Prima e Seconda Apocalisse di Giacomo

La Prima apocalisse di Giacomo è un apocrifo del Nuovo Testamento di stampo gnostico, attribuito a Giacomo il Giusto, composto probabilmente in lingua greca ma conservatosi in lingua copta tra i Codici di Nag Hammâdi (V.3) e nel Codex Tchacos (2). Il titolo dell’opera è Apocalisse di Giacomo, ma è detta “Prima” per distinguerla dall’omonima apocalisse presente subito dopo nel V codice, detta Seconda apocalisse di Giacomo. Fu composta tra l’ultimo ventennio del II e la prima metà del III secolo. Si tratta di un dialogo concernente una rivelazione (“apocalisse“) tra Gesù e Giacomo il Giusto, suo “fratello“, al riguardo della salvezza, intesa in senso gnostico come la liberazione dell’anima dalla sofferenza terrena ed il suo ritorno allo stato primordiale. La versione in lingua copta conservatasi è datata tra la prima metà del IV secolo e la seconda metà del III secolo. Una datazione dell’originale in lingua greca è invece difficile da ottenere: gli studiosi sono in grado di dare una stima confrontando il contenuto dell’Apocalisse di Giacomo con l’evoluzione del pensiero gnostico: il testo evidenzia alcune dottrine (come la distinzione in Sophia superiore – “Achamoth” – ed inferiore – la Sophia vera e propria) che presuppongono una teologia valentiniana già completamente sviluppata, dunque una datazione non antecedente alla fine del II secolo. È comunque altamente probabile che nella composizione dell’Apocalisse sia stato utilizzato materiale precedente, verosimilmente dalla tradizione che aveva in Giacomo il proprio fondatore, quella giudeo-cristiana. Se l’importanza della figura di Giacomo il Giusto è indizio di un rapporto con la tradizione giudeo-cristiana, e il riferimento ad Addai (36,15-24) suggerisce un ambiente siriano e dunque una cristianità semitica, non tutti gli studiosi ritengono l’opera composta in ambiente giudaico cristiano. La prima parte dell’opera (20,10-30,11) riporta il dialogo tra Giacomo e Gesù. Giacomo è timoroso per la sofferenza che gli sarà inferta a breve, assieme a Gesù; questi, invece, lo consola impartendogli degli insegnamenti di stampo gnostico sul ruolo dell’uomo nell’universo. Un riferimento indiretto e molto breve alla crocifissione (30,12-13) fa da cesura al flusso narrativo. All’inizio della seconda parte, il “Signore” ricompare e trasmette a Giacomo una serie di formule che gli serviranno, dopo il martirio, durante la sua ascesa verso “Colui che è preesistente”, per annullare i poteri ostili che tenteranno di ostacolarlo (32,23-36,1). Successivamente Giacomo riceve disposizioni sulla trasmissione segreta degli insegnamenti (36,13-38,11), poi Gesù commenta sul valore delle donne come discepoli (38,15-41,18) e Giacomo disconosce i dodici apostoli (42,20-24). La parte finale dell’opera, seriamente compromessa dalle lacune del testo, riporta una lunga narrazione del martirio di Giacomo.

La Seconda Apocalisse narra la prova e il martirio di Giacomo il giusto. Il testo gnostico contiene molti temi ebraico-cristiani , spingendo molti studiosi a ritenere che si trattasse di uno dei primi testi, originariamente risalente alla prima metà o al secondo secolo. Una delle caratteristiche più curiose della seconda apocalisse di Giacomo è che questa serie di datazioni, del suo testo originale, assegnatole dagli studiosi, richiede che sia stata scritta anteriormente alla Prima Apocalisse di Giacomo. Il testo mostra un bacio tra Giacomo e Gesù, il che rimanda  al bacio canonico dei Vangeli di Giuda a Gesù, solo che qui è un bacio di gnosi, o spirito. “Ave, fratello!”  sostituito da “Ave, Maestro!” (Marco 14:45 e Matteo 26:49 . Il testo termina con la morte piuttosto macabra di Giacomo con la lapidazione, forse riflettendo una prima tradizione orale di quello che divenne Giacomo

Prima Apocalisse di Giacomo

Il Signore mi disse: “Osserva ora il compimento della mia salvezza. Ti ho indicato queste cose, Giacomo, fratello mio. Non senza motivo ti ho chiamato “mio fratello” sebbene tu non sia, carnalmente, mio fratello. Né io ignoro quanto ti riguarda: sicché quando ti un segno, conosci e ascolta
Nulla esiste ad eccezione di Colui che è. Egli è innominabile e inesprimibile. Anch’io sono innominabile, venuto da Colui che è; sebbene mi sia stato dato un gran numero di nomi: due provengono da Colui che è. Io, poi, sono prima di te. Poiché tu hai domandato a proposito della femminilità: la femminilità esisteva, ma la femminilità prima non c’era. Essa si preparò forze e dèi. Ma quando io venni, essa non esisteva. Io esistevo perché io sono immagine di Colui che è. Ora io portai l’immagine di Colui che affinché i figli di Colui che è possano conoscere le cose che loro appartengono e le cose che a loro sono estranee. Ecco che io ti rivelerò ogni cosa di questo mistero. Essi, infatti, mi afferreranno dopodomani. Ma la mia salvezza sarà vicina”.
Disse Giacomo: «Rabbi, tu hai detto: “Essi mi afferreranno”, ma che cosa potrò fare, io?». Egli mi rispose: «Non temere, Giacomo! Essi afferreranno anche te. Ma lascia Gerusalemme. È essa, infatti, che ai Figli della Luce dà sempre il calice dell’amarezza; essa è il luogo di soggiorno di un gran numero di arconti. Tuttavia la tua salvezza ti salverà da essi, acciocché tu possa comprendere chi sono essi, e di che genere sono. Tu … E ascolta. «Essi non sono nella Luce, ma arconti … Questi dodici … sulla loro propria ebdomade.».
Giacomo disse: «Rabbi, sono dunque dodici le ebdomade, e non sette come è scritto nelle Scritture?». Il Signore rispose: Giacomo, colui che ha parlato in questa scrittura aveva una conoscenza limitata, ma io ti svelerò ciò che è uscito da Colui che non ha numero: io ti indicherò il suo numero; ciò che è uscito da Colui che non ha misura: io ti indicherò la sua misura».
Giacomo rispose: «Ecco dunque che ho ricevuto il loro numero e le misure, sono settantadue!». Il Signore disse: «Questi sono i settantadue cieli, che sono i loro satelliti. «Sono le forze di tutta la loro potenza, e furono stabilite da essi. Sono quelle che erano suddivise in ogni luogo e disposte sotto il potere dei dodici arconti. «Tra di esse la potenza inferiore generò, per sé, angeli e innumerevoli eserciti, ma Colui che è … sono innumerevoli. «Ora se tu volessi numerarle non saresti capace di farlo fino a quando non avrai allontanato da te la cieca mentalità di questa catena della carne che ti circonda. Allora potrai giungere a Colui che è. E tutti questi che non hanno numero saranno numerati tutti, dopo che tutti saranno nominati».
Giacomo disse: «Or dunque, Rabbi, in che modo perverrò a Colui che è, dato che tutte queste potenze e questi eserciti sono agguerriti contro di me?». Egli disse: «Queste potenze non sono agguerrite soltanto contro di te, ma sono agguerrite anche contro un altro. Queste potenze sono agguerrite contro di me. Sono agguerrite insieme ad altre potenze, sono agguerrite contro di me in un giudizio. Tuttavia non fui giudicato da loro, anzi da loro ho ricevuto la mia salvezza. Rifletti sulle lotte ch’io sosterrò nel mio cuore, che pure non era amaro verso di essi, né in seguito li biasimerò. In me invece vi sarà silenzio e mistero nascosto. E tuttavia ho paura davanti alla loro collera».
Giacomo disse: «Rabbi, se essi si agguerriranno contro di te, non c’è dunque alcun biasimo? Tu sei venuto con la conoscenza per biasimare il loro oblio, tu sei venuto con la ricordanza per biasimare la loro ignoranza. Ma io ero in ansia per te. Tu, infatti, sei disceso in una grande ignoranza; in essa però tu non fosti macchiato da alcuna cosa. Sei disceso in una grande incoscienza, ma (in te) rimane la tua ricordanza. Tu hai camminato nel fango, ma i tuoi abiti non furono macchiati, non fosti sepolto dal loro sudiciume, né fosti ghermito. Ma io non sono come loro, mi rivestii soltanto di tutto ciò che è loro. In me c’è il loro oblio; e tuttavia ricordo cose che a loro non appartengono. In me c’è … ed io in loro … … conoscenza … non nelle loro sofferenze … Ma io davanti a loro sono diventato pauroso, perché essi comandano. Infatti: Che cosa faranno? Che cosa sarò capace di dire? Che parola sarò capace di pronunciare per sfuggire loro?».
Il Signore rispose: «Giacomo, lodo il tuo pensiero e la tua paura. Se tu seguiti ad angustiarti, non darti pena d’altra cosa all’infuori della tua salvezza. Ecco, infatti, ch’io porterò a compimento questo destino sulla terra, come ho detto. Dall’alto dei cieli ti svelerò la tua salvezza».
Giacomo disse: «Rabbi! Come? Dopo queste cose ti manifesterai a noi di nuovo? Dopo che ti ghermiranno, tu porterai a compimento questo destino e andrai da Colui che è?». Il Signore rispose: «Giacomo! Dopo ti svelerò ogni cosa, non soltanto per amor tuo, ma per l’incredulità degli uomini, affinché sia in essi la fede. «Una moltitudine, infatti, giungerà alla fede: cresceranno in essa fino a diventare perfetti. «Dopo io apparirò per riprovare gli arconti. Rivelerò loro che Egli è inafferrabile. Se essi tenteranno di afferrarlo, Egli sopraffarà ognuno di loro. «Ma adesso me ne andrò. Ricordati delle cose ti ho detto. Possano esse realizzarsi su di te!». Giacomo disse: «Signore, mi affretterò come tu hai detto». Il Signore lo salutò e portò a compimento quanto era giusto. Quando Giacomo udì parlare della sua Passione ne fu molto rattristato. Essi aspettavano il segno della Sua venuta ed Egli venne dopo molti giorni. Giacomo camminava sul monte detto «Gaugelan» con i suoi discepoli, che lo ascoltavano molto rattristati. Egli ignorava che c’è un Consolatore poiché è detto: «Costui è quello che vi consolerà». E una seconda volta la folla si disperse, ma Giacomo rimase in preghiera, come era sua consuetudine. Gli apparve il Signore. Egli allora arrestò la preghiera, lo abbracciò, lo baciò e disse: «Rabbi, Ti ho trovato! Ho udito della tua Passione che hai sofferto, e ne sono rimasto molto rattristato. Tu conosci la mia compassione; Perciò volevo andarmene, pensando: “Non voglio più vedere questo popolo. Devono essere condannati, a causa di quello che hanno fatto. Poiché quanto hanno fatto ê sconveniente”.
Il Signore rispose: «Giacomo, non devi darti pena per me né per questo popolo. Io sono Colui che era in me. Non ho sofferto in alcun modo, né sono stato maltrattato, e questo popolo non ha fatto nulla di male. Questo popolo comunque era tipo degli arconti, ed era giusto che ciò accadesse per mezzo loro. Tuttavia anche se so-no gli arconti che hanno fatto questo, esso è utile per te. Tu sei in collera contro questo popolo che maltratta i giusti e Colui che gli ê è come un servo. Perciò il tuo nome è “Giacomo il Giusto”. Osserva come tu diventi sobrio quando mi vedi, e sospendi la tua preghiera. Tu, infatti, sei un giusto di Dio, Tu mi hai abbracciato e baciato. «In verità ti dico: hai suscitato contro di te grande ira e rabbia; ma questo avvenne affinché questi diventino altri».
Ma Giacomo aveva paura e piangeva. Era molto rattristato. Sedettero su di una pietra. Il Signore gli disse: «Giacomo, così accoglierai queste sofferenze. «Ma tu non essere triste. La carne, infatti, è debole: essa riceverà ciò che le è destinato. «Tu, però, non essere angustiato, non aver paura». Il Signore tacque.
Ora, dopo che udì queste parole, Giacomo asciugò le lacrime dai suoi occhi, e restò molto amareggiato a causa della pusillanimità. Il Signore allora gli disse: Giacomo, ecco che io ti rivelerò la tua salvezza. Quando ti cattureranno e patirai queste sofferenze, una folla si armerà contro di te per catturarti. Soprattutto tre di loro ti cattureranno: costoro siedono come gabellieri e non soltanto esigono il tributo, ma rapiscono con violenza anche le anime. Quando cadrai in loro potere, uno di essi, la loro guardia, ti domanderà: «Chi sei tu e donde vieni?». Tu risponderai: «Io sono un figlio e provengo dal Padre». Egli ti dirà: «Che figlio sei tu e da quale padre provieni?». Tu gli risponderai: «Io provengo dal Padre preesistente, e sono un figlio che è dal Preesistente». Allorché ti dirà: «Perché sei stato mandato?», Risponderai: «Sono venuto per vedere, le cose che sono mie, e tutte quelle che a me sono estranee».
Egli ti domanderà: «Per te tutto questo è estraneo?». Tu risponderai: «No, non è interamente estraneo, ma proviene da Achamòth, cioè dalla femmina. È lei che lo ha creato allorché trasse giù questa stirpe dal Preesistente … Perciò essa non è estranea, ma è nostra. «È nostra perché colei che è signora su di esso proviene dal Preesistente. Ma contemporaneamente ciò è estraneo perché il Preesistente non ebbe alcuna comunione con lei, quando lei si accingeva a creare». Allorché egli ti domanderà ancora: «Dove vuoi andare?». Tu devi rispondere: «Al luogo donde sono venuto, là io voglio ritornare». Se tu risponderai così, sfuggirai ai loro assalti. Ma se cadi nelle mani dei tre violenti che portano via violentemente le anime in quel luogo, tu dirai loro: «Io sono un vaso assai più prezioso della femmina che vi fece …» … la sua radice. Voi pure, da parte vostra, sarete sobri … Ma io invocherò l’intramontabile conoscenza, cioè Sofia, la quale si trova nel Padre ed è la madre di Achamòth. Achamòth non ebbe un padre né ebbe un compagno maschio, lei è una femmina da una femmina. Lei vi ha creato senza un compagno maschio, poiché essa è sola, ed è nell’ignoranza di tutto ciò riguarda la vita e l’opera di sua Madre, la quale pensava di essere sola. Ma io griderò verso sua Madre. Allora essi resteranno confusi, biasimeranno la loro radice e la della loro Madre. Tu invece salirai a che è tuo … il Preesistente Uno». Essi sono un tipo dei dodici discepoli e delle dodici coppie di compagni, di Achamòth, che si interpreta Sofia. Ma io, chi sono io, chi è l’intramontabile Sofia, attraverso la quale sarai salvato tu e tutti i figli di Colui che è? Sono cose che essi hanno conosciuto, e le hanno poi nascoste in se stessi. Tu le devi nascondere in te stesso queste cose, e devi mantenere il silenzio. Le devi però manifestare ad Addai. Quando tu te ne andrai, subito verrà condotta una guerra contro questo paese. Piangi, allora, per colui che abita in Gerusalemme. Ma Addai porterà queste cose nel suo cuore. Nel decimo anno, Addai si siederà e le scriverà. Allorché egli le avrà scritte, saranno date e trasmesse a coloro che hanno la vera conoscenza. Egli ê chiamato Levi. Allora egli porterà … parola … da ciò che io ho detto prima … una donna … Gerusalemme in lei … e per mezzo di lei egli genererà due figli. Essi erediteranno queste cose e la mentalità di colui che la solleverà in alto. Attraverso lui riceveranno … dal suo intelletto. Ora il più giovane di loro, è il più grande. E queste cose gli saranno nascoste fino a quando non avrà raggiunto l’età di diciassette anni … egli sarà molto perseguitato dai suoi compagni Sarà da essi predicato, ed egli predicherà questa parola. Allora egli diverrà un seme di Colui che è.
Giacomo disse: «Io sono contento della tua risposta, e le cose (che hai detto) corrispondono al desiderio della mia anima. Tuttavia ti faccio ancora una domanda: “Chi sono le sette donne divenute tue discepole?”. Ed ecco che tutte le donne ti benedicono. «Io intanto mi stupisco che vasi privi di forza siano diventati forti per opera della sensibilità che è in esse». Il Signore rispose: «Tu fai bene a meravigliarti di questa meraviglia …. uno spirito di … uno spirito di riflessione, uno spirito di consiglio, uno spirito di … uno spirito di conoscenza … e di timore, allorché noi passammo attraverso l’alito di questo arconte, detto Adonaios … lui e … egli era ignorante … allorché uscii da lui, egli pensava ch’io fossi un figlio suo. In quel tempo egli fu gentile con me, come se fossi stato un suo figlio. E allora, prima ch’io apparissi qui, in questo luogo, le gettò in questo popolo. Allora dal luogo del cielo, i profeti.
 … Giacomo disse: «Rabbi, cosi, dunque … In essi … tutto specialmente ...». Il Signore disse: «Giacomo, io ti lodo …  camminare sulla terra …  le parole … mentre egli Getta via lungi da te il calice, cioê l’amarezza. Poiché alcuni di loro si ergono contro di te, giacché tu hai iniziato a conoscere le loro radici dall’inizio alla fine. Getta via lungi da te ogni iniquità e sta attento che essi non siano invidiosi di te. «Quando tu dici queste parole di percezione, fai coraggio a queste quattro: Salome, e Miriam e Marta e Arsinoe …». … non ti servono come questo popolo, che in realtà serve Adonaios facendo salire olocausti e offrendo frutti. Ma non è così che ci si comporta verso di me, bensì si offriranno primizie e si faranno salire verso il cielo … cosicché si manifesti la potenza di Dio. Il transitorio salì verso l’intransitorio, e l’elemento femminile si incontrò con l’elemento maschile.
Giacomo disse: «Rabbi, la loro stirpe fu dunquegettata tra le spine. Infatti, li hanno derisi, e li hanno pure perseguitati …». … Tu, infatti, hai ricevuto … della conoscenza. E tu li interrogherai sul modo di camminare, e, camminando, tu troverai la conoscenza. Ma Io me ne andrò e manifesterò che essi hanno creduto in te per poter essere liberati a propria benedizione e salvezza: questa manifestazione si avvererà ….
Allora Egli subito se ne andò dopo avere rimproverato i Dodici, e infuso in essi la gioia in merito alla via della conoscenza e consolidato il loro pensiero …
E la maggioranza di loro … quando videro che nulla lo accusava, gridarono: «Toglietevi, affinché lo possiamo eliminare …«Eliminiamolo dalla terra! Non è, infatti, degno di vivere». Ma gli altri avevano paura. Si alzarono e dissero: «Noi non abbiamo comunione alcuna con quanti versano questo sangue. Un uomo giusto infatti perirà a causa dell’ingiusto» … Così Giacomo se ne andò

Seconda Apocalisse di Giacomo

Questo è il discorso pronunziato in Gerusalemme da Giacomo il Giusto e scritto da Mareim, uno dei sacerdoti. Egli lo narrò a Teuda, padre di questo Giusto, poiché era suo parente. Egli gli disse: Affrettati! Vieni con Maria, tua moglie, e i tuoi parenti … Affrettati, dunque! Forse se tu stesso ci conduci da lui, egli tornerà in sé. Ecco, infatti, una moltitudine eccitata per le sue calunnie, è in grande collera contro di lui al di là di ogni misura. Egli, infatti, ha detto: «In verità, non si prega più in Gerusalemme!».
Egli disse queste parole anche altre volte. Era solito pronunciare queste parole davanti a una moltitudine di gente seduta. Ma questa volta, entrato, (non) si sedette dove era solito. Si sedette invece sulla quinta scala, quella più onorata. Mentre tutto il nostro popolo era là e udiva le parole che diceva …
Io sono colui che ricevette una rivelazione dalla Pienezza e dall’Immortalità. Io sono colui che fu chiamato per primo da che è grande e da Colui che ha ascoltato il Signore che è passato attraverso i mondi senza essere riconosciuto: Colui che discese dopo essersi svestito, Colui che camminò sulla terra mentre era nudo, Colui che fu trovato nella condizione di transeunte, sebbene fosse in procinto di essere trasferito nell’Immortalità. Proprio questo Signore venne come un figlio vedente e come un fratello cercato. È lui che noi abbiamo respinto. Egli era sulla via verso Colui che fu generato dal Padre, perché egli suo fratello, per indurlo a liberarsi dalle catene della morte …
Or dunque sono nuovamente ricco in conoscenza ed ho un solo Salvatore, Colui che fu generato soltanto dall’alto e per primo è venuto da un …al Padre che ho conosciuto. Colui che a me fu manifestato, era nascosto a tutti, e tuttavia sarà manifestato soltanto da Lui. I due (occhi) che tornano a vedere sono io. Da quelli (i profeti) è stato predetto: «Sarà giudicato tra i malfattori». Colui che visse senza maledizione, è morto nella maledizione, Colui che fu respinto, venne risuscitato …
Egli è Colui che disse … la carne, tuttavia ad opera della conoscenza che al compimento uscirò dalla carne. Io certamente morirò, ma essi mi troveranno vivo. Sono entrato (nel mondo) per essere giudicato, e tuttavia ne uscirò vittorioso. Io non giudico e non accuso i servi della sua volontà, quelli piuttosto ch’io mi affretto a rendere liberi. Se io li aiuto è perché voglio condurli al disopra di colui che vuole dominare su di essi. Io sono il fratello, in segreto, che prega il Padre fino a che … Io sono Colui che … dell’immortalità e il primo di coloro che risorgeranno. Io sono il primo figlio che fu generato, e Colui che eliminerà ogni dominio che è su di loro. Io sono il prediletto. Io sono il giusto. Io sono il figlio del Padre. Io parlo come ho udito. Io comando in modo conforme all’ordine ricevuto. Io vi istruisco come ho imparato. Vedete, io parlo per potermene andare. Prestatemi attenzione per potermi vedere! Se io sono venuto, chi sono mai io? Poiché io sono venuto così come non sono e mi manifesterò così come sono. Io ho vissuto sulla terra un breve spazio di tempo e non ebbi …
Una volta, mentre ero seduto e meditavo, Egli aprì la porta. Colui che voi avete udito e perseguitato venne da me. Egli mi disse: «Salve, fratello mio! Fratello mio, salve!» Allorché alzai il viso per guardarlo, la madre mi disse: «Non ti stupire, figlio, che Egli ti abbia detto “fratello mio!”. Voi foste nutriti tutti e due con lo stesso latte. «Perciò egli mi chiama: “madre mia!”. Egli, infatti, non ci è estraneo. Egli è nipote di tuo padre. Io non sono … ».
Dopo che lei parlò così, io vidi che Egli non gradì queste parole e non ne era soddisfatto. Egli replicò, dicendo: «Io venni quaggiù a una moltitudine di fratelli. Io li troverò ed essi usciranno. «Tuttavia io sono l’Estraneo. Essi non mi possono conoscere col loro pensiero. In questo mondo, infatti, nessuno mi conosce. «Sarebbe, invece, importante che altri venissero alla conoscenza per mezzo tuo. Io ti dico: Ascolta e vieni alla conoscenza! Molti, infatti, se ascoltano si scoraggeranno, tu, però, comprendi come io ti posso parlare». «Tuo padre non è mio padre. Il mio Padre, però, è diventato come un padre per te. «Come questa vergine dalla quale hai udito le parole, cosi anche tu ti sei scelto il riposo fuggendo da questo mondo». Siccome io non capivo, Egli mi disse: «Ascolta  …  vergine …. Io dissi ….«questa vergine. Io ho compreso, allorché lei ritornò. Ed egli mi disse: Chiunque sminuisce la mia promessa, non agisce in conformità di quello ch’io voglio. A questa promessa deve mirare il tuo sguardo, e questo è pure giovevole per te. Poiché tuo padre, che tu pensi sia ricco, ti darà in eredità tutto quello che tu vedi.
Tuttavia, io ti assicuro che ti do le cose di cui parlerò, purché tu ascolti. Apri ora le tue orecchie, vieni alla conoscenza, e cammina in conformità. Quando essi verranno da te spinti da lui che è glorioso, se cercano confusione e non prestar loro attenzione, ma … E ricordati di questo: Colui che ha intrapreso una cosa del genere è cieco e non comprende. Misero è colui per mezzo del quale esse (le potenze angeliche) furono mandate a fare il creato così com’è. Quando poi egli si vergognerà, verrà sconvolto dal fatto che la sua fatica, ben lungi da quella degli eoni, è una nullità. Apparirà l’esiguità della sua eredità, della quale, invece, vantava la grandezza. I suoi doni non sono buoni, le sue promesse sono progetti malvagi. Poiché tu non fai parte (dei figli) della sua misericordia; egli, anzi, fa violenza contro di te. Egli desidera che noi facciamo il male. Egli dominerà per un tempo determinato, quel tempo che gli è stato assegnato. Comprendi, dunque, e conosci il Padre che possiede la misericordia. Colui che non ha bisogno di una eredità e non ha limiti, non ha un definito numero di giorni, ma è eternamente giorno e luce. Essa è in luoghi che egli (il Demiurgo) non è neppure capace di immaginare; di essa egli si serve per ingannare, perché da essa non viene. Per questo è disprezzato, per questo si vanta affinché non si veda così com’è. Per questo motivo è superiore a quelli che si trovano sotto di lui, quelli in basso, cioè quelli ai quali egli guardava per attingere in essi la perfezione. Dopo avere imprigionato quelli che vengono dal Padre, li ghermì e li formò a immagine di se stesso, ed è così che essi si trovano con lui. Io dall’alto guardavo quelli che avevano iniziato a realizzarsi; e ora ho spiegato in che modo si realizzarono. Nel frattempo furono visitati mentre avevano un’altra forma; io ho riconosciuto, in quelli, il mio stesso modo di essere, allorché io guardavo. In verità, in vista di quanti sono venuti, essi compiranno un esodo: io so, infatti, che chiunque è stato portato giù (con violenza) in questo luogo verrà da me, come vengono da me piccoli fanciulli; e siccome io desidero venire manifestato a lui attraverso te e lo Spirito di potenza, egli (lo Spirito) ne darà rivelazione a quelli che sono tuoi. Per mezzo tuo, essi -quelli cioè che vogliono entrare- apriranno la porta. Si volteranno per camminare sulla strada che mena a questa porta, per poterti seguire ed entrare, affinché tu li accompagni dentro e dia ad ognuno la ricompensa che merita. Poiché tu non sei il Salvatore, né sei un aiuto degli estranei; tu sei l’illuminatore e salvatore di coloro che sono miei; ed ora anche tuoi. Ad essi tu devi dare la rivelazione e dimostrare bontà a tutti loro. Tu sarai ammirato per tutti i tuoi prodigi. Te i cieli benediranno. Di te sarà geloso colui che si diede il nome «Il geloso» … Coloro che sono nell’oblio sono quelli che con te accolgono l’insegnamento su queste cose. È per mezzo tuo che essi saranno istruiti su di esse e troveranno riposo. È per mezzo tuo che essi domineranno, e saranno re. È per mezzo tuo che si avrà misericordia di chiunque si avrà misericordia. Tu, infatti, come sei colui che per primo si è vestito, sei ancora il primo che si svestirà. E tu diventerai come eri prima di spogliarti. Ed egli mi baciò la bocca e mi abbracciò e mi disse: “Mio diletto! Ecco io ti rivelerò ciò che i cieli non conoscono, ed anche i loro arconti. Ecco io ti svelerò ciò che non conosceva colui che si vantava affermando: «Io sono dio e non c’è nessun altro all’infuori di me». Io, invece, non vivo soltanto per me, perché sono un padre. Non ho io, forse, potere su ogni cosa? Ecco ch’io ti rivelerò ogni cosa, mio diletto, comprendi e conosci ogni cosa affinché tu possa sfuggire da questo corpo, come (ho fatto) io. Ecco io ti rivelerò Colui che è nascosto. Ora stendi la tua mano! Ora abbracciami!”. Stesi subito le mani. Ma non lo trovai così come io pensavo. Ma dopo lo sentii dire: «Comprendi! e Abbracciami!». Allora io compresi. Rimasi spaventato e allo stesso tempo pieno di profonda gioia. Perciò vi dico: Voi che avete giudicato siete stati giudicati! Voi non avete avuto indulgenza mentre a voi fu usata indulgenza. Siate finalmente sobri e riconoscetelo! Colui, infatti, che voi avete giudicato è, in realtà, un altro da quello che voi avete giudicato. Ma voi non potevate pensarlo! Non avevate alcuna conoscenza.
Egli è Colui che non poteva essere visto da chi ha creato il cielo e la terra, poiché Egli era al disopra di lui. Egli era Colui che è la Vita. Egli era la Luce. Egli era Colui che sarà, Colui, ancora, che metterà compimento, a ciò che ha avuto inizio, e porrà un principio a ciò che va verso la fine. Egli era lo Spirito Santo e l’invisibile, Colui che non discese sulla terra. Egli era la Vergine e Colui la cui volontà si realizza. Io ho visto proprio Lui, così com’era, nudo, nessun vestito lo copriva. A Lui accade soltanto ciò che Egli vuole. Allontanatevi da questo sentiero campestre e multiforme! Camminate su quello che vi conduce a diventare liberi con me, dopo che voi avrete sormontato ogni genere di dominazione. Egli, infatti, non vi giudicherà per le cose che avete fatto, ma di voi avrà misericordia. Giacché non foste voi a compierle, ma è il vostro padrone che le ha fatte. Egli non era in collera. Egli era, invece, un padre benevolo. Ma voi, ora, voi vi siete condannati, perciò resterete nelle vostre catene. Avete oppresso voi stessi e ve ne pentirete, ma non ne trarrete vantaggio alcuno. Guardate verso Colui che parla, e cercate Colui che tace! Conoscete Colui che è venuto quaggiù, e afferrate Colui che se ne è andato via. Io sono «il Giusto». Io non giudico. Io non sono un padrone, sono invece un aiuto. Egli fu respinto prima che stendesse la sua mano …
Ed Egli mi fece udire per questa casa il rumore delle vostre trombe, dei vostri flauti e delle vostre arpe. Ma il padrone, che vi ha fatto schiavi, ha chiuso le vostre orecchie, affinché non possiate udire il suono delle mie parole, e i vostri cuori non prestino attenzione a me che in seguito voi chiamerete «il Giusto». Perciò io vi dico da parte del Signore: Ecco, vi ho dato la vostra casa, della quale voi dite «l’ha creata Dio», e nella quale Colui che vi abita ha promesso di darvi un’eredità. Questa casa io abbatterò in rovina e a derisione di coloro che sono nell’ignoranza. Poiché ecco coloro che hanno l’ufficio di giudicare deliberando su ciò che Egli ha detto …
Il giorno dopo, tutto il popolo e l’intera moltitudine erano in subbuglio e apparve evidente che non si trovavano d’accordo. Egli si alzò e andò via, dopo che aveva parlato cosi. In quello stesso giorno, tuttavia, egli venne di nuovo e parlò ancora per altre poche ore. Io invece, mi intrattenevo con i sacerdoti. Non rivelai loro nulla sulla nostra parentela poiché essi dicevano tutti concordemente: «Lapidiamo il Giusto!». Si alzarono dicendo: «Su, andiamo! Uccidiamo quest’uomo! Togliamolo di mezzo a noi. Egli, non ci sarà di alcun giovamento». Essi erano là, e lo trovarono ritto presso il colo del Tempio; vicino alla grande pietra angolare. E decisero di gettarlo giù da quella altezza. E lo gettarono giù. Quando allungarono lo sguardo su di lui, si accorsero che era ancora vivo. Allora si ripresero e scesero giù, lo afferrarono, se lo passarono l’un l’altro, trascinandolo per terra; lo stesero, gli posero un masso sull’addome, e tutti lo calpestarono «Seduttore!». Lo alzarono di nuovo, poiché era ancora vivo, e gli fecero scavare una fossa. Ve lo posero dentro; lo ricoprirono fino al ventre e, in questa posizione, lo lapidarono. Ma egli stese le mani e pronunciò questa questa preghiera ch’egli non era solito pronunciare:
Mio Dio e mio Padre! Tu mi hai salvato da questa morta speranza, Tu che mi hai portato alla vita attraverso il mistero della tua volontà. Non lasciare che si prolunghino per me i giorni di questo mondo, ma il giorno della tua Luce nella quale non v’è più alcun residuo di notte risplenda su di me! Trasferiscimi nel luogo della mia salvezza, liberami da questo luogo straniero! Non sia in me inoperosa la tua grazia, piuttosto diventi in me splendente la tua grazia! Salvami da una cattiva morte! Poiché tu sei la Vita della vita! Estraimi vivo dalla tomba, poiché in me vive la tua grazia, il desiderio di essere strumento di pienezza. Salvami dalla carne peccaminosa, poiché mi sono diretto verso di te con tutta la mia forza. Salvami da un nemico umiliante! Non darmi in potere di un giudice severo! Salvami dal peccato e perdonami tutte le colpe dei miei giorni! Poiché io sono vivo in te, in me vive la tua grazia. Ho rinunciato a ogni cosa, ma ho confessato apertamente te. Salvami dalla grave tribolazione. Ora è giunto il tempo e l’ora! O Santo Spirito, mandami la salvezza. Luce da luce, coronami di imperitura ed eterna potenza”. Detta la preghiera, rimase in silenzio. Dopo, la sua parola fu scritta e questo è il discorso.
Prima e Seconda Apocalisse di Giacomoultima modifica: 2016-02-05T10:17:32+01:00da mikeplato
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