Pietro il vero Traditore

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di Mike Plato


Se volessimo interpretare alla lettera i Vangeli, non ci sarebbero dubbi nel considerare traditore Giuda, divenuto negli ultimi 2000 anni l’archetipo di colui che tradisce. L’espressione “bacio di Giuda”, che in senso meramente iniziatico è un tenero bacio di amicizia fra due fratelli in spirito, è un marchio infamante per la memoria di un apostolo il cui ruolo, iniquamente, è stato volutamente malinterpretato. Per chi conosce il simbolo e non si ferma alla lettera, il vero traditore non è Giuda, che comprende il piano divino e ne permette la realizzazione bensì Pietro che dimostra a più riprese di non comprendere l’ineluttabilità della sofferenza di Gesù, tentando addirittura di opporvisi. Pochi leggono attentamente il testo biblico, ma a me sembra che Matteo 26:50 sia più che chiaro al riguardo, allorché Gesù dice a Giuda: «Amico! Per questo sei qui».  La visione esoterica di Giuda ruota intorno alla domanda perché il tradimento venga perpetrato con un gesto simbolico così tenero come il bacio santo tra fratelli in spirito. La storia di Giuda presenta molti lati oscuri. David Ovason, ne L’Iniziato di Mark Hedsel, afferma testualmente: «I Vangeli non lascerebbero dubbi sul suo tradimento, ma il modo in cui lo raccontano suggerisce che esso nasconda uno dei grandi misteri del cristianesimo ancora in attesa di essere svelati… Il destino di Giuda è di ardua interpretazione». Gesù considera in Giuda non la sua inimicizia, ma la volontà di Dio, la necessità della realizzazione del Piano e delle profezie dei santi di Israele sul Messia che sarebbe venuto. Gesù ha in tale considerazione Giuda da chiamarlo “amico” e amico era. Potrà apparire bizzarro, ma sono convinto che Gesù abbia chiesto personalmente a Giuda di tradirlo, al fine di portare tutto a compimento. Senza Giuda, non ci sarebbe stata alcuna crocifissione e alcuna resurrezione. Ci sono precise espressioni di Rabbi Gesù che condurrebbero a una simile e sorprendente conclusione, una teoria intuita e ripresa da Nikos Katzanzakis nel suo L’Ultima Tentazione, tanto da ispirare Martin Scorsese nella realizzazione del film omonimo. In Giovanni 13:27, appare evidente che Gesù abbia ispirato Giuda nel fare ciò che assolutamente deve essere fatto: «Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”. Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo». Nessuno, eccetto forse la Maddalena, il segreto discepolo che Gesù amava, poteva sapere del segreto accordo fra il Maestro e l’apprendista. Gesù sollecitò Giuda a fare in fretta perché il tempo stringeva e la Grande Opera doveva essere portata a compimento. Giuda, nonostante avesse accettato a malincuore il patto con il Maestro, ritenne in ogni caso, sebbene neanche lui comprendesse il piano, di aver commesso un’azione indegna cosicché inveì contro i sacerdoti che avevano condannato Rabbi. Tentò di restituir loro i denari che poi gettò nel santuario affinché fossero benedetti e poi si tolse la vita impiccandosi, non tollerando più se stesso. Mi sembra che un simile pentimento non fu mai attuato da Pietro. Non v’è traccia alcuna né nei Vangeli, né negli Atti né tanto meno nelle Lettere.


Il Pietro satanico secondo Gesù


Come non fare confronti tra l’«amico» pronunciato da Gesù a Giuda e l’epiteto «satana» proferito da Gesù a Pietro? Simon Pietro, detto Chefa (in greco “roccia”), è chiamato nel Vangelo di Tommaso «Guardiano di Gesù», forse la sua più fida guardia del corpo. è molto probabile che fosse chiamato Roccia proprio per via della sua forza e della sua struttura fisica. Gesù aveva bisogno di un “duro” per proteggersi dalle ire di quegli scribi e farisei verso i quali inveiva con forza e coraggio. Come poteva talvolta sottrarsi all’ira della folla senza la determinante protezione dei dodici e in particolare di un omaccione quale Pietro? Tuttavia, al di là di quel ruolo, in più occasioni Pietro rivela un’ottusità e un’ingenuità spirituale disarmanti. In Matteo 17:22 Gesù rivela ai discepoli il Piano divino che contempla il suo calvario, necessario per morire e rinascere (come la fenice), ma Pietro, stupidamente, sembra ribellarvisi scatenando l’ira di Gesù: «Ma Egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me Satana! Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”». Ivi, Gesù fa intendere che Satana, l’avversario del divino, è l’uomo stesso. In Giovanni 13:5-11, Pietro persevera nell’errore: «Poi Gesù versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”.  Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci ma lo capirai dopo».  Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”.  Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i piedi ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti”». Sapeva infatti chi lo tradiva. Per questo disse: «Non tutti siete mondi». Sono fermamente convinto che anche in questa occasione Gesù alludesse a Pietro e non a Giuda. In Giovanni 21:18 Gesù, dopo la resurrezione e la realizzazione cristica, profetizza con rigore a Pietro, dopo averlo ammonito per ben tre volte, di pascere le sue pecorelle: «In verità ti dico, Pietro, quando eri più giovane ti cingevi i fianchi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Il misterioso altro a cui Gesù accenna è Satana/Beliar, l’avversario dei Giusti, colui che tiene in scacco i destini dei deboli. In Matteo 14:22 Pietro è dichiarato «uomo di poca fede». «Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli gli disse: “Vieni!” Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù ma impaurendosi disse: “Signore salvami!” E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”» Il passo che ha suscitato un’erronea considerazione della figura di Pietro è certamente Matteo 16:18 che, interpretato alla lettera, ha dato adito alla Chiesa Romana di costruire le proprie fortune sulla successione apostolica da Pietro, anziché dai legittimi eredi di sangue di Gesù e Maddalena. Occorre ricordare che gli Esseni (Figli della Luce) nel Documento di Damasco 1:19 affermano che i Figli o Servi delle Tenebre abbiano l’abitudine inveterata di: «Dichiarare giusto l’empio e l’empio giusto» ovvero di far credere che un personaggio empio sia stato giusto e viceversa. Con Gesù hanno seguito un’altra strategia: lo hanno fagocitato, portandolo dalla loro parte. D’altronde il giusto Paolo, in 2 Corinzi 12:7, rivela che anche Satana si mascheri da angelo della luce.  Il testo di Matteo dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò [non dice edificherai] la mia chiesa [tempio interiore, concetto espresso anche da Paolo] e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli; e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». In realtà, il passo è velatamente alchemico. Il nome Pietro è reso in greco con Kefa e in Egitto kefa era reso col termine “skeffa”, conosciuto meglio come “cibo skeffa”, codificazione di un alimento alchemico. Lo stesso kepher, la prima materia alchemica nella tradizione esoterica egizia, è strettamente legato a Pietro-Chefa. La Pietra, infatti, rappresenta la Prima Materia dell’iter alchemico, indispensabile per la costruzione del proprio tempio interiore, tanto più che Gesù parla di «sciogliere e legare», una chiara allusione al «solve et coagula» alchemico, ottenibile con la prima chiave dell’alchimia («a te darò le chiavi del Regno dei Cieli»). L’Ego Te Absolvo del confessore cristiano è un’allusione al solve, ossia allo scioglimento del karma operato con l’acqua di fuoco. Nella Pistis Sophia 133:3, Gesù sembra idealmente riallacciarsi a quanto detto con «Per questo ho portato nel mondo la chiave dei misteri: per sciogliere peccatori che crederanno in me e mi ascolteranno; per scioglierli dai vincoli e dai sigilli degli arconti; per unirli (legare-coagulare) ai sigilli, agli abiti e agli ordini della luce. Cosicché colui che nel mondo sciolgo dai vincoli e dai sigilli degli eoni degli arconti, sia sciolto in alto dai vincoli e dai sigilli degli eoni degli arconti. Cosicché colui che nel mondo avvinco ai sigilli, agli abiti e agli ordini della luce, nel paese della luce sia unito agli ordini delle eredità della luce». Ciò che è dentro è anche fuori e ciò che in basso è come ciò che è in alto. Elemento importante nell’economia del vero tradimento è il triplice rinnegamento di Gesù da parte di Pietro. In tal senso, al canto del Gallo (il richiamo di Dio, dell’Oriente spirituale), Pietro diviene il simbolo di colui che non ascolta la chiamata del Signore volta a intraprendere la Via, secondo il detto che Gesù stesso aveva pronunciato: «Molti i chiamati, pochi gli eletti». E Pietro, seppur chiamato, non era un eletto. C’è anche un altro passo che testimonia della non elezione di Pietro, Giovanni 21:7: «Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato e si gettò in mare. Gli altri discepoli vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci». Tutti i discepoli arrivano con la barca, Pietro è l’unico a tuffarsi in mare, il che vuol dire che egli è ancora immerso nelle sue acque, ovvero dominato dal subcoscio. Pietro ragiona ancora in termini troppo umani, nella Tradizione simboleggiati dalle acque. Un’ulteriore dimostrazione dell’incapacità di Pietro di capire il Piano divino sul suo maestro è offerta da Giovanni 18:11 e Matteo 26:52 allorché Gesù, arrestato al Getsemani, visto Pietro che usava la spada contro il servo del Sommo Sacerdote tagliandogli l’orecchio destro, si adira con lui e lo apostrofa: «Pietro, rimetti la tua spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio che mi darebbe subito dieci legioni di angeli? Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato? Ma allora, come si adempirebbero le scritture secondo le quali così deve avvenire?». Pietro dimostra ancora una volta di non godere di alcuna consapevolezza dell’ineluttabilità degli eventi che avrebbero permesso a Gesù il Cristo di completare la sua missione, interna ed esterna.



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Il nemico delle donne del tempio


Pietro non era un maestro di giustizia e non godeva neanche di una grande illuminazione spirituale, come i Vangeli si sforzano di mostrare in diverse occasioni. I vangeli apocrifi, non a caso avversati dall’autorità religiosa romana, documentano di una feroce avversione di Pietro per le donne iniziate (sacerdotesse) e in particolare per la Maddalena (cfr. pag. 40 su questo numero). La sua avversione per le donne fu ereditata anche dalla Chiesa Romana che non ha mai ammesso la donna al sacerdozio. Il contrasto fra l’organizzazione delle comunità iniziatiche che ammettevano la donna al sacerdozio e quello successivo della Chiesa Romana è sconcertante, dato che lo stesso Gesù affermava che «la continenza deve essere frutto di libera scelta». Ed è proprio Pietro ad avversare Maddalena, anzi a esserne perfino geloso, poiché Gesù la bacia sulla bocca e la esalta davanti agli altri. Pietro sembra non tollerare questo atteggiamento di Gesù e Maddalena (Pistis Sophia 72:6), confessa di temere le minacce di Pietro, il quale ha in odio il nostre genere femminile. Addirittura Pietro, nella Pistis Sophia 146:1 sbotta: «Le donne la finiscano di domandare affinché possiamo domandare anche noi». Quest’odio atavico per la donna e in particolare di Pietro per esse e per Maddalena è ben documentato nel Vangelo di Tommaso 121, allorché Pietro stesso afferma: «Maria si allontani di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della Vita» E Gesù risponde a Pietro: «Ecco io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio, affinché possa divenire uno spirito vivo simile a voi maschi. Poiché ogni donna che diviene maschio entrerà nel Regno dei Cieli». Anche nel Vangelo di Maria, Pietro contesta il suo rapporto con Gesù, dicendo: «Avrebbe egli davvero parlato privatamente con una donna e non apertamente con noi? Perché dovremmo cambiare opinione e darle ascolto?» Un vero iniziato conosce il valore e la sensibilità di una donna con forti inclinazioni spirituali. Pietro dimostra uno stato di coscienza inferiore a quello degli altri discepoli e di essere affetto da quel fastidioso maschilismo che sarà poi ereditato dalla Chiesa Romana.


Leonardo aveva compreso o sapeva


Una traccia illuminante del tradimento di Pietro è rinvenibile nell’arte sacra: il famoso Cenacolo di Leonardo da Vinci. è noto che Leonardo fosse un iniziato e, probabilmente, doveva aver intuito, o essere stato istruito sul fatto che il vero traditore in senso spirituale, tra i dodici, fosse Pietro. Dallo scenario dell’opera sembra che Leonardo abbia voluto riprodurre l’episodio dell’annunzio del tradimento come narrato in Giovanni 13:21. La scena che più ci riguarda è quella descritta nella parte sinistra dell’opera, ove appaiono nell’ordine: Bartolomeo, Giacomo il Minore, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni(Maria Maddalena), Gesù.

Nel passo di Giovanni è detto che il discepolo che Gesù amava, ovvero Giovanni-Maddalena, si trovasse al fianco di Gesù. Nell’opera appare che, chi si trova alla destra di Gesù, non sia l’uomo Giovanni, ma una donna a Gesù speculare: veste rossa e mantella blu per Gesù, veste blu e mantella rossa per Maddalena, i classici colori sacerdotali. Non solo. In Giovanni 13:24 si dice che Simon Pietro facesse un cenno al discepolo che Gesù amava, chiedendogli/le: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?» è detto poi: «Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”». Solo la Maddalena (cioé Giovanni Evangelista), innamorata del Maestro, poteva compiere il tipico gesto di una donna innamorata: reclinare il capo sul petto dell’amato. Perché, ci si chiede, proprio Pietro e non altri formula questa domanda che ha tutta l’aria di essere una domanda retorica? Nell’opera è evidente che proprio Pietro si sporge verso la Maddalena come a volerle porre una domanda in un atteggiamento ambiguo che testimonierebbe quell’avversione di sapore maschilista documentata negli apocrifi.

è proprio Leonardo ad introdurre l’elemento apparentemente bizzarro ed estraneo che esprime ambiguità e tradimento. Tra Giuda e Andrea, precisamente quasi all’altezza del tavolo e alle spalle di Giuda, appare un coltello minaccioso nascosto alla vista di Gesù. Chi lo impugna? Giuda non può essere poiché ha entrambe le mani in vista. Il coltello è maneggiato da Pietro che sembra così, nell’ottica di Leonardo, avere un atteggiamento ambiguo sia nei confronti della Maddalena che di Gesù. Si consideri che nei quattro Vangeli sinottici, allorché annuncia il tradimento, Gesù parla proprio a Pietro profetizzando il suo imminente triplice rinnegamento. Chefa gli promette di dare la vita per lui (Giovanni 13:37), ma Gesù già sa che Pietro non è destinato a compiere il sacrificio d’amore ed espierà venendo crocifisso a testa in giù. Pietro era fondamentale per gli eventi a venire. Da lui doveva poi promanare quell’istituzione nota come Sacra Romana Chiesa, evento ineluttabile nei piani divini. Egli, come descritto in Galati 2:11, si scontra a viso aperto perfino con Paolo, di gran lunga più evoluto di lui spiritualmente: «Ma quando Chefa [Pietro] venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo [fratello di sangue di Gesù], egli mangiava insieme ai pagani [gli iniziati mangiano solo con gli iniziati, poiché sono compagni, cioè mangiano il pane insieme]; ma dopo la loro venuta cominciò a evitare i pagani e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi [fratelli iniziati]. E anche altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Chefa in presenza di tutti: “Se tu che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei (di cui Cristo è re), come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?”» Insomma, Pietro era un personaggio minore da un punto di vista iniziatico e, come tale, ebbe accesso solo a quei misteri minori che, con tutta probabilità, furono custoditi dalla Chiesa di Roma. Giuda, al contrario, seppe dimostrare di comprendere il Maestro e il piano del Padre su di lui, molto meglio di altri discepoli. Non dimentichiamo che, in alcune occasioni, gli apostoli confessarono di non credere all’incredibile messaggio del Rabbi e lo stesso Gesù, nella sofferenza del Getsemani, li definì «dormienti». Forse Giuda (non appaia paradossale), fu il più vigilante di tutti loro. Il tempo confermerà certamente la sua statura come ha fatto Katzanzakis nel suo romanzo, in modo assolutamente illuminato: «“Giuda, fratello, il tuo momento è arrivato, sei pronto per tradirmi e consegnarmi a Caifa?” gli domandò Gesù. Giuda a sua volta gli domandò: “Ancora una volta, Rabbi, perché hai scelto me?” E Gesù: “Tu sei il più forte, lo sai. Gli altri non hanno la forza”. S’intromise Pietro, chiedendo preoccupato: “Dove va?” La risposta di Gesù fu: “La mano di Dio è in cammino. Non metterti sulla sua strada”.» Allorché Gesù afferma: «Nessuno dei discepoli è andato perduto tranne il figlio della perdizione, affinché si adempisse la Scrittura» (Giovanni 17,12), non a caso evita di nominare il traditore. Ciò al fine di non dare nulla per scontato e far sì che chi potesse intendere, intendesse.

Pietro il vero Traditoreultima modifica: 2009-08-07T17:29:00+02:00da mikeplato
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9 Responses

  1. disent
    at |

    I testi biblici, e non solo, sono molto sopravalutati.
    Buona serata

  2. disent
    at |

    I testi biblici(specialmente), e non solo, sono molto sopravalutati.
    Buona serata

  3. disent
    at |

    Oh, mi scuso per aver inserito 2 volte il mio commento. Non avevi visto perchè mi riportava al top della pagina.
    Mi scuso di nuovo

    Buona sera.

  4. Francesco
    at |

    Ciao Mike,
    questo intervento mi è parso interessante (vorrei capire da dove l’hai tirato fuori), ci sono testi, contributi o altro per una rilettura critica dei testi sacri che ho in programma per quest’estate? Ho sempre detestato i testi sacri che trovavo ridicoli, ma la lettura che ne facevo era quelle delle elementari, quindi ho deciso di darmi un’altra chanche… però, all’inzio, ho bisogno di riferimenti che mi permettano di togliere il ricordo che ho e leggere approfonditamente le scritture (per non rifiutarle di nuovo). I contributi che trovo qui sono buoni ma sporadici.
    Grazie e buone vacanze!
    Bue francesco

  5. Francesco
    at |

    Ciao Mike,
    questo intervento mi è parso interessante (vorrei capire da dove l’hai tirato fuori), ci sono testi, contributi o altro per una rilettura critica dei testi sacri che ho in programma per quest’estate? Ho sempre detestato i testi sacri che trovavo ridicoli, ma la lettura che ne facevo era quelle delle elementari, quindi ho deciso di darmi un’altra chanche… però, all’inzio, ho bisogno di riferimenti che mi permettano di togliere il ricordo che ho e leggere approfonditamente le scritture (per non rifiutarle di nuovo). I contributi che trovo qui sono buoni ma sporadici.
    Grazie e buone vacanze!
    Bue francesco

  6. at |

    Ainda que eu falasse as línguas dos homens e dos anjos, e não tivesse amor, seria como o metal que soa ou como o sino que tine.

  7. at |

    Então os deuses voltaram e me ofereceram a felicidade, eu lhes respondi – não estou interessado, quero ficar com os meus semelhantes.

  8. at |

    Existem diferentes estados para experiências fora do corpo, cada caso respresenta um estado da consciência nos mundos psicológicos…

  9. at |

    Este yoga asana está entre os mais efetivos objetivamente da hatha yoga. Quando bem feito seus benefícios são colhidos imediatamente….

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