TORAH E PREGHIERA NELLO ZOHAR

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180 Rabbi Shimon esordì in una sua lezione in questa maniera: È scritto (Isaia XXXVII,2): “Ezechias voltò allora la faccia verso la parete e pregò il Signore”. Considerate quanto grande è il merito di chi studia la dottrina e quanto questa è superiore a tutte le opere! Chiunque si consacra allo studio della dottrina non teme alcun danno, né dagli esseri celesti né da quelli terrestri, né alcuno dei mali che colpiscono l’uomo. Esso è, infatti, fissato all’albero della vita, il quale l’istruisce tutti i giorni. 181 La dottrina, infatti, educa all’uomo a camminare nella via della verità, lo istruisce sul modo di tornare al Maestro, al fine di allontanare le punizioni che questi ha decretato. É vantaggioso, quindi, per l’uomo dedicarsi giorno e notte allo studio della dottrina e di non allontanarsene mai, proprio com’è scritto (Giosuè I,8): “Meditate giorno e notte”. Chiunque negletti lo studio della dottrina o la trascura, è colpevole come se si fosse separato dall’albero della vita. 182 Considerate come il versetto avente attinenza con la preghiera d’Ezechias, ci serva da ammonimento. La notte, quando l’uomo si corica, deve sottomettersi con tutto il suo cuore al regno del cielo e affidare la propria anima alla protezione di D-o . Operando in tale maniera, sarà preservato da visioni impure e nessun cattivo spirito avrà potere su di lui. 183 Al mattino, quando si alza, deve benedire il suo Maestro, entrare nella sua casa, prosternarsi con molto raccoglimento e recitare, quindi, la propria preghiera. Deve accettare, in altre parole il consiglio dei santi patriarchi, così com’è scritto (Salmi V,8): “Ma io per la tua gran misericordia entrerò nella tua casa; mi prosternerò con timore nel tuo santo tempio”. 184 La tradizione ci riferisce quanto segue: l’uomo non deve mai entrare nella casa della preghiera senza essersi prima rivolto ad Abraham, Isacco e Giacobbe, i quali istituirono le orazioni da indirizzare al Santo, benedetto il suo nome. Questo è il motivo per cui è scritto: “Ma io per la tua gran misericordia entrerò nella tua casa”, queste parole sottintendono Abraham. Le parole “mi prostrerò nel tuo santo tempio”, indicano Isacco, mentre quelle che dicono “con timore” Giacobbe. L’invocazione dei patriarchi deve avvenire prima di entrare nella casa della preghiera, così com’è scritto (Isaia XLIX,3): “Mi disse: tu sei mio servitore, Israele, ed io manifesterò la mia gloria in te”.….215 Il quinto comandamento si trova compendiato in questo versetto (Genesi I,20): “ Che le acque producano spiriti viventi”. Questo passo contiene tre prescrizioni (Zohar I,46b): la prima è di consacrarsi allo studio della Dottrina, la seconda di praticare le parole divine “Crescete e moltiplicatevi”, l’ultima di eseguire la circoncisione, asportando il prepuzio l’ottavo giorno dopo la nascita del bambino. Il quinto comandamento consiste quindi, nel consacrarsi allo studio della dottrina esoterica, di approfondirla conseguendo giornalmente dei progressi. 216 L’uomo che si consacra allo studio della dottrina esoterica si nobilita grazie all’anima supplementare di cui il cielo lo correda (Zohar I,62a), così com’è riferito (Salmo CIII,20): “Gli spiriti viventi”, vale a dire anime che provengono dalla regione celeste chiamata “vivente” (Hayâ). L’uomo che non pratica la scienza esoterica è mancante della santa anima suppletiva e la santità dell’alto non riposa su di lui. É la voce dell’uomo che studia la dottrina che provoca la discesa dell’anima vivente che emana dalla regione celeste chiamata “vivente” (Hayâ). 217 Grazie a lei l’uomo diviene simile alle creature celesti, così com’è confermato (Salmi CIII,20): “Benedite il Signore, voi che siete i suoi angeli”, in altre parole gli uomini che studiano la dottrina e che sono chiamati “suoi angeli” sulla terra. É questo il motivo per cui la Scrittura aggiunge: “E gli uccelli che volano sulla terra”. Sappiamo, infatti, che gli uomini i quali si dedicano sulla terra allo studio della dottrina, saranno gratificati dal Santo, benedetto egli sia, con delle ali simili a quelle delle aquile, per mezzo delle quali attraverseranno la terra, così com’è scritto (Isaia XL,31): “Chi spera nel Signore, ogni giorno ne trae nuova forza, metterà delle ali e volerà come aquila”. 218 Le parole della Scrittura: “E gli uccelli che volano sulla terra” significano, dunque, che l’uomo consacratosi allo studio della dottrina esoterica, chiamata “Acque”, sarà dotato di una santa anima suppletiva emanante dalla regione celeste chiamata “vivente”. É per questo motivo che David esclamò (Salmi II,12): “Create in me, o D-o , un cuore puro”. In altre parole, aprite il mio cuore, o D-o , allo studio dei vostri misteri, e “Create in me uno spirito sicuro “, favoritemi, in diversi termini, della santa anima aggiuntiva.

TORAH E PREGHIERA NELLO ZOHARultima modifica: 2010-08-19T13:54:00+02:00da mikeplato
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