IL SEGRETO DEGLI INIZIATI

di H. Sabetai

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La parola « segreto » viene direttamente dal latino e designa qualcosa che viene tenuto separato o nascosto alla vista o conoscenza di coloro che non sono ammessi a parteciparne. Ci sono dei segreti convenzionali o arbitrari che possono aver effetto sui più vari argomenti, secondo gli scopi della comunità il cui interesse sembra essere di celare certi fatti od informazioni. Ci sono state in tutte le epoche delle società appartate i cui membri sono legati da un giuramento che li impegna a non rivelare le operazioni interne del gruppo. Associazioni con mire politiche hanno spesso rappresentato una parte decisiva nei destini delle nazioni. Del tutto differenti sono quelle organizzazioni che sono in possesso dei veri segreti dell’Iniziazione, ed in cui una tradizione spirituale viene trasmessa ai seguaci. 

Una parola affine a « segreto » è « mistero », che evoca le istituzioni religiose dell’antichità che comportano riti e cerimonie tenute nascoste al « profano » (una parola che significa che « sta fuori del tempio », che non è ammesso nel santuario). Gli Antichi Misteri sono i prototipi dei culti iniziatori dei secoli seguenti. Le organizzazioni tradizionali hanno usualmente i loro segreti esteriori che consistono in parole e segni che sono soltanto dei sostituti dei veri segreti d’Iniziazione, che non possono essere espressi in parole: sono incomunicabili, risiedendo in un’esperienza interna, e possono essere suggeriti soltanto da simboli appropriati. In un senso minore un « segreto » può anche coprire una dottrina collegata al Iato occulto della vita che non può essere condiviso con chi non è maturo per tale conoscenza. Sono sempre esistite condizioni in cui una prudenza legittima richiede il silenzio circa la scienza spirituale, specialmente in un ambiente ostile in cui l’incomprensione facilmente può cambiarsi in odio e persecuzione.

Le genti ignoranti che furono trattenute dai segreti dell’iniziazione, mai compresero la ragione di tale necessità, ed esplosioni di furia e spargimento di sangue sono state tristi realtà in tutte le epoche dall’antichità a questo nostro secolo! Antichi scrittori riportano la fine delle Scuole dei Misteri di Pitagora, i cui sacri templi furono saccheggiati e bruciati ed i discepoli trucidati dalla plebe inferocita. Socrate dovette bere la cicuta per aver proclamato verità che andavano contro le opinioni correnti. Gli Gnostici e Occultisti dell’antichità seguente furono pesantemente perseguitati dai Cristiani dalla mente ristretta. Ipazia, la filosofa neo-platonica, la più grande donna Iniziata del mondo antico, venne crudelmente assassinata dalla moltitudine fanatica cristiana di Alessandria. La persecuzione fu la sorte dei savi appartenenti alle varie religioni. Il grande cabbalista, Simeon Ben Jochai, un alto Iniziato, « …dovette fuggire nel deserto, ove visse in una caverna per dodici anni… e finalmente morì tra ” segni e meraviglie ” » (D .S . V., 108) . Durante i secoli oscuri dell’Inquisizione, studiosi della Sapienza Eterna come gli alchimisti, ermetisti, cabbalisti, astrologhi, rosicrociani e altri occultisti, furono saggi abbastanza da nascondere la loro conoscenza. Innumerevoli martiri della verità subirono la persecuzione, furono imprigionati e condannati come « eretici ». L’olocausto più eminente fu l’orribile sorte inflitta all’Ordine dei Templari, un gran numero dei quali dopo le più spaventevoli torture fu arso vivo, a Parigi nel 1314. Tale fu pure la punizione riservata a Giordano Bruno, che venne condannato a morte pel crimine di filosofia indipendente e bruciato sul rogo a Roma, il 17 Febbraio 1600. Trentatré anni dopo, il grande scienziato Galileo Galilei, venne citato a Roma per aver proclamato il sistema di Copernico in contraddizione con la Bibbia (e tuttavia l’eliocentrismo era sostenuto in antico come insegnamento segreto delle Scuole dei Misteri). Per sfuggire alla tortura, venne obbligato alla abiura delle sue convinzioni più profonde e non riacquistò mai più la propria libertà.

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Dal diciottesimo secolo due eminenti occultisti sono spesso ricordati insieme, il Conte di Saint-Germain e Cagliostro. Quest’ultimo divenne una delle ultime vittime dell’Inquisizione; le torture che gli vennero inflitte per lungo tempo probabilmente posero fine alla sua vita. Ancora peggio, calunnia e malvagità continuano a deformare la sua memoria: viene presentato alla posterità come un impostore e ciarlatano. Il Conte di Saint-Germain, questo misterioso, grande e meraviglioso uomo, è anche oggi afflitto dall’epiteto di « celebre avventuriero » (Enciclopedia Britannica). La D.S. citando Isis Svelata, dice: « I S. Germain e Cagliostro di questo secolo, avendo imparato l’amara lezione dalle persecuzioni e diffamazioni del passato, seguono tattiche differenti oggigiorno » (V., 46).

Quantunque le vite degli occultisti non siano più compromesse, tuttavia l’incomprensione e l’ostilità sono ancora l’atteggiamento del pubblico verso coloro che camminano fuori dei sentieri battuti. Ricordiamo ora qui la H. P. Blavatsky, devota messaggera dei Maestri, che soffrì così le accuse calunniose che le furono rivolte. In ogni tempo i pionieri hanno la maggioranza contro di essi; ma l’opinione della moltitudine non è mai stata di alcun peso per il progresso dell’umanità. H. P. Blavatsky non è. tenera per la folla: « Il genere umano è tuttalpiù un misero gregge di pecore di Panurgio, seguente ciecamente il capo che avviene che sia adatto al momento. L’umanità — la maggioranza ad ogni modo odia pensare da sé. Risente come un insulto il più modesto invito a fare un passo per un momento fuori del vecchio ben battuto solco, … per entrare in un nuovo sentiero in qualche nuova direzione » (ib. V., 37). È a causa di questo stato di immaturità che gli insegnamenti esoterici non possono esser messi in piazza al pubblico, benché il velo sia stato alzato da H. P. Blavatsky, che presentò al mondo qualche dottrina fondamentale della Dottrina Segreta, provocando l’intuizione e la percezione spirituale degli studiosi a scoprire sempre più delle verità interne e nascoste. Gli insegnamenti più reconditi sono sempre stati ritratti dalla profanazione e impartiti soltanto a poche persone fidate, legate da un serio impegno. Tale è stata ed è ancora la regola di tutte le Scuole di Misteri, i cui iniziati hanno sempre osservato segretezza a riguardo della sapienza. esoterica. Ci furono grandi Istruttori che non affidarono nulla agli scritti, nel timore che la preziosa sapienza potesse essere divulgata. Dal Sepher Yetzirah, il libro cabbalistico più antico, la Dottrina Segreta cita questi saggi comandamenti: « Chiudi la bocca, nel timore che potresti parlare di questo (il mistero) e il tuo cuore, nel timore che tu possa pensare ad alta voce ».. Ed ancora, dalle Regole d’Iniziazione: « Questo è un segreto che dà la morte; chiudi la bocca nel timore che tu possa rivelarlo al volgo; comprimi il tuo cervello nel timore che qualcosa possa sfuggire da esso e cader fuori » (I, 338). Non soltanto la Cabbala, ma anche la Bibbia è un libro segreto e velato: il testo aperto viene capito letteralmente dalla moltitudine, mentre un più profondo insegnamento si schiude a coloro che sono in grado di apprenderlo. Maimonide, un grande erudito ebreo che viveva nel dodicesimo secolo, afferma: « Chiunque scoprisse il vero senso del libro della Genesi, dovrebbe aver cura di non divulgarlo… o se parla dovrebbe esprimersi in modo oscuro, in modo enigmatico, come faccio io stesso, lasciando il resto da intendere a quelli che possono capirmi » (D.S. V, 66). Il Rabbino iniziato chiamava gli scritti il « Mercavah », una parola che significa « veicolo » vale a dire della Dottrina Segreta, « … mentre gli Ebrei e i Cristiani profani si attaccano al guscio pertanto della lettera morta » (D.S. II, 28). Il comandamento del segreto era anche accentuato da Gesù, il grande Iniziato dei Misteri Esseni, Egli stesso vittima del fanatismo popolare quanto della politica e degli interessi sacerdotali. Il Vangelo di Matteo (VII, 6) ricorda queste parole di Gesù: « Non dare ai cani quel che è sacro, né getta le perle innanzi ai porci; per timore che non le pestino sotto ai piedi e non si rivoltino verso di te e non ti sbranino ».

Le ultime parole alludono all’effettivo pericolo che incorrono coloro che gettano i tesori della sapienza nascosta innanzi all’ignorante. È del tutto certo che l’insegnamento occulto di Gesù non fu mai inteso per le masse. Il « mistero del regno di Dio » veniva dato ai soli discepoli, e non a quelli che stavano « al di fuori », il che vuol dire il profano (Marco, IV, 11). Siccome l’essenza della Sapienza Divina è stata la stessa con varie tradizioni su tutta la terra e in tutti i tempi conosciuti storicamente, sorge il problema di come si possa spiegare questo fatto, come la conoscenza misteriosa pervenne agli uomini e quale ne fu la fonte originale. La D.S. rivela che le verità metafisiche vennero portate al genere umano della Terza Razza dai suoi Istruttori Celesti, i Kumara o Signori della Fiamma. L’umanità era allora nell’Era d’Oro o Satya Yuga (Satya significa Verità) e conservò la preziosa conoscenza fintantoché gli uomini rimasero in uno stato puro e spirituale. Ma con l’apparizione dell’egoismo e l’aumento della materialità, sorse allora la necessità di velare gradatamente il divino retaggio. Cosicché l’insegnamento della Sapienza primitiva s’affievolì nella mente degli uomini, perse per la maggioranza, ma si conservò in catena ininterrotta da una generazione all’altra, per coloro che si dimostrarono degni che venisse loro confidato. Poiché gli Iniziati vivevano in ogni parte del mondo, la sacra tradizione venne trasmessa a mezzo d’una ghirlanda sempre in fiore, i cui fiori sono stati le Anime illuminate. Circa il progressivo oscuramento dei segreti della Natura man mano che il genere umano passava attraverso i differenti Yugas, un pensiero meraviglioso è espresso dal Dr. Arundale in The Lotus Fire: « Sono propenso a credere che man mano che i Yuga succedono ai Yuga, così la Verità Eterna discende sempre più nei simboli. In questo Kali Yuga la nota simbolica dovrebbe essere al suo massimo, per gli Uomini, non essendo ancora in grado di conoscere la Verità faccia a faccia, deve conoscerla come attraverso ad un simbolo, oscuramente. Questa forma di Yoga è particolarmente per il Kali Yuga… nel Satya Yuga non c’era bisogno di simboli, poiché la Verità camminava libera fuori… ».

La funzione principale del simbolismo è quella di suggerire le verità dello Spirito, che non possono essere espresse in parole e possono essere soltanto contemplate in silenzio; cosicché il simbolismo è giustamente chiamato il linguaggio del silenzio dell’Iniziazione. Nelle Scuole dei Misteri dell’antichità il più rigoroso segreto veniva richiesto e gravi pene erano imposte ai trasgressori della regola.

Anche la mitologia ci mostra esempi di punizione .in cui incorsero i rivelatori dei segreti divini. Tantalo venne condannato alla tortura infernale per aver tradito la fiducia degli Dei; Prometeo ebbe a soffrire pene crudeli per aver donato il mistero del fuoco al genere umano. I partecipanti ai Misteri dovevano impegnarsi con voto solenne di non tradire gli insegnamenti interni ed ogni violazione del giuramento era minacciata dalla pena di morte. Eschilo, il più grande drammaturgo della Grecia, fu accusato di aver svelato i « Misteri di Demetra » in uno dei suoi drammi, e sfuggì alla punizione grazie soltanto al ricordo delle sue eroiche imprese nella battaglia di Maratona. Alcibiade, il brillante statista ateniese e discepolo di Socrate senza scrupoli, venne perseguitato per la profanazione dei sacri riti di Eleusis. Condannato a morte, scappò e morì in esilio. Platone, il grande Iniziato dei Misteri, osservò fedelmente la legge del silenzio. Quantunque alludesse spesso nei suoi scritti agli insegnamenti segreti, tali accenni erano comprensibili solamente a coloro che sapevano. Come disse egli stesso, scriveva « enigmaticamente », allegoricamente, velando piuttosto che rivelando, oscurando di proposito il suo messaggio.

Per citare la Dottrina Segreta: « Tutte le volte che l’argomento tocca i maggiori segreti della Sapienza Orientale… Platone avvolge la sua filosofia nella più profonda oscurità. Il suo Timeo è tanto confuso che nessuno all’infuori di un Iniziato può capirne l’insegnamento nascosto (V, 29). La sua devozione e la grande venerazione che sentiva per i Misteri erano garanzia sufficiente che Platone non avrebbe permesso alla sua indiscrezione di afferrare il meglio di quel profondo senso di responsabilità che è sentita da ogni Adepto » (ib. p. 30).

Un altro grande Iniziato dell’antichità fu Ammonio Sacca, il fondatore della Scuola neoplatonica di Alessandria. Il suo profondo insegnamento e la sua santa vita gli valsero l’epiteto di Teodidatta-Theodidaktos-istruito da Dio benché egli rivendicasse solo la qualità di Filalete (Phila-letheian o « amante della verità »). Non lasciò alcun scritto, e affidò i suoi insegnamenti esoterici soltanto ai suoi discepoli scelti, che li ricevevano sotto impegno di segreto. La sua grande aspirazione era la riconciliazione di tutte le sette e di tutte le genti: « … tentando di indurre le nazioni a lasciar da parte le loro contese — ad ogni modo sui soggetti religiosi — dimostrando ad esse che le loro varie credenze sono tutte figlie più o meno legittime di un genitore comune, la Religione Saggezza (D.S. V, 302). Tra le molteplici ragioni per mantenere il segreto vi è quella del grande pericolo dell’abuso dei poteri occulti, se sono utilizzati da persone non sviluppate spiritualmente e moralmente. Non soltanto impiegherebbero queste forze a fini egoistici, ma cagionerebbero effetti disastrosi. Gli scienziati hanno svelato l’enigma del segreto dell’energia nucleare, che, se impiegato malamente, costituisce il maggior pericolo per la totalità della vita sulla terra. Da ciò si può comprendere a che possesso di potere formidabile si può giungere quando viene applicato indebitamente da individui senza scrupoli o semplicemente impreparati. « Vi erano parti della Scienza Segreta che per ere incalcolabili dovevano rimanere celate allo sguardo del profano. Ma ciò avveniva perché impartire alle moltitudini impreparate dei segreti di spaventosa importanza era l’equivalente di .dare una candela accesa ad un bambino in una polveriera » (D.S. I, 57). C’è ancora un altro aspetto del segreto che si deve considerare. Gli Iniziati sono obbligati da impegni solenni a non rivelare giammai la sapienza esoterica alle menti immature. La ragione di ciò sta nel fatto che ad un uomo non si può affidare la conoscenza trascendentale prima che non abbia raggiunto lo stadio di crescita o sviluppo spirituale che Io metta in grado di afferrare le verità superiori. Fintantoché il suo intendimento non è maturo, questi segreti rimangono incomunicabili. Inoltre l’inopportuna divulgazione può portare dei gravi turbamenti ad anime prematuramente introdotte a rivelazioni per le quali non sono pronte. La Dottrina Segreta riporta come il grande Buddha falli su questa linea a causa del suo amore per il genere umano. Benché avesse riserbato le Verità Superiori ad un circolo selezionato di discepoli, diede troppo alla moltitudine.

« Gautama aveva giurato con segreto inviolabile circa le Dottrine Esoteriche che gli erano state impartite. Nella sua immensa pietà per l’ignoranza — e per le sue conseguenze di dolore — del genere umano, desideroso per quanto fosse di mantenere inviolato il Suo sacro voto, mancò di tenersi nei limiti prescritti… La Sua nuova dottrina… ebbe effetti disastrosi: non fu mai correttamente capita, e… venne ripudiata dai Buddhisti Meridionali » (Dottrina Segreta, V, 363).

Come ci dice la Dottrina Segreta, avendo il grande Istruttore commesso questo errore, benché nei limiti dell’amore e della carità, il karma generato lo legò a rinascere sulla terra, ed emerse di nuovo come Shankara, il più grande degli istruttori Vedantini dell’India. Il prudente segreto degli Iniziati è frequentemente incompreso e frainteso. Un Maestro di Sapienza risponde al rimprovero:

« È errore comune della gente che volontariamente nascondiamo noi stessi ed i nostri poteri col mistero… La verità è che fintantoché il neofita non raggiunge la condizione necessaria per questo grado di Illuminazione… la maggior parte se non tutto ciò che riguarda i Segreti sono incomunicabili. La recettività deve essere uguale al desiderio d’istruire. L’illuminazione deve venire dal didentro » (Lettere del Mahatma a A. P. Sinnett 3′ ed. pag. 278, ed. inglese).

Il Maestro insiste pure sulla regola che la conoscenza può essere comunicata soltanto gradatamente, man mano che l’occhio spirituale dell’aspirante si apre a poco a poco in modo da essere in grado di percepire la Luce. È soltanto a mezzo del potere della sua intuizione risvegliata che l’uomo può afferrare i segreti dell’Iniziazione. Le verità nascoste appartengono alle regioni superiori; non possono essere afferrate dalla mente.

« Come debbo dare, espressione alle idee per le quali non avete ancora nessuna lingua? », chiede il Maestro (ib. p. 279). Non è pertanto con le parole che sono impartiti i segreti dell’Iniziazione.

Si dice che in Oriente il discepolo (Chela) ed il suo Maestro (Guru) spesso comunicano l’uno con l’altro in profonda meditazione. Così la conoscenza superiore viene dischiusa e ricevuta a mezzo d’un processo di « osmosi » spirituale, quando il pensiero del discepolo è armonizzato (cioè « intonato ») alle vibrazioni superiori del Maestro. Ma c’è una via che prepara all’illuminazione: è chiamata Yoga. I metodi della pratica Yoghica o discipline spirituali, sono i vari sentieri che conducono all’apice della realizzazione; essi eliminano le ostruzioni o debolezze cosicché la mente diventa sempre più sensibile agli impulsi della coscienza superiore.

Man mano che il candidato purifica e conquista il suo sé inferiore, la sua intuizione o comprensione spirituale s’accresce; gli ostacoli che annebbiavano la sua visione, svaniscono. « Così, a poco a poco, ciò che ora è incomprensibile diverrà evidente di per sé; e molte massime di significato mistico splenderanno dinnanzi all’occhio dell’Anima, come una trasparenza, che illumina l’oscurità della tua mente. Tale è il corso del progresso graduale » (M. L. Sinnett, p. 273). Quando il discepolo è sulla strada di penetrare nei recessi della conoscenza occulta e di svelare gli arcani della Natura, scopre che non c’è termine alla sua ricerca. « Entrerai nella Luce, ma non toccherai mai la Fiamma ». Anche i grandi Adepti s’innalzano verso l’alto, a mezzo di nuove Iniziazioni per realizzazioni ancora più alte, mentre segreti sempre più profondi dell’universo si aprono dinnanzi ad essi, senza fine.

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IL SEGRETO DEGLI INIZIATIultima modifica: 2017-07-23T18:24:36+02:00da mikeplato
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