IL MANIFESTO DELLA MASSONERIA TRADIZIONALE

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Contro ogni deformazione o diluizione dell’Arte, i Liberi Muratori di tradizione si attengono ai seguenti principi, sulla fedeltà ai quali si misura la congruità massonica di un sodalizio:

1) Il fondamento primo della vera Massoneria è: fede nel Dio Vivente e Altissimo, Padre Celeste e Supremo Architetto dei Mondi.
Come si apprende dal prezioso ms. Graham (1726) in cui, fra molti detriti, è conservata la Parola perduta, la fede è substrato e potenza della visione spirituale. Senza fides, fiducia nel vettore divino della vita, e senza un vivo senso della meraviglia, i portali del mistero di Luce restano chiusi. L’Arte Muratoria mira a fortificare l’una e l’altra facoltà, mediante il simbolismo della costruzione (con i suoi mirabili annessi: geometrici, numerici, cromatici, astronomici, operativi ecc.) e l’esercizio del pensiero analogico, anch’esso costruttivo, nella “lettura” del cosmo.
Ogni Libero Muratore è educato a ricercare e glorificare il divino Intelletto d’Amore, distillandone i caratteri e i segni luminosi, saggi e benevoli – dunque: costruttivi – in ogni aspetto della realtà e in ogni alveo spirituale. E’ questo lo spirito universale dell’Arte Muratoria, che tuttavia non deve né può in alcun modo velare o rinnegare – sotto pena d’estinzione – il suo nucleo assiale, il cuore dell’Arte che dimora nel Cristo, da cui l’Ordine fluisce ab origine e che ha accolto via via – con quella ebraica – le tradizioni pitagorica, ermetica, zoroastriana ed altre.
Le lectures dei gradi devono ammaestrare i fratelli su tali direttrici e sulla loro fonte arcana, quella noachide (infatti, come si deduce dal ms. Graham, 37, la leggenda di Hiram trae sostanza da una più antica evocazione di Noach).
Ateismo e superstizione sono incompatibili con l’Arte Muratoria, portatrice di quel sano raziocinio spirituale che Dio conferì agli uomini affinché l’applicassero, con l’intuizione, ad “esplorare” il visibile e l’invisibile

2) La Libera Muratoria tramanda altresì la fede nell’immortalità dell’anima spirituale, corollario della saggezza e dell’amore di Dio, e garanzia ultima di giustizia.
Da tale fede, coltivata nella “cava” del cuore e confortata dalla percezione della presenza degli antenato in Loggia, derivano al Libero Muratore:
a) il dovere di non lordare il proprio ricordo con atti spregevoli, che mai sfuggono allo scrutinio della Onniscienza divina
b) l’anelito ad accedere, dopo la morte, alla Loggia Celeste, e ivi continuare il lavoro ad maiorem Dei gloriam;
c) la speranza nella resurrezione dei corpi spirituali (I Cor.15:44), organismi incorruttibili perché purificati, resi indivisibili e armonici rispetto a nuovi cieli e nuova terra (Ap. 21:1)

Nella vera Loggia si tempra l’aurea catena che unisce la generazione muratoria presente a quelle del passato, risalendo all’anello originario che è Dio. L’intimità con l’Oltre si segnala per mezzo delle ispirazioni edificanti che discendono sulle  anime dei fratelli e dal senso di una costante, efficace comunione con la storia sacra dell’Ordine.
Il Libero Muratore anela ad essere, nel linguaggio di J. G. Gichtel, l’artigiano dell’angelo in se stesso.

3) La vera Massoneria ritiene che costituiscano autentico culto a Dio il pensare, il parlare e l’agire secondo virtù, e che questa, sebbene da esercitarsi per amore del Bene e non già in vista di ricompense, conduca nondimeno alla vera gioia, sia in questa vita che in quella futura. E’ nello spirito dell’Arte Massonica l’intreccio tra ordine morale e felicità; lo stesso si può affermare dell’intreccio tra libertà e grazia di Dio, in quanto la Muratoria fu detta libera “in primo luogo perché è un libero dono di Dio ai figli degli uomini, e in secondo luogo perché è libera dagli spiriti infernali” (v. Graham ms., 9). In questa prospettiva, chi si avvicina all’Arte Massonica deve pentirsi delle proprie colpe e mai desistere dal farlo: se l’anima, in virtù del sincero pentimento, a cui risponde la grazia di Dio che la conforta, non è sgombrata dai detriti, nulla di stabile si potrà costruire in essa. Un terzo – e decisivo – motivo della qualifica di “libera” deriva all’Arte dalla testimonianza dei Quattro Santi Coronati (III sec. d.C.) che secondo la leggenda trasmessa dal Poema Regius (1390 ca) avrebbero rifiutato di scolpire statue dell’Imperatore da adorare, opponendo così la invincibile libertà dello Spirito ai poteri mondani.
La virtù primaria è una e consiste nella rettitudine circolare, ovvero compiuta, che proviene da Dio, ma si irradia in forme molteplici: onestà, laboriosità, temperanza, purezza, ecc.
Non solo l’Arte Muratoria addestra alla virtù i propri aderenti, essa deve pure difenderla e propagarla nelle comunità umane, opponendosi risolutamente a ogni impulso vizioso e disgregatore. Esoterica in quanto spirituale, essa depreca l’esteriorità abnorme in cui la società moderna è sprofondata, e avversa la futilità e le trasgressioni imperversanti. L’idea di misura, intrinseca all’Arte Muratoria, forma il retroterra delle sue opzioni virtuose.
La Massoneria difende la famiglia – ponte tra l’individuo e l’umanità, nonché presidio e cantiere di virtù – da qualsiasi attacco e, vigilando su realtà e processi educativi, si oppone a ogni minaccia o lusinga anti-morale nei confronti dell’infanzia.

4) La vera Massoneria inizia alla Mistica Arte solo uomini disposti a migliorarsi mediante
a) la visione simbolica, che si traduce in riflessione spirituale;
b) la ricerca e la riunione dei frammenti della Parola (λόγος) creatrice e rivelatrice sparsi in tutte le culture;
c) la pratica delle virtù.
Essa riunisce le più arcane e sublimi esperienze del Sacro, che nel mistero di Cristo hanno conseguito il loro crisma personale, ed è capace – se praticata con retta intenzione e perseveranza – di ampliare ed elevare la sfera di coscienza dei suoi sodali. Non v’è secretum, nella prassi massonica, eccetto quello relativo alle ineffabili – e pertanto indicibili – percezioni sublimi, riflettenti la gloria di Dio, che sono veicolate dalle immagini simboliche e dalle azioni rituali. Tali esperienze – nella gerarchia di gradi in cui si manifestano – vanno protette da ogni dissacrazione: a questo fine l’Arte adottò i codici riservati (segni, parole di passo, ecc.) attinti dai “segreti di mestiere” delle Ghilde medievali.
Pur mantenendo integra la propria natura di iniziazione maschile, e rigettando ogni promiscuità (che sarebbe letale ai suoi intenti), l’Arte Muratoria, votata a un’idea organica della società umana, recupera ed associa a sé la modalità classica dell’iniziazione di mestiere femminile, quella della tessitura.

5) La vera Massoneria glorifica il lavoro e le arti quali mezzi di cooperazione cosciente dell’uomo con Dio, rigetta ogni distinzione di censo (ignobile al cospetto del Celeste Padre e Architetto), promuove la lealtà, la generosità e il genio virtuoso. Su tali basi si fonda il giusto spirito gerarchico che deve reggere l’Arte e che appare invece negato o stravolto in molte associazioni sedicenti massoniche.
La vera Massoneria educa i suoi sodali al compimento del Dovere, cioè alla realizzazione della propria legge interiore e alla fedeltà rispetto a impegni e patti liberamente assunti.

6) La vera Massoneria lavora con gli strumenti che le sono propri (l’educazione, l’esempio autorevole) per ristabilire la divina Giustizia che, calpestata e schernita, come la mitica Astrea si involò dal mondo. Essa afferma perciò la dignità e i diritti del lavoro, difende gli oppressi, propugna la libertà delle patrie – grandi o piccole che siano – da ogni soggezione e decadenza, mira alla rettifica degli squilibri sociali.

7) La vera Massoneria è un cantiere di Utopia: opera nel presente sub specie aeternitatis e propizia l’avvento dell’era in cui “…l’arpa chiamerà i delfini“: essa, infatti, prefigura la metamorfosi del mondo nel Regno di Dio, dove – come nella Loggia – l’amore fraterno armonizzerà e allieterà la vita cosmica. Questa è la chiave del giubilo massonico, la cui essenza è musica divina.

IL MANIFESTO DELLA MASSONERIA TRADIZIONALEultima modifica: 2017-05-01T17:29:57+02:00da mikeplato
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