APOCALISSE SIRIACA DI BARUC (versione integrale)

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L’Apocalisse di Baruc o 2 Baruc o Apocalisse siriaca di Baruc è un apocrifo dell’Antico Testamento, pseudoepigrafo di Baruc, ‘segretario’ di Geremia durante l’esilio di Babilonia (VI secolo a.C.), databile alla fine del I secolo d.C. Scritto su un prototesto semitico perduto, ci è pervenuto in siriaco, greco e paleoslavo. È di origine giudaica. Presente nella Peshitta, è accolto nel canone della Bibbia siriaco. Appartiene al genere apocalittico. Baruc si lamenta per la caduta di Gerusalemme e la distruzione del tempio (587 a.C.). Un angelo lo accompagna in un viaggio in cielo dove incontra demoni e angeli, tra cui Michele, e ritrova il tempio celeste.

[1] E accadde nell’annoventicinquesimo di Yeconia, re di Giuda: la parola del Signore fu (rivolta) a Baruc, figlio di Neria, e gli disse: [2] “Hai visto tutto quel che mi fa questo popolo, i mali che hanno fatto queste due tribù rimaste, più (numerosi di quelli) delle dieci tribù condotte in cattività. [3] Le tribù precedenti, infatti, sono state costrette a peccare dai loro re, queste due, invece, costringevano e forzavano loro (stesse) i loro re a peccare. [4] Per questo, ecco, io faccio venire il male su questa città e sui suoi abitanti e la toglierò dalla mia presenza per un (certo) tempo e disperderò questo popolo tra i popoli, perché esso benefichi i popoli; [5] e il mio popolo sarà castigato e verrà il tempo e cercheranno la prosperità dei loro tempi (antichi).

APOCALISSE SIRIACA DI BARUC (versione integrale)ultima modifica: 2017-08-27T14:19:21+02:00da mikeplato
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