FREIXEIDO E LA SUA VISIONE DELLE COSE

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RIPORTO ESCLUSIVAMENTE A TITOLO INFORMATIVO IL PENSIERO DI SALVADOR FREIXEIDO, NON APPOGGIANDONE MOLTI PUNTI

Salvador Freixedo, spagnolo di origine, è stato un prete cattolico gesuita che ha lavorato per la diffusione della fede cristiana sul campo per molti anni in America Latina, particolarmente nel Centro America come insegnante ad altissimo livello, essendo anche studioso delle religioni, antropologo, sociologo e paraspicologo.

Ad un certo punto della sua vita, dopo esperienze sempre più negative e riflessioni sulla involuzione dell’umanità in generale, piuttosto che sulla sua evoluzione coscienziale nonostante le religioni, si è incamminato su una strada di ricerca e di conoscenza fuori dalle ideologie dominanti religiose o laiche per trovare una sua verità. E’ stato molto perseguitato, sia dalla Chiesa che dalle autorità civili e i suoi libri che hanno iniziato ad essere pubblicati dalla fine degli anni ’60 del novecento, sono stati tolti dalla circolazione, tanto che sono pressoché introvabili in forma stampata.

Non condivido in moltissimi punti il pensiero di Freixedo. Tuttavia credo che questo autore possa dare stimolo alla riflessione e alla conoscenza affinchè le coscienze umane più mature possano elaborare un pensiero proprio,creativo, sottratto il più possibile alle negazioni e alle manipolazioni degli “dei”.

Poiché il testo originale spagnolo è corposo e molto impegnativo, mi è parso opportuno inserirlo nel sito, suddiviso in più “puntate” per renderne più facile e gradevole la lettura.

Quella che segue è la prima parte dalla quale, senza riserva alcuna, emerge la concezione maturata da questo autore che, in ogni caso, ha pagato duramente la sua “sovversività.

Dal 1950 al 1970

  • Nel 1957 mentre si trovava a Cuba, scrisse il suo primo libro: 40 Casos de injusticia Social (40 Casi di Ingiustizia Sociale). La pubblicazione allarmò le alte sfere del potere e, Freixedo fu invitato dal dittatore Batista ad abbandonare l’isola.
  • Nel 1968 a Porto Rico, scrisse il libro Mì Iglesia Duerme (La Mia Chiesa Dorme) nel quale impostava la problematica di una Chiesa ingabbiata e, denunciava lo scarso spirito evangelico di alcuni dei suoi dirigenti così come l’irrazionalità di alcuni dei suoi dogmi, per questo fu espulso dall’Ordine.
  • Nel 1970 in Venezuela pubblicò il libro: Amor, Sexo, Naviazco,Matrimonio, Hijos: Cinco Realidades en Evoluciòn (Amore,Sesso, Fidanzamento, Matrimonio, Figli: Cinque Realtà in Evoluzione). Subendo le pressioni episcopali, il partito social-cristiano in quel momento al potere lo mise in carcere e successivamente lo espulse dal paese.
  • A partire dal 1970

Dalla rottura con la Compagnia si dedicò allo studio della fenomenologia paranormale, considerandola come una finestra verso altre realtà o altre dimensioni dell’esistenza. Il frutto dei suoi viaggi, ricerche e riflessioni sono più di venti libri (alcuni sul rapporto fra la religione e gli extraterrestri)

PRIMA PARTE

La teologia dell’unico vero Dio è falsa; la teologia dei falsi Dei è quella vera. Questa non è una professione di ateismo così come, fin dall’inizio, vogliamo dire che non concediamo la nostra fede al dio del Pentateuco come Unico Dio Universale poiché lo consideriamo come uno dei tanti dei minori che, lungo il corso della storia del pianeta, hanno utilizzato gli esseri umani. Sì, il dio cristiano di cui si parla nella Bibbia è esistito, ma non è il buon padre al quale siamo stati obbligati a credere e, ancor meno, il Dio universale, creatore di tutto il Cosmo. E’ semplicemente un usurpatore in più che, come tanti altri simili a lui, pretese di farsi passare per la Grande Energia Intelligente Creatrice di tutto l’Universo.

Già in un’altra occasione avevo fatto la distinzione fra gli esseri razionali uguali o superiori all’uomo: uomini, superuomini, dei, DIO.

I superuomini sono fondamentalmente come tutti gli altri, ma sono preparati a compiere una grande missione e, a questo scopo, sono dotati di qualità eccezionali. Alcuni di loro vengono preparati fin dalla nascita; altri acquisiscono queste qualità ad un dato momento della loro vita quando sono scelti da qualcuno di questi esseri che chiamiamo dei. Zoroastro, Budda, Maometto, Mosé, Confucio, Lao Tse, ecc. appartengono a questa categoria fino a dare l’impressione che in loro ci sia una parte della natura divina, una specie di ibrido fra uomo e dio e sono stati strumenti per la realizzazione sulla Terra e nelle società umane delle volontà e dei desideri di questi esseri extraumani.

Gli dei, invece, non appartengono alla razza umana. Alcuni di loro hanno il potere di manifestarsi come terrestri – e lo hanno fatto in infinite occasioni, fino a convivere intimamente con noi quando ciò è stato confacente per i loro enigmatici propositi – ma, compiuta la loro missione o raggiunto i loro scopi, ritornano al loro piano esistenziale in sintonia con le loro caratteristiche psichiche ed elettromagnetiche.

Fra gli dei ci sono molte più differenze di quante ve ne siano fra gli uomini, sia nell’identità fisica del loro stato naturale, sia nel modo di manifestarsi a noi; al loro grado di evoluzione mentale e tecnologica, ed anche morale in quanto sembra che alcuni di loro siano molto più attenti di altri nell’interferire nel nostro mondo o a non interferirvi affatto. Possono provenire anche da altri pianeti, presumibilmente però, quelli che maggiormente interferiscono nella vita e nella storia dell’umanità sono della nostra stessa Terra. Mentre gli uomini, per molte che siano le differenze, appartengono tutti alla stessa razza umana, gli dei non appartengono ad un’unica specie di esseri e, se dobbiamo credere a quanto essi stessi ci fanno capire, provano una forte sfiducia reciproca, antipatie manifeste e battaglie dichiarate.

Un esempio tipico di questo antagonismo e di queste battaglie lo riscontriamo nella ribellione che, secondo la teologia cristiana, Lucifero organizzò insieme a molti suoi seguaci contro Yahvé. I credenti che accettano come verità inconfutabili gli insegnamenti della Chiesa, dovrebbero sapere che tutte le grandi religioni ci parlano di battaglie simili fra i loro dei o fra un dio principale e gli altri minori.

Per comprendere l’entità fisica degli dei e di molte altre creature non umane, ci si deve riferire alla fisica atomica e subatomica. Il “corpo” degli dei è elettromagnetico ed è composto di onde. Anche il corpo umano, in ultima analisi, è composto da onde condensate in materia solida, mentre quella che compone il corpo degli dei, pur essendo uguale alla nostra nella sostanza, è strutturata in forma molto più sottile, invisibile e impercettibile; non solo ma essi hanno, diversamente da noi, la capacità di dominare la loro materia, adottando forme più o meno evanescenti così da rendersi più o meno percepibili ai nostri sensi, a loro discrezione.

Per quanto riguarda la loro ubicazione nell’Universo, poiché il loro piano di esistenza o “vibrazionale” non coincide con il nostro, può benissimo essere che il nostro pianeta sia anche il loro. Molti possono vivere – e di fatto lo fanno – qui tra gli umani, senza che noi li si possa percepire con i nostri sensi ordinari. Non è incredibile se pensiamo che l’aria, pur essendo un corpo fisico per quanto rarefatto, ma della stessa sostanza di una pietra, è completamente invisibile ai nostri occhi e le onde della televisione che inondano le nostre case divengono visibili tramite un apparecchio predisposto ad hoc. Possiamo dire che non stanno da nessuna parte o ovunque, dato che le leggi fisiche a cui obbediscono sono diverse da quelle che conosciamo, considerato che la nostra concezione di spazio e tempo è ancora molto imperfetta e dobbiamo convincerci di non essere gli unici abitanti intelligenti del pianeta.

La scienza ufficiale nega ovviamente l’esistenza di questi dei, queste energie, in quanto sfugge al suo controllo, alla sua dimostrabilità e sperimentabilità di laboratorio; tuttavia molti scienziati, particolarmente le ultime generazioni di fisici, in privato, sono molto più aperti e possibilisti all’argomento che resta, invece, terreno privilegiato delle religioni, inclusa la cristiana.

Nella maggioranza delle religioni questi esseri sono generalmente definiti “spiriti”,sia pure con tanti nomi diversi e tipologie differenti, in quanto sono sempre tenute in considerazione le grandi differenze esistenti fra di essi. I Greci e i Romani sono stati coloro che più si sono avvicinati alla realtà nel chiamarli semplicemente “dei”, sebbene riconoscessero che questi spiriti potevano assumere forme corporee e che ci fossero anche tutta una serie di deità minori, soggette agli dei maggiori.

Anche il Cristianesimo accetta l’esistenza di questi spiriti: ne parla costantemente nella Bibbia e in tutti gli insegnamenti del magistero cristiano nel corso dei secoli. Li chiama “angeli” o “demoni” e attribuisce loro grandi poteri. Di fatto, la storia sacra ci presenta alcuni di loro nel ruolo di ribelli contro Dio, così come la denominazione delle varie gerarchie: angeli, arcangeli, troni, dominazioni, potestà, cherubini, serafini…. sono la prova che la Chiesa ha un’idea molto chiara e concreta della loro esistenza.

Ora è più che mai necessario che gli esseri umani prendano coscienza che questi spiriti non sono così buoni come per millenni ci è stato fatto credere. Infatti, Santa Madre Chiesa ci ha sempre detto che alcuni di loro – i demoni – sono perversi, nemici di Dio e dediti a deviare l’uomo dalla retta via. Soprattutto dobbiamo tenere presente che la stessa teologia insegna che la lotta fra gli angeli è iniziata prima che il mondo visibile fosse creato. La lotta, che trasformò alcuni di loro in demoni, non è ancora terminata perché la rivalità tra gli spiriti è ancora in atto, essendo essi molto gelosi dei propri ranghi e prerogative.

Lo spirito che la Bibbia ci presenta come superiore a tutti, ma anche come creatore dell’Universo, non solo non lo è, ma non è né superiore, né diverso dagli altri angeli del Cristianesimo, di Giove o Baal, cioè è come gli dei delle altre religioni che si manifestavano ai loro popoli “eletti” per guidarli e “proteggerli”.

Come abbiamo riscontrato, a questi esseri sovraumani piace “scegliere” un popolo attraverso il quale centrare i propri interventi sulla razza umana, positivi o negativi, a volte in modo attivo e diretto. In questa ottica l’Ebraismo e il Cristianesimo non hanno alcuna originalità. I Cristiani, come i fedeli di altre religioni, concentrati nello studio e nel compimento dei loro riti e dogmi, tenuti all’oscuro dai loro leaders religiosi delle credenze e riti di altri popoli, hanno ignorato e continuano a ignorare quei fatti storici che potrebbero seminare grandi dubbi sulla originalità e la validità del proprio credo religioso.

In questa lotta che gli angeli scatenarono fra loro e che la teologia ci dice che culminò con la sconfitta di Lucifero, il grande vincitore risultò essere Yahvé che, a quanto pare, era il capo supremo di quella fazione di angeli che, in quel momento, stavano manifestandosi sul nostro pianeta. Da allora Lucifero dovette apparire come il Male e Yahvé come il Bene, così come nelle vicende umane, la storia è scritta e immortalata dai vincitori e i vinti sono presentati come nemici perversi giustamente sconfitti.

Le mitologie di tutti i popoli non sono altro che i ricordi deformati di fatti accaduti migliaia di anni fa. Ad uno studioso della nuova teologia cosmica appare più che mai credibile che nell’antichità remota, ma anche in tempi più recenti, esseri sedicenti celesti, si manifestavano agli spaventati abitanti della Terra, dicendo di essere “dei”, o addirittura il dio creatore di tutto l’Universo. I nostri progenitori, al loro livello evolutivo, davanti ad una magnificenza e ad una potenza sovrumana, non dubitavano un istante di essere realmente alla presenza dei signori dell’Universo, ponendosi incondizionatamente al loro servizio

E’ certo che questi fenomeni della manifestazione di un dio o di più dei si sia ripetuto in tutti i popoli di cui si abbia storia scritta.

L’apparizione nelle manifestazioni collettive, o la illuminazione come processo individuale sono accaduti a tutte le latitudini, in tutte le culture, in tutte le epoche nel corso della storia umana. E’ un fatto storico accertato e indiscutibile che tutti i popoli, senza eccezione alcuna, abbiano obbedito ed onorato qualche dio che, in un modo e nell’altro si era manifestato ai loro predecessori ai quali aveva dato grandi insegnamenti (spesso come curare le malattie o svelando segreti della Natura), promettendo loro protezione se avessero obbedito ai suoi ordini o, più in concreto, seguito le norme di vita che dettava loro.

La scienza e la religione hanno considerazioni diverse rispetto alle credenze dei popoli sulle apparizioni. La scienza in genere le considera creazioni soggettive originate dalla religiosità innata degli uomini, o addirittura allucinazioni frutto di uno psichismo alterato e ritiene che ciò che si presenta come “miracolo”, cioè come intervento diretto dello spirito, altro non sia che la fruizione cosciente o incosciente di una legge sconosciuta della Natura.
Le religioni, volenti o nolenti, sono costrette ad ammettere che molte visioni o apparizioni sono accadute e accadono realmente e che, in un certo qual senso, le scavalcano, scavalcano le gerarchie, scompaginano sempre un po’ gli equilibri di potere e di controllo all’interno delle organizzazioni terrene, anche perché l’azione degli dei è spesso molto ambigua, incrementando il fanatismo da una parte e un esacerbato rifiuto del fatto dall’altra.

L’esperienza di essere stati “adottati” da un dio è comune a quasi tutti i popoli dell’antichità con l’obbligo però di sottostare a certe condizioni, la principale delle quali consisteva nella richiesta di sacrifici sanguinari di vario tipo in cambio di protezione, peraltro non sempre efficace.

Certamente non tutte le mitologie e le leggende folkloristiche dell’antichità sono supportate da prove documentali, tuttavia non si può negare che molti popoli, separati da migliaia di anni e da migliaia di chilometri, abbiano avuto credenze e praticato riti molto simili, tanto da far pensare ad una origine comune, ad una stessa matrice.

E’ il caso delle analogie storiche e dottrinarie fra gli Ebrei del Vecchio Testamento e gli Aztechi a tremila anni di tempo e diecimila chilometri di distanza. Ad entrambi, il loro “dio protettore” impose di lasciare il luogo natio per andare in una “terra promessa”, sotto il suo diretto comando.

Gli Ebrei errarono per il deserto 40 anni, guidati da Yahvé che li accompagnava nella forma di una colonna di fuoco e fumo che illuminava il cammino durante la notte e faceva ombra durante il giorno, aiutandoli a superare le difficoltà che incontravano nel cammino.
Per gli Aztechi è stata sicuramente più dura la peregrinazione che è durata ben duecento anni. Il “ dio padre protettore” Huitzilopochtli li accompagnò in forma di grande aquila bianca dal loro insediamento naturale, che si presume sia stato fra l’Arizona e l’Utah, fino all’attuale centro di Città del Messico, allora piccola isola del lago Texcoco e lì si arrestarono perché apparve loro l’aquila che divorava il serpente, secondo la profezia divina che li aveva messi in moto.

Entrambi i popoli “eletti” dovettero affrontare, combattere e molto spesso annientare numerose tribù o etnie che abitavano la “terra promessa” prima del loro arrivo. La Bibbia è la narrazione storica di questa conquista: gli Amorrei, i Filistei, i Gebusei, i Gaboniti, gli Amalechiti hanno la loro controparte americana nei Chichimechi, Daxtechi, Xochimilchi, Tepanechi.

Una volta stabiliti nella “terra promessa”, iniziarono a moltiplicarsi velocemente, divennero molto potenti e sottomisero tutti i loro vicini, raggiungendo l’apice dello sviluppo circa due secoli dopo.

Sia gli Ebrei che gli Aztechi erano stati indottrinati, marchiati dal rito della circoncisione e, tanto Yahvé che Huitzilopochtli esigevano dai loro popoli sacrifici di sangue. Fra gli Ebrei era di animali, dopo la remissione del sacrificio di Abramo del figlio Isacco, ma fra gli Aztechi era sangue umano. Nella dedicazione del tempio di Tenochtitlan, secondo gli storici, si sacrificarono diverse migliaia di prigionieri, strappando dal petto il cuore ancora palpitante per propiziare Huitzilopochtli.

Tuttavia, se non in forma rituale, anche fra gli Ebrei il sangue umano scorreva a fiumi a causa delle lotte incessanti con gli altri popoli che Yahvé stesso incitava a fare; addirittura poi a volte il sangue era solo quello del popolo eletto quando “si accendeva la sua ira contro di loro”, il che accadeva abbastanza spesso.

Entrambi i popoli furono dettagliatamente istruiti su come costruire un grande tempio nella terra promessa conquistata e questo comando lo si riscontra in altre apparizioni religiose nel corso della storia.

Diego Duran, un frate francescano che scrisse le cronache dei primi colonizzatori delle Americhe riporta, con tutta la prevenzione possibile verso quei pagani demoniaci, la tradizione orale del popolo azteco secondo la quale i suoi antenati, a mano a mano che avanzavano verso sud, sempre seguendo la grande aquila bianca che li guidava dal cielo, la prima cosa che avrebbero dovuto fare appena arrivati in un luogo, era di costruire un piccolo tempio in cui custodire l’arca che trasportavano e mediante la quale comunicavano con il loro dio.

La presenza dell’arca che, come per gli Ebrei, rappresentava il vincolo che li legava al loro dio protettore, fa presupporre che questi “spiriti che stanno nell’alto dei Cieli”, come li chiama San Paolo, abbiano uno stesso cliché, probabilmente una necessità particolare allorquando si affacciano nel nostro mondo e nella nostra dimensione.

Se Yahvé ha avuto la sua controparte americana in Huitzilopochtli, il Cristo giudaico l’ha avuta con Quetzalcoatl, il messaggero di dio, istruttore e salvatore del popolo azteco che è apparso in questo mondo in modo misterioso, è stato apparentemente un uomo come lui; se n’è andato in modo altrettanto misterioso. Entrambi promisero che un giorno sarebbero ritornati.

Una inconfutabile prova della esistenza degli dei è l’accadimento storico della nascita e della successiva espansione della religione dei Mormoni, quasi contemporaneo a noi e documentato da un atto notarile.

Joseph Smith era un giovane che nel 1823 viveva vicino alla città di Elmira nello Stato di New York e un giorno, durante una pausa del suo lavoro di contadino, mentre stava pregando, gli apparve una figura luminosa e “celestiale” che disse di essere l’angelo Moroni. Questo essere si manifestò diverse volte e lo istruì su ciò che, in futuro, avrebbe dovuto fare, soprattutto sulle idee religiose che voleva fossero diffuse fra familiari e vicini.
L’angelo Moroni promise a Smith che gli avrebbe dato delle lamine d’oro, scritte in carattere antichi, ma che gli avrebbe insegnato a decifrare, sulle quali era scritta la storia di antichi popoli, arrivati via mare dall’Europa, che già avevano vissuto in Nord America, nonchè enunciazione dottrinarie che Smith e i suoi seguaci avrebbero dovuto sostenere. Effettivamente quelle lamine d’oro furono trovate e Smith per due volte, si presentò con dieci testimoni da un notaio per autenticarne sostanza, peso, forma e contenuto, esaminate da ogni genere di esperti.

Come gli aveva detto l’angelo Moroni, dopo la traduzione e la certificazione le lamine, collocate nel posto concordato, sparirono definitivamente. Il loro messaggio però costituisce la maggior parte delle “sacre scritture” della Chiesa Mormone che incominciò ad estendere la nuova religione come “Chiesa di Gesù Cristo dei santi dell’ultimo giorno”, essendosi innestata sul preesistente credo cristiano con un intento “rinnovatore” secondo i Mormoni, “eretico” secondo le confessioni cristiane tradizionali.

In questo avvenimento ci sono state le prove concrete, dimostrabili da un punto di vista strettamente storico, dell’apparizione di un essere extraumano ad un mortale che viene indottrinato ampiamente su tutta una serie di credenze e di riti che, nel caso in questione, per esempio, hanno avuto una forte espansione, nonostante gli innumerevoli ostacoli posti dai praticanti di altre religioni classiche secolari.

Queste apparizioni non sono rare, né tantomeno uniche; a molti altri esseri umani comuni, non solo fondatori o riformatori di religioni, possono capitare, solo che questi casi generalmente non vengono presi in considerazione perchè giudicati come allucinazioni o forme di disturbo mentale e può, alcune volte, essere così. Tuttavia non solo nel Cristianesimo, ma anche in ogni altra religione, questi contatti dichiarati, hanno spesso un certo grado di obiettività, considerato che l’intromissione diretta e visibile degli dei nella vita degli uomini può accadere anche al di fuori del contesto religioso, per esempio sotto forma di “spiriti guida” “maestri”, “extraterrestri”, ecc.

Il Maestro Rosso della Luna chiama Jins (in Italiano genio, folletto o deità minore) quegli esseri che frequentemente irrompono nelle vite umane. Per quanto strano possa sembrare, ci sono persone che hanno rapporti personali con questi Jins che si manifestano con identità fisica indistinguibile dall’uomo; il contatto non avviene solo in luoghi isolati, qualche volta anche nelle case.

Il fenomeno UFO è un aspetto, un sintomo di questa costante comunicazione degli dei con i mortali ed è il mezzo che usano attualmente per mettersi in contatto con noi. E’ molto di più che la mera visita di signori abitanti di altri pianeti ed ha molta più relazione con la complessità delle religioni che con il viaggio di astronauti extraterrestri.

La presenza nella nostra atmosfera di “oggetti volanti non identificati” è innegabile, testimoniata da migliaia, se non milioni di testimonianze in tutto il pianeta. Malgrado gli sforzi fatti per stabilire la loro provenienza, la loro costituzione fisica, le loro intenzioni, il loro metodo di propulsione e mille altre cose che li riguardano, fino ad oggi non si conosce con esattezza quasi nessuna di queste circostanze in quanto, dai dati che ci hanno fatto intendere e dai nostri studi, emerge tutta una serie di contraddizioni che, a volte, rasenta l’assurdo.

Queste “apparizioni” sono avvenute, sia pure in circostanze diverse, in tempi passati più o meno remoti e, in parte, ci sono state tramandate dagli storici.

Nonostante le variazioni di tempi, luoghi, forme e tecniche, si tratta dello stesso fenomeno e il nostro intento consiste nel mettere in relazione, o meglio nell’identificare gli avvistamenti moderni con le visioni che hanno costituito per secoli l’origine e l’essenza di tutte le religioni, compreso il Cristianesimo e di cui ci hanno parlato i mistici. Gli storici greci e latini, invece, ci hanno raccontato dei “prodigi”, ma gli stessi temi si riscontrano nei libri sacri di tutte le religioni.

Nella visione degli antichi si potevano apprendere con maggiore chiarezza le loro intenzioni, poiché le entità manifestavano direttamente la loro volontà, indicando norme di comportamento collettive e individuali; a volte dichiaravano la loro vera identità; altre volte la dissimulavano, in ogni caso erano “comprensibili”.

E’ vero che è difficile provare la veridicità obiettiva delle apparizioni dell’antichità; ma è altrettanto vero che per quelle odierne, per quanto più facilmente documentabili, invece è molto più difficile individuarne il contenuto ideologico.

L’assimilazione delle visioni antiche alle moderne ci consente di approfondire la comprensione del fenomeno in quanto ci dota di una globalità di elementi di comparazione.
Oggi non abbiamo alcun dubbio sul fatto che ciò che gli antichi chiamavano “dei” e che inserivano in un complesso sistema di credenze e riti, sia lo stesso che noi moderni definiamo “fenomeno UFO”.

Nei tempi remoti, quelle Intelligenze credettero più opportuno manifestarsi con quelle modalità; mentre ai nostri, di fronte ad una umanità molto più avanzata culturalmente e tecnologicamente, ritengono più proficuo presentarsi in forme più accettabili e assimilabili dagli uomini di oggi poichè le loro intenzioni e le loro intromissione nelle nostre vite sono restate le stesse.

Per addentrarci in questo studio è bene iniziare ad approfondire chi siano realmente questi dei di cui stiamo parlando; come sono; quali siano le loro qualità e i loro difetti; i rapporti che intercorrono fra loro e il Dio dell’Universo, Colui che molti di loro hanno voluto cancellare dalla mente e dal cuore degli esseri umani; quali siano i loro poteri e le loro debolezze; fin dove arrivano le loro conoscenze; quali siano le loro norme morali, se ne hanno; la loro relazione con il nostro continuum spazio-tempo, ecc:, ecc.

Oggi la specie umana è giunta ad una certa maturità intellettuale e storica per cui può comprendere almeno alcune leggi cosmiche che reggono l’esistenza e il comportamento di questi esseri intelligenti non umani, che hanno avuto o ancora hanno interesse a dissimulare le loro vere intenzioni, e addirittura a condizionarci a negare la loro esistenza e, in molte occasioni, la loro presenza fisica in mezzo a noi.

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Seconda parte

Del Cosmo conosciamo soltanto un’infinitesima parte perchè il nostro cervello è molto, molto limitato se comparato alla sua complessità.

Noi uomini, aiutati o ingannati dalle religioni – dagli dei – riteniamo di essere il centro dell’Universo; così ci è stato fatto credere per secoli e secoli. “Tutte le creature sono state create per l’uomo”, si legge nella Bibbia; però questa è soltanto un’altra menzogna per tenere tranquille le nostre menti.

L’uomo è solo uno degli innumerevoli esseri intelligenti, semi intelligenti o privi di intelligenza che popolano l’incommensurabile Universo.

Le grandi realtà dell’universo e le leggi che le regolano in gran parte ancora sfuggono alla nostra comprensione; anche se sono sotto i nostri occhi e le utilizziamo quotidianamente, ci rimane quasi completamente sconosciuta la loro essenza. Per esempio, la luce e la gravità, realtà onnipresenti della nostra vita, sono ancora due misteri che la scienza ha appena iniziato a sviscerare.

L’Universo è come una scala infinita che parte da esseri elementari, imperfetti, fino ad arrivare ad esseri perfetti; l’uomo abitante di questo pianeta non è altro che uno degli innumerevoli gradini di questa scala, non certo il più alto e meno che mai al centro. Le migliaia di specie vegetali e animali sono altri gradini della stessa immensa scala, la cui base denominiamo “materia”, e la cima “regno dello spirito”, sopra il quale ci dovrebbe essere l’Entità che gli uomini chiamano, infantilmente, Dio.

Dio non può essere definito, spiegato, dissezionato, reificato; è qualcosa di diverso da tutto ciò che la mente umana possa concepire o immaginare. Se non fosse così, l’essenza stessa di Dio sarebbe svuotata della sua Unicità.

Possiamo pensare a più scale nell’Universo per la moltitudine degli esseri che vi vivono. L’uomo è un gradino di una di queste, mentre gli dei sono ad un gradino superiore molto probabilmente di un’altra e, per quanto si evolva o si reincarni su questo o su un altro pianeta, secondo varie credenze, non potrà mai passare alla scala di questi dei che, nel corso della storia, hanno interferito e continuano ad interferire nelle vicende umane.
Non ci sono, ovviamente, prove inconfutabili di ciò, tuttavia questa teoria è stata condivisa da molti pensatori sia dell’antichità che contemporanei le cui voci sono state coperte o ridicolizzate per gli interessi dei poteri costituiti.

Sulla stessa scala dell’uomo, ai gradini inferiori, troviamo altri componenti e regni della Natura, il minerale, il vegetale, l’animale, l’organico, l’inorganico, ecc. e possiamo notare che fra di essi vi è una gradazione, un passaggio modulato. Infatti, ci sono molte creature che danno l’impressione di appartenere a due regni diversi o di essere una specie di ponte tra i due; è il caso degli aminoacidi, di certi funghi, dei coralli, delle proteine.
La composizione fisica del corpo umano non è che un compendio delle sostanze della Natura; dagli elementi semplici studiati dalla fisica e dalla chimica, fino alle profondità psichiche studiate dalla psicologia o alla grandezza mistica di cui ci parlano le religioni.

Ci sono molte scuole di pensiero – alcune anteriori al Cristianesimo -che sostengono che l’anima degli animali, dopo diverse esperienze di evoluzione, si trasformi nell’anima di un essere razionale, così come ad un gradino ancora inferiore, i minerali sono assorbiti dai vegetali che, a loro volta, sono assorbiti dagli animali, formando tutti quanti, unitamente all’uomo, una scala ininterrotta di vita atomica, molecolare, cellulare, corporea, psichica e spirituale.

Quale potrebbe essere il gradino successivo dell’essere umano sulla sua scala cosmica dopo la vita su questo pianeta, non è dato saperlo con certezza, si può solo ipotizzare. I sostenitori della reincarnazione ci assicurano che torneremo ad apparire sulla Terra in epoche e circostanze future; coloro che non accettano queste dottrine, invece, ci dicono che la nostra anima, spogliata del corpo, passerà ad uno stato successivo nel quale godrà o soffrirà secondo come si sarà comportata in vita.

In ogni caso, è certo che quasi tutta l’umanità crede che, al momento della morte, la vita protoplasmatica, biologica s’interrompe e che l’essenza del nostro essere, il nostro spirito intelligente, passi ad un altro livello di esistenza o ad un’altra dimensione nella quale continua a vivere con consapevolezza.

Esistono anche altre creature non umane, inferiori di rango e potere agli dei che stiamo studiando, che sono dette “elementali”, cioè folletti, gnomi, elfi, spiriti e tutta una serie di entità leggendarie che fanno tanto sorridere gli scienziati e danno altrettanto fastidio ai religiosi. Rispetto ai primi perché non si sottopongono ai loro esperimenti di laboratorio e agiscono in modo completamente indipendente dalle certezze scientifiche sulle leggi della Natura; ai secondi perché demoliscono l’impalcatura dogmatica che regge alcune delle loro credenze fondamentali.

E non includiamo fra questi esseri le classiche Fate poiché questo è stato il modo con il quale, in numerose occasioni, gli dei si sono manifestati. Le molte “apparizioni mariane”, senza eccezione, non sono altro che manifestazioni di fate nel contesto cristiano.

L’umanità ha sempre creduto e continua a credere che esistano esseri misteriosi, intelligenti, che si manifestano agli uomini in determinate occasioni con innumerevoli sembianze e modi di agire. Questi esseri, provenienti da altre dimensioni o piani di esistenza, appartengono ad altre scale cosmiche, diverse da quella umana; la loro evoluzione e ascensione verso gradi di maggiore maturità e intelligenza si svolge su percorsi diversi, seppure in qualche modo paralleli a quelli umani. Questa, probabilmente, è la ragione per cui, a volte, avviene un certo contatto reciproco fra il nostro e il loro mondo, le nostre e le loro vite.

Si è detto che gli dei sono esseri che, sia pure nella loro particolare scala evolutiva, sono ad un gradino superiore, o più elevato, degli uomini; tuttavia ciò non vuole dire che siano superiori a noi in tutto. Certo lo sono in alcune manifestazioni di intelligenza, di forza o di potere; ma, per quanto riguarda l’etica, quella che definiamo “moralità” è tutta da riconsiderare criticamente.

I valori fondanti delle specie viventi sono molti e molto diversi fra loro; possono addirittura esistere e funzionare in una determinata scala cosmica ed essere totalmente sconosciuti e incomprensibili ai componenti di altre scale.

Per esempio, riteniamo universali molti dei nostri valori morali, ma li applichiamo solo alla specie umana e non ci facciamo scrupolo alcuno ad ignorarli nel nostro rapporto con gli animali, considerandoli creature o esseri che non sono al nostro stesso livello.
E’pur vero che non tutte le religioni sono disattente alla vita non umana come l’Ebraica, la Cristiana e la Islamica; in alcune religioni dell’India il rispetto per tutto ciò che vive è uno dei comandamenti fondamentali.

Se noi ci sentiamo moralmente liberi di non applicare i nostri principi morali e giuridici agli esseri che consideriamo inferiori, non appartenenti al rango umano, non dobbiamo meravigliarci se altri esseri non umani, che sembrano essere più forti e più evoluti di noi, non applicano nei nostri confronti quei principi o valori che, probabilmente, usano fra loro.

Il termine “superiori”, quindi parlando degli dei, va inteso in modo relativo. Superiori in conoscenze, in poteri fisici e psichici, in energia, ecc., ma non in virtù o valori morali vigenti tra gli esseri umani perché, spesso, le loro intromissioni sono molto negative per noi.
Indubbiamente anche essi hanno parametri e criteri di bontà e di cattiveria, bellezza e bruttezza, moralità e immoralità, ma non sono uguali ai nostri e, come avviene fra gli esseri umani, vi sono individui che vi si attengono ed altri che li violano.

In sostanza, questi “dei”sono molto lontani dalla perfezione; sono anch’essi creature dell’Universo in evoluzione.

Se dobbiamo valutarli con i nostri parametri di giudizio, la loro intelligenza sembra essere più sviluppata della nostra. Conoscono e usano molto meglio di noi le leggi della Natura, anche quelle che noi non conosciamo e, per questo, le loro azioni spesso ci sembrano miracoli. Fra le leggi fisiche che utilizzano ve ne sono alcune che consentono loro di rendersi visibili o invisibili ai nostri occhi, percepibili o impercepibili, malgrado gli strumenti che possiamo utilizzare per potenziare i nostri sensi. Hanno una potente forza psichica con la quale interferiscono facilmente nei processi fisiologici ed elettrici del cervello umano e riescono, in questo modo, a controllare e a manipolare i nostri pensieri e i nostri sentimenti.
Non sono prigionieri della materia come noi, o meglio, di una materia come la nostra.
In loro, lo psichico e lo spirituale, inteso come estrema rarefazione e non come “moralmente buono” hanno la prevalenza su quel materiale elettromagnetico che alfine costituisce il loro essere.

Fra loro ci sono molte più differenze di quante se ne possano trovare fra gli umani. Sembra che alcuni svolgano le loro attività permanentemente sul nostro pianeta e non lo abbandonino mai, ritenendosi i principali abitatori, esattamente come noi; con la differenza però che loro sono a conoscenza della nostra esistenza e la controllano, mentre noi ignoriamo la loro. Altri sembra che abbiano grande facilità a muoversi negli spazi siderali e probabilmente sviluppano le loro attività su altri pianeti o altri luoghi del Cosmo.
Le differenze riguardano le loro origini, i loro poteri, le loro capacità, i loro modo di rapportarsi con gli umani, sicchè se ne può dedurre che, esattamente come fra noi, ci siano gruppi affini e gruppi in opposizione.

Fra il loro mondo e il nostro o, detto in altro modo, fra la loro dimensione e la nostra, o fra il loro piano di esistenza e il nostro vi sono delle barriere fisiche per cui, molto spesso, il loro agire appare strano e incomprensibile per noi ed una di queste è sicuramente il nostro tempo, al quale si adeguano con grande difficoltà.

Non sono immortali, nel senso che noi diamo a questa parola, anche se i Greci e i Romani li ritenevano tali. Sembra che la permanenza “in vita” al loro piano cosmico sia molto più lunga della nostra terrestre; tuttavia anche per loro, giunge il momento in cui muoiono o abbandonano lo stato di dei, dovuto, probabilmente, ad una legge generale del Cosmo.

Alcuni di loro, singolarmente, hanno la tendenza a scegliere individui umani per proteggerli ed aiutarli in vari modi, oppure ad installarsi nella loro psiche, destrutturandoli fino all’annientamento. In forma collettiva, comandati da un capo, amano scegliere gruppi umani (tribù, razze, nazioni) per proteggerli o guidarli in diversi modi. Questa protezione può essere sia benefica che dannosa, a seconda delle circostanze; in ogni caso comporta un utilizzo degli esseri umani e delle loro energie finalizzato ai loro esclusivi interessi “divini”.
Si comportano esattamente come noi facciamo con gli animali: sia che li amiamo, che li aiutiamo o che li distruggiamo, è sempre preminente il nostro potere su di loro, la nostra volontà, i nostri interessi.

Nulla nel Cosmo è immobile; tutto è in perpetuo movimento e cambiamento. Come l’elettrone ruota instancabilmente intorno al suo nucleo nelle viscere della pietra e le galassie ruotano negli abissi siderali le loro spirali come enormi capigliature, così le idee e i “sentimenti” del regno dello spirito cambiano senza interruzione, con un movimento che non necessita né di spazio, né di tempo.

Nel Cosmo tutto si rinnova costantemente, secondo una tendenza ascendente – non in senso geografico o geometrico – bensì dal “materiale” allo “spirituale”, dal meno “intelligente”, al più “intelligente, dal “ piccolo, imperfetto e debole” vero il “grande, perfetto e forte”. Quando un essere vivente, nel corso della sua evoluzione, giunge al gradino della coscienza o della intelligenza deve volere responsabilmente andare avanti nell’ascesa e il non farlo invece, sembra che comporti un arretramento sulla sua scala o addirittura qualche forma di sanzione.

Il movimento di ascesa non è sempre costante e uniforme, ma sembra realizzarsi, almeno in molte occasioni, a scale, a tappe, ad impulsi, tanto che si potrebbe dire che sia ondulatorio o a spirale e che, a periodi di massimo avanzamento, se ne susseguano altri di stasi o di apparente retrocessione. Ciò potrebbe essere una valida spiegazione della morte che, dall’uomo è considerata come un male, ma che dal punto di vista cosmico è un passaggio al gradino superiore della scala di un essere soggetto alla legge di ascensione ed evoluzione. Considerata nel contesto cosmico, la morte è solo un sintomo della costante pulsazione della Vita nell’intero Universo.

Fra le diverse scale vi sono dei confini ben definiti e pare vi sia una proibizione di varcarli agli esseri che le compongono, mentre per gli appartenenti alla stessa scala, a gradini diversi, il divieto si limita solo a certi atti distruttivi o di abuso irrazionale. Per esempio, nel caso di suicidio, se lo si considera come un’uscita violenta e innaturale dal percorso esistenziale che è stato assegnato ad un essere vivente dalla Intelligenza che regge l’ordine dell’Universo.

Gli dei si manifestano in due modi diversi: pubblicamente a popoli interi o a gruppi più o meno numerosi di esseri umani; privatamente e intimamente a determinate persone, provocando in loro un forte impatto psichico e, di solito e inducendo un cambiamento nelle loro vite dopo l’incontro, il contatto.

Si tratta dei fenomeni delle Apparizioni, quando sono visibili e della Illuminazione quando accade nella interiorità dell’essere umano.

Le apparizioni non si riscontrano solo nella religione cristiana, ma sono presenti anche nelle altre e nelle tradizioni di tutti i popoli del mondo.

In tutte le epoche ci sono state persone degne della massima credibilità che hanno dichiarato che era loro apparsa una entità luminosa recante un messaggio; quasi tutti i Santi delle varie religioni dell’umanità sono stati visitati da “Dio”; anche se non si può negare che alcune volte queste visioni possano essere state provocate da uno psichismo disordinato.

L’apparizione avviene secondo un cliché consolidato: i veggenti sono in preghiera o in luoghi isolati, quasi sempre immersi in sé stessi, in stato di semisonnolenza coricati nel loro letto o sdraiati in campagna; molte volte la visione ha luogo in una grotta, vicino all’acqua o su qualche arbusto ed essi, non solo vedono, ma sentono, toccano, percepiscono odori dai misteriosi visitatori. L’Entità appare improvvisamente e in date periodiche prefissate di modo che la mente dei veggenti si sintonizzi sulla frequenza in cui opera per facilitare al massimo la visione e la comunicazione.

Nella maggior parte dei casi, un’apparizione diretta è seguita da una illuminazione, o da una grande apertura della mente del veggente; tuttavia, in molte occasioni, l’illuminazione accade anche senza visione e può essere istantanea o progressiva.

Nelle illuminazioni istantanee il soggetto si sente immediatamente invaso da una felicità che inonda non solo il suo spirito, ma ogni minima parte del suo corpo; percepisce la sua mente e la sua intelligenza in espansione di conoscenza e ciò gli dà la certezza di avere a che fare con Dio direttamente o con qualcuno mandato da lui.

Il fenomeno psicologico dell’illuminazione, della “santità”, in ogni caso dell’alterato stato di coscienza, in passato era collegato con la conversione religiosa ed era attribuito alla presenza o alla predicazione di qualche grande predicatore o santo.

Oggi, in una società secolarizzata e indipendente dall’influenza religiosa, l’illuminazione viene fatta scaturire da pratiche esoteriche, filosofie orientali, panteiste o cosmiche. In alcune sette protestanti prende spesso il nome di “rinascita” o “battesimo dello Spirito Santo”.

Le persone più colte che vivono questa esperienza da agnostici, da non credenti, l’attribuiscono ad una comunione con il Cosmico o con la Grande Intelligenza diffusa in tutto l’Universo; ma, in sostanza, tanto i fatti esterni al soggetto, quanto al meccanismo psicosomatico che viene messo in moto, sono esattamente gli stessi, sia dentro che fuori l’ambito religioso.

L’illuminazione, in fin dei conti, è un fenomeno trascendente in quanto l’essere umano salta involontariamente, anzi è forzato a saltare la barriera che lo separa da altre dimensioni o livelli di esistenza. Fra i mistici cattolici se ne incontrano alcuni che cercarono di resistere con tutte le loro forze a queste invasioni delle loro menti, benchè le ritenessero provenienti da Dio; ma, alla fine “Dio finiva sempre con il vincere le loro resistenze, impadronendosi completamente della loro anima”

E questo è il vero motivo e il fine ultimo di tutto il fenomeno: la possessione dell’anima. Nella teologia cristiana, quando il violatore è il “Maligno” non ci sono problemi a chiamarla chiaramente “possessione diabolica”; ma, quando la stessa violazione viene pratica da “Dio”, allora si chiama “estasi” o “rapimento”.

Queste manifestazione degli dei non sono solo un atto altruistico di amore o di aiuto, bensì hanno lo scopo primario di dominare quegli esseri umani scelti per obbligarli al loro servizio. E’ una autentica violazione della loro mente per predisporli a certi compiti che, in seguito, assegneranno loro e inducendoli a credere di agire di propria volontà, completamente liberi per cause nobili, degne o addirittura sante.

Un altro modo di manifestazione individuale degli dei è la “scrittura automatica”. Questo insidioso fenomeno che inganna e schiavizza tante persone, consiste nel ricevere “dall’aldilà” messaggi e comunicazioni di vario genere. A volte i messaggi sono uditi dagli umani e posti successivamente per iscritto; invece, molto più frequentemente, è la mano che scrive meccanicamente, autonomamente senza che la mente abbia coscienza di ciò che avviene.

La persona, gratificata dall’essere stata “scelta” si sottopone volontariamente al ruolo di ricettore e mediatore; in realtà sta subendo l’abuso di una indebita intromissione nei suoi processi mentali e, quand’anche in un futuro volesse liberarsene, gli sarà molto difficile sottrarsi. E’ vero che di solito, all’inizio dell’esperienza, i messaggi sono positivi, ma con l’andar del tempo, diventano sempre più inattendibili, specialmente quanto profetizzano la fine del mondo o le grandi catastrofi a tempo.

Emmanuel Swedenborg, scienziato e mistico cristiano del 18° secolo, essendo stato una vittima involontaria di questo fenomeno, ci ha lasciato questo inestimabile consiglio:
“Quando gli spiriti parlano all’uomo, questi deve guardarsi bene del credere a quello che dicono poiché quasi tutto di ciò che dicono sono menzogne inventate da loro. Quando parlano di come sono le cose del Cielo e di come è l’Universo, dicono tante sciocchezze che ci lasciano perplessi, se non spaventati”.

Non solo gli dei riescono a superare la barriera che li separa da noi, manipolando la nostra mente per porla al loro servizio, ma vanno ben oltre: Da molti millenni sono riusciti a far sì che noi non ci si renda conto delle loro manipolazioni, ma soprattutto che le autorità e i poteri costituiti zittiscano in mille modi, sottili o violenti, le voci di tutti coloro che denunciano questa situazione.

Nel corso dei miei studi di teologia cattolica avevo appreso quanto sia molto importante “fare discepoli” e, quando anni dopo mi immersi nello studio del fenomeno UFO, rimasi molto sorpreso nel constatare che questo imperativo è altrettanto importante. I misteriosi visitatori extraterrestri, anche sotto le sembianze degli esseri celestiali delle apparizioni, chiedono di “fare gruppo”, di “creare discepoli” ed infatti tutti i veggenti, contattati od illuminati hanno una enorme facilità ad attrarre addetti e convertirli al loro modo di pensare. Ed è questa una curiosa e specifica qualità di tutti i toccati dagli dei.

Quando un essere umano ha una visione reale di qualsiasi tipo, la sua psiche subisce profonde alterazioni, non sempre visibili. Sarebbe meglio dire che, quando è vittima di un’apparizione, per quanto lui si senta invaso dalla presenza divina, subisce una violazione psichica e forse anche fisica.

L’alterazione più profonda che il suo cervello registra si trasforma spesso in una forma depressiva mascherata che lo spinge sovente ad abbandonare la famiglia, la professione e, nei casi più gravi, al suicidio, anche se all’inizio si era presentata come una esperienza positiva che ampliava la sua intelligenza e le sue qualità mentali e psichiche.

Se possedessimo strumenti sufficientemente sensibili, potremmo percepire nel cervello di questo “prescelto” delle onde elettromagnetiche che non sono presenti nel cervello umano normale.

Le persone definite psichiche dalla parapsicologia, mistiche dalla religione, medium dallo spiritismo, contattati dall’ufologia, o con il termine generico illuminati, emettono tutti, senza eccezione con una potenza superiore al normale, un tipo di onde di frequenza e lunghezza specifiche che hanno il potere di alterare, anche incoscientemente, il meccanismo cerebrale dei discepoli e dei seguaci in genere.

Il cervello del “maestro” o del “veggente”, quale potente emittente, in modo totalmente automatico e incosciente, invia nell’aria le sue onde che producono l’effetto di un vero e proprio bombardamento cerebrale, condizionando i seguaci. E’ un bombardamento di tipo fisico, a livello subatomico, come lo sono i raggi X o gamma e che finisce con il frastornare completamente i processi mentali di coloro che vi si espongono con una certa assiduità, facendo loro perdere la capacità critica per assorbire completamente le dottrine del “maestro”. Il caso di Charles Manson è una testimonianza tragica di questi meccanismi perversi.

IL processo fisico è noto in elettronica: l’onda preminente impone il suo ritmo a quelle più deboli, facendole vibrare al suo ritmo e così si spiega come le onde cerebrali del “maestro” finiscano con l’imporsi su quelle dei discepoli per cui tutte le sue idee, per quanto assurde o negative, vengano accettate come qualcosa di perfettamente naturale.

Di norma è un processo lento; ma, in alcuni casi, quando il “maestro” è dotato di grandi capacità psichiche radianti o emittenti, può anche essere fulminante, provocando conversioni e adesioni istantanee, anche senza che il “maestro” parli perché il cervello accoglie queste onde anomale alla stregua di messaggi subliminali.

Nel “contagio psichico“, invece, non è richiesta la presenza fisica di un “maestro” in quanto, come indica il nome stesso, è simile al contagio di una malattia mediante virus. L’onda mentale imposta dal “gran maestro” della setta diviene prevalente e generale nella mente di tutti i discepoli e conserva la sua efficacia anche se non con la stessa forza di quando era stata emessa direttamente dalla mente del “fondatore”. Un esempio chiarissimo e tragico di questo complesso meccanismo si è verificato nell’orribile suicidio di massa della Guayana nel 1979.

Terza parte

Questo fenomeno si è ripetuto molte volte nel corso dei secoli. Ogni volta che nella storia appare un leader religioso o laico, anche politico, seguito da moltitudini incoscienti disposti a dare la vita per le sue idee, è opportuno almeno sospettare di essere di fronte a questa manipolazione.

Il contagio psichico comporta conseguenze sociali, psichiche, sentimentali e spirituali e la vicinanza fisica con queste persone carismatiche è molto pericolosa specialmente per gli adolescenti o, comunque, per le menti immature o deboli, in quanto “l’Illuminato” emette intorno a sè un campo di irradiazioni uguale ai campi fisici di cui ci parla la fisica moderna, specie poi se ampliate da campagne di propaganda attivate dai potenti mezzi massivi di comunicazione.

Negli USA migliaia di giovani abbandonano la famiglia per seguire questi illuminati, creando un serio problema sociale, di cui peraltro, le autorità si sono fatte carico. Le persone incaricate di riabilitare questi giovani sono dette “deprogrammatori” e, in poco tempo, sono sorte delle vere e proprie scuole per la loro formazione. In alcuni casi i metodi della deprogrammazione sono identiti a quelli della programmazione, ma inversi, La mente umana è molto più manipolabile di quello che possiamo pensare.

Un eminente psichiatra, che si era recato sull’isola di Trinidad per studiare gli stati di trance rituali di certe tribù, si era accorto che il suo cervello si sintonizzava subito, suo malgrado, con l’onda dominante da alterazione di coscienza che scaturiva dalle danze collettive. E se questo può accadere ad un adulto avveduto ed esperto, pensiamo ai ragazzi e alle persone più impressionabili; del resto, basta vedere le migliaia di adolescenti in trance isterica che piangono davanti a capelloni urlanti che brandiscono una chitarra e cantano, contorcendosi come ossessi posseduti.

Anche la musica rock che, come un’onda, ha invaso il mondo conquistando i gusti e la mente dei giovani, è altamente propiziatoria a questi stati alterati di coscienza. Le sue tipiche peculiarità: ritmo monotono, volume assordante, mancanza di contenuto ideologico e sentimentale, contorsioni frenetiche, ripetizioni ossessive fino a indurre esaurimento o stordimento, sono gli stessi elementi che si riscontrano nei riti e nelle danze sacre di tutte le religioni primitive.

E’ importante però ricordare che gli dei non sono i “creatori dal nulla” del fenomeno della irradiazione straordinaria della mente degli illuminati poichè tutti gli esseri umani, in minore o maggiore misura, hanno la capacità di emettere determinate onde cerebrali captabili dai loro simili ed anche da certi animali, come dimostrato dalla parapsicologia in molte occasioni e in molti esperimenti.

Quando il cervello umano vivra ad un ritmo di 10 cicli al secondo è in grado di influenzare, a livello subatomico, qualunque materia vivente; il fatto è che questa capacità è atrofizzata e del tutto sconosciuta agli umani, mentre per gli dei è molto facile sfruttarla e potenziarla al massimo. E, se non la ritengono sufficiente, forniscono al soggetto prescelto, con mezzi a noi sconosciuti, altri poteri con i quali sarà più facile attrarre alla loro causa gli ignavi esseri umani. I grandi taumaturghi di tutte le religioni e i grandi Avatar sono esempi di questa attenzione.

Un contatto soft, in sordina, è “l’ispirazione” o “suggestione”, cioè quando gli dei usano mezzi più normali, meno invasivi della mente umana, magari subliminali, per “convincere” la persona prescelta, ispirandole in modo più o meno marcato e costante, qualche idea, sistema o riforma da attuare e, se l’eletto non ha una posizione rilevante nella società in cui vive, sempre discretamente e “naturalmente” gli aprono le strade che lo portano a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Certo non tutti i leaders passati, presenti e futuri debbono l’insieme delle loro opere ai “suggerimenti” degli dei; anzi, molti di loro sicuramente hanno agito senza alcun intervento extraumano; tuttavia sono fermamente convinto che la storia umana sia “guidata” o almeno influenzata perchè agli dei piace immischiarsi nella stessa; lo hanno sempre fatto e lo fanno tuttora, ogni qualvolta lo ritengano più proficuo e favorevole alla loro supremazia.

In un determinato momento della storia preferiscono una “causa” su un’altra e l’aiutano più o meno apertamente. A volte mantengono lo “status quo” religioso o patriottico; altre volte spingono per le rivoluzioni, tenendo sempre conto dei loro esclusivi interessi. Non dobbiamo dimenticare che fra gli dei esistono grandi rivalità, il che fa sì che le “riforme” o i “riformatori” promossi da alcuni di loro, a volte siano spietatamente combattute da uomini che seguono inconsciamente le direttive di altri dei loro nemici o avversari.

Oggigiorno il fenomeno UFO, considerato in tutta la sua complessità, è la prova più concreta della presenza degli dei fra di noi. Le apparizioni che si manifestano davanti a migliaia di spettatori assumono spesso un significato religioso, come è avvenuto a Fatima con il “miracolo del sole”, osservato da più di centomila persone, ma personaggi e luoghi sacri di tutte le religioni sono investiti da questa rappresentazione quando gli dei hanno interesse a farlo.

In altre occasioni, invece, le manifestazioni pubbliche degli dei sono solo indirette, anche se di grande importanza, assumendo l’aspetto di fenomeni atmosferici o metereologici dovuti a cause naturali; per esempio enormi esplosioni nello spazio, alle quali nè la scienza, nè le forze aeree militari sanno dare una spiegazione; grandi incendi, tremori della terrra molto localizzati, ecc. Spesso si è potuta provare, senza ombra di dubbio, il collegamento fra questi fenomeni e gli oggetti volanti non identificati di forma discoidale.

Anche se si presentano come meri viaggiatori extraterrestri, possiamo senz’altro ritenere che questi esseri – da qualunque parte provengano – sono gli stessi che, nell’antichità, si presentavano a tutti i popoli, sostenendo di essere i loro dei ed esigendo adorazione e obbedienza.

Infine si possono anche manifestare in forme esotiche, umanoidi o animalesche. Il folklore di tutti i popoli, in tutti i tempi, è pieno di questi personaggi pittoreschi e misteriosi. In ogni caso, ci si creda o no, è sicuro che a noi sono quasi del tutto sconosciute le leggi cosmiche che regolano l’essenza fisica e psichica di questi esseri di altre scale dell’universo.

Data la loro grande intelligenza e la capacità di manipolare sia la materia, sia la mente umana e la loro volontà di non essere percepiti, è naturale che le manifestazioni siano, quasi sempre, le più varie e le più nascoste, tanto da restare inconoscibili agli umani ai quali hanno fatto credere – oggi più che nei tempi antichi – di essere gli unici signori e padroni di questo pianeta.

Che cosa cercano gli dei nel nostro mondo?

Ci aiuterà molto in questa analisi la riflessione sui motivi per i quali noi umani interferiamo nella vita degli animali perchè il rapporto fra noi e gli dei ha molti paralleli con quello che noi abbiamo con il mondo animale e che sono, fondamentalmente due: necessità e piacere.
Purtroppo anche oggi, nonostante lo sviluppo della scienza e delle tecnologie connesse, siamo ancora dipendenti dagli animali per necessità alimentari, non avendo avuto cura di sviluppare un’agricoltura in grado di sfamare la popolazione mondiale e, peggio ancora, li utilizziamo barbaramente per sperimentazioni di tutti i tipi.

Il bisogno che gli dei hanno di noi è inferiore al bisogno che noi abbiamo ancora degli animali. Probabilmente possono sussistere – per lo meno nel loro ambiente naturale -senza avere necessità di utilizzare noi per qualche motivo che, invece, scatta quando vogliono giungere o mantenersi sul nostro piano di esistenza

Non è necessario che provengano da altri luoghi dell’universo; possono benissimo risiedere sul nostro stesso pianeta in un’altra dimensione e il passaggio dal loro piano al nostro potrebbe comportare la necessità di prendere da noi ciò di cui hanno bisogno e che non hanno, o non possono portare dal loro luogo di origine.

Sono esseri intelligenti e la loro necessità può essere solo quella di alimento naturale dell’intelligenza, di ampliamento continuo di conoscenza: il sapere per il sapere. E’ perfettamente naturale che questi esseri, una volta scoperta la nostra esistenza, siano interessati a conoscere i nostri modi di vita; soprattutto i nostri pensieri, le nostre emozioni e i sentimenti superiori di cui è capace l’anima umana.

Non dobbiamo nemmeno meravigliarci se, in molte occasioni, provocano deliberatamente eventi straordinari per avere la possibilità di studiare le nostre reazioni. Anche noi facciamo studi di Storia e Scienze Naturali con i quali cataloghiamo gli esseri viventi e non che ci circondano per amore della conoscenza e, in quest’ottica, è anche credibile che esistano entità superiori che con noi si pongano come l’entomologo che osserva costantemente l’andare e venire delle formiche dal formicaio spinto dalla curiosità e dell’interesse personale.

Il secondo motivo di contatto è il piacere, il loro non certo il nostro. Se riflettiamo un momento sul nostro comportamento con gli animali appare chiaro che li usiamo non solo per necessità, ma anche per divertimento e puro piacere egoista. La caccia, i safari, le corride, combattimenti fra galli o cani, ecc. sono esempi di come l’uomo considera ” sport” la sofferenza e la vita degli animali, verso i quali peraltro, non prova alcun odio e neanche alcun rimorso, dato che sentendosi superiore ad essi, ritiene di avere il diritto di comportarsi come più gli aggrada.

Se gli esseri extraumani che si manifestano in apparizioni o in veicoli spaziali hanno la nostra stessa filosofia, siamo messi proprio male. I solo fatto di essere “dei”, ovvero una specie di superuomini, come noi non siamo altro che superanimali, dà loro il diritto di usare gli uomini come meglio ritengono, anche con la privazione della vita, se questo soddisfa le loro esigenze e il loro gusto. Naturalmente non è necessario che provino ostilità nei nostri confronti; semplicemente ci considerano degli “inferiori” di scarso o nessun valore se non in rapporto ai loro interessi.

Contrariamente a quanto predicano le varie religioni o certi ufologi poco accorti o “illuminati” costituiscono un freno, se non un grave ostacolo alla evoluzione e alla maturazione responsabile degli esseri umani.

Questi esseri misteriosi e superintelligenti calpestavano già questo pianeta quando apparve il primo uomo e, quindi, potrebbe essere più loro che nostro. “L’Adamo”, o il primo uomo di ogni razza, è un’opera o un gioco degli Elohim, dei Signori, come sono chiamati nella Bibbia. Quest’opera non è da intendersi come “creazione dal nulla”, bensì come manipolazione di creature più o meno intelligenti che già esistevano. Anche gli uomini, del resto, hanno manipolato le razze animali, provocando l’estinzione di molte di esse o creando un grande numero di specie nuove o ibride.

Il primo superanimale, chiamato “homo sapiens” fu il frutto naturale di una evoluzione programmata dalla Universale Intelligenza Creatrice che è infinitesimamente presente in tutte e in ognuna delle creature dell’universo, compresa quella che noi chiamiamo materia morta.

Quando il primitivo “homo erectus” ebbe la possibilità di trasformarsi in “homo sapiens”, fecero la loro comparsa gli dei. Manipolarono radicalmente quella creatura (come noi facciamo con gli animali) e, dato il loro grado di evoluzione intellettuale e scientifica, lo programmarono geneticamente di modo che le loro progenie generazionali fossero in grado di evolvere o non evolvere a seconda di quanto fosse nella loro convenienza che non è certamente la stessa della razza umana.

Noi siamo stati illusi e ingannati dagli dei stessi, tramite le religioni, di essere i re del creato, sicuramente i personaggi centrali, i padroni del pianeta, sicchè siamo del tutto disarmati e impreparati ad affrontare la verità della loro esistenza e del loro dominio.Il nostro piano materiale di vita non interferisce minimamente con il loro in quanto essi si trovano al di fuori del nostro spazio fisico, in una dimensione altra di questo immenso condominio che è il pianeta Terra.

Per averne una idea più chiara, diciamo che miliardi di batteri convivono con noi, addirittura dentro di noi, senza che le loro vite interferiscano o disturbino le nostre perchè il loro piano di esistenza è diverso dal nostro. Con gli dei accade più o meno lo stesso e la distanza che li separa da noi è molto superiore a quella che separa noi dai batteri con la differenza poi che essi obbediscono a leggi cosmiche specifiche della loro dimensione che ci sono del tutto sconosciute.

Gli dei, dunque, vivono nella loro dimensione, irraggiungibile per i nostri sensi, del tutto indisturbati dalla nostre vite e dalle nostre attività e, al momento di prendere delle grandi decisioni che interessano loro, non ci tengono in nessuna particolare considerazione. Vivono le loro vite non preoccupandosi minimamente degli uomini, come noi viviamo le nostre senza tenere conto dei miliardi di insetti, a meno che questi insetti non ci diano fastidio e allora, con grande naturalezza, li distruggiamo e torniamo alle nostre occupazioni.

Malgrado la separazione radicale che esiste fra noi e gli dei, è possibile che alcune nostre azioni trascendano la barriera dimensionale, causando loro fastidi diretti o indiretti, per esempio non attenendoci alle direttive che ci hanno dato. In questo caso agiscono secondo i loro interessi, anche drasticamente e credo che questo sia accaduto molte volte nel corso della storia.

Il piacere che gli dei traggono dall’uomo certamente non è dato solo dalla conoscenza di creature inferiori come sapere teorico o passatempo, bensì è qualcosa di molto più pregnante e desiderabile e che, probabilmente, è la causa principale della loro interferenza nelle nostra vita e in tutta la nostra storia.

Gli dei sono molto interessati all’attività psichica del cervello umano, un’attività elettrica che consiste nell’emissione di onde e radiazioni sottilissime, in particolare quando è sottoposto a stati di eccitazione. Sono in grado di captare queste vibrazioni elettromagnetiche ed agiscono su di noi per propiziare tutte le circostanze nelle quali il nostro cervello emette più intensamente queste onde o radiazioni, in quanto si ipotizza che costituiscano per loro un appagamento molto gratificante, forse come per noi lo possono essere l’alcool, il tabacco, le droghe di vario genere.

Genericamente possiamo dire che lo stato d’animo che induce il cervello umano a produrre queste particolari onde cerebrali è l’eccitazione. Questa eccetazione può provenire dall’angoscia, dalle grandi aspettative, dagli odi violenti, anche dalle allegrie psicotiche, ma soprattutto dal dolore morale e ancor più fisico; anzi, pare che di tutti gli stati d’animo possibili, quello del dolore fisico sia il maggior produttore di energia e il più rapido e facile da conseguire.

Oggi, un ricercatore del fenomeno UFO che studiasse anche gli storici antichi per conoscere ciò che gli dei chiedevano a quei tempi ai popoli greci, romani, mesopotamici, precolombiani attraverso i riti e le cerimonie religiose, si accorgerebbe subito, senza alcun dubbio che, a distanza di tempo, di spazio e di sembianze ci sono le stesse modalità propiziatorie di quegli stessi stati d’animo.

Quello che gli dei hanno sempre chiesto nell’antichità e continuano a chiedere ancora oggi è, nè più nè meno, che sangue, tanto di animali che di esseri umani. Il perchè non lo so con certezza, posso solo fare delle ipotesi; tuttavia, la maggioranza degli studiosi di ufologia e di paranormale concorda sul fatto che il sangue e certe viscere sono il comune denominatore fra gli dei dell’antichità, compreso il dio della Bibbia, e gli UFO dei giorni nostri.

Dalla lettura della Bibbia, infatti, si vede come Yahvè, unico dio, spieghi a Mosè ciò che voleva che fosse fatto con il sangue e i visceri degli animali sacrificati con una minuziosità ossessiva, La cosa grave, però è che anche Baal, Moloc, Dagon, ecc: considerati falsi dei, chiedevano le stesse cose ai popoli mesopotamici; Giove-Zeus chiedeva gli stessi sacrifici ai Greci e ai Romani; in America poi Huitzilopochtli esigeva, in certe occasioni, addirittura sangue umano.

Come mai l’Unico Dio esigeva le stesse cose volute dagli altri dei completamente prive di rapporto poi con l’amore e l’obbedienza che si intendevano simbolizzare nei riti sacri? Qualche sospetto viene quando si riflette sul sangue universalmente rapportato al fenomeno religioso. E’ stupefacente che nella Bibbia l’amore sia nominato 160 volte e il sangue 280.

L’archeologia ufficiale che ha a che fare con il tema che stiamo trattando, ha delle resistenze ad ammettere i nostri punti di vista, benchè arrivi talvolta alle stesse conclusioni. Cito al proposito l’autore tedesco Wilhelm Ziehr:

“In questo modo si spiega l’offerta di vittime; gli dei non apprezzano il ringraziamento della preghiera o il cambiamento morale di vita, o l’accettazione di determinati comandamenti, ma solo il sacrificio e il supremo sacrificio che si possa offrire è il sangue degli uomini” (La magia di tempi passati, ed. Mundo Actual, Barcelona)

Il Cristianesimo, malgrado si sia liberato dalla zavorra dei sacrifici cruenti di animali, mantiene nei suoi riti ancora il rituale del sangue, anche se sublimato. Il “sangue dell’Agnello”, il “vino trasformato in sangue dal Figlio di Dio” sono due simboli fondamentali di tutto il rituale cristiano. Se approfondiamo ulteriormente, però, vediamo che non sono solo simboli; il sangue di Cristo sulla croce fu sangue reale e non simbolico; sangue che, per la fede, fu voluto nientemeno che da suo Padre!

Più che collegare gli UFO alle entità chiamate dei, possiamo affermare che sono la stessa cosa. Il fatto irrefutabile è che, periodicamente, usano prelevare certe viscere e grandi quantità di sangue dagli animali, preferibilmente mucche e tori, dopo averli uccisi negli allevamenti. Queste macellazioni avvengono normalmente di notte e in tutto il mondo conosciuto, anche se nessuna polizia ha mai dato spiegazioni convincenti, nonostante che ormai tutti gli ufologi seri ammettano l’uccisione e il dissanguamento di animali. Negli Stati Uniti si pubblica una rivista che cataloga tutti questi fenomeni; ma la negazione e l’opposizione alla loro divulgazione sono pressochè totali, messe in atto dal potere costituito nelle sue forme religioso, politico, scientifico e militare.

Se l’uccisione degli animali compiuta dagli UFO non sono divulgate volentieri, ancora meno lo sono le uccisioni e il dissanguamento di esseri umani, anche perchè, ai nostri giorni, avvengono raramente e in zone molto isolate.

Riguardo alle morti di animali domestici, provocate dagli equipaggi degli UFO negli anni 1974/75, a Porto Rico accaddero altri fatti strani che sia io che altri ricercatori del fenomeno avevamo studiato attentamente: apparizioni di giganteschi animali, grandi e misteriose esplosioni nell’aria, apparizioni di vergini e santi in diversi villaggi, immagini religiose che sanguinavano o piangevano, miracoli nel santuario di Nostra Signora, scomparse di persone in modo misterioso, ecc.

Per me, tutte queste cose, anche se apparentemente non avevano niente in comune, erano connesse profondamente fra loro, cioè avevano la medesima origine.

Dalla lettura della Bibbia apprendiamo che le parti del corpo dell’animale sacrificato che erano maggiormente graditi al dio erano i reni, la retina che avvolge il fegato, così come il sebo, il grasso e, soprattutto il sangue. “Non mangiare mai il grasso, nè il sangue; il grasso e il sangue sono per Yahvè” (Deut. 12). Tutte le restanti parti del corpo, descritte minuziosamente, dovevano essere bruciate fuori dall’accampamento.

Molti equipaggi di UFO, come gli dei dell’antichità, hanno dimostrato una strana predilezione per certe interiora di animali e di sangue, sia animale che umano.
Riassumendo, ci sentiamo di dire che nei tempi passati Yahvè e gli altri Elohim comandarono ai popoli primitivi di fare loro dei sacrifici animali. Ai giorni nostri, essendosi elevata la civiltà umana, la richiesta non è più così esplicita, diretta. Ancora continuano le uccisioni rituali di animali per dissanguamento come nell’Islam – non hanno più il nome di sacrifici, ma la sostanza resta la stessa.

Capita così che alcune entità, oggigiorno, mietano vittime direttamente negli allevamenti, prendendo alcune viscere e, soprattutto il sangue, dal quale pare traggano qualche principio vitale o qualche energia che, oggi come allora, è loro necessaria per mantenere la forma fisica che adottano per comunicare con noi o per materializzarsi nella nostra dimensione.

Sempre negli anni 70 del novecento, periodo che ho studiato in modo particolare nell’America Centrale, addirittura c’erano strane morti di bambini di pochi anni o pochi mesi che risultavano completamente senza sangue, come se fosse stato aspirato, forse dalla bocca, in quanto il loro corpicino non presentava alcuna ferita. Le madri erano sommerse in uno stato letargico accanto ai loro bimbi morti, come se fossero state drogate; alcune di loro riprendevano conoscenza dopo parecchi giorni e tutte denunciavano un forte stato di spossamento.

Anche volendo attribuire queste morti a cause naturali, ci sono delle coincidenze fra queste e la mutilazione di animali. Una di queste consiste nel fatto che, in quei giorni, gli abitanti della zona avevano visto delle luci che si muovevano lentamente nel cielo, descrivendo strane manovre sopra la cima degli alberi e dei picchi circostanti.

Per l’umile gente del luogo, queste luci che apparivano periodicamente nel cielo erano “streghe” che temevano a tal punto da avere riti magici e preghiere per difendersi da loro.

Mettere per iscritto e divulgare casi come questi, spesso manda in bestia due tipi di persone: gli scienziati “seri” che credono che al mondo ci sia ancora ben poco da scoprire e che, in ogni caso, scienza e potere siano in grado di dare qualunque risposta; certi “ufologi” che, nella definizione di sè, già denunciano una mancanza di originalità, che continuano a credere che gli UFO siano avanguardie dei buoni fratelli cosmici che vengono sul nostro pianeta per aiutarci.

Quando si scoprono fatti nuovi e radicalmente differenti, è logico che il pensiero dell’uomo sia stravolto, che vecchie teorie crollino e ne subentrino altre che siano in grado di spiegare fatti fino a quel momento sconosciuti.

Prendiano, per esempio, l’attuale controversia fra creazionisti ed evoluzionisti. Quando la Chiesa cristiana monopolizzava il pensiero, non esisteva il problema della origine della razza umana: la Bibbia lo spiegava chiaramente.

Quando apparvero fatti nuovi, ignorati dai leaders religiosi, nacquero nuove teorie al riguardo e quelle bibliche religiose andarono in frantumi.

Allora iniziò la scienza ufficiale a monopolizzare il pensiero con le sue nuove teorie evoluzionistiche, accusando il clero di fanatismo e miopia. La scienza aveva ragione…. fino a quando non accadde altro ancora, cioè fino a quando l’umanità iniziò a riflettere su fatti accaduti dappertutto e in tutte le epoche, mandando in frantumi, questa volta, molte teorie degli scienziati.

In questo momento la scienza commette lo stesso errore commesso in passato dai leaders religiosi. Sta dogmatizzando sulle origini dell’uomo: con un semplice osso, non solo compone un intero scheletro, ma addirittura postula un intero sistema di vita! Peggio ancora, non intende sentir parlare di cose che non concordano con i suoi manuali universitari e si rifiuta di analizzare l’enorme cumulo di dati che contraddicono le sue teorie. Quando tutti questi “fatti” indicano che la razza umana è discesa, per buona parte, dalle stelle, insiste nel sostenere che discende dagli alberi.

Non c’è la certezza ovviamente, ma il sospetto sì dell’attaccamento al sangue, tanto degli dei antichi che degli attuali UFO, confermato anche da alcuni “contattati” che l’avrebbero saputo direttamente dagli extraterrestri, per quanto non affidabili.

La chiave di tutto è che il sangue libera molto facilmente e in modo naturale quel tipo di energia che piace tanto agli dei e che, in definitiva consiste in onde elettromagnetiche specifiche.

Per ottenere da un corpo vivo simili energie, gli dei devono ucciderlo violentemente e poi bruciarlo; invece, quando il sangue fluisce liberamente, separato dal corpo, sprigiona questa energia in modo completamente spontaneo, contrariamente a ciò che succede alla maggior parte delle viscere e della materia organica smembrata.

Paracelso affermava che i maghi neri si avvalgono del sangue per evocare le entità astrali che, in questo elemento, trovano il plasma conveniente per materializzarsi.

I sacerdoti di Baal si ferivano il corpo a sangue per provocare apparizioni tangibili. In Persia, ai confini con la Russia, nei pressi di Temerchan-Shura, gli aderenti ad una setta religiosa formavano un cerchio e giravano velocemente fino ad arrivare alla frenesia e, in questo stato, si lanciavano gli uni sugli altri armati di coltelli e si ferivano fino a quando le loro vesti si inzuppavano di sangue; allora ogni danzatore vedeva accanto a sè un’entità con cui continuare la danza.

Anticamente, le streghe della Tessaglia mischiavano sangue di agnello e di bambino per evocare gli spettri.

L’evocazione cruenta si applica anche in alcune zone della Bulgaria ai confini con la Turchia: gli Yezidis, circa 200.000 abitanti delle montagne aride della Turchia asiatica, Armenia, Siria e Mesopotamia, formano dei circoli al cui centro si situa il sacerdote che invoca Satana. I componenti del cerchio corrono, saltano, si feriscono vicendevolmente con dei pugnali e ottengono manifestazioni fenomeniche fra le quali globi che, di volta in volta, si trasformano in giganteschi e strani animali.

Dati simili, tratti da “Iside svelata”, tomo IV di Elena Blavastky, si possono trovare in molti altri autori e in quasi tutti gli storici dell’antichità.

Oltre a questi testi profani, non dobbiamo dimenticare dei chiari e taglienti ordini dati da Yahvè al suo popolo: “Non bere mai sangue”, “versalo al suolo come acqua” (Lev. 3,17- Deut. 12,16,24, ecc.)

Nel momento in cui qualcosa di vivo muore, gli elementi fisici materiali che la compongono tornano alla terra, dove continuano i loro interminabili cicli di disintegrazione, fusione, trasformazione. Altri elementi, anch’essi fisici, ma non materiali, a livello quantico o subatomico, non entrano in questi ciclo, ma si liberano come energie e si aggregano con altre energie che vibrano alla stessa o simile frequenza e dimensione. Orbene, creature del Cosmo più evolute di noi, come gli dei, sono capaci di captare, per lo meno in parte, queste energie, onde o vibrazioni che si liberano quando si disintegra la materia viva.
Pare che questa energia procuri loro un immenso piacere e, per questo, la cercano oggi come l’hanno sempre cercata, avvalendosi di mille stratagemmi.

Quando la materia viva, sia animale che vegetale, muore lentamente dopo un processo naturale di invecchiamento, questa energia vitale si va disperdendo a poco a poco prima del momento finale e, per questo, è molto più difficilmente captabile ed utilizzabile da chi ha l’interesse a farlo; però, quando un essere vivente è nel pieno delle sue forze e, per una causa o per l’altra, muore di morte naturale, come accade ad un animale sgozzato, o si disintegra rapidamente, allora tutta l’energia vitale sgorga come torrente impetuoso e diventa sostanziosa.

Il modo più facile e normale per disintegrare la materia viva è la cremazione e, l’energia che si libera, può essere generata sia dal mondo animale, sia dal mondo vegetale che, essendo meno potente, deve essere di proporzioni enormi per risultare “fruibile” (estesi incendi boschivi che durano giorni e giorni, per esempio).

Dobbiamo ricorrere alla Storia e ricordare che gli dei, in tutte le religioni dell’antichità, invece di esigere atti di pentimento collettivo emozionali, preghiere razionali da parte dei loro popoli, il massimo contributo religioso che esigevano era “l’olocausto”, ovvero cerimonie nelle quali dapprima si sacrificava la vittima animale o umana, poi la si bruciava integralmente in modo che nessuno ne potasse trarre profitto. Doveva ardere fino a consumarsi, come indica il termine “olocausto” che deriva da due parole greche che significano “tutto bruciato”.

Nelle grandi solennità greche e romane si facevano grandiosi sacrifici animali, soprattutto di bovini bruciati su enormi pire, che si chiamavano “ecatombe”, altre due parole greche che significano “cento buoi”.

Queste cerimonie, che culminavano con grandi falò, erano il modo perfetto che gli dei avevano per “spremere” tutta l’energia vitale di quelle creature viventi: in primis mediante lo sgozzamento delle vittime, con conseguente spargimento di sangue, ottenevano l’energia sottile che apprezzavano maggiormente, quella emanata dai corpi agonizzanti, in particolare dai cervelli tormentati e terrorizzati; in seguito, già morta cerebralmente la vittima, il fuoco si faceva carico di liberare in modo rapido l’energia vitale ancora racchiusa nelle cellule di tutto l’organismo.

Queste onde di energia che si sprigionavano dai corpi fumanti delle vittime costituivano, come già si è detto, una specie di droga, un aroma per i sensi degli dei. Nel Pentateuco si parla ripetutamente di questi “sacrifici di arrosti” che erano “cibo tranquillizzante per Yahvè”, o che salivano a lui come “aroma calmante”.

Anche nelle altre religioni troviamo morte degli animali, cremazione dei loro corpi, cerimonie nelle quali il sangue era l’elemento principale; ogni epoca, ogni cultura o credenza li interpretava in modi diversi, ma la sostanza era sempre quella e, quando noi uomini ripensiamo ad esse senza pregiudizi e senza paure, non possiamo che considerarle irrazionali e assurde.

Non solo, ma in molte religioni questi sacrifici erano addirittura di animali umani. In alcune queste “offerte umane” avevano liturgie feroci, indegne non solo di un dio, ma perfino di un popolo selvaggio. Malgrado ciò le vediamo praticate da popoli che avevano sviluppato grandi culture; pensiamo solo alle immolazioni attuate periodicamente dagli Incas a Phacamac e agli Huacas, alle tremende mattanze rituali praticate dagli Aztechi, alle offerte periodiche dei primogeniti delle famiglie nobili nella religione dei Persi, ecc.
Ci sono religioni orientali e africane nelle quali, ancora oggi, il dio esige che la sposa sia arsa viva sulla stessa pira del marito defunto; eppure i fedeli continuano a credere che sia buono, misericordioso e voglia il loro bene!

I Cristiani ritengono che sia Satana ad ispirare ogni forma di aberrazione fra i Pagani, cioè fra i “popoli che non conoscono il vero Dio”, ma ahimè, risulta dalla letteratura sacra che il dio giudaico-cristiano Yahvè, pur definendosi “misericordioso” e “benigno”, non solo esigeva delle mattanze umane, ma a volte era lui stesso a realizzarle!

“E Yahvè inviò un fuoco che divorò 250 uomini” (che gli stavano offrendo dell’incenso) Num: 16,35 e tantissime sono le citazioni bibliche molto esplicative che si potrebbero riportare.

Nel Nuovo Testamento e nella moderna teologia si tende a stendere un velo offuscante su tutto questo e a sublimare molte pratiche non del tutto “divine” di Yahvè; tuttavia i versetti del Pentateuco sono lì, ancora leggibili, dopo aver sfidato i secoli, a testimoniarci le divine mostruosità.

Riassumiamo ora le diverse cose che gli dei cercano fra di noi.

– In primo luogo, le onde che sono prodotte da un cervello eccitato;

– le “onde della vita”, ovvero le onde che sono sprigionate da un corpo vivente stroncato da morte violenta;

– le onde sprigionate da tutte od ognuna delle cellule che vivono per un certo tempo anche dopo la morte dell’animale o uomo che sia;

– il sangue versato perchè, quando è fuori dal corpo, libera un’energia molto ambita da loro
Oltre a ciò, ci sono altre cose che cercano e trovano nella nostra dimensione che noi con notiamo o non percepiamo e che, probabilmente, anche se ci fossero spiegate, non saremmo in grado di capire.


John Baines esprime queste idee dal punto di vista della sua filosofia ermetica:
“Il sapiens, nella sua lotta inclemente per l’esistenza, fa sì che il suo apparato emozionale e nervoso elabori certi elementi incorporei, ma di una eccezionale potenza, i quali abbondano nel corpo umano, in forma di vibrazioni emesse da antenne incorporate nella sua unità biologica, le quali sono orientate o sintonizzate sulle frequenze degli Arconti che “raccolgono” questa forza e la utilizzano per fini che non divulgheremo, avvertendo però che, ad ogni modo, compiono una funzione cosmica. Ed è così che il sapiens è spogliato inavvertitamente dal prodotto più nobile, che egli stesso produce, il distillato finale dell’esperienza umana… il “caldo aurifero” della sua vita… Il sapiens deve nascere, soffrire, amare, godere, riprodursi, costruire civiltà, distruggerle, ammalarsi e morire solo per il beneficio di potenze superiori invisibili, coloro che capitalizzano il “prodotto vitale.
Il sapiens è, pertanto, uno schiavo per l’eternità, nonostante esemplari individuali o isolati (separati dal gruppo) possono arrivare ad essere liberi”
(da: Los brujos hablan; Kier Bs Aires)

Quarta parte

Devo ammettere di non essere del tutto certo che le attività degli dei sul pianeta siano riferibili esclusivamente al piacere o al gioco, ma che comportino anche il compimento di leggi cosmiche che sfuggono alla nostra compresione.

In ciò sono stato anche confortato da altri autori il cui pensiero condivido appieno e che consiglio di leggere: Juan G. Atienza tratta de “La grande manipolazione cosmica”, da un punto di vista storico e sociologico; F. Jimenéz del Oso in “El sindrome OVNI”, dimostra invece di essere un grande psicologo che approfondisce il fenomeno senza farsi influenzare dal turbinio di assurdità che, inevitabilmente, circonda chi affronta questo tema.

In questo capitolo cercherò di spiegare come gli dei, nel corso dei secoli, abbiano ottenuto e continuino ad ottenere che l’umanità tutta si adegui ai loro desideri e faccia quello che è loro confacente; in altre parole, cercherò di dimostrare la strategia che gli stessi hanno usato per ottenere che esseri intelligenti facciano “volontariamente”, senza rendersi conto di essere manipolati, ciò che a loro interessa.

Ogni cervello umano produce e contiene una relativamente piccola quantità di energia che, nella sua unicità, ha a malapena la forza per far funzionare la macchina biologica, cioè il corpo a cui appartiene. Questa energia singola è di poca utilità per gli dei; ma, unita a quella di molti altri cervelli, diventa molto potente, quindi facilmente estraibile ed utilizzabile.
Questa strategia mira ad unire non solo le menti, ma anche i corpi in modo che siano riuniti nel minor spazio possibile e ciò facilita il compito di “governare” gli umani; così come un allevatore produttore di latte non lascia le proprie mucche disseminate in vasti pascoli, ma le tiene nei recinti o nelle stalle per agevolare il suo lavoro di accudimento e mungitura.

Per ottenere lo stesso scopo, gli dei idearono uno dei fenomeni sociologici più antichi registrati dalla storia: le religioni.

Curiosamente, quando gli archeologi trovano delle tracce di un popolo primitivo che non ha sviluppato nessuna forma di arte o di cultura, le prime cose che cercano sono oggetti o resti collegati alla religione. Viene spontaneo pensare come per quegli esseri dall’intelligenza rudimentale, con il problema di procurarsi il cibo, un riparo dalle intemperie e dalle belve, il praticare una religione dovesse essere stata l’ultima delle loro preoccupazioni. Eppure, in un modo o nell’altro, si trovano riscontri secondo i quali i loro corpi si riunivano in determinati posti per sacrificare animali e le loro menti si univano per chiedere, per placare, per lodare, per temere… perchè gli dei hanno sempre dato un colpo al cerchio e uno alla botte; hanno aiutato, ma anche minacciato e castigato chi non obbediva prontamente ai loro comandamenti e così mantenevano un timore e una aspettativa che consentiva di perseguire i loro scopi.

La religione, in molti suoi aspetti e considerata nel suo insieme, è un formidabile strumento per indurre gli stati d’animo nei quali il nostro cercello emette questa energia che interessa tanto ai nostri visitatori e che, ormai, è riconosciuta oltre che nella parapsicologia, anche nel campo della medicina avanzata, come è dimostrato dall’applicazione di alcune pratiche energetiche curative nelle quali lo stato “alfa” cerebrale può ottenere veri miracoli.

Gli stati d’animo più propizi all’emissione di queste energie sono il dolore, con le sue innumerevoli sfaccettature; l’eccitazione, anch’essa molto variegata; l’aspettativa, quando è profonda e, soprattutto, costante.Tutte le religioni propiziano questo stato d’animo, ma a noi interessa in modo particolare il Cristianesimo.

L’uomo, che ha uno spirito profondamente religioso, è un uomo speranzoso, in attesa, particolarmente nella religione cristiana in cui la morte si pone come “il momento da cui dipende tutta l’eternità”; un’eternità felice oppure fra mille tormenti. Questo stato d’animo si sovrappone a tutti gli altri (a parte lo squilibrio che può causare allo stato psichico generale) e l’individuo finisce con il rispondere alla chiamata della “vita contemplativa”, cioè ad uno stato nel quale si disinteressa dei problemi di questa vita e, mentre si dedica a perfezionare la sua anima, si limita ad attendere il momento di incontrarsi con Dio. Stato d’animo riassunto genialmente dalla frase di Santa Teresa: “Muoio perchè non muoio”.

Oltre a questo stato d’animo, nella vita di un uomo profondamente religioso, vi sono molti momenti in cui l’anima si carica di emozioni. Nel corso dei secoli, tutte le religioni e tutte le sette hanno sviluppato, con tutta la loro buona volontà, diversi meccanismi per ottenere questi stati emotivi per avvicinare l’anima a Dio e porla incondizionatamente al suo servizio: esercizi spirituali, ritiri, corsi, ecc. ne sono l’esempio.

Questa aspettativa, in molte persone deboli, diventa qualcosa che rasenta l’angoscia e, a volte, la disperazione. Le religioni, nessuna esclusa, sono ambivalenti nel senso che, da un lato costituiscono anche una grande consolazione nelle innumerevoli tribolazioni della vita, donando sicurezza e pace interiore; dall’altro essendo causa di dispiaceri e di disturbi nella vita dei singoli e di dolori fisici e morali nella vita dei popoli.

Queste esperienze negative ci balzano maggiormente all’occhio quando si tratta di religioni diverse dalla nostra, con le quali non abbiamo legami sentimentali o che non condizionano le nostri menti; viceversa, viviamo come naturale il nostro “habitat” culturale-religioso o addirittura non lo prendiamo in considerazione.

Nel Medio Evo, quando la Chiesa con i suoi comandamenti e i suoi precetti aveva una totale influenza sulla società, sembrava che fosse proibita la gioia di vivere e che tutto ciò che era piacevole fosse peccato. Era la logica conseguenza della “valle di lacrime” nella quale gli esseri umani erano condannati a vivere.

Nessuno può negare che, nell’ascesi cristiana, per giungere ad una vera amicizia con Dio, il mezzo più sicuro siano la mortificazione, la “morte al mondo e alle sue vanità”, la povertà, castità ed obbedienza che sono l’opposto del benessere, della sessualità e della libertà. Il pensiero dei mistici, sicuramente, rappresenta l’apoteosi della vita cristiana e ne è prova la croce che non è simbolo di piacere e di vita, ma di dolore e morte, La croce è stata ed è il simbolo del Cristianesimo; tuttavia pare che tutte le grandi religioni abbiano come dottrina comune che, per perfezionarsi, si debba rinunciare a questa vita: “il dolore porta a Dio”.

Un altro aspetto curioso delle religioni è che propugnano due cose contrarie fra loro, ma fortemente volute dagli dei. La prima è l’unione sia fisica che ideologica e mentale attraverso le grandi concentrazioni religiose nei santuari, per esempio; la seconda è la disunione, attraverso l’odio reciproco, fra esseri umani appartenenti a religioni diverse dalla propria, o addirittura per diverse interpretazioni della stessa.

Un’altra delle grandi strategie che gli dei hanno usato in tutto il corso della storia per ottenere ciò che vogliono è la guerra. Malgrado tutto e contro tutte le ragioni, la storia umana è piagata da guerre di ogni tipo.

Oggi possediamo una tecnologia molto sofisticata posta al servizio della guerra con la quale si ammazza più gente in un secondo di quanta prima non si ammazzava in un secolo. L’elettronica, la chimica, l’ingegneria più avanzata, invece di porsi al servizio della gente comune per migliorarne la vita e le condizioni di lavoro, cadono in potere di individui che, in ogni Paese, occupano le più alte posizioni politiche e militari e si pongono incondizionatamente al servizio della guerra.

I Pentagoni di ogni Paese, nei quali non è strano trovare individui con una mentalità paranoica, pianificano coscienziosamente le mattanze umane che andranno a fare per motivi “patriottici”, magari convinti di essere degnissime persone che agiscono per fini molto elevati e non sono sfiorati dal dubbio sul senso di quella carriera il cui fine naturale è la violenza, la distruzione e la morte di esseri viventi.

Dietro il paravento “patria”, siamo condizionati, fin dalla nascita, a considerare un “non compatriota” più come un nemico potenziale che un essere umano esattamente uguale a noi.

Albert Einstein, ne: “La mia visione del mondo” dice:

“… parlo del peggior embrione sortito dallo spirito delle masse: l’esercito, che odio. E’ sufficiente che qualcuno sia capace di sfilare impettito al suono di una marcia per meritare tutto il mio disprezzo; ha ricevuto il cervello per errore, bastava il midollo spinale. Dovremmo cancellare il più presto possibile questa macchia dalla civiltà. Oh, come detesto le prodezze dei loro comandi, gli atti di violenza senza senso, il beato patriottismo! Ciniche e disprezzabili mi appaiono le guerre. Mi farei tagliare a pezzi piuttosto che prendere parte ad una azione così vile!…”

Se, come dicevamo, gli dei cercano il dolore, l’eccitazione e il terrore perchè il cervello umano produca in abbondanza le onde che interessano loro, e ancor meglio, le vite umane stroncate violentemente con spargimento di sangue, allora dobbiamo convenire che la guerra è lo strumento perfetto.

Ripensiamo, solo per un momento, ai grandi campi di battaglia tramandati dalla Storia, seminati di cadaveri, di uomini feriti e agonizzanti che stanno morendo dissanguati… quale lauto banchetto per queste sanguisughe e per questi dracula dello spazio!

Certo è che hanno saputo fare il lavaggio del cervello a tanti, illustrissimi personaggi della Storia fino a convincerli che la difesa della democrazia, dell’onore, della dignità, della patria, dei valori morali, delle finanze e delle religioni valga qualunque mattanza umana. Le guerre di religione, poi, sono le più feroci; si tratta, nientemeno che di sterminare i nemici di Dio. Siccome per difendere il suo “onore”, tutto è lecito, così almeno la pensano tutti i fanatici, le atrocità che si commettono qui non hanno paralleli.

All’interno delle proprie religioni i fanatici, costituiti in autorità, organizzano ogni sorta di tribunale ecclesiastico, Santi Uffizi, Inquisizioni, sempre in nome di Dio, per annientare chi viene ritenuto eretico, illuminato, riformatore, stregone. Si parla molto dell’Inquisizione spagnola, con ragione; ma ci furono anche feroci Inquisizioni protestanti e islamiche nelle quali, a volte, furono bruciati i più ferventi servitori di Maometto.

Se queste sono cose del passato, oggi teatri di guerra aperta, sotterranea, dichiarata e non sono attivi in ogni parte del pianeta, anche fra seguaci della stessa religione, non solo di religioni contrapposte o rivali; la mattanza è sempre più estesa; la guerra “santa” dell’Islam inonda di sangue, da otto secoli, tre continenti.

“Il sionismo ortodosso iniziò con il comandamento divino al nostro primo patriarca Abramo…. tutta la terra che vedi la darò a te e ai tuoi discendenti” Queste sono le parole che costituiscono il nostro diritto…. ” “Il nostro insediamento in Palestina è un ordine divino che deve essere obbedito come un comandamento”, afferma perentoriamente la Lega B’nai Brit contro la diffamazione antiebraica.

Queste incredibili parole, che esprimono fanatismo bello e buono, sono così commentate da Oid M. Gras nel suo libro “Deception and myths of the Bible” (Bell, NY : “Il furto di un Paese intero, la Palestina, un milione di arabi affamati e senza patria, ecco a che cosa ha portato la credenza nei miti. La Bibbia, invece che la “parola di Dio”, dovrebbe definirsi “L’opera del Diavolo”. La sua astuzia è talmente diabolica che ha ingannato il mondo intero per migliaia di anni; le conseguenze sono state oltre sedici secoli di tenebre. Crociate, Inquisizioni, pregiudizi, fanatismo e, nell’attualità, una guerra senza fine negli stessi luoghi in cui tutti questi miti hanno avuto origine. Credo che sia ora di liberarsi di un libro che è stato la causa di tanti imbrogli….”

Il concetto di “patria”, poi ci viene inculcato come qualcosa di sacro e, seppure intriso di solennità e sacralità, è frutto, molto spesso, di mere ambizioni di condottieri del passato, di puri incidenti geografici o, semplicemente della sorte. Le linee di frontiera, che vediamo sulle mappe, non sono altro che l’assurda calligrafia della storia.

Il sentimento di amare quelli che ci stanno vicini è logico e naturale; ad un certo punto, a volte, diviene irrazionale e cagionevole quando è rivolto allo “straniero”, secondo ruoli e limiti tracciati da avventurieri ambiziosi o furfanti illustri.

Spesso, i figli degli emigrati, con millenarie radici etniche e linguistiche totalmente differenti, diventano più patrioti degli autoctoni, dimenticando rapidamente il paese di origine dei loro genitori.

E’ lecito supporre che questo sentimento, per quanto logico, sia esacerbato fino alla irrazionalità, di modo che si sia spinti più a difendere i difetti della patria, piuttosto che i pregi della nazione vicina.

Unito al fenomeno della patria, abbiamo un altro fatto storico onnipresente: la grande diversità di lingue che si parlano sul pianeta che, secondo i linguisti, è un processo naturale e nulla ci impedisce di riconoscerlo. Tuttavia, dobbiamo anche ricordare che gli dei, nelle loro interferenze nella vita degli uomini, molte volte usano i fenomeni sedicenti naturali per ottenere ciò che vogliono, senza che noi ci si renda conto che, in realtà, sono stati forzati e manipolati. Viceversa a volte, fenomeni che sono veramente naturali, ma a noi sconosciuti, ci sono presentati come “miracoli” o fatti portentosi dovuti al loro grande potere dal quale non possiamo prescindere.

E’ interessante la versione biblica sull’argomento, nonostante che io non mi appoggi ad essa per sostenere la mia tesi, in quanto, rispetto al mio pensiero sulla Bibbia, sarebbe una contraddizione:

“… Era la Terra di una sola lingua e di una sola parola…. e dissero: edifichiamo una città e una torre (di Babele) la cui cuspide tocchi il cielo e ci renda famosi, affinchè non siamo dispersi su tutta la superficie della terra…

Scese allora Yahvè per vedere la città e la torre che stavano edificando i figli degli uomini e disse: Ebbene essi sono un solo popolo e hanno una sola lingua e questo è ciò che hanno incominciato a fare. Ora non c’è più nulla che abbiano in mente di fare e che sia irraggiungibile per loro. Scendiamo e confondiamo lì la loro lingua in modo che non capiscano l’uno la lingua dell’altro. E Yahvè li disperse per tutta la faccia della terra… ” (Genesi, 11.4)

Anche la tradizione tolteca tramanda che, quando gli antenati dei Toltechi messicani tentarono di costruire una grande piramide, improvvisamente incominciarono a parlare in modo diverso da come avevano sempre fatto, così che, non essendo più in grado di capirsi, dovettero abbandonare la costruzione e a noi non resta che constatare che i parenti transatlantici di Yahvè avevano agito al suo stesso modo.

La diversificazione delle lingue, il “non capirsi”, ossia l’assenza di comunicazione, facilita enormemente la separazione non solo fisica, ma anche animica, il ché può degenerare in odi, malintesi e guerre, come infatti è sempre avvenuto in quest’epoca storica giudaico-cristiana. Come le religioni, anche le lingue da un lato sono strumenti per unire i popoli, dall’altro occasioni di divisione, incomprensioni e ostilità verso gli “altri da sé”.

Gli esseri umani, nel corso dei secoli, hanno trovato regole e definizioni condivise per le misure, i meridiani, i calendario astronomico, le telecomunicazioni, ecc, ma non ancora sono riusciti a creare una lingua comune, neutra, magari studiata come seconda lingua obbligatoria in tutti i Paesi, di modo che la comunicazione e la conoscenza fra i popoli e gli individui del pianeta sia incoraggiata ed agevolata. Col tempo potrebbe divenire la lingua comune del pianeta, correlata alla sempre più intensa mobilità degli uomini stessi.

L’esperienza dell’ Esperanto è venuta a cadere perchè non c’è mai stato interesse da parte dei potenti a sostenerla; anzi vi è sempre stata indifferenza e disattenzione. Questi personaggi si guardano bene dal fare qualcosa di veramente utile all’umanità tutta; preferiscono continuare con il loro “politicare”, nella bella vita a spese del popolo, nei giochi di potere nei quali danno briglia sciolta alle loro paranoie.

Un’altra strategia usata dagli dei per far sì che gli uomini non si capiscano e lottino fra di loro consiste nella diversità delle razze che formano l’umanità.

La credenza biblica secondo la quale discendiamo tutti da una sola coppia, creata da Dio stesso nel Paradiso terrestre, è totalmente infantile. Le differenti razze umane sono apparse singolarmente sul nostro pianeta nel corso di milioni di anni; anche se la scienza ufficiale non ancora accetta questa teoria.

Le differenze razziali ci fanno notare con chiarezza, in primis, la pluralità delle loro origini. Le “prime coppie” apparvero in epoche e luoghi diversi del pianeta. Allorquando qualche antropoide o gruppo di antropoidi stava per fare il salto evolutivo o, detto in altre parole, quando appariva fra loro qualche mutante, intervenivano gli dei che lo programmavano geneticamente secondo la loro convenienza. Il Popol Vuh, la Bibbia dei Quichès, parla di diversi tentativi falliti “dei Signori”, prima che riuscisse “l’uomo”.

Sono convinto che la chiara differenza fra una razza e un’altra sia dovuta non solo a fattori naturali, ma anche all’intervento di vari “esseri superiori” con maggiori o minori poteri e con diversi propositi in mente.

Se ciò può apparire inverosimile, basta pensare, come esempio, a come gli uomini, nel corso dei secoli, siano intervenuti nella modifica delle razze canine, adattandole alle loro necessità. Abbiamo ottenuto cani con zampe corte o lunghe da sfruttare nei vari tipi di caccia, cani da guardia o di compagnia. I cani non sono coscienti di queste manipolazioni e, disgraziatamente, nemmeno noi umani siamo coscienti di essere stati manipolati a nostra volta.

L’Africa è il continente dei Neri; l’America è il continente dell’uomo dalla pelle ramata; nella maggior parte dell’Asia il tratto comune sono gli occhi a mandorla; in India abbiamo un diverso colore di pelle e tratti caratteristici; nel Mediterraneo esistono almeno un paio di razze diverse e, per ultimi e senza preistoria, i Biondi del Nord Europa che sembrano essere l’ultima creazione degli dei e molto simili a loro, almeno come ce li hanno descritti i Greci e i Romani e come si presentano alcune volte quando scendono dalle loro navi UFO e che, come razza, sono gli attuali dominatori del mondo.

In enorme contrasto con ciò che è stato trattato finora è lo sport che, tuttavia, è un fenomeno assolutamente interessante per gli dei.

Lo sport dispone di una organizzazione internazionale invidiata dalla stessa ONU; le direttive e gli ordini emamati dal Comitato Olimpico Internazionale o dalla FIFA sono osservati molto più attentamente di tutte le condanne, gli imbarghi e le risoluzioni emesse dell’ONU, quasi mai rispettate dai Paesi cui sono diretti.

Che rapporto c’è fra lo sport e gli dei?, quali benefici traggono dalla sua ottima organizzazione?

Abbiamo più volte detto che, per ottenere ciò che cercano, tendono ad adunare gli uomini e ad eccitarli, in modo che i cervelli producano quell’energia da loro tanto ambita. Immaginiamo gli stadi nel pomeriggio della domenica, gremiti di gente urlante arrabbiata o esaltata; diffusi a tappeto in tutte le regioni, gli stati e in tutti i continenti; immaginiamo questi esseri invisibili che, come api che volano di fiore in fiore succhiando il nettare, suggono le sottili vibrazioni emanate dagli eccitati cervelli di tutte queste masse umane domenica dopo domenica, anno dopo anno con o senza crisi economica, sociale o politica; superando tutte le difficoltà climatologiche perchè lo spettacolo deve continuare in ogni caso.

Per lo sport non esistono impedimenti politici, sociali, economici, militari; tutte le contrapposizioni vengono appianate o sospese; però in un mondo tanto disorganizzato, nel quale grandi organismi internazionali importanti funzionano male, un’organizzazione tanto perfetta da riuscire a riempire ogni settimana una infinità di stadi, pieni di esseri umani eccitati fino al parossismo, ci autorizza ad essere sospettosi.

Un fenomeno “naturale”, messo in atto dagli dei che, mi rendo conto, è difficilissimo da accettare come verosimile, è quello che riguarda i grandi incendi boschivi.
Oggi gli incendi boschivi sono diventati un vero problema per alcune nazioni, senza che gli organismi e i tecnici preposti abbiano trovato cause e soluzioni.

Secondo me, dietro le cause naturali o i piromani, spesso sono gli dei stessi a provvedere direttamente alla liberazione dell’energia vitale della materia che si disintegra in modo violento. La materia torna alla terra, ma la vita che la impregnava si stacca e si libera in forma di radiazioni o onde di elevatissima frequenza, non captabili dagli strumenti scientifici attuali.

Quando si bruciano corpi di animali, questa energia si stacca rapidamente e in abbondanza; mentre, quando si brucia materia vegetale, si libera in proporzioni minori ed è per questo che, per ottenerne una quantità apprezzabile, bisogna bruciare grandi quatità di materia vivente.

Non nego che un bosco possa incendiarsi a causa di un piromane, o per un mozzicone di sigaretta, o a causa di una scarica elettrica, ma nessuna di queste cause o, tutte insieme, spiegano il grande numero di incendi che si scatenano tutte le estati ovunque nel mondo, tenuto conto che molti divampano contemporaneamente in luoghi impervi dove non arrivano i gitanti domenicali, non vi sono attività agricole o interessi speculativi.

Studiando lo strano mondo del paranormale, ci si imbatte molto spesso nella “produzione” di incendi. Nei fenomeni di poltergeist che si studiano in parapsicologia, l’entità che causa rumori, spostamento di oggetti, lancio di pietre ed altri fenomeni strani, è anche autrice di incendi.

Nella demonologia che, non solo nella mentalità popolare, ma in tutta la sua profonda realtà, è sempre imparentata con tutti questi strani fenomeni, “produrre fuoco” è qualcosa che si attribuisce sempre al “demonio”. Per me il demonio non è il nemico personale di Dio, così come ce lo descrive il Cristianesimo, bensì uno degli esseri extraumani di cui stiamo trattando e le cui manifestazioni sono negative per gli umani.

Anche nel campo dell’ufologia scopriamo che il fuoco è strettamente correlato a questi misteriosi visitatori non solo nel provocarlo, ma in molte occasioni anche nello spegnerlo, dimostrando di avere grande padronanza di questo elemento.

Il caso più rappresentativo è senz’altro il famoso “fuoco di Peshtigo”, più conosciuto come “l’incendio di Chicago”. essendo stata questa la sua conseguenza.

Non tutti sanno che la stessa notte in cui Chicago andò a fuoco (8 ottobre 1871), bruciarono anche altri piccoli centri e città, come l’attuale molto popolosa Breenbay, nella quale perirono oltre 3000 persone. Contemporaneamente bruciarono enormi distese di terreno in ben sette Stati del Nordamerica, una superficie pari alla metà della penisola iberica.

Quale fu la causa di questo fantastico incendio? Nè più, né meno che quella che oggi chiamiamo UFO, una palla di fuoco che scorazzò per il nord e nordest degli Stati Uniti, dallo Stato del Nebraska fino alla Pennsylvania, percorrendo in linea retta non meno di duemila chilometri e causando al suo passaggio enormi deflagrazioni. Secondo i testimoni oculari, scendeva dal cielo un calore soffocante che non dava scampo a coloro che si trovavano nei dintorni.

Questi enorme incendi divampano nel sud dell’Europa, ma soprattutto in Brasile, dove multinazionali speculatrici hanno tutto l’aggio di scacciare gli Indios all’interno del Mato Grosso per i loro sfruttamenti; in Australia bruciano boschi e villaggi per giorni e giorni, così come in California dove, nonostante l’impegno umano e tecnologico per lo spegnimento, che dura anche settimane su territori di migliaia di ettari, perfino le lussiose ville dei divi di Hollywood vengono carbonizzate.

I casi più eclatanti, degni di essere riportati, sono migliaia; alcuni sono noti; altri passati sotto silenzio, non spiegati, nè interpretati.

Sicuramente, in molti casi gli incendi sono provocati dalla mano dell’uomo o da agenti naturali, ma è altrettanto sicuro che questi esseri “superiori” nascondono il loro operato sul nostro pianeta dietro cause naturali; viceversa, in altri casi, ci fanno credere che qualcosa sia “sovrannaturale” e opera loro, quando è invece una reale manifestazione della Natura che noi ancora non ci spieghiamo; tutto a loro vantaggio e per impressionarci, partendo da loro stessi che si sono fatti adorare da noi, come fossero Dio, invece che solo altri esseri dell’Universo.

Dalla lettura dei testi biblici appare come gli dei esigessero anche la cremazione di determinati vegetali “squisiti”, tipo cedro e issopo, in quantità e metodi specifici in quanto potevano costituire un condimento adatto alla cremazione dell’animale che era il pezzo forte del sacrificio. Yahvè pretendeva anche quotidianamente “l’offerta di cereali”, secondo minuti particolari di quantità, tipo e modi di cottura, in rapporto alla carne bruciata. Questi cereali dovevano essere sempre “senza lavaggi”, arricchiti con incenso e olio d’oliva, salati, ma mai si doveva aggiungere del miele.

Curiosamente, queste particolarità le ritroviamo anche nelle offerte che gli dei mesopotamici esigevano dai loro popoli, il che ci fa supporre che Yahvè sia uguale a tutti gli altri “falsi dei” e spiega anche le sue tremende gelosie nei loro confronti.

Sono interminabili i particolari pretesi da Yahvè su come dovevano essere bruciate le offerte, quali dovevano essere gli olocausti e l’autorizzazione per i sacerdoti, a volte, di poterne mangiare qualche piccola parte Come ci dicono le scritture, la sua impazienza di sentire il “soave odore tranquillizzante” era tale per cui, a volte, scendeva lui stesso ad arrostire le offerte per captare da vicino ciò che bramava, in forma di nube, ossia nella “sua gloria”…Questa è la legge dell’olocausto; l’olocausto arderà sul focolare dell’altare dalla sera alla mattina e dalla mattina alla sera; il fuoco dell’altare dovrà sempre restare acceso….”

Il 2° Libro delle Cronache della Bibbia ci descrive la consacrazione del tempio di Salomone, circa 300 anni dopo la morte di Mosé:

“… Quando i sacerdoti uscirono dal santuario, la casa si riempì della nube, la stessa casa di Yahvè… e i sacerdoti non poterono continuare nel servizio a causa della nube, perchè la gloria di Yahvè riempiva la casa di Dio… Quando Salomone finì di pregare, scese fuoco dal cielo che divorò l’olocausto e i sacrifici e la gloria di Yahvè riempiva la casa…. Il re Salomone offrì in sacrificio 22000 buoi e 120000 pecore così inaugurarono la casa di Dio il re e il suo popolo… “

La presenza di Yahvè era fisica, non simbolica; il popolo vedeva la nube, esattamente come ai giorni nostri molta gente ha visto piccole nubi fare cose strane e inspiegabili.
Molto probabilmente queste cifre sono esagerate, ma anche riducendole ad un terzo, ci troviamo di fronte ad un rogo sul quale bruciavano tonnellate di carne; immaginiamo il fumo, l’odore, il grasso che colava da tutte le parti. “…. Salomone consacrò il cortile interno che stava davanti alla Casa di Yahvè, da lì gli offrì gli olocausti e i grassi dei sacrifici di comunione perchè l’altare di bronzo che aveva fatto non riusciva a contenere l’olocausto, le oblazioni, i grassi… la festa durò sette giorni..”

Chiediamoci il perchè di tutta questa carneficina; per ingraziarsi e procurare piacere al vero Dio, al Dio della bellezza, dell’amore, al Dio prima e profonda Intelligenza che regge l’Universo? Non credo; il vero Dio non si diletta con fumo di puzzolenti grassi bruciati; logicamente dobbiamo giungere alla conclusione che tutta questa carneficina sia stata fatta per un “dio” cui piaceva il sangue, fratello o cugino di Baal, Moloc, Asera, Dagòn, Kemon e di tutti gli altri dei mesopotamici, i quali erano adorati dai loro popoli mediante sacrifici di animali e di esseri umani, plagiati dai dogmi vuoti, assurdi e tirannici delle religioni.

Se tutte queste cose di cui stiamo parlando sembrano assurde, teniamo presente che sono state prese direttamente dalla Bibbia, il “libro sacro” che, per milioni di esseri umani è stato la guida per secoli e per molti continua ad esserlo. Con una guida così, nella quale si presenta Dio come un individuo dai gusti tanto animaleschi e tanto stravaganti, non c’è da meravigliarsi che la società sia quella che è e che le idee del mondo giudaico-cristiano vadano alla deriva come stanno andando.

Se non accettiamo questa chiave di lettura, non ci renderemo mai conto di essere manipolati; di quali siano le strategie e i veri propositi degli dei; continueremo a lasciarci raggirare nella sottomissione inconsapevole e ad accettare, come sacri e assoluti, tutta una serie di principi che, considerati freddamente, sono stati disastrosi per l’umanità intera nel corso di tutta la sua storia.

Quinta parte

Perchè dobbiamo difenderci dagli dei?

Molte persone, soprattutto quelle che sono state contattate in un modo o nell’altro, non sono d’accordo con il mio punto di vista, secondo il quale, alla lunga, il fenomeno UFO sia dannoso per gli esseri umani o, più correttamente, per l’umanità considerata nel suo insieme.

Qualche anno fa, quando “l’operazione Rama” era al suo apogeo sia in Spagna che in Sudamerica, misi in guardia coloro che vi aderivano in quanto, malgrado tutte le apparenze di innocuità e di bontà di tutta l’operazione, si sarebbero esposti a seri pericoli che divennero poi realtà in moltissimi casi nei quali la loro vita subì dei traumi e dei cambiamenti per niente positivi. Infatti, persone dalla psiche debole e propensa allo squilibrio e molti adolescenti subirono contatti telepatici che risultarono, nel tempo, frustanti o funesti.

L’Operazione Rama, originatasi in Perù, consisteva nell’incitare al contatto diretto con gli “extraterrestri”, presupponendo che questi siano i nostri buoni fratelli dello spazio che vengono ad aiutarci e, in un certo modo, a risolvere i nostri problemi. I capi di questo movimento non avevano ancora scoperto che gli “extraterrestri” o gli dei, come li chiamiamo noi, invece di essere la soluzione delle nostre difficoltà, sono essi stessi il più grande dei problemi che l’umanità ha dovuto e deve tuttora fronteggiare.
Il guaio è che solo ora cominciamo a rendercene conto; io stesso ho impiegato anni e anni di lavoro sul campo, studi e riflessioni prima di giungere a queste conclusioni.

Dobbiamo difenderci dagli dei perchè, a lungo andare, il contatto con loro è nocivo per noi. Perlomeno il contatto indiscriminato, ovvero senza sapere bene con chi ci stiamo rapportando, a chi mettiamo in mano la nostra mente e la nostra volontà, senza soppesare in modo critico se quello che ci indicano o ci comandano sia utile o dannoso alla nostra vita.

Fra lo Spiritismo e quanto stiamo esponendo c’è un parallelismo notevole. Nello Spiritismo, a mio parere, gli dei si manifestano come spiriti di persone morte; tuttavia ammetto la possibilità e, in alcuni casi la probabilità, che alcuni dei personaggi, che si manifestano in una autentica seduta spiritica, siano effettivamente i resti dell’energia psichica di qualche defunto morto di recente che, per qualche tempo, vaga confusa nel suo nuovo stato, rifiutando di abbandonare il livello di esistenza nel quale stava prima della morte.

Il pontefice del nuovo spiritismo, Alan Kardec, mette in guardia ripetutamente in tutte le sue opere i seguaci e li esorta a non fidarsi mai degli spiriti che si presentano nelle sedute, a non aprire mai con ingenuità le anime alla loro influenza, senza prima essersi accertati di quale spirito si tratti e se è veramente quello che dice di essere.

Negli spiriti, e ciò è sostenuto da Kardec e da altri maestri di spiritismo, si riscontra lo stesso comportamento degli dei; occorre essere molto cauti perchè, per quanto evoluti siano, in loro la menzogna e l’inganno sono molto frequenti o quasi normali.

I credenti nello spiritismo, come i fanatici religiosi e i devoti degli UFO credono che le loro “guide”, i loro “santi”, i loro “protettori extraterrestri” non ingannino mai, ma che solo gli spiriti meno evoluti lo facciano.

La realtà, però è che con i tre fenomeni: religione, spiritismo e Ufo bisogna andare con i piedi di piombo perchè l’inganno è all’ordine del giorno; nè i “santi” sono sempre stati santi quanto lo abbiano creduto i religiosi; nè i “buoni fratelli dello spazio” siano sempre stati buoni come credono i loro sostenitori; nè le “guide spirituali” guidino sempre come credono gli spiritisti.

Frequentemente gli individui contattati dagli extraterrestri diventano vagabondi; abbandonano il lavoro o lo studio e, a volte, anche la famiglia: altri cadono in uno stato di misticismo che li aliena completamente dal mondo che li circonda e, in genere, divengono abbastanza problematici per le società, essendo convinti di dover compiere una missione evangelizzatrice, predicare una “buona novella”, salvatrice dell’umanità, o sentendosi depositari di grandi scoperte tecnologiche.

Nei casi più acuti si è verificata la perdita totale delle facoltà mentali del contattato, manipolate e utilizzate dagli dei per le loro deliranti idee messianiche, avendolo poi abbandonato in uno stato di disperazione e di destrutturazione, fino a suicidarsi, quando non ne hanno più avuto bisogno.

Nel vasto campo del paranormale si mischiano caratteristiche e dettagli che sono costanti nelle manifestazioni di fate, nelle apparizioni della Vergine Maria o di qualsiasi dea di altre religioni, o di avvistamenti e contatti UFO. Tutti questi fenomeni, per quanto i fanatici di ognuno si aggrappino alla veridicità del proprio, sono in fondo la stessa cosa ed hanno un’unica provenienza.

Se consideriamo il solo campo religioso, vi troviamo gli stessi risultati, per quanto i contattati sublimino la loro esperienza. Qui i contatti si chiamano “visioni” , “apparizioni” o “estasi”, però la vita del mistico, psichicamente e fisiologicamente parlando, si trasforma in un inferno, che lui accetta con rassegnazione e anche con gioia, in cambio di una “illuminazione” che apporta alla sua mente e a tutto il suo essere sensazioni appaganti.

A sostegno di questa tesi, voglio riportare un esempio contemporaneo: Amparo Cuevas, la veggente di El Escorial, umile e onesta donna che sta avendo in questi giorni delle visioni che attraggono migliaia di devoti e curiosi da tutta la Spagna. E’ stata assalita e malmenata da sconosciuti esaltati, sanguina abbondantemente e frequentemente per il dolore che le causano le stigmate. I suoi messaggi, molto simili a quelli di altri veggenti, sono colmi di preoccupanti minacce e castighi immediati che non si avverano mai (tutti i contattati sono sempre stati profeti di sciagure) e, come al solito, la Vergine le ha ordinato di far erigere sul posto una cappella dove vengano a pregare i suoi devoti.

Perchè proprio Amparo e perchè in quel posto? Non possiamo dirlo con certezza, ma avanzare due ipotesi; la prima riguarda le onde cerebrali dell’Amparo stessa che, come quella di altri contattati o mistici, sono captate dal dio che appare loro con particolare facilità; la seconda è che in questo luogo o regione esista uno speciale magnetismo tellurico confacente alla manifestazione degli dei.

Se è importante l’aspetto negativo che il rapporto con gli dei ha a livello individuale, lo è ancora di più a livello generale e sociale.

La mia teoria è che l’umanità intera sia una specie di allevamento per gli dei, un allevamento in cui gli animali domestici e utilizzati siano gli uomini. Questa verità è durissima da accettare per la mente e la sensibilità umana. Per me fu addirittura uno shock quando, davanti alla ineluttabilità dei fatti, fui costretto ad ammetterla.

Da questo assioma generale e fondamentale scaturisce che gli dei non ci amano e non ci odiano; ci vedono e ci trattano più o meno come noi trattiamo gli animali.

Anche quando non li uccidiamo, non li maltrattiamo, non procuriamo loro sofferenza, ma li amiamo e li coccoliamo, nel nostro rapporto con essi cerchiamo principalmente di dare piacere a noi stessi e, in molte occasioni, tale piacere consiste nell’essere amorevoli con gli animali.

Gli dei ci usano. Per quanto duro possa sembrare il verbo usare, è quello più indicato per decrivere il motivo del loro interesse per noi.

A loro non interessano i nostri sentimenti, il nostro giudizio o le nostre reazioni al loro modo di comportarsi con noi (tranne nel caso si sia sviluppata una relazione particolare e individuale fra un dio e l’uomo). In generale, si può dire che gli dei, se conviene loro fare una determinata azione, pur sapendo di recarci grave danno, la faranno comunque. La loro moralità non si estende a noi; nella stessa misura in cui la nostra moralità non la estendiamo agli animali, nonostante che essi lottino per difendere la loro vita, così come lo facciamo noi per la nostra.

Tutta la storia umana è stata sottilmente guidata dagli dei in modo che noi facessimo esattamente ciò che conveniva loro. La razza umana ha visto ripetutamente frustrata la sua ascensione verso livelli di coscienza più alti, più evoluti, a causa degli interventi degli dei, interessati a che l’uomo non maturasse e continuasse a servirli senza averne alcuna consapevolezza. Per questo hanno usato tutti i trucchi e i falsi valori di patria, lingua, guerre e, soprattutto religioni e dogmi che hanno tenuto incatenato lo spirito umano per millenni.

Non si può negare che ci sia una similitudine fra quello che gli dei hanno fatto con noi, da un punto di vista culturale ed evolutivo con ciò che hanno fatto molti Paesi colonizzatori con le loro colonie. Anche quando le hanno aiutate a progredire, lo hanno fatto solo per i propri interessi; molto più spesso, invece, pianificavano premeditatamente il non sviluppo, l’arretratezza per non avere problemi di dominio e di sfruttamento e perchè i “nativi” continuassero ad obbedire infantilmente alle loro direttive.

E’ anche giusto evidenziare che il fenomeno della “illuminazione”, al quale sono soggetti ancora oggi molti esseri umani, riveste anche un grande aspetto positivo in quanto la mente dell’illuminato si espande enormemente, divenendo capace di comprendere e realizzare cose che prima gli erano impossibili. A volte, questo miglioramento repentino riguarda anche il corpo fisico, conferendo capacità sovraumane con le quali è in grado di convincere un grande numero di persone, realizzare imprese, fondare movimenti o istituzioni che, frequentemente, hanno cambiato il corso della storia.

I grandi avatar o fandatori di religioni, malgrado normalmente ci vengano presentati come esseri “divini”, “figli di Dio” o “inviati dal Cielo”, ecc:, in realtà sono esseri umani che gli dei hanno preparato per una straordinaria missione fra i loro fratelli, gli esseri umani. Li hanno dotati di facoltà psichiche e poteri sulla materia tali da apparire, agli occhi degli altri mortali, “dei autentici”

In tutte le religioni “la fede non si pensa, si sente, si ammette”, non ha un fondamento razionale, fluttua nel vuoto appoggiata unicamente sul sentimento.

Gli dei si sono incaricati, nel corso dei millenni, di renderci animali abitudinari, specialmente nei processi mentali. Pensare liberamente, nella maggioranza delle nostre società, è un autentico grave peccato, malvisto da tutte le autorità.

E’ vero che questi avatar, fondatori di religioni, danno all’inizio un impulso morale alla evoluzione dei popoli, ma sono come il girello per il bambino che, dapprima gli consente di muovere i primi passi e spostarsi senza cadere; poi però, se non gli viene tolto, non imparerà mai a reggersi e a camminare sulle sue gambine in modo naturale.

Le religioni per i popoli e i “poteri” per gli individui, in un primo tempo sono utili, ma poi a lungo andare, generano disastri.

In generale le religioni tendono, con i loro insegnamenti, a livellare l’umanità, predicando che siamo tutti figli dello stesso Padre e dandoci i due comandamenti della giustizia e dell’amore.

E’ innegabile che in tempi passati, tanto il Cristianesimo quanto le altre religioni, contribuirono con i loro principi a trasformare piccole comunità sparse in una grande società in cui la dignità umana veniva più rispettata e dove l’uomo, per la prima volta, si sentiva fratello anche di chi non apparteneva alla sua tribù.

La religione spiritualizza l’uomo, costantemente zavorrato dalla sua carne e dai suoi istinti animaleschi, ricordandogli la sua vocazione verso l’aldilà dopo la morte con minaccia di castighi per coloro che non hanno rispettato le sue leggi.

Per milioni di credenti la religione dà risposte tranquillizzanti rispetto allo spaventoso interrogativo della morte, oltre che forza e consolazione nei momenti di disgrazia e di dolore che tanto abbondano in questo mondo e per i quali l’intelligenza umana non ha ancora trovato una spiegazione convincente.

Stiamo parlando in maniera generica di tutte le religioni, mettendo in risalto ciò che tutte hanno di benefico per l’uomo anche se, probabilmente, ognuna rivendica la verità e l’esclusività del suo credo.

Fin qui abbiamo dato testimonianza a favore delle religioni; ora trattiamo i suoi aspetti negativi. Il primo è quello della istituzionalizzazione che, prima o poi, finisce con il costituirsi in “potere”, o in ausiliario del potere costituito che, nella storia, quasi sempre è stato oppressore.

Le religioni attuali, che pure iniziarono come principi moralizzatori di popoli, hanno finito con il trasformarsi in strumenti sociali e politici del potere, in mano a pochi che usano “la volontà di Dio” per fini totalmente alieni ai loro fondatori. Questo tradimento della volontà originaria di servizio all’umanità, divenuto dominio, è la causa della paralisi dello spirito e della mente dei fedeli.

Questa paralisi della mente, in persone poco dotate intellettualmente, degenera spesso nel nefasto fanatismo che tanto male ha arrecato all’umanità nel corso dei secoli. Il fanatico è un individuo che, convinto di possedere l’unica assoluta verità, rifiuta ogni ragionamento e usa qualsiasi mezzo, anche la violenza, per affermare la supremazia del suo dio.
Questo blocco del pensiero si estende a tutti gli ambiti della vita umana. I popoli molto religiosi, soprattutto quelli che adeguano fedelmente la loro vita a qualche “libro sacro”, hanno grandi freni alla loro evoluzione. I popoli islamici ne sono un chiaro esempio. La fede nella Bibbia ha paralizzato per 1700 lo sviluppo tecnico e sociale delle nazioni cristiane. All’inizio dell’ottocento, quando i liberi pensatori ruppero le catene con le quali la Bibbia teneva legate le menti del mondo occidentale, questo cominciò a svilupparsi rapidamente e avanzò più in cento anni di quanto non lo avesse fatto in diciotto secoli!

Le religioni inoltre dividono l’umanità in gruppi; uniscono quelli che professano la stessa fede, ma li separano da coloro che non la professano; non solo, ma nel seno della stessa religione, sono numerosissimi i casi di divisioni e di odi per la diversa interpretazione dello stesso precetto o comandamento. La storia è piena di guerre di religione e ancora oggi, basta dare un’occhiata a qualunque quotidiano per averne la conferma.

Scrive Bertrand Russel nel suo libro: “Perchè non sono cristiano”:

“… Quanto più intensa è stata la religione in qualche periodo e più profonda la credenza dogmatica, tanto maggiore è stata la crudeltà e peggiori le repressioni. Nelle cosiddette “Età della fede”, quando gli uomini credevano veramente nella religione cristiana in tutta la sua integrità, nacque l’Inquisizione con tutte le sue torture; molte sfortunate donne furono bruciate, accusate di essere streghe, oltre a moltissime crudeltà praticate in nome della religione…”

Alcuni falsi principi religiosi innaturali e traumatizzanti, inventati da fanatici o psicopatici costituiti in autorità e inculcati nell’anima infantile dei credenti, sono stati la causa occulta di molte nevrosi, sfociate in conflitti interiori, infelicità e dolore.

Le religioni hanno paura o, perlomeno, diffidano del piacere. La rinuncia al piacere è un’idea fissa del Cristianesimo e un luogo comune per coloro che vogliono perfezionare lo spirito. Lo stesso possiamo dire delle altre grandi religioni, come se in questo, fosse racchiusa un’energia segreta per un’altra vita.

Troppe parole hanno speso gli indottrinatori di tutte le religioni per spiegarci il mistero del dolore nel mondo e male hanno risposto a questo grande interrogativo. Non ci è stato detto che il dolore di Cristo sulla croce è stato necessario per la nostra redenzione? Allora, perchè aggiungere il dolore di questa povera formica umana che, contro la sua volontà, dopo una breve esistenza tornerà alla terra?

Molte cose che i moralisti definiscono “leggi naturali”, potrebbero, a ragion veduta, essere definite “innaturali”, alcune delle quali vanno proprio contro natura; ma siccome si trovano nei “libri sacri” o le autorità religiose dicono di dedurle da essi, ce le impongono anche se sono molto negative per l’umanità.

Uno fra gli esempi di questi principi morali sbagliati è la triste e nefasta decisione di Paolo VI, secondo lui basata sul testo biblico, di proibire la pillola anticoncezionale o qualsiasi altro mezzo di controllo delle nascite, minando in vari modi la vita familiare e creando, a livello sociale, problemi enormi.

Lo stesso si può dire del divorzio che, purtroppo, è un male necessario in una società complessa e anche superficiale. Molte brave persone, influenzate da “dottrine sacre” e delle autorità ecclesiastiche, attaccano indiscriminatamente l’aborto come atto contro natura, sostenendo di fare la “volontà di Dio”; eppure la Natura è più saggia e più drastica; avendo più attenzione per la specie che per l’individuo, sacrifica migliaia, milioni di creature viventi sull’altare di un ordine naturale stabilito.

La storia umana, vista spassionatamente, è un enorme mucchio di spropositi, spesso mostruosi, commessi incredibilmente dall’animale “più intelligente” del pianeta.
Per millenni siamo stati impegnati a difendere principi, cause, tradizioni che non hanno aiutato per niente lo sviluppo della razza umana. Ci hanno tenuti occupati a costruire templi, ad essere fedeli alle più svariate religioni, ad elaborare complicatissimi sistemi teologici, sfruttando tutte le nostre energie, invece di pensare a come combattere la fame, una piaga purtroppo ancora attuale; a guadagnarci la “vita eterna”, soffrendo in questa con penitenze, privazioni, rinunce e devozioni; ci hanno tenuto occupati ad ucciderci a vicenda in difesa della patria o della religione; ci hanno ridotto a dei complessati con la credenza che questo mondo è una valle di lacrime e solo un passaggio per un altro. Le lingue, le patrie, le religioni, le guerre sono stati i mezzi dei quali gli dei si sono avvalsi per ingannarci, dividerci e lottare senza sosta, in modo che non ci capissimo e non unissimo i nostri sforzi fisici e mentali per intraprendere il cammino di una evoluzione veramente umana.

Ciò che ci necessità è la possibilità di sviluppare una moralità umana, ovvero dei principi morali adatti alle nostre necessità e che ci portino ad essere più responsabili, più evoluti, meno disumanizzati e più in armonia con noi stessi; dobbiamo trovare le nostre strade di maturazione autonoma per l’uomo nuovo del futuro.

Ci dobbiamo difendere dagli dei perchè non ci lasciano essere uomini liberi e razionali e la prova sta nell’orrenda storia umana, vogliono che continuiamo ad essere loro schiavi incoscienti e sottomessi perchè ci temono come rivali nel dominio del pianeta.

Non dimentichiamo la scena biblica e mitologica del Paradiso terrestre, tenuto conto che i miti sono spesso la storia distorta dell’intervento degli dei nella vita dei popoli antichi: “Non voglio che mangiate dall’albero della Sapienza perchè, se mangerete, sarete come dei”. Non rendendosi conto di questo, l’umanità continuerà ad essere una umanità bambina.

Questa conoscenza e questa ribellione sono lo sradicamento della vecchia teologia , quella degli dei, che cercava Dio per adorarlo ad accattivarselo e che è risultata essere ingannevole e dannosa per gli esseri umani. La nuova teologia, che studia gli dei per smascherarli, è quella vera. Con questa nuova teologia l’uomo occuperà il posto che gli spetta nell’Universo e smetterà di considerarsi un povero schiavo peccatore, esiliato in questa valle di lacrime che, disperatamente, cerca qualcuno che lo redima e lo salvi da una eterna condanna.

Come dobbiamo difenderci dagli dei?

Se certi dei decidono di interferire nella vita di un uomo, l’uomo non avrà praticamente nessun mezzo per impedirlo e sarà alla mercè del dio e di ciò che vorrà fare di lui.
Tutte le religioni hanno cercato di sublimare questo fatalismo, o di spiegarlo in mille modi, ma non sono state capaci di evitarlo perchè gli dei che invocano, per quanto si presentino come “padri” o “benefattori”, sono esattamente gli stessi che lo provocano e sono sempre loro che, di volta in volta, ci mandano qualche “salvatore” che ci fa tirare avanti, perpetuamente, la nostra condizione di sottomissione senza vie d’uscita.

Gli dei, a malapena, s’interessano della vita privata degli uomini e rare volte interferiscono con qualcuno in particolare.

S’interessano molto dell’umanità considerata come un tutto, o perlomeno, in grandi gruppi sociali omogenei, ma s’interessano poco ai singoli individui, se non a quelli che possono esercitare una notevole influenza su molta gente. Come ho già detto tante volte, il miglior modo di studiare, in modo panoramico, il rapporto degli dei con gli uomini è comparandolo con quello che abbiamo noi con gli animali. Infatti non è che, in generale come umanità, ci preoccupiamo tanto di un singolo maiale o di una singola mucca, bensì operiamo per migliorarne la razza affinchè ci dia il miglior rendimento.

In ogni caso, dobbiamo sempre avere presente che noi qui nella materia terrestre siamo nel nostro elemento naturale, loro no, per cui non è automatica e assoluta la loro interferenza nella vita individuale ed è bene conoscere e seguire le regole con le quali ci è possibile impedire la loro “invasione” psichica manipolatoria inconsapevolmente.

Non dobbiamo trascendere i limiti del nostro ambiente umano; in altre parole, non dobbiamo cercare di entrare nel loro territorio con trance di qualunque tipo, in luoghi particolari, con la mente caricata con riti magici e religiosi (non dimentichiamo che la magia è l’altra faccia della religione), o non sottoporsi alle radiazioni anomale di certi predicatori; ecc.

Non consegnare mai la propria mente nelle mani di altri. La mente deve essere sempre libera e disponibile al servizio dell’essere umano Il fatto di “non consegnare la mente” ha una enorme importanza in questi tempi nei quali le grandi masse urbane e le società in generale sono plagiati come greggi dagli onnipotenti mezzi di comunicazione di massa come radio e televisione, maneggiati astutamente dai professionisti della manipolazione mentale.

Si deve tenere sempre la mente in stato di allerta e non consegnarla mai né ai leaders religiosi, né ai leaders politici, né agli idoli dello sport e dello spettacolo, né ai grandi medici e, meno che mai, a spiriti o esseri sovraumani. Tutti possono sbagliare e tutti, ad un derminato momento anche se non volontariamente, possono agire nel loro interesse approfittando della nostra credulità. La mente di ogni individuo, o meglio la coscienza, deve essere sempre l’ultimo giudice delle proprie azioni; consegnarla ad un altro o seguire ciecamente ciò che ci dice, è un suicidio mentale che si oppone diametralmente al grande comandamento dell’evoluzione che è una legge fondamentale del Cosmo.

Non invocare nessuno. Non evocare nessuno per adorarlo. Non prostrarti davanti a nessun dio-persona o dio-cosa per rendergli culto o celebrare riti

Il vero Dio dell’Universo, la Suprema Intelligenza, totalmente inconoscibile nella sua interezza dalla mente umana, non esige che le sue creature gli rendano costantemente adorazione; continua nella sua interminabile impresa di creare, compiacendosi nel veder evolvere le sue creature secondo la loro natura, senza l’obbligo che si rivolgano continuamente a Lui per ringraziarlo o per supplicarlo di non essere condannate ad un castigo eterno.

La migliore adorazione che possiamo rendere al vero Dio è l’uso corretto delle creature della natura, cosa che nel Cristianesimo, è stata disprezzata poichè secondo il punto di vista dei dottrinari cristiani, l’abuso non riguarda la religione. Il rispetto della vita, comunque questa si manifesti è, in alcune religioni orientali, uno dei comandamenti fondamentali. Nel Cristianesimo questo rispetto si applica solo alla vita umana, nel caso dell’aborto in particolare, salvo la eliminazione fisica di tutti i vivi che, nel corso dei secoli, sono stati considerati nemici, scismatici e eretici.

Quando s’invoca qualcuno si sta propiziando la sua presenza; da un lato lo si risveglia e, in molti casi, è l’energia mentale degli invocatori stessi che fortifica intensamente la sua capacità di manifestarsi; dall’altro lato, però, si debilita la propria psiche, diminuendo la resistenza alle influenze esterne e condizionandola a ricevere supinamente il “messaggio” dell’entità divina.

Quando dico “non invocare”, “non prostrarti in adorazione” non sto in nessun modo propugnando l’ateismo; sto solo solo cercando di elevare l’uomo ad un livello di maturità spirituale.

L’uomo cerca ed ha sempre cercato la Causa Suprema, il vero DIO e le diverse religioni gli hanno propinato una immagine distorta di questo Dio, personalizzata in qualche essere che beneficiava delle invocazioni dei mortali, approfittando dell’energia che riceveva da loro per manifestarsi ed agire nella nostra dimensione.

Un esempio della pericolosità di queste invocazioni generiche consiste nel gioco, apparentemente leggero o ameno, del tabellone (?), in cui si invitano a manifestarsi entità sconosciute. Come si è già detto, vi sono fra loro molte più differenze che fra gli esseri umani e, in queste invocazioni, è molto probabile che le più evolute non rispondano perchè non sono interessate; mentre le meno evolute o le meno intelligenti si presentino, magari per curiosità nei nostri confronti o per gioco, esponendo gli invocanti a qualsiasi interferenza.

Il mero fatto dell’invocazione è ciò che dà loro animo ed energia fisica per manifestarsi cioè fare il salto della barriera che li divide dal nostro mondo con conseguenze per gli umani spesso assai negative.

Le difficoltà che questi esseri meno evoluti incontrano nel “saltare” nella nostra dimensione, le incontriamo anche noi e, probabilmente anche maggiori, quando saltiamo nella loro, aiutandoci con particolari esercizi mentali e fisici o con l’assunzione di droghe.

Per ultimo, diciamo anche che colui che invoca si presta ad essere “infestato”, come si dice in certi ambienti di iniziati; cioè il dio può installarsi in modo continuativo nella mente e nella psiche di quel soggetto, attingendo energia, prana come e quando vuole senza più bisogno di essere evocato. In questi casi, che sono molto più frequenti di quello che si crede, la persona cade vittima di debolezze e infermità più o meno gravi, contro le quali potranno fare poco sia lei stessa che i medici

Dai miei studi ho appreso che tutti i mistici del Cristianesimo hanno sofferto di queste infermità; i loro biografi e le loro autobiografie ci dicono chiaramente che “il Signore li fa soffrire per il perfezionamento e la salvezza di altre anime”, secondo la teologia ascetica. Un mistico in estasi (di qualsiasi religione), con la sofferenza e la felicità riflesse simultaneamente sul suo viso, sono il momento culminante della relazione fra un dio minore e un mortale; il dio tormenta l’essere umano che gli si è consegnato e gli offre con piacere il suo dolore. In cambio, il dio gli fornuisce una specie di orgasmo psichico perchè il mistico non si scoraggi ed il suo cervello continui ad emettere le vibrazioni che tanto gli aggradano.

Non offrire il tuo dolore; non offrirti di soffrire; rifiuta il dolore per il dolore e non cercarlo mai; ribellati contro il “sacro” masochismo.

Perchè in tutte le religioni il dolore, la rinuncia e il sacrificio giocano un ruolo così importante? Perchè, secondo i leaders religiosi di tutti i tempi, noi uomini dobbiamo sacrificarci per i diversi dei in cui crediamo e dobbiamo sacrificare anche gli animali?
L’unica spiegazione al mistero del dolore è che il Vero DIO non vuole il dolore umano, gli dei lo vogliono perchè ne traggono beneficio.

Purtroppo gli uomini confondono gli dei con la Suprema Energia Universale e si sentono obbligati al tributo della immolazione della vita.

Parafrasando la frase di Cristo: “Dovunque ci sono cadaveri, lì si riuniscono gli avvoltoi”, possiamo dire: “Dovunque c’è del dolore umano, lì transitano gli dei”. Gli abituali avvistamenti di UFO nelle grandi catastrofi, frequenti dopo i terremoti e nelle guerre (in quella recente delle Malvine ci fu una grande attività ufologica o i misteriori Foo fighters della guerra di Corea) sono fatti che dovrebbero farci riflettere, compresi gli ufologi “miopi” che o non li conoscono, o preferiscono non tenerne conto perchè contraddicono la loro teoria sulla bontà dei nostri visitatori. Si trovano lì in quel preciso momento perchè o sono gli autori dell’accadimento, anche se molte volte lo fanno apparire come naturale; o sono accorsi velocemente, dopo qualche cataclisma veramente naturale, per trarne in qualche modo i loro benefici.

Prescindere da dogmi e riti; mettere da parte le credenze tradizionali che hanno a che vedere con l’aldilà e con il modo di concepire questa vita

Finchè gli esseri umani rimarranno ancorati ai comandamenti-capriccio dei diversi dei, nei quali attualmente credono, e finchè continueranno a pensare che questi comandamenti sono superiori alla ragione e al buon senso, saranno sempre la loro facile preda. A forza di ammettere, generazione dopo generazione, come “volontà di Dio”, aberrazioni che vanno contro il normale buon senso e contro i più elementari giudizi della ragione, l’umanità è arrivata ad accettare e a fare propri dogmi ed enunciazioni assurdi. Finchè l’uomo non libererà la sua mente da queste assurdità, sarà incapace di evolvere ed occupare su questo pianeta e nel Cosmo il posto che gli spetta come essere razionale.

Eliminare il trauma: Liberare l’anima da tutte le paure, le angustie e le deformazioni che le erronee credenze religiose (in ultima analisi, gli dei) ci hanno inculcato nel corso dei secoli e nel corso della nostra vita

Le nostre menti sono inferme e la capacità di pensare obiettivamente è seriamente compromessa in tutta la razza umana in modo ereditario e questo è dovuto al fatto che, nell’infanzia di tutte le razze, gli dei ci spaventarono e ci inculcarono il complesso del non poter fare, del non saper fare, di non avere valore, sicchè avevamo bisogno di loro e dovevamo mettere la nostra vita al loro servizio.

In conseguenza di ciò, l’umanità ha sprecato, nel corso dei secoli, gran parte delle proprie energie a “servire Dio”, piuttosto che a migliorare se stessa e il pianeta, avendo vissuto una storia disastrosa e orrenda.

Le nostre menti sono veramente malate, tanto è vero che non riusciamo a metterci d’accordo e vivere in pace e giustizia per tutti e a tutti i livelli; anzi, sembra che sia in aumento una programmazione genetica che ci obbliga a guerreggiare e a vivere in perpetua discordia. E’ più che mai necessario ed urgente che le sottomettiamo ad un processo di catarsi profonda. Questa pulizia deve iniziare da tutti i falsi assiomi che, probabilmente, sono inseriti in noi ancor prima della nascita e che ci tolgono la capacità di pensieri e scelte consapevoli che possono guidarci alla tappa evolutiva di superuomini.

Istituire un nuovo ordine di valori. Organizzare nuove priorità nella nostra vita, non per esaudire i desideri di qualsivoglia dio, bensì per le necessità del genere umano
Il risveglio della coscienza umana comporta una maturità grazie alla quale ci sentiamo capaci di assumere le nostre responsabilità, senza dover sempre dipendere dai “rappresentanti di Dio”

La sacralità, con cui le autorità religiose hanno rivestito molte cose e atti della vita umana, verrà meno quando gli uomini comprenderanno quale sia la sua vera funzione e se la scrolleranno dalle spalle.

L’unica cosa sacra della Terra è la Vita stessa e la sua retta evoluzione per gli esseri umani e per tutte le altre creature del pianeta, essendo l’unica volontà del Vero DIO, la grande Intelligenza che regge il Cosmo.

Dobbiamo cambiare radicalmente la nostra idea di Dio

Questo è importantissimo ed è la conclusione di tutta la trasformazione che l’umanità deve conseguire nei prossimi decenni. La mera parola “Dio” costituisce un vero problema per la teologia e i teologi più esperti, seppure rari, che ne stanno prendendo atto. Dobbiamo tenere presente che tutte le idee e i concetti religiosi sono opera dell’uomo e non di Dio e, come è naturale, l’uomo mescola e rispecchia nelle idee religiose la sua ignoranza, i suoi insuccessi e i suoi limiti, il cui sintomo primario è proprio la definizione di “Dio”
Io credo che ci sia un DIO, l’Essenza del Cosmo, che non ha niente a che vedere con il dio ebraico-cristiano e di altre religioni.

Albert Einstein si esprime così sull’argomento: “In un certo senso mi considero un uomo profondamente religioso; però mi risulta impossibile immaginare un Dio che ricompensi o castighi le sue stesse creature o che, in altre parole, abbia una volontà simile alla nostra” da: ” La mia visione del mondo”

In altra parte dice: “Nessuno nega che il credere in un Dio personale, onnipotente, giusto e benefico procuri piacere all’uomo; inoltre, grazie alla sua semplicità, questa idea è acquisibile dalle menti meno sviluppate. D’altro lato, questa idea di Dio ha molti punti deboli… L’origine principale dei conflitti attuali fra la religione e la scienza provengono dall’idea di un Dio personale…” da : “Idee e opinioni”

Einstein parla ripetutamente dell’argomento che definisce “religiosità cosmica”, difficile da comprendere perchè da essa non scaturisce un concetto antropomorfico di Dio. “… E’ uno stadio dell’esperienza religiosa che riescono a superare solo certe società e certi individui particolarmente dotati” da: “La mia visione del futuro”.

Il dio vendicatore, il dio iracondo, il dio che s’incapriccia di un popolo e maltratta gli altri, il dio che lascia morire di fame milioni di persone, il dio nel cui nome si facevano guerre, si conquistavano imperi e continenti, il dio la cui fede era imposta con la spada e difesa con il rogo, il dio che godeva della pompa magna dei suoi rappresentanti, il dio che “ispirava” i suoi profeti a maledire e a lanciare anatemi su chi la pensava diversamente, il dio che ci impone la croce e la sofferenza come unici mezzi per arrivare a lui, il dio che castiga questa povera ombra chiamata uomo, questo dio è una minaccia per l’umanità, non ha alcuna spiegazione logica, solo un insulto alla intelligenza umana; questo è un dio che sta morendo nell’attualità e nella coscienza dell’uomo.

La mente dell’uomo d’oggi sta facendo un enorme sforzo per concepire una immagine di Dio che sia attinente alla realtà cosmica, una idea nella quale Dio non sia tanto umanizzato e tanto distorto.

Dio pulsa nell’Universo che ci circonda ed è troppo grande per essere recepito dalla nostra mente; tuttavia dobbiamo concepirlo in noi stessi come Onnipotenza, Ordine, Grandiosità, Luce, Bellezza e Amore: noi siamo suoi figli e partecipiamo alla Sua Divinità.

Sarete come dei

Questa famosa frase biblica, che ci fu sempre presentata come una menzogna con la quale Satana, nell’Eden, tentò di ingannare l’uomo, alla luce di questo nuovo modo di vedere le cose, risulta essere una grande verità e una indicazione da seguire se l’umanità vorrà superare il pericoloso stato in cui si trova attualmente.

La teologia cristiana classica ci dice che Lucifero si ribellò contro Yahvé e fu sconfitto; pieno di rabbia nei confronti del vincitore, con questa frase suggerì alla prima coppia umana di trasgredire l’ordine di Dio di non mangiare i frutti “dell’albero del bene e del male”, dicendo loro “se ne mangerete, diverrete come lui”

Questa frase è la preziosa confidenza che un falso dio, Lucifero, ci fece per vendicarsi di un altro falso dio, Yahvé, che lo aveva vinto dopo una fiera battaglia la cui vittoria avrebbe avuto come premio il dominio sulla razza umana.

In verità, l’osservanza coatta dei comandi ha bloccato la nostra evoluzione, ci ha tenuti schiavi, privi di consapevolezza.

Le lotte di supremazia fra gli dei si sono concretizzate sulla Terra nella spaventosa storia dell’umanità, piena di guerre e sangue fra gli esseri umani di tutti i tempi, camuffate da comandamenti religiosi impartiti ai vari popoli. Quelli che hanno comandamenti diversi si combattono per distruggere “l’infedele” o il “pagano”; quelli che li hanno uguali lo fanno per combattere “l’eretico”. E quando non bastano i motivi religiosi, entrano in campo tutte le altre strategie che abbiamo visto nelle pagine precedenti.

La triste verità è che noi uomini, invece di evolvere secondo una linea autenticamente umana, nella quale a poco a poco avremmo perfezionato la nostra natura e le nostre capacità corporali e spirituali, abbiamo passato i secoli a servire i nostri rispettivi dei, spendendo in loro onore il meglio della nostra ricchezza e della nostra energia fisica; impiegando nell’adorazione e nell’esaudimento dei loro desideri, il meglio delle nostre capacità intellettuali e spirituali.

Ogni volta che entriamo in una delle nostre meravigliose cattedrali, dovremmo tenere presente che simili montagne di pietra, lavorata con arte e maestra, che oggi ci stupiscono, hanno richiesto un enorme impegno fisico ed economico totalmente sproporzionato alle condizioni di vita degli uomini che le hanno realizzate. In quell’epoca, la fame e le pestilenze dimezzavano le popolazioni europee; però la mente umana, accecata dal fanatismo religioso, invece di dedicarsi a vincere queste piaghe sociali, dedicava tutte le sue energie a “fare una casa degna a Dio”… come se l’autore della volta celeste necessitasse di una casa!

Per questo è giunta l’ora di svegliarci. Capisco che le idee che sto propugnando sono molto difficili da accettare e condividere in quanto vanno contro il modo di pensare che è profondamente radicato nel nostro essere. Ogni uomo è aggrappato alle sue credenze, alle sue tradizioni, alla sua cultura, alla sua razza, alla sua patria, alla sua lingua, senza rendersi conto che queste cose “importantissime” sono le stesse che, in realtà, dividono l’umanità e le impediscono di essere felice.

Pochissimi, nella generalità, sono disposti a prescindere da questi “valori” perciò il farlo viene giudicato un tradimento dei “principi etici fondamentali”. Questo è l’inganno magistrale in cui ci hanno fatto cadere gli dei: farci credere che ciò che ci distrugge è “sacro” e intoccabile, così che non c’è molta speranza che queste idee siano accolte dalla maggioranza dell’umanità in tempi brevi.

Ciononostante, in tutto il mondo stanno aumentando le persone in cui queste idee fanno presa; si può dire che le nuove generazioni vengono, in un certo modo, predisposte ad accogliere queste nuove forme di pensiero e a lasciarsi alle spalle buona parte delle sacre tradizioni ereditate.

Il giorno in cui tutti i giovani del mondo rifiuteranno di arruolarsi negli eserciti per uccidere fratelli umani, ai politicanti paranoici e ai generali patriottici sarà molto difficile organizzare questo gioco mortale che ha afflitto finora l’umanità.

Stiamo iniziando la prima tappa che consiste nello svegliarci da un sonno secolare e non dobbiamo stupirci se ci sia una grande resistenza, soprattutto dei politici con interessi consolidati. Quando ci si sveglia da un lungo e profondo sonno, s’impiega del tempo a rendersi conto della realtà circostante; ma, dopo averlo fatto, saremo in grado di pianificare la nostra evoluzione su una linea completamente umana, ponendoci come meta il nostro perfezionamento fisico, psicologico e spirituale di modo che, in un futuro non troppo lontano, conseguiremo il rango a cui siamo destinati nella posizione della nostra scala cosmica. Perchè l’uomo ha dentro di sè un seme che deve far germogliare per continuare la sua ascensione verso il posto che gli spetta nell’Universo, libero dalla schiavitù a cui lo hanno sottomesso altri esseri “superiori”.

Evolviamo razionalmente senza paura.

Dobbiamo evolvere intellettualmente, ampliando ogni giorno le nostre conoscenze per poter comprendere meglio il nostro mondo e l’universo che lo circonda; moralmente, migliorandoci ogni giorno, essendo più rispettosi dei diritti di tutti e del retto ordine della Natura; cooperatori della giustizia e del bene per tutta l’umanità; esteticamente, cambiando i nostri gusti primitivi e materialisti con altri degni di menti più evolute. Non solo si deve amare la Bellezza, ma si deve anche cercare di crearla, ognuno secondo le proprie forze e la si deve godere. Infatti, questo mondo è un gradino dell’infinito ascendere di tutto l’Universo, dal meno perfetto al più perfetto; abbelliamo pertanto il nostro mondo e la nostra vita, godiamone come rendimento di grazie alla grande Intelligenza dell’Universo.

FREIXEIDO E LA SUA VISIONE DELLE COSEultima modifica: 2014-04-18T13:43:26+02:00da mikeplato
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