SATANA E LA STORIA PRIMA DELLA STORIA

di Januk Lurjiame

Chi è Satana? Quali sono le fonti che traducono in mito eventi inimmaginabili accaduti prima di questo tempo o creazione?

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La Fonte Catara e Bogomila

Ne La Cena Segreta, scritto apocrifo di origine Bogomila, Giovanni chiede a Cristo: «Signore, prima che Satana cadesse, in quale gloria dimorava presso il Padre Tuo?” Ed egli rispose: “Si trovava in una gloria tale da comandare le potenze dei cieli. Io sedevo accanto al Padre mio ed egli dava ordini a tutti coloro che imitano il Padre. Scendeva dal cielo all’inferno e risaliva dall’inferno sino al trono del Padre invisibile; e osservava la gloria, che era in tutti i cieli». Prima del trattato anti bogomilo di Cosma, Giovanni l’Esarca condannò i Manichei e gli slavi pagani per la loro convinzione che Satana fosse il figlio più anziano di Dio. Secondo Sfameni Gasparro e Alessandra Greco, i Manichei verso i quali Giovanni l’Esarca rivolge l’invettiva sono proprio i Bogomili, poiché l’impianto dualistico di Mani, precedente ai Bogomili, non contiene tale mito e, il gemello inteso in questo sistema gnostico, il syzyx, appare come il paredro spirituale dell’anima, nell’ambito cristiano odierno, sia pure con sfumature diverse, troviamo questa figura nell’angelo custode; nel Codex Manichaius (Timotheos 101.1-23), Mani afferma: «Quand’ebbi terminato di pregare ero molto afflitto, il mio Gemello beatissimo – colui che è signore e protettore mi apparve davanti. Egli mi disse(…)» .

Cielo e Inferno, nel mito Bogomilo, sono dunque uniti dal movimento verticale di Satana che ‘sale e scende’. Prestiamo attenzione al moto verticale dell’angelo, perché in esso vengono espresse alcune importanti chiavi che sono i fondamenti esoterici per comprendere certi archetipi che risiedono nell’uomo. Nella redazione di Vienna dello stesso documento leggiamo di come Satana discende sino al limite estremo delle cose create ed è in questi passaggi che il Caduto acquisisce le ‘chiavi’ per accedere di volta in volta nei regni più distanti dal Cielo del Padre: «E concepì il proposito di erigere il suo trono sopra le nubi e di diventare simile all’Altissimo. Disceso nell’aria trovò un angelo che aveva il dominio sull’aria e gli disse: “Aprimi le porte dell’aria”. E questo gliele aprì. E scendendo trovò un angelo che presiedeva le porte dell’acqua e gli disse: “Aprimi le porte dell’acqua”. E questi gliele aprì. Scendendo ancora trovò tutta la terra coperta dalle acque, e andando di sotto, trovò due pesci distesi sulle acque, erano quasi legati fra loro e sostenevano tutta la terra per ordine del Padre Invisibile. E scendendo più in basso, trovò delle grandi nubi che trattenevano i flutti del mare. Discese ancora più in basso e trovò il suo inferno, dove è la geenna del fuoco. Poi non poté scendere più in basso a causa della fiamma del fuoco che ardeva. Allora Satana tornò indietro, riempendosi di malvagità, risalì sino all’angelo che presiedeva le acque e quello che presiedeva l’aria e disse loro: “Tutto è mio, se mi ascolterete, erigerò il mio trono sulle nubi e sarò simile all’Altissimo». Il fuoco, il calore ardente della creazione celeste divampa alla base di un’immaginaria ‘colonna degli elementi’- che ricorda la visione di Giacobbe in Genesi 28: 12:  «Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa» – come estremo limite dell’universo esplorabile dalle potenze celesti. Nell’Apocalisse del Codice Bruciano, noto anche come Libro di Jeu, testo cristiano gnostico in lingua copta, la ‘colonna’ è il Secondo Spazio venuto all’esistenza è il Demiurgo, che succede al Primo Spazio, il Padre: «Il secondo spazio che venne all’esistenza quello che deve esser chiamato Demiurgo, Padre, Logos, Fonte, Mente, Uomo, Eterno, Illimitato. Esso è la colonna (sostegno); è il sovrintendente». Satana dunque, prima che compisse il tradimento, volteggiava nel Padre stesso, nel Demiurgo. Nel Manicheismo verrà mantenuta la visione del Secondo Spazio come emanazione dal Signore delle Grandezze, è la Colonna di Gloria. Il Demiurgo, inviato dal Padre si prodiga nel confinare l’azione del Male in uno spazio apposito, il cosmo, dove la luce possa lavorare per dissipare i demoni che le si sono attaccati durante l’aggressione. Poiché l’uomo nello gnosticismo è al tempo stesso immagine del cosmo e il cosmo stesso (si legga il capitolo sull’Immagine, in ‘Logica del Pensiero Gnostico’ per approfondire), la Colonna si riflette simbolicamente nella spina dorsale dell’uomo, l’albero della vita, lo Djed egizio, la via delle forze che adempiono alla creazione. Satana, nel racconto Bogomilo, percorre questa via e lo fa attraversando dei passaggi obbligati: la Porta dell’Aria e quella dell’Acqua. Nella Tavola Smeraldina Ermete dice: «il Vento l’ha portato nel suo ventre. Il Vento è aria, l’aria è la vita, la vita è l’anima». Prima di scendere sulle acque, l’angelo deve corrompere il custode dell’aria, il fatto che la Porta dell’Aria sia al di sopra di quella dell’Acqua non è casuale da un punto di vista esoterico, poiché l’aria rappresenta l’elemento dell’anima, è il soffio vitale che aleggia sulle acque in Genesi che dà inizio alla creazione.

Un aiuto dall’I-Ching

Possiamo osservare questa Porta anche con un occhio diverso, come quello dell’I Ching, e averne un’ulteriore chiave di lettura. Il Vento è Sun, l’esagramma n.57, che ha per qualità la mitezza, la stessa glorificata da Cristo nel Discorso sulla Montagna in Matteo 5, la quale penetra come il vento o come il legno con le sue radici; poiché il legno e il vento sono il principio chiaro Yang, questo entra così nel principio oscuro Yīn, dissipandone le tenebre poiché il vento rende il cielo terso. Il cielo nella visione cinese è la sede della divinità. In Genesi, lo Spirito che aleggia sulle acque fa luce nelle tenebre. Dunque Satana, per accedere alle acque, bacile dell’anima in cui ogni forma di vita è in potenza, deve passare per le Porte dell’Aria. Nella sua discesa, il Caduto s’impossessa dei quattro elementi della creazione (aria, acqua, terra e fuoco) per dar vita alla sua creazione e proclamarsi Dio al posto del Padre Celeste, secondo il mito Bogomilo. Ma del fuoco che delimita il confine della materia, quello che arde al di sotto della Geenna, non ha potuto, per sua natura, impadronirsene. Satana non può toccare quel fuoco, poiché probabilmente ne verrebbe arso all’istante. Nel tratto gnostico Pistis Sophia, il fuoco, introdotto nell’anima attraverso i Misteri, divora i peccati impiantati dallo Spirito contraffatto. Nella mitologia manichea, il Fuoco Sublime è richiuso nel Pensiero di Tenebra, ma l’Inviato della Buona Luce lo libera soggiogando Stoltezza, poi rinchiude Libidine e Bramosia al centro e libera il loro fuoco famelico e violento perché, una volta separate le parti di Luce da quelle di Tenebra, le prime si fondano con l’Inviato e tornino alla loro natura perfetta. Il fuoco è l’energia, la forza primordiale con cui il Padre plasma la creazione e la purifica al tempo stesso, lo Spirito Santo scende con un ‘battesimo di fuoco’. È una forza tanto potente che non può essere toccata neppure da Satana, in quanto, vista la sua natura di peccato, lo dilanierebbe. Il fuoco sta alla base della Colonna della Vita ed è l’elemento dominato da Yang, il principio creativo che nell’I Ching è Lí , il cui trigramma è questo: ☲ lo Yáng con un cuore Yīn al suo centro. L’acqua è il suo complementare opposto, il trigramma kăn: lo Yīn che ha per cuore lo Yang, ed è ricevente, ☵, in esso arde il fuoco nascosto, entrambi i segni custodiscono il simbolo del sole segreto, il sole nero che si trova nascosto al centro dell’anima. Secoli prima dei Bogomili, Zhuangzi (letteralmente Maestro Zhuang) apre il suo scritto con il volo del Levitano Kun,: «Nell’oscurità del Nord c’è un pesce; il suo nome è Kun. Kun è tanto grande che se ignora l’estensione. Quando si trasforma diviene un uccello il suo nome è Peng. Della schiena (o parte posteriore) di Peng si ignora l’estensione. Colto dall’ira, se ne va in volo; le sue ali sono nubi appese in cielo. Quest’uccello, quando il mare inizia a sommuoversi, si dirige nelle oscurità del sud. Queste sono lo stagno del Cielo». Immergendoci nella visione interiore di questo racconto si scorge la relazione delle forze appena descritte nelle righe precedenti, è ciò che accade nell’uomo, nel suo essere, immagine del cosmo e cosmo stesso. Nel testo che segue, mi permetto di riportare alcuni caratteri cinesi, non per vezzo di mostrare la mia ben misera erudizione, ma perché reputo importante l’impatto visivo per cogliere il senso del carattere simbolico che impregna tutto il discorso. Nel linguaggio dell’I Ching, il nord è associato al principio Yin, femminile, passivo e freddo, nel carattere cinese semplificato che lo descrive 阴Yīn, è inserita la luna 月, yuè, mentre il sud allo Yáng, principio caldo, maschile e creativo, nel suo carattere semplificato 阳 ,Yáng domina il sole: 日, rì. Il carattere Yīn racchiude anche il significato di ‘nuvoloso’ e ‘piovoso’ . Le nubi, elemento Yīn che viene fissato nel cuore del cielo, potrebbe connettersi a Lí ☲ , il Creativo che accoglie dentro di sé il Recettivo. Nel suo commento al Fiore d’Oro, testo fondamentale di alchimia taoista, Wilhelm descrive Lí ☲, come l’elemento luminoso (fisso) che dimora negli occhi, costituisce il cerchio protettivo e determina la resurrezione. Il segno Kăn ☵, l’acqua, sempre secondo Wilhelm, è l’elemento abissale, l’opposto al fuoco anche nella forma grafica, rappresenta l’eros, mentre Lí il Logos. Lí è il sole, mentre Kăn è la luna, le nozze di kăn e lí danno origine al processo alchemico che produce il Bambino, l’Uomo Nuovo, lo scopo finale dell’Alchimista. Nel racconto di Zhuangzi Kun il pesce si trasforma in uccello, tornando nell’alchimia occidentale, George Ripley (1415? -1490), scrive: «I filosofi dicono al ricercatore che uccelli e pesci ci apportano al Lapis, ogni uomo ce l’ha, esso è in ogni luogo, nel tempo e nello spazio. Esso si presenta in forma vile. Da esso sorge la nostra acqua eterna». Interessante è lo studio di Ripley descritto da Jung in Alchimia e Psicanalisi, per leggere in chiave esoterica questo mito taoista. Secondo Ripley, infatti, la prima materia, il Lapis, è l’acqua. L’acqua è il principio materiale di tutti i corpi, anche del Mercurio, ed è la hyle che in virtù dell’atto divino di creazione è sorta come una sfera oscura dal caos. La sfera oscura è il Sol Niger, raffigurato da Mylius nella Philosophia Reformata (1622). Il Sol Niger, il fuoco segreto che arde nelle tenebre, lo incontriamo subito in Zhuangzi, leggendo il testo nella sua lingua originale, all’inizio del paragrafo: “Nella profondità del Nord c’è un pesce”, possiamo vedere come il secondo carattere, 冥míng, contenga il significato di ‘oscurità, profondità’ , il senso di tale carattere esprime un oscuro abisso. Scomponendolo vediamo che non è composto dal principio della notte e dell’oscurità, Yīn, che viene rappresentato dalla luna, yue 月, al contrario è composto da ri,日 il sole . Il sole della profondità, il sole oscuro.

La perdita delle ali, ovvero del corpo glorioso

Torniamo ai due animali, l’uccello e il pesce, presenti nel testo, il maestro Zhuang non ha adoperato queste immagini a caso, poiché a livello esoterico gli uccelli e i pesci sono una chiave per capire un movimento all’interno di quella stessa Colonna con la quale abbiamo aperto il nostro discorso. Ricordiamo il drammatico passaggio della tradizione cristiana in cui Satana perde le sue ali di luce che diventano membrane alari di pelle, simboli della carne sulla quale impone il suo dominio. Si trasforma da uccello che è in grado di volteggiare fra il Cielo e la Terra in un animale che si libra solo sul suo regno di materia. La sua capacità di volare rimane, infatti, nel deserto può trasportare Cristo sul Pinnacolo, ma il suo volo non avviene più nella Colonna di Vita del Padre, attraverso tutti gli stati della creazione, confinato al solo livello della materia, un volo orizzontale e non verticale, che può al massimo andare verso la Geenna, il basso, la fossa dove il fuoco arde i peccati estratti dalle anime. Infatti, nella tentazione non chiederà a Cristo di ‘involarsi’ da terra, ma di ‘gettarsi’ dal pinnacolo, cioè di cadere, come ha fatto lui. Gli uccelli dell’aria dunque sono l’emblema di ciò che un tempo era Satana e assieme ai pesci aiutano l’uomo a innalzarsi dagli stati bassi della creazione, attraversando le Porte che abbiamo incontrato nel racconto dei Bogomili: quella dell’acqua e successivamente quella dall’aria. Nel Papiro di Ossirinco, il Cristo risponde a Giuda: «Gli uccelli dell’aria e tutte le bestie che sono sopra o sotto la terra, e i pesci del mare, sono essi coloro che vi traggono su». Il carattere ornitomorfo di un simbolo è importante per apprendere determinati processi interiori del macrocosmo riflessi nel microcosmo. Le ali da sempre sono state la simbologia di tutto quanto si sollevi da terra e passi attraverso i livelli dell’essere. Gli uccelli sono spesso associati all’anima; nella tradizione manichea l’anima viene messa in guardia nel Salmo 34: «O anima non dimenticare te stessa, poiché tutti sono alla tua caccia, Ricordati. I cacciatori della morte. Ricordati. Essi prendono gli uccelli. Ricordati. Essi tarpano loro le ali. Ricordati. Cos’ che essi non possano volare ai propri nidi. Ricordati». Nella Leggenda del Mare di Tiberiade, un apocrifo cosmogonico russo, riportato in manoscritti del XV e XVI secolo, si racconta che quando non esistevano ancora il cielo e la terra, ma solo il mare di Tiberiade, Dio volteggiava nell’aria quando scorse Gogol, un uccello acquatico che volava sulla superficie delle acque. Era Satanael. – Chi sei? – Gli domandò Dio, e questi: – Sono Dio! – E Dio allora: – E io chi sono?-Tu sei il Dio degli dei, il Signore dei Signori -rispose Satanael. Dio lo fece immergere nel profondo delle acque e lo proclamò il signore degli angeli. Ma quando Satanael volle innalzare il suo trono sopra le nubi, Dio ordinò all’Arcangelo Michele di farlo precipitare. Riprendendo la chiave di lettura adoperata per la leggenda del pesce Kun e l’uccello Peng, di Zhuangzi. Satanael, principe dell’elemento aereo, è un uccello, viene designato come sovrano degli angeli nel bacile dell’anima, le acque al di sotto dell’aria. Spinto dal desiderio, tuttavia, vuole occupare il trono delle nubi, dove sono appese le ali del pesce Kun, vuole impadronirsi di quelle ali, per essere il padrone dell’aria e dell’acqua. Sempre con la visione concessa dai segni dell’I Ching, proposta poco prima, scopriamo un’altra sfumatura esoterica della brama di Satanael. Il desiderio dell’angelo è quello di indossare le vesti\ali del Padre in qualità di creatore, possiamo scorgerlo proprio nel segno Lí ☲ appena indagato. Satanael è un essere del cielo, d’aria, è cioè Yang, visivamente la linea intera dell’I Ching, il maschile. Con il suo desiderio di sedersi al centro del cielo, sulle nubi, che rappresentano l’elemento Yīn – il principio femminile, inserito al centro di Lí ☲ – ne chiuderebbe la linea aperta, trasformandola in una linea Yang, sicché l’intero segno diverrebbe Qian: ☰, la forza primordiale, spirituale e attiva, il primo trigramma della sequenza. Nell’I Ching, leggiamo nel capitolo dedicato al segno: «Vasta è la ‘grande e originaria (potenza)’ indicata da Qian! Tutte le cose devono ad essa il loro inizio: – contiene tutte le appartenenze e i nomi del cielo. Le nuvole si muovono e la pioggia è distribuita; le varie cose appaiono nelle loro forme sviluppate». Nel microcosmo Qian designa l’azione del santo, del saggio e del sovrano degli uomini ed è grande il potere che desta la forza mediante la sua natura superiore. Satanael vuol prendere il posto del principio femminile al centro del cielo, per rubare il ruolo di creatore a suo Padre, divenendo il padrone della Colonna della Vita. Tale desiderio lo potremmo assimilare, forse in maniera un po’ ardita, al tormento gnostico inflitto dal Grande Tiranno Adamas, l’elemento maschile degli Arconti a Sophia, la Sapienza, elemento femminile dell’Eone Cristo, descritto nel citato Pistis Sophia. È interessante, giunti a questo punto ,leggere la seconda parte del racconto di Zhuangzi. Dopo aver ascoltato il racconto di Tang, La quaglia ne rise e disse: «Ma quello dove va? Io mi innalzo, spicco un balzo e piombo giù poco dopo. Svolazzo e a malapena tra i rovi e l’erbaccia. Per me questo è il massimo del volo. Ma quello dove se ne va?” il racconto termina così: Questa è la differenza fra l’inferiore e il superiore, il piccolo e il grande». La quaglia balza e piomba giù, il suo volo è limitato, orizzontale fra le sterpaglie e destinato a ricadere in basso, come il balzo di Satana dal pinnacolo nel Deserto.

La Fonte yezida

Un racconto simile a quello del Mare di Tiberiade, ma con protagonista l’angelo Gabriele, lo si trova nella mitologia Yezida, religione gnostica confinata nella regione di Sinjar, in Iraq. Riporto la leggenda secondo la traduzione di Furlani: «In principio il mondo era un oceano nel cui mezzo si trovava un albero creato dalla potenza divina. Dio stava sull’albero sotto forma di uccello (…) poi Dio creò dal suo splendore l’arcangelo Gabriele, pure sotto forma di uccello, e lo pose sull’albero, al suo lato. Gli rivolse la domanda: “Chi sono io e chi sei tu?” e Gabriele rispose: “Tu sei tu ed io sono io”. La risposta orgogliosa dell’Angelo voleva significare che egli, Gabriele era uguale a Dio in dignità. Allora Dio, stizzito, gli diede un colpo di becco, facendolo precipitare dall’albero.” La leggenda narra che Gabriele su consiglio dello Sheyh Sinn dopo molti secoli si ripresentò innanzi a Dio e gli chiese scusa, perciò oggi Gabriele siede al fianco di Dio». Il racconto Yezida, come quello russo, contiene uno degli elementi su cui si è imperniato tutto questo nostro discorso è l’ornitomorfia di Satana e di Dio. L’angelo creatore degli Yazidi è l’Angelo Pavone, corrispondente a Iblis, che nel Corano è lo Jiin ribelle. E proprio su questo dettaglio si apre un tremendo problema che ha visto i musulmani perseguitare il popolo Yazida, ma non mi addentrerò adesso nell’argomento, lasciandolo, per via della sua delicatezza a un prossimo articolo dedicatogli per intero. Affrontiamo ora l’ultimo racconto di questo lungo excursus, che riguarda il Mito della Creazione dell’Uomo presso lo Yazidismo. Faḫr Ad-dīn, che nello Scritto Nero, libro sacro degli Yazidi, è il secondo creatore, l’ultimo degli angeli, creato da Dio al sabato: – Al sabato egli creò l’angelo Nūrā’īl: egli è Faḫr Ad-dīn-. Come in Genesi di sabato viene creato anche l’uomo: «Faḫr Ad-dīn creò l’uomo, gli uccelli, le bestie e le pose nelle tasche della tonaca– e prosegue: – Poi comandò a Gabriele (Gibrā’īl) di far entrare Adamo in Paradiso, e che egli mangiasse tutti i frutti degli alberi, ma che non mangiasse il frumento». L’identificazione del frumento con il frutto proibito, viene fatta risalire da Furlani al gioco di parole ḥiṭṭāh, frumento e ḥaṭṭāh’āh, peccato e a secondo dello studioso, proviene da una leggenda rabbinica. L’Angelo Pavone (Melek Tawos) si comporta come Satana e induce Adamo a mangiare il frumento, le conseguenze vengono così narrate nello Scritto Nero: «18 Subito dopo che egli ne ebbe mangiato gli si gonfiò il ventre, e l’Angelo Pavone lo fece uscire dal giardino, lo abbandonò e salì in cielo. 19 Adamo si sentì in distretta, causa il suo ventre(…) Dio allora mandò un uccello, il quale venne, lo beccò e gli aprì un’uscita. E quello ebbe riposo». Vorrei proporre un’insolita chiave di lettura dell’episodio Yezida, adoperando anche qui gli elementi della tradizione tradizione cinese. I Visceri sono associati allo Yang, vuoti e capaci di comunicare con l’esterno. Gli organi (cuore, milza, rene, fegato e polmone), invece sono Yin. L’intestino pieno rende dunque impossibile la comunicazione con gli dei, e infatti per i Cinesi è accoppiato con il cuore, che ha la carica di Signore e Sovrano, Junzhu, e diffonde la luminosità degli Spiriti Luminosi (Shen Ming). Secondo lo Suwen, il blocco del Sovrano è catastrofico per la vita stessa: «Se il Sovrano non diffonde la sua luce, le Dodici cariche (gli organi) sono in pericolo. Questo provoca la chiusura e il blocco della vita, l’arresto delle comunicazioni e il corpo ne è gravemente danneggiato». Con l’espressione Essenze Spiriti, s’intende il respiro vitale dell’uomo, gli Spiriti, Shen, discendono dal cielo e popolano il mondo che circonda l’uomo. Nel Commentario della Cronaca delle Primavere e degli Autunni, redatto attorno al IV secolo a.C., Shen si trova associato al senso di “molto intelligente”. Un uomo spirituale è illuminato dall’interno da queste potenze celesti: è un essere meravigliosamente saggio e ispirato (De La Vallée). Per questo i visceri pieni di Adamo impediscono all’uomo di comunicare con lo Spirito Celeste, dunque con Dio. Tornando all’elemento ornitomorfo presente nel mito Yazida, pensiamo alle fattezze di uccello assunte dalle divinità egizie, i Neteru. Gli egiziani hanno utilizzato un sistema simbolico composto da elementi della natura, sicché troviamo nei suoi Neteru una gamma di rappresentanzioni ornitomorfe: il falco di Horus, l’avvoltoio che incorona le Regine e le Dee, la testa di ibis di Thot. Si arriva poi alla forma simbolica della colomba che assume lo Spirito Santo nei Libri del Salvatore : «Io ho portato giù l’acqua e il fuoco, (si notino gli elementi Yīn e Yang, che abbiamo appena visto, i pesci e gli uccelli, riuniti nell’Uomo Perfetto) dalla regione della Luce e dal Tesoro della Luce; io ho portato il vino e il sangue dalla regione di Barbelo. E poco dopo mio Padre mi mandò lo Spirito Santo in forma di Colomba». (Codice di Askew, traduzione di Mead) Gli uccelli sono associati all’elemento dell’aria e Giamblico ne dispiega il simbolo esoterico ne ‘I Misteri degli Egiziani:’ «Quanto agli uccelli li muove l’impulso della loro anima particolare, ma anche il demone che sovrintende agli esseri viventi, e anche il movimento dell’aria e la potenza del cielo che scende giù alla terra. Tutte queste cose, concordano con il volere degli Dei, conducono gli uccelli conformemente a quegli ordini che gli dei stessi hanno dato all’inizio». Sempre Giamblico descrive il potere dell’aria, parlando dei sistemi di divinazione: «L’aria e il movimento circolare della volta celeste, modificano in vari modi le viscere, come piace agli dei».

Ritrovare la direzione verso l’alto

Gli animali nelle narrazioni mitologiche alla base delle cosmogonie, sono simboli nei quali si adombrano gli archetipi e le forze della creazione, è impossibile togliere dalla forma la sua funzione simbolica, poiché si svuoterebbe la capacità introspettiva dell’uomo. È importante che essere e immagine siano l’uno contenuto dell’altro, poiché slacciando l’essere dal contesto dell’immagine non si fa altro che relegare la coscienza nell’inganno delle apparenze, sotto il dominio degli ‘uccellatori’ cantanti nel Salmo Manicheo, dal quale il vangelo di Filippo cerca di mettere in guardia chi viaggia alla conoscenza del vero Sé: logh13. «Gli arconti vollero ingannare l’uomo, perché essi videro che egli aveva la stessa origine di quelli che sono veramente buoni. Essi presero il nome delle cose che sono buone e lo diedero alle cose che non sono buone, per potere, per mezzo dei nomi, ingannare gli uomini e legarli alle cose che non sono buone. E poi, se essi fanno loro un favore, li allontanano da ciò che non è buono e li collocano in ciò che è buono, quello che essi conoscono. Perché essi hanno deliberato di prendere l’uomo libero e fare di lui un loro schiavo, per sempre» . Le forme svuotate del loro contenuto rendono l’unico balzo possibile verso l’alto, poiché, rinunziando a cercare la fiamma segreta nel simbolo ci siamo tolti le ali, lasciandoci legati ormai alla sola forza di gravità del suolo.

Piccola Bibliografia con testi di facile reperimento, per approfondire i temi trattati

Zhuangzi, a cura di Vittorio Arena, Bur.

I Ching a cura di R. Wilhelm, Adelphi.

Il Segreto del Fiore d’Oro, un libro di vita cinese. di C.G.Jung e R. Wilhelm, Bollati Boringhieri

Pistis Sophia , a cura di L. Moraldi, Adelphi .

Il Libro del Gran Logos e Apocalisse, GRS Mead, ed. Jupiter

Mitologia Catara, Alessandra Greco, CISAM di Spoleto

La Cena Segreta di F. Zambon, Adelphi.

Il Manicheismo III – a cura di G. Gnoli, Mondatori

Le origini degli Yezidi . M. Guidi, Libreria Editrice Aseq

Spezzare il Tetto della Casa, M. Eliade, Jaka Book

Chi è Satana? Quali sono le fonti che traducono in mito eventi inimmaginabili accaduti prima di questo tempo o creazione?

La Fonte Catara e Bogomila

Ne La Cena Segreta, scritto apocrifo di origine Bogomila, Giovanni chiede a Cristo: «Signore, prima che Satana cadesse, in quale gloria dimorava presso il Padre Tuo?” Ed egli rispose: “Si trovava in una gloria tale da comandare le potenze dei cieli. Io sedevo accanto al Padre mio ed egli dava ordini a tutti coloro che imitano il Padre. Scendeva dal cielo all’inferno e risaliva dall’inferno sino al trono del Padre invisibile; e osservava la gloria, che era in tutti i cieli». Prima del trattato anti bogomilo di Cosma, Giovanni l’Esarca condannò i Manichei e gli slavi pagani per la loro convinzione che Satana fosse il figlio più anziano di Dio. Secondo Sfameni Gasparro e Alessandra Greco, i Manichei verso i quali Giovanni l’Esarca rivolge l’invettiva sono proprio i Bogomili, poiché l’impianto dualistico di Mani, precedente ai Bogomili, non contiene tale mito e, il gemello inteso in questo sistema gnostico, il syzyx, appare come il paredro spirituale dell’anima, nell’ambito cristiano odierno, sia pure con sfumature diverse, troviamo questa figura nell’angelo custode; nel Codex Manichaius (Timotheos 101.1-23), Mani afferma: «Quand’ebbi terminato di pregare ero molto afflitto, il mio Gemello beatissimo – colui che è signore e protettore mi apparve davanti. Egli mi disse(…)» .

Cielo e Inferno, nel mito Bogomilo, sono dunque uniti dal movimento verticale di Satana che ‘sale e scende’. Prestiamo attenzione al moto verticale dell’angelo, perché in esso vengono espresse alcune importanti chiavi che sono i fondamenti esoterici per comprendere certi archetipi che risiedono nell’uomo. Nella redazione di Vienna dello stesso documento leggiamo di come Satana discende sino al limite estremo delle cose create ed è in questi passaggi che il Caduto acquisisce le ‘chiavi’ per accedere di volta in volta nei regni più distanti dal Cielo del Padre: «E concepì il proposito di erigere il suo trono sopra le nubi e di diventare simile all’Altissimo. Disceso nell’aria trovò un angelo che aveva il dominio sull’aria e gli disse: “Aprimi le porte dell’aria”. E questo gliele aprì. E scendendo trovò un angelo che presiedeva le porte dell’acqua e gli disse: “Aprimi le porte dell’acqua”. E questi gliele aprì. Scendendo ancora trovò tutta la terra coperta dalle acque, e andando di sotto, trovò due pesci distesi sulle acque, erano quasi legati fra loro e sostenevano tutta la terra per ordine del Padre Invisibile. E scendendo più in basso, trovò delle grandi nubi che trattenevano i flutti del mare. Discese ancora più in basso e trovò il suo inferno, dove è la geenna del fuoco. Poi non poté scendere più in basso a causa della fiamma del fuoco che ardeva. Allora Satana tornò indietro, riempendosi di malvagità, risalì sino all’angelo che presiedeva le acque e quello che presiedeva l’aria e disse loro: “Tutto è mio, se mi ascolterete, erigerò il mio trono sulle nubi e sarò simile all’Altissimo». Il fuoco, il calore ardente della creazione celeste divampa alla base di un’immaginaria ‘colonna degli elementi’- che ricorda la visione di Giacobbe in Genesi 28: 12:  «Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa» – come estremo limite dell’universo esplorabile dalle potenze celesti. Nell’Apocalisse del Codice Bruciano, noto anche come Libro di Jeu, testo cristiano gnostico in lingua copta, la ‘colonna’ è il Secondo Spazio venuto all’esistenza è il Demiurgo, che succede al Primo Spazio, il Padre: «Il secondo spazio che venne all’esistenza quello che deve esser chiamato Demiurgo, Padre, Logos, Fonte, Mente, Uomo, Eterno, Illimitato. Esso è la colonna (sostegno); è il sovrintendente». Satana dunque, prima che compisse il tradimento, volteggiava nel Padre stesso, nel Demiurgo. Nel Manicheismo verrà mantenuta la visione del Secondo Spazio come emanazione dal Signore delle Grandezze, è la Colonna di Gloria. Il Demiurgo, inviato dal Padre si prodiga nel confinare l’azione del Male in uno spazio apposito, il cosmo, dove la luce possa lavorare per dissipare i demoni che le si sono attaccati durante l’aggressione. Poiché l’uomo nello gnosticismo è al tempo stesso immagine del cosmo e il cosmo stesso (si legga il capitolo sull’Immagine, in ‘Logica del Pensiero Gnostico’ per approfondire), la Colonna si riflette simbolicamente nella spina dorsale dell’uomo, l’albero della vita, lo Djed egizio, la via delle forze che adempiono alla creazione. Satana, nel racconto Bogomilo, percorre questa via e lo fa attraversando dei passaggi obbligati: la Porta dell’Aria e quella dell’Acqua. Nella Tavola Smeraldina Ermete dice: «il Vento l’ha portato nel suo ventre. Il Vento è aria, l’aria è la vita, la vita è l’anima». Prima di scendere sulle acque, l’angelo deve corrompere il custode dell’aria, il fatto che la Porta dell’Aria sia al di sopra di quella dell’Acqua non è casuale da un punto di vista esoterico, poiché l’aria rappresenta l’elemento dell’anima, è il soffio vitale che aleggia sulle acque in Genesi che dà inizio alla creazione.

Un aiuto dall’I-Ching

Possiamo osservare questa Porta anche con un occhio diverso, come quello dell’I Ching, e averne un’ulteriore chiave di lettura. Il Vento è Sun, l’esagramma n.57, che ha per qualità la mitezza, la stessa glorificata da Cristo nel Discorso sulla Montagna in Matteo 5, la quale penetra come il vento o come il legno con le sue radici; poiché il legno e il vento sono il principio chiaro Yang, questo entra così nel principio oscuro Yīn, dissipandone le tenebre poiché il vento rende il cielo terso. Il cielo nella visione cinese è la sede della divinità. In Genesi, lo Spirito che aleggia sulle acque fa luce nelle tenebre. Dunque Satana, per accedere alle acque, bacile dell’anima in cui ogni forma di vita è in potenza, deve passare per le Porte dell’Aria. Nella sua discesa, il Caduto s’impossessa dei quattro elementi della creazione (aria, acqua, terra e fuoco) per dar vita alla sua creazione e proclamarsi Dio al posto del Padre Celeste, secondo il mito Bogomilo. Ma del fuoco che delimita il confine della materia, quello che arde al di sotto della Geenna, non ha potuto, per sua natura, impadronirsene. Satana non può toccare quel fuoco, poiché probabilmente ne verrebbe arso all’istante. Nel tratto gnostico Pistis Sophia, il fuoco, introdotto nell’anima attraverso i Misteri, divora i peccati impiantati dallo Spirito contraffatto. Nella mitologia manichea, il Fuoco Sublime è richiuso nel Pensiero di Tenebra, ma l’Inviato della Buona Luce lo libera soggiogando Stoltezza, poi rinchiude Libidine e Bramosia al centro e libera il loro fuoco famelico e violento perché, una volta separate le parti di Luce da quelle di Tenebra, le prime si fondano con l’Inviato e tornino alla loro natura perfetta. Il fuoco è l’energia, la forza primordiale con cui il Padre plasma la creazione e la purifica al tempo stesso, lo Spirito Santo scende con un ‘battesimo di fuoco’. È una forza tanto potente che non può essere toccata neppure da Satana, in quanto, vista la sua natura di peccato, lo dilanierebbe. Il fuoco sta alla base della Colonna della Vita ed è l’elemento dominato da Yang, il principio creativo che nell’I Ching è Lí , il cui trigramma è questo: ☲ lo Yáng con un cuore Yīn al suo centro. L’acqua è il suo complementare opposto, il trigramma kăn: lo Yīn che ha per cuore lo Yang, ed è ricevente, ☵, in esso arde il fuoco nascosto, entrambi i segni custodiscono il simbolo del sole segreto, il sole nero che si trova nascosto al centro dell’anima. Secoli prima dei Bogomili, Zhuangzi (letteralmente Maestro Zhuang) apre il suo scritto con il volo del Levitano Kun,: «Nell’oscurità del Nord c’è un pesce; il suo nome è Kun. Kun è tanto grande che se ignora l’estensione. Quando si trasforma diviene un uccello il suo nome è Peng. Della schiena (o parte posteriore) di Peng si ignora l’estensione. Colto dall’ira, se ne va in volo; le sue ali sono nubi appese in cielo. Quest’uccello, quando il mare inizia a sommuoversi, si dirige nelle oscurità del sud. Queste sono lo stagno del Cielo». Immergendoci nella visione interiore di questo racconto si scorge la relazione delle forze appena descritte nelle righe precedenti, è ciò che accade nell’uomo, nel suo essere, immagine del cosmo e cosmo stesso. Nel testo che segue, mi permetto di riportare alcuni caratteri cinesi, non per vezzo di mostrare la mia ben misera erudizione, ma perché reputo importante l’impatto visivo per cogliere il senso del carattere simbolico che impregna tutto il discorso. Nel linguaggio dell’I Ching, il nord è associato al principio Yin, femminile, passivo e freddo, nel carattere cinese semplificato che lo descrive 阴Yīn, è inserita la luna 月, yuè, mentre il sud allo Yáng, principio caldo, maschile e creativo, nel suo carattere semplificato 阳 ,Yáng domina il sole: 日, rì. Il carattere Yīn racchiude anche il significato di ‘nuvoloso’ e ‘piovoso’ . Le nubi, elemento Yīn che viene fissato nel cuore del cielo, potrebbe connettersi a Lí ☲ , il Creativo che accoglie dentro di sé il Recettivo. Nel suo commento al Fiore d’Oro, testo fondamentale di alchimia taoista, Wilhelm descrive Lí ☲, come l’elemento luminoso (fisso) che dimora negli occhi, costituisce il cerchio protettivo e determina la resurrezione. Il segno Kăn ☵, l’acqua, sempre secondo Wilhelm, è l’elemento abissale, l’opposto al fuoco anche nella forma grafica, rappresenta l’eros, mentre Lí il Logos. Lí è il sole, mentre Kăn è la luna, le nozze di kăn e lí danno origine al processo alchemico che produce il Bambino, l’Uomo Nuovo, lo scopo finale dell’Alchimista. Nel racconto di Zhuangzi Kun il pesce si trasforma in uccello, tornando nell’alchimia occidentale, George Ripley (1415? -1490), scrive: «I filosofi dicono al ricercatore che uccelli e pesci ci apportano al Lapis, ogni uomo ce l’ha, esso è in ogni luogo, nel tempo e nello spazio. Esso si presenta in forma vile. Da esso sorge la nostra acqua eterna». Interessante è lo studio di Ripley descritto da Jung in Alchimia e Psicanalisi, per leggere in chiave esoterica questo mito taoista. Secondo Ripley, infatti, la prima materia, il Lapis, è l’acqua. L’acqua è il principio materiale di tutti i corpi, anche del Mercurio, ed è la hyle che in virtù dell’atto divino di creazione è sorta come una sfera oscura dal caos. La sfera oscura è il Sol Niger, raffigurato da Mylius nella Philosophia Reformata (1622). Il Sol Niger, il fuoco segreto che arde nelle tenebre, lo incontriamo subito in Zhuangzi, leggendo il testo nella sua lingua originale, all’inizio del paragrafo: “Nella profondità del Nord c’è un pesce”, possiamo vedere come il secondo carattere, 冥míng, contenga il significato di ‘oscurità, profondità’ , il senso di tale carattere esprime un oscuro abisso. Scomponendolo vediamo che non è composto dal principio della notte e dell’oscurità, Yīn, che viene rappresentato dalla luna, yue 月, al contrario è composto da ri,日 il sole . Il sole della profondità, il sole oscuro.

La perdita delle ali, ovvero del corpo glorioso

Torniamo ai due animali, l’uccello e il pesce, presenti nel testo, il maestro Zhuang non ha adoperato queste immagini a caso, poiché a livello esoterico gli uccelli e i pesci sono una chiave per capire un movimento all’interno di quella stessa Colonna con la quale abbiamo aperto il nostro discorso. Ricordiamo il drammatico passaggio della tradizione cristiana in cui Satana perde le sue ali di luce che diventano membrane alari di pelle, simboli della carne sulla quale impone il suo dominio. Si trasforma da uccello che è in grado di volteggiare fra il Cielo e la Terra in un animale che si libra solo sul suo regno di materia. La sua capacità di volare rimane, infatti, nel deserto può trasportare Cristo sul Pinnacolo, ma il suo volo non avviene più nella Colonna di Vita del Padre, attraverso tutti gli stati della creazione, confinato al solo livello della materia, un volo orizzontale e non verticale, che può al massimo andare verso la Geenna, il basso, la fossa dove il fuoco arde i peccati estratti dalle anime. Infatti, nella tentazione non chiederà a Cristo di ‘involarsi’ da terra, ma di ‘gettarsi’ dal pinnacolo, cioè di cadere, come ha fatto lui. Gli uccelli dell’aria dunque sono l’emblema di ciò che un tempo era Satana e assieme ai pesci aiutano l’uomo a innalzarsi dagli stati bassi della creazione, attraversando le Porte che abbiamo incontrato nel racconto dei Bogomili: quella dell’acqua e successivamente quella dall’aria. Nel Papiro di Ossirinco, il Cristo risponde a Giuda: «Gli uccelli dell’aria e tutte le bestie che sono sopra o sotto la terra, e i pesci del mare, sono essi coloro che vi traggono su». Il carattere ornitomorfo di un simbolo è importante per apprendere determinati processi interiori del macrocosmo riflessi nel microcosmo. Le ali da sempre sono state la simbologia di tutto quanto si sollevi da terra e passi attraverso i livelli dell’essere. Gli uccelli sono spesso associati all’anima; nella tradizione manichea l’anima viene messa in guardia nel Salmo 34: «O anima non dimenticare te stessa, poiché tutti sono alla tua caccia, Ricordati. I cacciatori della morte. Ricordati. Essi prendono gli uccelli. Ricordati. Essi tarpano loro le ali. Ricordati. Cos’ che essi non possano volare ai propri nidi. Ricordati». Nella Leggenda del Mare di Tiberiade, un apocrifo cosmogonico russo, riportato in manoscritti del XV e XVI secolo, si racconta che quando non esistevano ancora il cielo e la terra, ma solo il mare di Tiberiade, Dio volteggiava nell’aria quando scorse Gogol, un uccello acquatico che volava sulla superficie delle acque. Era Satanael. – Chi sei? – Gli domandò Dio, e questi: – Sono Dio! – E Dio allora: – E io chi sono?-Tu sei il Dio degli dei, il Signore dei Signori -rispose Satanael. Dio lo fece immergere nel profondo delle acque e lo proclamò il signore degli angeli. Ma quando Satanael volle innalzare il suo trono sopra le nubi, Dio ordinò all’Arcangelo Michele di farlo precipitare. Riprendendo la chiave di lettura adoperata per la leggenda del pesce Kun e l’uccello Peng, di Zhuangzi. Satanael, principe dell’elemento aereo, è un uccello, viene designato come sovrano degli angeli nel bacile dell’anima, le acque al di sotto dell’aria. Spinto dal desiderio, tuttavia, vuole occupare il trono delle nubi, dove sono appese le ali del pesce Kun, vuole impadronirsi di quelle ali, per essere il padrone dell’aria e dell’acqua. Sempre con la visione concessa dai segni dell’I Ching, proposta poco prima, scopriamo un’altra sfumatura esoterica della brama di Satanael. Il desiderio dell’angelo è quello di indossare le vesti\ali del Padre in qualità di creatore, possiamo scorgerlo proprio nel segno Lí ☲ appena indagato. Satanael è un essere del cielo, d’aria, è cioè Yang, visivamente la linea intera dell’I Ching, il maschile. Con il suo desiderio di sedersi al centro del cielo, sulle nubi, che rappresentano l’elemento Yīn – il principio femminile, inserito al centro di Lí ☲ – ne chiuderebbe la linea aperta, trasformandola in una linea Yang, sicché l’intero segno diverrebbe Qian: ☰, la forza primordiale, spirituale e attiva, il primo trigramma della sequenza. Nell’I Ching, leggiamo nel capitolo dedicato al segno: «Vasta è la ‘grande e originaria (potenza)’ indicata da Qian! Tutte le cose devono ad essa il loro inizio: – contiene tutte le appartenenze e i nomi del cielo. Le nuvole si muovono e la pioggia è distribuita; le varie cose appaiono nelle loro forme sviluppate». Nel microcosmo Qian designa l’azione del santo, del saggio e del sovrano degli uomini ed è grande il potere che desta la forza mediante la sua natura superiore. Satanael vuol prendere il posto del principio femminile al centro del cielo, per rubare il ruolo di creatore a suo Padre, divenendo il padrone della Colonna della Vita. Tale desiderio lo potremmo assimilare, forse in maniera un po’ ardita, al tormento gnostico inflitto dal Grande Tiranno Adamas, l’elemento maschile degli Arconti a Sophia, la Sapienza, elemento femminile dell’Eone Cristo, descritto nel citato Pistis Sophia. È interessante, giunti a questo punto ,leggere la seconda parte del racconto di Zhuangzi. Dopo aver ascoltato il racconto di Tang, La quaglia ne rise e disse: «Ma quello dove va? Io mi innalzo, spicco un balzo e piombo giù poco dopo. Svolazzo e a malapena tra i rovi e l’erbaccia. Per me questo è il massimo del volo. Ma quello dove se ne va?” il racconto termina così: Questa è la differenza fra l’inferiore e il superiore, il piccolo e il grande». La quaglia balza e piomba giù, il suo volo è limitato, orizzontale fra le sterpaglie e destinato a ricadere in basso, come il balzo di Satana dal pinnacolo nel Deserto.

La Fonte yezida

Un racconto simile a quello del Mare di Tiberiade, ma con protagonista l’angelo Gabriele, lo si trova nella mitologia Yezida, religione gnostica confinata nella regione di Sinjar, in Iraq. Riporto la leggenda secondo la traduzione di Furlani: «In principio il mondo era un oceano nel cui mezzo si trovava un albero creato dalla potenza divina. Dio stava sull’albero sotto forma di uccello (…) poi Dio creò dal suo splendore l’arcangelo Gabriele, pure sotto forma di uccello, e lo pose sull’albero, al suo lato. Gli rivolse la domanda: “Chi sono io e chi sei tu?” e Gabriele rispose: “Tu sei tu ed io sono io”. La risposta orgogliosa dell’Angelo voleva significare che egli, Gabriele era uguale a Dio in dignità. Allora Dio, stizzito, gli diede un colpo di becco, facendolo precipitare dall’albero.” La leggenda narra che Gabriele su consiglio dello Sheyh Sinn dopo molti secoli si ripresentò innanzi a Dio e gli chiese scusa, perciò oggi Gabriele siede al fianco di Dio». Il racconto Yezida, come quello russo, contiene uno degli elementi su cui si è imperniato tutto questo nostro discorso è l’ornitomorfia di Satana e di Dio. L’angelo creatore degli Yazidi è l’Angelo Pavone, corrispondente a Iblis, che nel Corano è lo Jiin ribelle. E proprio su questo dettaglio si apre un tremendo problema che ha visto i musulmani perseguitare il popolo Yazida, ma non mi addentrerò adesso nell’argomento, lasciandolo, per via della sua delicatezza a un prossimo articolo dedicatogli per intero. Affrontiamo ora l’ultimo racconto di questo lungo excursus, che riguarda il Mito della Creazione dell’Uomo presso lo Yazidismo. Faḫr Ad-dīn, che nello Scritto Nero, libro sacro degli Yazidi, è il secondo creatore, l’ultimo degli angeli, creato da Dio al sabato: – Al sabato egli creò l’angelo Nūrā’īl: egli è Faḫr Ad-dīn-. Come in Genesi di sabato viene creato anche l’uomo: «Faḫr Ad-dīn creò l’uomo, gli uccelli, le bestie e le pose nelle tasche della tonaca– e prosegue: – Poi comandò a Gabriele (Gibrā’īl) di far entrare Adamo in Paradiso, e che egli mangiasse tutti i frutti degli alberi, ma che non mangiasse il frumento». L’identificazione del frumento con il frutto proibito, viene fatta risalire da Furlani al gioco di parole ḥiṭṭāh, frumento e ḥaṭṭāh’āh, peccato e a secondo dello studioso, proviene da una leggenda rabbinica. L’Angelo Pavone (Melek Tawos) si comporta come Satana e induce Adamo a mangiare il frumento, le conseguenze vengono così narrate nello Scritto Nero: «18 Subito dopo che egli ne ebbe mangiato gli si gonfiò il ventre, e l’Angelo Pavone lo fece uscire dal giardino, lo abbandonò e salì in cielo. 19 Adamo si sentì in distretta, causa il suo ventre(…) Dio allora mandò un uccello, il quale venne, lo beccò e gli aprì un’uscita. E quello ebbe riposo». Vorrei proporre un’insolita chiave di lettura dell’episodio Yezida, adoperando anche qui gli elementi della tradizione tradizione cinese. I Visceri sono associati allo Yang, vuoti e capaci di comunicare con l’esterno. Gli organi (cuore, milza, rene, fegato e polmone), invece sono Yin. L’intestino pieno rende dunque impossibile la comunicazione con gli dei, e infatti per i Cinesi è accoppiato con il cuore, che ha la carica di Signore e Sovrano, Junzhu, e diffonde la luminosità degli Spiriti Luminosi (Shen Ming). Secondo lo Suwen, il blocco del Sovrano è catastrofico per la vita stessa: «Se il Sovrano non diffonde la sua luce, le Dodici cariche (gli organi) sono in pericolo. Questo provoca la chiusura e il blocco della vita, l’arresto delle comunicazioni e il corpo ne è gravemente danneggiato». Con l’espressione Essenze Spiriti, s’intende il respiro vitale dell’uomo, gli Spiriti, Shen, discendono dal cielo e popolano il mondo che circonda l’uomo. Nel Commentario della Cronaca delle Primavere e degli Autunni, redatto attorno al IV secolo a.C., Shen si trova associato al senso di “molto intelligente”. Un uomo spirituale è illuminato dall’interno da queste potenze celesti: è un essere meravigliosamente saggio e ispirato (De La Vallée). Per questo i visceri pieni di Adamo impediscono all’uomo di comunicare con lo Spirito Celeste, dunque con Dio. Tornando all’elemento ornitomorfo presente nel mito Yazida, pensiamo alle fattezze di uccello assunte dalle divinità egizie, i Neteru. Gli egiziani hanno utilizzato un sistema simbolico composto da elementi della natura, sicché troviamo nei suoi Neteru una gamma di rappresentanzioni ornitomorfe: il falco di Horus, l’avvoltoio che incorona le Regine e le Dee, la testa di ibis di Thot. Si arriva poi alla forma simbolica della colomba che assume lo Spirito Santo nei Libri del Salvatore : «Io ho portato giù l’acqua e il fuoco, (si notino gli elementi Yīn e Yang, che abbiamo appena visto, i pesci e gli uccelli, riuniti nell’Uomo Perfetto) dalla regione della Luce e dal Tesoro della Luce; io ho portato il vino e il sangue dalla regione di Barbelo. E poco dopo mio Padre mi mandò lo Spirito Santo in forma di Colomba». (Codice di Askew, traduzione di Mead) Gli uccelli sono associati all’elemento dell’aria e Giamblico ne dispiega il simbolo esoterico ne ‘I Misteri degli Egiziani:’ «Quanto agli uccelli li muove l’impulso della loro anima particolare, ma anche il demone che sovrintende agli esseri viventi, e anche il movimento dell’aria e la potenza del cielo che scende giù alla terra. Tutte queste cose, concordano con il volere degli Dei, conducono gli uccelli conformemente a quegli ordini che gli dei stessi hanno dato all’inizio». Sempre Giamblico descrive il potere dell’aria, parlando dei sistemi di divinazione: «L’aria e il movimento circolare della volta celeste, modificano in vari modi le viscere, come piace agli dei».

Ritrovare la direzione verso l’alto

Gli animali nelle narrazioni mitologiche alla base delle cosmogonie, sono simboli nei quali si adombrano gli archetipi e le forze della creazione, è impossibile togliere dalla forma la sua funzione simbolica, poiché si svuoterebbe la capacità introspettiva dell’uomo. È importante che essere e immagine siano l’uno contenuto dell’altro, poiché slacciando l’essere dal contesto dell’immagine non si fa altro che relegare la coscienza nell’inganno delle apparenze, sotto il dominio degli ‘uccellatori’ cantanti nel Salmo Manicheo, dal quale il vangelo di Filippo cerca di mettere in guardia chi viaggia alla conoscenza del vero Sé: logh13. «Gli arconti vollero ingannare l’uomo, perché essi videro che egli aveva la stessa origine di quelli che sono veramente buoni. Essi presero il nome delle cose che sono buone e lo diedero alle cose che non sono buone, per potere, per mezzo dei nomi, ingannare gli uomini e legarli alle cose che non sono buone. E poi, se essi fanno loro un favore, li allontanano da ciò che non è buono e li collocano in ciò che è buono, quello che essi conoscono. Perché essi hanno deliberato di prendere l’uomo libero e fare di lui un loro schiavo, per sempre» . Le forme svuotate del loro contenuto rendono l’unico balzo possibile verso l’alto, poiché, rinunziando a cercare la fiamma segreta nel simbolo ci siamo tolti le ali, lasciandoci legati ormai alla sola forza di gravità del suolo.

Piccola Bibliografia con testi di facile reperimento, per approfondire i temi trattati

Zhuangzi, a cura di Vittorio Arena, Bur.

I Ching a cura di R. Wilhelm, Adelphi.

Il Segreto del Fiore d’Oro, un libro di vita cinese. di C.G.Jung e R. Wilhelm, Bollati Boringhieri

Pistis Sophia , a cura di L. Moraldi, Adelphi .

Il Libro del Gran Logos e Apocalisse, GRS Mead, ed. Jupiter

Mitologia Catara, Alessandra Greco, CISAM di Spoleto

La Cena Segreta di F. Zambon, Adelphi.

Il Manicheismo III – a cura di G. Gnoli, Mondatori

Le origini degli Yezidi . M. Guidi, Libreria Editrice Aseq

Spezzare il Tetto della Casa, M. Eliade, Jaka Book

SATANA E LA STORIA PRIMA DELLA STORIAultima modifica: 2018-04-12T18:50:53+02:00da mikeplato
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