MADDALENA SECONDO MARGARET STARBIRD

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Chi era la Maddalena, quale legame aveva con l’aspetto femminino della divinità tanto rispettato e rappresentato nella tradizione caldeo-babilonese  ed egizia?  E’ possibile accedere ad un livello più profondo di lettura del suo ruolo grazie alla Cabala? Intervista a Margaret Starbird, esperta internazionale dei temi relativi al femminino nei Vangeli.

di Adriano Forgione

Maria Maddalena, un nome che ricorre di frequente tra chi si interessa di origini del Cristianesimo. Molte sono le versioni relative alla sua unione con Gesù e quando troppe sono le voci eccessiva è la confusione. Occorre fare ordine e per comprendere realmente il ruolo che questa fondamentale figura femminile ebbe nella nascita della prima chiesa cristiana ci siamo rivolti ad una delle principali studiose di questo argomento. Margaret Starbird, americana, autrice di ben quattro saggi sull’argomento, non tradotti in Italia, The Woman with the Alabaster Jar (La Donna con il vaso di Alabastro, 1993 che dovrebbe essere in fase di pubblicazione per Mondadori), The Goddess in the Gospels (La Dea nei Vangeli, 1998), The Feminine Face of Christianity  (L’aspetto femminino della Cristianità 2003) e Magdalene’s Lost Legacy  (L’eredità perduta della Maddalena, 2003) è la persona giusta per affrontare gli aspetti del femminino nella Cristianità delle origini e le sue relazioni con la tradizione esoterica ebraica, avendo la Starbird, affrontato il tema anche attraverso le scienze sacre della Cabala e della Gematria. 

Adriano Forgione: Nel suo principale saggio The Woman with the Alabaster Jar lei ha discusso l’Eresia del Graal. Può spiegarci il suo punto di vista u questo argomento delicato?
Margaret Starbird: “L’Eresia del Graal era il ‘grande segreto’ delle correnti sotterranee del Medioevo, la credenza che Gesù fosse sposato e che uno dei figli frutto dell’unione con Maria Maddalena venne condotto in Gallia per essere il progenitore della linea di sangue merovingia. La denominazione “Santo Graal” in francese antico può essere interpretata come “Sang Real”, che significa “sangue reale”. Supponiamo per un momento che il “Graal”, il “sacro contenitore”, non era affatto un calice, ma una donna, la madre di un bambino. Ciò offrirebbe una chiave tutta nuova alla leggenda che Maria Maddalena, Lazzaro e Marta portarono il “Sang Real” in Gallia. Questa leggenda è nata in Europa occidentale ed è largamente diffusa nell’arte, nei manufatti e nel folklore del periodo medievale. La crociata albigese è stata promossa in parte per sopprimere l’Eresia del Graal, e l’Inquisizione continuò a evitarne il risorgere per secoli, ma essa rimase nei simboli e nei vangeli stessi, motivo per i quale questa credenza non può essere distrutta. Continua a ritornare perché risuona con le persone che capiscono che “l’unione” – non il celibato – è il modello di vita”.

A.F.: Perché chiama Maria Maddalena la “Dea dei Vangeli”?
M.S.: “Ho trovato prove molto convincenti nelle Scritture che Maria Maddalena veniva percepita dai primi cristiani come la Sposa e controparte di Gesù – la “sua metà” – in quella che io considero un’unione indissolubile tra sposo e sposa archetipali. Nell’ambito dell’Impero Romano, “l’Unione Sacra” degli archetipi veniva celebrata con festival annuali in onore della Forza Vitale come una coppia – il dio e la dea che rappresentano i sentieri armoniosi del cosmo – il bilanciamento delle energie maschili e femminili dell’Universo. I pagani convertiti riconoscono a Maria Maddalena il ruolo delle antiche dee celebrate in occasione dell’equinozio di primavera nei culti dello hieros gamos (la parola inglese per “Pasqua”, “Easter”, deriva da “Ishtar”, la dea babilonese di questo culto, il cui nome è anche presente in “Astarte”, la dea controparte di Ba’al nella mitologia cananea). Questa identificazione con la Sposa del Dio Risorto è presente nei Vangeli canonici e confermata nel Nuovo Testamento dalla gematria dell’epiteto “η Μαγδαληνη”, cioè “La Maddalena”. Ogni qual volta che Gesù veniva percepito come un dio simile a Tammuz/Osiride/Dioniso dai primi pagani convertiti al cristianesimo, la Maddalena veniva percepita come la dea corrispondente. Tra i primi credenti cristiani (sorprendente per il tempo!) le donne venivano trattate ugualmente agli uomini, basandosi sul modello della “unione sacra” e dal “banchetto di nozze” tra Gesù e la sua “Amata”. Tertulliano e altri Padri della Chiesa alludono alle similitudini dei miti e rituali pagani con la pratica cristiana, quindi queste connessioni sono ben attestate

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A.F.: Su quale base stabilisce che Maria di Magdala e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, siano la stessa persona?
M.S.: “L’identificazione di Maria, sorella di Lazzaro, con Maria Maddalena risale ai primissimi cristiani, basandosi sul tema dell’unzione di Gesù per la sepoltura. La sorella di Lazzaro lo unge “in anticipo” in due occasioni (Gv 11:2 e 12:3) e la “Maddalena” porta il suo unguento alla tomba il giorno di Pasqua. Due volte, nel suo Vangelo, Giovanni dice che la donna “che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli” era Maria, sorella di Lazzaro. In questo testo Giovanni combina elementi di scene simili degli altri tre Vangeli canonici, e offre un’identità alla donna che unge Gesù, precedentemente senza nome. Negli antichi rituali che celebravano il “Re/Sposo Sacrificato” l’unzione da parte della Sposa reale era un rito nuziale che conferiva regalità al consorte, parte di una sequenza liturgica che celebrava lo hieros gamos o “matrimonio sacro”. Questi misteri pasquali venivano celebrati nei culti della fertilità di coppie divine nell’antico Vicino Oriente, trai quali quelli di Inanna e Dumuzi, Ishtar e Tammuz, Iside e Osiride, Afrodite e Adone, Cibele e Attis. Questi riti pagani celebravano la vita, la morte e la rigenerazione della forza vitale all’equinozio primaverile. In questi antichi riti, lo sposo e la sposa celebravano le loro nozze e consumavano il matrimonio nella camera nuziale. La loro terra e le loro genti gioivano con loro e la gioia della sacra unione si diffondeva in tutto il reame, assicurando la fertilità delle messi e del bestiame. Successivamente nella progressione liturgica il sacro re veniva torturato, mutilato, messo a morte e deposto in una tomba. Quando la sua sposa si recava nel giardino per piangere il suo amato, si rallegrava al trovarlo risorto. Simili rituali vennero in seguito estesi nelle “religioni misteriche, per riflettere la rigenerazione spirituale oltre che fisica. Questa esatta sequenza liturgica di matrimonio, tortura, morte e resurrezione viene ripetuta nei Vangeli dai racconti dell’unzione, crocifissione, morte e resurrezione di Gesù. La trama del film di Mel Gibson La Passione di Cristo inizia a ragione con l’unzione in occasione del banchetto di Betania da parte di una donna – un rito che riflette i rituali del “matrimonio sacro” degli antichi culti dello Sposo e della Sposa archetipici. Dato che è prerogativa esclusiva della Sposa ungere il Re/Sposo durante il rito nuziale pagano e anche di incontrarlo, risorto, nel giardino, possiamo identificare la “Sposa” nella mitologia cristiana attraverso queste stesse azioni: si tratta di Maria, chiamata “La Maddalena”. Credo che i primi convertiti al cristianesimo riconobbero immediatamente che Maria, sorella di Lazzaro, veniva chiamata “La Maddalena” come una sorta di titolo ne rifletteva il ruolo. L’identificazione delle due Marie fece parte della fede della Chiesa Cattolica Romana per quasi due millenni, confermata sia nelle celebrazioni liturgiche che nelle tradizioni artistiche, finché non venne ufficialmente corretta nel 1969”.

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A.F.: Nel suo libro Magdalene’s Lost Legacy, Lei afferma che l’unione tra Gesù e la sua sposa, Maria Maddalena, forma un’unione sacra, la pietra d’angolo della prima comunità cristiana. Quali sono i motivi che l’hanno condotta a quest’affermazione?
M.S.: “Una delle parabole dei Vangeli ci dice che un certo re tenne un festino di nozze per suo figlio, ma tutti gli invitati declinarono l’invito. Credo che questo sia lo scenario esatto che si presentava nel I sec. Credo che Gesù offrì alla sua comunità un “festino di matrimonio” che celebrasse l’ugualianza e l’unione di amore reciproco tra marito e moglie. Egli usa questo banchetto armonioso come una metafora per il “regno di Dio”, già dentro e intorno a noi, che aspetta solo di essere riconosciuto. Credo che la relazione tra Gesù e Maria Maddalena incorpori la mitologia della “Unione Sacra” e che tutto il circolo di persone a loro più vicine riconoscevano la simbiosi archetipica dello “Sposo” e della sua “Sorella-Sposa” derivata dal Cantico dei Cantici. La loro “unione” è confermata dalla mitologia dello hieros gamos, rafforzata dalla gematria di alcune frasi del Vangelo. Se addizioniamo il valore delle lettere greche presenti nel titolo onorifico “La Maddalena” (η Μαγδαληνη), la somma sarà uguale a 153, il numero dei “pesci” nella rete in Giovanni 21. Questo passaggio è una metafora per la Chiesa dei pesci (iniziati). Il numero 153 è associato anche alla forma geometrica chiamata vescica piscis (o mandorla mistica), che nella geometria sacra dei pitagorici veniva associata alle antiche dee dell’amore e della fertilità: la matrix, il grembo, la porta verso la vita, il Sancta Sanctorum. Gesù veniva rappresentato come ιχθυς (”pesce”) dai primi cristiani, e a Maria Maddalena era stato conferito un titolo che la associava specificamente al “Recipiente dei Pesci”. Entrambi sono il Signore e la Signora dei “Pesci” e dell’Età dei Pesci che volge al termine. Il simbolo astrologico dei pesci è molto simile al Tao, il glifo orientale per l’unione archetipica di tutti gli opposti”.


A.F.: Nell’Antico Testamento, in particolare nelle lettere ebraiche, possiamo trovare visioni profetiche sulla figura di Maria Maddalena? Se sì, quali?
M.S.: “La “profezia” più interessante delle epistole paoline è in Galati 4:22-24: “Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello della donna libera, in virtù della promessa. Ora tali cose sono dette per allegoria…”. Io credo che questa allegoria possa essere riferita a Gesù piuttosto che ad Abramo (anche se questo non era l’intento originale di chi l’ha scritta, ma una midrash, o interpretazione, successiva. Maria Maddalena può essere percepita come la “donna” e “Sposa” in vari modi anche nell’Apocalisse”

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A.F.: Nei Vangeli si parla del “granello di senape” che diviene un albero. Secondo Lei è una pura coincidenza che la somma delle lettere del “granello di senape” sia il numero 1746, somma di 666 e 1080 e simbolo dell’unione che nasce dagli opposti, dove1080 è l’aspetto femminile e 666 quello maschile?
M.S.: “Nell’antica pratica della gematria, le espressioni vengono coniate deliberatamente cosicché la somma dei loro valori rifletta e sviluppi alcuni principi di geometria sacra. Essa funziona sia con l’alfabeto greco che con quello ebraico perché ad ogni lettera in queste due lingue è stato attribuito un valore numerico. Quando la somma dei valori di una singola parola corrisponde a quella di un’altra, può essere una coincidenza. Ma quando espressioni di una o più parole, come “il granello di senape”, “regno di Dio”, o “La Maddalena”, sono combinate è molto meno probabile che si tratti di un caso. Gli autori dei testi sacri potevano creare tutte le espressioni che volevano. Propendevano deliberatamente per le frasi fatte perché la convenzione della gematria permetteva forti associazioni con il principio cosmico che la somma della frase rappresentava. Ad esempio, nel Libro delle Cronache, nell’Antico Testamento, “666” è il numero di talenti d’oro pagati in tributo a Salomone. Il numero riflette il potere di Salomone, un monarca “solare” o “assoluto di un potentato orientale.Il “numero della Bestia” è 666 perché, nel “canone dei numeri” stbilito, rappresenta il potere solare – l’energia mascolina o “Logos”, la “forza senza misericordia” (“Bestia” era colui che deteneva la conoscenza, si pensi a Bes, dio delle iniziazioni o al dio sumero Oannes, la Bestia del Mare Eritreo). Il numero “compagno 1080 rappresenta l’energia lunare (femminina) nell’antico canone. John Michell, filosofo britannico, ha condotto ricerche approfondite sull’argomento e ha pubblicato lo studio informativo The Dimensions of Paradise (1988). Egli cita l’uso di Platone della somma tra 666 e 1080: Platone dice che il numero 1746 rappresenta la “fusione” dei principi mascolino e femminino, l’uovo fertilizzato o “seme sacro”. E il “granello di senape” che si trova nei Vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca) e anche nel Vangelo di Tommaso, ha lo stesso valore in gematria. Ciò che Gesù ha detto nella sua famosa parabola è che il regno di Dio è come la simbiosi e unione armonica (la “fusione” o “matrimonio”) delle energie mascolina e femminina. Le locuzioni greche del Nuovo Testamento contengono numerose somme che riflettono valori importanti e principi cosmici del loro retaggio culturale. Non sono coincidenze. L’argomento viene affrontato nel mio libro Magdalene’s Lost Legacy (2003)”.

A.F.: Quali sono i motivi che conducono il numero 7 ad essere collegato con il “sacro femminino”?
M.S.: “Il numero 7 ha a che fare con la perfezione del tempo. Dopo aver creato il cosmo, Dio riposò il settimo giorno. Nell’antico Israele la legge decretava che la terra dovesse avere un anno “sabbatico” cioè restare incolta ogni settimo anno. Ma il 7 ha anche attributi di “verginità”, dato che non genera né viene generato da nessuno degli altri numeri della prima decina. Visto ciò, il 7 a volte viene chiamato “vergine” o “perfetto”. E’ associato a Ishtar (7 veli), a Maria Maddalena (7 demoni) e a Pallade Atena e altre manifestazioni della Saggezza, la “santa Sofia”, e anche al Santo Spirito (7 doni dello Spirito)”.

A.F.: Con l’ausilio della gematria, Lei è stata in grado di decifrare aspetti oscuri dell’Apocalisse. Può chiarirci la Sua interpretazione riguardo al noto verso Sono l’Alfa e l’Omega?
M.S.: “Il valore di Alpha è 1, mentre Omega è 800. Sommati danno 801, un “anagramma” di 1080, e la somma di περιστερα (leggi “peristera”), la parola greca per “colomba”, il simbolo dello Spirito Santo. Il numero 1080, inoltre, è la gematria sia dello Spirito Santo che dello Spirito della Terra (l’aspetto “femminino” o “immanente” del Divino). Le lettere dell’alfabeto, da Alfa a Omega, contengono tutte le possibili permutazioni e combinazioni della “Parola di Dio”, quindi dell’intero cosmo quale manifestazione del Creatore. La lettera Α (l’uno) rappresenta il principio creativo, rigenerativo del mascolino (come l’abete sempreverde), mentre l’Ω (omega) ha la forma di un utero. Il suono e la lettera M sono associate al femminino in molte lingue: mater, mere, mother, madre, mammal, mare, tutte parole che hanno a che fare con i concetti di “madre” e “mare”, mentre “eg” (ak) significa “grande”, quindi l’etimologia della lettera greca Ω riflette la “Mater maior”. L’epiteto “Alfa e Omega” riflette il Sacro Uno che è puro Spirito, al di là del genere sessuale. L’intera frase “Io sono l’Alfa e l’Omega” ha gematria 2220, la stessa cifra de “lo spirito della profezia” (το πνευμα προφητειας), di “Giovanni Battista” (Ιωαννης Βαπτιστησ) e di “portatore di Cristo” (Χριστοφορος)”.

A.F.: Qual è secondo Lei l’autentico scopo dell’autore dell’Apocalisse? Quali sono gli elementi che ci spingono a ritenerlo il punto focale della Cristologia?
M.S.: “Io credo che l’autore dell’Apocalisse stesse tentando di avvertire i cristiani che l’adorazione di una persona umana storica inerente alla dottrina del Cristo fisico che si sviluppa alla fine del I sec. era idolatra e sarebbe culminata nel disastro per l’intero pianeta, espresso dalle calamità previste dal profeta. In questa dottrina, spogliata della controparte femminina, l’immagine del Signore risorto è quella di un uomo seduto su un trono celeste, che governa con potenza e forza. Questa immagine si è cristallizzata nella nostra coscienza come una divinità maschile dominante, distorcendo la realtà e svalutando conseguentemente il “Femminino”, dal momento che “Lei” è assente dalla sala del trono celeste prevista e perpetrata dalla dottrina cristiana. Chi adora l’immagine di “Dio” preferisce i figli maschi alle femmine e onora gli attributi e le attitudini maschili, ignorando o deridendo quelli femminili. Intellettualmente sappiamo che “Dio” va oltre il genere sessuale, Dio è pura “energia” o “Spirito”, ma usiamo solamente parole e pronomi maschili per Dio e Gesù, cosa che distorce la nostra visione dell’equilibrio inerente al cosmo a partire da un livello molto basso, sin da quando eravamo bambini. La “Bestia” (666) rappresenta la forza senza misericordia, e l’adorazione del principio della forza mascolina impersonato in un’immagine esclusivamente maschile di Dio equivale in realtà all’adorazione del 666 solare. L’autore dell’Apocalisse ci mostra molto chiaramente le guerre, le pestilenze e le calamità che deriveranno dal nostro orientamento “mascolino”. “Quando c’è sempre il Sole, al di sotto c’è un deserto. Ci vuole un po’ di pioggia per far crescere il giardino””

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A.F.: Perché, secondo Lei, la figura di Gesù era collegata dai Padri della Chiesa all’immagine dei Pesci? Unicamente perché alla sua nascita la costellazione entrò nell’Era dei Pesci?
M.S.: “I cittadini dell’Impero Romano erano ben al corrente della precessione degli equinozi nello Zodiaco ed erano impazientemente in attesa della “Buona Novella” della nascita dell’avatar dell’Età dei Pesci. Già nel Vangelo di Matteo incontriamo i “Magi” (sacerdoti-astrologi persiani) nell’affannosa ricerca del neonato re dei Giudei perché hanno visto la sua “stella”. La chiesa dei primordi ha coniato il termine ΙΧΘΥΣ dalle iniziali dell’epiteto greco che significa “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”. Io credo che lo fecero di proposito per rivendicare il fatto che Gesù fosse il Pesce (il Signore della Nuova Era), ma Tertulliano e Ireneo e altri fondatori della Chiesa hanno dimenticato che il segno zodiacale dei Pesci era costituito da due pesci, non uno. Il segno zodiacale era come un “Tao”, due pesci che nuotano in direzioni opposte. Quando la Chiesa dei primordi negò e perse Maria Maddalena come “Sposa”, perse tragicamente “l’altro pesce”. Come la “sirenetta” della favola, Maddalena venne spedita sul fondo del mare (cioè sommersa nel nostro inconscio) e le venne portata via la voce, con le conseguenze che possiamo vedere per tutte le donne esiliate dalla vera vita di coppia “in sua memoria””.

Adriano Forgione: Lei è d’accordo con la tesi di Giovanni, secondo la quale fu proprio Maria di Magdala la fondatrice della Cristianità? Se sì, su quali basi?
Margaret Starbird: “E’ chiaro dai Vangeli che Maria Maddalena sia la più fedele di tutti i discepoli. Nei quattro Vangeli canonici lei sola è presente sia alla crocifissione che alla resurrezione, mentre gli altri apostoli, i ‘12’, sono virtualmente assenti da queste scene. Mentre gli altri Vangeli in queste occasioni pongono altre donne accanto a Maria Maddalena, nel Vangelo di Giovanni la donna si reca sola alla tomba in occasione della Pasqua, ed è la prima a testimoniare il Signore risorto, che le dice di andare dai suoi fratelli e dir loro che tornato. Quindi lei è il primo apostolo – la parola in greco significa ‘messaggero’ – e viene inviata agli altri come emissario.Ci sono otto liste che elencano i nomi delle donne seguaci di Gesù, e in sette di queste Maria Maddalena è menzionata per prima. Lei è assolutamente prominente rispetto a tutti gli altri amici di Gesù presenti nei Vangeli. Il primo strato dell’esperienza cristiana era molto egualitario e, secondo San Paolo, i fratelli di Gesù e gli altri apostoli, compreso Pietro (Cefa), viaggiavano con le loro ‘sorelle-compagne’ (1 Corinzi 9:5). Credo che il modello per queste coppie missionarie fosse la relazione tra Gesù e Maria Maddalena, che impersonavano le ‘nozze sacre’ per la loro comunità. Credo che la Maddalena avesse molta più influenza in questa comunità originaria di quanto si pensi e che la natura egualitaria dell’esperienza cristiana primitiva fosse modellata sul rapporto della ‘coppia cristica’. Fino al tardo II sec. le donne avevano ruoli dirigenziali nella Chiesa: insegnavano, predicavano e profetizzavano insieme agli uomini. Penso che in questo caso il modello fosse Maria Maddalena. I Vangeli gnostici (II-III sec.) riflettono un atteggiamento sviluppatosi in seguito nella Chiesa secondo il quale gli uomini, rappresentati da Pietro, risentivano della prominenza dello status di Maria Maddalena e del ruolo delle donne nelle comunità di fedeli”.

A.F: Secondo i linguisti, il nome Maddalena o Magdala deriva dal sostantivo ebraico migdal, ovvero “torre”. Come giustifica questa derivazione?
M.S: “San Girolamo scrive che ‘Maddalena’ era derivato da ‘torre’. In aramaico, la lingua parlata in Palestina in tempi biblici, ‘Magdala’ significa ‘torre’. Credo che il titolo onorifico di Maria Maddalena derivi dal passaggio profetico di Michea 4:8-11, dove Michea si rivolge alla ‘Magdal-eder’ – la ‘torre di guardia’ o ‘la roccaforte del gregge’, che identifica con la figlia di Sion. Infatti, gli autori stessi dei Vangeli usavano passaggi della Bibbia ebraica che profetizzavano l’avvento e le gesta di Gesù (come il servo sofferente in Isaia e la sua nascita a Betlemme in Michea). Credo che costoro videro nella profezia di Michea della sposa che piange il suo re e i suoi consiglieri defunti una potente predizione di Maria Maddalena, e decisero di usarla come base per il suo titolo η Μαγδαληνη. Allo stesso tempo, volevano creare la corretta somma gematrica, il ‘153’ associato alla ‘vescica piscis’ e al ‘pesce’. La mia ricerca dimostra che la cittadina della Galilea, oggi chiamata ‘Magdala’ o ‘Migdol’, anticamente aveva nome Tarichea (dal greco, che significa ‘pesce salato’) in documenti scritti dei tempi della Bibbia (le Guerre Giudaiche di Giuseppe Flavio e vari documenti e lettere romani), quindi, nonostante ‘la consuetudine’ e ‘l’interpretazione standard’ che sostengono che Maria Maddalena provenisse dalla città di ‘Magdala’, io sono convinta che sia impossibile. Penso che ‘la Maddalena’ fosse un titolo conferito a Maria (sorella di Lazzaro di Betania) perché la comunità la riconosceva come la Sposa – la ‘Magdal-eder’ di Michea 4:8 – mandata in esilio: ‘Là sarai liberata’. Credo che questo sia il nostro compito, vederla finalmente di nuovo al suo posto come Sposa!”.

A.F: I primi testi cristiani descrivono Maria di Magdala come dotata di una sensibilità maggiore di quella di Pietro e di altri; era la sposa diletta che unse Gesù al Sacro Matrimonio a Betania. Ignorando tutto ciò la Chiesa Romana decise in seguito di screditarla. Secondo Lei perché?
M.S: “La mia opinione personale è che gli amici più stretti e influenti di Gesù (Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo) erano probabilmente molto preoccupati per la sicurezza della moglie dopo la Resurrezione. I romani credevano di aver crocifisso un sedizioso come monito agli altri ribelli. Ma la mattina di Pasqua Gerusalemme risuonava della notizia che Cristo era risorto, come gli dèi di altre mitologie che tornavano dalla morte (Tammuz, Adone, Attis…). Nessuno si aspettava che un essere umano potesse incarnare il mito del dio che muore e risorge come ha fatto Gesù. A quel punto la moglie di Gesù avrebbe potuto correre un pericolo di natura politica, specialmente se fosse stata incinta, quindi gli amici dello ‘Sposo’ l’avrebbero condotta fuori città e nascosta il più velocemente che potevano. Penso che venne portata ad Alessandria dove esisteva una forte comunità ebraica, e che suo figlio probabilmente nacque lì. È chiaro dalle lettere di Paolo (le prime testimonianze del cristianesimo) e dagli Atti degli Apostoli, che Paolo non ne sapeva nulla di Maria Maddalena e che lei (accompagnata dal fratello Lazzaro e dalla sorella Marta) avesse già lasciato Betania. La Chiesa è semplicemente andata avanti senza di lei. Poi, nell’85 o giù di lì, il Vangelo di Luca dice che la donna che unse Gesù veniva da Nain ed era una peccatrice, e che Maria Maddalena era ‘posseduta da sette demoni’. I vangeli più antichi (Marco e Matteo), dicono che Gesù fu unto a Betania e non menzionano alcun demone, quindi le accuse di Luca sono un’aggiunta successiva e costituiscono il primo tentativo di screditarla. Gli insegnamenti gnostici innalzano Maddalena a uno status più alto degli altri perché lei conosceva Gesù più intimamente, con il suo cuore e la sua anima, come Maria di Betania, che siede ai suoi piedi in Luca 10 e non può sopportare di essere separata da lui.Quindi abbiamo Tertulliano e Ireneo (II-III sec.) che decidono che alcune donne insegnanti stavano fuorviando il gregge, determinando che alle donne non doveva essere permesso di insegnare, battezzare o servire in alcun ruolo di rilievo all’interno della Chiesa. Allora qualcuno scrive la lettera a Timoteo che dice: ‘Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo (1 Timoteo 2:12)’. Questa lettera è comunemente accettata come autentico insegnamento di Paolo (anche se ormai è stato stabilito senza ombra di dubbio dagli studiosi della Bibbia che Paolo non l’ha scritta), e gradualmente le voci delle donne vengono zittite all’interno della Chiesa.Maria Maddalena è sempre stata onorata nella Chiesa Cristiana come una grande santa e amica di Gesù. Nella liturgia cattolica romana, per il giorno a lei dedicato (sino al 1969) suo fratello Lazzaro veniva menzionato in una delle preghiere, e un’altra menzionava la Sposa del Cantico dei Cantici: ‘Mettimi come sigillo nel tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio (Cantico dei Cantici 8:6)’. Uno dei passaggi delle Scritture che si leggeva in suo onore era il Salmo 44, ‘l’epitalamio (canto nuziale) regale’, che parla di una Sposa vestita di broccato dorato. Anche se Maria Maddalena era associata con la donna che unse Gesù (e, quindi, con la peccatrice del Vangelo di Luca), il termine ‘prostituta’ non venne esplicitamente applicato sino al 591, quando papa Gregorio I pronunciò un sermone pasquale nella chiesa di San Clemente, a Roma, dichiarando che la Maddalena era la stessa persona di Maria di Betania e anche la peccatrice del Vangelo di Luca, il cui peccato era la prostituzione”

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A.F: Come considera il fatto che la chiesa di Rennes le Château sia stata consacrata proprio a Maria di Magdala nel 1059 e che l’anno successivo si diede inizio alla costruzione della basilica a Vézelay, sempre a lei dedicata?
M.S: “Numerose chiese europee nel Medioevo erano dedicate a Maria Maddalena. Oltre quelle da lei menzionate, c’era una basilica di Santa Maria Maddalena molto più antica a St. Maximin, dove sono conservate alcune sue presunte reliquie, come a Vézelay. Maria Maddalena era il modello sia per l’anima individuale che per la ‘chiesa militante’ nel suo desiderio di unione con Cristo. I primi padri della Chiesa (Ippolito di Roma, Origene) la riconoscevano come “εκκλησια” e come la Sposa del Cantico dei Cantici che cerca il suo Sposo. Lei era anche la ‘roccaforte’ o ‘torre’ della Figlia di Sion, una metafora della ‘Città Santa’ come Sposa di DioLa seconda crociata venne predicata dalla scalinata della Maddalena di Vézelay, che era la quarta meta di pellegrinaggio più popolare per i cristiani (Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela erano le prime tre). Un forte ‘culto’ per Maria Maddalena fiorì in Francia sino alla Crociata contro gli Albigesi lanciata per sopprimerlo nel 1209”.

A.F: Le cattedrali europee, dedicate tutte a “Notre-Dame”, possono essere considerate erette in onore di Maria di Magdala?
M.S: “Una delle leggende connesse con le cattedrali gotiche è che contengano i segreti dei carpentieri che le costruirono, compresi i principi e i codici della geometria sacra. Louis Charpentier,  ricercatore francese che ha condotto uno studio sulla Cattedrale di Chartres, ha suggerito che i Cavalieri del Tempio (Cavalieri Templari) erano i finanziatori dei progetti di costruzione delle cattedrali, Templi alla ‘Nostra Signora’. L’architettura gotica è caratterizzata da archi basati sul rapporto aureo della ‘Vescica Piscis’, il simbolo associato con il sacro Femminino e quindi con tutte le ‘Marie’ nei Vangeli, ma più esplicitamente con Maria Maddalena in virtù della gematria del suo titolo cioè il numero del “pesce”. Lungo i secoli, Maria Maddalena venne spogliata di molte delle ‘vesti’ della Sposa e della sua corona e per essere assegnate alla madre di Gesù, la Vergine Benedetta. Anche se nel Cantico dei Cantici la Sposa è nera, molte statue della Madonna Nera vengono attribuite alla Vergine Maria. Nell’Europa medievale le due Marie vengono fuse in molte maniere, con la Madre che predomina dopo il Concilio di Efeso del 431, in cui viene denominata ‘Theotokos’ (‘genitrice di Dio’), anche se nelle Scritture del Nuovo Testamento viene data maggiore importanza a Maria Maddalena, come in diversi Vangeli gnostici e nella Pistis Sophia. Le cattedrali gotiche onoravano il ‘Femminino’, la ‘Domina’, o ‘Signora’. Mentre gli ortodossi insistono che la compagna di Gesù è sua madre, la ‘corrente sotterranea’ porta avanti la tradizione di Maria Maddalena ‘l’Amata’.

A.F: Secondo Lei che simbolo si nasconde dietro al fatto che Maria di Magdala fu guarita da Gesù, dalla quale letteralmente erano usciti “sette demoni” (Luca. 8:2)?
M.S: “Luca, che scrisse nell’85 d.C. circa, è il primo evangelista a menzionare i sette demoni che escono da Maria Maddalena. Anche se le righe finali del Vangelo canonico di Marco (scritto all’incirca nel 70) menzionano i sette demoni, essi non sono menzionati nelle prime copie di Marco, come se fossero un’aggiunta basata sul punto di vista di Luca. Alcune studiose che recentemente si sono occupate della Maddalena (Ann Brock dell’Università di Duke e Karen King di Harvard) avvertono un tentativo di denigrazione del personaggio di Maria Maddalena, la sorella di Lazzaro. Luca sposta la scena dell’unzione molto lontano da Betania (sul Monte degli Ulivi) a Nain (in Galilea) e chiama la donna con il vaso di alabastro ‘una peccatrice della città’. Alcune righe dopo menziona Maria Maddalena e i suoi sette demoni. Giovanni l’Evangelista, in seguito (95 circa), riposiziona l’unzione di Gesù in Betania e non fa menzione dei demoni. Apparentemente tenta di correggere la cattiva reputazione data alla Maddalena dal Vangelo di Luca. Dal momento che Luca era amico e compagno/discepolo di Paolo, è possibile che stesse cercando di minare lo status della famiglia di Gesù, con la quale Paolo aveva apparentemente delle difficoltà per quanto riguarda gli insegnamenti del Messia. Il Vangelo di Luca fa assistere Maria Maddalena e un altro gruppo di donne devote alla crocifissione e alla resurrezione, mentre gli altri Vangeli la vedono da sola in queste occasioni. È il solo Luca ad essere negativo riguardo a Maria Maddalena. Gli altri tre autori dei Vangeli non condividono la sua opinione della donna. Comunque sia, la ‘possessione demoniaca’ nel I sec. non era associata al peccato, ma piuttosto alla malattia se la identifichiamo in senso fisico, o alla liberazione della sua santità che vide i sette vizi capitali trasformarsi in virtù se la leggiamo in senso spirituale.

A.F: In alcune comunità gnostiche, Maria di Magdala giocava un ruolo simbolico molto importante. Si riteneva che, per la sua vicinanza con Gesù, avesse ricevuto una rivelazione speciale e conoscenze che in seguito avrebbe trasmesso agli altri discepoli. Può quindi essere considerata anche l’archetipo del sacerdozio femminile?
M.S: “La Chiesa primitiva permetteva alle donne di insegnare, di predicare e di profetizzare. Molte avevano ruoli dirigenziali ed erano onorate per la loro profondità e insegnamenti. Tra di loro vi erano anche numerose donne eremita in remote comunità desertiche nel II-V sec., come discuto nel mio libro, The Feminine Face of Christianity. Nei testi gnostici Maria Maddalena rappresenta la ‘via del cuore’. Uno gnostico conosce Dio per esperienza d’amore diretta piuttosto che memorizzando un credo o un catechismo. Nel Vangelo Gnostico di Maria Maddalena, ella tenta di confortare e incoraggiare gli apostoli maschili, ma costoro si risentono della sua testimonianza e dei suoi incontri con Gesù. In questo ruolo potrebbe essere facilmente vista come la personificazione del sacerdozio femminile. Ma io penso che la sua importanza sia addirittura più grande di quella di un sacerdote ordinato o di una ‘sacerdotessa’. La vedo dal punto di vista dei Vangeli canonici: come Sposa e controparte di Cristo nella ‘Unione Sacra’ che ci permette di pensare a ‘Dio’ come a una relazione intima. Per me Maddalena è più di una sacerdotessa, più di un Apostolo. Ella rappresenta l’intera razza umana – la terra e la gente – come Sposa e intima compagna di Dio. Gli ebrei possono riconoscere in lei la personificazione della ‘Shekinah’, l’immanenza della Gloria di Dio. Questa teologia va un passo più in là della Maddalena storica come discepola e reclama in lei l’incarnazione del Divino come Sposa in coppia con il Divino incarnato in Gesù in qualità di Sposo. Insieme sono la Sophia e il Logos, la ‘Saggezza’ e la ‘Parola’ di Dio”

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A.F: Per alcuni ricercatori la Maddalena rappresenta la Sophia, la Conoscenza e quindi il matrimonio sacro con Cristo non fu un fatto reale ma solo una simbologia che rappresenta la riunificazione tra l’aspetto femminile e maschile di Dio, tra l’anima divina (il femminile) e lo spirito di Luce di un individuo. Insomma una metafora dell’androginia. Lei per cosa propende?
M.S: “Io penso che l’unione, per poter essere completa, deve essere espressa a tutti i livelli. I mistici spesso usano la parola ‘matrimonio’ per descrivere la loro ‘unione’ con il Divino. Ma se non vi fossero matrimoni ‘nella carne’ non vi sarebbe metafora. Nella Bibbia ebraica, il matrimonio è una metafora dell’alleanza di Dio con la sua gente: ‘Come in alto, così in basso’. Gesù non può abbracciare una chiesa piena di gente: abbraccia la ‘Sposa’. Non credo che Gesù sia venuto solamente per liberare l’anima e portarla all’unione con Dio. Questa è una visione che non onora il mondo materiale e il corpo stesso come un sacro recipiente. I Vangeli ci dimostrano che Gesù aveva a cuore la salute fisica della gente quanto il loro benessere spirituale. Il modello della ‘coppia’ non riguarda solamente il sesso, anche se possiede un aspetto sessuale. Riguarda l’intera ‘danza’ o interazione delle energie opposte, l’equilibrio nella biologia, nella psicologia, nella fisica e in tutti gli aspetti dell’essere. Io credo che Gesù impersonasse l’antica mitologia del Sacro Sposo e che non sarebbe stato completo, e con lui neanche la mitologia, senza il riconoscimento della Sposa a tutti i livelli, incluso quello fisico, dato che il mondo materiale è specchio di quello spirituale-celeste. Quando Gesù usa il ‘seme di senape’ come metafora per il regno di Dio ‘già tra di noi’, credo che voglia dire che l’armonioso onorare il maschile e il femminile in una relazione simbiotica e sincretica manifesta l’essenza dell’Uno e del Sacro. È un rendere onore alla forza della vita e all’equilibrio delle energie opposte in tutto l’Universo. Non credo che Gesù suggerisse l’androginia come santità. Nei Vangeli canonici, cita la Genesi: ‘Il Creatore da principio li creò maschio e femmina… e i due saranno una carne sola (Matteo 19:4-6, lo stesso passo, leggermente diverso, è presente anche in Marco 10:6-7)’. Cosa molto triste, la Chiesa, che aborre il divorzio, ha separato Gesù dalla sua Amata per 2.000 anni!
Il verso finale del Vangelo di Tommaso sostiene che Gesù avrebbe reso la Maddalena ‘maschio’, cosa che sembra suggerire un’androginia. Non solo questo testo è un inserimento successivo a ‘Tommaso’, secondo gli studi più recenti, ma la parola “ανθρωπος” non significa ‘maschio’ in senso di genere sessuale. In realtà significa ‘pienamente umano’ nel senso di un essere umano perfetto, e qui il genere sessuale è irrilevante! Io credo che la separazione dello spirito dalla carne, con enfasi sul lato spirituale e conseguente negazione della carne, sia uno sviluppo successivo dei cristiani doceti come Marcione, Mani e altri, che vennero dichiarati eretici per questa ragione. Sfortunatamente, i loro insegnamenti continuarono ad avere una forte influenza sul clero cristiano, Agostino, tra gli altri”.

A.F: Su cosa sta focalizzando ora i suoi studi? Ha delle novità per i nostri lettori circa le sue ricerche?
M.S: “Sono sul punto di completare la stesura di un manoscritto che approfondisce ulteriormente alcuni aspetti della mia ricerca sulla Maddalena. Nel frattempo, The Woman with the Alabaster Jar è in corso di traduzione in diverse lingue, compreso l’italiano, e spero che anche gli altri miei libri avranno la stessa sorte. Io credo che sia tempo di restituire alla Sposa il suo posto fondamentale nel cuore della storia cristiana: ‘Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento (l’Amata, secondo la traduzione dell’autrice, N.d.T.), e la tua terra, Sposata (Isaia 62:4)’. Reclamando Maria Maddalena nel suo ruolo di Apostolo uguale in statura a Pietro sembra soddisfare coloro che vogliono vedere le donne ordinate sacerdotesse o ministri della Chiesa, ma, secondo me, solamente restituendole il vero ruolo di Amata dal Sacro Sposo farà gioire e rifiorire il deserto!”

MADDALENA SECONDO MARGARET STARBIRDultima modifica: 2009-09-13T17:22:00+02:00da mikeplato
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2 Responses

  1. herta75
    at |

    Quello che hai scritto sa di pura verità, mi hai sconcertato, e se vuoi ti spiegherò il perchè. Grazie per queste tue rivelazioni, attendibili o meno.. .Non importa per chi vuole udire udisca, chi vuole ascoltare ascolti. Ed io lo faccio con la piena coscienza dell’essere in me e spontaneamente ti ringrazio. herta75

  2. herta75
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    Quello che hai scritto sa di pura verità, mi hai sconcertato, e se vuoi ti spiegherò il perchè. Grazie per queste tue rivelazioni, attendibili o meno.. .Non importa per chi vuole udire udisca, chi vuole ascoltare ascolti. Ed io lo faccio con la piena coscienza dell’essere in me e spontaneamente ti ringrazio. herta75

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