NEI SUTRA DEL LOTO….IL BUDDHA SI RIFERISCE A SE STESSO COME:
TATHAGATA
L’ESEGESI DI QUESTO TERMINE HA FATTO SPRECARE FIUMI DI INCHIOSTRO.
L’intepretazione principale è presente in wiki. La cito testualmente:
Il termine Tathāgata può essere letto come tathā-gata o come Tathā-āgata, dove il primo significa “così venuto” mentre il secondo significa “così andato”. Questa differenza rappresenta un’importante dicotomia nella tradizione buddhista: Tathāgata come “così andato” implica che un Buddha è un pioniere e che il compito del fedele è di seguirlo e di trarne ispirazione e guida, giungendo infine col conseguirne lo stesso stato di conoscenza e di liberazione; Tathāgata come “così venuto” (questa versione traducono il cinese Rú lái e il giapponese Nyorai), d’altro canto, implica che un Buddha viene a salvare gli esseri senzienti e a offrirgli rifugio, e ciò che è richiesto al fedele è preghiera e devozione.
In realtà -e qui si comprende la potenza della tradizione esoterica occidentale- TATHAGATA, a mio parere, significa:
COME è VENUTO, COSI’ SE NE è ANDATO
O sarebbe meglio dire:
NELLE STESSE CONDIZIONI IN CUI è SCESO IN QUESTO MONDO, NELLE STESSE CONDIZIONI SE NE è ANDATO….
ancor meglio:
UN ESSERE PRIMORDIALE PERDE IL SUO CORPO DI LUCE NELLA DISCESA NELLA MATERIA, PER ANDARSENE E TORNARE ALLO STATO PRETEMPORALE NELLA RISALITA….
ERGO, UN TATHAGATA è UN RISORTO