto che egli possiede un intelletto grazie al quale ha la
possibilità di osservare, di confrontare, di giudicare e di decidere con cognizione di causa in quale direzione voglia andare. Il suo intelletto pone l’essere umano alla frontiera fra il mondo inferiore e il mondo superiore. Sapendolo, egli deve comprendere che ha un ruolo di importanza capitale da svolgere nell’Universo: dipende da lui che si aprano in alto le porte del Cielo o in basso quelle dell’Inferno. Poiché con il suo intelletto egli è posto al limite dei due mondi, la sua comprensione delle cose ha delle conseguenze non soltanto sul suo avvenire, ma anche sull’avvenire della Terra. Come il sole è la porta delle forze divine nel sistema solare, così l’essere umano può essere la porta delle forze solari sulla terra. Egli ha dunque un ruolo immenso da svolgere.


Per agire sulla terra, il Cielo ha bisogno di operai, operai
convinti e soprattutto disinteressati, che in ogni momento della
loro vita si chiedano come realizzare l’auspicio espresso da
Gesù: la venuta del Regno di Dio sulla terra. Dunque, noi, che
siamo gli operai, dobbiamo mettere tutto ciò che possediamo come
facoltà, talenti o agevolazioni materiali, al servizio di questo
scopo divino.
Purtroppo, il più delle volte si constata esattamente il
contrario: le creature che hanno delle possibilità e dei doni, li
mettono al servizio del loro ventre, del loro sesso, della loro
vanità e del loro desiderio di potenza. Direte: «Ma sono i
materialisti che si comportano così!» Lo dite voi.  Ci sono
anche tanti spiritualisti che cercano di sottomettere il Cielo
per soddisfare le proprie bramosie! Ma sì, gli angeli, gli
arcangeli e il Signore stesso sono  lì solo per questo. Anche se
non vogliono ammetterlo perché non ne sono coscienti, è proprio
ciò che fanno: cercare di assoggettare il Cielo. Ora devono
diventare consapevoli e mettere tutte le proprie facoltà al
servizio di questa idea: il Regno di Dio sulla terra.


È naturale avere dei desideri, ma si sarà all’altezza della
situazione quando questi si realizzeranno? Questo è il punto.
Ecco, per esempio, un ragazzo che sogna di sposare una splendida
ragazza incontrata al ballo. Dopo varie peripezie – perché
ovviamente egli non è il solo a essersi innamorato di lei! –
riesce a realizzare il suo sogno. In apparenza, è tutto
magnifico. Ma dato che egli manca di saggezza e di padronanza,
tutti i suoi istinti inferiori incominciano a manifestarsi: il
sospetto, la gelosia… Sorveglia la moglie e tutti coloro che la
avvicinano, crede che lei lo tradisca, tanto che un giorno,
completamente impazzito, la uccide e finisce in prigione.
Ovviamente questa storia è un po’ semplificata, ma in genere è
proprio quello che succede agli esseri che vogliono a tutti i
costi soddisfare i propri desideri senza conoscersi bene e senza
aver lavorato sul proprio carattere.
Si vuole sposare la ragazza più bella del mondo, si vuole
ottenere una carica di ministro o essere eletto presidente, si
vuole vincere il primo premio della lotteria nazionale, ecc. e ci
si può anche riuscire. Ma quanto tempo durerà la felicità per
aver riportato quel successo? L’indomani già cominciano i
problemi; e allora, si è pronti ad affrontarli?


Volete essere tutti in buona salute, volete vivere tutti nella
pace, nell’amore, nella gioia. Eppure, non solo non fate grandi
cose per riuscirci, ma si direbbe che a volte facciate di tutto
per non raggiungere l’obiettivo. Come potete pensare che tutte
quelle benedizioni vi pioveranno sulla testa così, per caso? Per
attirarle, occorre fare degli sforzi, degli esercizi.
Fra questi esercizi, uno dei più efficaci consiste nel lavorare
sull’aura. Esistono dei metodi di concentrazione per sviluppare
l’aura, ma il metodo migliore e il più sicuro è la pratica delle
virtù. Con l’amore vivificate la vostra aura, con la saggezza la
rendete luminosa, con la forza del vostro carattere la rendete
potente e con una vita pura la rendete limpida e chiara. Ogni
virtù che sviluppate dona una nuova qualità alla vostra aura. Ed
è quest’aura viva, luminosa, potente e chiara che attira su di
voi tutte le benedizioni del Cielo.


È quasi inutile impegnarsi nella vita spirituale finché non si è
compreso fino a che punto la natura inferiore dell’uomo sia
coriacea, e quanto il lavoro da intraprendere su di essa richieda
vigilanza, perseveranza, umiltà e abnegazione. Avendo trovato un
insegnamento spirituale, moltissime persone credono che si
trasformeranno rapidamente. No, la padronanza della vita psichica
è molto più difficile di quanto si creda! Esiste sicuramente in
ogni essere umano questa capacità di rinnovamento, di
rigenerazione, di divinizzazione, ma si tratta di un processo
molto lento, e ciò che ognuno può realizzare in questa esistenza
dipende dal lavoro già iniziato nelle incarnazioni precedenti.
Per chi non ha consapevolezza delle difficoltà che
inevitabilmente s’incontrano nella vita spirituale, è impossibile
progredire; allora si soffrirà e si faranno soffrire anche gli
altri. L’impegno nella vita spirituale esige per prima cosa che
si sia molto lucidi riguardo a se stessi.


Il cristianesimo rifiuta l’idea della reincarnazione. È un errore
tanto più grave in quanto impedisce agli esseri umani di
comprendere come si manifesta la giustizia divina. Non ci si deve
stupire se in seguito tutto appare insensato: quando non si vede
la ragione profonda delle situazioni e degli avvenimenti, questi
diventano incomprensibili e si giunge alla conclusione che
ovunque regni l’ingiustizia. Di fronte alla sofferenza e alla
disgrazia, il cristiano dice: «È Dio che lo ha voluto». Quanto a
lui – è straordinario! –  egli non ha fatto niente perché gli
accadano quelle disgrazie, non è responsabile di nulla: è il
Signore che fa ciò che Gli piace, e ciò che Gli piace non si basa
su alcuna giustizia.
Rifiutando la reincarnazione, il cristianesimo non fa che
fuorviare gli esseri umani. Con la reincarnazione, invece, tutto
diventa chiaro: si comprende come da un’esistenza all’altra si
manifesta la legge di causa ed effetto. Non è più il Signore che
distribuisce dei beni e dei mali senza che si sappia mai il
perché, ma è l’uomo stesso l’artefice del proprio destino. Dio
rimane dunque nella Sua grandezza, nel Suo splendore, nella Sua
perfezione e soprattutto nella Sua giustizia.


Studiate bene le relazioni che intercorrono fra la vostra natura
inferiore e la vostra natura superiore. Avete preso delle buone
risoluzioni, oppure avete in progetto di aiutare qualcuno:
sappiate che la vostra natura inferiore è lì che vi sorveglia e
vi manda dei suggerimenti, delle tentazioni per distogliervi
dalla vostra decisione. Vi sussurra: «Non c’è fretta… Hai tutto
il tempo… Perché ti dai tanta pena?» Ed è così che, venuto il
momento, non avete più tanto slancio e tanta convinzione, e
abbandonate quei progetti.
Eh sì! Cosa credete? La natura inferiore è composta da un intero
popolo che abita dentro di voi, e quel popolo, come tutti i
popoli della Terra, non è costituito unicamente da creature
oneste, nobili e generose; anche lì vi sono entità malvagie che
cercano di esprimersi attraverso il vostro cuore e il vostro
intelletto. Dovete saperlo ed essere vigili per poter realizzare
tutti i vostri buoni progetti.


Non dimenticate mai che siete abitati da uno spirito, da una
scintilla scaturita dal seno dell’Eterno, dal Fuoco primordiale,
per incarnarsi nella materia. Questa scintilla porta in sé tutti
i progetti divini, e le sue peregrinazioni attraverso la materia
non hanno altro scopo se non quello di realizzare quei progetti.
Ma per sopravvivere, essa ha bisogno di nutrimento.
Uno dei simboli del nutrimento, sia del nutrimento fisico sia
del nutrimento spirituale, è il pane. Gesù diceva: «Io sono il
pane vivo…» «Io sono il pane disceso dal Cielo». E la sera
dell’Ultima Cena, ha benedetto del pane per darlo ai suoi
discepoli dicendo: «Mangiate, questo è il mio corpo». Il pane
rappresenta dunque gli elementi della vita divina. Venendo sulla
terra, noi siamo già in possesso di alcuni di questi elementi.
Coloro che li hanno sperperati nelle proprie incarnazioni
precedenti, non vivendo in modo ragionevole, devono sforzarsi di
ritrovarli, altrimenti continueranno il loro viaggio in mezzo a
grandi difficoltà. In una Scuola iniziatica, non facciamo altro
che riempire i nostri sacchi e i nostri granai interiori – vale a
dire il nostro intelletto, il nostro cuore, la nostra anima e il
nostro spirito – di quel pane vivo disceso dal Cielo.


Numerose leggende circondano la coppa del Graal. Una tradizione
racconta che essa fu intagliata nello smeraldo caduto dalla
fronte di Lucifero quando questi, essendosi ribellato a Dio,
venne gettato nell’abisso. È di questa coppa che Gesù si sarebbe
servito la sera dell’Ultima Cena e, dopo la sua crocifissione,
Giuseppe d’Arimatea vi avrebbe raccolto alcune gocce del suo
sangue. Giuseppe d’Arimatea avrebbe in seguito affidato la coppa
al proprio figlio, dopo di che se ne sono perse le tracce. Molti
hanno tentato, e tentano forse tuttora, di ritrovarla, ma invano.
Qualunque sia l’origine della coppa del Graal e delle sue
avventure, l’essenziale è comprenderne il significato simbolico.
La coppa rappresenta il principio femminile: è intagliata in uno
smeraldo, e il colore verde è quello di Venere. Questa coppa è il
ricettacolo che raccoglie e protegge il principio maschile, lo
spirito, qui rappresentato dal sangue che è di colore rosso, il
colore di Marte. La coppa del Graal è dunque l’immagine ideale
del corpo di ogni essere umano che abbia saputo lavorare sulla
propria materia per purificarla, per renderla inalterabile,
incorruttibile e degna di raccogliere la più preziosa delle
quintessenze: il sangue del Cristo, lo spirito.

Dopo aver sperperato la maggior parte delle proprie facoltà ed
energie in piaceri e distrazioni,  accade che uomini e donne
decidano di crearsi una famiglia. Non hanno più niente da offrire
a una famiglia, ma non importa: si sposano e hanno dei figli che
si ritrovano ad avere degli strani genitori. Ebbene, è più o meno
ciò che accade a certe persone che decidono un giorno di servire
Dio. Per anni si sono divertite, hanno gustato a dismisura tutti
i piaceri della vita, e quando non hanno più energie per
continuare a condurre quel tipo di esistenza, decidono che è il
momento di mettersi al servizio del Signore. Ma cosa può fare il
Signore con un esercito di invalidi, di storpi e di  imbesuiti?
Non bisogna aspettare di essere vecchi, logori e incapaci, per
servire il Signore. È quando si è giovani, belli e pieni di forze
che si deve avere una disciplina, un ideale, e si deve consacrare
la propria vita al Cielo. Allora il Cielo si occupa di questi
esseri per colmarli della Sua saggezza e del Suo amore. Non li
abbandona, e li rifornisce dei mezzi per realizzare il loro
ideale divino

 

 

Saper agire in modo disinteressato non è la virtù più diffusa tra
gli esseri umani. Anche quando donano qualcosa o fanno discorsi
generosi, dietro, si nasconde quasi sempre un calcolo. Certo, in
realtà nessun gesto, nessun sentimento, nessun pensiero può
essere del tutto disinteressato. Anche l’amore verso Dio è
interessato. Chi ama il Signore sa di guadagnare la luce, la
libertà, la vita eterna: vi è quindi un interesse in quel suo
amore; avendo però cambiato oggetto, quell’interesse ha cambiato
piano, perché la luce, la libertà e la vita eterna sono
acquisizioni divine.
È dunque in questa direzione che dobbiamo andare: vincere
l’interesse inferiore, che tende solo a soddisfare gli istinti e
le bramosie, per trovare invece un interesse superiore, ossia il
bisogno di crescere, di nobilitarci, di divinizzarci. Ma anche in
questo c’è un interesse; qualunque cosa facciamo, noi agiamo per
interesse.

 

Gesù diceva: «Chi crede in me farà anch’egli le opere che io
faccio», e con il suo insegnamento e il suo esempio ha aperto il
cammino a tutti gli uomini affinché diventino come lui, agiscano
come lui e possano dire un giorno come lui: «Mio Padre ed io
siamo uno».
Se, leggendo i Vangeli, non avete consapevolezza di ciò che vi
unisce a Gesù, di ciò che avete in comune con lui, di identico a
lui, è perché avete lasciato che ogni sorta di elementi oscuri
ricoprisse la vostra natura divina; allora, ovviamente, non
potete più riconoscerla. Se però lavorate con l’amore e la
saggezza per purificare i vostri pensieri, i vostri sentimenti e
le vostre azioni, sentirete a poco a poco la vostra natura divina
risvegliarsi. Sì, dovete giungere a quello stato di coscienza in
cui sentite di non essere più separati dal Signore, ma di essere
uno con Lui.

 

L’intelletto ovviamente entra in modo considerevole nella
formazione del pensiero, ma il cuore non deve esserne escluso. Il
pensiero è figlio dell’intelletto, ma deve essere anche figlio
del cuore e da questo ricevere la benevolenza e la generosità. Un
tale figlio porterà ovunque buone cose.
Gli esseri umani non sanno fino a che punto sono prolifici!
Danno incessantemente vita a pensieri che lasciano partire nello
spazio senza chiedersi se questi saranno utili o nocivi, se
saranno in grado di liberarli e di liberare gli altri, o
viceversa… A loro insaputa, preparano il momento in cui tutti gli
esseri che saranno raggiunti da quei pensieri, verranno a
ringraziarli oppure a rivendicare il pagamento dei danni che quei
pensieri avranno prodotto. Sì, e parlo seriamente: ogni pensiero
che esce da voi è impregnato del vostro magnetismo, del vostro
fluido, del vostro profumo, e fatalmente un giorno tornerà a voi.
Ci saranno allora rimpianti e sofferenze, oppure festeggiamenti e
banchetti.

 

L’attenzione alimenta l’amore, alimenta la vita. Allora, prestate
attenzione agli alberi, ai fiori che incontrate sul vostro
cammino, alle gocce di rugiada, alle farfalle, agli uccelli.
Potete comprendere questo consiglio anche interiormente. Perché
anche in voi ci sono farfalle che volteggiano di fiore in fiore e
uccelli che cantano. A volte, aprendo la vostra finestra al
mattino, vi sentite abitati da presenze invisibili, simili a
quelle che popolano le fiabe, ed è come se le gocce di rugiada
brillassero sui fiori e sulle foglie della vostra anima. Siate
attenti a questa sensazione, non lasciatela svanire senza cercare
di trattenerla almeno per un momento.

 

Qualcuno dice: «Sono io l’unico maestro di me stesso, e nessuno
ha il diritto di impormi la sua volontà». Poveretto… È davvero
lui che governa? Quando dico “lui”, sottintendo il suo Sé divino.
Ebbene, non è certo che sia così. Altri hanno preso il suo posto:
forze caotiche, tenebrose, passioni alle quali egli permette di
scatenarsi dentro di sé. Nel frattempo, il suo vero Sé è come un
prigioniero rinchiuso da qualche parte in una segreta; viene
nutrito con poche croste di pane e un po’ d’acqua, e soffre, è
infelice.
Quante persone si credono libere e potenti! Forse riescono,
almeno per un momento, ad imporsi a chi hanno accanto o anche a
un intero paese, ma la loro libertà e il loro potere sono solo
apparenti. In queste persone regna l’anarchia, e l’anarchia
interiore è ben più grave e pericolosa dell’anarchia politica o
sociale. È questa anarchia che fa riempire le prigioni, le
cliniche e i manicomi. Fino a quando? Fino al momento in cui gli
esseri umani, coscienti e vigili, riusciranno a ristabilire in se
stessi l’autorità del principio divino.

 

Quando devono apparire in pubblico, i vari responsabili, uomini
politici o imprenditori, si sforzano di mostrare un viso aperto,
disteso e persino sorridente. Sanno che bisogna far credere che
tutto vada bene, che la vita è bella! Ma spesso in questo
atteggiamento c’è qualcosa di artificiale che non rassicura; al
contrario, il pubblico sente che si tratta di commedie e ha
addirittura l’impressione di essere preso in giro.
Attraverso l’espressione del proprio volto, attraverso lo
sguardo e il sorriso, ognuno di noi trasmette la vita. Questa
vita deve però provenire dall’interno, non la si può fabbricare.
Nulla può sostituire il lavoro spirituale, il lavoro su se
stessi, per creare quella vita che rassicura, tranquillizza e
incoraggia gli esseri. Tutto si svolge allora naturalmente. Come
potrebbe la luce interiore non  trovare il miglior modo di
esprimersi?

 

Per quale ragione, il più delle volte, gli esseri umani si
rivolgono al Signore? Perché Egli sistemi i loro affari e
soddisfi i loro desideri. Per quanto tempo ancora si
comporteranno come bambini esigenti e capricciosi? Quando
capiranno che invece devono chiedergli di compiere la Sua
volontà, di servirlo e di partecipare al Suo lavoro?
Forse anche il Signore ha bisogno di teste e di braccia… Perciò,
ecco le preghiere che d’ora in poi dovete rivolgergli: «Signore,
mi hai già donato tutto e con grande generosità. Io non Ti chiedo
nulla, Ti prego soltanto di prendermi al Tuo servizio e di farmi
partecipare al Tuo lavoro». Che gioia darete allora al Signore e
ai Suoi angeli! In mezzo alle moltitudini di persone che chiedono
al Cielo intero di mobilitarsi per soddisfare i loro bisogni
egoistici, dall’alto scorgeranno i segnali luminosi che voi
lanciate e diranno: «Finalmente! Ecco un essere che ha compreso:
accogliamolo fra noi!»

 

Dal punto di vista iniziatico, il cavallo è un simbolo della
nostra natura inferiore, la nostra personalità, che si esprime
attraverso il corpo fisico, il corpo astrale e il corpo mentale.
Il lavoro del discepolo consiste come prima cosa nell’esercitare
un controllo sul suo cavallo, o più esattamente sui suoi tre
cavalli. Per questo deve sapere come tenere bene le redini in
mano. Cosa sono queste redini? Sono i legami fluidici che il
cavaliere stabilisce fra i suoi tre cavalli e se stesso, per
poterli dominare e guidare nella giusta direzione.
Affinché i tre cavalli obbediscano e procedano insieme in
armonia, occorre anche nutrirli come si conviene, con alimenti
appropriati. Il cavallo fisico (il corpo) ha bisogno di un cibo
sano, fresco, e anche di esercizi per diventare resistente. Il
cavallo astrale (il cuore) ha bisogno di purezza, di amore e di
dolcezza. Quanto al cavallo mentale (l’intelletto), occorre
nutrirlo unicamente di saggezza e di luce.

 

I farisei e i sadducei, volendo trovare un pretesto per far
condannare Gesù, gli posero questa domanda: «Si deve pagare
l’imposta a Cesare?» Gesù allora si fece dare una moneta e
domandò: «Di chi è questa immagine?» – Di Cesare. – Allora, date
a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio».
Da duemila anni i cristiani citano questa frase, ma non hanno
mai scoperto quanto debbano dare a Cesare, e quanto al Signore.
Per me è semplice. Accendo un fuoco di legna, e mentre brucia
dico: «Che cosa vediamo? Dapprima una quantità di fiamme… poi dei
gas in minor quantità… poi del vapore acqueo, in quantità ancora
inferiore… Infine, a poco a poco, tutto questo scompare e non
resta altro che un pugno di cenere. Ebbene, è proprio questo che
torna a Cesare: la materia, la terra che rimane, perché l’impero
di Cesare si estende unicamente sulla materia». Le fiamme e i
gas, i vapori che s’innalzano, appartengono al Cielo. Ecco,
allora: occorre consacrare i tre quarti dei propri averi, delle
attività, dei  pensieri e dei sentimenti al Signore, e un quarto
a Cesare. È chiaro.

 

La pazienza è la più grande manifestazione dell’amore. In
bulgaro, “pazienza” si dice tarpénié e la parola dalgotarpénié
designa la pazienza di Dio. Dio è chiamato dalgotarpelniv, che si
può tradurre con “longanime” (deleg significa “lungo”).
“Longanimità” non è una parola che sentirete pronunciare spesso,
ma è la più appropriata per designare l’infinita pazienza  di
Dio.
Soffermiamoci un istante su questa meravigliosa pazienza. Da
milioni e milioni di anni, Dio attende che le pietre diventino
uomini, e niente può turbare la Sua pace. Egli sopporta tutto,
non reagisce nemmeno quando vede tante creature malvagie
commettere crimini e saccheggiare il mondo da Lui creato. Questa
pazienza è sicuramente la cosa più sconcertante e incomprensibile
che ci sia. Per comprenderla, rimane una sola via: sforzarsi di
avvicinarsi ad essa con tutti i mezzi, perché nessuna
definizione, fosse anche la più sapiente, può portarci a
comprenderla. La longanimità di Dio è l’espressione del Suo
amore.

 

Ci sarebbe molto da dire sui poteri della parola: come essa crea
le forme, come agisce sugli organi psichici e fisici, non solo di
coloro che menziona, ma anche di coloro che la pronunciano e di
coloro che la ascoltano. Saper essere giusti, misurati e precisi
nelle proprie parole è una delle più grandi qualità che esistano.
Come si scrive con una penna, così si scrive con la lingua. Ogni
parola è già una lettera che si indirizza non soltanto agli
esseri umani, ma anche a tutte le entità che popolano la natura.
Quali che siano le creature, occorre sforzarsi di parlare loro
con una lingua d’oro. Sì, perché la lingua degli  umani può
essere di vari materiali: piombo, rame, ferro, stagno, argento,
oro. Una lingua d’oro illumina e rasserena le anime.

 

Quando parlo di purezza, è prima di tutto sulla purezza dei
pensieri e dei sentimenti che voglio insistere. Per purificare i
vostri pensieri e i vostri sentimenti, dovete evitare ogni
calcolo egoistico e dar prova di essere disinteressati e generosi
più spesso che potete.
Ogni volta che cercate di trarre vantaggi personali da una
situazione, vi offuscate e contraete dei debiti che vi
appesantiscono. Certo, nessuna giustizia umana verrà a
chiedervene atto, perché la giustizia umana non si occupa dei
pensieri e dei sentimenti, ma sarà la Giustizia divina a inviarvi
i suoi uscieri, e voi dovrete pagare i vostri debiti. «Come? –
direte – pagare i debiti?» – Sì, e quei debiti si pagano sul
piano psichico con privazioni e sofferenze. Gli stati di
pesantezza e di oscurità interiore che a volte provate sono il
risultato dei debiti che avete contratto. – Ma allora, come
pagarli? – Con la vostra bontà, la vostra generosità, la vostra
abnegazione. Ma soprattutto sforzatevi di non contrarne altri».

 

Gli uomini e le donne si cercano: istintivamente, sentono che
finché non avranno trovato un essere al quale unirsi, mancherà
loro qualcosa. Ma per l’essere umano, la vera unione può avvenire
solo interiormente con il Principio divino che ognuno porta in
sé. Quando il contatto si verifica, la scintilla scaturisce, e
d’un tratto egli sente tutto il proprio essere vibrare
all’unisono con l’immensità e fondersi in essa.
Lavorate per riuscire a fare, almeno una volta nella vita,
l’esperienza di una tale fusione: sarà come una goccia di luce
che continuerà a vivere in voi. E dovrete continuare a mantenere
questa unione sino alla perfezione di tutto il sapere, di tutti i
poteri. È allora che inizia il vero lavoro: siete passati
sull’altra riva, siete sul cammino della perfezione, ma c’è
ancora una grande distanza da percorrere prima di giungere alla
meta.  Avete colto una goccia di luce, e grazie a quella goccia
potete già bere ed essere felici, ma non siete ancora immersi
nell’oceano. Dovete quindi continuare sino a diventare un
tutt’uno con l’oceano della Luce divina. A quel punto, vi sarete
veramente ritrovati.

 

Quando un paese è minacciato di invasione, decreta la
mobilitazione generale e ammassa uomini e munizioni lungo il
confine. Chi vuole costruirsi una casa fa arrivare dei materiali
da vari luoghi e li raduna sull’area scelta per la costruzione.
Immaginate anche di voler bruciare vecchi stracci e vecchie
carte, ma di non avere fiammiferi: potete utilizzare una lente
d’ingrandimento, orientarla in modo da concentrare i raggi del
sole, e il fuoco si accende.
Queste tre immagini vi illuminano sui metodi da utilizzare per
il vostro lavoro spirituale, sia che si tratti di proteggervi dai
nemici, di costruire il vostro tempio interiore, oppure di
bruciare le impurità al fuoco del sole divino. In ognuno di
questi casi c’è qualcosa da mobilitare e da concentrare. Niente è
possibile nella dispersione, e molti degli esercizi che vi indico
hanno come scopo quello di mobilitare le vostre energie…

 

Qualcuno viene a confidarmi di essere visitato da pensieri e
sentimenti che lo turbano, e non capisce il perché; secondo lui,
ciò non ha senso: quei pensieri e quei sentimenti sono talmente
lontani dalla sua natura, dal suo carattere, dalle sue
preoccupazioni! Gli dico: «Ne è sicuro?… Forse non ne vede la
ragione, ma quei pensieri e quei sentimenti non possono venire
così, per caso. In un modo o nell’altro, ha fornito loro le
condizioni, ha preparato loro del nutrimento».
Se avete messo una ciotola di latte sul davanzale della vostra
finestra, non dovete stupirvi se vedete arrivare tutti i gatti
del quartiere. Voi vi accontentate di scacciarli, ma questo non
servirà a nulla: togliete piuttosto la ciotola di latte,
altrimenti i gatti vi diranno: «Di cosa ti lamenti? Sei stato tu,
con questo latte, ad attirarci». Vi sentite invasi da certi stati
negativi? Cominciate a chiedervi  cosa abbiate fatto per
attirarli, perché è sicuro che li avete attirati voi.

 

I libri che presentano dei metodi per diventare chiaroveggenti
non mancano. In quei libri vi si spiega come guardare in una
sfera di cristallo o in uno specchio magico, come utilizzare
certe piante o certi unguenti, come farsi ipnotizzare, ecc. Tutti
questi metodi hanno sicuramente qualche efficacia, ma – e ho
sempre insistito su questo punto – sono pericolosi per coloro che
li utilizzano senza aver prima lavorato per purificarsi.
Gesù diceva: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio». Si può
diventare chiaroveggenti senza aver lavorato sulla purezza, però
non sarà il mondo divino che si vedrà, ma tutto quello che è
preferibile non vedere: le catastrofi che si preparano, i crimini
che si tramano in segreto, le disgrazie, le entità oscure e
malefiche che circolano fra gli esseri umani. In altre parole, si
può vedere solo ciò che corrisponde al livello psichico che si è
raggiunto, o poco più. Perciò, chi vuole ottenere la vera
chiaroveggenza, la visione del mondo divino, deve lavorare
sull’amore spirituale e sulla purezza.

 

Se gli esseri umani si ostinano a chiudere gli occhi sul mondo
spirituale, la vera poesia e la vera bellezza abbandoneranno la
terra. Cosa le sostituirà? A quel punto, non si vedranno altro
che cimiteri, prigioni e un immenso giardino zoologico dove gli
animali saranno i custodi di altri animali. E che animali!
Non esiste vera arte se non quella che attinge la propria
ispirazione nel mondo della luce. Avere un alto ideale, il più
alto che ci sia, è il miglior modo di entrare in contatto con il
mondo della luce. Il più alto ideale è ovviamente inaccessibile,
ma noi abbiamo bisogno di una meta che si situi all’infinito.
Così, sulla strada che seguiremo per avvicinarci a quella meta,
innumerevoli legami si intrecceranno fra noi e l’Universo intero,
e avremo l’eternità per passare da tutte le stazioni: quella
dell’abbondanza, della ricchezza, della gioia, della luce e del
vero sapere.

 

Ciò che è magnifico con la Scienza iniziatica, è che non abbiamo
alcuna speranza di arrivare alla meta! Sì, è questa la cosa
esaltante: sapere che non si finirà mai. Purtroppo, per alcuni si
verifica esattamente il contrario. Dicono a se stessi: «Occorre
troppo tempo e i risultati si fanno talmente aspettare… dunque,
rinuncio». E scelgono una meta che è possibile raggiungere in
pochi anni. La raggiungono, sono contenti, hanno finito per
ottenere ciò che desideravano; ma ben presto si accorgono che
anche loro sono “finiti”, morti, sepolti… perché sono andati alla
ricerca di qualcosa destinato a finire!
Solo coloro che hanno compreso di dover cercare l’infinito,
l’illimitato, ciò che è al di là del tempo e dello spazio, si
sentono vivi, perché la vera vita è l’immensità, l’eternità. Non
rifugiatevi quindi in ciò che è accessibile, limitato:
abbracciate l’infinito e anche la vostra gioia sarà infinita.
Sarà la felicità, la luce, la forza, il fiorire di tutto il
vostro essere.

 

Pur professandosi monoteisti, in certo qual modo anche la maggior
parte dei cristiani ha un vero e proprio pantheon che ritroviamo
nei loro calendari: sono tutti quei santi e quelle sante ai quali
rivolgono le loro preghiere e rendono culto.
L’usanza di invocare delle entità spirituali alle quali si
attribuiscono diversi poteri risale a tempi remotissimi, e i
cristiani l’hanno semplicemente ripresa e prolungata. Ciò
dimostra chiaramente che, anche per loro, Dio è talmente
inaccessibile che hanno bisogno di ricorrere a degli
intermediari. Però, invece di rivolgersi ai santi, alcuni dei
quali sono addirittura figure leggendarie e quindi non sono mai
esistiti, perché non si rivolgono alle gerarchie angeliche?
Queste sono menzionate nelle funzioni religiose, ma i cristiani
non vi hanno prestato molta attenzione. Le gerarchie angeliche
sono: gli Angeli, gli Arcangeli, i Principati, le Virtù, le
Potestà, le Dominazioni, i Troni, i Cherubini e i Serafini. Si
tratta di entità molto potenti, ed è importante imparare a
conoscerle per entrare in relazione con esse e ricevere le loro
benedizioni.

 

Anche dopo vari fallimenti e delusioni, quanti fra voi si
ostinano a credere che ciò non è avvenuto a causa di una
difettosa comprensione dell’amore, ma semplicemente perché non
hanno ancora incontrato l’anima gemella! Come se la felicità
fosse solo una questione di incontri… Sfortunatamente non è così
che si svolgono le cose: l’anima gemella non si presenta come un
uomo, o una donna, che incontrerete per caso e che vi farà
provare il famoso colpo di fulmine. L’incontro con l’anima
gemella è anzitutto un processo psichico attraverso il quale la
parte superiore di voi stessi attira la sua parte complementare.
Dovete aver lavorato a lungo per mostrarvi degni della vostra
metà divina. Ma quando avrete finalmente stabilito il legame, la
sentirete presente perché essa abita in voi.
Volete veramente trovare la vostra anima gemella? Incominciate
col non partire alla sua ricerca. Concentratevi sulla luce, e
l’anima gemella verrà da sé, attratta da quel chiarore che vedrà
brillare in voi. Non sapete dove si trovi la vostra anima
gemella? Ma lei sì, lei sa dove siete voi. Vi basti attenderla
interiormente: essa verrà.

 

L’Intelligenza cosmica ha dato a tutte le creature viventi, e
soprattutto agli animali, un istinto che le spinge a trovare
delle soluzioni ai loro problemi, dei rimedi ai loro mali. Un
animale malato, per esempio, trova istintivamente la pianta che
lo guarirà, e in numerose circostanze questo istinto, dato loro
dalla Natura, viene in aiuto anche agli esseri umani. Ma
l’istinto non basta: esso è un impulso cieco che appartiene al
campo del subconscio, e sta all’uomo illuminarlo, renderlo
cosciente. L’istinto è già una sorta di intuizione, manifestata
però nelle regioni inferiori, mentre invece la vera intuizione
appartiene al campo dell’anima e dello spirito.
L’istinto e l’intuizione presentano dunque grandi similitudini;
si tratta quasi della stessa facoltà, ma manifestata in due
regioni diverse. Per trovare la pianta che lo guarirà, l’animale
possiede un fiuto che non ha alcun rapporto con l’intelligenza,
con la coscienza. Invece, nell’essere evoluto tutto è cosciente:
la sua intuizione è un sapere.

 

A volte, dei giovani vengono a parlarmi dei loro progetti futuri.
Desiderano seguire determinati studi, per esercitare più avanti
una professione grazie alla quale guadagneranno molto denaro.
Perché, aggiungono, questo permetterà loro di aiutare gli altri.
E voi pensate che io ne sia convinto e ne resti incantato?…
Niente affatto, perché vedo sempre ciò che si nasconde di molto
personale dietro quelle intenzioni apparentemente generose. Chi
parla così non sa in quale ingranaggio si prepara a mettere il
dito, e una volta che ci avrà messo un dito, a poco a poco il suo
intero essere verrà preso in quell’ingranaggio. Quando si
incomincia ad avere come scopo quello di guadagnare molto denaro,
si deve sapere che si affonderà nella materia, e un giorno si
sarà assorbiti da essa a tal punto da dimenticare la propria
intenzione di aiutare gli altri, e non solo, ma si diventerà
anche egoisti e duri.
Eh sì, si è pieni di buone intenzioni, ma la materia è una
trappola per i figli di Dio. Direte: «Ma allora, cosa bisogna
fare? Si deve rinunciare a guadagnare il denaro?» No, ma occorre
prima rafforzarsi spiritualmente per anni; è a questa condizione
che si diventa padroni del denaro e non suoi schiavi.

 

Semplicità… Pochissime persone conoscono il senso e l’importanza
di questa parola! Si fermano alle sue manifestazioni esteriori:
semplicità nel vestire, nei modi, semplicità nella maniera di
vivere. In realtà, la semplicità è un atteggiamento filosofico
che consiste nell’allontanarsi dal mondo fisico – il mondo dei
fenomeni – per elevarsi sino al mondo spirituale, quello dei
principi. Ecco la semplicità: andare verso il centro, verso il
vertice. Con la complicazione, invece, si fa il cammino inverso:
dal centro verso la periferia, dal vertice verso la base. Quando
si esce dalla semplicità, dall’unità, si deve far fronte a così
tanti dettagli che non si vede più come le cose si organizzano
fra loro secondo le leggi di affinità; si è combattuti, si
brancola nel buio e ci si indebolisce.
Il simbolo più eloquente della semplicità è il diamante, perché
è senza miscugli: è puro carbonio. Anche noi, quando troveremo la
vera semplicità, possederemo la purezza del diamante, ma anche la
sua resistenza.

 

«Lavorare secondo le leggi della saggezza e i metodi dell’amore:
ecco il programma», diceva il Maestro Peter Deunov. La saggezza
ci indica l’ideale verso cui dobbiamo tendere, e di questo
programma ci occuperemo per l’eternità. Per realizzarlo, dobbiamo
adottare i metodi dell’amore vivendo ogni minuto con molta
attenzione. Le leggi rappresentano i punti fissi in base ai quali
dobbiamo dirigerci, e i metodi sono i nostri strumenti di lavoro.
I metodi dell’amore ci permettono di realizzare gli scopi
grandiosi della saggezza. Si ingannano, coloro che credono di
poter arrivare alla saggezza trascurando l’amore: si inaridiranno
e si trasformeranno in polvere.
I metodi dell’amore sono numerosi: sono questi che ci permettono
di fare degli scambi con l’intera Natura attraverso la
respirazione, la nutrizione, la contemplazione del sorgere del
sole… scambi con gli esseri umani manifestando la bontà, la
generosità, la pazienza… scambi con il mondo divino attraverso la
meditazione e la preghiera.

 

Ora che vi siete impegnati sul cammino divino, dovete proseguire
instancabilmente la vostra marcia. Uno dopo l’altro, gli ostacoli
cedono davanti a chi non si ferma a metà strada, poiché questi ha
messo in moto le potenti leggi della vita.
La vita spirituale è come la scalata di un’alta montagna. Lungo
quei sentieri ardui, scoscesi, è impossibile che non passiate
attraverso momenti di debolezza, di scoraggiamento o persino di
caduta, ma questa non è una ragione valida per fermarvi. Per
qualche giorno, forse, vi sentirete morire… ma poi risusciterete!
Nel più profondo scoraggiamento, dovete aggrapparvi a quel
misterioso chiarore che rimane ancora in voi: esso vi dice che
“la morte” che state subendo sarà seguita da una resurrezione e
che nessuno meglio di voi può soccorrervi, perché tutte le
potenze della vita sono in voi.

 

Ai suoi discepoli che gli dicevano: «Signore, anche i  demoni si
sottomettono a noi nel tuo nome», Gesù rispondeva: «Non
rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi
piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». E voi
pure, dal momento che con i vostri pensieri, con i vostri
sentimenti e con le vostre azioni, vi sforzate di partecipare
alla vita divina e di diffondere questa vita ovunque intorno a
voi, vedrete il vostro nome scritto nei cieli e non sarete più
privati di nulla. Coloro che si sentono poveri, abbandonati,
miseri, sappiano che non è mai troppo tardi per rendersi degni di
vedere scritto il proprio nome.
I Vangeli riportano che Gesù fu crocifisso fra due malfattori.
Uno dei due lo provocava schernendolo, ma l’altro, che  aveva
sentito nell’anima la sua eccezionale grandezza, gli rivolse
questa preghiera: «Ricordati di me quando sarai nel tuo regno». E
Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel
paradiso».

 

La preghiera è l’opportunità data all’uomo di avere accesso a
un’altra dimensione, a un altro ordine di cose. Ovviamente,
all’esterno nulla è cambiato per lui: se fa freddo batte i denti,
e se è malato, è possibile che continui ad esserlo. È nel suo
cuore e nella sua anima che la preghiera produce grandi
trasformazioni.
Un uomo sta per morire… Anche se è solo, abbandonato e nella
miseria, lo slancio della sua anima verso Dio lo proietta in un
mondo di pace, di luce, di gioia. Invece, nelle stesse
condizioni, chi non prega, chi non sa pregare, nutrirà nel suo
cuore sentimenti di rivolta, di odio, e questi sentimenti
creeranno cattive condizioni per la sua esistenza nell’aldilà,
così come per la sua prossima incarnazione. Se la religione cerca
di convincere i moribondi a ristabilire il contatto con Dio e ad
affidarsi a Lui, è perché anche se sono stati grandi peccatori,
la preghiera sincera che dicono  all’ultimo minuto permette a
costoro di entrare in un altro stato di coscienza che apre loro
la via della salvezza.

 

Se incontrandovi vi chiedessi: «A cosa state pensando?», siete
sicuri di poter rispondere? No… Ebbene, è così che permettete a
chiunque e a qualsiasi cosa di penetrare in voi: correnti oscure,
influenze nocive… come a una frontiera dove i doganieri si sono
addormentati. Allora svegliateli, altrimenti il vostro territorio
sarà invaso da malfattori, da prodotti illeciti o pericolosi…
Senza la vigilanza, non è possibile alcuna acquisizione
spirituale duratura. La vigilanza nel pensiero, nel sentimento e
nella volontà rappresenta la frontiera che permette di tenere a
distanza gli indesiderabili. Ecco perché la vigilanza è
necessaria non solo prima, ma anche durante ogni azione

 

Per essere guidati nel nostro lavoro spirituale e perché ci venga
indicato il cammino da seguire, abbiamo bisogno di un metodo. Per
me, il metodo migliore che esista è lo studio dell’Albero
sefirotico. È vero che molti santi e mistici hanno percorso il cammino della
luce senza conoscere l’Albero sefirotico, ma il fatto di
conoscerlo offre una visione più chiara del lavoro da realizzare.
Per questo insisto affinché impariate ad approfondirne tutti gli
aspetti. Con Malhuth, concretizzate le cose. Con Iesod, le
purificate. Con Hod, le comprendete e le esprimete. Con Netzah,
insufflate in esse la grazia. Con Tiphereth, le illuminate. Con
Geburah, lottate per difenderle. Con Hessed, le sottomettete
all’ordine divino. Con Binah, date loro la stabilità. Con Hohmah,
le fate entrare nell’armonia universale. Infine, con Kether,
ponete su di esse il sigillo dell’eternità.

 

Nel libro di Geremia, Dio dice: «Metterò la mia legge dentro di
loro, la scriverò nel loro cuore… Tutti mi conosceranno». La
legge che Dio metterà nel cuore degli uomini è la legge
dell’amore. A quel punto, nessuno avrà più bisogno che gli si
predichi la religione o la morale: tutti sapranno interiormente
ciò che devono fare, come lavorare, come servire, come amare.
Finché gli esseri umani non sapranno vivere nell’amore, ci
saranno sempre delle religioni con i loro precetti e le loro
leggi, ma non basteranno a condurli fino a Dio. Quando l’amore
verrà, gli esseri umani non avranno più bisogno di religione, o
piuttosto, nella misura in cui saranno giunti a interiorizzarla,
la religione si manifesterà tramite loro sotto forma di bontà, di
irradiamento, di sacrificio, di dolcezza e di luce. È perché
l’amore ha abbandonato l’umanità che si è dovuta instaurare la
religione per supplire a tale mancanza. Ma quando tornerà
l’amore, la religione si eclisserà, perché sarà entrata di nuovo
nel cuore dell’uomo.

 

L’Iniziato lavora a lungo per fare del proprio corpo il
ricettacolo della luce. Così, come il sole  proietta i suoi raggi
nello spazio, anche l’Iniziato, con le sue vibrazioni, le sue
emanazioni, i suoi sguardi, le sue parole e i suoi gesti,
proietta la luce attorno a sé. Senza neppure che lo voglia o ne
sia cosciente, questo irradiamento naturale, spontaneo, che è
quello del suo essere profondo, abbraccia tutte le creature;
buone o cattive, esse lo ricevono per quanto sia in loro potere.
Nei loro quadri, certi pittori hanno rappresentato il Cristo
circondato da raggi; questo sta a significare che con la Sua
coscienza, Egli è presente e agisce in tutte le regioni
dell’Universo. Il Cristo, principio cosmico, proietta la propria
luce ovunque e totalmente: non lascia posto all’oscurità.

 

La riconoscenza e la gratitudine sono delle forze che
disintossicano l’organismo, neutralizzano i veleni, rinnovano i
materiali. Imparate quindi a ringraziare! Ogni giorno, più volte
al giorno, ripetete: « Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie…»
Perché gli esseri umani sono così ingrati? Ingrati verso il
Creatore, ingrati verso tutta la natura, ingrati gli uni verso
gli altri… Della propria esistenza quotidiana rammentano solo ciò
che è loro mancato o dispiaciuto, e quindi non vedono i tanti
motivi che ci sarebbero per ringraziare. Eppure è così: ci sono
infinite ragioni per ringraziare. Il discepolo che vuole avanzare
sul cammino dell’evoluzione, deve imparare la riconoscenza,
perché è grazie ad essa che otterrà un giorno la chiave per la
trasformazione della materia. Cercate di comprendere bene questo:
se sapete ringraziare, la natura degli elementi che entrano nella
composizione della vostra materia sarà diversa, più sensibile,
più sottile, più resistente, e sentirete che i vostri organi
psichici e anche fisici fanno un lavoro migliore.

 

Esiste ovviamente un legame fra pensiero e azione: chi ha
un’idea, desidera realizzarla. Tuttavia, il legame più forte è
quello fra il sentimento e l’azione. Per quale ragione, quando
provate amore o collera, quel sentimento si apre immediatamente
un varco sino al piano fisico? Che lo vogliate o no, fate i gesti
che gli corrispondono. Amate qualcuno, e siete istintivamente
spinti a sorridergli, ad accarezzarlo, a baciarlo. Ma basta che
siate irritati nei suoi confronti, e dovete fare degli sforzi per
non fulminarlo con lo sguardo o per non prenderlo a botte.
Ogni sentimento si manifesta attraverso determinati gesti, ed è
vero anche il contrario: fate finta  di essere meravigliati e
finirete per esserlo veramente; fate finta di essere disgustati e
lo sarete davvero. Come i sentimenti trascinano necessariamente
con sé certi gesti, così i gesti trascinano con sé i sentimenti
corrispondenti. Ecco delle leggi di cui occorre essere coscienti
per poterne beneficiare nella vita quotidiana.

 

Molti, incontrandosi, non hanno nulla da dirsi; ma basta che
sentano pronunciare il nome di una certa persona perché
immediatamente trovino quell’argomento una fonte inesauribile di
commenti, e questi commenti sono raramente ispirati
dall’indulgenza o dalla comprensione. Dopo un po’ i due si
lasciano e la conversazione si interrompe, ma solo per
rincominciare più in là. «Sapete cos’ha fatto il tale?» Ed ecco
di nuovo la stessa storia raccontata con qualche dettaglio
supplementare, perché gli esseri umani hanno una naturale
tendenza ad amplificare.
Così, il mondo intero è pieno di “amplificatori”, soprattutto
quando si tratta di divulgare storie scabrose. Preparano quelle
storie aggiungendo un condimento assolutamente speciale che rende
il piatto sempre più indigesto. Ma più il piatto diventa
indigesto, più ci sono intenditori pronti a deliziarsene. Ecco
come gli umani avvelenano l’atmosfera; e la cosa più
straordinaria è che spesso chiamano questo  “informazioni”.

 

 

Quale comprensione della Natura hanno gli esseri umani, e come la percepiscono? Per loro, la terra, il sole e le stelle non sono veramente vivi né, a maggior ragione, intelligenti; soltanto loro, nell’Universo, possiedono l’intelligenza. Ma com’è possibile che un’intelligenza, se non esisteva da nessun’altra parte, si sia introdotta nel loro cervello? Ammettendo invece che sia l’essere umano stesso ad essersi fabbricato la propria intelligenza, viene voglia di porgli questa domanda: «Ma allora, perché sei così sciocco e limitato? Dato che sei l’unica fonte di intelligenza, perché non te ne sei data un po’ di più, e di migliore qualità?» In realtà, quell’intelligenza – che si manifesta parzialmente nel cervello umano – esiste ovunque nell’Universo. Sono gli esseri umani stessi che, nella loro ignoranza, stanno mettendo dei limiti alla propria comprensione, mortificando tutto ciò che esiste attorno a loro. 

 

Io sono la luce del mondo», diceva Gesù. La luce del mondo è il
sole, ma il Cristo è infinitamente più del sole. Al di là della
luce visibile del sole fisico, esiste un’altra luce che è la vera
luce del sole, lo spirito del Sole. È di questa luce che parlava
Gesù ed è con essa che si identificava. E come la luce materiale
ci permette di vedere gli oggetti del piano fisico con i nostri
occhi fisici, così la luce interiore, la luce del Cristo, ci dà
accesso alla visione del mondo divino. Noi dobbiamo cercare di avvicinarci a questa Luce, imparare che cos’è, come vivere con essa e in essa, e lavorare ogni giorno per captarne alcune particelle infinitesimali e condensarle in noi… sino al momento in cui saremo in grado di proiettarle come raggi sugli esseri e sugli oggetti del mondo invisibile, che a quel 
punto ci appariranno nella loro realtà sublime. 

 

Quante persone si vantano di dire la verità quando invece spesso
farebbero meglio a tacere! Ecco, per esempio, un uomo che confida
a un amico i dubbi che l’atteggiamento della propria moglie gli
ispira: gli è forse infedele? L’amico, che sa come stanno le
cose, crede sia suo dovere dire la verità, e gli conferma che in
effetti sua moglie lo tradisce. Risultato: il marito, malato di
gelosia, sorprende la moglie con l’amante, spara e li uccide
entrambi; poi, disperato, si fa saltare le cervella. Troverete
che sia un modo un po’ semplicistico di presentare le cose, ma
non lo è poi così tanto. Guardate tutto il male che fanno gli
esseri umani col pretesto di dire la verità!
La verità è una cosa eccellente, ma a condizione che si consulti
prima la saggezza per sapere come, quando e a chi la si può dire.
Altrimenti, nulla è più catastrofico della verità quando la
saggezza non è presente per dosare e orientare, il che
naturalmente vale anche per l’amore. Infatti tutti e tre sono
collegati fra loro e devono procedere sempre insieme: l’amore, la 
saggezza e la verità. 

 

Ciascuno di noi è un’entità individuale che ha una propria vita;
ma noi non siamo soli, facciamo parte di un insieme, e la
questione che ci interessa è sapere come possiamo conciliare le
esigenze della vita individuale con quelle della vita collettiva.
Ogni individuo è particolare: è l’Intelligenza cosmica ad aver
creato questa varietà di creature e non si deve cercare di
livellarle, di uniformarle. Ciascuno ha il diritto di
manifestarsi con le proprie differenze e la propria originalità,
a condizione però di armonizzarsi con l’insieme, come in
un’orchestra. Per forma, materia e sonorità, quante differenze
fra violino, violoncello, pianoforte, oboe, flauto, arpa, tromba,
piatti, gran cassa…! Ma da questa diversità nasce un’armonia
perfetta.

 

Voi siete abitati da pensieri, sentimenti, desideri… Certe
persone o certe cose vi attirano, mentre altre vi respingono…
Credete di essere sempre voi ad esprimervi o ad agire
liberamente? No. Anche se avete qualche difficoltà ad ammetterlo,
in realtà quei pensieri, quei sentimenti e quei comportamenti
sono spesso le manifestazioni di parenti deceduti che vengono
momentaneamente a eleggere il proprio domicilio in voi. Sono loro
che, attraverso voi, reagiscono, reclamano e protestano. La
Scienza iniziatica li chiama “gli spiriti familiari”.
Perché a volte è così difficile spiegare il comportamento di
certe persone? Perché non si tiene conto abbastanza del fatto che
un essere umano è la somma di tutte le creature che egli porta in
sé, ignorando il più delle volte chi siano quelle creature e cosa 
vogliano realizzare attraverso lui. 

 

Quante persone credono di avere una vocazione artistica! Sempre
più si vedono spuntare poeti, pittori, scultori, cantanti,
musicisti, danzatori, ecc. Ma hanno forse un alto ideale? Hanno
lavorato su se stessi? No?… Allora, non daranno niente di
straordinario. Lo scultore che non abbia cominciato con lo
scolpire se stesso, non è un vero scultore. Il pittore che non
abbia lavorato sui colori della propria aura, non è un pittore.
Il musicista che non abbia mai pensato ad accordare in sé
l’intelletto, il cuore e la volontà, non conosce ancora
l’armonia.
La vera arte consiste nell’essere anzitutto artisti nei propri
pensieri, nei sentimenti, nei gesti, nelle parole, negli sguardi…
Ogni giorno ci sono delle mostre, dei concerti e dei balletti
presentati davanti agli angeli. Essi ci guardano senza sosta, ci
ascoltano…. Perché allora tante persone si ostinano a voler
attirare spettatori, ascoltatori, lettori? Se non ci riescono,
soffrono, si logorano, quando invece ogni giorno davanti a loro
sta un pubblico angelico che attende di poter ammirare le loro
opere.

 

Quando vi disponete a pregare, a meditare, a contemplare il
sorgere del sole, ditevi: «Sono con la purezza, sono con la luce,
sono con il mio Amato, il Signore, sono con la mia Amata, la
Madre Divina; nient’altro deve contare se non questo momento in
cui posso comunicare con Loro». Lasciate le vostre borse e i
vostri fardelli: presentatevi leggeri e liberi dinanzi alla
Divinità e agli splendori della Natura. È così che troverete la
soluzione a molti dei vostri problemi interiori, a situazioni che
credevate fino ad allora inestricabili.
Per vedere, per comprendere, per sentire, occorre essere lì,
presenti. Prendete esempio dagli uomini e dalle donne che vivono
un grande amore: quando sono insieme, sono capaci di dimenticare
tutto. Con lo sguardo immerso negli occhi dell’altro, quando
vogliono descrivere ciò che hanno visto, non parlano che di luce
e di immensità.

 

La vita, così come ciascuno la vede, è in gran parte il riflesso
di ciò che ciascuno è. Se si pensa che sia bella, significa che
si porta la bellezza dentro di sé, e se si pensa che non abbia
alcun senso, significa che si è ignoranti e limitati.
A seconda delle persone, la vita assume espressioni talmente
diverse! Ma la verità è che, per la maggior parte di loro, la
vita rimane una sconosciuta. Quante volte si sente dire: «Eh, sì,
caro mio, che ci vuoi fare… è la vita!» Un uomo è malato,
infelice, rovinato, tradito dalla moglie, e dice: «È la vita!»
Per tutto ciò che è negativo si dice: «È la vita!» Ma di quale
vita si sta parlando? Ci sono vite e vite. C’è la vita del rospo,
del cinghiale, del coccodrillo, oppure la vita della colomba, la
vita dell’angelo, la vita di Dio… Chi si pronuncia sulla vita non
può farlo che al proprio livello. Chi può sostenere di conoscere
la vita in tutta la sua ampiezza, la sua grandezza e la sua
immensità?

 

Chi vuole avanzare sul cammino dell’evoluzione deve dare il primo
posto allo spirito, alla luce. A tale scopo, occorre almeno che
ne senta il bisogno. Purtroppo, però, questo bisogno non lo si
può  fabbricare: lo si ha sin dalla nascita oppure non lo si ha,
e questo dipende dal tipo di esistenza vissuta nelle altre
incarnazioni.  Se un essere viene al mondo con un’inclinazione
per la spiritualità, allora basteranno pochissime cose – anche un
solo libro, alcune parole – per dargli uno slancio che niente
potrà arrestare. Per un altro, invece, anche se fossero presenti
i più grandi Iniziati per dargli spiegazioni e consigli, non
servirebbe a nulla: finché egli è abitato da tendenze che lo
trascinano in tutt’altra direzione, è lì che andrà.
Per poter tornare nella prossima incarnazione con il bisogno di
vivere la vita dello spirito, da oggi fate almeno lo sforzo di
comprenderne i benefici. Anche se non ne sentite tanto il
bisogno, cominciate a preparare il terreno. Quando ritornerete,
il vostro lavoro sarà facilitato perché avrete già piantato
qualche seme.

 

Quali sono i credenti che non sognano il Paradiso? Al tempo
stesso, però, se ne precludono l’ingresso, poiché continuano ad
accumulare impurità in se stessi. Solo chi lavora per ristabilire
la sua purezza originaria, potrà udire un giorno Dio stesso
dirgli: «Vieni, entra e guarda». E cosa vedrà?… Dei corpi di
luce. Nel Paradiso tutti sono nudi, rivestiti di luce. L’unica
veste degli angeli è la luce, perché la luce è la materia stessa
del loro corpo.
Gli Antichi Misteri presentavano la dea Iside rivestita di un
velo che solo i grandi Sacerdoti, gli Ierofanti, erano
autorizzati a togliere. Ciò significa che colui che vuole
contemplare la Divinità deve essere egli stesso nudo, vale a dire
puro, altrimenti Ella rimarrà sempre velata per lui ed egli non
riuscirà a scoprire i Suoi segreti. Via via che un essere si
purifica, Iside Si svela davanti a lui; allora egli vede,
comprende, e tutto ciò che vive non è che luce e gioia. Questo è
veramente il Paradiso.

 

Com’è possibile che gli esseri umani abbiano in definitiva
utilizzato per la propria rovina moltissime cose che potevano
invece servire per la propria salvezza o per quella degli altri?
Non c’è che una risposta: mancanza di luce, cupidigia, bisogno di
imporsi. Quanti ricercatori si sono pentiti di aver rivelato
alcune loro scoperte, poiché queste sono subito finite in mano a
persone che se ne sono servite per nuocere, in un modo o
nell’altro, ai propri simili, per dominarli, sfruttarli o
distruggerli.
Anche gli Iniziati e i Maestri spirituali sono sempre stati
costretti a preoccuparsi di questo tema,  avendo constatato
quanto le verità, da loro rivelate agli esseri umani per
aiutarli, potessero essere mal comprese e mal utilizzate,
causando così la loro rovina. Per questo, nel precetto che essi
hanno dato: «Sapere, volere, osare, tacere», soprattutto non si
deve trascurare il «tacere». Quando gli esseri umani saranno più
evoluti, si potranno fare loro tutte le rivelazioni, ma per ora
spesso è meglio tacere e seguire il consiglio di Gesù di «non
gettare le perle ai porci»

 

Nell’universo da Lui creato, Dio è ovunque, e tuttavia Egli è
distinto dall’universo. Per chiarire questa idea, si può prendere
un’immagine: quella della chiocciola. La chiocciola possiede un
corpo tenero, molle, mentre il suo guscio è duro. A prima vista
non si vede niente in comune fra la chiocciola e il suo guscio.
Eppure è lei ad averlo secreto, e a poco a poco quel guscio
cresce perché il corpo eterico della lumaca, penetrando nei
minuscoli interstizi, allontana tra loro le particelle di
materia…
La chiocciola è distinta dal proprio guscio, ma è lei ad averlo
secreto e ingrandito. Allo stesso modo, Dio non è l’universo, ma
lo ha creato come un’emanazione fluidica di Se stesso, emanazione
che si è in seguito condensata per formare i mondi, le
costellazioni, le galassie… Per far evolvere l’universo, Dio
continua instancabilmente a impregnarlo della propria vita.
L’universo, che è vivo, si trasforma quindi grazie alla vita del
Signore, ma il Signore resta un’Entità distinta. Egli è ovunque
nell’universo, ma non Si confonde con esso.

 

Un Insegnamento spirituale può aiutare soltanto gli esseri che
hanno già fatto tutto un lavoro interiore di preparazione. Quanto
agli altri, è esattamente come se spiegaste a un gatto che non
deve più mangiare i topi; vi ascolta e fa: «Miao!» vale a dire:
d’accordo, promesso, ho capito. Ma all’improvviso si sente un
rumorino: è un topo che sta passando di lì; ed ecco che il gatto
vi pianta in asso per gettarsi sul topo. Eppure vi aveva
ascoltato attentamente, vi aveva persino fatto una promessa. Ora
torna leccandosi i baffi e fa ancora: «Miao!» cioè (traduzione
letterale): è più forte di me… ho bisogno di mangiare i topi,
non posso cambiare la mia natura di gatto da un giorno all’altro.
Perciò, finché l’uomo è un gatto… o un altro animale, avrete un
bel predicare, ma non servirà a gran che. Per coloro che invece
sono pronti, bastano appena poche parole che subito comprendono e
lavorano per il bene. Allora, prima di voler convincere tutte le
persone attorno a voi delle verità della Scienza iniziatica,
studiate anzitutto con chi avete a che fare.

 

La maggior parte delle persone vive con la convinzione che, prima
di dedicarsi alla vita spirituale, si debbano sistemare le
questioni materiali. Dicono: «Devo prima avere un lavoro, poi mi
sposerò e avrò dei figli da crescere. Tutto questo mi terrà
occupato per parecchi anni, ma in seguito sarò libero per la vita
spirituale». Non si rendono conto che questo modo di pensare è
una trappola abilmente tesa dalla loro natura inferiore che vuole
tenerli il più a lungo possibile lontani dall’unica cosa che
possa veramente aiutarli.
Se aspettate di aver sistemato tutti i vostri affari prima di
vivere la vita spirituale, non farete nulla. Perché gli affari
materiali non si sistemano mai; si verificano senza sosta degli
imprevisti ai quali si deve rimediare. Occorre quindi entrare
nella vita spirituale qualunque sia lo stato dei propri affari
materiali. Perché? Perché dando il primo posto alla vita
spirituale, si lavora sul mondo delle cause, dunque si preparano
le migliori condizioni affinché anche il lato materiale, a poco a
poco, ne risulti  favorevolmente influenzato.

 

Diffidate di quei libri che sostengono di fornirvi i mezzi per
acquisire poteri magici grazie allo sviluppo dei chakra. Si
incomincia – vi spiegano – con esercizi prolungati di
concentrazione e respirazione allo scopo di risvegliare la forza
Kundalini. Non dirò che tali esercizi non diano  risultati… Ma
quali risultati?
Se cercate di sviluppare i vostri chakra senza prima aver fatto
degli studi e un lungo lavoro, vi esponete a tutti i pericoli. È
esattamente come affidare dei fiammiferi a un bambino. Che cosa
ne farà? Provocherà un incendio. Ebbene, occorre sapere che la
forza Kundalini, che deve essere attivata per risvegliare i
chakra, è un vero fuoco, e chi non si è prima esercitato per
acquisire la purezza e la padronanza, rischia di vedere il fuoco
di Kundalini scatenarsi e devastare tutto in lui. Chi invece
incomincia lavorando sulla purezza e sul dominio di sé, lavora
anche in modo indiretto sui propri chakra, i quali si svegliano e
si mettono a funzionare senza che vi siano pericoli per lui.

 

Chiedete a qualcuno cosa rappresenti per lui la luce del sole: vi
risponderà che essa gli permette di vedere, e gli esseri e gli
oggetti gli sembreranno sempre più importanti della luce che li
rende visibili.
Per la Scienza iniziatica, la luce è uno spirito vivo,
cosciente, attivo. Direte che l’irradiamento solare non è uno
spirito, ma un fenomeno materiale che i fisici hanno studiato
molto attentamente. Sì, ma la luce del sole non è che la
manifestazione sul piano fisico dello Spirito cosmico tramite il
quale l’Universo è stato creato. L’Universo è una creazione della
Luce. La Luce è uno spirito, è lo Spirito di Dio stesso. Essa ha
creato e alimenta la vita, la vita fisica come la vita
spirituale. Più gli esseri umani ricevono e assorbono la luce,
più la loro anima e il loro spirito si manifestano come
intelligenza, amore, potenza. Per questo si utilizza la parola
“luce” dandole una dimensione spirituale. Quando di qualcuno si
dice che ha la luce, significa che lo spirito si manifesta in
lui.

 

Ognuno sa quanto sia importante essere attenti, ma l’attenzione
ha diversi aspetti. L’aspetto più conosciuto è ovviamente
quell’impegno costante, necessario per poter svolgere
correttamente il nostro lavoro, per capire ciò che gli altri ci
dicono, per leggere un libro, ecc. Esiste però anche un’altra
forma di attenzione che si chiama “osservazione di sé”,
introspezione. Consiste nel prendere coscienza, in ogni momento
della giornata, di ciò che sta avvenendo in noi, nel discernere
le correnti, i desideri e i pensieri che ci attraversano, le
influenze, le sollecitazioni che proviamo. È questo il tipo di
attenzione che non è sufficientemente sviluppata.
È detto nelle Scritture: «Siate vigili, perché il diavolo, come
un leone che ruggisce, è pronto a divorarvi». Ovviamente, sul
piano fisico non vedrete né leone né diavolo: è nel campo
interiore che si è minacciati. È lì che ci sono desideri,
progetti, passioni e bramosie che vi spiano e cercano di
fagocitarvi. E se non siete attenti, sarete divorati.

 

Certi maghi o stregoni hanno la reputazione di poter resuscitare
i morti. In realtà, non si tratta di vere resurrezioni:
servendosi di certi metodi che conoscono, quegli stregoni
riescono a evocare alcune entità terrene o sotterranee e le
introducono nel cadavere per animarlo. Non è lo spirito del morto
a tornare, bensì altre entità che questi stregoni riescono,
mediante evocazioni, a far entrare in quel corpo e a mantenervele
per un certo tempo.
Tutti coloro che sostengono di essere stati resuscitati, in
realtà non erano morti, anche se si è potuto credere che lo
fossero perché il loro cuore non batteva più. La vera morte non
si verifica quando il cuore cessa di battere, ma quando ha
perduto il suo calore. Il fatto di non respirare più non è ancora
la morte. Finché il cuore conserva il suo calore, l’uomo può
essere riportato in vita mediante frizioni o altre cure, o anche
grazie alla Magia divina. Ma quando il calore abbandona il cuore,
e  la corda d’argento che collega il corpo fisico al corpo
eterico e al corpo astrale è recisa, non si può fare più niente
per riportarlo in vita.

 

Aspirate ad incontrare l’infinitamente grande, a unirvi a Lui?
Iniziate col toccare l’infinitamente piccolo. Ciò significa che,
per raggiungere Dio, dovete incominciare concentrandovi sulle
cellule del vostro corpo. Se pensate ogni giorno alle vostre
cellule, a come purificarle, fortificarle, illuminarle, a poco a
poco sentirete che state iniziando a toccare la Divinità, che è
Essa stessa purezza, forza, luce.
Un giorno, dopo aver cercato di meditare senza successo sulla
grandezza infinita di Dio, un discepolo andò a interrogare il suo
Maestro. E il Maestro rispose: «Dio è grande perché si occupa
delle cose più piccole». Questo significa anche che tutti coloro
che nella vita non vogliono occuparsi degli esseri più umili, dei
poveri, degli infelici, degli ignoranti, non saranno mai grandi.
Quando Gesù visitava i poveri, i malati, le prostitute, o
prendeva i bambini tra le sue braccia, mostrava di conoscere
questa legge. Tutti coloro che vogliono frequentare solo i
ricchi, i sapienti, i potenti e rifiutano di incontrare gli
umili, non conosceranno mai la grandezza di Dio.

 

Come tutti, anche voi vi lamentate di essere stanchi, esauriti.
Eppure, sapete cos’è veramente la stanchezza? La stanchezza è
qualcosa che si aggrappa a voi come certe persone attaccaticce
che non vogliono più lasciarvi e pretendono sempre che qualcuno
le ami, che resti con loro. Eh sì, accettando la stanchezza e
occupandosene, la si rinforza, e questa ritorna sempre.
È giunto il momento di avere un altro atteggiamento, e vedrete
cosa avverrà. La primavera e l’estate sono periodi in cui per voi
è benefico assistere al sorgere del sole. Spesso pensate: «Mio
Dio, che fatica alzarsi così presto dal letto… Sono talmente
stanco!» Ebbene, sarete sempre stanchi. Dite invece: «È vero, non
ho voglia di alzarmi, ma voglio cambiare: mi alzerò ugualmente».
Allora vi alzate, vi passate un po’ d’acqua sul viso, uscite
all’aria pura, e improvvisamente sentite che la stanchezza è
scomparsa. Contrariamente a ciò che si crede, per sbarazzarsi
della stanchezza non si deve restare inattivi, occorre invece
fare un movimento, un gesto. Se non lottate contro di essa, la
stanchezza non vi abbandonerà mai.

 

Tutto ciò che esiste nell’Universo è attraversato dalle correnti
della vita cosmica; ogni essere, ogni oggetto ne conserva le
tracce, e quelle tracce possono essere ritrovate. Allo stesso
modo, i pensieri, i sentimenti, le azioni degli esseri umani,
come le aspirazioni, gli slanci, i progetti e le preghiere,
partono da loro per andarsene in tutte le direzioni; niente
scompare.
E non solo tutto si propaga, ma tutto si registra e prima o poi
può essere ritrovato. La vita che circola attraverso lo spazio
può essere captata in qualsiasi luogo dell’Universo. Se non ci
riusciamo, è perché non possediamo gli apparecchi fisici o
psichici appropriati. Ma la realtà è questa: le onde prodotte dai
nostri pensieri, dai nostri sentimenti e dalle nostre azioni si
propagano, e noi dobbiamo tenerne conto per far sì che i nostri
pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni producano
soltanto onde benefiche.

 

Il nostro corpo fisico ha uno stomaco che digerisce il cibo
fisico. Allo stesso modo, il nostro corpo astrale e il nostro
corpo mentale hanno anch’essi uno stomaco: lo stomaco astrale ha
la funzione di digerire i sentimenti, lo stomaco mentale di
digerire i pensieri. Dobbiamo fare attenzione alla salute di
questi stomaci psichici così come facciamo attenzione alla salute
del nostro stomaco fisico.
Chi ingerisce qualunque pensiero e qualunque sentimento o si
permette degli eccessi, soffre di indigestione e in lui si
verifica anche un accumulo di scorie che egli è poi costretto a
eliminare, come si è obbligati a eliminare le scorie del cibo
fisico. Chi abusa di pensieri e sentimenti grossolani sporca
tutto al suo passaggio con le sue emanazioni nauseabonde. Ci sono
quindi delle regole da osservare per il nutrimento psichico, come
ve ne sono per il nutrimento fisico, e sta a ciascuno trovarle in
se stesso.

 

Ecco qualcuno che ha fatto di tutto per perdere il controllo: ha
lasciato campo libero a entità inferiori che cercano solo la
disgregazione degli esseri umani. Ora soffre, si lamenta e accusa
varie persone  di essere responsabili del suo stato. No, non deve
accusare nessun altro all’infuori di se stesso; deve dire: «Non
ho lavorato come si deve, non ho studiato bene», e poi darsi da
fare per ristabilire la situazione. Certo, occorrerà molto tempo.
Chi ha trascorso anni a nutrire pensieri e sentimenti
disordinati, non potrà riparare tutto in pochi giorni. Dovrà
lavorare altrettanto a lungo prima di ottenere dei risultati.
Gli esseri umani sono talmente ingenui! Per anni hanno vissuto
in modo irragionevole, e quando decidono di prendere un altro
orientamento, si illudono che basteranno pochi giorni per
cambiare tutto. Qualunque cosa pensino, purtroppo ciò è
impossibile. Così come hanno impiegato molto tempo a
distruggersi, allo stesso modo avranno bisogno di molto tempo per
ristabilirsi completamente. Ma non appena ci si decide a compiere
degli sforzi, già si incomincia a sentire un miglioramento.

 

Quando si vede come certe persone comprendono l’amore, come lo
manifestano e quali metodi utilizzano per ottenerlo, ci si rende
conto che inconsciamente stanno già sguazzando nella magia nera.
Decidere di sedurre qualcuno significa volersi imporre a quella
creatura, esercitare una violenza su di essa, e non se ne ha il
diritto: è proibito dal Cielo. Ma quando l’amore s’impadronisce
di certe persone, a queste non interessa sapere se colui o colei
che amano contraccambino il loro amore: vogliono essere amate ad
ogni costo e a quel punto sono capaci di tutto, persino di
affidarsi a pratiche di stregoneria. Ma vi avverto, non fatelo
mai, perché entrereste in relazione con forze diaboliche, le
quali, dopo avervi servito, si ritorcerebbero un giorno o l’altro
contro di voi.

 

Se lasciate che il vostro pensiero si disperda giorno e notte in
futilità di ogni genere, non stupitevi se al momento di meditare
e di legarvi alla luce, vi scontrate con grandi difficoltà…
Quanti si lamentano: «Ah, com’è difficile concentrarsi su un tema
spirituale! Sono costantemente invaso dai pensieri e dai
sentimenti più disparati che mi trascinano altrove». Esistono
anche casi drammatici: in questo faccia a faccia con se stessi
che è la meditazione, certe persone sono talmente sconvolte e
prese alla sprovvista dalla natura delle impressioni e delle
correnti che le attraversano, da arrivare a credere che queste
siano state inviate da altri, male intenzionati, per far loro del
male. Ma attribuire a una causa esterna i turbamenti che si
provano non risolve nulla.
Attraverso la vita che conducono, gli esseri creano,
moltiplicano e amplificano in se stessi  pensieri e sentimenti
caotici. Nel corso normale dell’esistenza, forse non se ne
rendono conto; è nel momento in cui, nel silenzio, vogliono
finalmente fare una pausa per legarsi alla luce, che si sentono
invasi da presenze indesiderabili di ogni genere. Ma non si
illudano: sono loro ad averle attirate. Incominciate quindi col
cercare in voi stessi la causa delle vostre difficoltà, e
lavorate per dominare il vostro pensiero: un giorno finirete per
trionfare.

 

 “Sulla terra il bene ha bisogno del male. Sì, per manifestarsi, il
bene ha bisogno del male, altrimenti si addormenta, perché non
c’è più nulla che lo stimoli. Il male eccita il bene, stimola il
bene, e allora il bene agisce. È grazie al male se il bene è
bene. Se la bruttezza non esistesse, non si saprebbe quanto è
bella la bellezza e, allo stesso modo, se non ci fosse il male,
non si saprebbe cos’è il bene.
Volete annientare il male? D’accordo, ma anche il bene sarà
annientato, perché il male equivale alle radici del bene: se
strappate le radici di un albero, questo muore. Naturalmente ciò
non significa che dobbiamo nutrire e rinforzare il male. No, il
male è già abbastanza forte così com’è, non ha bisogno del nostro
aiuto; ma non bisogna nemmeno cercare di sradicarlo – del resto
non ci si riesce. Quello che bisogna fare, è sapere quale
atteggiamento adottare nei suoi confronti in modo da utilizzarlo
per il bene.

 

I Serafini sono gli angeli della sefirah Kether, la prima sefirah
nell’Albero della Vita, l’Albero sefirotico, e sono quindi i
primi a ricevere le emanazioni divine. Sono immersi nell’oceano
della materia primordiale ancora in piena ebollizione. Bevono
alla sorgente della Luce, alla sorgente dell’Amore che è il loro
unico nutrimento, e giorno e notte ripetono: «Santo, Santo, Santo
è il Signore Dio, l’Onnipotente». Si nutrono contemplando il
Signore, e per questo vengono rappresentati con occhi su tutto il
corpo. I Serafini sono la perfetta manifestazione dell’amore, perché
l’amore vero è una contemplazione.

 

 

 Non basta abbandonarsi a un vago impulso mistico per attirare la
Divinità. Quando ci si abbandona così, si è passivi, e allora non
si ha la certezza che sia la Divinità che si riceve; saranno
piuttosto degli spiriti tenebrosi i quali, vedendo un ignorante
senza protezione e aperto a tutti i venti, si rallegrano di
trovare un luogo dove installarsi.
Qualunque cosa vogliate intraprendere, è necessario incominciare
col preparare le condizioni. Quando dovete versare un liquido in
un recipiente, per esempio del latte, in genere fate attenzione
che il recipiente sia pulito e se è sporco lo lavate. Se
assomigliate a un recipiente sporco, credete che lo Spirito Santo
verrà a dimorare in voi? Quelle che verranno, saranno entità
tenebrose, impure, perché sono attratte dal nutrimento che è in
voi sotto forma di passioni, di istinti mal dominati. Lo Spirito
Santo può venire, ma solo il giorno in cui, a forza di lavoro,
avrete preparato una dimora che sia degna di Lui.

 

Per secoli, e particolarmente nel Medioevo, la Chiesa non ha
smesso di spaventare i cristiani con i castighi dell’Inferno.
Sosteneva di agire così per la salvezza delle anime, ma in realtà
questo metodo ha prodotto anche molti danni. Si può perfino dire
che le anime siano quasi diventate dei rifugi per il Diavolo,
perché le persone pensavano talmente tanto a lui che hanno finito
per dimenticarsi di Dio. Quanti ritratti sono stati fatti del
Diavolo! È stato disegnato, scolpito, dipinto, e nei sermoni,
oralmente o per iscritto, i predicatori si sono serviti di lui in
modo esagerato. Lo hanno utilizzato nello stesso modo in cui si
minacciano i bambini con i gendarmi, con il lupo o il babau,
affinché se ne stiano tranquilli.
E nell’epoca attuale, non ci sono forse persone che ancora
utilizzano la religione in questo modo? Questo è molto dannoso
dal punto di vista pedagogico. Contrariamente a ciò che
sostengono, coloro che agiscono così non si preoccupano tanto del
bene delle anime, ma cercano soprattutto di esercitare il proprio
potere su di esse. Se invece sono sinceri, la situazione non
migliora: significa che sono malati

 

Noi dobbiamo metterci al servizio del Signore, vale a dire al
servizio di tutto ciò che esiste in noi di più puro, di più
nobile, di più luminoso. Ma per essere un buon servitore, occorre
prepararsi, imparare, esercitarsi. Osservate ciò che accade nella
vita corrente: ritenete forse che il primo venuto possa essere un
buon impiegato, un buon segretario o un buon ministro, solo per
il fatto che lo desidera sinceramente? No, deve prima aver
studiato e sviluppato certe facoltà e qualità. Quindi, a maggior
ragione, questo vale anche quando si tratta di entrare al
servizio del Signore.
Cosa farà chi non si è preparato? Crederà di servire il Signore,
ma in realtà rimarrà il servitore dei propri pregiudizi, dei
propri preconcetti, delle proprie illusioni. Ed è così che agisce
il fanatico: con il pretesto di servire Dio, si impone come
missione quella di combattere coloro che definisce “miscredenti”,
“infedeli”, ecc. In realtà, egli non è che il servitore di entità
oscure che cercano, attraverso lui, di realizzare i loro progetti
malefici.

 

Avete visto delle persone ubriache: lo zigzag della loro andatura
si ritrova anche nel loro umore che passa da un estremo
all’altro. Ridono, poi piangono; hanno l’aria beata, poi furiosa;
si addormentano sotto il tavolo, oppure rompono tutto… In realtà,
il vino non è il solo a provocare l’ebbrezza. Ci sono pensieri e
sentimenti che assomigliano al vino: la gelosia, la collera, i
desideri sensuali, ecc. Coloro che sono sotto l’influsso di quei
vini, si smarriscono nelle brume e nei vapori del mondo astrale,
e il loro passo e il loro giudizio sono vacillanti.
Ma esiste anche un’ebbrezza divina: l’estasi; e questa ebbrezza,
al contrario, dona una visione chiara e illumina la coscienza.
Non è proibito inebriarsi, perché è Dio stesso che ha messo
questo bisogno nell’uomo, ma egli deve cercare l’ebbrezza in
alto, nella bellezza, nella luce, bevendo l’acqua pura che
zampilla sulla cima delle montagne spirituali. Bevete di
quest’acqua e conoscerete una meravigliosa ebbrezza che vi darà
l’equilibrio, la forza e la chiarezza

 

Qual è l’origine del pessimismo negli esseri umani? Alcuni
sosterranno sicuramente che è la loro lucidità: come non essere
pessimisti quando si vede come va il mondo? Non è affatto così!
L’origine del pessimismo si trova nei loro desideri e nelle loro
ambizioni smisurate che non sono riusciti a realizzare perché non
ne sono stati capaci. Allora, delusione dopo delusione, hanno
finito per guardare l’esistenza con occhi disincantati.
Si vede spesso manifestarsi il pessimismo nelle vecchie nazioni.
Queste si sono edificate su grandi progetti che quelle stesse
Nazioni credevano di poter facilmente condurre a buon fine. Certi
successi le avevano indotte a credere che, non solo avrebbero
dominato i paesi vicini, ma che avrebbero anche esteso la propria
influenza su contrade lontane. Ecco l’errore! Si vuole fagocitare
il mondo intero, ma bisognerebbe prima domandarsi se si sarà
capaci di digerirlo; e anche se si comincia riportando qualche
successo, a poco a poco arrivano le difficoltà, le sconfitte, le
perdite, i debiti da pagare, e ci si ritrova in un vicolo cieco.
Come vedere allora l’avvenire sotto una luce favorevole?…

 

Molti credono che per voler consacrare la propria vita ad aiutare
gli esseri umani, si debba essere ingenui, utopisti, e non
vederne i difetti. Niente affatto! Posso anzi dirvi che un
saggio, un Maestro spirituale, vede meglio di chiunque altro
quanto gli esseri umani possano essere deboli, egoisti, ipocriti,
infedeli, ecc. Egli però non si ferma lì, perché sa anche che non
si possono aiutare le persone tenendo gli occhi puntati sui loro
difetti e i loro vizi: con questo atteggiamento si finisce
addirittura per aggravarli.
Un Maestro spirituale sa che gli uomini e le donne sono figli e
figlie di Dio; si sofferma su questo pensiero, avvicina tutti gli
esseri con questo pensiero. Fa così un lavoro creatore, perché
aiuta tutti coloro che incontra a sviluppare le qualità che
posseggono, e  da questo atteggiamento egli stesso attinge forza
e gioia. Allora, perché  non dovreste fare lo stesso anche voi?
Il miglior modo di agire nei confronti degli altri, è cercare di
scoprire le loro qualità, le loro virtù, le loro vere ricchezze,
e concentrarsi su queste per aiutarli a svilupparle.

 

Quante persone si illudono di poter avere successo fidandosi
unicamente dei calcoli del proprio intelletto! Ebbene no,
l’intelletto è limitato. Non è l’intelletto a possedere la vera
comprensione delle cose, e quelli che contano su di esso per
risolvere tutti i loro problemi, rischiano di commettere gravi
errori. I loro intrighi, ispirati solo dall’interesse,
dall’egoismo e dalla volontà di imporsi agli altri, non tengono
conto dei disegni dell’Intelligenza cosmica. Così, senza saperlo,
essi smuovono gli strati oscuri dell’atmosfera psichica
provocando delle forze terribili, e queste forze si scatenano in
seguito contro di loro.
L’Intelligenza cosmica ha costruito l’essere umano in modo tale
che egli non possa raggiungere la pienezza se non rispettando le
leggi di un mondo superiore da cui riceve la luce e la forza. E
non sarà l’intelletto a permettergli di conoscere le leggi del
mondo superiore, bensì l’anima e lo spirito.

 

L’onestà, la bontà, la generosità, la pazienza, la pace,
l’armonia… Ecco i valori che nel futuro saranno i più stimati.
Chi non saprà manifestare queste virtù, sarà considerato inutile
e anche nocivo. Verranno dati dei diplomi a tutti quelli che, con
il proprio comportamento, lavorano per la fratellanza fra gli
uomini, mentre invece coloro che si accontentano di diventare
delle enciclopedie, non saranno ammessi. Infatti, per portare il
Regno di Dio sulla terra, c’è bisogno di caratteri forti, non di
“uffici d’informazioni”.
I veri diplomi sono dati dalla Natura stessa, e soltanto da Lei.
Se, posando semplicemente la vostra mano sulla spalla di una
persona turbata, angosciata, riuscite a calmarla, è la prova che
avete ricevuto il diploma: il Cielo ve lo ha dato. Perché i veri
diplomi non sono di carta; sono stampati sul vostro viso, sul
vostro corpo, in tutto il vostro essere. Se non portate su di voi
un diploma vivo, fatto di emanazioni potenti e luminose, potrete
anche avere tutti i diplomi della terra, ma agli occhi della
Natura non sarete niente.

 

La sera, al momento di addormentarvi, abbandonatevi nelle mani
del Signore e dite: «Mio Dio, voglio fare Tua volontà. Disponi di
me». E l’indomani, verificate se nei vostri pensieri, nei vostri
sentimenti e nelle vostre azioni, è davvero la volontà di Dio, e
non quella della vostra natura inferiore, che state facendo.
Perché non basta donare tutto a Dio la sera a parole, e
l’indomani lasciarvi andare a tutti i vostri capricci.
Noi siamo venuti sulla terra per partecipare al lavoro della
Creazione. Gesù diceva: «Il Padre mio lavora e anch’io lavoro».
Questo lavoro con Dio, per Dio, è l’ultima parola
dell’Iniziazione. Tutto ciò che doniamo a Dio, lo eleviamo al
livello in cui Egli stesso Si trova. Allora, Dio ripete il nostro
gesto, lo riflette come uno specchio riflette un raggio di luce:
noi Gli abbiamo donato tutto, Egli ci dona tutto.

 

I pesci, gli insetti e tutti gli animali che sono inseguiti,
scappano e sanno dove nascondersi: in un buco sotto terra, nella
cavità di una roccia, in un cespuglio, dietro una corteccia,
sotto una foglia… Gli uccelli, invece, fuggono volando via.
Quanto agli esseri umani, secondo i pericoli che li minacciano,
essi cercano rifugio in una cantina, in cima a un tetto, dentro
un albero, sull’acqua… Ma gli esseri umani non corrono soltanto
pericoli fisici: sono minacciati anche sul piano psichico, e
quindi anche lì devono sapersi mettere al riparo.
Quando siamo inseguiti da entità malvagie del piano astrale,
dobbiamo cercare immediatamente rifugio su un altro piano. Gli
spiriti non hanno accesso a tutti i piani: sono creati per vivere
e agire in una determinata regione, senza avere la possibilità di
oltrepassarne le frontiere. Le entità del piano astrale, perciò,
non possono inseguirci ovunque; se siamo capaci di elevarci sino
al piano mentale e ancora oltre, sino al piano causale, buddhico
e atmico, siamo salvi. È questa capacità di passare da un piano
all’altro che dà all’essere umano il potere di liberarsi.

 

Fra le dita della mano, il pollice è quello più particolarmente
legato alla vitalità e alla volontà. Per questo, quando l’uomo
comincia a perdere l’una e l’altra, si è spesso osservato che
muove sempre meno il pollice. Forse non avete l’abitudine di prestare attenzione al vostro pollice, eppure dovreste. Per conservare la vostra volontà e fare
in modo che essa sia sempre sveglia e attiva, abituatevi a tenere
il pollice all’esterno. Non stringete mai il pugno mettendo
questo dito al suo interno. Chi tiene il pollice in questo modo
ben presto si ammalerà, oppure i suoi affari andranno a rotoli a
causa della sua volontà vacillante. Questa posizione del pollice
equivale al serpente che nasconde la testa perché sonnecchia.
Viceversa, chi tiene il pollice bene all’esterno, opposto alle
altre dita, mostra di riunire tutte le forze in un unico fascio,
opponendosi così alla loro dispersione.

 

Di quante critiche i moralisti hanno subissato le donne! Tra i
rimproveri che hanno loro mosso, figura in particolare il loro
desiderio di essere belle.  Eppure non è un crimine, tutt’altro;
se le donne non avessero ricercato la bellezza, avrebbero messo
al mondo generazioni intere di una bruttezza spaventosa. È la
madre che trasmette la bellezza ai figli; è lei che li forma, e
perciò, per tutto il tempo che li porta in sé, deve desiderare
per loro la bellezza. Tutti quei moralisti che hanno condannato
nelle donne il desiderio di essere belle, non hanno compreso che
è il compito della donna, della madre, far scendere la bellezza
sulla terra. Gli uomini non pensano tanto a coltivare la
bellezza: hanno altre preoccupazioni; allora, se non ci
pensassero le donne…!
Le donne hanno dunque ragione a cercare la bellezza, per poterla
trasmettere ai propri figli. Occorre soltanto che comprendano
dove e come cercare la vera bellezza, la bellezza spirituale,
affinché, attraverso i propri figli, possano un giorno far
scendere il Cielo sulla terra.

 

Col tempo, le religioni hanno tendenza a materializzarsi: danno
sempre più importanza alla forma, e così lo spirito che le
animava finisce per perdersi. Certo, gli esseri umani non sono
pronti a vivere solamente nello spirito, nei principi: hanno
bisogno di forme materiali sulle quali basarsi. Ma Dio non ha
dato l’eternità alla forma; dopo qualche tempo, ogni forma
invecchia e deve essere sostituita.
In qualsiasi campo, le forme sono sempre necessarie, ma non
possono protrarsi all’infinito. Ecco perché, periodicamente, il
Cielo invia degli Iniziati, dei saggi, dei grandi Maestri, per
cambiare le forme delle religioni, ma soltanto le forme, mai i
principi. I principi sono immutabili, e sono gli stessi che si
trovano in tutte le grandi religioni dell’umanità: l’amore, la
saggezza, la verità, la libertà, il sacrificio… Questi principi
sono immutabili e saranno validi per l’eternità

 

Non avete un’idea esatta di ciò che è più importante per voi.
Quante volte perdete la vostra pace! Sì, molto spesso rinunciate
per un nonnulla alla pace della vostra anima, e quando volete
presentarvi dinanzi al Signore, non avete il volto interiore
adeguato. Talvolta, prestate anche il vostro cuore e il vostro
intelletto ad attività losche: che bene ne ricavate?… Ora, in
natura esiste una gerarchia di valori, e d’ora in poi dovete
distinguere ciò che è essenziale da ciò che è senza importanza. È
così che entrerete in possesso delle vostre vere ricchezze.
Gesù, nei Vangeli, ha dimostrato di possedere questo sapere.
Dopo aver digiunato quaranta giorni nel deserto, fu tentato dal
diavolo: «Tu hai fame! – gli disse Satana – Perché non trasformi
queste pietre in pani?… Gettati dall’alto del Tempio, e Dio
manderà degli angeli per proteggerti… Guarda tutti questi regni:
se ti prostrerai davanti a me, te li donerò…» Ma Gesù ha respinto
le proposte del diavolo. Gli ha dimostrato che i vantaggi
materiali non presentavano per lui alcun interesse in confronto
ai beni spirituali.

 

Il Signore vuole una cosa sola per le sue creature: che
beneficino il più possibile delle ricchezze che Egli ha donato
loro; ed esse beneficeranno veramente di tali ricchezze solo
imparando a consacrarle a Lui. Tutto ciò che è consacrato a Dio è
protetto da spiriti luminosi del mondo invisibile. Una facoltà,
un talento che consacrate a Dio, cresce, si amplifica; se invece
non lo consacrate a Lui, lo perdete. Anche se concretamente lo
possedete ancora, è come se lo steste già perdendo, poiché
interiormente non ne beneficiate tanto quanto potreste.
Cercate di capire bene questo: si possono possedere grandi
ricchezze, ma al tempo stesso esserne privati, perché quelle
ricchezze non sono state consacrate per assicurare loro,
veramente, protezione. Ogni giorno, nella vostra abitazione o in
altri luoghi, voi pensate a proteggere una quantità di oggetti
senza importanza; allora, perché vi dimenticate di proteggere le
vostre facoltà e i vostri talenti? Consacrateli al Signore, e
saranno al riparo

 

Qualcuno mi dice: «Ho sempre mal di testa… Cosa posso fare?» E
io gli rispondo: «È semplice, cambi testa, ne metta un’altra al
suo posto». Lui mi guarda stupefatto e si chiede se mi stia
prendendo gioco di lui. No, parlo seriamente: deve cambiare
testa, cioè modificare le sue idee e i suoi pensieri, e la testa
andrà meglio. Qualcun altro si lamenta perché non sa più
raccapezzarsi: sta perdendo la testa. Ovviamente, ha sempre la
sua testa fisica sulle spalle, ma ha smarrito da qualche parte la
testa spirituale, quel principio in lui che pensa, ragiona ed
equilibra tutto. E a costui consiglio di partire alla ricerca di
quella testa.
Chi ha mal di testa, come anche chi ha perduto la testa, non
deve accettare questa situazione senza reagire; e per entrambi
non c’è che una soluzione: imparare a pensare meglio

 

Se riuscirete a non dipendere più dalla presenza fisica di coloro
che amate, conserverete per sempre il vostro amore e la vostra
gioia. Non sarete più soggetti alle circostanze, perché vivrete
nell’unico mondo veramente reale: il vostro mondo interiore con
il quale siete un tutt’uno. Non appena uscite dal vostro mondo
interiore, sentite che gli esseri e le cose vi sfuggono, e siete
alla mercé degli eventi.
Sapete forse per quanto tempo l’essere che amate rimarrà accanto
a voi? No, forse un giorno se ne andrà. Allora, sforzatevi di
porre la vostra coscienza nelle regioni elevate dove le
circostanze non hanno alcun potere su di voi, là dove il sole
dell’amore non tramonta mai. Proiettatevi nella luce di
quell’eterno sole. Fino a quando coloro che amate saranno dentro
di voi, nessuna forza al mondo potrà portarveli via.

 

Non accontentarsi di ciò che possiedono è, per gli esseri umani,
un grande fattore di evoluzione, poiché per conquistare
continuamente qualcosa di nuovo, devono mettere all’opera diverse
facoltà: la curiosità, l’intelligenza, la tenacia, il gusto per
il lavoro… Bisogna riconoscerlo: è l’esercizio di queste facoltà
che sta all’origine dei più grandi progressi.
Ma non basta concentrare tali facoltà su acquisizioni materiali,
perché questo non ci aiuta a risolvere veramente i problemi
psichici, morali, che incontriamo nella vita quotidiana. Sia
interiormente che esternamente, siamo esposti di continuo agli
attacchi di forze ostili. Allora, come fare per non essere
sbaragliati? Dobbiamo rifugiarci interiormente in un mondo in cui
quelle forze non hanno più presa su di noi. Nessun luogo, nessuna
situazione, nessuna gloria al mondo può proteggerci finché una
parte di noi resta troppo in basso, attaccata alla materia. È
dunque anche al mondo spirituale che dobbiamo applicare la nostra
curiosità, la nostra intelligenza, la nostra tenacia e il nostro
gusto per il lavoro

 

Come la nutrizione, anche la respirazione ci mette in contatto
con la vita universale. Ma affinché questa relazione sia completa
e ricca, dobbiamo esserne coscienti e accompagnarla con un lavoro
del pensiero.
Ecco un esercizio: espirando l’aria, pensate di riuscire ad
estendervi fino a toccare i confini dell’Universo… Poi,
inspirando, sentite che ritornate verso di voi, verso il vostro
Ego che è come un punto impercettibile, il centro di un cerchio
infinito. Di nuovo vi dilatate, e di nuovo tornate verso il
centro… Scoprirete così quel movimento di flusso e riflusso che è
la chiave di tutti i ritmi dell’Universo. Sforzandovi di rendere
cosciente in voi il movimento di flusso e riflusso, entrate
nell’armonia cosmica, e tra l’Universo e voi avviene uno scambio:
inspirando ricevete degli elementi dallo spazio, ed espirando
proiettate in cambio qualche cosa del vostro cuore e della vostra
anima. Chi sa armonizzarsi con la respirazione cosmica, entra
nella coscienza divina.

 

Noi associamo spontaneamente il bene a Dio. No; il bene, come il
male, non è che un servitore di Dio. Dio non è il bene, Egli è
infinitamente più del bene. Allora smettete di chiedervi perché
Egli permette che il male esista. Dio permette tutto, e permette
tutto perché utilizza tutto.
E voi pure dovete comprendere come utilizzare il male nei vostri
lavori, esattamente come fa il chimico, il quale non scarta nulla
perché sa utilizzare tutti i prodotti contenuti nel suo
laboratorio, anche i veleni; perché in un laboratorio c’è bisogno
di tutto. Il chimico deve dunque essere un modello per noi. Dal
momento che nel nostro laboratorio interiore possediamo il puro e
l’impuro, il luminoso e l’oscuro, quello che ci attira verso
l’alto e quello che ci attira verso il basso, dobbiamo imparare a
utilizzare tutto per realizzare i disegni di Dio. Ringraziate il
Cielo di avervi creati così come siete, e lavorate!

 

Iniziate la costruzione di una casa: alcune settimane o alcuni
mesi dopo, la casa è lì, ben visibile. Ma se decidete di creare
qualcosa nel campo spirituale, nessuno vede niente, nemmeno voi.
Allora, davanti a questa assenza apparente di risultati, siete
assaliti dal dubbio, e a tratti siete tentati di abbandonare ogni
cosa per gettarvi, come tutti, su un’attività il cui risultato
sia ben visibile e tangibile. Fate come volete, ma un giorno,
seppur fra i più grandi successi, sentirete interiormente che vi
manca qualcosa. Perché? Perché nonostante le vostre molteplici
attività, non avete toccato l’essenziale, non avete ancora
seminato nulla nel mondo della luce, della saggezza, dell’amore,
della potenza e dell’eternità.
Un giorno, comprenderete che soltanto le vostre creazioni
interiori sono veramente reali, perché sono le sole ad avere
radici in voi. Quando partirete per l’altro mondo, avrete nella
vostra anima, nel vostro cuore, nel vostro spirito delle pietre
preziose – delle qualità e delle virtù – da portare con voi, e il
vostro nome sarà scritto nel Libro della vita eterna.

 

I bambini piccoli intuiscono spontaneamente che il mondo che li
circonda è vivo: le pietre, le piante e gli animali parlano ai
bambini, e anche i bambini  parlano con loro. Ma quando
raccontano agli adulti ciò che sono in grado di vedere o udire,
avvertono chiaramente che questi non li prendono sul serio: gli
adulti sorridono, li prendono in giro; e anche se non lo fanno
apertamente, il loro atteggiamento materialista finisce per
influenzare i bambini, e a partire da quel momento si può dire
che essi abbiano veramente perduto l’essenziale per tutto il
resto della loro esistenza. Sì, l’essenziale, perché è un
grandissimo errore credere che gli umani siano i soli esseri
realmente vivi e intelligenti in un universo privo di anima e di
linguaggio.
Tutta la Natura è viva e intelligente ed è popolata da
innumerevoli creature vive e intelligenti, alcune delle quali
sono anche molto più intelligenti degli esseri umani; e dal
giorno in cui essi cominciano a negare questa intelligenza e
questa vita, è in loro stessi che la cecità e la morte cominciano
a insediarsi.

 

Per essere allegri bisogna essere liberi, e per essere liberi
bisogna smettere di accumulare fardelli sulle spalle.
All’allegria si associa l’idea di leggerezza. E cos’è che ci
rende leggeri? L’amore. L’amore riscalda e dilata il nostro cuore
e allora, come un palloncino che s’innalza nell’atmosfera,
diventiamo leggeri, ossia allegri, gioiosi. L’allegria è una
delle espressioni più poetiche dell’amore. Quando amate qualcuno,
basta che sentiate pronunciare il suo nome o lo vediate da
lontano perché questo vi renda allegri e la vostra anima cominci
a cantare.
Direte che se la persona che amate non vi ama, il fatto di
scorgerla da lontano o di sentir pronunciare il suo nome non può
che farvi soffrire. È vero, ma allora significa che l’amore che
provate per quella persona non è ancora il vero amore. Il vero
amore basta a se stesso, non attende nulla. E siccome non attende
nulla, vi dà tutto.

 

Sforzatevi di non passare un solo giorno senza concentrarvi sul
Principio divino per attirarlo a voi; e non allentate il vostro
sforzo finché non sentirete che Esso fa di voi la Sua dimora. In
realtà, il Principio divino è già in voi, fa parte dell’essenza
del vostro essere, ma da Lui vi separano muri e muri, strati di
impurità che voi stessi avete formato con i vostri pensieri e i
vostri sentimenti egocentrici, disordinati. Tutti quegli strati
di impurità sono altrettanti ostacoli che impediscono all’amore
di Dio e alle Sue benedizioni di giungere fino alla vostra
coscienza, e impediscono alla vostra coscienza di elevarsi fino a
Lui.Gesù dice nei Vangeli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e
il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora
presso di lui». Soltanto quando vi deciderete a sottomettervi
alle regole del Principio divino e ad agire secondo la Sua
volontà, Lo sentirete vivere e manifestarsi in voi.

 

Gli esseri umani vengono al mondo con tendenze istintive
ereditate dai genitori, dai nonni e dai bisnonni, e quanta fatica
bisogna fare per spingerli a liberarsene! Si aggrappano così
forte a quell’eredità che, anche se il Signore in persona venisse
ad esortarli, invece di dire: «Sì, Signore, Ti ascolto: farò
degli sforzi per cambiare», risponderebbero: «Ah no, Signore, io
ho i miei punti di vista, le mie opinioni, e sto benissimo così.
Lasciami tranquillo». Non sanno che le opinioni alle quali si
aggrappano con tanta forza sono determinate in realtà dalle loro
debolezze, dai loro bisogni inferiori e dalle loro passioni.
Non ci si deve illudere: spesso sono i vizi degli esseri umani a
determinare la loro filosofia.  Anche se giustificano il proprio
punto di vista con ragionamenti apparentemente obiettivi, in
realtà sono i loro bisogni meno nobili che li spingono ad
adottare una certa concezione di vita. Cerchino di avere
aspirazioni più elevate, e i loro punti di vista saranno
migliori.

 

Tutti avete visto dei serpenti muoversi. Si dice che strisciano,
ma la forma del loro movimento è simile a una sinusoide. Ora, la
sinusoide è  anche il movimento della luce. Ecco perché, quando
gli Iniziati vogliono spiegare cosa sia l’Agente magico, quel
medium universale che essi chiamano “luce astrale” e grazie al
quale le onde si propagano attraverso lo spazio, si servono
dell’immagine del serpente. Questo agente, di per sé neutro,
possiede soltanto una funzione di trasmissione, e trasmette sia
il bene sia il male. Il serpente astrale ha dunque una doppia
natura: luminosa e tenebrosa. Questa doppia natura è
rappresentata dal simbolo iniziatico del caduceo: un bastone
circondato da due serpenti intrecciati. I due serpenti sono le
due correnti, positiva e negativa, della luce astrale. Il primo è
luminoso e caldo, il secondo oscuro e freddo; l’uno è bianco,
l’altro è nero.
Il serpente è un’entità unica ma che, dal punto di vista
simbolico, possiede due aspetti. Noi dobbiamo vincere il suo
cattivo aspetto, e una volta che lo abbiamo vinto, il serpente si
metterà al nostro servizio e ci donerà le sue energie. Sì, ma
prima di tutto, dobbiamo dominarlo.


Se si spiega agli esseri umani dove sta il bene, essi sono
perfettamente in grado di comprendere. Ma spiegare, dare la luce
al loro intelletto, non basta: occorre toccare altre corde negli
esseri, perché se i loro sentimenti e i loro desideri li spingono
in una direzione diversa, è là che essi andranno.
Anche per chi ama la luce e desidera la luce, la parte più
difficile deve ancora venire, poiché si deve fare in modo che la
propria materia psichica si pieghi dinanzi a quella luce. Per un
momento questa è docile e si lascia modellare, poi
improvvisamente resiste, si ribella e riprende il sopravvento.
Allora, è tutto da ricominciare. Ma non ci si deve scoraggiare
perché, a poco a poco, la materia psichica finisce per cedere.
Dal momento che la comprensione e l’amore sono presenti, un
giorno la realizzazione dovrà avvenire. In ogni caso, quello che
è certo è che senza la comprensione e senza l’amore, è inutile
sperare la minima trasformazione

 

Quali che siano gli avvenimenti, certe persone sono abituate a
vederne sempre e soltanto il lato buono, mentre altre, invece,
vedono solo il lato negativo. In un certo senso, hanno ragione
sia le une che le altre, ma il loro modo di vedere agisce su di
esse in maniera diversa.
Da un punto di vista oggettivo, possiamo dire che un bicchiere è
mezzo pieno o mezzo vuoto, e ciò non ha alcuna importanza; ma dal
punto di vista soggettivo, dal punto di vista dell’effetto
prodotto sulla nostra coscienza – si può anche dire dal punto di
vista magico – c’è una grande differenza. Ora, è proprio il lato
magico che è essenziale. Se ci si abitua a vedere le mancanze e
le imperfezioni, sempre più ci si mostrerà astiosi, acidi,
scoraggiati, perché questo è ciò che accade non appena ci si
sofferma sulle carenze. Tali mancanze esistono, è ovvio, ma il
punto non è questo: il punto è lavorare con tutto ciò che si ha e
che a voler ben guardare è immenso, al fine di avanzare sempre
più sulla via dell’evoluzione

 

Del tutto inaspettatamente, può accadere che vi sentiate
improvvisamente invasi dalla luce; tutto a un tratto, avete
l’impressione di essere proiettati molto lontano, molto in alto,
nel vostro Sé superiore. Siete abbagliati da quella bellezza, da
quell’immensità, e vi sembra che a partire da quel  momento
niente potrà più farvi scendere da quelle altezze.
Sfortunatamente, tutto questo non dura. Siete obbligati a
riprendere la vostra esistenza quotidiana, ed ecco ancora le
stesse preoccupazioni, le stesse tentazioni, le stesse debolezze.
Vi sentite divisi dal vostro Sé superiore, come un frammento
separato, rifiutato… Qualche tempo dopo, sentite di nuovo un
chiarore, un’illuminazione… Ma ancora una volta la cosa non dura
a lungo e voi cominciate a scoraggiarvi.
No, non dovete lasciarvi scoraggiare da queste fluttuazioni
della coscienza. Se perseverate nel vostro lavoro spirituale, un
giorno, dopo tutti quegli alti e bassi, la luce che verrà a
visitarvi non vi lascerà più. Avrete cambiato riva: sarete
definitivamente salvi.

 

Quando Gesù diceva: «Mio Padre e io siamo uno», riassumeva i più
grandi arcani della religione. Un giorno, anche noi dovremo
essere capaci di pronunciare le stesse parole.
Alcuni diranno: «Sì, ma noi non siamo Gesù. Lui era il figlio di
Dio, mentre noi peccatori… » La Chiesa ha voluto fare di Gesù
l’equivalente di Dio stesso, la seconda persona della Trinità, il
Cristo,  un principio cosmico, mettendo così tra lui e gli uomini
una distanza infinita. Ma è questa la verità? Quanto a Gesù, egli
non ha mai detto una cosa simile, non ha mai sostenuto di essere
di un’essenza diversa dagli altri uomini. Ha detto di essere
figlio di Dio, ma non ha rivendicato solo per sé questa
filiazione divina, anzi, ha sottolineato la natura divina di
tutti gli esseri umani. Altrimenti, cosa significherebbero le
parole: «Padre nostro che sei nei cieli», «Siate perfetti come il
vostro Padre celeste è perfetto» e ancora: «Chi crede in me
compirà le opere che io compio e ne farà anzi di più grandi»?

 

Nei Salmi, è scritto che Dio umilia gli orgogliosi e innalza gli
umili. Chi sono gli orgogliosi? Tutti coloro che, sapendo di
avere qualche facoltà intellettuale, contano esclusivamente su se
stessi. Non riconoscono l’esistenza di un’Intelligenza superiore
che governa l’Universo. Si fidano unicamente del proprio cervello
limitato: ecco perché saranno umiliati, ossia saranno privati di
certe preziose facoltà. Coloro che invece non hanno questa
fiducia assoluta in se stessi e dicono al Signore: «Tu solo
possiedi la luce. Entra in me, Signore, ispirami», possiedono la
vera umiltà. Grazie a questa umiltà, il loro spirito diventa più
penetrante e i misteri dell’Universo cominciano a rivelarsi a
loro. L’orgoglio è un difetto dell’intelletto. Quelli che contano
troppo sul proprio modo di vedere e di comprendere, sono degli
orgogliosi. A queste persone non viene mai in mente che possano
esistere punti di vista migliori sulle cose. No, no, il loro
ragionamento è impeccabile. Ebbene, non ci si deve stupire se con
gli anni il loro pensiero si impoverisce e si irrigidisce.

 

Traslocare, cambiare le condizioni materiali della propria
esistenza: è così che le persone s’illudono di poter risolvere i
loro problemi. In realtà, esse sono come quegli uccellini che un
giorno dissero alla loro mamma: «Il nostro nido è diventato così
sporco! Non possiamo più restare qui! Andiamo a vivere da
un’altra parte, in un altro nido!» «Bene, – rispose la madre –
capisco il vostro disgusto. Possiamo anche cambiare nido, ma…
non porterete con voi i vostri sederini?»
Quando la terra comincia a sembrar loro invivibile, gli esseri
umani sognano il Paradiso. Ma se li si lasciasse entrare  in
Paradiso, con il loro cuore e il loro intelletto pieni di
impurità, ne farebbero ben presto un luogo ripugnante. Se fossero
puri, in qualsiasi luogo andassero, porterebbero con sé il
Paradiso. Allora, ogni volta che sono tentati di lamentarsi delle
condizioni esterne, dovrebbero cominciare a chiedersi se prima
non ci sia  qualcosa da cambiare in se stessi.

 

Niente è più difficile che pronunciarsi sulla natura degli eventi
che si stanno verificando. Questo è vero non solo per ciò che
accade a noi, ma anche per ciò che accade agli altri, poiché noi
non siamo a conoscenza del passato. Per esempio, volete aiutare
qualcuno a liberarsi di un vizio che lo sta distruggendo, e che
ovviamente nuoce a chi gli sta vicino; vi sforzate di farlo
uscire da quella situazione, ma non ci riuscite… Allora,
finalmente, invece di affliggervi, dite a voi stessi che forse il
vizio di cui è preda quell’essere gli impedisce di commettere
azioni più gravi.
Esistono infatti esseri profondamente malvagi che, in
un’esistenza precedente, hanno commesso atti abominevoli; per
tale ragione, in questa esistenza, le leggi del karma li
condannano a rimanere schiavi di una passione che li distoglie da
attività in cui potrebbero rivelarsi ancora più pericolosi.
Interamente presi da quella passione, essi sono come intorpiditi.
Sì, è molto difficile interpretare le situazioni e gli
avvenimenti presenti, perché non si conosce niente degli
avvenimenti del passato che potrebbero fornire la spiegazione.

 

Un progetto personale vi sta a cuore e sentite che la sua
realizzazione sarà utile, benefica, non solo per voi ma anche per
altre persone. Allora, non annunciatelo subito a tutti:
realizzatelo, e in seguito avrete abbastanza tempo per
presentarlo e commentarlo. Perché queste precauzioni? Perché
attorno a voi, come pure dentro di voi, sono presenti delle
entità invisibili pronte ad ostacolarvi servendosi della vostra
famiglia e delle persone che frequentate; e allora incontrerete
grandi difficoltà, oppure fallirete, molto semplicemente.
Per quanto possibile, aspettate che certi vostri buoni progetti
abbiano almeno un principio di realizzazione, prima di parlarne.
Quando un progetto avrà cominciato a prendere forma, sarà come un
albero ben radicato che i venti non possono abbattere, e
quell’albero darà dei frutti che potrete distribuire attorno a
voi.

 

Cercate la felicità? Allora amate, perché solo l’amore porta la
felicità. Sì, l’amore, non la scienza, e nemmeno la filosofia.
Coloro che sanno molto, che riflettono molto, non sono
necessariamente felici, perché ciò che scoprono non è sempre
divertente. Coloro che invece hanno tanto amore nel proprio
cuore, anche se non sanno gran che, sono molto più felici.
Perché? Perché Dio ha posto la felicità nel cuore, e non
nell’intelletto. 
La scienza e il sapere non possono portarci la felicità:
preparano il cammino, lo illuminano, danno un orientamento, ma
sono incapaci di renderci felici. Direte: «Ma ci sono talmente
tante persone che hanno avuto dell’amore esperienze dolorose e
persino tragiche!» Sì, perché non sapevano dove cercare l’amore e
come amare. Allora, se volete veramente essere felici, imparate
ad amare.

 

Qualunque cosa dicano loro i saggi, gli esseri umani vogliono
fare le proprie esperienze, e le fanno. Qualche tempo dopo,
quando sono stati ben malmenati e delusi dalla vita, finalmente
capiscono. A quel punto, vogliono che anche gli altri possano
trarre profitto da quel sapere acquisito da poco. Ma perché gli
altri dovrebbero ascoltarli? Anch’essi vogliono fare le proprie
esperienze. Ed ecco perché la saggezza che alcuni hanno
conquistato al prezzo di tanti sforzi giova così raramente ad
altri. Occorre che gli esseri umani siano stati punti e morsicati per
bene dalla vita, perché ammettano che i saggi dicevano il vero.
Eccoli dunque diventati saggi a loro volta; ma non saranno in
tanti a  cercare di beneficiare della loro saggezza. Per questo
ogni nuova generazione ripete gli errori di quella precedente;
ciò è vero per gli individui ed è vero anche per le società. Chi
vuole veramente trarre delle lezioni dalla storia? 

 

La luce è all’origine di ogni cosa, e la luce è il Cristo, lo
Spirito solare. Lo Spirito del Cristo si manifesta inizialmente
nella sefirah Hokmah, la prima Gloria, il Verbo che San Giovanni
cita nel suo Vangelo, dicendo che nulla è stato fatto senza di
Lui. Si manifesta in seguito sotto un altro aspetto in Tiphereth,
la sefirah del Sole.
Quando al mattino andiamo a contemplare il sole che sorge, è con
il suo spirito che dobbiamo cercare di entrare in contatto,
poiché lo spirito del Sole è lo Spirito del Cristo, un’emanazione
di Dio stesso. Non basta dunque guardare il sole. Per entrare
veramente in contatto con la quintessenza della sua luce, occorre
che sia il nostro spirito a entrare in lui. Nell’istante in cui
il nostro spirito approda alle rive della luce, alcune particelle
di quella luce penetrano in noi, e noi riceviamo la rivelazione
dello splendore divino.

 

Dal punto di vista della Scienza iniziatica, il numero 2
rappresenta l’1 polarizzato in positivo e negativo, in maschile e
femminile, in attivo e passivo. Non appena c’è manifestazione,
c’è anche ripartizione, divisione. Nell’1 non può esserci
creazione, poiché non ci possono essere scambi. Per manifestarsi
e farsi conoscere, l’1 deve dividersi. L’unità è il privilegio di
Dio stesso, è il Suo dominio esclusivo.  Per creare, Dio, l’1, è
dovuto diventare 2.
Per creare, Dio si è dunque proiettato fuori di Se stesso
polarizzandosi, e l’Universo è nato dall’esistenza di questi due
poli. Il polo positivo esercita un’attrazione sul polo negativo,
e viceversa. È questo meccanismo di azione e reazione che dà
inizio al movimento della vita e lo mantiene. L’arresto di questo
movimento comporterebbe la stagnazione e la morte, il ritorno
allo stato di indifferenziazione originale. Le prime righe del
Libro della Genesi rivelano che la Creazione si è prodotta per
separazioni successive. Il primo giorno della Creazione, Dio
separò la luce dalle tenebre. Il secondo giorno, separò le acque
che erano in alto da quelle che erano in basso. Il terzo giorno,
separò le acque dalla terraferma. L’1 è un’entità richiusa su se
stessa. Per poter uscire, questa entità deve diventare 2

 

Accendete una candela: il minimo soffio può spegnerne la
fiammella. Ma accendete un braciere, e i venti più impetuosi non
faranno che attizzarlo. E voi, allora? Se non siete che una
piccola fiamma, il più leggero soffio vi spegnerà, ma se siete un
braciere, più il vento soffierà forte e più il vostro fuoco
divamperà. Sì, finché siete piccoli, deboli, gracili, finché non
vi siete ancora fortificati, la minima prova può farvi
soccombere. Ma se siete saldi e resistenti, tutte le difficoltà
non faranno che aumentare il vostro dinamismo, la vostra volontà
e il vostro amore.
Quante volte lo si è visto! Alla minima contrarietà od
opposizione, i deboli si scoraggiano, abbandonano, capitolano,
mentre i forti si esaltano e sono ancora più decisi a continuare
e ad affrontare gli ostacoli. Allora, non chiedetemi adesso di
dirvi cosa siete. Potete scoprirlo da voi: se venite bloccati
dalle minime difficoltà della vita, ancora non siete che la
fiamma di una candela

 

Il potere dell’uomo risiede nei piccoli sforzi rinnovati
quotidianamente. Purtroppo, è proprio qui che egli capitola. Di
tanto in tanto, può essere capace di superare se stesso e di
compiere grandi imprese, ma vincere ogni giorno l’inerzia, la
pigrizia, sapersi controllare… com’è difficile! Eppure, la vera
forza sta proprio nella tenacia. Nulla resiste a chi non si
lascia fermare a metà strada, perché questi scatena leggi
potenti, davanti alle quali gli ostacoli finiscono per  cedere.
Per la maggior parte, le persone concentrano tutte le proprie
energie nello sforzo di un istante, e se non ci riescono
rinunciano: ecco perché rimangono deboli. La forza e la potenza
si acquisiscono unicamente mediante piccoli sforzi rinnovati ogni
giorno. Se riuscirete a lavorare con continuità, saprete trovare
il ritmo conveniente che permette  a poco a poco di guadagnare
terreno, e quante energie riceverete per continuare il vostro
lavoro!

 

Il bambino che impara a leggere, deve incominciare con
l’identificare bene le lettere dell’alfabeto. A poco a poco, egli
diventa capace di riconoscerle nelle parole che incontra, fino al
giorno in cui riuscirà a leggere intere frasi. Allo stesso modo,
nel corso dell’Iniziazione, il discepolo passa attraverso
numerose fasi, durante le quali vede formarsi e combinarsi quelle
lettere del grande Libro cosmico che sono gli  elementi della
Creazione.
Quando, all’inizio del suo Vangelo, San Giovanni scrive: «In
principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio. Tutto ciò che è stato fatto è stato fatto per mezzo di
Lui…», ciò significa che, all’inizio, tutti i principi
dell’Alfabeto divino sono entrati in azione: su tutti i piani
della Creazione – e fino al piano fisico – quei principi hanno
riprodotto in modo identico le strutture che essi avevano prima
creato in alto. Tutte le cose che esistono sul piano fisico
possono essere considerate come parole, come frasi e  poemi
formatisi a partire dai diversi elementi del Verbo.

 

Andarsene in giro con le proprie preoccupazioni e i propri
dispiaceri impressi sul volto è una mancanza d’amore, è un
fardello che si mette sulle spalle degli altri. Non trovate che
il mondo sia abbastanza triste? Perché aggiungere anche la vostra
tristezza?
  Certo, l’esistenza ci porta ogni giorno di che essere
rattristati, scoraggiati; è impossibile non sentirlo, ma perché
mostrarlo? Direte: «Ma come si fa a non mostrare ciò che si
sente?» Quando incontrate qualcuno, non potete sforzarvi di
trovare un argomento di conversazione o anche un aneddoto
divertente che gli procuri un beneficio? Cercate di ridere con
lui! Facendo del bene a lui, farete del bene anche a voi, perché
ciò che egli sentirà tornerà a voi. Ma sì, anche il questo caso
agisce la legge dell’eco, di cui vi ho già spiegato spesso le
corrispondenze nella vita spirituale

 

La saggezza ci indica il cammino verso l’alto, poiché non è in
basso, raso terra, che si acquisisce una buona conoscenza delle
cose. Chi vuol vedere cosa accade nella valle, deve salire su una
vetta; una volta in alto, non solo vede, ma è anche protetto: i
nemici non possono raggiungerlo. Se vi abituate a meditare
sull’immagine della vetta, un giorno riuscirete a raggiungere
Colui che i Salmi chiamano “l’Altissimo”. Allora, anche in mezzo
alla tormenta, qualcosa in voi sarà capace di rimanere lassù, su
quelle vette, dove niente può più nuocervi.
La saggezza, ossia la luce, attira gli esseri verso l’alto. Per
il momento sono i dispiaceri e le difficoltà a farli riflettere e
a renderli più saggi. Ma questo periodo passerà e un giorno, ad
accompagnare la saggezza, saranno la gioia, il sorriso e
l’allegria

 

Una persona viene a confidarvi i suoi dispiaceri… Spesso, lo fa
non tanto perché l’aiutiate a trovare una soluzione, quanto
piuttosto per portarvi a condividere il suo stato. Ma se vi
lasciate invadere dalla sua sofferenza non l’aiutate, perché
venite paralizzati e rischiate di sprofondare con lei. Con la
vostra simpatia e la vostra compassione, credete di poterle dare
conforto? Sì, forse per un momento, ma poco dopo i lamenti
ricominciano, e può continuare così tutta la vita. Quella persona
sarà soddisfatta di trovarvi sempre lì, pronti a condividere la
sua sofferenza, ma non per questo si sentirà meglio. Quanto a
voi, in che stato sarete?
Se volete essere utili a qualcuno, non permettete che il suo
turbamento penetri in voi. Rimanete lucidi, tranquilli, saldi: è
l’unico modo per farlo uscire da quella situazione. Potete
aiutarlo soltanto opponendo una certa resistenza

 

Quando si trovano improvvisamente immerse in situazioni
inestricabili, quante persone prendono coscienza della propria
ignoranza e debolezza, e dicono: «Se avessi saputo!…» Avrebbero
potuto saperlo, perché a un certo punto erano state date loro
tutte le condizioni per imparare, per esercitarsi e rafforzarsi.
Ma esse hanno trascurato quelle condizioni; trovavano che la vita
spirituale richiedesse troppi sforzi, e in quel momento
ritenevano più importanti altre attività, altre occupazioni; e
ora, eccole in un vicolo cieco.
Vi domanderete: «E se abbiamo lasciato passare quelle condizioni
favorevoli, è troppo tardi per rimediare?» No, non è mai troppo
tardi: il cammino della vita è lungo, infinito, e vi saranno date
altre condizioni in questa esistenza o in un’altra. Cercate
allora di non lasciarle passare, in modo da non dover dire una
volta di più: «Se avessi saputo!…»

 

A seconda delle circostanze, noi dobbiamo saperci mostrare
indulgenti o severi. È su questo equilibrio che è basata la vita
in società. A prescindere dalle qualità che per altro possiede,
chi si mostra sempre severo o sempre indulgente non fa che
complicare le situazioni.
È evidente che la fermezza e la dolcezza sono in opposizione
permanente, e non si può chiedere loro di essere diverse da ciò
che sono. Entrambe sono necessarie e, per poterle utilizzare
bene, posso indicarvi un metodo. Nel momento stesso in cui dovete
agire con severità, risvegliate contemporaneamente nel vostro
cuore l’indulgenza, altrimenti diverrete duri, ingiusti.
Viceversa, quando volete manifestare indulgenza nei confronti di
una persona, rimanete lucidi e fate sentire a quella persona che
non permettete che si approfitti di voi, affinché essa non pensi
che siate deboli e che possa permettersi tutto. Sì, c’è sempre un
equilibrio da trovare, ed è questa la difficoltà.

 

Quanti credenti si pongono domande veramente ingenue sulla
volontà di Dio! Credono che Egli abbia una volontà particolare
riguardo a loro: il luogo in cui devono abitare, la professione
che devono esercitare… Dio vuole forse che si sposino e abbiano
dei figli, oppure che restino scapoli per consacrarsi a Lui?…
Chiede loro di sostenere, o viceversa di combattere la tal
persona?… In realtà, la volontà di Dio per ciascuno non è
relativa a una particolare questione. Dio vuole soltanto che
l’uomo studi per comprendere le Sue leggi, che sono le leggi
della vita, e che in seguito si sforzi di metterle in pratica.
Certo, la volontà di Dio riguarda personalmente ogni essere, ma
ciascuno potrà conoscere ciò che Dio si attende da lui solo dopo
aver studiato la volontà divina nel suo principio. Soltanto chi
incomincia armonizzandosi con la volontà divina, in quanto
principio di saggezza e di amore, può conoscere veramente ciò che
Dio Si aspetta da lui.

 

Chi intraprende un lavoro alla sua portata, ha qualche
probabilità di riuscire, e quel successo aumenta la sua fiducia.
Ma se si lancia in un’impresa che lo supera, rischia di fallire e
la sua fede nella vita diminuirà. Volete rafforzare in voi la
fede? Invece di voler spostare una montagna, iniziate spostando i
sassi, uno dopo l’altro. Rinnovando ogni giorno i vostri sforzi,
riuscirete, pietra dopo pietra, a spostare tutta la montagna. Si
tratta ovviamente di un’immagine da interpretare.
Gli esseri umani vogliono sempre lanciarsi troppo presto in
grandi imprese, ma è un errore. Se ad esempio volete diventare un
cantante, non cercate di esibirvi subito al Metropolitan Opera.
Andate prima a cantare davanti a un pollaio: se le galline
smettono di becchettare per ascoltarvi, significa che avete
talento e potete sperare di dare un giorno dei concerti. Ma se
volete iniziare dal Metropolitan, dovrete aspettarvi un lancio di
pomodori e finirete per cantare davanti a pochi curiosi, in un
paesino. Per realizzare grandi cose, occorre iniziare dalle
piccole e perseverare

 

“Qualunque sia la vita che si è condotta e quali che siano gli
errori fatti, quando arriva il momento di lasciare la terra,
ciascuno può almeno sforzarsi di andarsene in uno spirito di
pace, di armonia e di riconciliazione con tutti gli esseri, e
particolarmente con Dio. Nella religione cristiana, questo è il
significato dell’estrema unzione.
L’estrema unzione, il sacramento che il sacerdote somministra al
morente, si basa su un vero sapere: lo stato interiore in cui un
essere umano vive i suoi ultimi momenti determina la via che egli
seguirà nell’altro mondo, e svolge anche un ruolo importante per
la sua prossima incarnazione, dunque per il suo avvenire lontano.
Questo sacramento è solo una possibilità che gli viene data di
lasciare la terra nelle migliori condizioni, ma – come tutti i
sacramenti – non è indispensabile in quanto rito. Esso è
destinato ad aiutare coloro che lo ricevono, ma ciascuno può
vivere i suoi ultimi istanti nella luce, senza aver ricevuto
questo sacramento.

 

Alcune statue del Buddha lo rappresentano intento a guardare la
sua mano destra. Ma la guarda soltanto? In realtà, quando Buddha
si concentra sulla propria mano, entra in comunicazione con la
grande mano del Creatore, ossia con tutto l’Universo, con i soli,
le stelle, le nebulose; e nella mano del Creatore, è la Via
Lattea a rappresentare la linea di Saturno.
  Se Buddha si concentra sulla propria mano, significa che una
mano non è unicamente l’organo fisico del tatto di cui ci
serviamo anche come un utensile, uno strumento: la mano è
impregnata di una materia fluidica, grazie alla quale comunica
con i corpi sottili della Natura. Come Buddha, chi si concentra
sulla propria mano entra in relazione con l’Universo e si sente
nella mano del Creatore, nutrito dalle energie che riceve dal
centro di quella mano

 

Voi cercate Dio… Ma Dio è infinitamente grande, e non
riuscirete a raggiungerlo se non incominciate ad occuparvi
dell’infinitamente piccolo. E cos’è l’infinitamente piccolo? La
cellula. Il vostro corpo è fatto di una moltitudine di cellule, e
ognuna di esse è un’entità vivente, una piccola anima con la
propria individualità. Perciò, invece di partire alla ricerca
dell’immensità, nella quale vi perdereste, concentratevi su quel
popolo che abita in voi.
Fra tutti gli esercizi che potete fare, uno dei più benefici
consiste nel concentrarvi ogni giorno sulle vostre cellule.
Pensate a come purificarle, fortificarle, illuminarle, e
sentirete che incominciate a toccare la Divinità, che è Essa
stessa purezza, forza, luce

 

Quando cantate tutti insieme, ditevi che non solo avete la
possibilità di fare come prima cosa un lavoro su voi stessi, ma
anche sul mondo intero! Infatti, l’armonia che create si propaga
a poco a poco e va ad influenzare tutte le creature nello spazio.
Con una filosofia individualista, con ricerche individualiste,
si può forse formare un coro? No, si fa un assolo, ecco tutto.
Quando si è in tanti, invece, si forma un coro. Lavorare da soli
e soltanto per se stessi non basta. Certo, ognuno deve lavorare
individualmente – perché una collettività deve essere formata da
individui ben sviluppati – ma senza mai perdere di vista
l’interesse della collettività. La nuova filosofia non rifiuta
quella antica, quella del perfezionamento individuale, ma il
perfezionamento individuale deve sempre poter servire al bene di
tutti. Forse non ci avevate pensato, eppure, ecco: il fatto di
appartenere a un coro ci dà una lezione per la condotta di tutta
la nostra vita.

 

Col passare degli anni, il principio distruttore si insinua
fatalmente nell’uomo. Egli non può vincerlo, ma può in ogni caso
rallentarne l’azione e soprattutto imparare a utilizzare il
periodo della vecchiaia che sta iniziando. Quando si perdono le
forze e le capacità fisiche, bisogna dire a se stessi che è il
momento di cercare altre occupazioni, altre fonti di gioia. Quali
che siano le condizioni, c’è sempre qualcosa da fare, e se si è
privi di energie fisiche si deve cercare di interiorizzarsi, di
scavare dentro di sé per far scaturire le energie spirituali che
invece sono inesauribili.
Se il principio che fa crescere e sviluppare gli esseri non
incontrasse opposizioni e ostacoli, l’uomo si perderebbe. Sì, se
non ci fossero la vecchiaia e la malattia a fissare dei limiti,
quante persone diventerebbero dei mostri! Ma ognuno sa che il
proprio cammino sfocia in un unico punto: la morte. In questo
campo tutti gli uomini sono uguali. Dunque, tutti sono obbligati
a inchinarsi, ad essere modesti, a riflettere, a rinsavire e a
trovare, se ne sono capaci, il cammino che conduce a Dio.

 

Quando siete sicuri di lavorare per una causa giusta e nobile,
niente vi deve distogliere; e soprattutto non aspettate
l’approvazione degli altri, perché non farete grandi cose: un
giorno gli altri vi approvano e qualche tempo dopo, non si sa
perché, vi criticano.
Ci sono nell’esistenza periodi di successo nei quali si viene
riconosciuti,  apprezzati, e poi giungono altri periodi in cui si
viene messi da parte. Chi non è abitato dall’idea dell’amore e
del lavoro disinteressato, rischia di cadere nello scoraggiamento
e nell’amarezza, ma se conosce la legge, dice: «Ho fatto un
lavoro nel passato, e facendolo ho guadagnato certe qualità. Ora
che ci sono nuove condizioni, devo sicuramente fare un altro
lavoro per sviluppare altre qualità». È così che rimane padrone
della situazione.

 

Amare senza aspettare di essere amati, ma anche lavorare senza
aspettarsi di essere riconosciuti e ricompensati: ecco ciò che
dovete riuscire a realizzare. Cercate di capire che non c’è
ostacolo peggiore dell’aspettativa di essere apprezzati per il
proprio lavoro. Voi aspettate, aspettate… ma quell’attesa è
paralizzante e così perdete il vostro slancio. Ora, l’essere
umano può realizzarsi unicamente nell’attività: quella del suo
corpo fisico, ma soprattutto quella del suo cuore, del suo
intelletto, della sua anima e del suo spirito.
Aspettandovi un riconoscimento sotto qualsiasi forma, non
sentite che vi limitate, che vi incupite? Dovete agire soltanto
perché sentite che è utile e buono, ecco tutto. Non aspettatevi
niente in cambio, e vivrete nella libertà e nella luce.

 

Siete in cima a una torre e avete in mano un sasso: potete
continuare a tenerlo in mano, oppure potete decidere di lasciarlo
cadere. Se lo lasciate cadere, il sasso sfugge immediatamente al
vostro controllo, poiché due leggi fisiche entrano subito in
azione: quella di gravità e quella del moto accelerato. Sì, il
sasso cade, ma non solo: procedendo nella caduta, la sua velocità
aumenta.
Trasponiamo ora la legge del moto accelerato sul piano psichico.
Ogni pensiero, ogni sentimento e ogni azione è come un sasso che
lasciate cadere nell’oceano delle energie, e il moto è
irreversibile: non potete né arrestarlo né rallentarlo, anzi,
andrà accelerando. Questo spiega perché, se vi lasciate andare a
cattivi pensieri e sentimenti, o ad azioni riprovevoli, siete
fatalmente trascinati su una via sempre più pericolosa. Ma poiché
le leggi di per sé sono neutre, funzionano sia per il bene sia
per il male. Dunque, se oggi avete preso una buona decisione,
anch’essa obbedirà alle due leggi: quella della gravitazione e
quella del moto accelerato. Decidete per esempio di non andare
più in collera alla minima contrarietà: è come se lasciaste
cadere un sasso. Da principio, il sasso non andrà tanto veloce, e
voi avrete la sensazione di non aver fatto molti progressi, ma
dopo qualche tempo vi sarà sempre più facile dominarvi.

 

Di quante possibilità gli esseri umani oggi dispongono grazie al
progresso tecnico! Ma tante nuove comodità li portano ad
attendersi tutto dall’esterno e a mostrarsi incuranti,
irriflessivi, leggeri. Possono trascurare la salute, visto che ci
sono farmacisti, medici, chirurghi, dentisti… Possono sprecare la
carta, rovinare gli apparecchi, rompere gli oggetti, macchiare e
strappare i vestiti, gettare il cibo: troveranno di che
sostituire tutto questo nei vari negozi!
È così che l’attenzione, la vigilanza e il discernimento si
attenuano sempre più. Perché svilupparli, dal momento che ci sono
tante persone e tanti prodotti a disposizione per riparare le
sciocchezze che si sono fatte? Ricercatori, tecnici… sono tutti
lì per venire in aiuto alle persone maldestre, sventate,
incoscienti. In realtà, essi aiutano piuttosto i fabbricanti ad
arricchirsi; per quanto riguarda invece i consumatori, questi
vengono indeboliti e resi sempre più dipendenti. Non dico che
bisognerebbe arrestare il progresso tecnico, no; dico
semplicemente che pur beneficiando del progresso, gli esseri
umani non dovrebbero trascurare il campo interiore: devono
coltivare l’attenzione, la prudenza e la padronanza di sé.

 

Vivere in armonia gli uni con gli altri non significa che
dobbiate lasciarvi assorbire dalla collettività. Ciascuno di voi
è un individuo ben distinto, ma pur conservando la vostra
individualità dovete formare un’unità, lavorare per l’unità.
Osservate le cellule dell’organismo: non sono identiche tra loro,
non assolvono le medesime funzioni: una cellula del cuore non è
una cellula dello stomaco. Ciascuna conserva la propria
individualità, ma le loro affinità, i loro legami, creano tra
esse quello stato di armonia che si chiama “salute”. È tanto
difficile da capire?
Non si deve chiedere a un nero di diventare bianco, oppure a un
musulmano o a un buddista di diventare cristiano. Nel passato, i
cristiani hanno mandato dei missionari per convertire tutti i
popoli della Terra e, per riuscirci, di quanta violenza spesso si
sono dovuti servire! Tutti gli esseri umani devono conservare le
proprie particolarità, le proprie differenze, ma al tempo stesso
devono stabilire tra loro dei legami grazie ai quali formeranno
un tutt’uno nel mondo divino.

 

L’essere umano è un peccatore, è stato concepito nel peccato e
nasce nel peccato: ecco ciò che da secoli la Chiesa non smette di
ripetere. Ma è proprio sottolineando e propagando questa idea che
impedisce all’umanità di risollevarsi, perché fa diminuire negli
esseri umani la speranza e il desiderio di uscire da questa
situazione.
È vero, vi è comunque una certa dose di verità: l’uomo viene
concepito nel peccato perché i suoi genitori gli trasmettono
un’eredità già difettosa. Osservate soltanto in quali condizioni
concepiscono i propri figli! È forse nella luce, nella purezza,
nel vero amore? Raramente. Ebbene, ecco già alcune carenze di cui
quei figli soffriranno. Però, che da Adamo ed Eva in poi il
peccato originale debba necessariamente trasmettersi di
generazione in generazione, questo no. Se gli esseri umani
trovano la luce, se cercano di coltivare la bontà, l’onestà, la
giustizia e la saggezza, non ci si deve più preoccupare di Adamo
ed Eva: tutto può essere cambiato e trasformato. Perché inculcare
negli esseri umani delle idee che li mantengono sempre molto in
basso, nell’idea di colpevolezza, senza alcuna speranza di
potersi un giorno risollevare? Siamo tutti peccatori, d’accordo,
ma non siamo obbligati a rimanere tali per l’eternità: possiamo
progredire fino alla perfezione.

 

Il Creatore vuole che l’essere umano si sviluppi in pienezza con
le sue due nature, inferiore e superiore, perché esse sono
complementari, così come sono complementari lo spirito e la
materia. Ed è questo il vero insegnamento del Cristo: come
utilizzare la natura inferiore per salire fino a Dio.
Ma cosa ha fatto la Chiesa? Invece di istruire gli esseri umani
su questa verità e dar loro dei metodi per metterla in pratica,
ha soprattutto propagato una filosofia e una morale fondate sul
disgusto e la condanna degli istinti. Ecco perché i cristiani
hanno ancora molto da imparare e da capire per diventare veri
discepoli del Cristo, ma anche semplicemente per svilupparsi
armoniosamente in qualità di esseri umani.

 

Quanti artisti vivono nell’angoscia e nei tormenti! Per
sopportarlo, alcuni si danno al bere, alle droghe, alla
dissolutezza, ecc. Dato che possiedono realmente dei doni, ciò
non impedisce loro di creare di tanto in tanto qualche
capolavoro, ma di quei capolavori sono gli altri ad approfittare.
Essi invece soffrono, e continueranno a soffrire finché non
s’imporranno una disciplina per dominare le forze oscure che li
stanno distruggendo.
Questo però è un argomento sul quale generalmente il pubblico
non riflette. Basta  che certi libri o certe opere d’arte lo
interessino, lo ispirino; le tragedie vissute dagli autori di
quei libri non lo toccano più di tanto, anzi, il pubblico si
getta con avidità sulla loro biografia per cibarsi di ogni minimo
dettaglio. C’è in questa fascinazione una grande crudeltà, ma le
persone non ne sono coscienti. E soprattutto, ciò che ignorano è
che prima o poi questi artisti perderanno i loro doni e le loro
facoltà, in questa esistenza o nella prossima, non avendo
sostenuto quei doni con una disciplina interiore. Dato che con le
loro sregolatezze hanno dilapidato tutto il proprio capitale,
torneranno sulla terra come esseri del tutto insignificanti. Non
si possono separare a lungo creazione artistica e vita morale.

 

Il sorriso è già un saluto, un segno di riconoscenza che ciascuno
rivolge alle persone che incontra,  prima ancora di farlo con le
parole, ed è quindi importante badare a ciò che si esprime
attraverso un sorriso. Certo, non si tratta di crearsi un sorriso
artificiale studiandosi allo specchio. È necessario che il
sorriso, che deve esprimere bontà, dolcezza e comprensione, venga
spontaneamente da dentro.
Se siete capaci di scendere nelle profondità del vostro essere
per cercarvi il silenzio e la luce, gli scultori che sono in voi
sapranno quali nervi e quali muscoli tendere o rilassare. Potete
fidarvi di loro. Volendovi costruire un sorriso, rischiate che
quel sorriso vi deformi più di ogni altra cosa. Lavorate quindi
con l’amore, la speranza e la fede, e affidatevi all’ispirazione
dei vostri scultori interiori.

 

Perché gli esseri umani non la smettono di crearsi limitazioni e
carichi inutili? Non si rendono conto che sprofondando nella
materia perdono la gioia di vivere? Tutti i fardelli che hanno
accumulato pesano sul loro cuore. Se ne sbarazzino, e la gioia
tornerà.
Molti viaggiatori, visitando paesi molto poveri, sono rimasti
spesso stupiti scoprendo una popolazione allegra, sorridente,
mentre nei paesi prosperi le persone hanno una faccia talmente
scura! Ebbene, sì, contrariamente a ciò che si può immaginare,
l’abbondanza materiale non dà tanta felicità alle persone; tutto
quel mondo artificiale che esse hanno creato, le ha rese ora
prigioniere. Le cose si sono spinte troppo oltre: il commercio e
la finanza occupano un tale posto che non si vede più come uscire
da questo ingranaggio. E mentre l’economia prospera – per così
dire – gli esseri umani invece vanno in rovina.

 

L’aura è la nostra pelle spirituale, e se è tanto auspicabile che
la nostra pelle fisica sia morbida e fine, è altrettanto
auspicabile che la pelle spirituale che ci circonda sia spessa e
resistente.
Ci sono persone che non smettono di lamentarsi per il modo in
cui qualcuno le ha guardate o ha rivolto loro la parola, o per
come sono state trattate. Sono talmente sensibili che si direbbe
abbiano  piaghe dappertutto, e rivelano così che la loro aura è
molto sottile. Perché? Perché non hanno molto amore. Invece, alle
persone che hanno un’aura molto vasta si può dire tutto ciò che
si vuole: niente le disturba o le offende, perché hanno molto
amore. Allora, se siete tanto sensibili alle critiche, non
cercate di giustificarvi: significa semplicemente che non avete
abbastanza amore per chiudere le brecce, per costruire muri
spessi e impedire alle correnti negative di attraversare la
vostra aura

 

È scritto nello Zohar che quando Dio ebbe creato il mondo, Si
rivolse a tutte le Sue creature, una dopo l’altra. Quando la
Legge si presentò dinanzi a Lui, Egli le parlò così: «Ogni volta
che l’uomo trasgredirà i tuoi ordini, sarai implacabile, ma non
appena si pentirà e farà penitenza, cesserai di tormentarlo,
tacerai e lo lascerai libero». Ecco perché la Legge è terribile,
implacabile, ma si piega non appena gli esseri umani si pentono e
correggono i propri errori.
Tutti avete il potere di fermare l’applicazione dei decreti più
severi della Legge. Il comando di Dio è che questa si ritiri non
appena avete compreso i vostri errori e cominciate a ripararli.
Sì, perché Dio è paziente davanti ai nostri peccati e alle nostre
debolezze, mentre è impaziente davanti alle nostre sofferenze e
ai nostri tormenti.

 

Non dovete contare su nulla e su nessuno, né sulla vostra
famiglia né sui vostri amici né sul vostro Maestro e nemmeno sul
Signore; sì, nemmeno sul Signore, ma solamente sul vostro lavoro.
Perché? Perché sarà grazie al vostro lavoro che  potrete poi
contare sull’Universo intero. Quando l’agricoltore ha seminato il
suo campo, può contare sul sole, sulla pioggia e sulla rugiada,
poiché questi contribuiranno a far crescere i semi. Ma se non ha
seminato nulla, è inutile che conti su qualcosa: sarebbe come
cercare un appiglio nel vuoto. Di chi è poi la colpa se non
accade niente di ciò che si aspettava?
Nemmeno il Signore desidera che noi contiamo tanto su di Lui.
Espresso in modo diverso, è ciò che anche Gesù dice nei Vangeli:
«Cercate prima il Regno di Dio e la sua Giustizia, e tutto il
resto vi sarà dato in sovrappiù». Dunque, sta a noi fare prima
qualcosa per mettere in moto i processi che ci permetteranno di
ottenere quello che desideriamo, di raggiungere lo scopo che ci
siamo prefissi

 

“Parlare” non si limita ad articolare dei suoni. Ogni parola
pronunciata possiede delle vibrazioni che le danno la possibilità
di agire come una forza costruttiva o distruttiva. La maggior
parte delle persone non ne è cosciente, e per questo si
constatano tanti danni e rovine che hanno come unica causa le
parole.
  Ogni parola pronunciata suscita necessariamente certi
sentimenti; perciò, se pronunciate parole costruttive e
vivificanti, subito dopo si risvegliano i sentimenti
corrispondenti. Nel momento in cui un attore entra in scena,
ovviamente, non prova i sentimenti d’amore, di collera o di
disperazione, ecc. del personaggio che deve incarnare. Ma ecco
che comincia a parlare e, a poco a poco, a causa delle parole che
pronuncia, non solo inizia a provare quei sentimenti, ma inoltre
comunica un’emozione agli spettatori, poiché le parole scatenano
delle forze e sono queste forze ad agire sul pubblico. Quando si
riflette su questi fatti, si comprende che occorre essere
estremamente attenti a ciò che si dice, in modo da non lasciarsi
andare a pronunciare parole che porteranno infelicità e
distruzione.

 

Voi possedete certe qualità e virtù, ma non crediate per questo
che la fonte di tali qualità e virtù sia in voi stessi. No, i
buoni impulsi che vi animano vengono da molto lontano, da molto
in alto, e voi ne siete soltanto dei conduttori. Se sapete
manifestarvi con bontà e generosità, significa che siete dei
trasmettitori delle entità dell’amore. Queste entità vi hanno
scelto come messaggeri perché avete lavorato in questo senso e
possedete gli elementi necessari, lo stato idoneo a questa
trasmissione. Se poi avete preparato il vostro cervello per
diventare dei messaggeri della saggezza, saranno allora altre
entità a prendervi al loro servizio per propagare la luce. Lo
stesso vale per la volontà, la purezza, la bellezza, ecc.
La Natura è fedele e veritiera; essa determina e classifica ogni
essere secondo il suo lavoro e il suo ideale, e ciascuno diventa
così un medium per le entità che le sue aspirazioni hanno
attirato.

 

Dovete sempre avere nei vostri pensieri un posto per gli altri.
Perché ogni volta che non cercate di agire bene come invece
potreste, da qualche parte del mondo c’è qualcosa che viene
oscurato, compromesso da quel vostro errore. Agire bene non
significa necessariamente portare un aiuto materiale, no, ma
pensare alle conseguenze che i vostri pensieri, i vostri
sentimenti e le vostre azioni possono avere sugli esseri.
Ci sono talmente tante possibilità di aiutare gli esseri umani!
Sono queste possibilità che dovete trovare, sapendo che nulla di
ciò che fate di buono va perduto. Una volta che l’avete fatto,
non pensateci più e soprattutto non attendetevi nulla in cambio.
Siate come il sole, che illumina, riscalda e vivifica tutte le
creature: il sole non si domanda se queste gli siano
riconoscenti

 

Malgrado i vostri sforzi per aprirvi alle vibrazioni celesti,
capita che certi giorni  non sentiate nulla. Ma non
scoraggiatevi! Arriveranno altri giorni in cui le sentirete
nuovamente. Lungo e difficile è il cammino che conduce alla
nostra patria celeste; eppure, se c’è una cosa della quale non
dobbiamo mai dubitare, è che un giorno la raggiungeremo, mentre
con le imprese terrene è molto meno sicuro avere successo!
Quando qualcuno ha fallito per due o tre volte a un esame o ad
un’elezione, gli si fa capire che è inutile insistere, ed egli
deve abbandonare. Ma quando si tratta della nostra
predestinazione divina, quali che siano i fallimenti e le cadute,
dobbiamo perseverare ad ogni costo. Questa predestinazione è così
profondamente scritta in noi, che un giorno o l’altro giungeremo
alla meta.

 

I bambini piccoli possiedono una forma di chiaroveggenza, e
quando guardano le pietre, gli alberi, i fiori, gli animali e gli
esseri umani, vedono muoversi tra questi delle entità. Sono
consapevoli che quelle entità vanno loro incontro e le sentono
anche parlare: sono come degli amici che vengono a  visitarli.
Ben presto però, gli adulti e tutto l’ambiente materialista
circostante provocano la rottura del legame tra il bambino e il
mondo invisibile, e a questo concorrono anche l’intelletto e
altri stati psichici che entrano pure in gioco. A poco a poco, i
bambini vedono la Creazione solo come una sovrapposizione di
esistenze con le quali non hanno alcuna comunicazione; non
percepiscono più le vibrazioni sottili attraverso le quali queste
esistenze entrano in sintonia tra loro. Questa sensibilità al
lato sottile e vivo della Natura è ciò che i discepoli di una
Scuola iniziatica si esercitano a sviluppare.

 

Per coloro che sono forti e capaci di dominarsi, tutto va bene;
si potrebbe quasi dire che tutto è permesso, poiché essi sanno
come tutto può essere utilizzato per il bene. Ai deboli, invece,
bisognerebbe proibire persino il Cielo, perché il Cielo li
renderà folli. Sì, ecco ciò che spesso può anche sconvolgere le
persone: il Cielo, ossia la purezza, la bellezza, la luce.
Nell’Inferno, invece, in mezzo a tutti i diavoli, esse trovano il
proprio posto e si sentono benissimo. Eh sì, con i deboli bisogna
continuamente prendere delle precauzioni, perché tutto diventa
pericoloso: l’amore, la saggezza, la gioia…. Non si sa come
potranno sopportarlo o cosa ne faranno. Anche vivere può essere
pericoloso per alcuni. Allora, cosa rimane di buono per loro?
Quante regole morali sono state dettate a causa della debolezza
degli esseri umani! Ma il giorno in cui essi diverranno veramente
forti e padroni di sé, non sarà loro proibito più niente.

 

Le entità luminose non perdono tempo presso qualcuno che non
vibri all’unisono con loro; ecco perché, per la maggior parte
degli esseri umani, l’ispirazione, la gioia e l’estasi  non sono
che momenti assai fugaci. Affinché possano durare, occorre
fornire a queste entità le condizioni di cui hanno bisogno, e
preparare tutto il proprio essere non solo per riceverle, ma
anche per trattenerle.
Da cosa dipende il fatto che il saggio sia felice?… Anche se non
chiude gli occhi davanti a tutte le manifestazioni del male nel
mondo e alle sofferenze che ne derivano, egli resta sempre
attento al passaggio delle entità luminose, e le accoglie
offrendo loro una dimora dentro di sé. Sarebbe consapevole di
offendere il Cielo se lasciasse perdere le ricchezze e le
benedizioni che il Cielo stesso ogni giorno riversa su di noi. La
grande debolezza degli esseri umani non è tanto quella di
percepire il male, ma piuttosto di continuare a rimuginare tutto
ciò che è negativo.

 

Quando vi si dà qualcosa, prestate attenzione, mostrate almeno di
saperne riconoscere il valore, altrimenti, anche la persona più
paziente e più generosa finisce per scoraggiarsi. A cosa serve
continuare a volervi aiutare e farvi del bene, dal momento che
nemmeno lo vedete? Quella persona sente che con voi sta
semplicemente perdendo il suo tempo e si rivolgerà a qualcun
altro, più capace di apprezzare il suo dono.
Anche un Maestro spirituale è obbligato a tener conto di questa
realtà. Dà le sue ricchezze e le sue conoscenze a coloro nei
quali sente un’eco. In cambio di ciò che vi dà, un Maestro
spirituale chiede almeno la vostra attenzione. In caso contrario,
tace, non affida i suoi tesori a una barca sfondata. E il Cielo
fa la stessa cosa: si chiude a chi non riconosce i Suoi favori.

 

Molte persone si allontanano dal mondo spirituale e rifiutano
persino di sentirne parlare; ne hanno paura, tanto quel mondo
pare loro vago e incerto. Ma è semplicemente perché queste
persone non possiedono, per penetrare in quel mondo, strumenti
altrettanto perfezionati di quelli che permettono di lavorare nel
mondo fisico: le mani, gli occhi, le orecchie… Eppure, se si
studia bene la questione, si vedrà che il mondo spirituale è il
mondo più chiaro, il più sicuro, il più reale, e che rimane per
l’eternità immutabile e bello.
La realtà materiale, palpabile, accessibile ai cinque sensi, non
è la vera realtà. La vera realtà è quella dell’anima e dello
spirito. Per avervi accesso, l’essere umano deve aver sviluppato
i suoi centri e i suoi corpi sottili, e soprattutto deve essere
ben guidato. In caso contrario, può ovviamente commettere molti
errori e può farsi del male scatenando forze ostili. Ma chi ha
imparato a orientarsi nel mondo spirituale, vi scopre a poco a
poco le sole vere certezze

 

L’idea di servire gli altri, sulle prime, per molti non è mai
così allettante, anzi, è persino umiliante, e questo perché
quelle persone non sanno cosa sia il vero servizio. Altrimenti,
perché Gesù nei Vangeli avrebbe detto: «Il più grande tra voi si
farà vostro servitore»? Chi è grande non si sente mai sminuito
mettendosi al servizio degli altri, perché la sua grandezza è
quella dello spirito. Egli sa che niente, che nessun compito gli
farà perdere la sua nobiltà, la sua vera grandezza. 
Gesù è stato grande perché ha saputo farsi infinitamente
piccolo. Lui che diceva: «Io sono la verità» non ha mai chiesto
che ci s’inchinasse davanti a lui per servirlo; al contrario, è
lui che si è fatto umile servitore di tutti. Perché? Perché la
verità è carica di un’energia incommensurabile. È dunque
necessario avvilupparla con precauzione perché gli altri possano
accoglierla e assimilarla senza che ciò produca dei danni. La
potenza che viene dalla verità deve anche manifestarsi attraverso
l’umiltà, l’amore e la dolcezza.

 

Non bisogna credere che siano necessariamente le persone per bene
a sottolineare la disonestà, l’ingiustizia e la cattiveria negli
altri. Al contrario, spesso sono proprio coloro che hanno quei
difetti a vederli dappertutto: sono sempre critici e sospettosi,
perché giudicano il mondo intero attraverso se stessi. Viceversa,
coloro che possiedono grandi qualità morali non notano così tanto
i difetti delle persone che frequentano, perché vedono gli altri
attraverso le qualità che essi stessi possiedono.
Ogni essere umano può vedere soltanto attraverso i propri occhi,
ed è lui stesso a plasmare i propri occhi tramite i suoi pensieri
e i suoi sentimenti. Se incontrate persone che vi parlano
unicamente dei difetti degli altri, sappiate che, in un modo o
nell’altro, le rivelazioni che vi fanno riguardano anzitutto se
stessi. Se possedessero la nobiltà, la bontà, l’onestà e
soprattutto l’amore, troverebbero anche negli altri tutte queste
buone qualità.

 

A partire dalla terra fino al sole e ancora oltre, tutto lo
spazio è abitato. I quattro elementi, terra, acqua, aria e fuoco,
sono abitati da ogni specie di creature che sono menzionate nelle
tradizioni del mondo intero. Certo, forse non sono proprio come
sono state descritte dalle varie religioni o dalle varie culture,
tuttavia esistono, e noi possiamo entrare in comunicazione con
esse e farle partecipare al nostro lavoro per la venuta del Regno
di Dio.
Quando andate a camminare in montagna, nelle foreste, sulla riva
del mare, dei laghi o dei fiumi, cercate di prendere coscienza
della presenza di tutti gli spiriti che popolano quei luoghi e
che esistevano già molto prima della comparsa dell’uomo sulla
Terra. Collegatevi a quegli spiriti, parlate loro, meravigliatevi
davanti alla bellezza del lavoro che compiono ovunque in natura.
Essi  allora saranno felici, vi prenderanno a ben volere e vi
faranno dei doni: la vitalità, la gioia, l’ispirazione…

 

Sono rari gli esseri capaci di inerpicarsi con costanza lungo i
pendii della montagna spirituale. La vetta sembra tanto lontana!
Allora, quasi tutti interrompono il movimento, ridiscendono, e
tutto sarà da ricominciare. Occorre sapere che nulla è più nocivo
per l’equilibrio psichico che passare e ripassare da un modo di
vita all’altro: imporsi per qualche tempo una certa disciplina,
poi lasciarsi andare, e viceversa.
Non dico che dobbiate consacrarvi esclusivamente ad attività
spirituali, come pregare e meditare; non sarebbe ragionevole,
tanto più che molte altre attività possono nutrire la vostra
anima: ascoltare della musica, leggere, contemplare un’opera
d’arte o un paesaggio. Interiormente, cercate di rimanere il più
a lungo possibile sulle cime fino alle quali siete riusciti a
issarvi! Prendendo questa abitudine, riuscirete in seguito a
rimanere sulle vette senza difficoltà.

 

Come si fa a non vedere le corrispondenze che esistono tra
l’evoluzione dell’essere umano e quella della Terra? Sì, per lo
più, gli uomini e le donne assomigliano a terre in formazione:
non sono ancora riusciti a consolidare bene il loro suolo
interiore che è continuamente in ebollizione, scosso e squarciato
da eruzioni vulcaniche; e il Signore, che vorrebbe tanto venire
con i Suoi angeli a stabilire in essi la Sua dimora, deve ancora
attendere che si plachino.
Il Signore lavora in tutte le creature, ma non tutte si trovano
nell’identico periodo di formazione: era primaria, secondaria,
terziaria, ecc. Ecco perché certe terre sono ancora popolate da
dinosauri, mentre altre hanno orti e campi coltivati. I Maestri
spirituali sono esseri che hanno lavorato a lungo la propria
terra. Per questo vengono: per far avanzare “l’aratro del mondo”,
per togliere il karma dell’umanità

 

La luce e le tenebre sono due principi che non smettono di
scontrarsi nel mondo. Se vi schierate dalla parte delle tenebre,
la luce vi attaccherà, e se vi schierate dalla parte della luce,
sarete attaccati dalle tenebre. Sappiatelo e preparatevi a
difendervi. Tuttavia, anche in questo caso dovrete essere
vigili, perché non si tratta di difendersi in un modo qualsiasi,
ma unicamente servendovi delle armi della luce. Sì, perché se
rispondete con i mezzi delle tenebre (l’odio, la crudeltà e la
violenza), precipiterete nelle regioni in cui quelle forze ostili
si scontrano, si dilaniano, e voi vi incupirete, vi indebolirete. Pensateci: i nemici sono una tentazione presentata dal mondo
invisibile; per vincerli, si ha la tendenza a rispondere
utilizzando i loro stessi mezzi. Ma i nemici possono anche essere
una benedizione, se cerchiamo di rispondere con quell’arma
superiore che è la luce.

 

Dopo aver fatto certe esperienze sessuali, quanti ragazzi e
ragazze rimangono delusi e provano rimorso! Fino a quel momento
si sentivano leggeri, felici, mentre ora qualcosa di pesante si è
insinuato in loro, e sono a disagio, persino vergognosi. Il loro
sguardo non ha più la stessa luce, e dicono: «Non sapevamo che
fosse così. Se avessimo saputo!…»
Eh sì, nel mondo intero i ragazzi e le ragazze non sanno cosa li
attende quando si lanciano prematuramente e alla leggera in certe
esperienze. Del resto, a quel punto non sono interessati a
saperlo: ciò che vogliono è provare piacere, gustare delle
sensazioni. Ma ecco che il più delle volte non è la felicità ad
attenderli, ma un’insoddisfazione, la sensazione di aver perduto
qualcosa. E quando comprendono di essersi sbagliati, quella
comprensione non serve più a niente: giunge troppo tardi. Allora,
chi sono coloro che possono metterli in guardia?… e poi,
verranno ascoltati?…

 

Una croce, schematicamente, non è che l’incontro di una linea
verticale e di una linea orizzontale. Queste due linee
rappresentano due forze, due direzioni opposte, ma che si
incontrano per produrre l’unione dei due principi, maschile (la
linea verticale) e femminile (la linea orizzontale). La croce è
un’espressione dell’unione dei due principi. Comprendere la croce
significa dunque saper mettere in azione il maschile e il
femminile, il positivo e il negativo.
Direte: «Ma come si fa a mettere in azione i due principi? È
così importante?» Sì, altrettanto importante quanto sapere come
utilizzare il fuoco e l’acqua, che sono a loro volta
rappresentanti dei due principi, maschile (il fuoco) e femminile
(l’acqua). Provate a immaginare di non saperlo fare… Di quante
possibilità sareste privati! Riflettete su tutto ciò che si può
fare sapendo servirsi dell’acqua e del fuoco. È l’unione dei due
principi che crea il movimento. Considerate anche la ruota… Che
cos’è una ruota? Una croce in movimento.

 

Per conoscere gli esseri, per sapere se sono fedeli, sinceri,
forti, saggi, generosi, basta osservare come attraversano le
prove. Finché va tutto bene e niente li preoccupa o li fa
soffrire, è impossibile rendersi conto di ciò che essi valgono in
profondità. Altrimenti, perché credete che l’Iniziazione
incominci con alcune prove?
Conoscete le prove terribili alle quali, nell’antichità, gli
Iniziati sottoponevano quelli che volevano diventare loro
discepoli. Ovviamente, nella Fratellanza Bianca Universale non
sarete sottoposti a simili prove, e del resto non è necessario.
Ma conquistare un Iniziato è molto difficile, e a ragione: egli
non vi accetterà nel suo cuore, nella sua anima e nel suo
spirito, prima di avervi un po’ esaminati, perché non può correre
il rischio di mettere le sue ricchezze in un vascello che alla
minima tempesta rischia di colare a picco. Ma se vede che la nave
è solida, che nonostante le tempeste il discepolo si mostra
stabile, resistente e paziente, allora, sì, l’Iniziato gli dà
tutto ciò che possiede: la sua fiducia, il suo amore, la sua
stima, i suoi tesori.

 

Il lavoro spirituale è un’impresa a lungo termine, e di sicuro
non otterrete velocemente grandi risultati; ma l’essenziale è
lavorare, dopo di che, pazientate!… anche se questa è la cosa
più difficile. Sono rari coloro che sanno attendere. Quante volte
pazientare è considerata una perdita di tempo! È vero che nei
negozi, nelle amministrazioni, dal medico o davanti agli
sportelli della posta o di una banca, aspettare sembra una
perdita di tempo… ma anche in quel caso, potete fare qualcosa
dedicandovi a un lavoro col pensiero.
Non esiste tempo perso per un essere cosciente che, tramite il
pensiero e l’immaginazione, può diventare creatore nel mondo
invisibile. L’unico tempo realmente perduto è quello passato
nella pigrizia, nelle futilità, nei piaceri grossolani e nelle
cattive azioni. Dipende dunque da voi non perdere il vostro
tempo. Dover aspettare per ottenere la realizzazione delle vostre
aspirazioni migliori non è una perdita di tempo, perché
nell’attesa lavorate, e in quel lavoro la vostra anima già si
illumina. 

 

«Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio»,
diceva Gesù. Ma noi non possiamo conoscere Dio fino a quando
rimaniamo esterni a Lui. Per comprendere l’immensità, l’infinito
di Dio, dobbiamo fonderci in Lui, perderci in Lui, diventare
tutt’uno con Lui. Questa fusione, tuttavia, non può avvenire
finché un essere non lavora per purificarsi…
Prendiamo un’immagine. Avete una grossa goccia di mercurio: la
sparpagliate su un foglio di carta in tante goccioline e poi le
riavvicinate tra loro. Esse formeranno di nuovo un’unica goccia.
Tutti avrete sicuramente fatto questo esperimento. Ora, su quelle
gocce sparse, lasciate cadere qualche granello di polvere:
qualunque cosa facciate in seguito per riunirle, esse resteranno
separate. Ebbene, è ciò che avviene anche con noi. Il Signore è
lo splendore, l’infinito, l’immensità, ma è accessibile soltanto
a condizione che riusciamo ad eliminare tutte le impurità che
sono in noi e che, come tanti strati di polvere, ci impediscono
di fonderci in Lui.

 

Qualunque sia l’interesse che gli esseri e le cose presentano
isolatamente, questi acquistano tutto il loro significato e la
loro dimensione soltanto grazie al legame che unisce gli uni agli
altri. Questo legame può essere definito simpatia, amicizia,
amore… L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di
due quintessenze. Può accadere che due esseri non si siano mai
sfiorati nemmeno con un dito, eppure possano sentire tra loro un
legame potente, indistruttibile; altri, invece, pur dormendo da
anni nello stesso letto si sentono soli, estranei l’uno
all’altro.
Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno può
separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro,
in realtà essi sono sempre insieme. Nonostante i muri, nonostante
le montagne  e gli oceani, essi sono insieme, perché ciò che
vivono si trova così in alto, da sfuggire alle limitazioni del
piano fisico

 

Già molto prima della nascita del bambino, la madre che lo porta
in grembo deve prendere coscienza dei poteri che ha su di lui.
Non basta che ami già quel figlio: occorre che impari a
utilizzare le potenze dell’amore. Pensando al suo bambino, la
madre ha la possibilità di proiettare il proprio amore fino alle
regioni sublimi, per raccogliervi gli elementi necessari alla
corretta evoluzione del bambino, e infonderli in lui.
Come può una madre credere che con le sue sole risorse sia in
grado di dare al figlio tutto ciò di cui egli ha bisogno, senza
andare a cercarlo altrove, più in alto, nel piano spirituale?
Allora, di tanto in tanto, per qualche minuto, più volte al
giorno, con i suoi pensieri e le sue preghiere, si presenti
dinanzi a Dio dicendogli: «Signore, desidero che il figlio che Tu
mi dai sia Tuo servitore. Ma per far questo ho bisogno di altri
elementi che si trovano unicamente presso di Te: dammeli, Ti
prego».  Direte che non è facile presentarsi davanti a Dio.
Certamente, ma è un modo di dire. Già pensando alla bellezza,
alla luce e all’eternità, la madre attirerà elementi sottili più
elevati e li comunicherà al suo bambino.

 

Pur vivendo accanto a un grande Maestro, è difficile comprenderlo
o anche sentire la natura della sua presenza e la vita che gli è
propria, poiché le vibrazioni della vita spirituale sfuggono alle
percezioni abituali della maggior parte degli esseri umani. Tutto
ciò va oltre le loro possibilità, poiché essi non hanno
sviluppato i centri che permetterebbero di captare quelle
vibrazioni sottili.
Le vibrazioni di un Iniziato possono raggiungere soltanto quegli
esseri che hanno incominciato a sviluppare i propri corpi
superiori (il corpo causale, buddhico e atmico). Perché? Perché
quelle vibrazioni attraversano il corpo fisico, eterico, astrale
e mentale senza lasciarvi la minima traccia. Le si può paragonare
alle onde elettriche: queste onde attraversano i muri senza
lasciare traccia, mentre un proiettile non può attraversare un
muro senza produrvi un foro. Allora, sia chiaro per voi: avrete
ben di che leggere opere di spiritualità e incontrare i più
grandi Maestri, ma tutto ciò non vi porterà grandi cose finché
non avrete lavorato sui vostri corpi sottili per affinare le
vostre percezioni.

 

Quando non hanno più tante energie per continuare a rincorrere la
gloria, il potere o i piaceri, quante persone decidono che è
giunto il momento di rinsavire e di pensare al Cielo! Ma cosa
credono? Quando non si hanno più energie per la terra, non se ne
hanno più nemmeno per il Cielo. Il fatto di restare tranquilli
nel proprio angolino, perché non si hanno più forze a sufficienza
per gli affari, gli intrighi e le avventure passionali, non è
sinonimo di saggezza e ancor meno di spiritualità.
Tutti coloro che quando sono giovani sposano il diavolo –
diciamo pure così – non devono farsi illusioni: è il diavolo che
li ripudia nella loro vecchiaia, perché non c’è più niente che
possa prendere da costoro. Essi credono di divorziare di loro
spontanea volontà, ma non è affatto così. È il diavolo che li
scaccia: egli rimanda a Dio tutti quei “relitti” dai quali non
può più cavare niente. E allora, che spettacolo per il Signore, e
soprattutto che magnifico sostegno Egli riceve per il proprio
lavoro!…

 

Quando vi sentite oppressi dalle preoccupazioni e dai dispiaceri,
andate di notte a guardare il cielo stellato e meditate sulla
piccolezza della Terra perduta nello spazio infinito… Provate a
pensare che Colui che ha creato tanti mondi li ha sicuramente
popolati di creature più intelligenti, più belle e più potenti
degli umani. Perché quando si vedono questi “pigmei” discutere,
accapigliarsi e uccidersi fra loro, come si può credere che
proprio sulla Terra – un granello di polvere nell’immensità –  il
Creatore abbia sistemato le Sue creature più perfette?
Sotto le stelle, potete sentire che tutti i problemi, che nella
vostra mente assumono proporzioni gigantesche, non sono quasi più
niente. Pensando che le stelle che contemplate esistono da
miliardi di anni, che l’Intelligenza che ha creato quei mondi è
eterna e che voi siete stati creati a Sua immagine, sentite che
anche il vostro spirito è eterno e che nulla può realmente
turbarvi.

 

Attività, incontri… quante cose vi si presentano nella vita! Ma
prima di impegnarvi, chiedetevi se ciò contribuirà o meno al
vostro perfezionamento spirituale. Ci sono sempre, a tale scopo,
dei segni premonitori. Se sentite un’ombra nei vostri pensieri,
un turbamento nei vostri sentimenti e una certa indecisione nella
vostra volontà, allora non impegnatevi, perché è questo il
criterio assoluto.
Molti lo riconoscono: c’era ben qualcosa che li aveva avvertiti,
ma essendo più forte la voglia di soddisfare i propri desideri,
non ne hanno tenuto conto e in seguito, ovviamente, sono
sopraggiunti delusioni e rimpianti. Ci sono sempre degli
avvertimenti – nessuno può dire di non averne ricevuti –  ma non
li si prende in considerazione perché si è troppo tentati, troppo
attratti. In seguito, non resta  che lamentarsi: «Ah, se avessi
saputo!…» Ma è troppo tardi. Allora, imparate ad ascoltare la
voce interiore che vi mette in guardia.

 

Così come possediamo degli organi di senso che ci permettono di
entrare in contatto con il mondo fisico, possediamo anche degli
organi, dei centri sottili, grazie ai quali possiamo entrare in
contatto con il mondo spirituale. Questi centri, che portano nomi
diversi a seconda delle tradizioni, sono come antenne che ci
collegano alle entità celesti.
Quando Gesù diceva: «Se il tuo occhio è puro, tutto il tuo corpo
sarà nella luce», alludeva a uno di questi centri. Dal punto di
vista fisiologico, è un assurdità far dipendere lo stato del
corpo dallo stato degli occhi, e del resto Gesù non ha parlato di
occhi, ma di “un occhio”.  Questo occhio, dal quale dipende tutto
il corpo, è il centro attraverso il quale il Cielo tocca la terra
in noi. Quest’occhio non solo può vedere, ma anche comprendere,
sentire e persino agire, perché contiene in potenza le
possibilità di tutti gli altri organi.

 

Quando decidete di seguire il cammino della luce, le situazioni
in apparenza più sfavorevoli concorrono al vostro bene; infatti,
le forze che a quel punto mettete in moto trasformano quelle
situazioni, e ciò che avrebbe dovuto nuocervi finisce invece per
mettersi al vostro servizio. Dunque, prima di tutto dovete
preoccuparvi di sapere se siete sulla strada giusta. Quanto agli
avvenimenti che possono sopraggiungere lungo quel cammino, non
pensateci. Accettateli, sapendo che prima o poi i fallimenti si
trasformeranno in successi e i dispiaceri in gioia.
Ma guai a coloro che non hanno saputo scegliere la strada
giusta! Se anche riportassero dei successi, sappiano che in
realtà quei successi sono delle trappole… Se conoscessero le
leggi,  invece di rallegrarsi e pavoneggiarsi, molti tremerebbero
perché saprebbero che quei trionfi non fanno che preparare la
loro caduta.

 

Una volta scatenata, una corrente di forze ha la tendenza a
diventare incontrollabile. Il solo mezzo per dominarla è risalire
all’origine del movimento. Così, per porre fine a una rivolta
generale, si comincia col catturare colui che ne è alla testa,
ossia il capo, poiché è lui a ispirare quelle persone, a
spingerle. Finché egli è con loro ed è libero, gli altri
continueranno ad agire. Ma una volta neutralizzato il capo, la
folla non ha più lo slancio sufficiente per continuare la
ribellione.
Da questo esempio, quale lezione si può trarre per la nostra
vita psichica? Prima di gettarci contro un nemico interiore, un
sentimento, una passione o un desiderio che ci tormenta (il che
non farebbe che rafforzarlo), dobbiamo entrare in noi stessi e
cercare da dove quel nemico trae le proprie forze. Risalendo alla
fonte, risvegliamo delle potenze in grado di dominarlo. Ecco il
metodo: grazie allo sforzo di guardarsi dentro, si attirano i
soccorsi dal mondo spirituale e il nemico finisce per deporre le
armi.

 

Il sole che andiamo a contemplare ogni mattina, lo possiamo
scoprire soltanto dopo ripetuti sforzi; il sole infatti non si
rivela così facilmente, e le nostre attività quotidiane non ci
preparano a percepire quella vita tanto sottile che è un
nutrimento per la nostra anima e il nostro spirito. Ma è
necessario perseverare, è necessario lavorare a lungo sui nostri
sensi spirituali per sentire che è la Divinità a manifestarsi
attraverso il sole e per comunicare con Essa.
Voi credete di conoscere il sole… No, inizierete a conoscerlo
quando sentirete nel plesso solare una vibrazione di una tale
intensità che tutto il vostro essere sarà saziato, dissetato.
Allora, come il sole, sarete pronti a riversare nel mondo intero
il vostro calore, la vostra luce e la vostra vita; è così che la
Santa Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – diverrà viva in
voi.

 

Si racconta di un’anziana signora, la quale temeva talmente tanto
i ladri che aveva deciso di mettere da parte una certa somma di
denaro in previsione di una loro visita: questo le avrebbe
sicuramente evitato di essere maltrattata. Ovviamente, un ladro
finì per arrivare e la donna gli disse: «Ah, eccoti! Ti
aspettavo. Ho preparato qualcosa per te…» Stupefatto di essere
ricevuto così bene, il ladro, si suppone, se ne andò molto
contento. Quanto a lei, non sapeva che aspettando un ladro lo
aveva attirato.
Penserete che poche persone abbiano la strana idea di mettere da
parte del denaro in previsione dei ladri: sì, senza dubbio, ma in
compenso molti fanno delle economie in previsione dei giorni
cattivi. È magico: costoro fanno una specie di magia nera
inconsapevole. Perciò, non dite mai che state economizzando in
previsione dei giorni cattivi, perché così li attirate.
Economizzate piuttosto in previsione dei giorni buoni. Così, nel
momento in  cui la principessa si presenterà, avrete il denaro
per poterla sposare. Ovviamente, la principessa è un simbolo. La
principessa che verrà rappresenta le occasioni felici che possono
presentarsi nella vita, ed è utile avere del denaro per
beneficiare di tali occasioni.

 

Immaginate di viaggiare su una nave: la nave ha il suo
itinerario, deve fermarsi in determinati porti e voi non avete
alcuna possibilità di farle cambiare rotta. Inoltre, una volta in
mare, non potete più lasciarla, a meno che non cadiate in acqua.
Tuttavia, su quella nave potete leggere, parlare con i vostri
compagni di viaggio, mangiare, bere, ballare, dormire nella
vostra cabina o salire sul ponte a guardare il mare, ecc.: le
possibilità non mancano.
L’immagine della nave è quella del destino dell’umanità. Siamo
tutti su una nave la cui rotta è tracciata dalle potenze celesti,
e nessuno ha la possibilità di modificarla.  A bordo, possiamo
fare ciò che vogliamo: vivere in pace o litigare, perfezionarci o
degradarci. Ma l’itinerario non dipende da noi; gli avvenimenti
attraverso i quali dovranno passare l’umanità, il sistema solare
e anche il cosmo intero sono stati fissati sin dall’eternità, e
non si può cambiare nulla.

 

La facilità, le comodità e l’abbondanza materiale alle quali
tanto aspirano gli esseri umani sono spesso incompatibili con la
vera vita spirituale. Quando si ha tutto il necessario, e a volte
anche il superfluo, non si fa nessuno sforzo, ci si lascia andare
e senza saperlo ci si oppone alla vita intensa dello spirito
dentro di sé. Quindi, se il Cielo ci sottopone a certe
privazioni, non è per crudeltà, ma per spingerci a sviluppare la
pazienza, la forza di carattere e il bisogno di superare noi
stessi. Chi è tranquillo, chi ha a portata di mano tutto ciò di cui ha
bisogno, è ovviamente molto contento. Tuttavia si lascia andare,
diventa pigro, e quella pigrizia determina in lui l’accumulo di
materiali inutili che imputridiscono e che niente può eliminare:
egli non è più irrigato da quella corrente intensa che solo
l’attività dello spirito è in grado di conservare nel suo
organismo. Allora, smettete di ribellarvi contro certe privazioni
che il destino può imporvi. Al contrario, accoglietele con
riconoscenza, poiché sono le condizioni migliori per imparare ad
alimentare in voi la vita intensa dello spirito

 

 L’attività dell’ape e della formica, la vista penetrante
dell’aquila, il portamento regale del leone, la pazienza del bue,
la potenza e la memoria dell’elefante, la fedeltà del cane, ecc.
L’elenco delle qualità di cui gli animali sono divenuti i simboli
potrebbe essere ancora più lungo.  Gli animali, che comegli umani sono creature di Dio, hanno
anche delle cose da insegnarci, e non è un caso che certe
religioni abbiano elevato alcuni di essi al rango di divinità.
Gli animali possiedono infatti delle particolarità, dei tratti di
carattere che possono risvegliare un’eco benefica negli esseri
umani. Gesù, che diceva: «Siate perfetti come è perfetto il
vostro Padre celeste», ha detto anche: «Siate prudenti come il
serpente e candidi come la colomba».

 

Le opinioni, le credenze e i punti di vista che i genitori si
sforzano di trasmettere ai propri figli non sono sempre i
migliori, siamo d’accordo. Ma quando i figli criticano i genitori
mostrandosi duri e insolenti, hanno forse trovato l’atteggiamento
giusto? No. Anche se un giorno dovessero scoprire che non possono
fidarsi completamente dei loro genitori, ciò non li autorizza a
disprezzarli. Hanno tutto il diritto di non seguire il loro
esempio o di non  accettare la loro filosofia, ma non devono
rifiutarli.
Questa regola è valida anche al di fuori della famiglia. Il
fatto di non essere dello stesso avviso di qualcuno non vi dà il
diritto di respingerlo, al contrario. Visto che secondo voi
quella persona è nell’errore, è una ragione in più per essere
buoni e comprensivi con lei. Ma all’interno di una famiglia si
impone questa regola: pur se in disaccordo con i propri genitori,
nulla deve impedire ai figli di continuare a rispettarli e ad
amarli.

 

Avete appena colto un frutto… Se aveste gli apparecchi idonei
all’osservazione, vedreste che quel frutto è diverso da come era
sull’albero. Sull’albero, il frutto è attraversato da tutte le
forze vive che circolano e riceve quella linfa alla quale ha
lavorato l’intero Universo. Non appena lo si coglie, lo si separa
dalle correnti cosmiche.
La stessa cosa vale per l’uomo: lo si deve studiare quando è
ancora collegato all’Albero cosmico di cui egli è il frutto,
perché è lì che è vivo, ricco, radioso. Ecco perché la scienza,
volendo studiare l’uomo come fosse separato, caduto dall’Albero
della vita, non lo può conoscere: studia semplicemente il suo
cadavere. Direte: «Sì, ma così almeno lo si può sezionare per
vedere come è fatto. Quando invece è vivo, non si può». Ebbene,
ciò prova per l’appunto che è necessario trovare altri mezzi per
studiarlo senza tagliarlo a pezzi, per poterlo studiare vivo e
intatto. E tali mezzi esistono! Quando si entrerà in possesso di
questi mezzi, si scopriranno tutte le correnti sottili che
circolano nell’uomo e che lo collegano all’Universo intero.

 

“Mettete a profitto il tempo delle vacanze tornando su certi
avvenimenti che avete vissuto, su certi incontri che avete fatto,
e cercate di trarne conclusioni utili: in futuro saprete meglio
come affrontare le situazioni e come comportarvi con le persone
attorno a voi. Rivedete anche gli appunti che avete preso durante
le conferenze o leggendo i libri. Scegliete qualche frase
significativa e ripetetela fino a far scaturire in voi una
scintilla che accenderà in tutto il vostro essere un fuoco di
saggezza e di amore.
Durante le vacanze si è più esposti alle tentazioni, dunque
siate vigili. Riposatevi, sapendo che il vero riposo è soltanto
un cambiamento di attività. Se non fate nulla, anche il riposo vi
sarà nocivo, poiché un riposo in cui lo spirito non viene a dire
la sua è sempre nocivo: apre la porta ai consigli dannosi della
natura inferiore

 

Un ragazzo e una ragazza iniziano ad amarsi. Di tanto in tanto si
incontrano, si scrivono; i piccoli doni che si fanno – una ciocca
di capelli, un fiore o un petalo di rosa – sono per loro come
talismani impregnati di un oceano di effluvi. Si sentono felici,
stimolati, ispirati. Lui è un cavaliere, un principe, e lei la
Bella Addormentata nel Bosco! Vivono nella poesia, passeggiano,
si guardano, tutto diventa bello, il loro amore è puro, ideale.
Ma il giorno in cui cominciano a voler vivere il loro amore sul
piano fisico, a poco a poco la poesia se ne va, e a sostituirla è
la prosa.
Direte: « Ma non possiamo restare sempre sul piano ideale». Lo
dite voi. Se ci tenete assolutamente a scendere, fatelo, ma
lascerete il mondo della poesia e della vera bellezza, e la
vostra stessa gioia sarà meno grande. Allora, finché lo potete,
conservate un po’ di distanza in amore, perché è proprio questa
distanza che vi colmerà e vi ispirerà. Grazie ad essa
continuerete ad amare

 

Prima di essere le due regioni del mondo invisibile descritte
dalla religione, l’inferno e il paradiso sono due forme di vita
che possiamo trovare in noi stessi. La vita dell’inferno è
oscura, torbida: è simbolicamente quella del tubo digerente, del
ventre, del sesso. La vita del paradiso è sottile, pura,
luminosa: è simbolicamente quella dei polmoni, del cuore, del
cervello.
In noi, l’inferno e il paradiso sono separati dal diaframma;
essi devono però lavorare insieme: ce lo dice la struttura del
nostro corpo. Tuttavia, bisogna sempre vigilare affinché il lato
superiore domini il lato inferiore, e affinché sia lassù, in
alto, che la coscienza stabilisca la propria dimora: l’inferno
fornirà allora i materiali, le forze brute che il paradiso
dirigerà e feconderà. Perciò, sforzatevi di vivere nel vostro
paradiso e, da lì, imparate a dirigere le forze del vostro
inferno.

 

Tutto ciò che fate esclusivamente per la vostra soddisfazione
personale non può durare. Anche quando ottenete ciò che
desiderate, questo finisce per ritorcersi contro di voi. Pensate
di tenerlo saldamente, ed ecco che vi sfugge. Pensavate fosse
oro, ed ecco che diventa piombo. L’Intelligenza cosmica, che
vuole educare gli esseri umani, non permette che essi riescano
nelle loro imprese egoistiche. Ma perché allora – direte voi –
lascia che riportino qualche successo, se presto dovranno perdere
ciò che hanno acquisito? Perché possano meditare bene la lezione,
perché possano capire  che cosa valga la pena di essere cercato e
per cosa valga pena lavorare.
E ciò per cui vale la pena lavorare è l’idea di fratellanza
universale. Se amate questa idea, se le siete fedeli, se la
nutrite, se concentrate tutta la vostra volontà per la sua
realizzazione, quell’idea, che è vero oro, colmerà per sempre il
vostro cuore e la vostra anima.

 

Il corpo fisico non è che uno strumento, ed esegue ciò che i
nostri pensieri, i nostri sentimenti e i nostri desideri gli
ordinano. Non è tagliandosi un arto che un uomo si sbarazzerà dei
desideri che lo tormentano. Le membra si limitano a eseguire gli
ordini che ricevono da più in alto. Osservate: un braccio può
sferrare dei colpi e può anche dare carezze, può uccidere oppure
può salvare. Perché accusare il braccio? Il braccio non è
colpevole, non è responsabile: gli vengono dati degli ordini,
buoni o cattivi, e lui li esegue.
Supponiamo che un uomo voglia amputare i propri organi genitali:
non potrà più soddisfare i suoi appetiti e i suoi desideri, che
per altro non per questo saranno scomparsi; quindi, verso quali
follie criminali potrà lasciarsi trascinare quest’uomo! Ci sono
stati nella storia degli esseri la cui fede ardente e le cui
aspirazioni alla purezza li hanno spinti a mutilarsi, per
salvarsi – se così si può dire – dall’Inferno! Ma in questo modo
si sono poi ritrovati in un altro inferno, e ben più rovente!
Bisogna lasciare in pace le membra: è nel pensiero, nel
sentimento e nell’anima che occorre fare un lavoro di
purificazione.

 

«In principio Dio creò il cielo e la terra». In questo primo
versetto della Genesi, la parola ebraica Elohim viene tradotta
con “Dio”. Ora, Elohim è un plurale, e dovrebbe quindi essere
tradotto con “gli dèi”. Gli Elohim sono gli angeli della sefirah
Netsah. Sono loro che hanno creato il mondo, e questo avvenimento
cosmico si riproduce sulla terra ogni volta che un uomo e una
donna concepiscono un figlio. Quando creano un bambino, l’uomo e
la donna sono sotto l’influenza di Netsah, l’amore, e gli Elohim
partecipano alla formazione del corpo di quel bambino. Anche se
l’uomo e la donna non ne sono coscienti, gli Elohim fanno
comunque il loro lavoro.
Le sefiroth sono regioni sublimi, ma lavorano ogni giorno in
tutti i campi dell’esistenza. Sì, osservate soltanto la creazione
di un bambino: gli Elohim sono presenti, il padre e la madre li
hanno chiamati e, qualche mese dopo, appare un esserino davanti
al quale tutti si meravigliano. Senza saperlo, gli esseri umani
lavorano con forze cosmiche, con forze magiche. Quali forze
magiche sono più potenti di quelle della procreazione? Si può,
con la magia, scatenare uragani, ma ciò non è niente in confronto
alla creazione di un essere vivente.

 

Vorreste meditare ma non ci riuscite: trovate che sia difficile.
Sì, perché per meditare occorre conoscere bene la natura del
lavoro psichico, e soprattutto non bisogna esigere dal cervello
che si concentri immediatamente su un determinato soggetto,
altrimenti si violentano le cellule nervose e il cervello si
blocca. La prima cosa che dovete fare è dunque rilassarvi e
restare, per così dire, passivi, sorvegliando comunque come uno
spettatore paziente l’acquietarsi di tutte le vostre cellule.
Naturalmente, senza un certo allenamento non ci riuscirete
subito, ma alla lunga basteranno solo pochi secondi.
Lavorare prima di tutto con la dolcezza, con l’armonia: ecco il
segreto di una buona meditazione. E nel momento in cui sentite
che il vostro sistema nervoso si è calmato, ricaricato (perché
l’atteggiamento passivo permette al vostro cervello di accumulare
energie), potete orientare il vostro pensiero verso il soggetto
che avete scelto

 

L’essere umano è imperfetto e commette ogni giorno degli errori.
Ma per quanto gravi, questi errori non devono invadere la sua
coscienza, perché non servirebbe a nulla. Il fatto che per un
momento egli provi rimorso o vergogna  è una buona cosa, poiché
non ci si può correggere se non si comincia col rendersi conto di
aver avuto torto ad agire in un certo modo, e ci si pente.
Il rimorso, però, deve servire unicamente a prendere la
decisione di non ripetere più gli stessi errori. Se persiste, è
inutile e persino nocivo. Coloro che tornano incessantemente sui
propri errori e si lasciano opprimere dal rimorso, smuovono la
feccia del proprio subconscio e attirano forze negative. Così,
non solo si fanno molto male, ma inoltre quell’atteggiamento non
piace al Signore. Perché il Signore ha creato gli esseri umani
affinché vivano come Lui nella bellezza, nella gioia e nella
pienezza.

 

Servire Dio non significa trascurare il prossimo, al contrario, e
i veri discepoli si sforzano di servire Dio nel loro prossimo. È
Dio che essi amano negli esseri umani. Anche se ricevono solo
ingratitudine, hanno fede che Dio non li abbandonerà. Lo sanno
perché ne hanno già fatto l’esperienza varie volte nelle loro
lontane esistenze. Si sentono come uccelli le cui ali si sono
rinforzate e sono finalmente pronte per il volo.
Coloro che sono decisi a servire Dio nel prossimo, rivelano di
essere in grado di prendere il volo. Hanno sistemato e superato i
problemi personali, familiari e sociali, e sono liberi di andare
più lontano e più in alto con il pensiero. Si sentono membri
della famiglia universale, ed è lavorando per questa famiglia
universale che la loro anima si dilata nello spazio e trova il
proprio nutrimento.

 

Chi si mette al servizio di Dio, non sta servendo un essere
esterno a lui; ecco perché è impossibile che perda la propria
libertà, al contrario, la conquista. Questo è il fondamento della
religione. Finché gli esseri umani non cercheranno di scoprire e
di servire Dio in se stessi, avranno di Lui una concezione,
un’immagine, incompleta o deformata. Ed è normale che il pensiero
di mettersi al servizio di una potenza che si trova chissà dove,
e che forse nemmeno esiste, sia per alcuni insopportabile.
Servire Dio…Questa idea sarà correttamente compresa e accettata
soltanto se l’essere umano prenderà coscienza che la Divinità che
egli deve servire abita nella sua anima. Più egli si consacra
alla Divinità, più Le si avvicina ed entra in comunicazione con
Essa. Grazie al proprio lavoro, egli riesce a dissolvere le
scorie accumulatesi in lui a causa dei suoi pensieri, dei suoi
sentimenti e dei suoi desideri inferiori. Così, a poco a poco,
scopre la quintessenza del proprio essere, che è la quintessenza
di Dio stesso

 

Parlate della purezza, e non ci saranno molte persone ad
ascoltarvi. Alcuni la considerano una virtù fuori moda di cui non
devono preoccuparsi, poiché la identificano con la castità, e
oggigiorno la castità… Per altri, la purezza è uno stato
meraviglioso di cui hanno nostalgia perché l’associano
all’infanzia, all’innocenza che hanno perduto e che non
ritroveranno mai più. In realtà, la purezza è un concetto che
appartiene a un campo molto più vasto. È “puro” tutto ciò che è
ispirato dalla nostra natura superiore; è “impuro” tutto ciò che
è ispirato dalla nostra natura inferiore. La natura inferiore,
alimentata dai nostri desideri grossolani, egocentrici, ci spinge
a prendere decisioni e orientamenti meschini, parziali.  È lì che
si trova l’impurità: non andate a cercarla altrove.
La purezza e l’impurità sono dunque prima di tutto una questione
di intenti, di obiettivi. Sì, sono le intenzioni e le finalità
che rendono le nostre azioni pure o impure. Quando avete uno
scopo disinteressato, quando volete lavorare per il bene di
tutti, la vostra attività è pura. Allora, se cercate sinceramente
la purezza con tutto il cuore e con tutta l’anima, sforzatevi di
limitare le manifestazioni della vostra natura inferiore.

 

Ecco qualcuno che decide di mettere ordine e disciplina nella
propria vita. Pensa di aver bisogno di un Maestro e dice a se
stesso: «Voglio incontrare un grande Maestro, il più grande che
ci sia. Solo a questa condizione accetterò di abbracciare la vita
spirituale». E parte per l’India o per altri luoghi, alla ricerca
di quel Maestro eccezionale.
Io non voglio impedire a nessuno di cercare il più grande
Maestro, ma ci sono comunque certe cose che questo ignorante e
presuntuoso deve conoscere. Se non ha già lavorato interiormente
per acquisire la capacità di comprendere ciò che è un Maestro
spirituale, come considerarlo, come apprezzare ciò che insegna e
come applicarlo, è preferibile per lui non incontrare un grande
Maestro. Perché? Perché riuscirà soltanto a scontrarsi con lui,
cadrà in ogni sorta di contraddizioni e rimarrà debole e
ignorante come prima. Non preoccupatevi quindi di sapere se un
Maestro è più o meno grande; preoccupatevi soltanto del modo in
cui comprenderete il suo insegnamento.

 

Può succedere che vi sentiate perseguitati da immagini che vi
appesantiscono, vi turbano… Non lasciatevi invadere!
Allontanatele e sostituitele con immagini che vi ridanno la
gioia, il coraggio e la speranza. Per comprendere l’importanza
delle immagini, dovete convincervi del fatto che esse possiedono
una vita, dei poteri, e che dunque alcune di esse attirano il
fulmine, mentre altre fanno scendere su di voi tutte le
benedizioni del Cielo.
Ognuno di voi deve cercare di formare dentro di sé delle
immagini che lo strappino all’oscurità e alle pesantezze terrene;
e quando non ci riuscite, aiutatevi con la contemplazione di
quadri, di immagini dipinte. Nei templi e nelle chiese, le
immagini sacre non hanno altra funzione se non quella di aiutare
il credente a creare in sé uno stato grazie al quale diverrà non
solo un ricettore, ma anche un trasmettitore di energie divine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AFORISMI SPIRITUALI di OMRAAM MICHAIL AIVHANOVultima modifica: 2010-07-13T17:08:00+02:00da mikeplato
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One Response

  1. Silvia
    at |

    Un post molto bello… complimenti

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