LA SOCIETA’ TEOSOFICA

 

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Società Teosofica Italiana
Via Quintino Sella, 32
36100 Vicenza
Tel. e fax: 0444-561244
E-mail: sti@teosofica.org
URL: www.teosofica.org

Helena Petrovna von Hahn (1831-1891), di nobile famiglia russa, sposa a sedici anni il vice-governatore di Erevan, Nikofor Vassilyevich Blavatsky (1809-?). Il marito è molto più vecchio della sposa che, dopo poco tempo, sfugge al matrimonio e inizia una vita avventurosa intorno al mondo. Interessata all’esoterismo, entra in contatto con maestri e iniziati di tutti i paesi, anche se è difficile accertare quanto nei suoi resoconti successivi debba essere preso alla lettera e quanto abbia un valore meramente simbolico. Negli anni 1871-1872 la troviamo al Cairo, dove organizza una società spiritica. Nel 1873 si trasferisce negli Stati Uniti dove incontra il colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907), un avvocato di successo appassionato di spiritismo. A New York, Madame Blavatsky e Olcott – i due primi “gemelli teosofici” – animano una serie di riunioni private in cui si parla di esoterismo, di teurgia e di contatti con Maestri misteriosi.

Il 17 novembre 1875 è fondata la Società Teosofica, e nel 1877 la Blavatsky pubblicaIside svelata, la prima sintesi del suo pensiero. Nel 1878 – approfittando di una missione commerciale di Olcott nel subcontinente indiano, per conto del presidente degli Stati Uniti – i “gemelli teosofici” partono per l’India, e stabiliscono la sede centrale della Società ad Adyar, presso Madras, dove tuttora si trova. Nonostante una serie di controversie nel corso delle quali la Blavatsky è accusata di avere creato false “lettere” dei Maestri per sostenere le sue affermazioni, la Società Teosofica si espande negli Stati Uniti e in Europa, dove in Inghilterra Madame Blavatsky ne fonda anche una “Sezione Esoterica”.

Dopo la morte della fondatrice, nel 1891, Olcott cerca di gestire la difficile successione. Nel 1907 – come afferma, su istruzioni dei Maestri – affida la presidenza della Società ad Annie Besant (1847-1933), la cui conversione alla Teosofia nel 1889 – dopo che era stata una figura di punta del movimento femminista e del “libero pensiero” agnostico – aveva destato grande sensazione. Nel frattempo la maggior parte dei teosofi americani, sotto la guida di William Quan Judge (1851-1896), si erano separati dalla Società di Adyar, seguendo una serie di messaggi dei Maestri a Judge non accettati dalla dirigenza indiana ed europea, e fondando una separata Società Teosofica con sede ad Altadena, in California, che fiorirà particolarmente grazie all’opera di Katherine Tingley (1847-1929).

Annie Besant acquista notevole prestigio per le sue attività umanitarie e sociali e il suo contributo – decisivo – alla causa dell’indipendenza indiana (molti iscritti alla Società Teosofica saranno, fra l’altro, tra i fondatori del Partito del Congresso). È però criticata per lo stretto rapporto con Charles Webster Leadbeater (1854-1934), un ex sacerdote anglicano che forma con lei la seconda generazione di “gemelli teosofici”. Leadbeater è ripetutamente accusato di immoralità nella sua vita privata – accuse che provocano una sospensione dalla Società Teosofica voluta dalla Besant; in maniera acclarata si perverrà solo a dimostrare la perorazione della masturbazione da parte di Leadbeater quale alternativa alla tensione di pulsioni sessuali irrealizzabili nei giovani –, e non tutti condividono il suo entusiasmo per la Chiesa Cattolica Liberale. Leadbeater ha pure un ruolo decisivo nella vicenda di un giovane indiano, Jiddu Krishnamurti (1895-1986), in cui il dirigente inglese – grazie alle sue doti di chiaroveggenza – riconosce il futuro Maestro Mondiale.

I dissensi sul ruolo di Krishnamurti hanno un ruolo importante nello scisma di Rudolf Steiner (1861-1925), che porta alla nascita della Società Antroposofica, e assume un carattere disastroso quando, nel 1929, il giovane indiano annuncia di “abdicare” dal suo ruolo e da ogni organizzazione o società, compresa la Società Teosofica, sulla base della considerazione che la verità è “un paese senza strade”. Si ritiene che il caso Krishnamurti sia costato alla Società Teosofica circa un terzo dei suoi membri. Nonostante questi eventi, la Società ha continuato a esercitare un notevole influsso culturale in diversi paesi fino ai nostri giorni. Attualmente conta nel mondo circa trentamila membri, di cui undicimila in India.

Secondo i resoconti di alcuni storici, è un avvocato di Molfetta, mazziniano e membro della Carboneria, esule a Corfù – Pasquale Menelao (del quale non abbiamo rintracciato le date di nascita e di morte) – a creare nell’isola greca, già nel 1877, la prima loggia in Europa della Società Teosofica. Quanto all’Italia, le notizie riguardanti gli esordi della Società Teosofica non sono pienamente soddisfacenti, ma è a partire dal 1890 – o forse 1891 – che una presenza organizzata sembra chiaramente attestata, con la nascita del primo centro a Milano, seguito negli anni immediatamente successivi – fra il 1892 e il 1894 – da un secondo centro a Roma, dove il 22 febbraio 1897 è fondata la prima loggia con il nome di Associazione Teosofica Romana. Grazie agli sforzi di Isabel Cooper-Oakley (1854-1914), una figura importante del panorama teosofico internazionale, sono fondate logge in numerose altre città italiane – fra di esse desta un interesse sin qui non dipanato l’esistenza di una loggia a Livorno composta interamente da ebrei -, il che permette la costituzione formale il 1° febbraio 1902 di una Sezione Italiana – avendo raggiunto il numero di sette logge – con Oliviero Boggiani (1859-1933) quale segretario generale. Aderiscono personalità illustri, da Maria Montessori (1870-1952), che soggiorna ad Adyar negli anni della Seconda guerra mondiale, sperimentando i suoi metodi pedagogici, al poeta Arturo Onofri (1887-1941). La risonanza delle polemiche internazionali era arrivata peraltro anche in Italia. Dal gruppo romano della Società Teosofica sorge infatti negli anni del “caso Krishnamurti” una Lega Teosofica Indipendente (scomparsa poco prima della Seconda guerra mondiale) – con sede generale a Benares –, il cui organo di stampa è la rivista Ultra, fondata nel 1907. Si tratta di una rivista di studi e ricerche spirituali che farà da trampolino per personalità molto note, come Arturo Reghini (1878-1946), Julius Evola (1898-1974), Roberto Assagioli (1888-1974), l’orientalista Giuseppe Tucci (1894-1983) e Adriano Tilgher (1887-1941). Tra le personalità più recenti della Società Teosofica Italiana, vanno ricordati Edoardo Bratina (1913-1999) e l’editore Edoardo Bresci (1916-1990), quest’ultimo alle origini con l’antropologo Bernardino Del Boca (1919-2001) di una comunità sperimentale basata sui principi teosofici, il Villaggio Verde di Cavallirio (Novara). Oggi la Società Teosofica, eretta in ente morale nel 1980, conta in Italia oltre quaranta logge – (dette, secondo l’uso moderno, anche gruppi) –, dieci centri studi e oltre 1.200 membri.

Le due opere principali di Madame Blavatsky, Iside svelata e La dottrina segreta, non sono facili da accostare e propongono un complesso schema cosmologico. Al vertice della gerarchia si trova Dio, o il Logos Cosmico, che si presenta come Trinità. Più in basso si situano sette logoi planetari, che presiedono ai sistemi dell’universo. Gli elementi essenziali dell’universo stesso sono monadi o spirali che discendono attraverso sette piani di progressiva materializzazione, quindi risalgono – percorrendo il cammino contrario – verso la spiritualizzazione. Le monadi compiono il loro movimento a spirale lungo sette catene, ciascuna delle quali consta di sette “globi”. La Terra deriva da un processo di questo genere, e si trova nel quarto stadio (discendente) di materializzazione. All’inizio di questo quarto stadio è emersa l’umanità, che a sua volta ha una storia o percorso attraverso sette “razze-radici”, ciascuna distinta in sette sotto-razze. La nostra razza attuale, la quinta, rappresenta l’inizio dell’ascesa verso la riconquista della spiritualità.

L’uomo è composto a sua volta di sette “corpi” (divino, monadico, spirituale, intuitivo, mentale, astrale e fisico), cui corrispondono sette piani di realtà. Alla morte i due ultimi corpi (astrale e fisico) sono abbandonati, in attesa di prenderne di nuovi in una successiva reincarnazione. Attraverso il processo delle reincarnazioni – che è un processo educativo – l’uomo impara a liberarsi dell’attaccamento ai piani più bassi. Indispensabile, a questo fine, è l’aiuto dei Maestri, i quali formano una gerarchia intermedia fra il Logos Solare, che è quello tra i sette logoi planetari che governa il nostro sistema, e gli uomini. I Maestri non sono spiriti, ma uomini tanto perfetti da avere completato il ciclo delle reincarnazioni, che decidono di rimanere nel mondo per aiutare gli altri. Alcuni Maestri – tra cui Morya, Koot Hoomi, Gesù e il principe ungherese Rakoczy (identificato con il Conte di Saint Germain, 1710-1784, il leggendario esoterista del Settecento) – hanno avuto un ruolo particolare nella vita dei fondatori della Società Teosofica. I Maestri operano lungo sette “raggi”, linee di attività che emanano dal centro del mondo per guidare tutti gli aspetti della vita sulla Terra.

Lo scopo principale che molti soci ritengono essere proprio della Società Teosofica consiste nel tenere aperte “linee di forza” attraverso cui i Maestri possano guidare l’umanità. Nella vita della Società, questa ambizione si traduce in un’ampia attività di tipo culturale, artistico, umanitario e sociale, che ha dato un contributo decisivo alla conoscenza della spiritualità orientale in Occidente, così come alla presa di coscienza da parte di molti indiani della ricchezza della loro eredità religiosa. Ciò detto, la classica triplice auto-definizione della Società Teosofica riconosce le proprie finalità nella costituzione di un nucleo della fratellanza universale dell’umanità, senza distinzioni di razza, credo, sesso, casta o colore; incoraggiamento allo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze; investigazione delle leggi inespresse della natura e dei poteri latenti nell’uomo.

B.: Per una introduzione generale cfr. James Santucci, La Società Teosofica, Elledici, Leumann (Torino) 1999. Per una sintesi storica: Bruce F. Campbell, Ancient Wisdom Revived. A History of the Theosophical Movement, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-Londra 1980. Una celebre biografia di Madame Blavatsky è quella di Sylvia Cranston, Helena Blavatsky, trad. it., Armenia, Milano 1994. Di Helena P. Blavatsky essenziali sono i Collected Writings, 15 voll., Theosophical Publishing House, Wheaton (Illinois) 1966-1991 (voll. I-IV, XI-XV), Philosophical Research Society, Los Angeles 1950 (vol. V), Blavatsky Writings Publication Fund, Los Angeles 1954 (vol. VI) e Theosophical Publishing House, Adyar 1958-1964 (voll. VII-X), cui si aggiungono le tre opere principali, tradotte anche in italiano: Iside svelata. Chiave dei misteri antichi e moderni della scienza e della teologia, Sirio, Trieste 1958; La Dottrina Segreta. Sintesi di Scienza, Religione e Filosofia, 8 voll., Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza 2002; e Le stanze di Dzyan, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (Torino) 1997. Su Annie Besant e il suo ruolo: Catherine L. Wessinger, Annie Besant and Progressive Messianism (1847-1933), Edwin Mellen Press, Lewinston (NewYork) – Queenston (Ontario) 1988; e Anne Taylor, Annie Besant: A Biography, Oxford University Press, Oxford – New York 1992. Su Leadbeater: Gregory Tillett,The Elder Brother. A Biography of Charles Webster Leadbeater, Routledge & Kegan Paul, Londra 1986; e la tesi di dottorato di Idem, Charles Webster Leadbeater, 1854-1934. A Biographical Study, University of Sydney, Department of Religious Studies, Sydney 1986, disponibile online all’indirizzo www.leadbeater.org. In italiano si consulteranno pure: Roberto Hack, Le origini del Movimento Teosofico, Sirio, Trieste 1971; Edoardo Bratina, Chi sono i Teosofi e che cosa vogliono. Saggio storico-informativo, Sirio, Trieste 1960. Sulla Società Teosofica in Italia cfr. Marco Pasi, “Teosofia e antroposofia nell’Italia del primo Novecento”, inStoria d’Italia. Annali 25. Esoterismo, a cura di Gian Mario Cazzaniga, Einaudi, Torino 2010, pp. 569-598. La Società Teosofica in Italia pubblica da oltre cinquant’anni la Rivista Italiana di Teosofia, e attraverso le Edizioni Teosofiche Italiane ha dato vita a una vasta opera di traduzione di classici del pensiero teosofico.

LA SOCIETA’ TEOSOFICAultima modifica: 2012-11-24T12:16:41+01:00da mikeplato
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