MELKIZEDEK E I TESTIMONI

QUESTO, AMICI, L’HO STRAPPATO AD UN FORUM DI QUELLI CHE IO CHIAMO “PREDICATORI IN GIACCA E CRAVATTA”, OSSIA I TESTIMONI DI GEOVA. QUESTI NON HANNO ALCUNA IDEA DELLA SOVRANITA’ DI MELKIZEDEK, SEMBRANO BAMBINI CUI SI METTE IN MANO QUALCOSA DI INCOMPRENSIBILE. TUTTAVIA LEGGETE. SE CARPEORO LEGGERA’ QUESTA, GLI DICO: RIFLETTI PROFONDAMENTE SU QUELLO CHE MI HAI SEMPRE DETTO SU MELKIZEDEK. IL TUO PENSIERO SU DI LUI, E LE TUE PAROLE DISSACRANTI, TIPICHE DI UN ARROGANTE INIZIATO DELLA SINISTRA COSTITUIRANNO MACIGNI E CARBONI ARDENTI SUL TUO CAPO IN FASE DI GIUDIZIO. TU CHIAMI UMANO UN ELOHIM, ANZI L’ELOHIM PER ECCELLENZA? E SE LUI E’ UMANO, TU COSA SEI AL SUO COSPETTO? SARO’ IN PRIMA FILA A VEDERE COME LA SPADA DI GIUSTIZIA DI MELKIZEDEK IRROMPERA’ SUL TUO CAPO.

 

La circostanza che tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C. il termine “elohim” era riferibile a figure celesti distinte dal Dio d’Israele (YHWH) è confermata da diversi studi a seguito ai ritrovamenti archeologici di Qumran, e che lo stesso Paolo Sacchi, professore di Filologia biblica, non ha mancato di segnalare nel suo scritto sul “Il messianismo ebraico dalle origini al II secolo d.C.”

La fonte da cui P. Sacchi ha tratto parte delle informazioni per il suo studio è: “Gianotto C., Melchisedek e la sua tipologia. Tradizioni giudaiche, cristiane e gnostiche (sec. II a.C. – sec. III d.C.), Brescia, Paideia 1984”.

Quest’ultimo testo non è sempre di così facile reperibilità, ma fortunatamente me lo ritrovo, e ho potuto approfondire l’argomento. Lo scopo del libro, ovviamente è quello analizzare le diverse interpretazioni del personaggio di Melchisedek sviluppatosi in ambienti giudaici e cristiani tra il sec. II a.C – sec. III d.C.
Questa analisi, ci fornisce tuttavia delle informazioni utili proprio sull’utilizzo del termine “elohim” nel medio/tardo giudaismo.

A pag.64 troviamo il titolo “11QMelch:Melchisedek, figura celeste” e proseguendo a pag.70 un sottotitolo, “Melchisedek-Elohim“.

In breve. 11QMelech è uno scritto costituito di 14 frammenti scoperti nel 1956 nella grotta 11 di Qumaran, che nonostante le numerose lacune, è risultato leggibile. Dal momento che Melchisedek sembrava essere il personaggio principale del documento, esso fu intitolato 11QMelch.

In questo scritto, questa figura sembra svolgere un ruolo davvero importante, e il termine “elohim” che vi figura più volte è inteso come riferibile ad una corte celeste, e in altre applicato a Dio, in altre ancora proprio a Melchisedek, che siede nell’assemblea di “El” (Dio) in mezzo agli altri “elohim”, il quale (Melchisedek) regna ed eserciterà il giudizio/vendetta di Dio nei tempi escatologici.

Nella letteratura Qumranica il termine “elohim” difatti ricorre raramente per indicare Dio, ed più comunemente utilizzato invece “El” in sostituzione del tetragramma, sacro a Qumran. Il Gianotto ci ricorda che il termine ebraico “elohim”, come documenta già l’uso veterotestamentario, accanto al significato comune di “dio”, può assumere in certi contesti anche quello più generico di “essere sovraumano” o “essere celeste”, è tradotto in alcuni casi nelle antiche versioni della Bibbia (LXX, Targumim , Syr Peshitta) con “angeli”. Ciò documenta, annota lo studioso, come all’interno del tardo giudaismo fosse possibile intendere il termine “elohim” riferito ad esseri diversi da Dio.

MELKIZEDEK E I TESTIMONIultima modifica: 2009-08-04T10:19:30+02:00da mikeplato
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