LA RESA EBRAICA

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Tratto dal Forum Consulenza ebraica. Il post è di Abraham, di sangue ebraico, è un ebreo-ebraista di Consulenza Ebraica molto in vista anche negli ambienti esegetici israeliani.
LA BIBBIA NON E’, SECONDO LUI, NE’ UN TESTO RELIGIOSO, NE’ UN TESTO SACRO. SE NE DEDUCE CHE PER AVRAHAM LA BIBBIA è un LIBRO DI STORIA, AL MASSIMO UN LIBRO DI MITI DI ORIGINI DIVERSE. IL CHE SIGNIFICA CHE C’è CONVERGENZA FRA MAURO BIGLINO E MOLTI EBREI. QUESTO ACCADE QUANDO UN POPOLO COME QUELLO EBRAICO NON ABBIA MAI AVUTO CHIAVI PER ENTRARE IN QUEL TESTO. VOLPE CHE NON PUO’ GIUNGERE AL LARDO, DICE CHE PUZZA. IN OGNI CASO L’ATTACCO AL TESTO BIBLICO PROCEDE. SCRIVERE: “oggi il testo base della religione ebraica è lo Shulchan Aruch”…è la cosa più assurda che abbia mai letto. Quindi per gli ebrei non c’è trasmutazoine, non c’è divino nell’uomo, non c’è un fine superiore,non c’è un oltre, non c’è eternità. In questo, Biglino ed ebrei di questa pasta convergono. Infatti Avraham dice:

“Sto leggendo ancora i libri di Mauro Biglino, forse, se saranno graditi, seguiranno altri commenti. Basta però che non vengano liquidati con frasi colme di vittimismo, tipo: ” Biglino è attaccato perché mette in crisi la fede”. Gli ebrei non hanno il problema della crisi della fede, né gli ebrei religiosi, né i non religiosi e… come dice lo stesso Biglino: molte cose che egli scrive le scrivono anche i rabbini”.

La Bibbia non è un testo religioso, né un libro di religione e nemmeno un testo sacro.C’è una sostanziale differenza fra il testo ebraico della Bibbia ed il testo delle traduzioni della Bibbia. E’ quest’ultimo che è un testo sacro. La Bibbia Ebraica è’ un insieme di libri di vario genere scritti nell’arco di circa 1000 anni, che costituiscono la letteratura laica di un popolo, il popolo ebraico. La religione ebraica non deriva dalla Bibbia, ma da altri testi e dalla tradizione. Le religioni della cristianità derivano invece dal testo delle traduzioni della Bibbia interpretato in tal modo che si discosta sostanzialmente dal testo ebraico originale e dalla mentalità ebraica. Un testo religioso è un testo che tratta argomenti religiosi. Un testo sacro invece è un testo di riferimento di una religione. La religione, per definizione, è una raccolta di regole religiose e riti che vengono sottoposti all’osservanza di una comunità e spesso queste regole derivano dall’interpretazione corretta o meno di un testo sacro. Abbiamo sopratutto la definizione della Divinità e spiegazioni di carattere teologico. (Di questo genere fa parte il Nuovo Testamento, che per i cristiani è parte integrante della Bibbia). La Bibbia non ha tali caratteristiche. Non ci sono definizioni di D-o. Egli rimane indefinibile. Le regole religiose ed i riti della religione ebraica non fanno affatto riferimento alla Bibbia, ma, come detto, ad altri testi. La questione è molto più complessa di quanto si pensi per definire tali testi. Tuttavia, possiamo affermare, seppure con molta approssimazione, che oggi il testo base della religione ebraica è lo Shulchan Aruch. Approssimativamente perché da questo derivano norme religiose e norme che sono prettamente giuridiche e che non hanno nulla di religioso. Nella raccolta di libri che costituiscono la Bibbia Ebraica vi fanno parte composizioni del tutto laiche, fra questi il Cantico, Kohelet, Mishlè e vari scritti e meghillot. La Bibbia Ebraica contiene la storia laica del popolo ebraico espressa da vari punti di vista. Principalmente abbiamo il punto di vista del regno di Giudea e quello del regno di Israel. Il punto di vista dei profeti e quello degli scritti. Il pentateuco contiene la Toràh che non è una raccolta di regole religiose. Questo è il punto focale. La Toràh è la guida morale e la legislazione di una Nazione, di un intero popolo e non di una comunità religiosa. I re di Israel avevano l’obbligo di tenerne una copia e di impararla a memoria a forma di ripetizione per divenire esperti di diritto.
Altrove scrive…..La Bibbia contiene molti segreti e ciò è noto da millenni agli ebrei attraverso i testi della tradizione orale. Alcune delle cose spiegate da Mauro Biglino sono comuni agli ebrei, ma risultano totalmente estranee e sorprendenti ad un pubblico non ebraico abituato a leggere la Bibbia dalle traduzioni. Per esempio il termine ebraico “mal’ach” tradotto in italiano con “angelo” ha spesso come soggetto gli essere umani comuni. Sono relativamente pochi i casi in cui il termine “mal’ach” indica apparizioni fuori dal comune. Questo per l’ebreo che legge la Bibbia in ebraico è assolutamente normale. Gli angeli, nell’ebraismo sono anche le azioni divine, che possono essere portate a termine attraverso vari mezzi, fra cui: comuni cittadini, profeti, microorganismi e cose materiali e queste stesse cose sono dette “mala’achim” ovvero “coloro che svolgono un compito”. Che la Bibbia parli di ingegneria genetica è noto da sempre agli ebrei attraverso il Talmud, ma gli autori del Talmud non attribuirono mai tali conoscenze scientifiche avanzate ad esseri provenienti da altri mondi, come appunto vuole la linea interpretativa di Mauro Biglino. L’ingegneria genetica altro non fu che l’eredità degli umani che vissero prima del diluvio universale narrato nella Bibbia (racconto presente in altre forme in varie altre tradizioni distanti nel tempo e nello spazio). In 1656 anni, la durata dell’era prediluviana si raggiunse un livello scientifico clamoroso, in parte derivante dal fatto che i prediluviani sapevano sfruttare pienamente la memoria e le altre parti del cervello con tutte le specialità cui esso è dotato. In parte perché avevano una vita longeva, conseguenza del tipo di atmosfera diverso che vi era prima del diluvio la quale rallentava notevolmente l’invecchiamento.Nel Talmud non è narrata la favola degli angeli caduti; questi, come testimoniato da vari scritti ebraici antichi, altro non sono che i governanti di quel mondo, detti “shoftim” = “giudici”. Nella Bibbia i cosiddetti “figli di D-o”, che in ebraico l’originale ha: “benè haelohim”, altro non sono che la categoria della classe dirigente. Gli “elohim”, come vuole l’etimologia di questo termine, altro non sono che i “giudici”. Il termine “ben”, in ebraico spesso designa appartenenza oltre che figliolanza. Pertanto i benè haelohim sono coloro che appartengono alla classe degli elohim ovvero dei giudici umani, assolutamente umani.

Su varie cose Mauro ha ragione: la Bibbia, come egli afferma, non è un libro di religione; ma questo discorso, come d’altronde anche altre cose simili che afferma, non riguardano certamentegli ebrei e l’Ebraismo, né la religione ebraica perché questa è quasi sconosciuta e proibisce severamente il proselitismo. Dunque, dato che non ha mai avuto una volontà di divulgazione, i suoi contenuti rimangono ignoti ai più. L’errore di Mauro, sta nello strumentalizzare alcuni termini biblici per costruirvi, su questi pochi, tutte le sue “teorie”. Altri termini sono stati trattati correttamente da Mauro, altri sono stati di proposito amplificati ed adattati ad un contesto assolutamente inesistente nella Bibbia, altri ancora attribuendogli significati totalmente inventati, se non lui direttamente, attraverso la letteratura che usa da supporto.

Gli ingegneri genetici erano i “refaim” vocalizabile altrimenti con “rofim”=medici, e non gli “elohim”. Questi c’entrano in parte, nell’era prediluviana per l’appoggio a questi concesso come rappresentanti del potere.
Y-H-W-H non è, come dice Mauro, il governatore di una parte del territorio; ma Egli è “konè shammaim waArez” = padrone del Cielo e della Terra, ovvero della totalità dell’Universo.

Non si può fare affidamento a quattro pezzi di coccio per interpretare una letteratura così ricca come la Bibbia. Per questa ci vuole conoscere bene la tradizione orale ebraica che ci istruisce su come venivano letti ed interpretati nell’antichità i termini biblici che oggi altrimenti ci risulterebbero assoluti arcani e ciò comunque rimangono realmente per chiunque l’ignora. Mauro Biglino non fa alcun cenno a questa assolutamente indispensabile letteratura da cui noi ebrei abbiamo imparato il linguaggio per leggere la Bibbia.

Inoltre Mauro commette un comune errore grossolano: Il termine ebraico “Elohim” è nella sua forma più frequente al singolare, un tipo di singolare caratteristico delle lingue semitiche, e non, come egli dice, un plurale riferito ad una classe di extraterrestri. Nella Bibbia sono comuni termine il cui numero singolare è assolutamente indiscusso, come ad esempio “be’alim” e “adonim” ed anche nella forma femminile come per esempio la “behemot” del libro di Giobbe, che è una bestia al singolare e non una classe di bestie. Affermare che “Elohim” sia un plurale anche quando è chiara la forma grammaticale delle parole che lo circondano è ormai un luogo comune. Come anche affermare che Elohim è plurale di El. I due termini derivano da radici assolutamente diverse. Elohim ha il suo singolare che è “eloah”(he finale con mappik), mentre il plurale di “el” è “elim”, termine quest’ultimo che mai è usato per designare il D-o degli ebrei (anche se non sarebbe nemmeno scorretto etimologicamente). I kerubini, è noto agli ebrei attraverso il Talmud, che sono degli oggetti meccanici, una specie di robot che servivano a proteggere l’arca, ovvero la cassaforte che conteneva cose preziosissime e nel frattempo pericolosissime. Questo era un congegno di protezione ad alta tecnologia sicuramente più efficiente dei sistemi oggi usato nelle banche moderne. Ma come detto, l’alta tecnologia, secondo la tradizione ebraica proveniva dalla precedente era prediluviana e non dagli extraterrestri.
Il capitolo sul “satan” Mauro Biglino lo ha egregiamente trattato e su ciò gli faccio i miei migliori complimenti. Non fa una piega; mancano però le citazioni ebraiche ad alto livello.

Leggete bene i libri di Mauro, imparerete tante cose, egli mostra una verità ancora allo stato embrionale anche se piena di errori, poi vedrete che con il vostro impegno ed approfondimento arriverete a comprendere che quell’ “extraterrestre” che vi ha creati è il Solo Creatore dei mondi terrestri ed extraterrestri. Che la Bibbia contiene un’alta moralità è indubbio per gli ebrei di tutti i tempi. Anche se generalmente gli ebrei non hanno voglia di spiegarsi su questi temi, sono convinto troverete la spiegazione a quegli interrogativi comuni, che non si risolvono certo con l’uso di una traduzione.

Sto leggendo ancora i libri di Mauro Biglino, forse, se saranno graditi, seguiranno altri commenti. Basta però che non vengano liquidati con frasi colme di vittimismo, tipo: ” Biglino è attaccato perché mette in crisi la fede”. Gli ebrei non hanno il problema della crisi della fede, né gli ebrei religiosi, né i non religiosi e… come dice lo stesso Biglino: molte cose che egli scrive le scrivono anche i rabbini.

LA RESA EBRAICAultima modifica: 2016-10-11T18:44:42+02:00da mikeplato
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