I GEROGLIFICI EBRAICI DEL LIBRO DI DANIELE

Daniel_(Michelangelo)

di Alessandro Conti Puorger

Isacco Newton era convinto che nel libro di Daniele, che tentò di decriptare, vi fosse applicata in modo più chiaro d’altri testi l’idea che si potesse ottenere un testo segreto con una lettura tipo geroglifici.

INTRODUZIONE
Il libro completo di Daniele, che si legge nella versione italiana della CEI (Consiglio Episcopale Italiano), è composito per la lingua d’origine del testo che fu scritto in ebraico, in aramaico ed in greco e precisamente:

– i versetti da 1,1 al 2,4 e i capitoli 8-12 sono in ebraico;
– i versetti dal 2,5 al 7,28 sono in aramaico.

Entrambi queste parti sono incluse nel canone ebraico della Bibbia, che esclude le parti in greco e che, in definitiva, accoglie complessivi 356 versetti, 158 in ebraico e 198 in aramaico, ed inserisce il libro “altri scritti”, tra gli agiografi Ester ed Esdra.
Il canone cattolico, invece ne accetta anche con le parti in greco ed ha inserito il libro tra “i profeti maggiori” con Isaia, Geremia ed Ezechiele.
Le parti greche che sono state accolte dai cattolici sono:

– inserimenti al capitolo 3 dei Cantici “di Azaria nella fornace” e “dei tre giovani”;
– aggiunte e testo variato nei capitoli 4-6;
– appendici della storia di Susanna (13) e la storia di Bel e il drago (14).

Queste aggiunte, però, sono state escluse del canone protestante.

Il libro di Daniele, per trattazione esterna, è del tipo profetico apocalittico.
L’ambientazione è nel VI secolo a.C. ai tempi del re di Babilonia Nabucodonosor e successori, ma i critici storici hanno trovato varie imprecisioni storiche, su cui non mi soffermo, come se fosse stato scritto in epoca successiva con interesse più del racconto che della verità storica.
I tre capitoli finali – 10, 11 e 12 – in visione profetica raccontano eventi successivi fino i tempi dei Maccabei, quindi al II secolo a.C..
Dal testo si ricavano dati storici e per ultima la chiara indicazione alla persecuzione d’Antioco Epifane.
La mancanza dell’indicazione della morte di costui e del seguito della rivolta dei Maccabei fanno collocare la redazione del libro dopo gli anni 167-164 a.C. subito dopo la persecuzione d’Antioco Epifane, su cui si dilunga alquanto, ma prima dei libri dei Maccabei.

Del libro del profeta Daniele a Qumran sono venuti alla luce numerosi frammenti, cioè era un libro molto consultato dagli Esseni.
In effetti il libro di Daniele sembra proprio accennare positivamente con parole lusinghiere a questi monaci “Alcuni saggi cadranno perché tra loro ve ne siano di quelli purificati, lavati, resi candidi fino al tempo della fine, che dovrà avvenire al tempo stabilito.” (Daniele 11,35) nel cui filone com’è evidente s’innesta poi il battesimo di Giovanni.
(Ho letto che a mezzo della paleografia, un manoscritto della grotta IV che lo riguarda è stato datato alla fine del II secolo a.C.)

Il protagonista, che racconta ed ha visioni e sogni, è un giovane giudeo di nome ebraico Daniele, chiamato a corte col nome di Baltazzar (Daniele 1,6), che con altri compagni evidentemente era “di stirpe reale o di famiglia nobile, senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei.” (Daniele 1,3b.4)

Il libro può considerarsi diviso in due parti.
La prima, relativa ai primi 6 capitoli riguarda testimonianze alla fede dei padri da parte di Daniele con altri giovani fedeli Anania, detto Sadràch, Misaele detto Mesàch, e Azaria alias Abdènego, e nel dettaglio gli episodi trattati sono:

– Cap. 1 – “I ragazzi ebrei alla corte di Nabucodonosor“;
– Cap. 2 – “Il sogno di Nabucodonosor“;
– Cap. 3 – “L’adorazione della statua d’oro“;
– Cap. 4 – “Sogno premonitore e follia di Nabucodonosor“;
– Cap. 5 – “Il banchetto di Baldassar“;
– Cap. 6 – “Daniele nella fossa dei leoni“.

La seconda parte, relativa ai successivi altri 6 capitoli, riguarda le visioni apocalittiche:

– Cap. 7 – “Sogno di Daniele: le quattro bestie“;
– Cap. 8 – “Visione di Daniele: il montone e il capro“;
– Cap. 9 – “La profezia delle settanta settimane“;
– Cap. 10 – “La grande visione apocalittica“;
– Cap. 11 – “La grande visione apocalittica“;
– Cap. 12 – “La grande visione apocalittica“.

Daniele era già il nome di un sapiente leggendario collegato con Noè e Giobbe (Ez. 14,13; 28,3), probabilmente riferibile al Dnil della leggenda ugaritica d’Aqhat (1500 a.C.), giudice che difendeva gli orfani e le vedove.
Il personaggio biblico fatto vivere dall’autore nell’esilio babilonese, prese evidentemente il nome da quell’eroe leggendario.
Il nome di Daniele in ebraico “Il mio giudice è Dio” o “Giudice di Dio”, peraltro, lo fa collegare a quest’idea, come pure il fatto che nel racconto di Susanna, una delle aggiunte deuterocanoniche in greco del libro di Daniele, questi compare proprio come giudice.

LE PROFEZIE DEL LIBRO DI DANIELE
Questo libro presenta nell’usuale lettura importanti esplicite profezie, che innegabilmente, per l’inserimento del libro nei due canoni, appartengono all’ebraismo, al cristianesimo ed all’Islam.
Accenno solo alle più importanti.

Nella seconda parte c’è una visione del Figlio dell’uomo che è un richiamo esplicito agli ultimi tempi e palesa che al riguardo vi erano idee consolidate: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e quel suo regno è tale che non sarà mai distrutto.” (Daniele 7,13-14)
Questa figura è da connettere certamente al Messia.
I Vangeli riferiscono che Gesù più volte nella predicazione ne ha fatto cenno.
In ultimo davanti al sommo sacerdote Caifa, nel Sinedrio, alla richiesta se era il Cristo, il figlio di Dio, con autorità “Tu l’hai detto – rispose Gesù – anzi io vi dico d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’Uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo.” (Mt. 26,64), con chiaro riferimento a quel brano di Daniele.

Prima della lapidazione le ultime parole del diacono Stefano, riportate dagli Atti degli apostoli ricordano anch’esse quella figura: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio.” (At. 7,56)
Nell’articolo “Geroglifici: Gesù primo figlio dell’uomo e non di Satana” ho già avuto modo di soffermarmi su questo titolo per chiarirne la genesi del significato.
Questa profezia palesa come se vi fosse una teologia preesistente, data per scontate nelle parti apocalittiche, il cui cuore però, poi e con fatica, verrà ripescata dalle tre religioni monoteistiche con variate valenze.

Questo libro di Daniele ha poi importanza fondamentale, in quanto riporta una delle rare profezia sulla risurrezione dai morti, dei libri del canone ebraico della Bibbia col versetto “Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.” (Daniele 12,2)
Analoghe espressioni di fede su tale atteso evento si trovano anche nel 2° libro dei Maccabei che, scritto in greco non è accolto nel canone ebraico (7,9 e 14,46) mentre è molto importante per la fede cattolica anche per i temi delle pene dell’aldilà 46,26), delle preghiere per i defunti 12,41-46), dei meriti dei martiri (6,18-7,41), dell’intercessione dei santi (15,12-16).

Il capitolo 9 del profeta Daniele, infine, è di grande importanza per la profezia biblica in quanto riconosciuto profezia esatta della venuta del Messia.
Negli anni del regno di Nabucodonosor, iniziato nel 606 a.C., soprattutto con la presa di Gerusalemme, (il tempio di Dio e i palazzi furono rasi al suolo o incendiati – 2 Cronache 36), nel 587 a.C. molti giudei furono portati in cattività a Babilonia e l’esilio durò settant’anni, come predisse Geremia (25:11-12).
Dal primo verso del nono capitolo di Daniele risulta che la seguente profezia in vista del Messia è fatta risalire al 536 a.C. (I anno di regno del sovrano dei Medi Dario, figlio di Assuero, tempo in cui Gerusalemme giaceva distrutta).
Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi. Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; e la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate.” (Daniele 9,25-26)
È, però, da leggere così: … fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane e sessantadue settimane. Saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi …; cioè da quando ci fu l’ordine di restaurare e riedificare la città fino al Principe Messia lì citato, devono trascorrere 69 settimane d’anni, ossia 483 anni.
Per Neemia le prime 7 settimane erano fatto certo, la durata della ricostruzione di Gerusalemme e 62 erano di attesa.
Per i cristiani, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui, è Gesù.
È da ricordare che i Vangeli ne sottolineano l’origine regale dalla famiglia di Davide, e concordi, ricordano che Gesù fu festeggiato dal popolo ebraico come re e Messia al momento dell’ingresso a Gerusalemme in occasione della sua ultima Pasqua.
Cioè Gesù viene collocato nell’ambito di tale profezia anche perché di fatto unto a furor di popolo.
A tale proposito, in altra occasione, il Vangelo di Giovanni dopo una moltiplicazione di pani riporta anche che “La gente, visto il segno che aveva compiuto, cominciò a dire: Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo! Ma Gesù, sapendo che stavano venendo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna tutto solo.” (Gv. 6,14s)
Ci fu un decreto di Ciro dell’anno 536 a.C. (Is. 44,28; Esra 1), ma Daniele dice che nei primi 49 anni seguenti il decreto che lui intende Gerusalemme dovrà essere ricostruita, e ciò porta ad un altro decreto, quello che sancì il ritorno, ricordato in Neemia 2,1-8, la cui data risulta già nel 1° versetto del 1° Capitolo: “Parole di Neemia figlio di Akalià. Nel mese di Casleu dell’anno XX mentre ero nella cittadella di Susa”, ma poi lo ripete in modo più chiaro al versetto 2,1 “Nel mese di Nisan dell’anno XX del re Artaserse…”.
Ora, il re Artaserse I, Longimano, regnò dal 465 al 423 a.C. L’anno ventesimo del suo regno corrisponde all’anno 445 a.C. e il mese di Nisan corrisponde al mese della Pasqua ebraica, marzo-aprile.
L’anno dal punto di vista delle profezie della Bibbia è contato di 360 giorni come risulta da Ap. 11,3 e 12,14, ove 3 anni e mezzo corrispondono a 1260 giorni, cosicché le 69 settimane di anni corrispondono a 69x7x360 = 173.880 giorni.
Gesù cominciò il suo operare pubblico nel 15 anno di regno dell’imperatore Tiberio (Luca 3,1), che regnò dal 19 Agosto del 14 al 37 d.C.; quindi il 15°. anno del suo regno iniziò il 15 Agosto del 28 d.C.
L’attività pubblica di Gesù durò tre Pasque (Giovanni 2,13; 6,4; 11,55) perciò risultano due anni abbondanti di missione pubblica e per la crocifissione è comunemente ammessa la data dell’8 Aprile del 30 d.C.
Tenuto conto di tutto ciò la concordanza della profezia delle 69 settimane è notevole e lo scandire delle date nei Vangeli tende a considerarla come attuarla; infatti di certo la crocifissione di Gesù fu nell’ambito della 69 settimana d’anni.
Nella profezia, “… il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario …” si riferisce ai Romani, che distrussero la città e il tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.
Il rabbino Salomone Jarchi o Raschi (1070-1105), commentatore del Talmud e della Bibbia asserì che in Daniele 9 erano preannunciati i dolori sopportare nell’anno 70, all’atto della distruzione di Gerusalemme sotto il generale Tito, figlio di Vespasiano.
Maimonide, ossia Mosè Ben Maimon (1135-1204) sul calcolo delle settimane di anni in “Iggereth hatteman 13” ha scritto: “Daniele spiegò la scienza profonda del tempo, ma poiché essa c’è nascosta, i santi trapassati ci hanno vietato di calcolare i tempi dell’avvenire, perché la gente comune può irritarsi e cadere in errore, vedendo che i tempi son passati ed Egli (il Messia) non è ancora venuto.” il che conferma l’attesa escatologica e l’esattezza di quei conteggi, risultati disattesi per gli Ebrei stante il rifiuto di Gesù di Nazareth quale Cristo.
Tra l’altro anche nel libro del Genesi tra le benedizioni di Giacobbe c’è una profezia messianica: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone di comando tra i suoi piedi finché verrà colui al cui esso appartiene e a cui è dovuta l’ubbidienza dei popoli.” (Gen. 49,10)
La tribù di Giuda però era rimasta coesa pur sotto il dominio straniero nonostante l’esilio, come vi è traccia in Ezechiele 8,1 e 20,1 ed in Esdra 1,5. Di fatto Giuda perse però ogni possibilità di preminenza con la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C.; quindi il Messia in quell’occasione doveva ormai esser venuto e i messia successivi, che alcuni fin nel XVI secolo hanno considerati possibili, anche in base a questa profezia non erano accettabili.

ECCO PERCHÉ C’È UN TESTO NASCOSTO IN DANIELE
L’eroe del libro è un ebreo dell’esilio di Babilonia, esperto nell’interpretazione di sogni e di sogni si parla diffusamente nel testo.
Quando si parla di sogni ho già fatto notare più volte che in genere in ambito biblico l’idea nasconde una visione che implica la lettura doppia della Bibbia. (vedi ad esempio “Profezie che ci sono e non ci sono” in “Il Cristianesimo di fronte ad una Bibbia segreta” e “Chi legge doppio è brillo” di “Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche“).
Già la parola sogno, in ebraico, spezzata e letta con i significati delle lettere e con i criteri del metodo di decriptazione che ho esposto in quella rubrica si ha una spiegazione in quanto “il sogno” dice di se stesso: “chiuso/nascosto/racchiude il perché ()”.
Cioè, il parlare di sogni avverte la presenza di profezie e messaggi continui che in altro modo non si ricavano dai testi, inseriti da autori biblici, leggibili con il criterio dei segni, col metodo che è ho descritto in “Parlano le lettere” inserito nella rubrica “Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche.

Questa fatto dei sogni ovviamente m’incuriosì e mi portò alla decriptazione del libro di Daniele (ovviamente solo le parti ebraico – aramaiche) che avevo lasciato in bozza, come le tante altre decriptazioni fatte nel mio peregrinare nel grande testo sacro nel cercarvi le parti occulte con quel metodo di lettura.
Dice, infatti, il testo esterno nell’ultimo capitolo del canone ebraico: “Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta.” (Daniele 12,4); cioè è un libro sigillato.
Ciò rientra in quanto dice Isaia (29,11-12): “Per voi ogni visione sarà come le Parole di un libro sigillato; si dà ad uno che sappia leggere dicendogli: Leggilo. Ma quegli risponde: Non posso perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggerlo dicendogli: Leggilo, ma quegli risponde: Non so leggere.” che è in linea con quanto sostengo, cosicché se ne ricava che c’è un I° ed un II° livello di lettura, il primo normale, cioè il saper leggere usuale ed il secondo speciale, per leggere il sigillato, per il quale occorre avere una particolare iniziazione e, chi non sa leggere, non supera il I° livello e chi legge soltanto quanto ufficiale, non supera il II°.
Pure nell’Apocalisse 5,1 si legge: “E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.”

È l’unico del canone ebraico che al Cap 12 manifesta una fede nella risurrezione: “Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotti molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.” (Daniele 12,2-3)

Questi fatti ed i tempi di redazione lo portano nell’ambito dei monaci di Qumran che non accettavano l’autorità del Tempio e la classe sacerdotale istituita dai Maccabei, e per protesta costituirono una comunità di separati.
Il libro e catalogabile tra gli scritti apocalittici ed è di fatto un ponte importante dell’ebraismo verso il cristianesimo con cerniera appunto in ambito esseno.
Quel discorso sulla risurrezione è presentato appena prima dell’accennato avviso sul libro sigillato (Daniele 12,4) ed è foriero che verrà esplicitato il fondamento di quella, che così esposta, poteva restare, allora, solo una pia speranza, qualora non fosse stata concretizzata nella rivelazione del Cristo risorto, che appunto è in definitiva motivo del testo nascosto.
Questi fatti e pensieri sono i motivi che m’avevano incuriosito a cercare se vi fosse un testo segreto all’interno.
Le date all’inizio dei capitoli del libro di Daniele, che sembrano messe senza grande cura della storia reale con dettagli che sembrano insignificanti, e varie incongruenze contribuiscono a dar luogo alla continuità della visione profetica che si consegue col testo criptato.
Intanto, già il nome di Daniele è tutto un programma.
Daniele è soprannominato Baltazzar dal re Nabucodonosor, mentre il figlio del re è chiamato Baldassar.
I due nomi hanno una differenza rivelatrice sotto l’aspetto del criptato; infatti, il primo, quando si tratta di Daniele è scritto , mentre è il figlio, cioè manca la , la lettera del cuore di Dio; nel primo c’è, perché in Daniele c’è lo spirito di Dio.
Leggendo poi il nome Daniele 8 volte con varie possibilità s’ottiene in sintesi una storia.

Per aiutare inviato sarà l’Unigenito al serpente ,
sbarrò l’angelo lo stare con Dio ,
giudicato , fu da Dio ,
ne fermerà l’operare folle ,
di batterlo con energia s’è messo in cuore ,
alla porta l’angelo sarà da Dio ,
alla porta l’angelo sarà maledetto (),
sbarrata , lamenti inizieranno dal serpente .

Racconto succintamente come sono arrivato alla determinazione di decriptare tale testo.
Dopo aver preso cognizione che l’illustre Isacco Newton era convinto che nel libro di Daniele, che tentò di decriptare, vi fosse applicata in modo più chiaro d’altri testi l’idea che si potesse ottenere un testo segreto con una lettura tipo geroglifici, mi ha portato a quella decriptazione ed a presentarla in pulito in questa rubrica, come anticipai che avrei fatto in “Isaac Newton cercava il testo segreto nella Bibbia” nell’articolo “Tensione dell’ebraismo ad una Bibbia segreta“.

Già il primo versetto affrontato col metodo di decriptazione di cui ho detto anticipa in modo allettante una storia.

Daniele 1,1 “L’anno terzo del regno di Ioiakim re di Giuda, Nabucodonosor re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse di assedio.”




“Dentro di rinnovare () ha scelto . Per essere felici () porterà la risurrezione . Del serpente il Regno porterà alla fine il Signore (). Sarà a rovesciare nell’acqua bollente il serpente . In cammino in Giuda l’incontrerà (). Dentro recherà la rettitudine in aiuto che rigetterà il verme () del serpente . Spengerà () la corruzione dei corpi portando a bruciare il serpente . A vivere si porterà giù in un corpo l’Altissimo al mondo .”

Questo però è solo l’inizio!

L’ARCANGELO GABRIELE
Per l’epoca di formazione del libro di Daniele, che i critici individuano nella seconda metà del II secolo a.C., e per essere stato inserito nella Bibbia nel canone ebraico e cristiano costituisce un importante snodo tra Ebraismo e Cristianesimo, ma è una cerniera anche per l’Islam che attinge al profeta Daniele ed ai suoi scritti.
A questo ultimo riguardo, infatti, ho anche osservato che il nome dell’angelo Gabriele, tanto noto, si trova però appena due volte nell’Antico Testamento ed anche due volte nel Nuovo; invece, mentre molte volte è richiamato nel Corano, la Sacra Scrittura dell’Islam, ritenuto l’ispirazione divina consegnata proprio dall’arcangelo Gabriele al profeta Maometto, l’inviato del “periodo intermedio” (Sura 5, 19).
Il Corano, peraltro, distingue tra i fedeli, le “persone della scrittura” e gli “infedeli”, i primi sono i musulmani, gli ebrei ed i cristiani (e i fedeli di Zaratustra), perché si fondano su stesse tradizioni (Sura 22,17) e si rivolge ai Cristiani ed Ebrei chiamandoli, “Voi gente delle Scritture” (Sura 4,171).
Chi crede cioè a tali basi comuni non è un infedele per il Corano (Sura 5, 48) che riconosce pure tutta una serie di “profeti” (Sura 6, 83-92; Sura 7) in quanto pure la parola Allah deriva da “Elohim”, nome di Dio nella Thorah di Mosè.
Per l’Islam, l’A.T. però essendo stato corrotto dagli ebrei e il N.T. dai cristiani, il Corano cita in modo diverso personaggi e vicende narrati dall’A.T. ebraico, dal N.T. e anche da Vangeli apocrifi, in quanto riporta il ricevuto da Maometto.

Ho fatto questo breve excursus sul Corano perché questi vi ha preso il nome di Gabriele e perché indirettamente cita lo stesso profeta Daniele, col nome di un certo Dhu-l-Qarnain e mostra che fu un profeta (18,83-98).
Dhu-l-Qanain significa il Bicorne, così chiamato con riferimento alla visione del profeta Daniele (Daniele 8,3) del montone dalle due corna, figura dei due regni di Media e di Persia, riuniti in un solo regno sotto un unico sovrano, Ciro, chiamato erroneamente Dario nella Bibbia.
Secondo lo stesso Corano, Dhu-l-Qarnain intraprese tre viaggi con lo scopo di consolidare le frontiere del suo impero: “Così egli seguì una via, fino a che raggiunse il luogo ove tramonta il sole e trovò che esso tramontava in un mare oscuro… Poi seguì (un’altra) via, fino a che raggiunse un luogo fra le due montagne e al di là di esse trovò un popolo che a stento comprendeva parola” (18,85-93); qui gli venne chiesto di costruire una barriera contro gli attacchi delle tribù chiamate Gog e Magog.

Tornando a Daniele, come accennato, notai il particolare che il nome Gabriele nell’A.T. è citato solo in Daniele 8,16 e 9,21 mentre nel N.T. pure due volte e solo dal Vangelo di Luca in cui tale angelo provvede ad annunciare le nascite a Zaccaria del figlio Giovanni Battista (Luca 1,19), ed a Maria di Gesù (Luca 1,26,s): “Nel sesto mese; l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth, a una vergine; promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.”

Gabriele, in ebraico è .
Il radicale gbr indica essere forte, essere vittorioso, ma anche come aramaismo, maschio, uomo; perciò nel nome in sé c’è già una profezia per:

– Giovanni Battista che uomo sarà di Dio ;
– Gesù, un uomo che è Dio .

Mi sono allora portato al versetto 21 del Capitolo 9 di Daniele che è la seconda citazione del nome Gabriele in quel libro, pensando che Luca e la sua scuola avesse scrutato Daniele per cercare profezie sul Cristo e, per far capire che era l’atteso da Daniele, ha citato anche lui due volte Gabriele, ma la seconda citazione chiaramente doveva riguardare una profezia sull’annunciazione alla Maria, tanto più che i versetti che dopo poco seguono quel versetto sono proprio quelli relativi all’attesa messianica.
Ecco quel versetto decriptato con la sua dimostrazione, che pongo al tempo passato, credendola attuata.

Daniele 9,21mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera.




“Per portare il peccare a sbarrare l’Unigenito inviato fu a vivere dentro un corpo. In una casa indicò che il Verbo del Potente al mondo si porterà in uomo. Gabriele ad una Donna con il corpo alla vista fu ad indicarle che l’Essere dentro Le si chiuderà, a questa porterà l’energia. Dentro la scelta si chiuse il Potente, l’entrò nel seno, il soffio dentro fu, l’azione del Verbo la toccò. Di Dio ci fu rettamente nel tempo il dono che aveva promesso.”

“Per portare il peccare () a sbarrare l’Unigenito inviato fu a vivere dentro un corpo . In una casa indicò che il Verbo del Potente al mondo si porterà in uomo . Gabriele ad una Donna () con il corpo alla vista fu ad indicarle che l’Essere dentro Le si chiuderà , a questa porterà l’energia . Dentro la scelta si chiuse il Potente , l’entrò nel seno (), il soffio dentro fu , l’azione del Verbo la toccò . Di Dio ci fu rettamente nel tempo il dono che aveva promesso ().”

PROFEZIE MESSIANICHE
Incoraggiato dal questo risultato eccezionale, sono allora passato con decisione ai versetti della profezia della venuta del Messia, gli ultimi quattro del capitolo 9 di Daniele.
Di questi riporto il 9,24 con la dimostrazione per far constatare in modo tangibile come la trama della profezia esterna è tessuta sull’ordito d’una epopea delle gesta del Messia, sia per mostrare una chiara applicazione del metodo e delle regole di decriptazione, inserite nel già segnalato “Parlano le lettere“, su quei versetti così importanti.
Per semplificare e per facilitare la lettura in questa dimostrazione indico però solo le pietre del guado, come le chiamo io in “Parlano le lettere“, riporto cioè solo i significati delle parole con più lettere, mentre per le lettere singole i significati sono quelli rituali del metodo a cui rimando.
Il metodo poi l’ho usato a tappeto per il decriptato dell’intero libro, che però per snellezza nel seguito unirò senza dimostrazione.
Certamente quella epopea doveva essere raccontata con circospezione e criptata, perché, e ora si comprende bene quel pensiero di Maimonide “… perché la gente comune può irritarsi e cadere in errore …” in quanto troppa sarebbe la tensione e potrebbe essere incapace di sopportarne l’attesa qualora ritardasse l’attuazione.

Daniele 9,24Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, sugellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi.





“Il settimo (giorno della creazione) sarà a liberare () per le preghiere i viventi che l’angelo (ribelle) chiuse nell’oppressione . Dall’alto vedrà una piaga () portarsi in azione il serpente. Vedrà stare in un corpo la santità che con la rettitudine del Potente la prigione aprirà del superbo . Dai corpi per strappare () dai viventi il peccato si portò. In croce lo porterà il serpente. Espiò l’iniquità recata dal serpente al mondo. In una casa/famiglia fu il primogenito d’un giusto , (“…Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla…”: Mt. 1,19) da fanciullo fu circonciso Sigillato nel petto () si portò il Figlio , dentro vi fu l’Unigenito. Portò il Potente il Messia santo ; santi saranno i viventi.”

Daniele 9,25Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi.

Testo decriptato:
“E alla fine sbarrerà il peccare, lo finirà col fuoco della rettitudine, perché invierà ai viventi giù l’Unico in aiuto il Figlio che al Potente aprirà il ritorno portandoli nel cuore ad abitare alla fine. Fu in un povero del Potente in un vivente ad agire nel sangue il dono della grazia. In cammino sarà ad aiutare con la risurrezione per le preghiere dei viventi. Di settimo (il sabato dei giorni della creazione secondo il libro del Genesi) al mondo portato per la perversità bruciare, in una casa alla vista fu dei viventi la luce dell’esistenza. Una Madre portò alla luce un angelo che sarà i morti a risorgere e a casa li riporterà. Per l’energia che dentro invierà dalla croce uscirà dai corpi chi li rende colpevoli, e dalle tombe i corpi porterà a rialzarsi riportandoli dal fango e li verserà fuori dal tempo per starvi a vivere.”

Daniele 9,26Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; e la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate.

Testo decriptato:
“E l’Unigenito chiuso nel corpo fu al mondo, il settimo (giorno della creazione) fu dai viventi. Il sesto (giorno della creazione, in cui fu creato Adamo) li tolse via l’angelo, fu nei viventi la forza della rettitudine dei corpi a finire. Il Messia si portò. Per annullarlo il serpente con bastoni lo portò fuori Città ed in campo aperto l’abbatté. Una porta di marmo sulla tomba fu del Crocefisso. Si rivide vivo, nello splendore fu a rientrare a casa. L’Unigenito si riporterà alla fine per portare dentro la risurrezione dal cuore il soffio porterà in azione, verserà giù della vita il vigore. Di vivi n’uscirà un fiume. Si rialzeranno tutti risorti i viventi dalla morte.”

Daniele 9,27Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio sarà l’abominio della desolazione e ciò sarà fino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore.

Testo decriptato:
“E fuori in cammino dalla rocca del Tempio le moltitudini saranno dal Crocefisso a guizzare con i corpi dentro. Saranno i viventi risorti dentro a portarsi, li condurrà a vedere l’Uno. Li porterà dalle tombe su, saranno ad entrare risorti a casa riportati dalle rovine della schiavitù. Il Crocefisso da vittima portò ai viventi l’energia per chiudere la perversità con azione potente retta. L’angelo superbo ad abbattere porterà giù nelle acque bollenti. La sposa porterà dagli angeli, chiusa nel corpo su entrerà nel Crocifisso, tutti retti innalzerà i risorti, li porterà vivi dal Vivente.”

Da Adamo fu estratta dal costato la donna, e dal Crocifisso alla fine, quale nuovo Adamo uscirà l’umanità risorta.

PASSAGGIO ALLA DECRIPTAZIONE DELL’INTERO LIBRO
A questo punto la curiosità era troppa e non mi potevo esonerare dal decriptare l’intero libro di Daniele.
Riporto perciò tutta di seguito la decriptazione dei 12 capitoli del canone ebraico, ed unisco il testo della traduzione in italiano della CEI dei corrispondenti versetti.
Come ho accennato nel paragrafo “Il grande gioco” di “Parlano le lettere” tali traduzioni, ottenute con le regole dichiarate, spunta un testo nascosto che è l’epopea del Cristo che rende concrete intuizioni del passato e porta in luce idee teologiche proprie dal Cristianesimo e dall’Ebraismo.
Avere un corpus così esplicito ed integrale dimostra la validità del metodo trovato – o ritrovato.

Il testo procede con lentezza inesorabile e la paziente lettura fa recepire l’ampio respiro del pensiero che lo muove.
Il fatto che le regole lasciano margini di libertà e che il singolo versetto può pure avere varianti di lettura non inficia la complessiva decriptazione.
Applicandosi a traduzioni d’una certa estensione come questa i timori d’interpretazioni distorti sono fugati perché, dopo alcuni versetti, se il discorso non è sensato e le frasi sono frammentarie è da riverificare il tutto ed inserire le varianti consentite; peraltro è proprio degli autori biblici ripetere i concetti fondamentali in due forme per la certezza della ricezione.
Nella lettura di un versetto, se accade che non si è colto il significato autentico, questo si ritroverà con altre parole in altri versetti e, se non è corretto, alla lunga sarà eliminato.
Il testo procede come la corrente d’un fiume maestoso che sembra in moto laminare anche se vi sono turbolenze locali.
La traduzione è frutto di un’iterazione sui vari versetti già letti, pur continuando ovviamente a rispettare le regole; solo se il tutto è omogeneo e ben connesso la decriptazione è riuscita come nel caso che presento del libro di Daniele.
Da tale libro, l’insieme dei contenuti palesi del testo esterno ed occulti nel criptato, concorda con immagini apocalittiche, riprese nell’Apocalisse del N.T. e che personalmente hanno contribuito ad evocare il “Tempo-eternità” nel racconto: “Un midrash – Haggadah per Pesah – Il Disegno di Dio“, a cui rimando per l’eventuale rilettura.

DANIELE 1: I RAGAZZI EBREI ALLA CORTE DI NABUCODONOSOR
Daniele 1,1 “Dentro di rinnovare ha scelto.
Per essere felici porterà la risurrezione.
Del serpente il Regno porterà alla fine il Signore.
Sarà a rovesciare nell’acqua bollente il serpente.
In cammino in Giuda l’incontrerà.
Dentro recherà la rettitudine in aiuto che rigetterà il verme del serpente. Spegnerà la corruzione dei corpi portando a bruciare il serpente.
A vivere si porterà giù in un corpo l’Altissimo al mondo.”

Daniele 1,2 “E fu il drago dall’Unico giudicato per l’esistenza che fu con l’essere impuro all’origine a segnare.
Sarà per la perversità ad essere vomitato dall’esistenza dei viventi.
Vivo il serpente con bruciature fuori recherà dalla porta.
Ad uscire porterà la putredine.
Giù la fine del maligno da dentro sarà.
Finirà dal mondo la maledizione che esiste per i viventi e sarà dentro ad esistere l’originaria vita.
L’Unigenito i corpi rialzerà colla risurrezione che invierà in azione.
Dalle moltitudini sarà la fine del maledetto, fuori sarà portato e riverranno tutti ad essere in vita.
Ad entrare nella casa saranno dal Padre.
Saranno alla fine portati su col corpo.
In Dio dal mondo saranno condotti.”

Daniele 1,3 “A portarsi sarà l’Unigenito all’amarezza del mondo.
Per vivere dal serpente in prigione sorgerà in un persona.
Questi in un corpo a casa dal ribelle starà.
Nella tana/foro porterà la fiamma.
Sarà dell’Unico in vita il Figlio che nell’esistenza la rettitudine di Dio recherà.
Da vivente per colpire il cattivo uscirà.
Ai viventi la potenza porterà della rettitudine.
Al mondo porterà la vita degli angeli.
Uscirà per il Verbo in un corpo la purezza ad esistere in un vivente.”

Daniele 1,4 “Sarà partorito all’esistenza da Madre.
Da donna dal corpo l’Unigenito sarà inviato dentro al mondo.
La perfezione della vita originaria porterà ai viventi.
La porterà in un cuore, la recherà dentro per cambiare.
L’Unigenito al mondo si porterà per liberare dal maligno i viventi.
Dentro la pienezza delle forze anela di riportargli.
Sarà per aiutarli in azione una forte mano nel tempo a recare.
A portarsi dalla madre a casa sarà un angelo.
Sarà alla Madre la conoscenza a recare che l’Unigenito le sorgerà dal corpo.
Rettamente nel grembo entrerà nella Madre la potenza a dimorare; dentro per al mondo (questa) sarà la sposa d’un vivente (di Giuseppe).
La potenza della rettitudine recherà il Potente.
La potenza in un vivente nel sangue vivrà in pienezza del Verbo, che in un corpo recherà un potente fuoco e ad uccidere il demonio sarà nei viventi.”

Daniele 1,5 “E dalla destra del Potente entrerà a vivere nel mondo il re.
Per aiutare, da figlio sarà a portarsi d’una madre in una casa un giorno.
Si recherà dai viventi il Verbo finalmente a casa per guarirne la vita dal serpente.
La rettitudine recherà ai viventi.
Da vino da bere sarà a recarla ed il serpente scapperà liberandoli.
Per la doppia esistenza (vivo – morto – risorto) in un vivente, che a risorgere il Potente recherà, porrà alla fine l’innocenza a stare nell’agire dei viventi.
Dall’impuro serpente le persone saranno ad uscire vivi dal regno.”
(Il Cristo, presentandosi al serpente con la sua doppia natura d’uomo Dio sarà come vino che gli darà le vertigini, perché gli farà vedere doppio e questi non capirà più nulla.)

Daniele 1,6 “A portarsi sarà nel modo.
Sarà in una casa/famiglia ad uscire da una madre per vivere nel figlio il Signore.
Uno splendore!
Grida di giubilo dagli angeli.
Sarà da Dio la grazia inviata ad esistere al mondo.
Tra i viventi sarà a sorgere Dio; per portarsi in soccorso sarà ad uscire.”

Daniele 1,7 “Per portarsi si sarà vestita per entrare nei viventi la luce d’un corpo.
Al mondo dal ribelle sarà nel buco/tana; sarà per salvare dalla morte a recare ad esistere la risurrezione in un vivente.
Il serpente giudicato è stato da Dio.
In casa un incantesimo da contemplare giù in un corpo gli recherà, la vigorosa energia inviata sarà nel mondo al demonio che ad indebolire porterà il serpente nei viventi.
Sarà per le preghiere dei viventi che stanno nella desolazione che in azione da pellegrino sarà ad uscire il servo; l’energia in cammino recherà.”

Daniele 1,8 “A portarsi sarà a distruggerlo.
Inviata sarà la maledizione in azione al serpente.
Nel cuore recherà l’Unigenito la risurrezione dei corpi che da rifiuto sarà.
Finalmente del redentore dentro il Verbo ha scelto la casa/famiglia; per guarire i viventi in cammino si porterà (in quella) casa.
Sarà dall’opprimere a liberare.
Indicò che si sarebbe portato ed in una casa sarà versato sulla paglia dalla madre il Principe che uscirà avvolto col corpo.
A riempire sarà un vivente.
Per una Donna in cammino il ‘no’ esisterà per finire il superbo serpente.”

Daniele 1,9 “E sarà per il drago nel mondo la maledizione a stare in un vivente che dall’Unico la fine giudicata è stata.
Dio con potenza per chiuderlo nei ceppi porterà il potente amore a stare in vita, al serpente soffierà con energia un forte fuoco, dai corpi uscirà il ribelle che fu a riempirli per restare in vita.”

Daniele 1,10 “A portarsi sarà l’Unigenito a vivere da povero in un corpo nel mondo.
Del ribelle sarà nella tana/buco.
Sarà da Madre partorito.
L’energia che è di Dio sarà nel corpo d’un primogenito, con l’Unigenito inviata sarà.
Verrà il Signore, sarà nel mondo tra i viventi in cammino la beatitudine.
La manna uscirà dall’Unico pura da mangiare; la rettitudine ai viventi porterà.
Tra i viventi a sorgere finalmente sarà un retto vivente.
Da donna col corpo la potenza in vita uscirà, sarà in vista al mondo l’Unigenito finalmente di persona.
Sarà della retta vita questi in azione a soffiare la forza ai viventi.
La vita degli angeli uscirà da un fanciullo che starà colla Madre beato.
La rettitudine inviata sarà in cammino, ai viventi la recherà a vivere in una casa integra.
Sulle tracce l’Unigenito col fuoco sarà del serpente a vivere in cammino.”

Daniele 1,11 “A portarsi sarà l’Unigenito dal ribelle angelo che opera follemente (così) la maledizione vivente al serpente scenderà con un corpo.
L’Unigenito brucerà il verme dell’angelo (ribelle) nel mondo risorgendo i corpi.
Uscirà l’apostasia da dove sta.
In pieno sarà chi fa misfatti giudicato, sarà il corrotto angelo con lamenti ad uscire dai viventi, sarà al fuoco il primo serpente portato, si vedrà vagliato con forza dal mondo.”

Daniele 1,12 “Il vessillo invierà l’Unico.
L’Unigenito dagli sviati solo sarà da retto ad esistere tra i viventi, starà il bene in un corpo al mondo, recato sarà per finire l’angelo a recarsi dal serpente ad abitare per colpirne il male.
Sarà in vita a recare l’energia delle origini alla sposa, ed ai viventi sarà la vita a recare degli angeli che risorti alla fine usciranno.”

Daniele 1,13 “E sarà a portarsi in un corpo di persona.
Essendosi commosso ad annullare si recherà portandogli amarezze. L’Unigenito nel mondo entrerà, sarà il serpente a sbarrare con forza dai viventi.
Uscirà per l’Unigenito il maligno dai viventi.
L’Unico per finirlo il Verbo in un’arca per guarire i viventi in cammino recherà.
Tra gli afflitti, per servire alla vista uscirà ad operare, i popoli vedranno che uno solo è retto.”

Daniele 1,14 “A portarsi sarà a bruciare chi fa il misfatto nel mondo; dalla Madre partorito puro uscirà.
Per colpire la perversità sarà inviato, in pienezza a vivere sarà tra i viventi, sarà al lavoro col corpo nel mondo.”

Daniele 1,15 “Porterà della putredine giù la fine dei giorni tra i viventi.
Agirà contendendo con l’angelo che nei corpi all’origine entrò, (onde) l’essere ribelle ad iniziare fu ad entrare nei viventi che nei cuori si portò dentro, e cosa inaudita sarà dentro bruciato nei corpi.
La vita degli angeli da una sposa giovane, che gli sarà Madre uscirà. L’Unigenito dal maligno a vivere verrà.
Il Verbo alla fine dentro guarirà i viventi con la potenza della rettitudine.”

Daniele 1,16 “A portare sarà nell’esistenza dei viventi la potenza.
Scenderà nei corpi per l’angelo la distruzione.
Gli inizierà un luogo d’arsione dentro.
La potenza della rettitudine nei viventi recherà da forza per l’esistenza dall’angelo liberare.
Alla fine sarà ad entrare nei viventi.
La recata energia finirà l’angelo (ribelle) che guizzerà fuori dei viventi con la stirpe dell’angelo che v’è a vivere (cioè, il drago dalle tante teste).”

Daniele 1,17 “E nel mondo sarà il Potente in aiuto degli esseri che vi vivono.
Nel mondo la maledizione l’Unico col corpo dentro al tempo in un vivente invierà al drago.
Guizzato fuori da Madre entrerà Dio in campo essendo la misura del peccare alla luce completa per il piangere.
Di potenza a riempire il Verbo un corpo porterà, vi si chiuderà, anelando di portarsi.
Giudicato è stato da Dio nel mondo chi dentro l’opprime.
Dentro la tana/buco la forza per colpirlo recherà.
L’angelo porterà in prigione, il serpente morirà.”

Daniele 1,18 “Per recare il serpente nei viventi ad abbattere giù completamente, entrerà nei giorni a vivere il Beato.
Dell’Unigenito in un vivente nel corpo nel mondo in cammino la fiamma sarà.
Dell’Unico la vita porterà, sarà in una casa a stare l’Unigenito per liberare; dai corpi uscirà il ribelle.
Sarà in pienezza ad esistere in un vivente del Potente il Verbo da figlio in una casa, un retto aiuto germoglierà.”

Daniele 1,19 “A portarsi sarà la mano che creò tutta la vita del mondo. Da vivente in cammino si porterà per il serpente incontrare, essendo sufficiente in vita la vergogna.
Così giudicato è stato da Dio.
La grazia ad inviare sarà al mondo ai viventi.
La forza per bruciarlo Dio recherà in azione; per colpirlo in un corpo il Signore abiterà.
Si recherà dal serpente di persona.
Sarà a riaprire il Regno.”

Daniele 1,20 “E così partorito dentro un corpo si chiuderà la rettitudine in un uomo; in una casa inviato sarà al mondo da una Donna.
Il corpo a casa sulla paglia in vita uscirà dalla Madre al mondo da vivente per il serpente ardere.
Sarà in un vivente a scendere l’Unigenito all’opera; dai corpi sarà l’impuro a finire.
Dall’alto da una sposa in una grotta per amore dei viventi sarà nella vita ad entrare da primogenito.
Alla luce il Verbo sarà.
Ai viventi una donna nel corpo dentro la rettitudine del Potente dal Regno ha recato.”

Daniele 1,21 “A portarsi sarà al mondo, sarà per sbarrare con l’energia dall’esistenza il maledetto che si vedrà da vittima bruciata alla fine. L’Unigenito chiuderà completamente il serpente in una fornace a bruciare, uscirà dai viventi il serpente per la rettitudine.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 1 – I ragazzi ebrei alla corte di Nabucodonosor
1,1 “L’anno terzo del regno di Ioiakim re di Giuda, Nabucodonosor re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse di assedio.”
1,2 “Il Signore mise Ioikim re di Giuda nelle sue mani insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi nel tesoro del tempio del suo dio.”
1,3 “Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani Israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile,”
1,4 “senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei.”
1,5 “Il re assegnò loro un razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re.”
1,6 “Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria;”
1,7 “però il capo dei funzionari di corte chiamò Daniele Baltazzar; Aanania Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdenego.”
1,8 “Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e col vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare.”
1,9 “Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari.”
1,10 “Però egli disse a Daniele: Io temo che il re mio Signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi renda colpevole davanti al re.”
1,11 “Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria.”
1,12 “Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua,”
1,13 “poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangino le vivande del re, quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato.”
1,14 “Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni;”
1,15 “terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re.”
1,16 “D’allora in poi il sovrintendente fece togliere l’assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi.”
1,17 “Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.”
1,18 “Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodonosor.”
1,19 “Il re parlerà con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re;”
1,20 “in qualunque affare di sapienza e intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che c’erano in tutto il suo regno.”
1,21 “Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.”

DANIELE 2: IL SOGNO DI NABUCODONOSOR
Daniele 2,1 “Porterà la vergogna a finire col fuoco.
A finire sarà tra i viventi del serpente il Regno che ha recato col drago il pianto.
Per aiutare, nascosto nella prigione del serpente vivrà con l’energia dentro.
La rettitudine d’aiuto gli invierà giù dal corpo, che l’ammalerà.
Il morire porterà a finire.
Per finirlo il soffio in azione ai viventi dello Spirito recherà portandolo in dono.
Ad uscire sarà la fine del mondo.
Dall’Altissimo li condurrà.”

Daniele 2,2 “A portarsi sarà l’Unigenito dall’essere ribelle nel regno, con potenza abbatterà dai corpi l’essere corrotto, lo butterà dai viventi, sarà a reciderlo.
L’Unigenito lo brucerà col soffio, sarà recisa la piaga col fuoco.
Il Verbo sarà a circoncidere con la rettitudine il demonio dagli esseri viventi.
Il serpente fuori del cammino sarà, libererà i viventi.
Dal Potente così imprigionato il serpente a morire sarà portato.
E saranno a casa dell’Unico recati e saranno a dimorare condotti dal Potente di persona saranno ad entrare nel Regno (ove, vive il Potente con i retti).”

Daniele 2,3 “E sarà l’Unigenito all’amarezza del serpente nel mondo tra i viventi ad entrare.
Un vivente il Potente da amo al serpente porterà.
Per distruggere il serpente negli uomini sarà nell’esistenza alla fine il Verbo ad agire in un vivente.
In un corpo si recherà a vivere, partorito nel tempo, verrà alla prigione del serpente recato dalla Madre.”

Daniele 2,4 “E sarà la Parola a portarsi del mondo.
Così per il demonio sarà un vivente, del Potente vivrà in cammino l’Unigenito che il verme sarà a finire dai viventi.
Per il serpente affliggere il Potente da una vergine sarà inviato in vita, inizierà a vivere da Rachele (Betlemme, ove secondo la tradizione c’è la tomba di Rachele, vedi Mt. 2,17)
In un vivente Dio per servire sarà così a portarsi del superbo col corpo per incontrarlo, di nascosto si porterà nel primogenito.”

Il testo esterno è in aramaico

Daniele 2,5 “Sentito il gemito per il serpente per l’affliggere che reca l’Unigenito vivrà in un corpo.
Per la potenza della rettitudine, il demonio sarà a venir meno completamente dal mondo.
A vivere inviato sarà dall’Unico all’empio l’Unigenito nel mondo.
Per finirlo verrà a sbarrare il peccato.
Con l’energia sarà in campo perché desidera che la superbia dai corpi esca fuori dal sangue.
Da chi opprime alla fine per finirlo il Servo si recherà ad abitare. Dentro completamente sarà a ristabilire, del letamaio sarà l’esistenza tutta arsa, ai viventi porterà energia.”

Daniele 2,6 “Per portare ad uscire l’angelo che ammala i viventi l’Unico porterà il Verbo a lottare alla fine nel mondo.
A chiudere recherà l’energia in un uomo.
Invierà il Figlio da casa, in questi recherà il diletto.
A mettere fuori strada fu gli uomini, un lupanare il serpente portò, l’angelo (ribelle) ai viventi l’energia versò nel sangue, (quando) fu il serpente nel mondo a prendere possesso dei viventi all’origine col recare il soffio bruciante.
Nei corpi entrò; il mondo una prigione recò l’angelo (Lucifero) ad essere.”

Daniele 2,7 “All’afflizione il Figlio porterà la fine.
Si porterà l’Unigenito dal ribelle angelo per vivere nel cammino in un fratello perché guai gli inizino.
All’amarezza dal serpente in azione a casa dall’impuro sarà a portarsi il Verbo.
Alla luce col corpo uscirà un angelo al mondo da Eva (cioè da Maria che è la nuova Eva).”

Daniele 2,8 “D’essere umiliato dai viventi in cammino desidera l’Unigenito. All’inganno dell’angelo sarà a scendere per stargli in casa ove sarà a sbarrarlo con l’agire.
L’Unigenito inviato dalla nube sarà nell’Eden per l’Unico ad incontrarlo.
In croce sarà portato dall’angelo.
Da questi il Figlio sarà ucciso.
La potenza gli verserà da dentro a partorirla sarà dal petto.
Sarà la fine a recare all’impurità l’Unigenito.
Per l’empio l’Amen è dalla vita dal Potente assegnato.”

Daniele 2,9 “Per aiutare sarà nel mondo inviata di nascosto la potenza in un vivente da Dio.
Verrà la perversità a sbarrare agendo con energia.
L’angelo sarà a sbarrare dalla porta fuori.
In campo sarà l’Unigenito colla legge divina della rettitudine, e ad abitare la recherà ai viventi.
Del serpente uscirà la falsità e l’illuminazione della vita completa uscirà fuori.
Questi ai viventi darà in dono la potenza della vita delle origini, l’essere ribelle rovescerà dal sangue, li ristabilirà, alla porta risaranno dell’Eden gli uomini.
Alla fine nei pascoli del Potente rientreranno con gli angeli dalla prigione del serpente.
I viventi dall’Unico vivranno.
Nei corpi, riportatavi la potenza, saranno portati ad incontrarlo. Alla porta dell’Eterno saranno col Verbo risorti con i corpi.
Usciti finalmente fuori delle tombe per la riportata energia, angeli saranno.”

Daniele 2,10 “Nell’umiltà con la rettitudine dal demonio sarà l’Unigenito.
Versatosi nel sangue d’un vivente il serpente ad affliggere inizierà. Al ribelle invierà il ‘no’ dell’Unico dall’esistenza.
Per finirlo dall’esistenza in un uomo l’Altissimo sarà dentro.
Una luce indicherà che dalla nube sarà in un vivente guizzato alla fine a vivere.
In cammino l’Unigenito sarà a recarsi per portare a compimento il mondo.
Ad annunciarlo sarà nel mondo alla sposa che lo verserà, in casa a partorirlo sarà.
La sposa madre del potente Agnello a casa si porterà ad illuminare che del Potente sarà il cuore le dirà.
Così giudicato uscirà il serpente dalla donna.
Di Dio in cammino il vigore nel corpo per amore ai viventi recherà. Il primogenito per arderlo il soffio recherà della rettitudine al demonio nell’esistenza.”

Daniele 2,11 “Ed a vivere dal serpente alla fine l’Unigenito per aiutare sarà in un vivente in cammino.
Da Donna Dio per obbedienza sarà col corpo al mondo portato a dimorare per finirlo.
Gli inizieranno guai, in croce sarà, bloccato sarà.
Sarà in prigione lo porteranno.
L’energia fuori verserà dal sangue, con l’acqua guizzerà la rettitudine che da maledizione invierà l’Unigenito al serpente di cui nel mondo è l’impurità.
La forza ai viventi per aiutare dal corpo gli uscirà.
Recherà la grazia nella carne Dio.
Dell’origine dei guai la fine porterà, uscirà dall’esistenza.”

Daniele 2,12 “Cosi da serpente si verserà a casa partorito inviato al mondo a vivere in cammino.
Dal Padre inviato in giro si porterà alla fine il Verbo.
L’errore bastonerà per l’Unico da vivente col corpo.
Dal serpente nel mondo si recherà da solo.
Entrerà nel cammino un amo nei giorni dentro la casa del serpente.”

Daniele 2,13 “Per recare la legge divina dell’Unico all’angelo il Verbo si verserà.
Alla fine portato dal grembo sarà dalla madre all’esistenza da primogenito d’un uomo.
Verserà un agnello tenero che sarà il frutto che testimonierà che inviato è stato da Dio.
Portato nel nascosto d’una casa in un corpo recherà nel mondo a stare la potenza; fuori alla fine la verserà dal cuore al serpente al mondo.”

Daniele 2,14 “Da casa dell’Unico per punire, per bloccare dell’angelo l’esistenza, dell’Unigenito la potenza entrerà completa gli sarà dentro in azione nel cuore.
All’origine recò ad indurre in errore i viventi il serpente.
Dell’Unico nel corpo sarà recata la rettitudine alle moltitudini in un cuore dentro a vivere.
L’Unigenito per aiutare sarà a vivere in cammino, dalla nube sarà inviato.
Il Verbo per abbattere il serpente verserà dal cuore la potenza nel mondo.
Il vigore della rettitudine sarà in un vivente che starà dentro la casa del serpente.”

Daniele 2,15 “In azione l’energia al mondo recherà dell’Unico all’essere ribelle.
La potenza l’Unigenito in un corpo sarà a portare.
Colla rettitudine brucerà il serpente dall’esistenza.
Per amore l’Unigenito sarà, per aiutare a stare in un vivente, guizzerà colla rettitudine dell’Unico nella Vergine.
Una mano finalmente inizierà ai viventi ad uscire.
Nella prigione di giù, col Verbo inizierà la vita degli angeli a versarsi nel sangue.
Da vivente in cammino inizierà per l’Unico la lite in vita col serpente.
Completa l’Unigenito al mondo recherà la conoscenza dell’Unico.
Col corpo sarà a recare la rettitudine.
Un potente aiuto invierà nell’esistenza Dio.”

Daniele 2,16 “E giudicato che è stato stolto nell’agire il serpente gli recherà a casa in azione l’Amen con un vivente con la potenza della rettitudine.
L’Unico ne sbarrerà l’esistenza.
Questi in vita il Figlio alla fine per finirlo recherà dal superbo col corpo, la maledizione da Eva sarà ad uscire perché il serpente l’afflisse.”

Daniele 2,17 “L’Unigenito per bloccare la forza dell’impurità ad inviare sarà la maledizione al serpente (quando) dentro sarà in croce, uscita, a svanire recherà il serpente.
Ha avuto misericordia, starà nel mondo per allontanar via il primo serpente.
Portatosi in azione di questi col corpo sarà ad entrare nella prigione, la purità riporterà, uscirà la forza in un vivente, il serpente finirà, dell’Unico lo splendore si vedrà.”

Daniele 2,18 “Porterà nel corpo il veleno.
Sarà inviato al serpente da un vivente.
Dentro in azione inizierà a vivere un essere puro nel sangue.
Di Dio, il fuoco vivo che sta con l’Unico in alto, nel corpo di questi dalla nube in aiuto invierà nel mondo per aiutare chi ci sta.
Il rifiuto sarà alla perversità in casa dell’impuro che per scacciarlo inviato sarà stato.
L’Unigenito del serpente si recherà nella prigione, la purità recherà al mondo per spazzarlo dai viventi, nella carne un amo sarà con un vivente ad esistere dentro la casa del serpente.”

Daniele 2,19 “Dall’Unico nel giudizio il serpente giudicato è stato.
Dio in casa di nascosto per colpirlo recherà con l’Unigenito la mano ad esistere di notte.
Sarà l’Unigenito con il corpo da questi in un primogenito a rivelarsi che sarà dalla nube per l’opprimere bloccare inviato.
Starà dell’Unico il cuore nel corpo nella prigione del serpente; entrato la distruzione sarà ad iniziare.”

Daniele 2,20 “Si sentirà inviare un grido di giubilo dagli angeli con forza che di Dio si reca l’Unigenito a vivere nel corpo.
La potenza al mondo recherà; alla luce in vita uscirà il ‘basta’ al maledetto.
Dell’Unico ai viventi col Figlio retto, la manna dall’alto ai viventi con un primogenito recherà.
L’Eterno in una Vergine l’Unigenito col ‘basta’ chiuderà, così in un uomo inizierà e crescerà.
Al termine con l’Unigenito il ‘basta’ al serpente nel mondo uscirà ad esistere per l’Unico.”

Daniele 2,21 “E ad uscire porterà l’Unico ai viventi del mondo la luce bella dell’Eden, sarà l’Unigenito a portarsi al tempo stabilito, sarà da primogenito dalla Madre ad entrare dall’eternità nel mondo.
Il Re sarà dagli angeli a recarsi a vivere nel mondo, versato sarà dalla Madre per vivere in cammino, per l’opprimere sarà ad entrare dentro la prigione così da uomo.
Inizierà il vigore della rettitudine ad esistere in un vivente che sarà inviato a recare della vita degli angeli la conoscenza, del maledetto sarà a bloccare l’agire.
Sarà da dentro l’esistenza l’angelo ad uscire.”

Daniele 2,22 “Lui per rivelare l’Unico in azione in un vivente sarà a versarsi, alla fine in un primogenito, portato da madre di nascosto. Una completa sciagura ad agirgli in vita gli entrerà in casa.
Dimesso si recherà ad affliggerlo, gli recherà lamentele.
Sarà alla vista dei popoli del mondo alla luce col corpo l’Unigenito.”

Daniele 2,23 “Al serpente colla rettitudine la maledizione del Padre uscirà alla fine a stare.
Nella vita al mondo la recherà per bloccarlo.
Per l’Unico la recherà per salvarli da dentro la prigione che l’Unigenito invierà ad aprire la porta che fu chiusa.
La rettitudine agli uomini porterà, in cammino dentro la recherà nel corpo.
Alla fine guai usciranno dentro completi al serpente e la rettitudine in azione inviata la perversità sbarrerà nel tempo.
L’impurità che è dentro colle rovine, con l’opprimere dei viventi, con l’uccidere, sbarrate saranno dalla vita con potenza.
Finirà dai viventi del serpente l’affliggere ed alla porta si vedrà il drago delle origini.”

Daniele 2,24 “Una sposa lo verserà in una casa, lo partorirà.
Angeli fuori della porta inviati saranno da Dio, in alto si sentiranno.
Il potente Unigenito nel corpo sarà a portarsi, la rettitudine in aiuto sarà in un vivente che in cammino la divinità nel mondo reca dentro per sbarrare il maledetto.
Di nascosto la rettitudine nei giorni in casa lo distruggerà.
A colpire con potenza porterà la rettitudine all’angelo, origine dell’essere ribelli, del serpente uscirà il vigore, bruciature dai viventi gli saranno in casa, gli abitanti un rifiuto al serpente completo nel mondo porteranno.
Un solo al mondo innalzato l’energia sarà a versare.
Sangue con acqua guizzerà.
Potente la rettitudine dell’Unico recherà al superbo dal corpo.
La maledizione viva che il serpente affliggerà nei fratelli gli porterà l’Unigenito.”

Daniele 2,25 “L’Unigenito col corpo sarà a rigettare colla forza del bastone della rettitudine, che dalla croce da dentro gli uscirà, il serpente nel mondo.
Entrato per scalzarlo, partorito, ad inviare sarà dell’Unico la potenza.
Verserà sangue con acqua (lo ripete per chi non avesse capito) in cammino. L’Unigenito recherà la rettitudine all’angelo che alle origine fu ribelle, il serpente uscirà dalla porta, sarà nel mondo bruciato dalla rettitudine.
Strappò dagli uomini la vita degli angeli, i figli furono esiliati dall’Unico, alla porta furono.
Sarà al mondo portato, alle mammelle a stare il Verbo alla luce col corpo.
Di Dio vivrà la potenza della rettitudine, in Giuda si vedrà.”

Daniele 2,26 “Ad essere umiliato in vita dal serpente così l’Unico porterà l’Unigenito.
La madre il corpo partorirà.
Inviato sarà per il primo serpente il tempo della trebbiatura.
Da Madre uscirà in una casa, il potente cuore arderà dell’Unico giù in un corpo nel mondo.
Con l’Unigenito sarà finalmente ad esistere la rettitudine.
Un retto nel mondo il serpente potente per la perversità sbarrerà, per l’agire il drago sarà imprigionato, il serpente con forza sarà rinchiuso.
(Quando) colpito sarà, in croce portato, il Verbo risorgerà col corpo nel mondo.”

Daniele 2,27 “In azione, inviata al mondo l’energia sarà da Dio, che la verserà nel sangue d’un vivente.
La potenza della rettitudine recherà dell’Unico all’essere ribelle dal corpo colpito/ferito l’Unigenito, che d’aiuto sarà per i viventi.
Il serpente affliggerà con la risurrezione che Dio da rifiuto nella tomba ad un retto nei giorni riinvierà.
Risorto del Verbo sarà a fremere nel cuore la vita, sarà lo splendore in questi nel corpo essendovi l’energia.
Sarà per il maligno la fine.
Dalla tomba a riportarsi sarà nel mondo da potente Re unico.”

Daniele 2,28 “Il Figlio in vita dell’Unico sarà in fine a stare in un primogenito in cui la fiamma della risurrezione.
Ai viventi sarà per la prima volta a rivelarla in un corpo.
Per questi un angelo si porterà nel mondo per recare la conoscenza che il Potente alla Madre in cammino l’Unigenito invierà.
In una casa/famiglia per recare la rettitudine in aiuto il germoglio dalla Madre uscirà.
Il ‘basta’ al serpente nel mondo recherà l’Unico dentro con l’Unigenito, che a chiudersi in un corpo sarà finalmente un giorno per stare con i fratelli.
Dal serpente un vivente la rettitudine recherà, dal petto.
Lo porterà a stare in un corpo una Donna retta, Vergine di concubito (cioè che non giacque con uomo) che la rettitudine per aiutare invierà al mondo.”

Daniele 2,29 “Dell’Unico gli angeli indicheranno al mondo che vive in cammino l’Unigenito.
Dai pastori si recheranno angeli. Saranno dalla retta Vergine per una luce.
Così in un casa retta in un paniere a rovesciare lo porterà la madre nel mondo.
Alla porta saranno (i pastori) a guizzare da Lui.
L’Unigenito in una grotta le sarà in mano.
Gli angeli fuori porteranno a rivelare che l’Unigenito nel corpo questi è.
Un primogenito da fuori portandosi alla porta vedranno della retta madre in mano; sarà il Potente Lui!”

Daniele 2,30 “E per incontrare il serpente il Padre avrà a chiudere la rettitudine in un vivente nel mondo.
Per aiutare sarà dell’Unico la forza alla fine ad esistere in una casa/famiglia (onde) sia ai viventi inviata.
Dalla sposa nascosto starà nel primogenito, nel corpo di questi il Signore entrerà nel cammino (dei viventi) di notte.
Sarà dal Potente nel mondo inviata dall’alto la Parola che a sbarrare sarà il superbo.
Col corpo Dio vivrà in cammino in Giuda.
Si vedrà portarsi un fuoco, alla vista, saranno a portarsi gli angeli, sarà dal serpente a casa dentro colla rettitudine per finire l’impurità dall’agire.”

Daniele 2,31 “L’Unigenito inviato, alla fine entrerà in un vivente per il serpente affliggere.
In prigione per colpire al mondo la perversità, finalmente si recherà Dio che si porterà giù per il serpente distruggere.
A bloccarlo col fuoco in cammino sarà l’Unigenito, per arrostirlo colla forza della rettitudine.
Con l’energia nel corpo a casa gli si porterà per colpirlo.
Sarà al mondo a recarsi con la forza per finirlo, gliela lancerà per rovesciarlo, per farlo venir meno.
Rovescerà dentro il serpente in una fornace; vi entrerà per la rovina il serpente.”

Daniele 2,32 “Lui con l’immagine del primogenito dal corpo d’una donna uscirà una mano forte per aiutare.
Nel mondo abiterà per uccidere l’essere impuro, vi starà per recare lo sbarramento al male.
Recherà in campo ad esistere il ‘basta’ dal trono. Il Verbo dai viventi il peccare fuori sarà a recare.
Sarà nei corpi la rettitudine alla fine ad entrare, alla porta sarà il serpente.”

Daniele 2,33 “La Luce, speranza del mondo, vi starà per aiutare.
Sarà col volto il mistero del Potente in un corpo a rivelarsi. Portandosi nel mondo sarà a recare la vita degli angeli, in campo recherà l’energia in aiuto.
Bello un corpo questi da potenza recherà da manna nel mondo (è il senso dell’eucarestia).
Porterà dell’essere impuro l’esistenza a chiudere, lo distruggerà.”

Daniele 2,34 “Nella prigione per colpire nel mondo la perversità sarà finalmente per agire alle mammelle a stare.
Nel mondo avrà scelto di Nazaret il padre (evidentemente Giuseppe dei Vangeli) che da angelo ad aiutare sarà il Potente che Padre gli è. Sarà ad aiutarlo essendosi un angelo portatosi.
La madre, di nascosto gl’indicò in protezione: vi viveva l’Unigenito! Dall’alto nel corpo gli rivelerà che l’aveva portato ad entrare a stare l’Eterno.
Per aiutare starà in un villaggio.
Da un potente il primogenito porterà a nascondere; l’avrebbe fatto perire.
Il primogenito porterà ad uscire.
Ad aiutarlo a rovesciarsi dai confini fuori con la madre si porterà un angelo.”

Daniele 2,35 “Alla casata per i primogeniti bloccare saranno degli inviati che nella polvere per portarla ad azzerare entreranno nel villaggio.
Un potente i fratelli (di fatto in ebraico così si chiamano anche i cugini) farà perire dell’Unigenito.
Li guiderà con un’illuminazione l’Unico, così dal perire, uniti, li porterà per mano fuori ad abitare.
L’Unico li porterà ad uscire, e li condurrà così dall’azione, che si porterà a Rama (nome di città vicina a Betlemme ove c’è la tomba di Rachele Vedi Gr. 31,15) per l’angelo, uniti, a muoversi in giro.
Obbedienti saranno per amore, ma non li dimenticherà l’Unico.
A rientrare vivi li riporterà l’angelo.
Nella mente/testa gli si porterà che di nascosto il primogenito con la sposa rivenissero.
Del corpo del potente che primeggiava uscirà l’illuminazione della fine.
Spento il potente, rientreranno col padre che da angelo dell’Unico d’aiuto sarà stato.
Di vivere nascosti indicherà dai potenti.
Protetti, madre con primogenito a rientrare di ricondurre dal confine per incantesimo gli si portò nella mente/testa.
Nella mente a casa (Nazaret) gli si portò la parola; rivennero sposa con primogenito da Ra (Egitto), uniti.”
(Il Vangelo di Matteo 2,13-23 riporta il racconto della strage dei primogeniti da parte d’Erode il grande, questi primogeniti erano evidentemente nella maggior parte davidici, in quanto Betlemme storicamente era la città d’origine di quella famiglia e vi abitavano prevalentemente discendenti della famiglia di David.)

Daniele 2,36 “L’aiuto gli avrà inviato nel mondo in sogno l’Unico che gli avrà portato la parola per illuminare la mente/testa d’uscire: inviati dirà verseranno il sangue reale dei primogeniti.”

Daniele 2,37 “L’Unico avrà inviato dai confini fuori del regno il primogenito con la madre; in cammino la madre sposa sarà stata col primogenito ad aiutare.
Sarà per l’Unico che al potente uscirà la devastazione onde sarà a languire ardendo per la fine dei primogeniti.
A rifugiarsi l’invierà l’Unico portandoli dai confini a rovesciarsi.
La parola l’Unico avrà recato per essere richiamati; saranno a rientrare a casa in cammino.”

Daniele 2,38 “A riportare a casa i retti col nato sarà stato l’aiuto dell’Unico. Di corpo sarà energico il figlio che sarà ad uomo a vivere portato completamente.
In casa si vedrà portarsi attivo e parlerà da illuminato.
Con la madre sarà l’Unigenito a stare per uscire di casa.
Dentro sarà d’aiuto, rettamente si porterà fuori.
Con la fiamma del Potente nel cuore, con la rettitudine dentro, per tutto nel mondo si porterà da angelo.
Chi l’incontrerà l’indicherà apertamente.
In lui vedrà un testimonio per lodare la casa del primogenito.”

Daniele 2,39 “Avrà portato dentro completa in un corpo la rettitudine alla fine a sorgere in un vivente.
In cammino la recherà il primogenito nascosta.
Dal corpo un fiume nell’agire l’Unigenito ai viventi invierà di rettitudine, e nei viventi per la potenza della rettitudine che porta finirà il serpente.
Sarà completa la forza dell’Unico dall’Unigenito chiusa nel corpo. Sarà a sbarrarne l’esistenza, riinizierà l’aiuto (di Dio) ad essere completo, s’impadronirà della casa prigione del cattivo l’Unigenito.”

Daniele 2,40 “E dai viventi il serpente in una fornace dentro spazzato sarà dall’Unigenito.
Alla fine Lui completamente lo vomiterà dalla bocca.
Ne usciranno perdonati.
Colpito il negativo, con la rettitudine potente abbattuto, da casa il serpente alla porta sarà.
Il soffio finirà di questi.
Il negativo dai viventi uscirà per l’aiuto che si rovescerà e chiuso col fuoco il serpente a distruggere porterà la rettitudine del Verbo. Alla fine, colpito dalla potenza dell’Unico, sbarrato sarà dai viventi il male dall’agire.
In tutti del maledetto l’opprimere finirà, nella polvere porterà alla fine il cattivo.”

Daniele 2,41 “A portarsi per aiutare sarà nella vita nel mondo in un corpo in cammino.
Dal serpente sarà l’Unigenito portato dall’Unico, giù da casa nel tempo in un primogenito a vivere.
Inviato al mondo, si recherà a guidarlo.
A far cordoglio, essendosi il rasoio portato per l’angelo (ribelle), al mondo si recheranno gli angeli.
La Parola col corpo colpirà con potenza in vita il serpente colla rettitudine che reca.
Separata alla fine la perversità porterà dai viventi, l’angelo sarà distrutto a casa alla fine dall’Unigenito.
Sbarrato sarà il soffio nei corpi.
Colpirà il serpente con la maledizione recata dal Padre nel mondo. Così per il serpente abbattere a casa partorito sarà.
Alla prigione di questi sarà finalmente ad uscire col volto per annientare il serpente delle origini dai viventi.
Il nemico dentro casa chiuderà in un buco il Verbo che per amore sarà inviato dall’Unico.”

Daniele 2,42 “E l’Unigenito giù dentro al tempo col corpo si rivelerà nell’esistenza.
L’Amen al mondo recherà all’angelo.
Da guerriero accompagnerà i viventi, con energia fuori li porterà, li guiderà alla soglia vivi innocenti su puri per il serpente che arso alla fine verrà portato fuori finito, abbattuto.
La bellezza dell’origine riporterà ai viventi che angeli usciranno alla fine.
Dal deserto alla rocca del Tempio della nuova Gerusalemme.”

Daniele 2,43 “La porta sarà chiusa. Colpito sarà alla fine dal Verbo nei corpi. Colpirà il serpente l’Unigenito nel seno delle moltitudini dentro chiuso lo farà perire nei cuori ove sta.
Per l’energia dell’Unico negli uomini il nemico dentro sarà finito; vi recherà degli angeli dentro il seme.
Dagli uomini, che nel corpo il primo serpente al mondo aveva portato l’impurità, da dentro la vomiteranno.
Sarà l’impurità inviata fuori.
Per agire alla lite entrerà nel mondo colla rettitudine il ‘basta’.
Il Verbo nei corpi colpirà il serpente.
La maledizione dell’Unico per i viventi finirà.
Il nemico da dentro i popoli l’imprigionerà, lo distruggerà l’Unigenito.”

Daniele 2,44 “E da dentro un giorno sarà fuori recata l’impurità dall’esistenza dei viventi per la potenza della rettitudine che ci sarà per l’Unigenito.
Dell’Unico il Figlio sarà a vomitarlo, dai viventi.
Il maledetto n’uscirà devastato.
Sarà a struggersi di pena per la rettitudine recata.
Bloccato sarà dalla potenza dall’alto.
Dai viventi sarà per finirlo venuto alla fine nella prigione dentro per accompagnare i viventi in cammino e l’errore che agisce nei viventi, dalle origini nascostosi nei corpi, finirà.
Verrà bruciato completamente dentro, l’abbatterà alla fine alla polvere, e per finirlo in un buco soffierà la rettitudine con potenza. Il maledetto sarà per l’energia nei viventi nel cammino portato alla fine dall’Unigenito ed al mondo sarà a venire la risurrezione.
La potenza dall’alto nei viventi risarà a ricominciare.”

Daniele 2,45 “La rettitudine in un cuore verserà.
Partorita sarà dal petto nell’esistenza da un crocifisso che d’aiuto sarà ai viventi.
Il cuore recherà nel corpo dell’Unigenito venuto in cammino da pellegrino.
Il Crocifisso, dell’Unico il Figlio a sbarrare sarà il serpente.
Del Padre sarà il giudizio per l’opprimere a recargli.
Fuori dalla porta lo verserà alla fine.
Il Verbo nei corpi colpirà il negativo.
Il serpente delle origini nel mondo farà perire.
L’Unigenito dal trono per soffiare sul tizzone uscirà da casa dell’Unico.
Della maledizione col corpo dentro al mondo gli recherà la conoscenza perché in cammino inizierà dai viventi ad uscire. Sbarrato sarà il serpente da Lui.
Dai fratelli dai corpi sarà l’impurità fuori recata.
Sarà giù dall’esistenza da dentro l’ammalare dei viventi all’origine portata, dalla vita ad uscire.
Risarà nei viventi l’energia soffiata. Risorti i corpi n’usciranno.”

Daniele 2,46 “Dentro l’Unigenito punirà nei viventi il serpente.
Per affliggere l’angelo dentro recherà la rettitudine.
Giudicato giù dai corpi abortirà.
Dall’alto per incontrarlo il Verbo si recherà nel mondo ove sarà a condurre il serpente alla porta.
Inviato sarà al maledetto in vita il destino.
Si recherà i viventi a guidare.
L’energia sarà a chiudere nella vita.
Saranno angeli per l’Unigenito i viventi col corpo.
Per la potente energia in una (festa) delle Capanne il serpente uscirà.”

Daniele 2,47 “Si sentirà il gemito del serpente afflitto, nata per l’angelo sarà la maledizione portata dall’Unigenito.
La vita nei corpi nei viventi pura sorgerà, per la carità bloccata sarà la maledizione.
Li ristabilirà, al mondo porterà l’Unigenito la divinità.
Nel mondo al maledetto che opprime la recherà per il ribelle appassire.
Con la rettitudine è stato inviato e la rivelerà dal corpo per colpire con forza l’impurità.
La forza sarà tutta a finire nel serpente.
Con la falce inizierà nei corpi a colpirlo il Signore nel mondo.”

Daniele 2,48 “L’Unigenito per aiutare è stato inviato dai viventi in cammino dall’Unico al serpente per bloccarlo.
L’energia che è dell’Unico con la potenza nel corpo dentro da forza recherà agli uomini.
Invierà l’energia nei corpi puri con il figlio.
L’errore dell’angelo (ribelle) dentro con la corruzione entrò.
Abitandovi il serpente con perversità domina il mondo agendovi.
Di potenza per la rettitudine del Potente vestiti risaranno.
L’angelo finirà dentro.
A casa li accompagnerà col corpo ad abitare nella pienezza.
Nei giardini saranno inviati in alto.
Pieni di forza per la rettitudine saranno i viventi a riesistere.”

Daniele 2,49 “Ed alla porta inviati saranno da Dio a casa a vedere l’Unico in vita cogli angeli.
I viventi in cammino l’Unigenito li recherà vivi, inviati saranno in alto con potente azione, a casa risaranno.
La legge che all’origine a sbarrare fu per i viventi la porta sarà inviata alla fine dentro a casa dal serpente.
La potenza del demonio nei corpi per la rettitudine nei viventi sarà bruciata.
La rettitudine la recherà il Servo.
Allo splendore li recherà.
Giudicati saranno da Dio gli uomini per il male, nei viventi la potenza per la rettitudine riinizierà.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 2 – Il sogno di Nabucodonosor
2,1 “Nel secondo anno del suo regno, Nabucodonosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire.”
2,2 “Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli astrologi, gli incantatori e i caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re.”
2,3 “Egli disse loro: Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la spiegazione.”
2,4 “I caldei risposero al re): Re, vivi per sempre, racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione.”
2,5 “Rispose il re ai Caldei: Questa è la mia decisione; se voi non mi rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai.”
2,6 “Se invece mi rivelerete il sogno e me ne darete la spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua spiegazione.”
2,7 “Essi replicarono: Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione.”
2,8 “Rispose il re: Comprendo bene che voi volete guadagnare tempo, perché avete inteso la mia decisione.”
2,9 “Se non mi dite quale era il mio sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d’accordo per darmi risposte astute e false in attesa che le circostanze si mutino. Perciò ditemi il sogno ed io saprò che siete in grado di darmene anche la spiegazione.”
2,10 “I caldei risposero davanti al re: Non c’è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re; difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha domandato una cosa simile ad un mago, indovino o caldeo.”
2,11 “Li richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dei la cui dimora è lontana dagli uomini.”
2,12 “Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte.”
2,13 “Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.”
2,14 “Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Arioch, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia,”
2,15 “e disse ad Arioch, ufficiale del re: Perché il re ha emanato un decreto così severo? Arioch ne spiegò il motivo a Daniele.”
2,16 “Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo; egli avrebbe dato la spiegazione al re.”
2,17 “Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria,”
2,18 “ed essi implorarono misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia.”
2,19 “Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo.”
2,20 “Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.”
2,21 “Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza, concede la sapienza ai saggi, agli intelligenti il sapere.”
2,22 “Svela cose profonde e occulte e sa quel che è celato nelle tenebre e presso di lui è la luce.”
2,23 “Gloria e lode a te, Dio dei miei padri, che mi hai concesso la sapienza e la forza, mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato e ci hai illustrato la richiesta del re.”
2,24 “Allora Daniele si recò da Arioh, al quale il re aveva affidato l’incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: Non uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere la spiegazione del sogno.”
2,25 “Ariòch condusse in fretta Daniele alla presenza del re e gli disse: Ho trovato un uomo tra i Giudei deportati, il quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno.”
2,26 “Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzar: Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?”
2,27 “Daniele, davanti al re, rispose: Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini;”
2,28 “ma c’è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodonosor quel che avverrà alla fine dei giorni. Ecco dunque quale era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto.”
2,29 “O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire.”
2,30 “Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore.”
2,31 “Tu stai osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto.”
2,32 “Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento il ventre e le cosce di bronzo,”
2,33 “le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta.”
2,34 “Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano d’uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò.”
2,35 “Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come pula sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta la terra.”
2,36 “Questo è il sogno; ora ne daremo la spiegazione al re.”
2,37 “Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria.”
2,38 “A te ha concesso il dominio sui figli dell’uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti; tu sei la testa d’oro.”
2,39 “Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra.”
2,40 “Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto.”
2,41 “Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla di vasaio e in parte di ferro; ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all’argilla.”
2,42 “Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all’argilla.”
2,43 “Il fatto d’aver visto il ferro mescolato ad argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare un cosa sola, come il ferro non si amalgama coll’argilla.”
2,44 “Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo; stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.”
2,45 “Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione.”
2,46 “Allora il re Nabucodonosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi.”
2,47 “Quindi rivolto a Daniele gli disse: Certo il vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero.”
2,48 “Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i saggi di Babilonia;”
2,49 “su richiesta di Daniele, il re fece amministratori della provincia di Babilonia, Sadrach, Mesach, e Abdenego. Daniele rimase alla corte del re.”

DANIELE 3: L’ADORAZIONE DELLA STATUA D’ORO
Daniele 3,1 “Degli angeli a casa li recherà così alla porta su col corpo vivi per la potenza della rettitudine dall’Unico.
Col Servo saliranno i viventi di potenza vestiti.
Saranno aiutati ad entrare a casa in alto, entreranno nell’Unico a vivere.
Saranno inviati nella luce completa a stare.
Inviati al Volto dal Crocifisso saranno dal mondo all’Unico.
Dai viventi sarà stato l’angelo bruciato, completamente dall’Unigenito vomitato dalla vita, nel mondo dentro casa l’avrà abbattuto.
D’agire avrà finito l’essere impuro dai corpi; dal Padre vestiti di forza l’invierà alla fine a casa dalla casa del serpente.”

Daniele 3,2 “Portati dagli angeli a casa, e retti giudicati, su col corpo a vivere in cammino risorti dal potente dalle tombe, il serpente dai viventi così estirpato, i fratelli dal demonio guariti angeli saranno. Dall’Unigenito nel foro (del costato) in cammino, inviati saranno all’Unico.
Li porterà il Verbo racchiusi e tutti dall’Unico alla magnificenza.
Questi col corpo saranno alla volta del cielo della nuova creazione per la legge divina che dentro i corpi sarà a venire per il Verbo.
Saranno stati dall’Unigenito portati tutti, risorti.
La potenza nel cuore inviata sarà stata ai viventi.
Punito alla fine il primo serpente, finita la maledizione dagli uomini l’essere corrotto ucciso, completamente arrostito, a centinaia alla porta saranno dal mondo versati a vivere dagli angeli.
Avrà recato la rettitudine a sbarrare, a distruggere il verme del serpente che affligge.”

Daniele 3,3 “A casa dall’Unico in giudizio gli uomini radunati saranno.
Finito dall’Unigenito, chiuso il demonio, col corpo di persona saranno all’originaria pienezza, nei giardino saranno dell’Unico, portati dal Verbo, dalle tombe recati alla fine, con l’Unigenito alla nube misteriosa col corpo vi staranno.
Una schiera pura sarà per l’originata legge divina, figli saranno venuti.
Dal Verbo alla fine saranno all’Unico portati.
Con la rettitudine sul serpente avranno dominato, angeli saranno vestiti della forza dell’energia.
Alla fine da Dio per grazia retti tutti saliranno perché dall’Unigenito aiutati saranno stati, dal mondo versati alla destra a casa portati così per mano, inviati su col corpo a vivere in cammino dall’Unico.
E il vomito dai viventi sarà finito; abbattuto a casa il serpente, alla protezione vivranno dell’Unico.
Dalla porta saranno ad entrare al risorgere, l’energia dentro si porterà d’aiuto per inviarli su coi corpi.”

Daniele 3,4 “E l’Agnello recherà questi dell’Unico all’incontro a casa, nell’assemblea staranno del Potente, con la potenza ristabilita con l’originaria vita nei corpi saranno gli angeli a vedere.
A vivere la vita saranno con l’Unigenito, dall’Unico a vivere staranno col corpo; risorti angeli saranno dell’Unigenito.”

Daniele 3,5 “Dentro l’Eden dell’Unico alla porta saranno alla fine risorti vivi, dal peccare puri per il serpente abbattuto dai corpi, belli, liberati.
L’avrà spazzato via dall’esistenza alla fine l’Unigenito.
A versarsi si saranno nel Crocefisso nel corpo dal foro.
Per la conversione così all’Unico il Verbo alla pienezza l’invierà.
Del Crocifisso nel corpo saranno inviati nel foro, e vivi nella persona saranno entrati; porterà tutti questi.
Dagli angeli saranno tra i canti, verranno al volto del Potente portati ai pascoli intorno in cammino per continuare a stare del Potente alla protezione.
I viventi entreranno a casa dell’Unico.
Dalla porta saranno ad entrare al sorgere degli angeli a casa, portati retti, aiutati, custoditi dal Re unico.”

Daniele 3,6 “Porterà i viventi dall’impurità, che c’è per il serpente, dell’Unico a stare al volto.
Li accompagnerà, saranno per adorarlo a casa ad entrare.
La luce a vedere completa con l’Unigenito saranno.
Finito il verme del primo serpente con l’orgoglio di primeggiare, verranno portati angeli a glorificare col corpo l’Unico, obbedienti alla legge divina dall’Unigenito.”

Daniele 3,7 “Tutti verserà a casa, vi partorirà gli angeli del mondo, da dentro usciranno da questi a vivere ai pascoli, retti al tempo della trebbiatura.
Nel seno tutti i popoli a vivere saranno dell’Unico versati col corpo tra gli angeli.
L’Unigenito i viventi risorti col corpo porterà a versare per starvi tutti.
Nell’Unico versati saranno dal Crocefisso con i corpi da foro al foro.
A casa tra i retti, ai confini che custoditi sono dagli angeli, condurrà la sposa.
Da questi l’energia che c’è di scelleratezza nei corpi l’Unigenito ad abortire avrà portato, avrà ucciso il serpente, i popoli vivi saranno, a riiniziare a vivere saranno col corpo per la seconda volta, riinizierà in pienezza la fortuna, saranno angeli del Potente su di potenza rivestiti entrati a casa dell’Unico dalla porta che c’è nel mondo (cioè dal costato del Cristo) versati alla destra, dentro recati così alla porta degli angeli su col corpo a vivere per la potenza della rettitudine dell’Unigenito.”

Daniele 3,8 “Tutti scelti giudicati nel mondo al tempo stabilito l’Unigenito a versare la moltitudine porterà degli uomini.
Ucciso il demonio, annullato e mangiato li verserà dal corpo su a stare bene quanto fa bisogno, per essere nello splendore dell’esistenza dell’Unico.”

Daniele 3,9 “Dall’agire ricusato il ribelle, per l’opprimere che l’angelo ha recato, retti li avrà giudicati giù per il verme del serpente che affligge i viventi in cammino.
Da Dio con la Vergine staranno con gli angeli a vivere l’esistenza.”

Daniele 3,10 “L’Unigenito invierà tutti dal mondo nel Regno dell’Unico risorti dai morti.
Per amore ai popoli che sbarrati sono in prigione dall’angelo, l’Onnipotente la forza della risurrezione dal seno avrà a rovesciare con potenza; dal cornuto l’Unigenito li libererà.
Dai corpi a rovesciarlo sarà completamente.
L’Unigenito lo vomiterà.
Nei corpi la pienezza risorgerà dentro.
La rettitudine riinizierà, col soffio li riempirà d’energia, alla fine col corpo saranno angeli e nel foro saranno del Verbo inviati, saranno fuori portati tutti.
Questi con li angeli saranno a cantare.
Guai il Verbo al serpente recherà, gli destina il Potente di arrostirlo, dalla vita dalla porta uscirà dalla casa dell’Unico.”

Daniele 3,11 “E dai viventi all’impurità ci sarà il rifiuto.
Sarà il Verbo a portarlo a forza in un buco per il destino finire al verme maledetto dell’orgoglio di primeggiare.
Verrà a recargli un energico fuoco, dall’Unigenito sarà vomitato per legge divina dell’Unico.”

Daniele 3,12 “Per l’Unigenito sarà a finito l’affliggere dentro i corpi, l’opprimere che c’è per la perversità, bloccata, annullata, alla porta sarà, i viventi angeli saranno alla fine, saranno completamente a star bene in alto in vista della casa dove c’è la legge divina, vestiti saranno d’energia. Finirà dentro d’abitare il potente demonio dai corpi, così nei viventi sarà bruciato dalla rettitudine portata dal Servo.
L’angelo superbo, che in cammino dentro ai corpi fu, alle origini maledetto, tutti a peccare porta nell’agire.
Il serpente fu così nei viventi con potenza affliggere, i cuori infelici per il maledetto furono tutti.
Dell’Unico il Verbo dal serpente a vivere inviato si recherà dallo schernitore perché aiuti.
Gli entrerà in casa l’Unigenito per sbarrarlo, sarà al mondo per vomitarlo.
Un uomo, il negativo in giro in cammino punirà.”

Daniele 3,13 “In casa l’Unigenito per punirlo l’energia dentro recherà con la rettitudine; sbarrerà l’angelo nemico.
Da dentro i corpi lo trarrà fuori.
Si recherà alla prigione a vivere (dove) dalle origini iniziò nei viventi nei corpi il serpente ad entrare.
Ci sarà il segno che esistere nel mondo del Potente la luce in giro della rettitudine.
Da una madre sarà alla luce un retto che si porta per servire inviato in cammino.
Gli recherà a casa dell’Unico il giudizio un uomo; sarà l’Unigenito.
Per l’Unico, in cammino nel mondo, sarà alla fine la forza a riportare allo stato primitivo ai viventi con la potenza della rettitudine dell’Unico.”

Daniele 3,14 “Alla vista angeli usciranno per l’inviato che dentro recherà della rettitudine l’energia giù in un corpo.
La recherà l’Unigenito all’essere ribelle, del Potente al mondo recherà i lamenti, la caccia inizierà al potente demonio.
In un debole vivente ci sarà il fuoco per arderlo.
In azione da solo inviato in cammino a portare al serpente la maledizione, sarà col rifiuto dell’Unico ad esistere, da un crocifisso ci sarà la rettitudine che porterà ad abortirlo dalla vita.
L’energia recherà allo schernitore per ammaestrarlo.
Entrando dentro dell’Unigenito l’aiuto, sarà fuori versato dall’esistenza.
Da un vivente in croce al serpente l’originerà dal foro a scorrere per punirlo.”

Daniele 3,15 “Così inviato in azione al mondo all’angelo sarà l’Unigenito. Finalmente sarà della rettitudine portata l’energia nel tempo a stare per bloccare la forza dell’impurità.
Ci sarà dentro dall’Eden dall’Unico l’aiuto che sarà stato alla fine ad ascoltare.
Un essere puro al serpente verserà in un corpo.
L’invierà l’Unico per salvare i corpi.
A portarla sarà per abbatterlo dall’esistenza completamente.
Per l’Unico lo vomiterà alla fine dai corpi.
Il fuoco da dentro per affliggerlo gli soffierà.
L’angelo finirà dai corpi con la forza d’energia che porterà per riempirli, ed i viventi dall’essere nell’incertezza saranno fuori portati tutti.
Per il fornicare sarà colpito l’essere ribelle.
Inizierà a finire il soffio del serpente ed all’angelo porterà alla fine il prosternarsi portando a finirne le statue.
Dall’Unico per aiutare sarà il Servo alla fine a portarsi nel mondo; dall’angelo il Potente verrà nel buco, il destino gli recherà, gl’invierà dentro al mondo il fuoco, nel tempo verrà per finire il verme, recherà l’energia potente all’orgoglio che alle origini iniziò nei corpi a portare l’angelo.
Un inviato gli porterà nel corpo l’Unico che sarà a versargli la legge divina.
L’Unigenito (stesso) si recherà ai viventi da inviato.
Al mondo lo porta l’Unico al primo serpente in campo per bloccarlo.
Sarà in dono di Questi il Figlio che la rettitudine porterà, così per i viventi una consolazione esisterà.”

Daniele 3,16 “Un mansueto dal demonio con corpo retto per stapparlo via la rettitudine recherà.
Il Servo invierà in cammino, portato dall’Unico al ribelle angelo perché dal serpente da zanzara dentro si rechi colla rettitudine.
In aiuto invierà giù in un corpo il rifiuto alle tombe.
Della risurrezione invierà l’energia l’Unico con la grazia.
Con un primogenito in azione partorita l’energia uscirà del Verbo completa in cammino; beneficherà il mondo per la fine dentro recare all’oppressione.”

Daniele 3,17 “Ad uscire dagli angeli l’Unigenito sarà alla fine, sarà al primo serpente al mondo inviato dall’Unico.
A sbarrarlo ci sarà per i gemiti inviati l’ira del Potente.
La grazia perfetta in dono sarà Questi (ai viventi) dentro a recare che (invece) al drago l’Amen dell’Unico per finirlo recherà, con l’energia del fuoco che inizierà a versare colla legge divina.
L’Unigenito si recherà da manna, forza per gli oppressi viventi dai potenti; la rettitudine per gli uomini con Questi sarà dentro.”

Daniele 3,18 “Ed al mondo inviata sarà al serpente la calamità dall’alto, alla perversità la maledizione, la rettitudine ai viventi, camminerà con l’Unigenito.
Per bloccarlo sarà il ‘no’ al primo serpente uscito, sarà con un retto il ‘no’ dell’Unico ad esistere.
Al drago, l’ira del Potente in vita, l’inviato recherà.
Lo schernitore imparerà.
Gli entrerà a casa l’Unigenito con mano forte, entra per rovesciargli l’esistenza.
Un uomo al serpente costringerà la fortuna.”

Daniele 3,19 “Dentro l’Unigenito per il giudizio all’angelo a casa recherà la rettitudine.
Giudicato giù dai corpi uscirà alla fine dai viventi il serpente che sarà in prigione vivo dall’Unigenito portato ad arrostire.
Per ricusarlo il Verbo reca al mondo dell’Unico il fuoco.
Dalla croce l’invierà; porterà per illuminare la via ai viventi col forte fuoco della rettitudine, lo porterà alla caligine, aiuterà lo splendore a recare.
In azione l’invierà per la perversità, che dalle origini vive nei corpi per il serpente, la cui vita colpì il maledetto.
Verrà a recare l’energia ai fratelli per aiutarli il settimo (giorno) entrerà in azione con potenza, con mano forte, le prigioni colpirà, uscirà il serpente dai viventi, colpito sarà nel mondo.”

Daniele 3,20 “E dal Potente in cammino il Figlio sarà inviato, un uomo sarà in vita partorito, sarà in una casa/famiglia ad entrare per stare dal serpente al mondo.
Dell’Unico a vivere col corpo camminerà il Verbo per finire il mondo dal potente demonio.
Nel corpo la rettitudine in un vivente sarà sorta, arderà, nell’agire puro lo splendore recherà; perché il verme della maledizione venga portato con l’angelo al fuoco dall’Unigenito acceso.”

Daniele 3,21 “Dentro dall’Unico per aiutare sarà inviato in cammino il Figlio, all’essere stolto la rettitudine per legarlo reca dentro in pienezza nel corpo, alla corruzione al mondo portata dall’angelo la soffierà dal cuore, sarà il dono dello star bene recato dall’Agnello. Per la distruzione della perversità l’energia recherà al serpente, alla vergogna sarà al mondo a recare un fuoco vivo, sarà a recarlo al serpente in cammino, e verrà a portare l’energia ad abitare nel corpo, guai verserà colla legge divina dell’Unico.”

Daniele 3,22 “La rettitudine al serpente si verserà in una casa in un neonato; inviata al mondo la manna per aiutare sarà ai viventi dal Potente.
In una pura in cammino l’Unico per i viventi chiuderà giù il Verbo che nel mondo si recherà da asino in un primogenito.
L’Unigenito colpirà il mondo con forti segni.
Un uomo sarà l’Unigenito nel primogenito in cammino con la rettitudine ad aiutare.
Sarà nel silenzio una voce a sorgere che per via per i viventi sarà luce.
La rettitudine recherà il servo inviato.
All’orgoglio verserà un agnello tenero che dai viventi lo scaccerà col soffio; sarà dentro dell’Unico il giudice portato alla vista.”

Daniele 3,23 “E con gli uomini starà l’Unigenito in cammino.
Alla fine del serpente nel deserto un inviato dal demonio un corpo retto d’un vivente esisterà.
Il fuoco della rettitudine recherà in azione.
Da solo, da inviato in cammino si porterà per aborto recare del serpente all’orgoglio di primeggiare.
Verrà a portare l’energia ad abitare nel corpo d’un primogenito che sarà a versare la legge divina.
Inizierà a vivere rettamente, ai semplici sarà inviato.”

Nella Bibbia ebraica manca da 3,24 a 3,90. (Nel prosieguo indico il versetto della Bibbia CEI ed in parentesi il numero del versetto nel canone ebraico.)

Daniele 3,91(25) “Dell’Unico il giudizio all’angelo (ribelle) a casa recherà.
La rettitudine per bloccarlo invierà giù nel corpo d’un vivente al serpente per affliggerlo.
Per la fine recare alla perversità, versato da Madre in una casa uscirà in un’arca il Potente nel mondo, da cui si sentiranno lamenti portare.
In un primogenito da vivente con un corpo al serpente del mondo la Parola porterà ad esistere il ‘no’.
In un uomo sarà inviato alla fine per il serpente finire dal mondo. Al verme sarà inviata la maledizione che in cammino si porta per incontrarlo.
E l’Unigenito in un vivente retto ai semplici sarà inviato.
Dai miseri, per ricusare il ribelle, per finirlo dai viventi in cammino, i guai giù gli saranno a casa ad iniziare in vita al serpente, l’affliggeranno.”

Daniele 3,92(25) “Per essere umiliato Lui l’essere ribelle inizierà ad incontrare; nella prigione di questi uscirà.
In un uomo sarà con l’energia al nascondiglio in azione al mondo la risurrezione dei corpi a stare in un inviato; ai viventi uscirà dal serpente un retto per opprimere ove abita l’orgoglio di primeggiare.
A chi vi abita in azione recherà una fune.
Il rifiuto dell’Unico sarà alla fine ad esistere, dentro per la perversità il fuoco recherà, esce per aiutare una forza per le moltitudini che sarà in azione nell’esistenza.
Da Adamàh (la nuova Eva) uscirà al serpente il Figlio di Dio che al mondo sarà inviato.”

Daniele 3,93(26) “Da casa l’Unico da giudice verserà nel corpo il Figlio, dentro recherà della rettitudine per aiutare il germoglio che dal serpente per finirne il male verrà a recare energia.
Dagli angeli recherà alla vista la legge divina, in azione all’impurità la recherà l’Unigenito per l’essere ribelle bruciare per via.
Un vivente ci sarà col fuoco per arderlo.
Il servo inviato in cammino la recherà in azione a casa.
Dell’impuro sarà sbarrata l’esistenza dalla maledizione dell’Unico. L’Altissimo sarà l’ira a portargli.
Una fune recherà, verrà a recarla dentro l’Unigenito che punirà l’angelo, dalla bocca vomiterà l’energia al demonio per fiaccarlo, per strapparlo via la rettitudine recherà in azione.
Da solo lo splendore recherà ai viventi a rilucere; recherà dell’Unico il fuoco delle origini.”

Daniele 3,94(27) “Portata agli uomini la rettitudine degli angeli in dono dall’inviato, i fratelli dal demonio guarirà.
Inviato sarà dall’Unico, che di riempire il giardino è a desiderare, il Verbo che della prigione recherà la fine.
L’Unico recherà al mondo in aiuto il Figlio, con la forza della parola retta per i fratelli.
Questi sarà per finirlo in un uomo a stare; con l’Unigenito dell’Unico camminerà il basta al negativo.
Per bruciare il serpente dal cuore l’energia porterà in un corpo il Padre.
Il Potente un retto fuoco in un vivente alla perversità invierà e dei cattivi il capo nel mondo porterà a finire, l’origine uscirà alla fine dal chiuso dei corpi per la rettitudine recata.
Del ribelle la corruzione fuori porterà, in prigione a bruciare l’angelo recherà, e nei corpi sarà la grazia portata.
Sulla testa del serpente dell’Unico agirà la legge divina dentro per star bene.”

Daniele 3,95(28) “Sentendo i lamenti un inviato dentro recherà così per sbarrare il nemico, si porterà l’Unigenito all’essere ribelle, il Figlio sarà per affliggere il serpente nel mondo ad entrare, recherà all’impurità la forza della risurrezione, per via dei viventi sarà un fuoco che arde.
Il servo, giudicato per l’orgoglio recherà il tempo della trebbiatura al serpente.
Per misericordia dell’Unico la rettitudine al mondo recherà alla luce, di questa un fiume si vedrà in casa dell’impuro.
Sarà un ‘basta’ ad uscirgli alla fine, il lavacro recherà dalla perversità, che sarà a riportare ai viventi dal serpente puri.
La potente rettitudine inizierà a sorgere, dagli angeli sarà stata recata e sarà al mondo dentro portata in un corpo da Yahwèh, all’impurità sarà da rifiuto ad esistere.
Il Verbo il vigore recherà con l’energia, porterà al serpente guai, in un foro per destino lo porterà.
Tutti dalla prigione del serpente usciranno.
Del Potente nel mondo finirà la maledizione che al mondo recò l’angelo.”

Daniele 3,96(29) “Porterà dai viventi l’angelo a stare in un bruciante mare. Di carità nell’agire rivestiti saranno tutti i popoli dall’Unigenito. Dai viventi fuori si porterà il serpente, bruciata l’impurità sarà, la forza delle origini rivivrà nei corpi per il delitto uscito.
Dall’alto per la maledizione al mondo recata l’angelo sbarrato sarà. Il demonio dai corpi per la rettitudine nei viventi sarà bruciato, ardere si vedrà dentro.
Giudicato l’orgoglio, dell’Unico rientrerà nel sangue la forte energia.
Saranno alla fine dal Servo portati a casa.
Saranno alla fine ad entrare tra gli angeli.
Li porterà dal Potente a stare.
Sarà la risurrezione alla fine recata al mondo.
Tutti si riverseranno a casa del Potente, aiutati saranno, potenti con l’Unigenito.
Dall’Unico saranno col Crocifisso a stare.
A Dio usciranno dai fratelli i canti (quando) alla porta saranno.
Per stare nella perfezione entreranno su dal Potente, dal mondo tra i retti giudicati entreranno.”

Daniele 3,97(30) “A casa dell’Unico alla porta saranno cogli angeli vivi in cammino, con l’Unigenito entreranno su a prosperare del Potente alla luce.
Aiutati i corpi dalla rettitudine i viventi saranno risorti, retti portati nell’agire, dentro giudicati, in cammino portati a casa a vivere, la contesa finita, abiteranno a casa del Potente.”

Daniele 3,98(31) “Cogli angeli a casa li condurrà retti, giudicati su col corpo i viventi in cammino Dio, tutti i popoli a vivere saranno coll’Unico.
L’Unigenito in un vivente sarà stato, il pazzo avrà bruciato, ad inviare sarà al Padre tutti con l’Unigenito ai pascoli dell’Unico, in pace stabiliti, saranno alla luce innalzati.”

Daniele 3,99(32) “A venire saranno dall’Unico portati alla fine i viventi dal mondo, che saranno stati dall’Unigenito aiutati.
Saranno dalla caligine alla conoscenza vivi.
Essendoci stata la maledizione dell’Unico in azione al serpente saranno stati dall’Unigenito risorti.
Per il Verbo che dal corpo ha versato il sangue sarà la potenza uscita che dalle tombe a portarli sarà fuori.”

Daniele 3,100(33) “L’Unigenito alla fine recherà dal mondo ad essere retti i viventi.
Ripartoriti dentro col corpo a casa saranno ad abitare puri. La perversità sarà per la rettitudine dal vivere uscita; alla fine versati belli saranno, angeli nel Regno entreranno.
Il re li porterà tutti in alto, strappati dal serpente, nel cuore gli entreranno con gli angeli a dimorare a saziarsi le generazioni.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 3 – L’adorazione della statua d’oro
3,1 “Il re Nabucodonosor aveva fatto costruire una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l’aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.”
3,2 “Quindi il re Nabucodonosor aveva convocato i satrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le altre autorità delle province, perché presenziassero all’inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere.”
3,3 “I satrapi, i prefetti, i governatori, i tesorieri, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le altre autorità delle province vennero alla inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere dal re”
3,4 “Un banditore gridò ad alta voce: Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama.”
3,5 “Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpicordo, del salterio, della zampogna e d’ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete ed adorerete la statua d’oro, che il re Nabucodonosor ha fatto innalzare.”
3,6 “Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente.”
3,7 “Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell’istante che ebbero udito il suono del corno, del flauto, dell’arpicordo, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d’oro, che il re aveva fatto innalzare.”
3,8 “Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei”
3,9 “e andarono a dire al re Nabucodonosor: Re vivi per sempre!”
3,10 “Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpicordo, del salterio, della zampogna e d’ogni specie di strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua d’oro;”
3,11 “chiunque non si prostrerà per adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco acceso.”
3,12 “Ora ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari dell provincia di Babilonia, cioè Sadrah, Mesach, e Abdenego, che non ti obbediscono, re; non servono i tuoi dei e non adorano la statua d’oro che tu hai fatto innalzare.”
3,13 “Allora Nabucodonosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero Sadrah, Mesach, e Abdenego, e questi comparvero alla presenza del re.”
3,14 “Nabucodonosor disse loro; E’ vero, Sadrah, Mesach e Abdenego, che voi non servite i miei dei e non adorate la statua d’oro che io ho fatto innalzare?”
3,15 “Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, della cetra, dell’arpicordo, del salterio, della zampogna e d’ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi ad adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in un fornace di fuoco ardente.”
3,16 “Ma Sadrah, Mesach e Abdenego, risposero al re Nabucodonosor: Re noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito;”
3,17 “sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re.”
3,18 “Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dei, e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto.”
3,19 “Allora Nabucodonosor, acceso d’ira e con aspetto minaccioso contro Sadrah, Mesach e Abdenego ordinò che si aumentasse il fuoco sette volte più del solito.”
3,20 “Poi ad alcuni uomini, i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrach, Mesach e Abdenego e gettarli nella fornace col fuoco acceso.”
3,21 “Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e con i loro abiti gettati in mezzo alla fornace col fuoco acceso.”
3,22 “Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadrach, Mesach e Abdenego, rimasero uccisi dalle fiamme,”
3,23 “nel momento stesso che i tre giovani Sadrach, Mesach e Abdenego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.”
3,91(25) “Allora il re Nabucodonosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolsero ai suoi ministri: -Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?- Certo, o re- risposero.”
3,92(25) “Egli soggiunse: Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dei.”
3,93(26) “Allora Nabucodonosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese a dire: Sadrach, Mesach e Abdenego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori. Allora Sadrach, Mesach e Abdenego uscirono dal fuoco.”
3,94(27) “Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere; che nemmeno un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l’odore dl fuoco era penetrato in essi.”
3,95(28) “Nabucodonosor prese a dire: Benedetto il Dio di, Sadrach, Mesach e Abdenego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re ed hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.”
3,96(29) “Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadrach, Mesach e Abdengo, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare.”
3,97(30) “Da allora il re promosse Sadrach, Mesach e Abdengo a cariche pubbliche nella provincia di Babilonia.”
3,98(31) “Il re Nabucodonosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: Pace e prosperità!”
3,99(32) “M’è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me.”
3,100(33) “Quanto sono grandi i suoi prodigi e quanto straordinarie le sue meraviglie! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio di generazione in generazione.”

DANIELE 4: SOGNO PREMONITORE E FOLLIA DI NABUCODONOSOR
Daniele 4,1 “Si vedranno tra gli angeli usciti per l’energia dentro portatasi, retti giudicati, su col corpo risorti per la potenza entrata.
Dal mondo condotti saranno stati nell’arca, dentro saranno stati nel Crocefisso che sarà stato a portarli ad essere rigogliosi per l’energia che da dentro ad uscire sarà stata del maligno.”

Daniele 4,2 “Nel petto saranno stati dal Crocefisso a portarsi.
Furono scacciati dal Potente dagli angeli.
Angeli saranno riportati dal mondo col corpo.
Dal monte saranno inviati in alto liberati.
Retti da dentro saranno stati riportati dalle tombe.
Questi a recarsi saranno nel corpo dell’Unigenito.
I risorti saranno a starvi dentro.
Dal mondo al Potente l’invierà, angeli saranno.”

Daniele 4,3 “Ed ai viventi inviato sarà stato il dono.
Nelle bare l’azione vitale del Potente entrerà, per l’energia si rialzeranno, versata nel sangue sarà la potenza in tutti.
Nelle tombe per la rettitudine risarà la vita a ristare dentro, da dentro saranno (ri)partoriti.
Belli risorti coi corpi dalle tombe guizzeranno a centinaia del Signore alla conoscenza cogli angeli inviati saranno.”

Daniele 4,4 “All’ingresso, alla porta saranno con gli angeli in alto dal Potente a stare.
Guidati col corpo nel cuore i viventi saranno dell’Unico dall’Unigenito.
La risurrezione soffiata sarà stata ad originare la rettitudine, il demonio sarà dall’Unigenito portato tosato dai corpi.
Sarà l’Unigenito che recherà in prigione il serpente.
I viventi alla vista angeli usciranno, riinizierà delle origine per l’energia rientrata lo stato primigenio, saranno a star bene condotti dal Verbo.
Dal lottare col negativo l’Unigenito i viventi fuori avrà recato.
Alla conoscenza saranno dagli angeli del Potente a stare.”

Daniele 4,5 “Portati all’eternità i fratelli col corpo saranno ad angeli innalzati allo stato primitivo.
Sarà alla porta con lamenti il maledetto, sbarrata gli sarà.
Per la resurrezione dai viventi uscirà.
Dentro guizzeranno nel cuore del risorto Unigenito, su col corpo retti.
Avrà bruciato nei viventi il maledetto, gli sarà stato recato il basta. Nei corpi gli ha portato nelle tombe la maledizione, l’energia gli verserà, trebbierà dall’esistenza l’angelo che dentro il mondo recò l’ammalare ai viventi.
L’Unigenito l’abbatterà, dal sangue lo recherà fuori, la forza originata dell’essere ribelle finirà.”

Daniele 4,6 “Dentro al potente cuore i risorti avrà ammucchiati col corpo dentro.
A chiudersi col corpo nel cuore i viventi saranno dell’Unigenito, alla porta saranno dell’Unico inviati dal mondo.
Saranno stati aiutati nel tempo, alle porte saranno stati i corpi riportati dalle tombe, di Dio sarà ad entrare la forza dell’energia, santi saranno, angeli dentro per la rettitudine portata in tutti i corpi.
Colpito il negativo, l’Unigenito avrà inviato in un foro il serpente.
Per la rettitudine l’avrà imprigionato, questi avrà portato ad essere ammalato.
Dalla vita sarà stato sbarrato, sarà stato rinchiuso, colpito sarà stato alla fine il superbo.
Dai corpi uscirà l’origine dell’amarezza.”

Daniele 4,7 “E a chiudere questi porterà a stare nel corpo l’Unigenito, risorti saranno stati, dall’azione del serpente liberati, la rettitudine dentro sarà stata richiusa, per questa entrata, la perversità sarà finita e l’Unigenito li accompagnerà dall’Unico per l’esistenza.
Per la potenza inviata da figli li porterà l’Unigenito all’Unico.
Ai pascoli nella luce recherà i viventi che v’entreranno risorti, a camminare saranno nell’Unico.”

Daniele 4,8 “Nei corpi dentro ad entrare sarà stata la potente energia dell’Unico, recata dalla croce, versata dal Verbo, dal corpo la porterà ai viventi.
Ad entrare saranno a vivere nel cuore di Dio, la risurrezione in vita sarà stata dall’Unigenito recata delle tombe.
Questi porterà a finire la maledizione, finirà la prigione del male originale.”

Daniele 4,9 “Si vedranno nel Verbo essere entrati sul Monte Calvo, si saranno al corpo recati dell’Unigenito, inviati dentro dal mondo, risorti in cammino saranno all’Unico recati vivi.
A questi avrà recato l’energia potente, tutti dal Padre entreranno, finito lo spavento portati fuori saranno dal Crocefisso nel cuore guizzati.
Il vigore sarà riportato completo.
Il Figlio Unigenito li condurrà a casa a vedere gli angeli in faccia, li porterà dal mondo all’esistenza.
Saranno le generazioni portate dagli angeli, salirà il frutto in cielo e i viventi tra gli angeli entreranno.
Sarà finita la forza dell’agire fraudolento nella carne per l’Unigenito.”

Daniele 4,10 “Le tombe che colpivano nel mondo per la perversità saranno finite, da queste portati saranno stati per mano i risorti, spazzato il serpente dai viventi col fuoco, la rettitudine dentro sarà stata portata, e al maledetto avrà recato la rovina, l’avrà disperso, l’avrà trebbiato, dai viventi dall’anima sarà stato dall’Unigenito l’angelo (ribelle) stappato.”

Daniele 4,11 “Si verserà in un corpo dal Padre, a vivere dal serpente porterà la rettitudine, invierà l’Unigenito all’essere ribelle, in cammino all’essere impuro guai con potenza gli invierà per l’Unico, gli recherà alla fine i precetti.
In azione dall’angelo il Verbo si reca nel mondo, sarà a venire col corpo per recarsi ad agire.
Il Verbo a sarà per incontrarlo a casa ad entrare dal drago per sbarrarlo dalla vita, gli recherà il completo Amen.
La fine delle tombe per tutti recherà, fuori saranno portati, si rialzeranno per il soffio i corpi all’esistenza, l’Unigenito rinnegherà l’angelo, il Verbo lo recherà fuori dall’esistenza.”

Daniele 4,12 “Da dentro il verme si vedrà rovesciare dai corpi bruciato.
Dai corpi la risurrezione lo recherà fuori, sarà stato dentro originato al male dall’Unigenito un fuoco, dentro lo verserà e lo recherà dentro ad un carcere, sbarrato sarà dal Verbo.
A colpire il serpente portato da inviato dimesso da solo completamente l’Unigenito dall’Unico per sbarrarlo sarà stato.
Col Figlio l’Unico porterà da casa il cuore potente dal cielo, sarà a scendere, sarà ad immergersi recandosi per agire in un uomo, sarà a recarsi alla fine dai fratelli.
Dal serpente versarsi nel mondo dentro si vedrà; a bruciare dentro delle origini il male iniziò.”

Daniele 4,13 “La potenza dentro ad abitare entrerà in un vivente con l’energia.
L’Unigenito per incontrarlo si recherà con la risurrezione in un uomo.
Del Figlio recherà in un cuore dentro la vita, vi si porterà l’Unigenito a stare.
Alla fine sarà ad entrare a casa del serpente.
Nel mondo si recherà il settimo (giorno); ad uscire dall’Eden sarà dagli angeli.
Sarà alla prigione del serpente il Verbo a recarsi, l’energia dall’alto a recare al mondo sarà.”

Daniele 4,14 “Dentro in cammino da pellegrino completamente alla vista sarà col corpo, sarà il miele a scorrere per i viventi, l’Unigenito portato dalla madre da primogenito in vita a saltellare sarà, un luce ci sarà di angeli, che sorge Dio indicheranno.
Dall’Unico, dall’eternità la Parola alla fine per aiutare sarà inviata per la conoscenza portare.
Da inviato in vita sarà per iniziare a sbarrare l’esistenza del delitto che esiste con l’errore per il serpente.
Sarà dal Padre dal Regno tra gli uomini col corpo a vivere.
Inviato per aiutarli nell’esistenza sarà giù in una famiglia/casa da primogenito a stare, per segno invierà lamenti, e si sarà abbassato, dall’alto sarà nel mondo.”

Daniele 4,15 “Per sbarrare l’angelo al mondo si chiuderà dal serpente a vivere in un fratello.
A colpirlo sarà finalmente, per incontrarlo in un vivente camminerà, dell’Unico l’energia dentro porterà con la rettitudine in aiuto, un germoglio ne porterà, inizierà ad inviare il segno al mondo che in un casa il potente cuore ha acceso.
L’Unigenito giù per guarire con la risurrezione i corpi iniziò. L’Unico all’essere ribelle la rettitudine potente verserà per consumarlo.
Per aiutare sarà così dal serpente da amo nei giorni in un vivente in cammino.
Portato in croce sarà, potenti guai al maligno invierà, al superbo, col corpo la maledizione recherà per battere il peccare che un drago fu a all’origine con (altri) angeli a segnare il mondo.
La rettitudine al mondo partorita sarà stata, lo spirito di Dio al mondo sarà inviato che sarà l’angelo a rovesciare, per trebbiarlo gli sarà inviato in casa un retto.”

Daniele 4,16 “Alle origini fu l’impurità per l’angelo ad esistere che iniziò col partorire ad esistere.
La devastazione uscì nel mondo.
Abitò il serpente nei cuori, distruzioni giù nei corpi alle donne portò, viventi con una piaghe brucianti si videro uscire.
Nella prigione sbarrò la luce, rovine con lamenti ci furono, fu il terrore inviato al mondo.
Ad affliggere i viventi in cammino iniziò, recò l’origine dell’amarezza con l’invecchiare, nei cuori che erano desolati il nemico si chiuse.
Del serpente il desiderare con la superbia nei corpi iniziò, per il primo serpente fu da dentro ad uscire la potenza della rettitudine dall’agire, l’energia uscita dentro del serpente la carità bruciò, iniziò l’angoscia.
Si recò l’essere ribelle a vivere nei corpi che iniziarono ad ammalarsi.
I viventi maledetti per il nemico furono, l’ardente soffio bruciò nei corpi, uscì per il serpente nemico dall’esistenza la rettitudine.”

Daniele 4,17 “L’Unigenito sarà il serpente a scacciare, sarà nella prigione di questi a stare, alla fine per aiutare sarà dalle moltitudini dal mondo a recarsi.
Alla fine si verserà il Verbo si porterà in un corpo e in vita uscirà. Sarà ai viventi il cuore di Dio dal cielo portato in un petto.
Sarà finalmente ad uscire del serpente la prigione che il cattivo originò.”

Daniele 4,18 “A portarsi in azione il Verbo sarà nel mondo; bello si recherà dagli angeli, in una casa/famiglia entrerà, una luce per chi cammina sarà dall’Unico portata ai viventi.
Questi si recherà a finire la prigione, da dentro al mondo alla fine lo spavento porterà fuori.
Sarà a finire l’essere impuro dai corpi.
Ai viventi per recare la fine del creare si recherà da casa.
In azione l’energia il Verbo porterà al mondo ad esistere, sarà la risurrezione con la rettitudine degli angeli ad inviare, scenderà il frutto del cielo.”

Daniele 4,19 “L’Unigenito da inviato alla fine nel mondo ad uscire porterà l’Unico ai viventi in cammino.
Dalla nube sarà in un corpo dentro a stare alla fine, e forti segni porterà alle moltitudini che lo porteranno in croce da retto.
Il corpo dentro del Crocifisso recheranno nella bara.
Al Crocifisso la potenza dal cielo l’Unico recherà, risorgerà.
La potenza nel cuore gl’invierà per la rettitudine.
Il serpente in un buco porterà, soffierà via del male l’origine.”

Daniele 4,20 “E sbarrato sarà in prigione questo dall’Unigenito.
Da un vivente il serpente sarà afflitto.
In azione sarà in un corpo a portarsi il Santo per guidare alla purezza le anime.
Sarà dall’Unico portato l’Unigenito a vivere in un corpo che in cammino all’essere impuro guai al serpente invierà.
Desidera chiuderlo per il terrore recar fuori dall’esistenza.
Il Figlio in vita in azione si verserà in un corpo, per estirparlo si porterà nel mondo.
Sarà in una casa nel primogenito nel corpo che si vedrà da donna versare e si porterà dentro la prigione, per aiutare.
Sarà il Verbo per annientare il serpente porterà l’energia nelle tombe della risurrezione che da sola lo finirà.
Dell’Unico al mondo la mano che fu a creare dal riposarsi in cielo sarà a scendere.
Per amore dentro si vedrà per recarsi in azione in un vivente a vivere.
Si recherà alla fine da figlio primogenito alla prigione del serpente. Si verserà nel mondo l’Eterno.
Per aiutare sarà il settimo (giorno) dall’Eden sarà dall’angelo (ribelle) con la forza per chiuderne la potenza in un angolo; dall’alto si recherà nel mondo a stare.”

Daniele 4,21 “Per sbarrare dell’angelo al mondo l’orgoglio alla vista dei viventi in cammino l’Unigenito si recherà per estrarre dai corpi alla fine l’azione del serpente.
Sarà l’Unigenito al mondo a stare per aiutare.
Sarà a vivere nell’utero d’una scelta vergine; col corpo il terribile serpente affliggerà.”

Daniele 4,22 “Porterà dal serpente un retto cuore in un corpo per punirlo, ai viventi l’invia per perdonare.
Porterà la risurrezione nelle midolla che sarà a portarla alla fine. Col Figlio la maledizione recherà al mondo in un vivente in giro per arderlo; recherà in azione il fuoco da casa l’Unigenito.
Così a cercarlo sarà per finirlo con la rettitudine.
Sarà per amore dei popoli a portarsi ad abitare.
Porterà ai viventi l’agnello tenero dal cielo in cammino.
Da una madre giù in una casa si vedrà esistere un angelo recatosi il settimo (giorno) al mondo che dell’Eterno il Figlio sarà per imprigionare il serpente.
Il Verbo recherà all’angelo (ribelle) ad esistere dell’altissimo la rettitudine.
L’eternità a sbarrare sarà alla fine all’essere impuro, con mano forte lo dominerà l’Altissimo Padre che di regnare gli recherà la fine. In un uomo l’Unigenito si porterà dal serpente a vivere, a scacciare sarà giù da casa il drago; guai gli invierà nel mondo.”

Daniele 4,23 “E il ‘basta’ l’Unigenito all’amarezza recherà.
Dal serpente per liberare la casa abbattendolo in azione si verserà di un povero in un corpo.
I simili sarà ad aiutare.
Il principe inviato dall’Unico dal regno a tutti la rettitudine verserà, sarà in vita l’Amen per sbarrare con forza il drago, la mano in azione per trebbiare il serpente dall’esistenza.
Dal cuore all’angelo un fuoco vivo sarà ad originargli.”

Daniele 4,24 “Dal serpente al mondo una formica retta inizierà a vivere nel cammino dell’esistenza che sarà lo splendore dell’Altissimo della rettitudine a recare chiusa nel cuore.
Sarà così dentro con la santità che a liberare porterà dal peccare. Sarà nell’oppressione dentro dei viventi la grazia in azione del Figlio che nel mondo dell’angelo finirà la perversità.
Inizierà col corpo ad affliggere il serpente; il delitto ne porterà alla fine colla rettitudine.”

Daniele 4,25 “A casa del serpente in un primogenito vivrà il cuore che l’Unico dall’alto agli spaventati per aiutarli avrà inviato.
Dal nemico vivrà in l’Unigenito.”

Daniele 4,26 “La potenza verserà giù alla fine ad esistere nel corpo vivo per l’angelo finire dai compagni.
Per bruciare il cattivo serpente uscirà, sarà la vergogna dal cammino recare alla fine.
Dalla nube sarà dentro la casa del serpente a vivere, gli entrerà del Potente la rettitudine da calamità.”

Daniele 4,27 “In azione dagli angeli uscirà dal Regno l’Unigenito per recare all’essere ribelle il rifiuto’ per bloccarlo.
L’Unigenito ad uscire sarà dal Padre da casa, con la potenza nel corpo dentro completa.
Dell’Unico la mano forte per incontrarlo uscirà.
Il Figlio sarà alla fine nel mondo, nel cuore sarà d’un puro in cammino, si recherà da casa alla fine per abbatterlo.
Il Verbo la potenza sarà a portare al serpente.
Il diletto nel mondo in giro starà.”

Daniele 4,28 “Il peccare dal sangue del serpente finirà l’Unigenito.
La rettitudine soffierà in vita ai viventi che il serpente affliggerà, l’arrostirà nei viventi, dalle anime che era dalle origini abortirà.
In cammino l’Unigenito dal ribelle da inviato l’energia dentro porterà.
Un retto, giudicato giù il verme, che con potenza affligge i viventi, la potenza della rettitudine recherà per finirlo.
Dell’Unico in azione la legge dai viventi l’ucciderà.”

Daniele 4,29 “Ai viventi invierà per perdonare un retto cuore.
Per punirlo si porterà a bruciarlo nei viventi.
Da madre sarà a portare alla fine il Figlio nel primogenito in un vivente in giro la rettitudine.
In azione il fuoco dentro l’Unigenito della rettitudine a dalla croce recherà dal corpo che sarà a finirlo.
La rettitudine sarà dal cuore ai popoli portato l’energia.
La porterà il settimo (giorno) al mondo dell’Eterno il Figlio che sarà ad imprigionare il serpente.
Il Verbo recherà all’angelo ad esistere dall’alto la forza della rettitudine.
Dall’eternità a sbarrare sarà alla fine l’essere impuro; con mano forte lo dominerà.
L’Altissimo Padre dal Regno da uomo l’Unigenito porterà al serpente a vivere; a scacciare sarà giù da casa il drago, guai gl’invierà nel mondo.”

Daniele 4,30 “Dentro al mondo sorgerà nel tempo l’Unigenito, dai viventi il serpente finirà.
A togliere via il drago da casa si porterà, così giudicato scenderà dai corpi in cui riporterà la vita.
Dell’angelo che gli uomini ha incarcerato sarà l’essere impuro che vi agisce bruciato dentro.
Dal Padre la Toràh sarà inviata, sarà a divorarlo.
Porterà nei viventi nei cuori al serpente la devastazione, risaranno gli uomini vivi ad uscire.
Sarà giù il Cuore dentro in azione dell’Eterno per aiutare in Gesù che dal corpo nel mondo la rettitudine invierà.
La risurrezione dei corpi sarà ad inviare dal corpo dentro al mondo.
Porterà il cuore a recar frutti, recherà al mondo a stare così giù il frutto degli angeli. (Gesù è l’albero della vita del paradiso terrestre.)”

Daniele 4,31 “Ed il serpente abbattuto giù alla fine sarà portato dai viventi dalla forza dell’Unigenito che lo scontrerà con l’energia.
Dentro recherà la retta energia giù in un corpo in azione, all’opprimere sarà del serpente.
Dal cielo l’inviato agnello a finire porterà dai viventi l’impurità, in azione dall’Altissimo la forza ritornerà.
Riporterà la potenza, dell’Altissimo Padre nei corpi con la rettitudine che la fine porterà al serpente dalla vita.
Da una vergine donna dentro chiusosi alla fine si recherà nel mondo in giro per trebbiare il serpente; dal cuore gl’invierà nel mondo un fuoco potente.
Nel cuore in alto i viventi si porterà nel regno dal mondo ad abitare, col corpo vi recherà le generazioni.”

Daniele 4,32 “E la rettitudine in un neonato primogenito nel corpo sarà, dell’Unico in un corpo agirà l’Unigenito.
Da una sposa dimessa sarà a casa, sarà dagli angeli a portarsi, anelando essere al mondo per servire, dentro la vita potente del cielo recherà, ed a sbarrare da leone inizierà il cattivo.
L’Unigenito gli recherà il rifiuto dell’Unico che sarà a finirlo dall’esistenza, il ‘basta’ sarà in un vivente racchiuso dal Padre che sarà a bloccare la perversità portata ad esistere dall’origine dall’essere ribelle.
Il serpente uscirà dai viventi, dal mondo il servo lo finirà.”

Daniele 4,33 “Dentro al mondo al tempo stabilito dell’Amen la conoscenza ci sarà; ci sarà il segno che si porterà da casa l’Altissimo, e la potenza sarà versata nel corpo, dai viventi in cammino si recherà.
Al termine (stabilito), sarà al mondo in giro a stare, e questi sarà a recare nell’esistenza la forza per tornare in alto.
Sarà recato il serpente dall’esistenza fuori dalla porta; puri saranno riportati i corpi.
Dentro la purità del Figlio esisterà, sarà dentro dal delitto riportata la verginità, il serpente arso alla fine sarà nel mondo, diventati retti per la legge a casa li riporterà, saranno tutti lanciati dal mondo.
Portati alla pienezza dal Verbo, potenti saranno.”

Daniele 4,34 “Così si vedranno ai pascoli inviati dal mondo, dagli angeli a casa portati, retti giudicati, su col corpo liberati, dentro chiusi portati vivi in alto a vivere recati alla vita gloriosa del potente re del cielo.
Aiutati saranno, dalla vergogna il Servo ci porterà fuori.
Sarà versata la resurrezione recandola dal cuore.
Porterà l’Unigenito un vaglio al mondo per il giudizio, e per aiutare sarà la via della rettitudine è sarà inviata a casa della, saranno tutti dal serpente usciti, l’umilierà nel mondo.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 4 – Sogno premonitore e follia di Nabucodonosor
4,1 “Io Nabucodonosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia.”
4,2 “quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passavano per la mente mi turbarono.”
4,3 “Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere le spiegazioni del sogno.”
4,4 “Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione.”
4,5 “Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzar dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dei santi, e gli raccontai il sogno”
4,6 “dicendo: Baltazzar, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno; tu dammene la spiegazione.”
4,7 “Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste; Io stavo guardando ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra.”
4,8 “Quell’albero era grande, robusto, e la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere fino all’estremità della terra.”
4,9 “I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti e vi era in esso da mangiare per tutti. Le bestie della terra si riparano alla sua ombra e gli uccelli del cielo facevano il nido tra i suoi rami; di lui si nutriva ogni vivente.”
4,10 “Mentre nel mio letto stavo osservando le visioni che mi passavano per la mente, ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo.”
4,11 “e gridò a voce alta: Tagliate l’albero e stroncate i suoi rami; scuotete le foglie, disperdetene i frutti; fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.”
4,12 “Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l’erba della campagna. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.”
4,13 “Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia; sette tempi passeranno su di lui.”
4,14 “Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Così i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini.”
4,15 “Questo è il sogno, che io, re Nabucodonosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzar, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi.”
4,16 “Allora Daniele, chiamato Baltazzar, rimase per qualche tempo confuso e turbato ai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: Baltazzar, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione. Rispose Baltazzar: valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari.”
4,17 “L’albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la terra.”
4,18 “e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti in cui c’era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo,”
4,19 “sei tu, re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra.”
4,20 “Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: tagliate l’albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l’erba della campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della terra, finché sette tempi siano passati su i lui,”
4,21 “questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell’Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore.”
4,22 “Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erba come i tori e sarai bagnato alla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole.”
4,23 “L’ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell’albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito; quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio.”
4,24 “Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità.”
4,25 “Tutte queste cose avvennero al re Nabucodonosor.”
4,26 “Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia,”
4,27 “il re prese a dire: Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?”
4,28 “Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce dal cielo: A te io parlo, re Nabucodonosor; il regno ti sarà tolto!”
4,29 “Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole.”
4,30 “In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodonosor. Egli fu cacciato al consorzio umano, mangiò l’erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo; il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.”
4,31 “Ma finito quel tempo, io Nabucodonosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l’Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno, la cui potenza è potenza eterna e il cui regno è di generazione in generazione.”
4,32 “Tutti gli abitanti della terra sono, davanti a lui, come un nulla, egli dispone come gli piace delle schiere del cielo e degli abitanti della terra. Nessuno può fermargli la mano e dirgli: Che cosa fai?”
4,33 “In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore; i miei ministri e i miei principi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un potere anche più grande.”
4,34 “Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto, e glorifico il Re del cielo; tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia: egli può umiliare coloro che camminano nella superbia.”

DANIELE 5: IL BANCHETTO DI BALDASSAR
Daniele 5,1 “Dentro del serpente la devastazione scese nei corpi dei viventi in cammino alle origini.
In azione dentro per aiutare con una guerra grande al serpente, in un corpo puro il Figlio si porterà nel mondo.
Sarà di Dio il Verbo a portarsi, del Potente verserà dentro il rifiuto al serpente.
Per soffiarlo via si chiuderà a vivere nel corpo di una donna; al termine ne uscì.”

Daniele 5,2 “In una casa guizzerà alla luce l’Unigenito, giù si vedrà in un vivente nel corpo dentro al cuore in azione per vivere nella prigione dell’essere ribelle.
La maledizione sarà alla fine ad esistere al mondo al serpente per ricusarlo dall’esistenza.
Per bloccarlo al mondo da casa l’Unigenito si recherà dal trono, il Verbo dalla nube sarà ad uscire, a trar fuori l’angelo di casa si porterà.
Della rettitudine in aiuto il germoglio il Padre recherà nel mondo, dalla destra uscito sarà, alla prigione per aiutare sarà dentro.
Sarà di un povero a guizzare dalla matrice.
Recata sarà stata una luce da segno portata dagli angeli.
In una casa al mondo si recò un angelo a parlare così: l’Unigenito si porterà nel corpo in modo pura nel Figlio.
Recherà nel mondo ad esistere la risurrezione che rivelerà alla fine in campo.
Recherà del Potente la grazia al mondo.”

Daniele 5,3 “Da casa l’Unico una mano sarà ad inviare al mondo, ci sarà il segno un giorno che l’Unigenito inviato sarà per aiutare.
Al mondo da solo sarà, in campo l’energia col Verbo da fune ai viventi invierà per uscire di forza dalla prigione gli sbarrati che sono dentro.
La forza per finire il maledetto dal mondo dalla nube sarà dentro ad esistere in una casa; sarà in corpo a portare il fuoco per il serpente.
Tra i viventi lo recherà una donna; un segno sarà recato dentro al mondo lo recheranno gli angeli del Potente.
Il retto Unigenito recherà in un corpo la purezza, dentro ad abitare starà, per bruciare in cammino il serpente alla fine uscirà, recherà il vigore dell’energia finalmente nel mondo.”

Daniele 5,4 “L’Unigenito la risurrezione alla fine sarà a recare nelle tombe. Vivi col corpo all’Unico li recherà risorti a casa.
Dal chiuso porterà con potenza il maledetto ad uscire.
Sarà sbarrato fuori di casa.
L’Unigenito lo recherà colla rettitudine in un foro, disperderà il serpente, con ira annienterà il serpente delle origini.
Inizierà ad agire per desiderio dell’Unico il Figlio Unigenito.”

Daniele 5,5 “Dentro al mondo sorto nel tempo, adirato per abbatterlo si recherà l’Unigenito giù a casa in azione dall’angelo.
Sarà a sbarrarsi in un uomo, vi recherà la rettitudine completa dentro, per finirlo la verserà a casa del serpente.
Invierà dentro un corpo il fuoco completo.
L’Unigenito dall’alto in cammino lanciatosi dalla nube, sarà così a finire il serpente, ad aprire sarà della prigione la porta.
Sarà dai viventi in cammino dall’Unico portato a vivere per il serpente affliggere.
Nella prigione di questi entrerà il Verbo in pienezza, sarà la mano dell’Unico.
Per aiutare sarà così alla fine dentro l’Unigenito.”

Daniele 5,6 “L’Unico per punire tra i viventi il serpente il retto Unigenito da questi sarà a portare nel mondo.
Ci sarà una luce d’angeli a portarsi fuori, si saranno portati dai pastori gli angeli in campo.
Saranno ove sarà la casa/famiglia entrata accompagnati dagli angeli.
Fuori li porteranno ove versatosi per amore in un corpo sarà in una grotta giù nel mondo.
Per liberare alla fine nel corpo sarà ad abitare.
L’Unigenito così in un corpo dentro alla fine entrerà per sbarrare il maledetto, l’Unigenito irretirà l’angelo (ribelle).”

Daniele 5,7 “Verserà nel corpo l’Unigenito tra i viventi in cammino il Padre. Per vivere dal potente serpente nel mondo dall’alto entrerà la potenza in una Donna.
Il Verbo sarà ad affliggere il demonio, desidera trarlo fuori dai corpi.
Sarà dall’Unico in azione inviato al mondo a vivere in cammino l’Unigenito.
Si recherà dal primo degli essere ribelli.
Dal serpente un amo sarà vivente, gli sarà dentro una casa in un neonato a stare la rettitudine del Potente, in un uomo sbarrata sarà.
Il diletto uscirà dalla scrittura nel mondo avendo giudicata la perversità del superbo.
In un mondo sarà a chiudersi l’energia degli angeli, sarà l’Unigenito in un corpo in cammino a portarsi, inviato dall’Unico sarà il cuore ai simili, la manna porterà della rettitudine.
Dalla nube sarà una mano al mondo ad entrare dentro dell’Unico, dall’alto i precetti inizieranno in un corpo ad uscire che porteranno la fine del serpente.
Tutti saranno a casa nel Regno gli uomini del Potente nel cuore.”

Daniele 5,8 “L’Unigenito per punirlo dall’alto al serpente sarà inviato, così il vigore della rettitudine sarà a vivere, sarà in un vivente in cammino nel corpo, affliggerà il serpente, l’ucciderà alla fine.
Da dentro il maledetto che nei viventi si versò nei corpi all’origine recando la superbia col corpo la maledizione recherà alla conoscenza; percuoterà il serpente colla rettitudine l’Unigenito.”

Daniele 5,9 “L’Unigenito in aiuto sarà inviato dai viventi in cammino dal Padre.
Un potente fuoco l’Unico al nemico accenderà in cammino, inizierà gli uomini dentro al mondo ad accompagnare.
A questi sarà a portare al mondo la forza; arderà il Figlio la perversità, sarà a recare nei corpi la purità, figli recherà dal mondo, saranno liberati tutti, a casa in dono l’invierà.”

Daniele 5,10 “A vivere in cammino alla fine la maledizione verserà da casa perché è i viventi il serpente ad affliggere, la recherà in un corpo con il Figlio.
Dentro dagli angeli recherà al mondo ad esistere il cuore, sarà dell’innocenza alla luce finalmente la forza delle origini, dall’alto al serpente alla fine a coabitare un puro in cammino l’Unico recherà. L’Unigenito vivo in un corpo perfetto in cammino dal primo serpente da una vergine sarà inviato a vivere onde sia il rifiuto ad esistere dentro al mondo al serpente portato.
L’Agnello in azione sarà portato.
Per ucciderlo, e per colpirlo sarà recata la forza della rettitudine; la maledizione sarà per bruciare il drago portata.”

Daniele 5,11 “L’Unigenito sarà alla fine a stare in un uomo dentro a vivere dal serpente, la rettitudine recherà all’oppressione per aiutare, sarà col corpo a portare racchiusa della maledizione la forza, l’energia verserà per trebbiarlo . Sarà inviato dentro al mondo, sarà a recarsi da casa un giorno, sarà del Padre.
E gli recherà un retto che l’energia nel mondo sarà in un corpo a recare, si porterà per bruciare colla rettitudine potente il drago.
E gli recherà per amo un vivente del mondo, la rettitudine racchiuderà così in un uomo, al maledetto sarà inviato col fuoco il castigo a casa per la perversità.
In un vivente in cammino l’Unico invierà dentro la rettitudine per bloccare l’angelo nemico.
Il Padre recherà l’Agnello dentro una grotta per amore; in vita sarà inviato da Donna.
Il Verbo sarà ad uccidere il demonio, l’annullerà dal cammino.
Da pellegrino per l’opprimere abbattere sarà tra i viventi del mondo l’Unigenito, dentro anela il serpente affliggere.”

Daniele 5,12 “Per tutti una fune in aiuto sarà col corpo recata, per i viventi alla fine esisterà che in alto li invierà.
Per sbarrare il peccare il fuoco a casa del potente drago recherà, in vita il Verbo, sorgerà da Rachele, sarà ad abitare l’Unigenito in un villaggio (un villaggio di Rachele è Betlemme dove vicino la tradizione poneva la tomba della matriarca Rachele) in un primogenito.
A chiudersi sarà per aiutare, dell’angelo si recherà a liberare i corpi, l’Unigenito verserà dal cuore nei corpi la forza dell’energia, lo brucerà completamente, da dentro lo strapperà via, da dentro uscirà, da solo tra i lamenti il maledetto che battuto sarà da un vivente.
Il serpente che li affligge per il fuoco in luogo desolato sarà logorato.
Dal cuore brucerà l’Unigenito il nemico colla rettitudine; legato l’angelo sarà.
La maledizione gli sarà tutta versata, nei corpi sarà recato il soffio della risurrezione, i corpi all’esistenza dalle tombe si riporteranno fuori.”

Daniele 5,13 “Dentro dall’Unigenito punito giudicato sarà il primo serpente nel mondo.
Con azione potente lo verserà dal sangue dei viventi, la potente rettitudine delle origini si vedrà inviata al mondo, i viventi in cammino l’Unigenito condurrà dall’Unico vivi col corpo partoriti angeli saranno.
La maledizione dell’Unico che invierà alla fine al mondo con Lui bloccherà l’angelo.
Si mise in cuore d’aiutare, dalla destra il Figlio sarà in esilio, dalla nube sarà nell’esistenza al mondo, a portarsi sarà alle mammelle, sarà in campo, sarà finalmente a stare tra i viventi in cammino l’Unigenito.
Il padre sarà qua di Giuda.”

Daniele 5,14 “Porterà la risurrezione ai viventi nel tempo l’Altissimo che la rettitudine in aiuto sarà nei corpi a portare a chiudere.
Il maledetto che ci sta per l’energia dentro l’arderà, l’invierà fuori, sarà nei corpi bastonato e ad aborto il drago recherà.
Lo porterà la racchiusa rettitudine nei viventi fuori a stare.
Finito che sarà dai corpi fuori, usciranno risorti tutti, il vigore in tutti abiterà della rettitudine.”

Daniele 5,15 “E da retti a vedere gli angeli usciranno in alto, portati allo stato del tempo antico saranno dall’amo che ci sarà stato per i viventi.
Ci sarà stato dall’Unico da Donna il Verbo nell’esistenza.
L’Unigenito per aiutare sarà dalla scrittura ad uscire in aiuto, inviato nel mondo il diletto porterà il soffio della risurrezione, nei corpi uscirà del Potente lo splendore.
Dal tempo dagli angeli saranno portati al potente Padre.
Uscito che sarà il serpente, nelle anime il verme del serpente finirà con la maledizione, dalla prigione portati saranno fuori.”

Daniele 5,16 “Porterà l’Unigenito l’energia al mondo della risurrezione ai viventi nel tempo, dall’alto la forza della rettitudine in aiuto sarà alla fine in tutti, l’orgoglio nei corpi sarà a finire.
La vita il Verbo colla risurrezione tirerà fuori dal cuore, col corpo saranno angeli, dal serpente liberati, nei corpi ricomincerà la rettitudine ad agire.
Dagli angeli l’invierà dal mondo, alla fine li porterà tutti così finalmente a casa da Dio a vivere; li verserà col corpo dall’Unico.
Porterà il Verbo i risorti nel corpo dal mondo, del Potente lo splendore a vedere li porterà alla fine.
Invierà un fiume di figli nell’Unico il Crocifisso nel cuore di simili a vivere tra gli angeli, li recherà retti.
Alla nube entrano a casa dell’Unico in alto, vi saliranno per tutta la vita e dal colle della crocifissione al Padre i viventi in cammino porterà il Crocefisso, verranno da risorti nel Potente nel cuore.”

Daniele 5,17 “Dentro la nube saranno inviati a vedere gli angeli.
Grida di giubilo invieranno, sono da Dio portati, nell’Unico vivranno col corpo che avrà riversato nel sangue dei viventi la potenza della rettitudine delle origini.
Gli uomini dall’angelo tutti liberati, il Potente dal mondo li porterà ad essere figli a casa.
Questi al palazzo dalla prigione, chiusi nel corpo li invierà dal mondo, dentro al Figlio nella piaga del Crocefisso, dentro l’Unico l’Unigenito verserà.
A vedere il Potente i viventi in cammino all’Unico recherà il Verbo ad abitare dove alla conoscenza degli angeli usciranno.”

Daniele 5,18 “Dall’Unico cogli angeli alla fine entreranno nel Regno. L’Unigenito l’aveva giurato alle origini che con azione potente sarebbe stato l’Unigenito ai viventi la potenza della rettitudine a portare alla fine.
L’Unigenito porterà un corpo ad essere Tempio.
L’Unico recherà il diletto che inizierà a riportare lo splendore dell’Unico ad esistere al mondo.
A casa del serpente l’energia dentro così per aiutare invierà giù nei corpi, del Padre recherà la rettitudine.”

Daniele 5,19 “E i viventi angeli col corpo a casa porterà, completo alla nube sarà il carico, guizzati fuori tutti i popoli in vita saranno dall’Unigenito che all’Unico a vivere col corpo risorti ad inviare sarà dal mondo e portati questi uniti saranno a vedere gli angeli. A portare a bloccare la malattia sarà stata, dell’angelo i viventi ad esseri puri nel sangue li porterà.
Entrata la forza, aiutati saranno stati da Lui.
Su a casa dall’Unico dal mondo porterà ad entrare, li verserà nel cuore, li accompagnerà, aiutato il Signore le schiere.
La perversità nei viventi racchiusa dal tizzone sarà uscita.
Porterà nel mondo giù in casa l’Unigenito la calamità al ribelle che tra i viventi si portò; a sbarrarlo sarà Lui.
Le schiere Lui libererà dal soffio del serpente.”

Daniele 5,20 “Avrà portato la rettitudine in aiuto, risaranno i corpi in vita.
Nei cuori dentro ad entrare porterà lo Spirito.
Nel mondo alla fine lo verserà il Verbo per finire il serpente dal mondo.
L’empio uscirà con l’entrare dell’energia che racchiude la purezza che l’ucciderà nei corpi.
Alla pienezza dell’Unico nel Regno dal mondo li porterà.
Col diletto dal mondo entreranno nell’eternità.
Saranno portati a vivere tra gli angeli dal mondo.”

Daniele 5,21 “Porterà della vita l’energia il Figlio ad esistere per gli uomini che impediti sono dall’essere impuro che dal cuore da dentro uscirà dai popoli.
Delle tombe porterà la fine, dell’Unico la risurrezione porterà, sarà a recarla in azione dal seno.
Dominato sarà dall’Unigenito, un rogo in azione per il fuoco dentro inizierà per la rettitudine, della Toràh sarà l’energia ad esistere, sarà nel cuore dei popoli portata.
Angeli usciranno, li porterà l’Agnello in cielo col corpo, dal mondo saranno su immersi nell’eternità.
Alla porta saranno dell’Essere alla conoscenza quanto basta, tranquillamente nel cuore di Dio.
Entreranno con l’Unigenito nell’Altissimo Padre nel Regno.
Gli uomini col corpo da tributo saranno.
Saranno su dove il Risorto innalzato fu ad entrare.”

Daniele 5,22 “Ha portato l’Unigenito l’energia, per finirlo gli entrò in casa, a Raab una potente bruciante luce con il ‘no’ uscì, umiliato in croce dal serpente da dentro il pianto per un cane (pagano) peri, in aiuto fu la rettitudine a generare l’energia al mondo fu che ne sbarrerà l’agire alla fine.”

Daniele 5,23 “Si riporterà dall’alto vivo con il corpo tra i peccatori all’esistenza l’Unigenito nel mondo.
Il Crocifisso con il corpo si riporterà tra i viventi, gli uomini porterà il serpente a ricusare, sarà dalla nube dov’è, dentro a ristare alla fine del mondo.
In campo risarà il Crocefisso, si porterà ad abbattere il verme con la forza della rettitudine che aveva recato ad incontrarlo per finire la perversità dalle moltitudini dei corpi.
Il Figlio sarà così da risorto a rivelare la perfezione con la grazia.
La punizione all’essere ribelle inizierà con la risurrezione che a tutti sarà inviata.
Da dentro ad entrare porterà l’energia che recherà al serpente la maledizione ad esistere.
La rettitudine per far perire il tizzone gli entrerà.
Dentro l’Unigenito l’invierà nelle tombe per risorgerli dalla polvere, con questo il rifiuto dell’Unico in azione per desiderio del Padre gli invierà.
L’Unigenito per aiutare il no dal petto per l’opprimere recherà al serpente.
L’Unigenito con la risurrezione dal seno sarà a portare al serpente da calamità in azione; sarà a scacciare con un soffio lo spavento portato dal serpente.
Per giuramento l’Unigenito in aiuto sarà delle anime alla fine con la rettitudine.
Dentro risarà, la porta ad aprire porterà della prigione, i corpi chiusi dall’oppressione del serpente usciranno, del Potente riinizierà lo splendore completo.”

Daniele 5,24 “Dentro l’Unigenito punirà nei viventi l’angelo, l’abbatterà dal sangue, lo recherà fuori dall’esistenza, brucerà il serpente che sarà chiuso dal Verbo in un foro.
Dalla nube sarà all’esistenza d’aiuto l’Unigenito.
Si recherà lo scrissero che il Signore uscirà col corpo in dono ai viventi.”

Daniele 5,25 “Porterà in aiuto l’energia al mondo della rettitudine completamente dentro l’Unigenito quanto basta per i corpi risorgere, sarà dai viventi in vita inviato dall’Unico, da manna verrà versata, della potenza porterà il soffio nei corpi, in pienezza saranno angeli.”

Daniele 5,26 “Giudicata al mondo la superbia bruciata dai corpi dei viventi, il serpente finito dall’Amen, la fede riuscirà in Dio, nel mondo inizierà il Regno della rettitudine e in campo la pace uscirà.”

Daniele 5,27 “Completamente arrostito alla fine, abbattuto il serpente, tutti col Padre vivranno.
Dall’originaria idolatria saranno per l’Unigenito portati fuori con la risurrezione; tutti così li strapperà via dalle tombe, in pienezza risaranno nei corpi.”

Daniele 5,28 “Il Verbo nel corpo nel foro il frutto nascosto in cammino ha portato alla fine di retti, e sono usciti, sono a casa tutti ad imparare dall’Essere recati, la Parola le menti riempirà.”

Daniele 5,29 “Dentro la nube saranno dagli angeli coll’Unigenito a vivere col corpo a casa del Potente risorti, a riporre li avrà recati ad entrare nel cuore.
La risurrezione porterà il serpente giudicato ad essere da Dio, lo porterà fuori dai viventi, dagli angeli li condurrà retti.
Dell’Unico dalla porta che è d’oro all’ingresso, in alto su li porterà l’Unigenito.
Nei corpi la perversità l’Agnello colpirà, l’iniquità sarà sbarrata, sarà il serpente da Lui bruciato.
Del Potente saranno nel cuore tutti a guizzare.
Tutti dal Padre al Regno porterà alla fine l’Unigenito.”

Daniele 5,30 “Da dentro al mondo dentro di notte saranno nell’Unico versati nel cuore. Saranno dal Potente ad abitare da potenti risorti con l’Unigenito su con i corpi angeli retti dall’Onnipotente Unico.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 5 – Il banchetto di Baldassar
5,1 “Il re Baldassar (Balshassar) imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino.”
5,2 “Quando Baldassar ebbe molto bevuto comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodonosor suo padre aveva asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine.”
5,3 “Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Gerusalemme, e il re, i suoi grandi, le sue mogli, e le sue concubine li usarono per bere;”
5,4 “mentre bevano il vino, lodavano gli dei d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.”
5,5 “In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro. Nel vedere quelle dita che scrivevano,”
5,6 “il re cambiò d’aspetto; spaventosi pensieri l’assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi gli battevano l’un l’altro.”
5,7 “Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione sarà vestito di porpora, porterà un collana d’oro al collo e sarà il terzo signore del regno.”
5,8 “Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione.”
5,9 “Il re Baldassar rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi rimasero sconcertati.”
5,10 “La regina, alle parole del re e di suoi grandi, entrò nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto.”
5,11 “C’è nel tuo regno un uomo, in cui è lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei. Il re Nabucodonosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei caldei e degli indovini.”
5,12 “Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baldassar, uno spirito superiore e tanto accorgimento da interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione.”
5,13 “Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea?”
5,14 “Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei santi e che si trova in te la luce, intelligenza e sapienza straordinaria.”
5,15 “Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci.”
5,16 “Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione; tu sarà vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai il terzo signore del regno.”
5,17 “Daniele rispose al re: Tieni pure i tuoi doni per te e dà ad altri i tuoi regali; tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.”
5,18 “O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodonosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza.”
5,19 “Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui; egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli pareva.”
5,20 “Ma, quando il suo cuore s’insuperbì e il suo spirito si ostinò nell’alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.”
5,21 “Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli onagri e mangiò l’erba come i Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace.”
5,22 “Tu, Baldassar suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo.”
5,23 “Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dei d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono, e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie.”
5,24 “Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto,”
5,25 “di cui questa è la lettura: MENE, TEKEL, PERES,”
5,26 “e questa ne è l’interpretazione: MENE; Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine.”
5,27 “TEKEL; tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante.”
5,28 “PERES; il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani.”
5,29 “Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana d’oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo signore del regno.”
5,30 “In quella stessa notte Baldassar re dei Caldei fu ucciso.”

DANIELE 6: DANIELE NELLA FOSSA DEI LEONI
Daniele 6,0 = 5,31 “Per recare aiuto nei corpo sarà a recare la risurrezione ai viventi.
L’aiuto sarà l’Unigenito a rovesciare a casa del serpente.
Ai viventi in cammino lo porterà alla fine, per l’Unico lo spegnerà nei corpi col fuoco.
Il Figlio risorto che crocifisso sarà stato l’invierà, porterà tutti col corpo alla fine ad essere angeli.”

Daniele 6,1 “La risurrezione il Verbo nei corpi verserà, simili per aiutare i corpi porterà con la risurrezione che porterà ad uscire chi versò nell’esistenza il commettere misfatti.
Ai viventi la potenza della rettitudine recherà per finire la maledizione.
I fratelli dal demonio guarirà, l’energia che c’era alle origini per i viventi riinizierà ad uscire.
Recherà un’azione che brucerà nei corpi la forza dell’impurità; sarà il serpente fuori portato, l’angelo che vi abita con la vergogna la potenza n’arderà completamente l’origine.”

Daniele 6,2/3 “Su un bastone l’innalzeranno, la fede al mondo recherà, porterà il vessillo, il corpo retto sarà inviato in croce, il serpente lo finirà, uscirà dalla porta dell’esistenza, giudicato sarà, l’Unigenito i potenti imprigioneranno, il sangue con lamenti porterà, con energia sbarrato sarà per i potenti nel mondo.
L’Unico dalla tomba lo risorgerà, in giro di persona risarà l’Unigenito, Dio essendo.
Gli apostoli a stare nel mondo da casa sarà ad inviare.
La potenza ad entrare porterà agli apostoli.
Dal seno con l’acqua l’Unigenito recherà la Madre in cammino, di Dio la maledizione recherà, inizierà con gli apostoli colpi a rovesciargli.”

Daniele 6,3/4 “Alla nube risarà cogli angeli (cioè risalirà in cielo), per aiutare gli apostoli saranno per il maledetto sbarrare inviati.
Gli uscirà la calamità da un morto, il succo dall’innalzato dal buco del corpo colla rettitudine sarà originato.
L’Unigenito dalla tomba risorto in giro di persona dagli apostoli sarà, per mangiarlo li verserà da casa al serpente, in aiuto sarà ad esistere lo Spirito, che sarà per il Crocefisso ad esistere nei corpi, dal Padre nel mondo lo porterà.
Ai viventi la potenza della rettitudine originerà.
Si rivedrà il Risorto stare dal sul colle; nel mondo abbatterà la morte, usciranno tutti dalla vergogna, in cammino li porterà tutti dall’Unico.”

Daniele 6,4/5 “L’Unigenito aiuterà nell’esistenza gli apostoli che in giro un corpo retto saranno ad originare di fratelli, sulla risurrezione in giro del Verbo gli apostoli saranno ad iniziarli, nel mondo si porteranno e dentro in azione sarà dagli apostoli innalzato con potenza al mondo il Risorto.
La rettitudine nelle assemblee entrerà, a rinascere per gli apostoli saranno, inviati saranno il maledetto a cacciare dai viventi con la potenza della rettitudine si porteranno a finirlo, desidereranno a tutti dell’innalzato portare la risurrezione dalla tomba.
Saranno dal Crocefisso ad uscire per il serpente guai, per del maligno con gli apostoli per la potenza che uscirà del Risorto il vigore uscirà da tutti.
Una fune in aiuto sarà per i viventi uscita, dalla destra Lui l’avrà recata, così con la potenza della risurrezione ad accompagnarli si porterà.
Dalla fossa uscirà il al mondo per bruciare l’oppressione; dalla prigione gli sviati dal serpente porteranno fuori con forza.”

Daniele 6,6 “L’Unigenito d’aiuto sarà agli apostoli in cammino con cose inaudite con cui Dio affliggerà il ribelle per l’impurità.
Saranno il serpente ad incontrare, col fuoco della rettitudine lo stringeranno con potenza, a sbarrare gli apostoli saranno il maledetto.
Aiuteranno gli apostoli nel mondo tutti, dall’alto uscirà potente nel mondo l’energia in campo della risurrezione.
Così la grazia dell’Unigenito innalzato recheranno nel mondo.
La forza dentro della legge di Dio nel mondo uscirà.”

Daniele 6,7 “Inizieranno a sbarrare con forza gli apostoli l’apostasia, la rettitudine sono dell’Unigenito a recare ai fratelli, dai demoni li guariscono, inviati sono dall’Unigenito.
Il maledetto con l’energia, la risurrezione porterà dall’alto ai viventi in cammino.
Avrà iniziato portando i retti apostoli che all’essere ribelle saranno stati inviati colla potenza al mondo, in giro saranno a recare la risurrezione del Re.
Dio con la Vergine saranno a guidarli ad essere forti.”

Daniele 6,8 “L’Unigenito Crocefisso sarà in azione dal cuore a portare con la rettitudine al serpente ribelle, i viventi in cammino porterà alla fine dall’Unico alla pienezza, al giardino saranno dall’Unigenito recati i fratelli dal demonio guariti.
Dagli apostoli sarà ad iniziare ad uscire una parola forte, sarà iniziato a portarsi del Verbo l’annuncio che è finita la maledizione col risorgere, che risorto vivo in cammino col corpo dalla croce avrà versato il soffio al mondo.
Dall’Unigenito dal foro del corpo in aiuto sarà stata la rettitudine partorita all’esistenza, sarà dentro in azione dal Padre per il peccare dai viventi, ucciderà il serpente maledetto, porterà gli uomini all’eternità un giorno.
Sarà l’energia dal Crocefisso del Potente tutta ad esistere, inviata al serpente, uscirà con gli apostoli la manna della rettitudine per i viventi in cammino, sarà a finire il verme del primo serpente superbo; al leone porterà la fine l’Unigenito.” (1Pt. 5,8 “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.”)

Daniele 6,9 “La rettitudine in azione con gli apostoli vivrà in cammino, l’Unico dal Crocefisso la verserà nell’esistenza coll’acqua, dall’Unigenito dal foro del corpo uscirà per finire nei corpi la devastazione.
La rettitudine dalla croce da dentro dell’Unigenito per sbarrare con forza al serpente da maledizione uscirà, vermiglia (del colore del sangue) uscirà così la legge divina per i viventi in aiuto, sarà portata col soffio (l’ultimo respiro) dal corpo.
I ceppi saranno per il serpente a venirgli dall’Eterno Unico.”

Daniele 6,10 “La sposa verserà da dentro, la partorirà, l’invierà fuori con l’acqua per il serpente affliggere, in giro sarà portata per sradicarlo.
Dalla piaga dalla croce da dentro dell’Unigenito la portò originata dal foro alla vista.”

Daniele 6,11 “Porterà per aiutare gli apostoli, saranno con l’Unigenito in cammino, una mano forte ci sarà per sbarrarlo dell’Eterno, sarà il corpo (degli apostoli) un dono dalle piaghe del Crocifisso, da dentro originato dall’innalzato dal cuore sarà dalla croce ad uscire.
E la rettitudine recheranno, saranno il miele, saranno una grazia, che con potenza uscirà da dentro dell’Altissimo.
Il Crocefisso apertamente annunzieranno a Gerusalemme, e con questi la manna sarà inviata.
Il terzo rientrò a casa di giorno, dell’Unico Lui il Figlio per affliggere il serpente con la purezza della rettitudine a portare fuori sarà stato, da vivente giù il ‘no’ avrà portato.
In un vivente d’aiuto, l’Unico avrà riversato nel sangue la maledizione, al mondo la sposa verserà, da dentro la partorirà. Sarà da Lui per servire i viventi una pura in aiuto per finire l’impurità.”

Daniele 6,12 “Dall’Unico per aiuto saranno gli apostoli agli uomini.
Dall’Unigenito s’originerà la potenza della rettitudine, nel mondo dal corpo in cammino alla luce porterà ed uscirà dal risorto il vigore che porterà per il serpente sbarrare.
Cogli apostoli gli sarà la maledizione a casa in azione.
Uscirà per i viventi dal Crocefisso la grazia cosi lo stato primitivo per ricominciare con la potenza al mondo uscirà.”

Daniele 6,13 “Da casa dall’Unigenito saranno gli apostoli versati alle moltitudini e li condurrà l’Unico al ribelle, l’energia verserà col sangue ai viventi in cammino, per iniziare in azione il ‘no’ all’apostasia.
Tra i viventi il serpente affliggeranno nel mondo.
Il rifiuto all’essere ribelle sorgerà tra gli uomini; a bloccarlo sarà la rettitudine che da no gli sarà per gli apostoli al demonio ad esistere.
Saranno in casa in azione dall’Amen con tutta la maledizione portati.
Agli uomini dall’Eterno un giorno saranno stati inviati dal colle dal Crocifisso per opprimere il serpente nel mondo con l’energia nella Madre per ucciderlo dai viventi in cammino.
Guai dal Crocefisso dal corpo vivranno al maledetto, l’orgoglio in un pozzo sarà condotto alla fine dall’Unigenito.
Negli afflitti viventi la potenza della rettitudine desidera originare nei viventi nel corpo.
Per certo l’Unigenito dai viventi il serpente finirà per l’originata rettitudine, lo bloccherà la purezza, dell’aiuto sarà portato il soffio nei corpi.
Nei ceppi sarà il serpente ne verrà l’azione sbarrata dall’Unigenito.”

Daniele 6,14 “Da casa l’Unigenito per aiutare sarà apostoli ai miseri a portare, inizierà a vivere un corpo che sarà puro, dal sangue del Re originato, che a bloccare saranno la giudicata esistenza del maledetto.
Una mano forte sarà ai viventi inviata dal Figlio.
Saranno a rivelare portando il Crocefisso che dell’Unico l’aiuto era.
Saranno dalla perversità a liberare per l’Unigenito risorto che a vivere in alto risarà stato.
Anelano la potenza della rettitudine lentamente nei popoli portare nell’agire.
Il rifiuto all’essere ribelle dalla nube sarà in un corpo che il risorto dai morti porterà nel tempo.
Saranno gli apostoli il terzo (giorno) ad uscire, a casa sarà stato a riportarsi dalla Madre l’Unigenito.
Da casa in azione per il peccare finire usciranno.”

Daniele 6,15 “Dell’Unigenito in aiuto saranno inviati con la parola retta ad affliggere con la rettitudine che a sbarrare sarà nei viventi il serpente per finirne il peccare che nell’agire svia.
Sarà stato dal Padre l’Unigenito risorto che in azione ad accompagnarli sarà portando nell’agire la potenza.
Giudicato è il maledetto ad ardere.
Nei viventi dentro il potente serpente bruciato sarà, di questi dentro porterà la fine.
La perversità per sempre col male operare sarà a bruciare.
Dai viventi per la risurrezione dell’Unigenito la perversità uscirà.
Ad un banchetto in giro il serpente uscirà.
Arrostito lo porterà alla fine nel mondo.”

Daniele 6,16 “n casa l’Unigenito lo punirà.
Negli uomini sarà ad originare la maledizione con la rettitudine che l’ucciderà.
Simili a fanciulli in cammino l’Unigenito porterà dall’Unico i viventi col corpo ad essere dagli angeli del potente Re alla nube.
Il male operare così dall’Unigenito sbarrato sarà con la legge divina.
Di potenza rivestiti saranno portati dal Verbo nel corpo.
Dai ceppi in cui sono nella prigione del ribelle li riporterà, col risorgerli risaranno a vivere, aiutati saranno.
I viventi in cammino saranno a riuscire, riversatosi sarà nei viventi il rifiuto al serpente, la maledizione gli uscita, bruciato dall’energia sarà ad uscire.”

Daniele 6,17 “Dentro la nube saranno cogli angeli i viventi in cammino con l’Unigenito, dall’Unico vivranno.
Ad inebriarsi saranno alla fine.
Saranno portati ad essere rinati dall’energia.
Sarà il primo serpente recatosi nei corpi a recidere.
In una palude sbarrato sarà.
Dall’Unigenito col corpo saranno portati tutti dall’Unico.
Si vedono angeli usciti i viventi per la potenza della rettitudine recata dall’Unigenito.
L’essere ribelle con potenza giudicato sarà stato da Dio che con la maledizione della rettitudine a sbarrarlo sarà.
L’Unigenito invierà alla fine fuori col soffio del serpente l’ammalare.
Da dentro in perpetuo fuori lo porterà dagli uomini, per liberarli l’ucciderà.”

Daniele 6,18 “Portati dal mondo saranno alla fine, saranno dal Crocefisso al Padre guidati per mano, ad uscire porterà i risorti dai morti, li rialzerà il Verbo vivi, dalle fosse li strapperà, a vivere entreranno nel Regno, nell’Unico dentro si vedranno questi versati.
Tutti v’entreranno dentro.
Si vedranno in Questi versare dal Crocefisso le moltitudini dal corpo.
Figli porterà, ad entrare saranno dalla porta, saranno potenti a venire col Risorto ai pascoli su a casa li porterà dentro; alla porta tra lamenti il primo serpente.”

Daniele 6,19 “Dell’Unico alla porta saranno angeli con l’Unigenito, colpito il serpente dai viventi in cammino dalla maledizione sarà stato, la sposa porterà a casa il Crocefisso, nel cuore li porterà tra canti di lode, nell’assemblea li condurrà degli angeli del Potente, dell’Unico entreranno tra gli angeli.
In alto ad oriente portati dal mondo saranno stati e per la risurrezione angeli tutti; uscirà l’impurità, finita l’iniquità sarà.”

Daniele 6,20 “Dentro la nube saranno cogli angeli i viventi tra i potenti retti col Padre allo splendore del volto alla vista.
Saranno stati risorti dal Figlio, guariti, dagli spiriti dei morti usciti, nel Crocifisso dentro entreranno guizzanti per l’entrata potenza dalle fosse.
Aiutati saranno, dall’Unico nel corpo sarà a portati il Crocifisso dall’Unico; riinizierà in questi la potenza.”

Daniele 6,21 “Porterà la rettitudine ai viventi, la verserà nei corpi che riusciranno potenti, la superbia del maledetto bloccata dall’energia sarà.
L’Unigenito dal cuore verserà la potenza dal legno, sarà dentro questa ad agire, abbatterà l’azione dell’angelo (ribelle) nel mondo. Nei viventi il serpente per affliggerli si recò, ed iniziò a vivere nei corpi dei nati che per l’energia operano da folli.
Giudicato sarà il primo serpente dal Servo, per giuramento l’Unigenito uscirà, sarà ad iniziare la maledizione con la rettitudine, per punirlo.
Alla fine uscirà per il Verbo del serpente l’ammalare che dentro finirà, bloccherà la paura, s’aprirà l’esistenza perfetta.
Risorti, saranno questi dentro portati dall’oppressione a vivere tra gli angeli dell’Unico.
Nel corpo saranno portati alla fine dall’Unico.”

Daniele 6,22 “L’Unigenito punirà il giudicato che ha operato follemente nei popoli.
Nei viventi in cammino illanguidirà il serpente, con la parola della rettitudine.
Dio da una Vergine ad opprimerlo nella vita sarà.”

Daniele 6,23 “All’origine per il serpente nel mondo ci fu il delitto.
Per perdonare l’Unico la rettitudine al mondo porterà in pienezza nel cammino per guarire i viventi.
L’Unigenito nel corpo sarà a portarsi per finirlo, dell’Unico recherà il rifiuto all’operare scellerato, e l’energia sarà in tutti a versare dentro.
A rinascere saranno per il versato sangue che avrà recato nel mondo ad esistere da innocente, recherà a rientrare ad ardere il completo vigore che finirà il serpente.
Sarà a riportare l’Unigenito il soffio dello stato primitivo, risarà la rettitudine nei viventi in cammino, di fratelli il prodotto uscirà, il Potente serviranno alla fine.”

Daniele 6,24 “Dell’ingresso alla porta saranno inviati i viventi del Potente, retti, dall’Unigenito risorti, a scorrere saranno dall’Unigenito nel cuore del Padre, in alto li porterà dal mondo.
Saranno portati a rinascere per l’energia che ci sarà stata da Dio.
All’Unico, vivi col corpo guizzeranno, fuori saliranno dal mondo a vivere cogli angeli.
Dalla fossa li porterà fuori, alla pienezza li verserà, alla porta degli angeli saranno un covone splendente, a casa l’Unigenito li porterà, tutti all’eredità del potente Unico.
Usciranno risorti dall’oppressione delle tombe.
Da dentro usciti, aiutati saranno ad entrare a stare a vivere da angeli a casa con Dio del mondo i fuoriusciti.”

Daniele 6,25 “A chi portò l’originario inganno, al serpente, con la rettitudine l’Unigenito recherà al mondo ad esistere la fine. Saranno portati gli uomini a stare dall’Unico.
Dio con la rettitudine a sbarrarlo sarà, da mangiare lo porteranno a pezzi e fuori sarà dalla porta.
N’è stata giudicata l’esistenza: un nulla.
Dalle fosse i corpi saranno riportati in forma bella.
In vita li riporterà l’Unigenito, l’energia porterà, l’invierà dentro, l’angelo sarà ad uscire.
Recherà il Figlio la resurrezione ad esistere al mondo che bastonerà l’angelo.
Gli recherà il rifiuto da vivente nel cuore, porterà il ‘no’ al male, sarà a finire la superbia delle origini per sempre.
Trebbierà il serpente che nei cuori portò il deserto.
Belli col corpo saranno portati alla fine dall’Unico tutti.
Da pellegrini i viventi saranno dal mondo condotti dagli angeli, uscirà (loro) in aiuto una fune.”

Daniele 6,26 “Dentro la nube ci fu il voto, sarebbe stato portato a bruciare nei viventi il serpente, così l’Unico lo scrisse che in cammino guizzerà in azione che in vita in un vivente sarà.
L’Unigenito nel primogenito d’una Madre sarà nel corpo, la Luce inviata sarà dalla nube per sbarrarlo.
L’Unigenito col corpo sarà ad essere oppresso dentro la prigione dal male.
Originerà un fuoco al serpente in vita per arderlo e invierà a stare nel fuoco il superbo.”

Daniele 6,27 “Ai viventi l’energia verserà nel sangue, la forza della risurrezione sarà nelle bare in azione, i viventi che sbarrati sono dentro tutti risorgerà, gli guizzeranno nel cuore per l’energia vivi, il serpente arderà completamente, sarà del serpente fuori portata l’energia.
Questi alle origini, in azione fu a vagare, la malattia inviò ai viventi, l’energia versò nel sangue, la maledizione entrò nel mondo.
Sbarrato sarà, giudicato per l’operare folle.
Aiutati saranno da Lui.
La maledizione che uscì dall’Unico, al mondo sarà l’Unigenito a recarla, versata sarà nella Madre.
Il Potente da una vergine sarà ad abitare.
Dal Regno uscirà, per sbarrarlo, sarà dal serpente a venire alla fine nel seno, al serpente porterà un fuoco potente dal cuore, l’invierà al mondo in azione per bloccarlo, in un buco lo porterà, lo soffierà via.”

Daniele 6,28 “I viventi con la risurrezione libererà e dai viventi a scendere il serpente porterà.
Per il Servo venuto sarà ad abitare la purezza, uscita sarà l’energia che ad abitare in cielo e dal pozzo si vedranno sulla nube a per stare nella luce.
Questi un fiume alla porta degli angeli saranno, da Dio i viventi con gli angeli saranno, volando col corpo saranno portati alla fine dall’Unico.”

Daniele 6,29 “Portato alla porta tra i lamenti il maledetto, giudicato nel mondo uscito arrostito in seno ai viventi con la potenza della rettitudine portata dal Crocefisso in aiuto, che ai corpi sarà a recare la risurrezione, li condurrà ad abitare nel Regno dei retti.
Li porterà col corpo allo splendore, nella pienezza staranno dell’Unico”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 6 – Daniele nella fossa dei leoni
6,0=5,31 “Dario il Medo ricevette il regno, all’età di circa sessantadue anni.”
6,1 “Volle Dario costituire nel suo regno centoventi satrapi e ripartirli per tutte le province.”
6,2/3 “A capo dei satrapi mise tre governatori, di cui uno fu Daniele, ai quali i satrapi dovevano rendere conto perché nessun danno ne subisse il re.”
6,3/4 “Ora Daniele era superiore agli altri governatori e ai satrapi, perché possedeva uno spirito eccezionale, tanto che il re pensava di metterlo a capo di tutto il suo regno.”
6,4/5 “Perciò tanto i governatori che i satrapi cercavano il modo di trovare qualche pretesto contro Daniele nell’amministrazione del regno . Ma non potendo trovare nessun motivo di accusa né di colpa, perché egli era fedele e non aveva niente da farsi rimproverare”
6,6 “quegli uomini allora pensarono: Non possiamo trovare altro pretesto per accusare Daniele, se non nella legge del suo Dio.”
6,7 “Perciò quei governatori e i satrapi si radunarono presso il re e gli dissero: Re Dario, vivi per sempre!”
6,8 “Tutti i governatori del regno, i magistrati, i satrapi, i consiglieri e i capi sono dl parere che venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque da ora a trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni.”
6,9 “Ora, o re, emana il decreto e fallo mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le leggi di Media e di Persia, che non si possono mutare.”
6,10 “Allora il re Dario fece scrivere il decreto.”
6,11 “Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era solito fare anche prima.”
6,12 “Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio.”
6,13 “Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al divieto del re: Non hai tu scritto un decreto che chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga suppliche a qualsiasi dio o uomo, all’infuori di te, re, sia gettato nella fossa dei leoni? Il re rispose: Si. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani.”
6,14 “Ebbene – replicarono al re – Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto; tre volte al giorno fa le sue preghiere.”
6,15 “Il re, all’udire queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo.”
6,16 “Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero: Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto firmato dal re è irrevocabile.”
6,17 “Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si gettasse nella fossa dei leoni. Il re rivolto a Daniele gli disse: Quel Dio che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!”
6,18 “Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte di Daniele.”
6,19 “Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò.”
6,20 “La mattina dopo il re si alzò di buon ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni.”
6,21 “Quando fu vicino, chiamò: Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?”
6,22 “Daniele rispose: Re, vivi per sempre.”
6,23 “Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci del leone ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male.”
6,24 “Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio.”
6,25 “Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancora giunti sul fondo della fossa, che i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa.”
6,26 “Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: Pace prosperità.”
6,27 “Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l’impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che dura in eterno, il suo regno è tale che non sarà mai distrutto e il suo dominio non conosce fine.”
6,28 “Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra; egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni”
6,29 “Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di Ciro il Persiano.”

DANIELE 7: SOGNO DI DANIELE: LE QUATTRO BESTIE
(Trattandosi di racconto d’un sogno il decriptato che ottengo non lo metto con i verbi al futuro, ma al passato, presente e futuro secondo come il sogno s’adatta alla storia che conosciamo di Gesù di Nazareth.)

Daniele 7,1 “Per la vergogna finire, dell’Uno uscì il cuore da una Donna giù in un corpo tra i viventi in cammino, dentro una casa partorito, inviato fu dal primo serpente alla prigione perché nei petti la perversità racchiusa colpisca.
Per portarsi a stare in un corpo da Donna Vergine da concubito entrò dentro l’Unigenito.
Per punire chi ammala i viventi con la rettitudine lo finirà.
Dentro il corpo d’un primogenito per risorgere i viventi la potenza starà. L’energia dell’Unigenito gli vivrà nel corpo.”

Daniele 7,2 “Dagli esseri afflitti per aiutare inviato fu, per iniziare ad accompagnarli l’Unigenito in un vivente in un corpo nella prigione di questi uscì.
Per la perversità dall’esistenza finire in una casa in visione fu.
In azione da Madre di notte fu l’Unigenito portato.
L’Unigenito nel corpo per portare insidie al male si portò in vita dal cielo.
Per i viventi in cammino fu con la grazia, per il serpente ci fu la maledizione dentro dell’Unico.”

Daniele 7,3 “L’Unico alle moltitudini in vista nella vita portò la lampada pura del Figlio per far salire dagli angeli i viventi.
Un angelo fu dalla Madre per l’Unico; l’illuminò che nel figlio vivrà inviato per aiutare l’Unigenito.”

Daniele 7,4 “Versata nel sangue fu finalmente la rettitudine dell’Unico.
In un corpo fu al mondo a portarsi in cammino il Verbo.
Fu inviato a punire col fuoco in corpo il serpente al mondo, nella prigione di questi entrò per la perversità nell’esistenza finire per sempre.
Per bloccare nell’esistenza il ribelle, il cuore recò in una persona ad esistere al mondo che recò il carico della purezza.
Per rigettarlo in azione l’Unigenito si recò dall’alto.
Col corpo si rivelò.
Fu inviato a casa d’un uomo nel mondo.
Versato fu dalla Madre al termine.
Portò il cuore dentro un uomo, fu nel mondo, fu a casa del serpente ad entrare.”

Daniele 7,5 “E dell’Unico lo Spirito fu portato nel mondo.
Dall’Unigenito chiuso nel corpo fu, alla fine col Figlio entrò nel sangue, fu al mondo partorito.
In una casa si portò il potente scriba dell’Unico, nel mondo si versò in un uomo che fu il segno al serpente ad indicare della fine.
Dall’alto la rovina che l’ucciderà con il volto a vivere entrò in una casa.
Fu con l’energia della risurrezione inviato agli esseri del mondo.
Portò la rettitudine all’angelo dall’origine ribelle per finirlo.
Per abbatterlo si portò tra i viventi in cui iniziò il maligno nella carne l’errore.”

Daniele 7,6 “Dentro l’Unigenito alla fine nel corpo per aiutare dagli angeli uscì.
Nella prigione per colpire nel mondo la perversità fu alla fine a portarsi.
In una stalla dell’Unico chiuso in un corpo fu il Figlio all’amarezza portato del serpente.
Uscì di persona, fu per rigettare da casa per sempre l’esistenza del peccare.
Dall’opera l’orgoglio sarà fuori a portare, per l’insidia in azione uscì col corpo da una Donna.
All’opprimere del serpente a vivere si portò, di finire desidera il delitto, dal cuore di energia gli sarà nel mondo un fiume ad uscire.”

Daniele 7,7 “Dentro una bella forma per aiutare l’energia entrò. In un petto nel mondo si recò.
Fu in un’arca a chiudersi, questa lo portò all’esistenza di notte.
Fu l’Unigenito a recare dell’Unico lo Spirito, fu a recarsi nel mondo in un corpo dentro a stare tra le rovine per iniziare la caduta del serpente.
Lui da vivente al drago sarà a recare duri guai alla fine.
Fu nel corpo al mondo a recare della risurrezione l’energia che sarà a scacciarlo.
Fu il Verbo per annientare il potente serpente dal mondo dalle moltitudini dei corpi.
Nel figlio primogenito d’una sposa la recò, i viventi dalla polvere riporterà risorti che a ricomincerà nei corpi come prima puri.
A scorrere il serpente sarà fuori dai corpi.
Dal soffio che li riempie della perversità sarà l’Unigenito a liberare.
L’energia fu ad entrare in un vivente per uccidere il serpente, in vita portata alla fine dalla nube fu versata nel sangue.
Fu al mondo a portarsi al freddo il Figlio.
Si vide il Principe del Potente nel mondo.”

Daniele 7,8 “Libererà tutti colla rettitudine, il serpente fuori sarà portato alla fine, dentro verserà nei corpi l’energia.
Sarà l’Unigenito a portare al maledetto bastonate, l’abbatterà dai corpo.
Belli dalle tombe i corpi saranno riportati; in Città usciranno.
Fuori questi si rivedranno ristare nei corpi.
Dal mondo li trarrà fuori.
Tutti a casa saranno inviati, saranno dal mondo portati.
Tra gli angeli li porterà dal colle il Crocefisso, i viventi puri nel corpo inviati saranno ad oriente per essere alla fine dall’Unico.
Verranno dall’oppressione in alto.
Per l’energia versata nel sangue sarà fuori recato il primo serpente, gli avrà recata la rovina il Figlio colla rettitudine, si sentiranno forti i lamenti.
Gli uomini nel Padre verserà col corpo tra i canti alla nube.
Dall’Unico porterà al volto vivi i viventi a vivere tra i potenti, con potenti corpi puri di figli (in cui abiterà l’energia).”

Daniele 7,9 “Dalle tombe questi usciti, saranno portati dal Crocefisso dell’Eterno alla porta.
Saranno con l’Agnello alla pienezza condotti dagli angeli, col corpo i viventi saranno stati portati.
Li condurrà dal tempo, saranno versati un giorno, l’opprimere sarà finito.
Dentro al cuore porterà i risorti che entreranno retti nel Crocifisso.
Dal Potente in cammino nell’assemblea recherà ad inebriarsi i risorti che si vedranno col corpo, alla vista della luce usciranno.
Per la rettitudine si vedranno i viventi con i corpi puri dell’origine.
Per l’Agnello alla pienezza saranno, usciti dalla schiavitù.
A casa saranno degli angeli alla porta.
Saranno ai pascoli coi piedi in cammino accompagnati, saranno angeli portati coi corpi ardenti.”

Daniele 7,10 “Un fiume alla porta sarà d’angeli portati col corpo.
Davanti si recherà agli angeli il Verbo che verserà i viventi puri per il sangue portato nel mondo.
Saranno a migliaia di migliaia, saranno vivi essendo stati risorti, liberi portati per l’energia entrata.
Avrà portato le moltitudini, l’avrà portate nel corpo.
Dentro avrà portato l’energia dello stato primitivo.
Nel mondo fu ad essere da fune per i viventi portare.
Avrà portato all’angelo (ribelle) la punizione, tra i guai finito.
A casa li riporterà; scrissero che si sarà in luogo elevato tutti col Signore.”

Daniele 7,11 “Alla prigione questi uscì, la perversità sarà a finire a casa.
L’Unigenito lo punirà nei viventi; ad arrostire vivo il serpente sarà.
Dall’Unico alle moltitudini in un corpo dentro alla fine dalla nube fu al freddo inviato l’Unigenito, la vita ne reciderà dai fratelli.
Questi uscì, al mondo portò ad esistere dell’Eterno, per aiutare per obbedienza, il Cuore.
Sarà dal serpente nel deserto a stare per la fine iniziare a recare alla perversità.
Da solo in cammino la distruzione porterà ad esistere, uscirà dall’esistenza dentro finito il serpente, sarà abbattuto dalla legge divina, inizierà ad arderlo l’Unigenito.”

Daniele 7,12 “A portarsi nella carne nel mondo fu.
Si portò al termine l’Unigenito uscendo dall’eternità, fu a portarsi a bruciare il serpente.
Nel cuore l’energia al mondo recò dagli angeli e dell’origine in un corpo la rettitudine riuscì.
Dentro la prigione il vino fu ad entrare.
La forza dentro per finire il serpente dal mondo portò.
Inviò l’Eterno con questi manna e delizie.”

Daniele 7,13 “Alla prigione di questi uscì, al mondo si in un’arca chiuso, per colpirlo si portò all’esistenza di notte.
Fu l’Unico a recare l’Unigenito nel corpo, lo portò all’azione per amore, inviato fu dal cielo, la rettitudine col Figlio in un uomo.
Lui si portò dall’eternità, nel tempo fu versato all’esistenza, si portò dai viventi e inizio in un vivente il cuore ad uscire e lo versò, nel sangue portò l’essere, per la guerra portare nel mondo ad esistere.”
(“Non crediate che sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.” in Mt. 10,34 – “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” in Luca 12,49)

Daniele 7,14 “Porterà al serpente ad esistergli in casa un fuoco potente nel cuore, l’energia recherà, sarà a versarli dal corpo, li porterà ai viventi in cammino e li recherà a tutti i popoli.
Nei viventi sarà il peccare che c’è nei corpi bruciato.
L’energia che c’è del primo serpente uscirà.
Sarà tagliato a pezzi ed estirpato, nei cuori l’energia entrata brucerà il serpente, dai cuori lo scalzerà dei viventi.
Alla porta sarà il serpente, l’Unigenito lo porterà per sempre ad uscire, e dal regno fuori lo sbarrerà; il serpente verrà completamente distrutto.”

Daniele 7,15 “Venuto con l’Agnello è alla fine la Spirito nell’esistenza dell’Unico.
Inviato al mondo per aiutare con l’energia fu nell’Unigenito in cuore.
La superbia, con l’impurità dell’angelo (ribelle), fuori porterà dai petti, e sarà visto bruciato dall’esistenza, saranno dall’aborrito angelo lamenti.”

Daniele 7,16 “Versò in un corpo dentro finalmente in azione la potenza, la chiuse nel sangue.
Puro l’Unigenito in vita fu il primo a portarsi nell’esistenza.
Giù fu in una casa in un primogenito, per il Padre in azione l’Amen uscì.
Dall’alto la rettitudine inviata con Lui visse nel corpo, fu portata al superbo.
Al verme del serpente saranno guai.
Nel mondo recherà alla conoscenza dell’angelo i lamenti.”

Daniele 7,17 “Dio fu per guidare l’esistenza da portare alla fine.
L’insidia in un corpo dentro completa gl’iniziò, per aiutare fu dell’Unico il Figlio Unigenito alle moltitudini.
Ad agire iniziò in un corpo, per il pregare dei viventi in cammino fu inviato, fu la speranza dei viventi portata dagli angeli, la manna in terra iniziò.”

Daniele 7,18 “E nel tino del serpente si portò una formica retta.
A recare alla fine il primo Santo fu dall’Altissimo che portò il Figlio; lo portò a stare nella prigione.
In pienezza abitò l’energia in un vivente in cammino.
Si portò alla fine l’Unigenito dall’eternità in un ragazzo.
Desidera in azione aiutare.
Dall’alto da Madre vergine fu il primogenito.”

Daniele 7,19 “Dalla nube fu inviato giù, a casa fu alla fine del serpente, fu a scendere da casa dall’alto in vita, fu a portargli la fine, l’insidia gli fu in azione, fu per assegnargli la porta.
Fu al mondo a portarsi alla fine; alla luce coi lamenti fu ad uscire in vita per uccidere il serpente. In campo si portò col flauto (per farlo uscire), sarà a finire di stare nei corpi, fuori rossastro uscirà dalla porta dell’esistenza.
Il Verbo per annientarlo la potenza recò, in un fanciullo nel corpo fu ad entrare per punirlo nella prigione.
Alla luce l’Unigenito dalla sposa uscì.
Nella polvere del mondo si portò nella carne dell’Unico il Figlio che rivelò che ne mondo col corpo il Verbo in pienezza ad uscire.”

Daniele 7,20 “In azione dal serpente versata in un corpo l’energia fu dall’Unico, si vide il principe che per aiutare fu in una casa nel corpo d’un primogenito d’una donna, l’Unigenito in una grotta fu in un canestro versato.
Alla fine lo porterà ad abortire e i viventi puri nel sangue saranno, uscirà da tutti il serpente alla fine, porterà il cornuto l’Unigenito fiacco per l’energia, e con rovine tra i lamenti lo finirà, e porterà a scorrere la vita, dai viventi lo reciderà dai corpi, la purezza il Figlio porterà a racchiudere in questi ed uscirà delle moltitudini il dono puro alla fine al mondo.”

Daniele 7,21 “Dalla prigione queste usciranno, fuori le porterà all’esistenza alla fine, e li verserà tra i canti alla nube, retti l’invierà il Servo, dall’Unico verserà le moltitudini dei popoli, santi saranno per l’energia portata, saranno tutti per l’uscita del serpente ad entrare tra gli angeli.”

Daniele 7,22 “Dell’eternità alla porta saranno.
Verranno dal tempo.
Saranno versati un giorno.
Sarà dall’Unico portato ad esistere bello il carico.
Il serpente abbattuto, trebbiato sarà stato.
In alto saranno portati dal Figlio.
E questi vivi l’invierà dall’Unico, dalla bara li porterà al Regno l’Unigenito dal mondo.
Il tesoro porterà a versare alla porta, sarà il dono inviato.”

Daniele 7,23 “Retti angeli l’Unigenito i viventi col corpo vivi porterà alla fine dall’Unico.
Dalle moltitudini spazzato sarà stato alla fine il languire che ardeva nei corpi dentro con la forza della rovina.
Verranno portati al Padre dalla terra alla nube.
Saranno alla fine risorti, belli a vivere cogli angeli.
La vergogna dal cammino recherà alla fine che alle origini aveva portato la fine della primitiva rettitudine.
Del serpente la prigione del male l’Unigenito porterà a finire, l’essere impuro brucerà, l’energia della perversità finirà alla polvere, angeli usciranno.”

Daniele 7,24 “A portare a riversare nei corpi l’energia sarà stato l’Unigenito.
Per l’azione del fuoco il verme dell’angelo (ribelle) uscirà.
I viventi in cammino riporterà tutti che usciranno alla vista risorti con i corpi.
Riusciranno vivi, la potenza della rettitudine sarà l’energia per risorgere.
Riporterà l’Unigenito dalle tombe i corpi, invierà la risurrezione ai fratelli che nei corpi risaranno.
Dal mondo ai pascoli porterà gli uomini, belli a vivere dagli angeli allo stato primitivo.
Saranno all’Unico portati dal colle della crocifissione dal mondo; col Re saranno inviati, saranno fuori dal monte calvo con potenza.”

Daniele 7,25 “Porterà dalla vita il serpente ad essere finito, lo caccerà l’Altissimo.
Il terribile potente serpente porterà con potenza ad abbattere.
Trebbiato sarà dall’Altissimo.
Di figli un fiume all’Unico porterà, saranno a ritornare.
Dai corpi il serpente uscirà col fuoco che inviato sarà, n’uscirà colpito.
Vivi i figli recherà per aiuto del Crocifisso che a portarli sarà alla fine.
Il carico recherà d’angeli; a casa saranno alla porta per entrare dall’Eterno alle delizie.
Li condurrà nell’Eden, saranno elevati con potenza a camminare per sempre con gli angeli.”

Daniele 7,26 “Portati nel Regno, condotti dal Crocifisso che dall’Unico li porterà risorti, potenti, nel cuore l’invierà all’Essere eterno.
Finito, distrutto nel mondo avrà recato il serpente.
Il tormentatore dalla porta uscirà distrutto completamente.”

Daniele 7,27 “Ed ai viventi la potenza la rettitudine recherà, ed alla fine dall’Unico li condurrà ad avere potere con gli angeli.
L’Unigenito li porterà col corpo a casa, li condurrà alla fine alla nube.
Saranno stati i viventi in cammino portati, ad un segno nel Crocefisso si chiuderanno, li porterà alla perfezione, in cielo saranno ad entrare per starvi ad abitare.
Il Crocefisso con potente azione dal santuario sarà ad innalzarli, saranno portati con energia ad stare dagli angeli nel Regno, ma il Crocifisso nel mondo vivo il serpente avrà arso alla fine.
Fanciulli li porterà tutti risorti guizzati nel cuore li invierà, saranno da Dio, v’entreranno belli, col vigore riportato, ai pascoli saranno, luminosi puri da peccato.”

Daniele 7,28 “Uno sciame dentro entrerà alla pienezza, portato dal Verbo.
Alla nube saranno i viventi, il Potente assegnati ad incontrare.
Giudicato sarà stato del primo serpente l’errore da cui il male fu portato.
Dell’energia sarà la forza da dentro uscita del serpente, l’angelo lamenti porterà, questi sarà bastonato con forza, sarà bruciato il drago e scalzato sarà.
Si riporterà ai viventi la potenza alla fine.
Dal Padre nel cuore staranno, inviati dal cuore dal corpo del Crocefisso.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 7 – Sogno di Daniele: le quattro bestie
7,1 “Nel primo anno di Baldassar re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la relazione che dice:”
7,2 “Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo”
7,3 “e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare.”
7,4 “La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra, e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo.”
7,5 “Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: su divora molta carne.”
7,6 “Mentre stavo guardando, eccone un’altra simile al leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio.”
7,7 “Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.”
7,8 “Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli d’un uomo e bocca che parlava con alterigia.”
7,9 “Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati i troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.”
7,10 “Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti.”
7,11 “Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul fuoco.”
7,12 “Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo.”
7,13 “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,”
7,14 “che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e quel suo regno è tale che non sarà mai distrutto.”
7,15 “Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le visioni della mia mente mi avevano turbato;”
7,16 “mi accostai ad uno dei vicini e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa spiegazione:”
7,17 “Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che sorgeranno dalla terra;”
7,18 “ma i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli.”
7,19 “Volli poi sapere la verità sulla quarta bestia, che era diversa dalle altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava;”
7,20 “intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell’ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché quel corno aveva occhi ed una bocca che parlava con alterigia e appariva maggiore delle altre corna.”
7,21 “Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva,”
7,22 “finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno.”
7,23 “Egli dunque mi disse: la quarta bestia significa che ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la stritolerà e la calpesterà.”
7,24 “Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti; abbatterà tre re”
7,25 ” e proferirà insulti contro l’Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo.”
7,26 “Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente.”
7,27 “Allora il regno, il potere, e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno ed obbediranno.”
7,28 “Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel cuore.”

DANIELE 8: LA VISIONE DI DANIELE: IL MONTONE E IL CAPRO
Daniele 8,1 “La vergogna finita, arso il serpente che ha portato il delitto, i viventi in cammino porterà dalla terra risorti dall’Unico su col corpo entreranno nel Regno.
Nel petto li ha portati dagli angeli, inviati dal corpo dell’Unigenito fuori, Dio saranno a incontrare.
Alla porta degli angeli saranno di Dio.
I fratelli col corpo saranno ad entrare con gli angeli a vedere Dio, saranno a casa per la prima volta.”
(Infatti, secondo la Genesi gli uomini sono stati creati nel paradiso terrestre, ma la loro vera casa è il cielo).

Daniele 8,2 “E dell’Unico alla vista entreranno nella casa, alla visione portati saranno.
Dal mondo saranno dentro coi corpi venuti.
Sarà portato dall’Unigenito il frutto a giubilare cogli angeli.
Usciti dalla rocca del tempio beati dentro a vedere saranno il Potente da vivi.
Vi entreranno i viventi dal giudizio usciti portati alla luce per amore.
Dalla prigione questi portati ad abitare dall’Unico, con gli angeli saranno ad entrare a stare.
Saranno stati dal Crocefisso aiutati, da spiriti morti potenti con i corpi saranno.”

Daniele 8,3 “Porterà l’Unigenito i risorti dall’Unico; a vederlo saranno.
Dagli angeli saranno stati portati, iniziano a vederli; ed ecco, l’Unigenito è il Potente Unico che si vedrà vestito di potenza.
Di persona fu ad uscire, in un primogenito a casa dal serpente si portò, la potenza portò a versare in un corpo, l’energia fu alla Madre e al mondo al freddo inviato fu in vita.
Dall’alto portò l’indicazione e si recò al mondo.
Dall’Uno in cammino dentro al mondo entrò.
Dai viventi angeli uscirono con una luce.
Lamenti alla fine portò.
Per scacciare da dentro al mondo fuori in azione dal serpente entrò in una famiglia/casa; da primogenito in una grotta un angelo uscì.”

Daniele 8,4 “Col corpo l’Unigenito fu alla fine a stare.
Verranno guai al serpente da un vivente.
Lo splendore in vita da un viventi uscì, e giù un viso portò d’angelo nel mondo e dagli angeli in cammino in una casa entrò portando la rettitudine del Potente a vivere.
Portò completo il rifiuto ad essere in azione che visse dall’impuro serpente in una persona che fu a portarsi col bastone per annullarlo, per liberare i viventi in cui sta l’essere impuro.
Portando in azione la risurrezione uscirà la purità.
Giù ad abitare si portò nel mondo; il cammino bloccherà dell’esistenza al serpente.”

Daniele 8,5 “Per recare dell’Unico l’energia fu nel mondo.
Fu l’Essere tutto a stare in un vivente, dentro fu ad abitare, inviato al mondo giù il Verbo fu, in un corpo uscì la forza, fu dalla Madre in una famiglia/casa l’Amen, uscì dal seno, col corpo.
Dentro dall’alto in una persona fu con la rettitudine.
Il serpente in terra si portò ad annullare, la piaga gli portò.
Uscì da vedetta col corpo al freddo inviato, in visione in una casa fu inviato alla vista, fu lamenti a portargli.”

Daniele 8,6 “A portarsi fu in una casa l’Unigenito dall’eternità.
Entrò dell’Unico il cuore dall’alto nel mondo.
Versata in un corpo l’energia fu.
Con la Madre beato alla vista fu al termine e sarà i popoli a liberare.
In una persona fu al mondo del Padre la potenza a portare a stare nel corpo.
Giù Dio fu a portarsi in una casa, a chiudere in un uomo il vigore recò.”

Daniele 8,7 “E nel corpo d’un primogenito fu alla fine l’Essere a portarsi a vivere, in cammino fu in azione l’Unigenito dal serpente ad uscire, guai potenti gli porterà con la forza della purezza nel corpo.
Amarezze al primo serpente sarà a recare e sarà ad affliggerlo.
Finalmente al mondo l’Unigenito fu dal serpente a portarsi, fu con un fuoco dentro, col corpo venne alla luce alla fine il diletto, con energia fu a recargli il ‘no’ all’esistenza.
Con vigore in casa iniziò a lamentarsi, in azione dai viventi per liberarli di persona fu a portarsi.
E ci fu per bruciare il serpente la forza della rettitudine, di Lui che in un corpo giù nel mondo la recò, (la rettitudine) che fu dai corpi per le a portate dal serpente ad uscire, essendo entrato nei viventi giù a stare.
Del Potente il ‘no’ fu al serpente in vita, fu per bloccarlo a portarsi.”

Daniele 8,8 “E giù il Verbo fu col corpo nel mondo.
La forza fu in un vivente, nel mondo in cammino.
Per aiutare fu dal serpente in vista.
Nel sangue d’un primogenito per aiutare recò la rettitudine in azione giù a vivere e l’energia della risurrezione dentro un corpo entrò nel mondo per versarla nei corpi.
L’energia gli uscì, la potenza della rettitudine liberò portandola dalla croce.
Innalzato fu, l’energia al mondo uscire da questi.
La recò il Crocefisso Unigenito dal corpo.
Dentro si vide il Crocifisso nella tomba finito.
Fu a riuscire per il serpente insidiare.
In azione lo spirito portò.
Il Crocifisso riuscì risorto; vivo rifù tra i viventi.”

Daniele 8,9 “Recò di vita l’energia l’Unico nella tomba; il Crocifisso vivo riuscì tra i viventi.
Sarà giù l’Unigenito a versare nei corpi l’energia.
Inizierà delle tombe il segno: viventi si rialzarono in Città si riportarono.
Un Crocefisso grande (infatti) sarà alla fine alla vista, guizzanti entreranno allo schiarire del giorno, dentro li porterà da Dio.
Entreranno vivi per il colpo/ferita nel corpo, racchiusi danzando dall’Unico usciranno, su a casa saranno.”
Questo segno escatologico della risurrezione di morti a Gerusalemme è segnalato anche nel Vangelo di Matteo “…i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. Ed uscendo dai sepolcri, dopo la sua resurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.” Mt. 27,52)

Daniele 8,10 “E alla fine in cammino liberi per sempre su a casa dell’Unico entreranno risorti a vivere.
Sarà alla morte per il Verbo il rifiuto; i corpi su riusciranno vivi.
L’energia entrata li rialzerà; a casa dell’Unico li porterà.
I viventi invierà dal mondo alle stelle, saranno dalla morte con i corpi dalla prova vivi.”

Daniele 8,11 “E per l’eternità risorti col corpo dal mondo su a casa dell’Unico entreranno camminando dalla porta.
Saranno dal Potente portati la vita a vivere cogli angeli, e rigenerati saranno i viventi usciti dal Crocefisso (in quanto) nei viventi sarà stato l’essere impuro arso.
In cammino alla dimora dove vive il Santo li porterà.”

Daniele 8,12 “E giù in casa l’Unigenito il drago finirà.
Inviò dall’alto al mondo con l’innocente la forza per sbarrare dentro il peccato, ed alla fine, bruciato il serpente con la rettitudine, all’Unico i morti dalla terra fuori porterà.
Con l’agire del fuoco finirà la perversità, l’arrostirà, dalle tombe usciranno.”

Daniele 8,13 “Porterà il peccare dall’agire fuori l’Unigenito.
Nelle tombe nella polvere l’essere impuro brucerà.
Da vestito la purezza porterà a riessere delle origini.
Vivi col corpo per l’Uno, santi, potenti, resi mirabili i viventi porterà angeli fuori.
I viventi, sbarrato dentro il male dal sangue alla fine saranno ad uscire dalle tombe.
Questi per la portata energia, usciranno puri dell’essere impuro.
Dalla trasgressione, la risurrezione in vita negli uomini alla fine porterà la santità.
Li condurrà su a casa dall’Unico, vivi col corpo a vivere in pienezza.”

Daniele 8,14 “Portati saranno dall’Unigenito i viventi nel corpo da Dio, saranno a vederlo.
Alla conoscenza le moltitudini a casa verserà col corpo a migliaia.
Sarà tolto via il serpente bruciato dai viventi.
All’Unico li porterà il Crocifisso e degli angeli su alla porta li verserà del Santuario.”

Daniele 8,15 “Portati saranno dal mondo, saranno puri venuti per la forza dell’Unigenito dagli angeli all’esistenza, giudicato sarà stato il primo serpente.
Nell’Unigenito Crocefisso entrati, racchiusi questi porterà ai pascoli del Padre, li verserà risorti, entreranno a casa, saranno angeli usciti portati dal mondo per l’energia entrata.
I popoli liberati inviati in cammino per l’aiuto saranno retti; vivi dal corpo dell’Unigenito usciranno gli uomini.”

Daniele 8,16 “E per l’Unigenito aver ascoltato la voce d’Adamo a casa fu dall’angelo (ribelle) col corpo.
Fu a portarsi il diletto che desidera che siano con l’Unico a vivere col corpo gli uomini.
Sarà la maledizione dentro a finire.
Il serpente, che colpito verrà nei viventi, si vedrà uscire.”

Daniele 8,17 “Portati saranno all’ingresso, presso si vedranno i viventi alla porta essere portati dentro a casa dell’Unico.
E inviati retti si vedranno tutti essere stati portati dalle tenebre in alto, del Verbo angeli saranno.
E saranno dell’Unico i viventi alla vista, guizzati saranno fuori figli dal Figlio.
Agli uomini la rettitudine sarà stata colla potenza nel tempo versata, su dal mondo nel petto li porterà dagli angeli.”

Daniele 8,18 “E da solo il Figlio porterà i popoli che saranno inviati col corpo.
Il sangue del Crocifisso avrà spazzato il serpente dalle persone che saranno dalla terra ad uscire.
Portati saranno in cammino, a vedere la casa.
Sarà portata la forza ai popoli, sarà giudicato, spazzato il serpente, a vedere i viventi la porta saranno.”

Daniele 8,19 “Portati saranno dall’Unigenito i viventi col corpo dal mondo, da angeli tra gli angeli saranno a vivere portati, della porta saranno alla vista, retti verranno beati, sarà dal mondo il carico dall’Uno, chiusi nel corpo saranno del Crocefisso.
Uscire questi si vedranno dalla piaga, saranno a guizzare i viventi portati all’eternità, li verserà su.”

Daniele 8,20 “Usciti dall’Unigenito saranno potenti dei beati alla vista; vi saranno stati dal Crocefisso dentro innalzati, versati dal corpo agli angeli saranno stati i viventi, dal Re saranno a vivere, alla.porta soaranno stati portati dal Verbo col corpo alla pienezza.”

Daniele 8,21 “Portati dal mondo su dal Verbo saranno col corpo.
Usciti risorti dalla Città i viventi in cammino saranno portati dagli angeli ad uscire, riverseranno canti.
Entreranno tra i grandi, v’entreranno beati ad abitare.
Dall’opprimere, dalle rovine, dai pianti, portati da Lui entreranno nel Regno; vi entreranno col corpo all’Unigenito simili tre gli angeli.”

Daniele 8,22 “Porterà del mondo l’angelo a bruciare, dentro a bollire lo porterà alla fine, dai popoli giudicato uscirà per l’Unigenito.
Nel corpo dentro dal tempo, chiusi nel Crocifisso, saranno ad uscire i viventi, dal serpente per la rettitudine saranno portati puri i popoli stranieri, saranno a vedere da vivi gli angeli.
Dalla perversità del serpente, nel Padre retti a chiudere porterà.”

Daniele 8,23 “E a casa dell’Unico dalle tombe con i corpi staranno tutti i viventi.
Per la potenza della rettitudine che ha portato il Crocifisso dalla piaga, usciranno puri per l’uscita del ribelle che sta dai viventi.
Saranno davanti alla porta del Re.
Lo vedranno questi di persona, saranno in vita portati a vivere a casa, saranno dagli angeli a vivere per l’aiuto portato dal Crocifisso.”

Daniele 8,24 “E dal legno la piaga alla tomba lo portò per un’asta del serpente.
Il Padre il vigore gli riportò ed agli apostoli meraviglioso si riportò il Crocefisso essendo stato risorto.
Vivo con i segni uscì.
S’alzò potente ad esistere l’annuncio che in azione la risurrezione al mondo avrebbe portata uscendo risorto dalla tomba chi era stato crocefisso.
Dal legno portò d’acqua un mare; recò ai popoli della santità la forza nella vita.”

Daniele 8,25 “E in alto risorti tutti porterà e dal mondo rialzati con potenza saranno dal fango i viventi, uscirà da dentro la forza che l’essere impuro portò dentro.
Al serpente, che dentro abita portando l’affliggere, quanto basta con potenza porterà dentro il fuoco.
Il serpente porterà fuori, saranno risorte dalle tombe all’esistenza alla fine le moltitudini.
Saranno i viventi portati in alto risorti col corpo.
Del Risorto nel corpo saranno i viventi.
Si vedrà dei viventi il tormentatore dall’Unigenito soffiato in un foro, sarà trebbiato da dentro i corpi.”

Daniele 8,26 “E vivi col corpo coll’Unigenito dal mondo uscire si vedranno le moltitudini portate fuori al mattino, beate, belle.
Vivi alla vista i morti Lui riporterà, verranno nel foro del Crocefisso, i viventi gli entreranno nel petto, e angeli retti saranno del Potente, i giorni vivranno le moltitudini dall’Essere vivente.”

Daniele 8,27 “E da ‘Io sono’ giudicato è stato il primo serpente, porterà l’angelo in prigione, il serpente sarà finito, saranno per i giorni i viventi portati all’Unico risorti e dall’Unigenito si vedranno i risorti uscire, verranno angeli tutti dal mondo a vivere.
Per la potenza della rettitudine che ha portato da moglie condurrà i viventi a vivere in alto usciti dall’amarezza.
L’Unigenito la perversità annullerà che i viventi dentro opprime.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 8 – La visione di Daniele: il montone e il capro
8,1 “Il terzo anno del regno del re Baldassar, io Daniele ebbi un’altra visione dopo quella che mi era apparsa prima.”
8,2 “Quand’ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che è nella provincia dell’Elam e mi sembrava, in visione, di essere presso il fiume Ulai.”
8,3 “Alzai gli occhi e guardai; ecco un montone, in piedi, stava di fronte al fiume. Aveva due corna alte, ma un corno era più alto dell’altro, sebbene fosse spuntato dopo.”
8,4 “Io vidi che quel montone cozzava verso occidente, il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli poteva resistere, né alcuno era in grado di liberare dal suo potere; faceva quello che gli pareva e divenne grande.”
8,5 “Io stavo attento ed ecco un capro venire da occidente, sulla terra, senza toccarne il suolo; aveva tra gli occhi un grosso corno.”
8,6 “Si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in piedi di fronte al fiume, e gli si scagliò contro con tutta la forza.”
8,7 “Dopo averlo assalito, lo vidi imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due corna, senza che il montone avesse la forza di resistergli; poi lo gettò a terra e lo calpestò e nessuno liberava il montone dal suo potere.”
8,8 “Il capro divenne molto potente; ma quando fu diventato grande, quel suo gran corno si spezzò e al posto di quello sorsero altre quattro corna verso i quattro venti del cielo.”
8,9 “Da uno di quelli uscì un piccolo corno, che crebbe molto verso il mezzogiorno, l’oriente e verso la Palestina;”
8,10 “s’innalzò fin contro la milizia celeste e gettò a terra una parte di quella schiera e delle stelle e le calpestò.”
8,11 “S’innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu profanata la santa dimora.”
8,12 “In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì.”
8,13 “Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: Fino a quando durerà questa visione; il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione dell’iniquità, il santuario e la milizia calpestati?”
8,14 “Gli rispose: Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà rivendicato.”
8,15 “Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco avanti a me uno in piedi, all’aspetto d’uomo;”
8,16 “intesi la voce di un uomo, in mezzo all’Ulai, che gridava e diceva: Gabriele spiega a lui la visione.”
8,17 “Egli venne dove io era e quando giunse, io ebbi paura e caddi con la faccia a terra. Egli mi disse: Figlio dell’uomo, comprendi bene, questa visione riguarda il tempo della fine.”
8,18 “Mentre egli parlava con me, caddi svenuto con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare.”
8,19 “Egli mi disse: Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell’ira, poiché la visione riguarda il tempo della fine.”
8,20 “Il montone con due corna, che tu hai visto, significa il re di Media e i Persia;”
8,21 “il capro è il re della Grecia; il gran corno che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re.”
8,22 “Che quello sia stato spezzato e quattro ne siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non colla medesima potenza di lui.”
8,23 “Alla fine del loro regno, quando l’empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante.”
8,24 “La sua potenza si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi.”
8,25 “Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in cuor suo e con inganno farà morire molti; insorgerà contro il principe dei principi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d’uomo.”
8,26 “La visione di sere e mattine, che è stata spiegata è vera. Ora tu tieni segreta la visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni.”
8,27 “Io, Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni; poi mi alzai e sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto dalla visione perché non la potevo comprendere.”

DANIELE 9: LA PROFEZIA DELLE SETTANTA SETTIMANE
Daniele 9,1 “Dentro la risurrezione invierà alla fine l’Unigenito che strapperà il serpente dai corpi.
Sarà recato il fuoco dentro.
Belli dalle tombe risorgeranno, si riporteranno i corpi alla luce.
I viventi, colpito il male, vestiti saranno di beatitudine; vivi in cammino in alto al Regno dei retti coll’Onnipotente vivranno.”

Daniele 9,2 “Dentro i risorti invierà alla fine all’Unico.
Chiusi nel Crocefisso dal Potente Re li porterà.
Da ‘Io sono’ alla porta degli angeli saranno.
Nell’Unico in cuore saranno inviati tutti.
Sarà dentro in pienezza il frutto dei viventi che dalla prova per il Verbo col corpo usciranno.
Risorti angeli saranno i viventi beati.
Uscì in Giuda dentro col corpo il Signore.
Dio fu per il verme ad essere in campo al mondo da profeta.
Potenti in cui viveva il serpente l’Unigenito portarono in croce.
La potenza gli uscì dal corpo.
Dentro fu finito in Gerusalemme.
Risorto, dentro in azione risarà per la seconda volta al mondo.”

Daniele 9,3 “E dall’Unigenito Crocefisso l’energia uscì.
Venne a soffiarla agli apostoli.
Era Dio! Il Signore era del mondo!
Per la divinità a riuscire fu in vita, nel cuore si rovesciò la risurrezione.
Il Crocifisso reso meraviglioso fuori si riportò, a tutti la grazia porterà.
Dagli apostoli che stavano con la Madre a casa a sollevarli si portò da Risorto, la speranza ricominciò parlando col corpo.”

Daniele 9,4 “Si riporterà l’Unigenito alla fine per fare giustizia al mondo del serpente.
Il Signore dal maledetto sarà a portarsi, verrà a condurlo dalla porta fuori e inizierà l’amarezza ad uscirgli.
Per incontrarlo dall’Unico dalla nube inviato fu al mondo da maledizione in cammino, l’impuro serpente col bastone a scacciare porterà dai corpi.
Per espiare col corpo uscì, dentro col corpo fu in croce a portarsi, al mondo si chiuse nei ceppi, per il potente amore fu a portarsi, ed al serpente il fuoco per il ribelle nei viventi bruciare sarà a recare.”

Daniele 9,5 “Chiusa nel Cuore l’Unigenito ad abitare recò dalla perversità l’energia ed al mondo povero, misero si portò dal ribelle angelo e si recò per rimuoverlo dai viventi.
A vivere, giù si portò all’oppressione ed ai viventi per liberarli soffierà dal cuore la forza della rettitudine.”

Daniele 9,6 “E dal serpente colpevole in un misero Dio per servire fu con la rettitudine al mondo.
Inviato in una casa/famiglia fu l’Unigenito.
Fu in vita da Donna per aiutare nel figlio, si portò da balsamo alla prigione dei viventi.
La potenza della rettitudine sarà per l’angelo portatrice di fuoco, col corpo fu inviato a portarglielo; e del Padre alla fine sarà l’energia a portargli con la maledizione.
Per la rettitudine il serpente dall’agire dei viventi fuori inizierà dai corpi a scendere.”

Daniele 9,7 “Il serpente afflitto punito sarà nel mondo.
Giù alla polvere, fuori uscirà il potente angelo che portò la vergogna al mondo.
Il Verbo inviato fu ai viventi con la rettitudine, fu a portasi a vivere in prigione, uscì al serpente in un uomo in Giuda recato dal Potente a risiedere.
Fu, stando nel corpo a portare la resurrezione che il serpente reciderà, il maligno brucerà nei corpi.
Il maledetto si verserà dai corpi, da dentro sarà dai viventi portato fuori, nei corpi la legge risarà nei viventi.
Da dentro tutti usciranno dalla terra, porterà alla fine l’Unigenito la risurrezione, i corpi usciranno dalla porta delle tombe, puri risorti in vita; entro al seno del serpente che vi vive dalle origini brucerà il verme a cagione dentro della rettitudine.”

Daniele 9,8 “Alla nube ad inviare sarà al Potente il frutto della risurrezione alla fine del mondo.
Usciti dal Verbo dagli angeli saranno i viventi potenti, nel Regno saranno ad abitare, per la portata potenza risorti, con i corpi saranno angeli e portati dal Potente Padre alla fine saranno dall’opprimere alla beatitudine, chiusi nel cuore dell’Unico con gli angeli per la portata potenza della rettitudine.”

Daniele 9,9 “Il negativo alla porta tra i lamenti, la maledizione che c’è per l’angelo porterà fuori dai corpi col veleno che fu nei viventi ad entrare.
Nel mondo in un buco il serpente sarà chiuso, portato alla fine dalla rettitudine sarà, dell’amarezza il frutto gli porterà…”

Daniele 9,10 ” …e con potenza l’Unigenito il fuoco dal seno con energia porterà dentro per abbatterlo.
Recherà al serpente il Signore la maledizione, per opprimerlo porterà al potente serpente la rettitudine.
Da arca porterà il corpo, alla fine saranno portati dall’Unigenito i risorti coi corpi, a donare al Potente di persona sarà il frutto.
Sarà per l’aiuto del Servo che saranno recati ad entrare degli angeli in casa, saranno dall’Unico a stare i viventi.”

Daniele 9,11 “Porterà tutti retti da Dio, aldilà li porterà, verranno alla fine recati nel corpo del Crocifisso.
Così si porteranno dal foro, si recheranno con i corpi nel cuore.
Del Potente alla fine saranno ad ascoltare a casa la voce.
Ad ardere completamente alla fine con la rettitudine l’Altissimo l’angelo (ribelle) avrà recato al mondo, la maledizione alla perversità nel settimo (giorno della creazione) gli uscirà, l’Unigenito lo brucerà dai corpi, così da tutti lo porterà da dentro ad uscire.
A casa alla fine i corpi porterà puri.
I risorti usciranno dal Servo.
Dal mondo in Dio ad entrare saranno.
Dalla piaga ove s’erano chiusi nel cuore l’Unigenito ai pascoli del Potente li porterà.”

Daniele 9,12 “E saranno versati i viventi dall’Unigenito Crocifisso alla porta. dentro il corpo saranno portati dall’Unico i risorti col corpo.
Puri in alto saranno ad abitare portati, e dall’innalzato sul Monte calvo nel cuore saranno dagli angeli portati beati.
La risurrezione soffierà dal cuore e dell’energia riporterà la fiamma che c’era all’origine, riagirà la potenza che fu per l’angelo che portò il male ad uscire.
In cammino liberi entreranno dall’Unico, arso dai corpi il negativo, l’angelo si vedrà bruciato alla fine entrato finalmente in prigione.
Alla perfezione del cielo, retti alla beatitudine degli angeli si vedranno alla luce; tutti entreranno ad abitare nella (nuova) Gerusalemme.” (Immagine che verrà ripresa nell’Apocalisse)

Daniele 9,13 “Così l’Unigenito risorgerà i corpi.
Retti tutti porterà a casa.
Dentro della Toràh la purezza della luce uscirà, inizierà la perfezione nei corpi a vedersi uscire.
Dal mondo questi verranno a casa dell’Unico, entreranno dall’Altissimo ad abitare avendo portato il rifiuto alla malattia. Ricusato alla fine dalle persone saranno col Signore Dio a vivere.
Agli apostoli portò la potenza per convertire i viventi dal peccare, figli portarono, e del Potente uscì il disegno che nei cuori iniziasse degli uomini la rettitudine.”

Daniele 9,14 “Portata sarà la risurrezione che abbatterà dall’esistenza la perversità.
Si vedrà per la potenza uscire il cattivo.
Una calamità gli sarà in casa ad esistergli per l’Unigenito.
Ad uscire da innalzato fu l’energia portata della rettitudine, fu giù con forza per vomitarlo gli portò nel mondo la maledizione, per opprimerlo.
Li condurrà l’azione potente dalla vergogna ove si vedevano, per la risurrezione che sarà portata, alla beatitudine.
In azione il fuoco al mondo porterà al serpente per il peccare.
Si vedrà all’angelo portarlo dentro; ad abbatterlo con potenza si porterà.”

Daniele 9,15 “E nel tempo rientrerà il Signore, sarà dal primo serpente al mondo con forza a ricusarlo.
Per bruciarlo nei corpi al mondo si riporterà giù.
L’Unigenito alla fine riverrà.
Lo rivedranno con le piaghe i viventi in terra.
Vivo giù col corpo sarà, dai viventi dentro sarà a scacciare), a colpire, ad abbattere la perversità.
Finirà dall’agire il delitto con la rettitudine.
Il fuoco dalla piaga sarà a portare nei viventi al nascosto.
Da questi fuori del peccare l’energia recata dall’empio angelo porterà.”

Daniele 9,16 “Dall’Unigenito punito sarà nel pianto il serpente, giù alla polvere finirà per la forza della rettitudine che gli sarà accesa in casa.
Ha inviato l’Unico l’ira per arderlo, l’ha chiusa in un uomo retto, a vivere in una città la rettitudine fu in un corpo portata, per bruciare il serpente la Madre ha generato il Santo, così la rettitudine dentro chiusa nel cuore per annullarlo portò e dentro il peccato si porterà a finire.
L’Unigenito dentro in croce fu, da inviato si portò a Gerusalemme e si vide per le piaghe del serpente alla tomba, dal corpo il soffio usci, la potente rettitudine guizzò dal foro da dentro, con forza dall’interno del Crocifisso fu l’energia recata.”

Daniele 9,17 “E nel tempo riuscì da risorto.
Dal seno la maledizione ci fu per ricusare del serpente la stoltezza. Lo finirà dalle azioni con la sola rettitudine, ma Dio a tutti la grazia porterà che angeli sarà a portarli ed usciranno con l’originario corpo in cui soffierà l’energia per essere retti.
Ragazzi, santi, retti usciranno; per la risurrezione nei viventi rivivrà la potenza.
Per amore col Signore staranno.”

Daniele 9,18 “Nel mondo per amore entrò Dio, nel mondo fu l’Unigenito per colpire l’angelo.
Della rettitudine gli porterà il fuoco nel seno il Verbo, la verserà alla prigione.
Entreranno rovine per l’angelo nell’esistenza, una fornace dall’Unigenito uscirà.
La risurrezione in vita dei morti sarà l’energia a portare e usciranno in città beati puri alla vista risorti in vita retti.
Dall’azione il serpente sarà ad uscire con bruciature col rifiuto portato nei corpi.
Ricomincerà dall’alto la giustizia alla fine ad esistere, ricusato l’angelo, la grazia si riporterà nei viventi.
Soffiata sarà la potenza ai morti nelle tombe, l’energia portata dal Figlio li condurrà dal Potente di persona, saranno così in alto per amore.
Saranno dalla rettitudine rigenerati, dentro risaranno vivi.”

Daniele 9,19 “Il Signore è risorto, i viventi lo vedranno al mondo, il Signore sarà per liberarli a rientrare.
Il Signore sarà al mondo a versare il dono, a casa della perversità si vedrà la risurrezione entrare.
Il primo serpente finirà, l’Unigenito nel chiuso dei corpi il serpente in seno ucciderà, la maledizione gli sarà con bruciature, il fuoco nei viventi con la rettitudine invierà.
Versata nei corpi riinizierà ad agire la potenza, si vedrà dai corpi arso, si rialzeranno i popoli retti.”

Daniele 9,20 “E da testimonio inviato fu ai viventi il Figlio, e da il soffio del potente serpente porterà nei viventi a finire e dalla porta uscirà il peccare, alla fine sarà a riportare a chiudere nel cuore dell’Unico gli sviati viventi che saranno retti.
Del primo serpente di cui portavano i viventi il soffio sarà la potenza finita, la grazia completa risarà con la potenza.
Di persona Iahvèh dal primo serpente al mondo uscirà, sarà innalzato, il corpo abbattuto risorgerà, la maledizione gli sarà.”

Daniele 9,21 “Per portare il peccare a sbarrare l’Unigenito inviato fu a vivere dentro un corpo.
In una casa indicò che il Verbo del Potente al mondo si porterà in uomo.
Gabriele ad una Donna con il corpo alla vista fu ad indicarle che l’Essere dentro si Le chiuderà, a questa porterà l’energia.
Dentro la scelta si chiuse il Potente, l’entrò nel seno, il soffio dentro fu, l’azione del Verbo la toccò.
Di Dio ci fu rettamente nel tempo il dono che aveva promesso.”

Daniele 9,22 “Si portò all’esistenza il Figlio, portato fu in una casa col corpo, in vista dei viventi fu, portatosi fu l’Unigenito all’essere ribelle per sbarrare dell’angelo l’operare folle, nel tempo uscì.
Fu giù a venire a stare dal serpente nel mondo, per accendere la rettitudine fu in cammino, dentro è ad inviarla nel mondo.”

Daniele 9,23 “Da casa per toglier via il serpente alla fine la totale grazia recò con l’energia.
Fu la forza della rettitudine ad esistere, giù dalla nube la purezza portò, dell’Unico da frutto venne nell’esistenza.
Il serpente del mondo in cammino sarà a fiaccare, sarà il veleno a recare all’impuro per la fine.
L’Unigenito per finire la perversità a casa fu dell’angelo, da solo dentro in un corpo fu nel mondo.
Il Figlio a casa dei viventi alla vista uscì.”

Daniele 9,24 “Il settimo (giorno della creazione) sarà a liberare per le preghiere i viventi che l’angelo (ribelle) chiuse nell’oppressione.
Dall’alto vedrà una piaga portarsi in azione il serpente.
Vedrà stare in un corpo la santità che con la rettitudine del Potente la prigione aprirà del superbo.
Dai corpi per strappare dai viventi il peccato si portò.
In croce lo porterà il serpente.
Espiò l’iniquità recata dal serpente al mondo.
In una casa/famiglia fu il primogenito d’un giusto (“…Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla…”: Mt. 1,19), da fanciullo fu circonciso. Sigillato nel petto si portò il Figlio, dentro vi fu l’Unigenito.
Portò il Potente il Messia santo; santi saranno i viventi.”

Daniele 9,25 “E alla fine sbarrerà il peccare, lo finirà col fuoco della rettitudine, perché invierà ai viventi giù l’Unico in aiuto il Figlio che al Potente aprirà il ritorno portandoli nel cuore ad abitare alla fine.
Fu in un povero del Potente in un vivente ad agire nel sangue il dono della grazia.
In cammino sarà ad aiutare con la risurrezione per le preghiere dei viventi.
Di settimo (il sabato dei giorni della creazione secondo il libro del Genesi) al mondo portato per la perversità bruciare, in una casa alla vista fu dei viventi la luce dell’esistenza.
Una Madre portò alla luce un angelo che sarà i morti a risorgere e a casa li riporterà.
Per l’energia che dentro invierà dalla croce uscirà dai corpi chi li rende colpevoli, e dalle tombe i corpi porterà a rialzarsi riportandoli dal fango e li verserà fuori dal tempo per starvi a vivere.”

Daniele 9,26 “E l’Unigenito chiuso nel corpo fu al mondo, il settimo (giorno della creazione) fu dai viventi.
Il sesto (giorno della creazione, in cui fu creato Adamo) li tolse via l’angelo, fu nei viventi la forza della rettitudine dei corpi a finire.
Il Messia si portò.
Per annullarlo il serpente con bastoni lo portò fuori Città ed in campo aperto l’abbatté; una porta di marmo sulla tomba fu del Crocefisso.
Si rivide vivo, nello splendore fu a rientrare a casa.
L’Unigenito si riporterà alla fine per portare dentro la risurrezione dal cuore il soffio porterà in azione, verserà giù della vita il vigore.
Di vivi n’uscirà un fiume.
Si rialzeranno tutti risorti i viventi dalla morte.”

Daniele 9,27 “E fuori in cammino dalla rocca del Tempio le moltitudini saranno dal Crocefisso a guizzare con i corpi dentro.
Saranno i viventi risorti dentro a portarsi, li condurrà a vedere l’Uno.
Li porterà dalle tombe su, saranno ad entrare risorti a casa riportati dalle rovine della schiavitù.
Il Crocefisso da vittima portò ai viventi l’energia per chiudere la perversità con azione potente retta.
L’angelo superbo ad abbattere porterà giù nelle acque bollenti.
La sposa porterà dagli angeli, chiusa nel corpo su entrerà nel Crocifisso, tutti retti innalzerà i risorti, li porterà vivi dal Vivente.
Da Adamo fu estratta dal costato la donna, e dal Crocifisso alla fine, quale nuovo Adamo uscirà l’umanità risorta.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 9 – La profezia delle settanta settimane
9,1 “Nell’anno primo di Dario figlio di Serse, della progenie dei Medi, il quale era stato costituito re sopra il regno dei Caldei,”
9,2 “nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero egli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni.”
9,3 “Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere”
9,4 “e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l’alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti,”
9,5 “abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!”
9,6 “Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.”
9,7 “A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti i Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te.”
9,8 “Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te;”
9,9 “al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui,”
9,10 ” non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli i aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti.”
9,11 “Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s’è allontanato per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi l’esacrazione scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui.”
9,12 “Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro di noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale mai, sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme.”
9,13 “Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signor Dio nostro, convertendoci alle nostre iniquità e seguendo la tua verità.”
9,14 “Il Signore ha vegliato sopra questo male e l’ha mandato su di noi, perché il Signore Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la sua voce.”
9,15 “Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo dall’Egitto con mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo agito da empi.”
9,16 “Signore, secondo la tua misericordia, si plachi la tua ira e il tuo segno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo monte santo, poiché per i nostri peccati e per l’iniquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci stanno intorno.”
9,17 “Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e per amor tuo, o Signore, fa risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario, che è desolato.”
9,18 “Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta; apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia.”
9,19 “Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo.”
9,20 “Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore mio Dio per il monte santo del mio Dio,”
9,21 “mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera.”
9,22 “Egli mi rivolse questo discorso; Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere.”
9,23 “Fin dall’inizio delle tue suppliche è uscita un parola e io sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta attento alla parola e comprendi la visione:”
9,24 “Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, sugellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi.”
9,25 “Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi.”
9,26 “Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; e la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate.”
9,27 “Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio sarà l’abominio della desolazione e ciò sarà fino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore.”

DANIELE 10: LA GRANDE VISIONE (10-12)
Daniele 10,1 “Per la vergogna finire il terzo (giorno) in cammino riportò il corpo risorto, per i viventi dal serpente purgare che li riempie sbarrato dentro ai corpi.
Agli apostoli si rivelò con potenza, che li avrebbe aiutato agli apostoli mise in cuore l’Unigenito.
Risorto, col corpo forato, per i peccati, portava da dentro il potente cuore una luce.
L’Unico lo rialzò.
Col corpo si riportò dai morti al mondo per aiutare.
A mangiare si riportò a casa.
Ai riuniti si recò potente e a casa fu degli apostoli a venire.
Parlò che porterà dentro con forza gli apostoli nel mondo, li accompagnerà (onde) da dentro l’essere ribelle inizi ad uscire.”

Daniele 10,2 “Da casa nei giorni dai viventi uscì al mondo per ricusare con forte mano l’angelo (superbo) dall’esistenza che maledetto fu.
Fu crocefisso.
Fu dai morti per il Padre potente il terzo (giorno) fuori risorto per le preghiere in vita nei (suoi) giorni al Vivente.”

Daniele 10,3 “La guerra desidera recare completa, del serpente dall’Unigenito mangiata alla fine sarà portata la carne e sarà dall’esistenza finito.
Dal Padre Unico a migliaia sarà a recare, alla pienezza li porterà dalla prigione, dalle capanne alla fine saranno all’eternità a vivere dal Potente, verranno risorti, il serpente bruciato alla fine della settimana dei giorni, vivi saranno al Vivente.”
(Per la tradizione ebraica, il passaggio al cielo secondo avverrebbe in un giorno di festa di Sukkot o delle capanne. “Nell’era messianica tutte le nazioni saliranno a Gerusalemme a celebrare Sukkot, per affermare la loro fede in Dio come guida del mondo” – A.Unterman, “Dizionario di usi e leggende ebraiche”.)

Daniele 10,4 “E a casa sarà a portarli in seno.
Del Risorto nel corpo saranno dei viventi portate all’Unico le moltitudini.
Si vedranno uscire alla potenza rinnovate, rigenerate all’Unigenito simili, ad abitare da ‘Io sono’ dal mondo saranno.
A stare alla fine saranno dall’Altissimo.
Dalla porta entreranno alla luce grande, dal mondo portati dell’Uno alla voce.”

Daniele 10,5 “E l’Unico a contemplare verremo.
Dalle rovine, dai lamenti portati alla luce d’origine e dal mondo tra gli angeli entreremo.
Gli uomini all’Uno nel cuore porterà i risorti dentro da solo.
Saranno i viventi riportati dai morti ad essere portati ad una festa . Col corpo saranno dal Vivente a casa retti, puri ; all’Unico porterà al volto questi.”

Daniele 10,6 “E i popoli stranieri alla fine recherà tra i retti; tutti col corpo risorti, saranno simili al Verbo.
Dagli angeli saranno portati, spento l’essere ribelle, per amore soltanto si vedranno dall’oppressione essere portati.
A tutti il Verbo sarà stato d’aiuto essendo stato l’Unigenito la risurrezione a portargli.
Le stirpi tutte saranno state portate, e vive col corpo si rivelerà il Crocifisso che sarà a portarsi così alla vista.
Saranno dagli angeli guidati i risorti, li riverserà alla fine dal Potente accompagnandoli (facendo) da fune.
Li partorirà, da dentro il corpo saranno stati portati a casa.
Lo sperato vigore ai viventi ha portato degli angeli.”
(Nel versetto precedente si dice d’una festa, qui si parla dei popoli stranieri, prima è stato detto delle capanne=sukkot; sembra proprio che il discorso della tradizione della festa messianica a Sukkot sia consistente.)

Daniele 10,7 “E dal corpo i guai finiti saranno, dall’Unico alla consolazione, angeli saremo.
Da Dio nel cuore alla porta saremo venuti vivi alla vista.
Dal mondo porterà ad uscire gli uomini.
Saranno a centinaia risorti coi corpi dal mondo ad essere portati i popoli.
Sarà stato il rifiuto col corpo per la prima volta portato.
Dall’Unigenito dalla croce uscì fuori per l’essere ribelle che all’origine entrò con i lutto.
Usciti dal terrore, in cammino liberati, l’aborto uscirà, in alto saranno dal mondo a vivere portati, essendo puri da chi li rende colpevoli, entreranno nel grembo dell’Unico.”

Daniele 10,8 “Portò l’Unico il Figlio nella carne, crocifisso fu.
Per il serpente nei lini fu portato, ma l’Unigenito alla vista riuscì, rivenne in vita, col corpo, riiniziò a uscire al mondo in cammino per liberarli.
Nel mondo a questi venne a portargli il ‘no’ cogli apostoli che sulla risurrezione iniziarono le moltitudini.
Furono così ad annunziarla e ad aiutare furono gli apostoli.
Uscirono a parlare, rettamente agirono.
Di notte il Messia sarà la fine a portare al serpente, dell’origine ad agire giù nei corpi completa la forza della rettitudine racchiuderà.”

Daniele 10,9 “Porterà l’Unigenito un fuoco, dal seno verrà a versato, lo porterà al serpente, la peste sarà a portargli, e la rettitudine sorgerà nei viventi.
In azione l’Unigenito sarà alla fine da fune a nascere la purezza sarà a recare.
E da ‘Io sono’ dal mondo saranno a stare.
Del Crocefisso saranno agli angeli col corpo da simili innalzati.
Le persone saranno portati al Volto con gli angeli; saranno dalla terra fuori.”

Daniele 10,10 “Portati dal mondo, degli angelo fuori saranno dalla porta, lo splendore vedranno uscire.
Dentro saranno portati dal Crocefisso.
Inviati saranno a vedere gli angeli che stanno in alto, puri retti, saranno portati così al Volto.
Condotti alla fine saranno alla porta dell’Essere.”

Daniele 10,11 “Portati saranno dall’Unigenito alla vista del Potente che sta tra gli angeli.
Saranno da Dio gli uomini ad invaghirsi portati con il Crocifisso.
Entreranno da figli a casa, per l’aiuto del Figlio saranno i viventi beati dall’Unico.
L’energia della rettitudine sarà stato l’aiuto che li avrà ricreati.
Potenti saranno per la rettitudine portata i popoli alla conoscenza del Potente.
Si vedranno col vestito, così dalla rettitudine che avrà spazzato alla fine il campo dal delitto.
Strappato via sarà stato il maledetto.
Sarà arso e da solo a mangiare recato ai popoli.
Saranno dell’Unigenito alla fine (di questa cena Messianica) con grida di giubilo dentro al corpo nel petto a dimorare nel Crocifisso saranno i viventi che dei pascoli è la porta.”

Daniele 10,12 “Portati saranno dall’Unico a vivere.
Vedranno il Potente chi è: Dio nel Crocifisso fu nel corpo.
Dal Signore fu la divina rettitudine, dalla destra aperta (dal costato aperto) fu a portarla ai viventi per rigenerarli.
All’Unigenito simili belli con i risorti corpi angeli tutti alla fine verranno.
Nei cuori della rettitudine la fiamma sarà stata ad inviare la potenza.
Uscirà dal Crocifisso in azione l’energia portata dal colle nelle persone.
Sarà di Dio ad entrare l’esistenza.
Rette le anime testimoniate dal Figlio saranno così portate all’Unico da frutto che a venire fu solo dentro al corpo con forza della rettitudine.”

Daniele 10,13 “Porterà i risorti col corpo al Regno il Verbo nel corpo.
Nei cerchi si vedranno col vestito della potenza; uno splendore saranno alla vista.
Con i risorti corpi saranno i viventi portati all’Uno.
Vi saranno portati vivi condotti ad entrare tra gli angeli.
Usciti vivi saranno retti per Dio, fratelli per l’aiuto uscito dal Principe.
Saranno stati alla (nuova) vita partoriti dall’Unigenito.
Rinnovati saranno i viventi dentro dalla divinità che agirà in questi nei corpi.
Inviati saranno all’Unico da figli.
Portati tutti con i corpi alla fine saranno nella luce a vivere dell’Unico alla protezione la vita dei potenti, retti, belli col corpo alla pienezza.”

Daniele 10,14 “E dentro all’Unigenito in croce fu la punta di una lancia.
Fu ucciso.
Venne dall’Unico risorto il corpo.
Il diletto riuscì potente in azione vivo per la rettitudine, a casa dai fratelli col corpo fu il Crocifisso ad entrare, erano con la Madre.
Fu con le piaghe che fu a testimoniare, dal petto recò agli apostoli la potenza, fu la Madre ad essere da matrice.”

Daniele 10,15 “E da solo a mangiare si portò alla vista della Madre.
Fu come da Parola a riessere in vita.
Uscì per la prima volta la potenza al mondo con gli apostoli.
Dal Crocefisso completamente fu col soffio inviata.
Furono per l’Unigenito un corpo/popolo giù al mondo a portare gli apostoli.
Che Dio in un uomo fu…”
(“Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: Avete qui qualcosa da mangiare? Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli la prese e la mangiò davanti a loro;” Luca 24,41-43 e subito dopo parla agli apostoli che bisogna si compiano tutto le cose scritte su di lui nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi ed aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture Luca 24,44b e dopo li inviò per il mondo.)

Daniele 10,16 “… recarono al mondo. (Inizia il racconto degli apostoli)
Dagli angeli entrò la rettitudine nel sangue, figlio fu di un uomo, toccò con l’agire il serpente, sul Monte Calvo in croce fu portato, con ira finito, nella tomba il Verbo fu portato ed dalla nube al Figlio al mondo riportò l’Unico la vita nel corpo.
Riuscì Dio al mondo in piedi potente, nello splendore fu.
Il Signore a casa vivo alla vista rientrò, agli apostoli uscì il soffio della rettitudine che portò giù a stare nei corpi, per spazzare il serpente fu portata la potenza, si vide giù nei corpi del Crocifisso esistere il vigore.”

Daniele 10,17 “Portati al mondo, furono d’aiuto.
Furono a recarsi tutti a servire col Signore.
Furono questi nel mondo dal serpente per sbarrare dentro il male dai viventi che dall’Unico giudicato è stato questi per la perversità.
Dall’Unigenito inviati furono ai viventi in azione.
Dal Crocifisso uscì il ‘no’, fu a sorgere dentro la forza della rettitudine, annunciarono gli apostoli la risurrezione ai viventi, uscì la potenza dell’Unigenito per togliere via Raab (mostro del male) dall’esistenza.”

Daniele 10,18 “A portarsi furono intorno a parlare.
Si portarono a tormentarlo con l’agire dentro l’esistenza, da dentro l’amarezza iniziò ad uscire dagli uomini, recarono forza.
D’aiuto gli apostoli sono.”

Daniele 10,19 “A portare sono per l’Unigenito all’essere ribelle il rifiuto ai confini.
Fu un corpo ad iniziare di uomini che il veleno all’essere impuro per finirne il delitto recano.
Con parola retta aiutano e nei petti a versare portano la purezza del Figlio.
La recano ai popoli; sono nel mondo tutti aiutati dal Crocifisso.
Ha recato l’Unigenito a vivere in un corpo nel mondo la forza della Parola del Signore con la forza della rettitudine; sarà chiusa nei ceppi del drago l’esistenza.”

Daniele 10,20 “Portato è stato dall’Unigenito a vivere un corpo al mondo in cui è la conoscenza completa, perché dentro venuto è Dio ad esistere, la rettitudine ha recato nel tempo.
Dal mondo per iniziare all’Unico il ritorno dal serpente uscì in guerra, in azione per liberarne i corpi il Verbo in pienezza in un corpo si portò ‘Io sono’ fu a portarsi giù.
L’Unigenito si portò al mondo, degli angeli entrò la luce in un corpo, fu portata l’energia dentro dell’Unico.”

Daniele 10,21 “Dal Unico a casa del serpente l’Unigenito inviato fu, partorito in modo retto venuto in un corpo simile alla Madre.
Nel pianto alla fine in una casa da primogenito d’un uomo si portò per annullare dai fratelli dal sangue la fine.
Per aiutare con l’agire i viventi, per spazzare il serpente, Dio uscì da una (donna) retta ad esistere, da primogenito dalla Madre in vita fu per affliggere il serpente col fuoco, in un corpo da retto visse.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 10 – La grande visione (10-12)
10,1 “L’anno terzo di Ciro re dei Persiani, fu rivelata una parola a Daniele, chiamato Baltazzar. Vera è la parola e la lotta è grande. Egli comprese la parola e gli fu dato di intendere la visione.”
10,2 “In quel tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane,”
10,3 “non mangiai cibo prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi d’unguento finché non furono compiute tre settimane.”
10,4 “Il giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioè il Tigri,”
10,5 “alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura d’oro di Ufaz;”
10,6 “il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.”
10,7 “Soltanto io, Daniele vidi, la visione mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi.”
10,8 “Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.”
10,9 “Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono delle sue parole, caddi stordito con la faccia a terra.”
10,10 “Ed ecco, una mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani.”
10,11 “Poi egli mi disse: Daniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi, poiché ora sono stato mandato a te. Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai tutto tremante.”
10,12 “Egli mi disse: Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno che ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio,”
10,13 “Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventuno giorni; però Michele, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto e io l’ho lasciato là presso il principe del re di Persia; le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole.”
10,14 “ora son venuto per farti intendere ciò che avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c’è ancora una visione per quei giorni.”
10,15 “Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii.”
10,16 “Ed ecco uno con sembianze di uomo mi toccò le labbra; io aprii la bocca e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: Signor mio, nella visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perdute tutte le energie.”
10,17 “Come potrebbe questo servo del mio signore parlare col mio signore, dal momento che non è rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il respiro?”
10,18 “Allora di nuovo quella figura d’uomo mi toccò, mi rese le forze”
10,19 “e mi disse: Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancati. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: Parli il mio signore perché tu mi hai ridato forza.”
10,20 “Allora mi disse: ‘Sai perché io sono venuto da te?’ Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia.”
10,21 “Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe ‘e io nell’anno primo i Dario, mi tenni presso di lui per dargli rinforzo e sostegno’.” (quest’ultima parte c’è nella versione adottata dalla CEI, ma non nel testo masoretico)

DANIELE 11: LA GRANDE VISIONE (10-12)
Daniele 11,1 “E dall’Unico inviato fu per la vergogna finire l’Unigenito che per strappar via il serpente si sbarrò in un corpo.
Fu a recare la risurrezione nel mondo ai viventi, per aiutare fu in azione tra i vivi.
Bloccato fu dal serpente in vita, nella tomba questi fu abbattuto, gli portò con potenza in seno un bastone, un colpo il serpente gli recò.”

Daniele 11,2 “E dal tempo uscì l’Unigenito.
Tra gli uomini a manifestarlo in cammino uscirono gli apostoli nel mondo da testimoni che il terzo (giorno) riuscì vivo, per la potenza della rettitudine rifù tra i viventi, risorto fu in vita, il soffio dal corpo in pienezza portò fuori.
Dalle moltitudini furono in azione, con forza a spazzare con la risurrezione furono il male.
A sorgere un corpo in cammino portarono, perché tutti si portino retti.
Per aiutare il Crocifisso ne portò da casa dieci e furono vigilanti.
Nel mondo una sposa vennero i viventi in cammino, le portarono con il Crocifisso lo Spirito Santo/la colomba).”
(I Vangeli segnalano dopo il suicidio di Giuda il fatto che Giovanni almeno agli inizi rimase per aiutare Maria Gv. 21,22)

Daniele 11,3 “Ed il risorto Re in cammino dentro si riporterà col corpo.
Recherà ai viventi la risurrezione perché li liberi dal serpente.
Alle moltitudini si porterà alla vista da risorto.
Nel mondo l’Agnello i precetti all’angelo (ribelle) recherà.”

Daniele 11,4 “Porterà dentro ai popoli per l’essere impuro finire la risurrezione.
Dentro il corpo dei viventi il serpente arderà.
Alla fine bastonato lo porterà a finire chiuso, giù ad arrostire l’insidia del nemico porterà.
Le tombe porterà a finire nel mondo.
Con la risurrezione dai viventi sarà a recidere il maledetto dai fratelli dai corpi.
Sarà il Crocifisso a riportarsi, si riporterà con potenza, dell’Unico la rettitudine per dominare porterà, inizierà a bruciare il verme per il delitto.
Così il drago finirà bruciato dai viventi per la potenza della rettitudine che a finire porterà il negativo.
In una caverna d’acqua bollente guizzerà da solo per la maledizione.”

Daniele 11,5 “Portato sarà in prigione nei ceppi dai viventi il serpente.
Della rettitudine uscirà lo splendore dentro recata ai viventi dall’energia della risurrezione che nei corpi sarà stata portata.
Portandola saranno state le tombe di questi abbattute dall’Altissimo e riporterà l’originaria vita bruciando il serpente.
I viventi vivranno liberi dal serpente.
Sulle moltitudini dei viventi a dominare il Crocifisso si porterà.”

Daniele 11,6 “E potente si abbatterà giù il fuoco.
Inviato sarà ai viventi.
Sarà dal Crocefisso nelle tombe dentro i corpi portato e da dentro tutti i viventi in cammino usciranno allo schiarire del giorno.
Dentro al Crocifisso entreranno in silenzio.
Con la potente rettitudine uscita, giù il Verbo recherà l’energia potente in azione, simili al Crocifisso i viventi retti saranno.
La circoncisione verrà ad agire sul nemico.
Il vigore entrando colpirà nei corpi col bastone il peccare del serpente.
Sarà di risorti a portare la stirpe e bastonate al drago.
Il drago fuori sarà dall’Unigenito portato dai viventi, che dentro sta dall’origine.
Per il Signore usciranno fanciulli.
Dal mondo porterà i viventi nel petto a versare; ad uscire da dentro il tempo saranno i viventi.”

Daniele 11,7 “E si vedranno i viventi con i vestiti degli angeli, su con i corpi risorti, nel corpo del Risorto saranno ad entrare, tra i retti ad abitare condotti saranno dentro l’Unico.
In Dio entreranno vivi.
Accompagnati saranno a casa dall’Unigenito.
Dentro al seno porterà questi i viventi in cammino dal mondo a salire al Volto.
E degli angeli recherà a vedere la luce che esce da casa.
Ad entrarvi i viventi condurrà, dal petto sarà a versarli.”

Daniele 11,8 “Porterà a scorrere dei viventi in Dio l’esistenza.
Vivi i popoli a vivere li avrà inviati.
Nel foro gli saranno entrati in seno dalla piaga.
Nel Potente saranno chiusi, vestiti di purezza, al trono il Verbo porterà questi, entreranno dentro a casa dalla schiavitù.
Saranno dentro l’Unico i viventi su col corpo essendo stata nei viventi portata la perversità a bruciare, l’angelo sarà stato dai viventi spazzato, vivi per il sangue del Re a mirare li porterà gli angeli.”

Daniele 11,9 “E a casa dal Padre nel Regno portati dal Crocifisso i viventi in cammino entreranno allo splendore.
All’ignominia della maledizione d’Adamo la fine avrà portato.”

Daniele 11,10 “E figli porterà alla fine ad essere gli stranieri e li condurrà all’Unico alla pienezza del Volto l’Unigenito.
Dal mondo vivi li porterà dagli angeli a vivere.
Dal Potente saranno a vivere le moltitudini.
I viventi porterà a casa dal Padre e l’Unigenito li condurrà risorti.
Nel Cuore il Verbo li porterà aldilà e saranno a casa dal Risorto portati ed alla fine in cammino con i corpi li porterà dall’Eterno.
Nel seno questi gli entreranno.”

Daniele 11,11 “Portato sarà a finire l’inganno del verme, dal cammino uscirà l’angelo.
Il superbo portato sarà giù annullato, il vigore in seno ai viventi si riporterà.
Si vedranno i viventi col Re uscire.
Il Verbo porterà ai pascoli i popoli; saranno aiutati.
Dal mondo i viventi porterà dagli angeli, nel corpo dentro li porterà.
Dell’angelo finirà l’energia, uscirà fuori dai viventi che inviata dentro fu dall’essere impuro.”

Daniele 11,12 “Li porterà dagli angeli illuminati, nell’Unico entreranno.
Dal mondo i viventi porterà, inviati saranno in alto.
Nel cuore dentro li porterà ed entrati al Volto saranno del Potente. Le moltitudini all’Unico condurrà.
Alla fine avrà portati i guai che col peccare li colpivano.”

Daniele 11,13 “E risorti a casa i viventi, potenti, retti, dal mondo su il Verbo porterà ad abitare.
Di popoli sarà alla porta una moltitudine grande di viventi, un fiume all’Unigenito simili per l’energia e la potenza.
Li verserà su fuori dal tempo; saranno stati liberati dall’angelo, saranno a vivere l’esistenza a casa portati al Padre ed inizieranno dentro a vivere.
Dal Potente, alla gloria porterà i figli, retti e risorti con i corpi a casa.”

Daniele 11,14 “Porterà da dentro il tempo ad essere i viventi fuori, n’usciranno dei viventi le moltitudini.
Dai giorni i risorti porterà ad innalzare nel Regno.
Entreranno allo splendore, dentro li condurrà il Figlio che sarà col frutto a salire.
Essendo i popoli retti, saranno tra gli angeli per la risurrezione dei corpi.
Ad entrare i popoli saranno dalla porta nell’assemblea.
Questi si porteranno tra i figli retti; alla luce del Potente si porteranno.”

Daniele 11,15 “Portati saranno dentro l’Unico i viventi, tra i potenti retti dal mondo saliranno dal Verbo portati ad abitare e saranno alla luce del Volto che dal trono reca il Potente.
Del serpente la perversità dal cammino sbarrata si vedrà essere stata.
Il verme che dentro giù nei corpi si portava a finire avrà portato. Colpito il male, portato a finire, uscirà lo splendore.
Distrutto sarà stato dal risorgere portato che avrà condotto i popoli a rivivere.
Da dentro le tombe con i corpi saranno stati riportati.
Dall’Unigenito sarà stato ucciso nelle tombe il serpente per la risurrezione.”

Daniele 11,16 “Porterà, con la forza d’azione della risurrezione, ad entrare la rettitudine dell’Unico, il primitivo serpente sarà portato così dai corpi a scendere e l’energia recata condurrà all’annientamento il peccare.
Ai viventi la liberazione dal soffio dell’angelo (ribelle) sarà a recare.
A recare sarà ai popoli aiuto, dentro l’Unigenito nel corpo saliranno.
Dentro sar&ag
ave; a portare la sposa a casa, sarà per mano a portarla.”

Daniele 11,17 “Portati saranno dal Risorto i viventi.
Nella persona gli staranno e nel cuore li porterà dal Padre.
Avrà sopraffatto la vergogna del serpente con la rettitudine ed alla fine lo condurrà.
Portata che sarà la risurrezione dei corpi, sarà nel seno dei viventi ad agire un fuoco che la perversità dentro finirà.
Per l’entrata energia della risurrezione risaranno vivi, ma totalmente a finire porterà il serpente.
Usciranno dalle fosse.
Alla perversità il rifiuto completo col risorgere avrà recato.
Del serpente maledetto porterà alla fine l’esistenza.”

Daniele 11,18 “Portando a stare la risurrezione dentro le persone, saranno portati al serpente guai.
Sarà reciso dalla rettitudine.
La peste sarà dai viventi ad uscire, la schiavitù finirà, rovesciato giù sarà l’angelo.
In una caverna, il Verbo alla fine porterà il serpente bastonato.
La distruzione nella caverna il Verbo alla fine gli recherà.
Un forte fuoco sarà dentro al serpente portato.”

Daniele 11,19 “A portare sarà a bruciare dentro il Verbo l’angelo che fu a portarsi da serpente.
I viventi al peccare questi fu in terra a portare.
Ad uccidere il delitto porterà, ad abortire recherà il serpente con la terribile sozzura.”

Daniele 11,20 “Si porterà il Risorto alto sul luogo.
Si porteranno i viventi alla vista della rocca del Tempio a lodarlo.
A chi in cammino il Risorto aprirà la porta del corpo del Regno per tornare ai giorni che si vivevano alle origini.
Chiusa la porta dei giorni, i risorti dentro il corpo porterà dal potente Padre.
L’ira sarà stata recisa, ricomincerà dentro ai viventi il vigore della vita a rientrare.”

Daniele 11,21 “Porterà i popoli alla conoscenza del Potente.
Da retti figli a casa questi rientreranno, recati per il Potente incontrare.
Alla fine ad abitare in alto saranno recati allo splendore del re e torneranno dal Padre felici.
Alla perversità, alla prigionia in cui questi erano, all’appassire per la rettitudine portata al completo schifo, dell’essere avviliti, abbattuti, avrà portato la fine.”

Daniele 11,22 “Ed il seme recato dal Crocifisso nel mondo, accesi i cuori con la parola, è scaturito in abbondanza e con l’acqua che a guizzare dalla persona fu a portare, è stato il grano a recare, avendo condotto in cammino i viventi allo splendore.
Era la porta che dentro col corpo fu ad indicare!”
(“Allora Gesù disse loro di nuovo: In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.” Gv. 10,7)

Daniele 11,23 “Portati i viventi tra gli angeli, usciranno dal Crocefisso i compagni, e tutti da Dio saranno stati portati.
Spazzato, con la risurrezione entrata nei viventi, il verme, portati in alto dal mondo, recherà all’albero della vita dentro al seno per amore i popoli.”

Daniele 11,24 “Dentro al sicuro dal mondo porterà a casa i viventi.
L’ottavo (giorno) saranno vivi dal giudizio usciti.
Saranno dentro portati dall’Unigenito, e si vedranno risorti uscire beati.
Il negativo si vedrà che alla distruzione dentro completa sarà stato portato e dall’Unico a casa li condurrà tutti.
Al Padre dal Crocifisso saranno portati dentro questi.
E tratti fuori, li porterà col corpo, retti e tranquilli a vivere.
Saranno a casa questi portati a saziarsi in alto dal vivere dentro le tribolazioni i giorni.
Dalle tombe risorti a casa a vivere nell’assemblea di sabato saranno portati e per sempre lo vedranno finalmente.”

Daniele 11,25 “Porterà ad agire nei corpi il vigore e vi riporterà la potenza dentro, a casa li porterà ragazzi, dal cammino uscirà l’angelo superbo, dentro la tomba sarà il serpente.
Alla magnificenza del Re entreranno allo splendore.
Dentro vi saranno tutti.
Gli stranieri entreranno perché del serpente il veleno uscirà.
Da dentro i viventi col serpente scorrerà l’essere impuro.
L’accompagnerà a vederlo su, li porterà vivi dall’Eterno a vivere, alla nube li porterà.
Il serpente l’Unigenito avrà spazzato dai viventi, alla porta con bruciature sarà chiuso al fuoco che dentro gli porterà l’Altissimo, e il disegno si porterà a termine.”

Daniele 11,26 “Porterà l’Unigenito il maligno a pezzi, dentro l’orgoglio sarà al fuoco, sarà dato per cibo e in campo aperto si porterà e ai viventi il serpente porterà a porgere e di persona meraviglioso lo porterà il ‘trafitto’ che risarà vivo col corpo, dentro ristarà tra i viventi.” (Il banchetto messianico)

Daniele 11,27 “Porterà rinnovata l’esistenza del mondo dei viventi.
Entreranno nel Re.
Gli saranno i viventi nel cuore dentro, a vivere dal Potente ai pascoli li porterà.
L’innalzerà risorti, potenti per grazia l’Unigenito.
Dall’Uno retti questi dentro staranno, da figli riportati e dal Potente rivenuti alla protezione dalla prigionia così saranno, dal peccare, dalla polvere su dal Potente a vivere portati per sempre.”

Daniele 11,28 “E ad abitare dalla terra li porterà a casa col corpo.
Retti portati dalla risurrezione, alla maestà condotti, nel cuore dentro portati in alto dal Figlio saranno alla fine alla santità condotti, perché dall’agire avrà bruciato la perversità ardendo dentro il serpente, l’Unigenito giù dai corpi lo porterà.”

Daniele 11,29 “Potenti i viventi porterà all’eternità.
Sarà i risorti a recare dentro e a casa dal Padre invierà in cammino il prodotto che venuto sarà dal mondo.
Col Figlio Unigenito tra i luminosi angeli entreranno; riporterà retti i fratelli.
Col corpo, li porterà tra gli angeli ad entrare.”

Daniele 11,30 “E a casa dagli spiriti dei morti li porterà su all’esistenza.
Saranno per le piaghe del Crocifisso che saranno i viventi portati tra gli angeli.
L’affliggere della perversità che arde dentro portando il maledire per l’agire del serpente dentro i corpi sarà finita.
A riversare porterà per aiutare la supplicata risurrezione che la perversità brucerà.
A casa riportati saranno figli.
Per l’azione dal serpente abbandonata saranno puri; saranno alla fine santi.”

Daniele 11,31 “Porterà ferito il male nelle acque bollenti, vivo l’angelo vi porterà, sarà alla vista dei viventi.
Dell’essere impuro che portava la profanazione porterà fuori la putredine.
Sbarrato dal fuoco uscito, fuori dai viventi per cercar rifugio si porterà ad entrare in un foro.
Sarà nei corpi ad entrare l’integrità.
Sarà il giudizio della fine dell’angelo portato nel mondo, nel fuoco lo verserà avendo portato giù la desolazione ai viventi.”

Daniele 11,32 “E l’essere ribelle bruciato sarà, si vedrà essere un cibo.
Alla fine sarà chiusa dell’angelo l’esistenza; il Verbo dentro la tomba il serpente ad abbattere porterà alla fine.
Recherà a vederlo i viventi.
Ci sarà la conoscenza che é il maledetto che s’era portato.
Sarà nella tomba questi; a rovesciarlo lo porterà ed in azione il fuoco gli recherà.”

Daniele 11,33 “E liberati dal maligno si vedrà ai viventi essere l’intelligenza portata con potenza.
Con i corpi dentro saranno i viventi, si porteranno da angeli, retti, felici, eletti dentro portati dallo spavento a casa entreranno.
Dentro i risorti a casa saranno portati, dentro questi entreranno per i giorni a vivere.”

Daniele 11,34 “Porterà a casa, usciti retti, per la risurrezione, perché avrà agito, (anche) gli stranieri.
Si vedranno questi con i corpi in seno per amore portati.
Dagli angeli li accompagnerà, li condurrà dall’Altissimo.
Usciranno dei viventi le moltitudini; dai viventi lo schifo, l’essere avviliti, abbattuti, porterà a finire.”

Daniele 11,35 “Portati a vivere dagli angeli, usciranno liberi dal maligno.
I viventi saranno dalla caduta riportati al Potente.
Su nel corpo li porterà il Verbo a casa, usciti vivi, potenti, puri con i corpi li porterà del Potente nel cuore tra gli angeli dell’Eterno.
Il tempo alla fine così sarà, dal peccare liberati, (i viventi) porterà all’eternità.”

Daniele 11,36 “Portati si vedranno i risorti entrare a casa.
Con i corpi saliranno ai pascoli del Re, portati saranno dal Crocifisso in alto i viventi e saranno stati tutti in cammino liberati, innalzati dalla prigione del serpente, portati a vedere il Potente Dio.
Di Dio saranno i viventi a stare alla porta della casa tra i canti, meravigliosi portati completamente, condotti ad entrare alla protezione saranno a chiudersi nell’Eterno.
La sposa di questi si vedrà di viventi retti, sarà guidata per ricevere benevolenza tra gli angeli, si vedrà luminosa col Crocifisso entrare.”

Daniele 11,37 “Portati in alto da Dio entreranno a stare dal Padre col Crocifisso.
Saranno stati riportati dal serpente nemico da cui erano stati cacciati in esilio.
Con vigore vivi per l’aiuto del Crocifisso risorti saranno i viventi.
Li porterà in alto dalla prigione del serpente che porterà ad uscire.
Il serpente nemico sarà con l’energia della rettitudine spazzato con potenza; del maligno finirà la gloria.”

Daniele 11,38 “Porterà al serpente la maledizione dal seno.
A colpirlo sarà per il cattivo agire.
La rettitudine degli angeli porterà che sarà a spegnere l’essere impuro e del serpente Dio porterà fuori l’origine.
Bruciato nei corpi il serpente da calamità si vedrà.
Da Lui a casa alla fine saranno portati, e le moltitudini dentro con questi entreranno.
A casa si porterà dentro al trono il Verbo, li condurrà all’ingresso il Figlio diletto.
Alla perversità del bestiale impuro avrà recato la fine.”

Daniele 11,39 “Portati si vedranno i risorti entrare dal Potente i viventi dentro, su col corpo gli saranno nel seno.
In Questi saranno a vivere i popoli. Dio porterà dal mondo gli stranieri alla beatitudine, la rettitudine sarà nei corpi, saranno le moltitudini ad uscire rette a casa portate e vi entreranno i viventi per dono perché puri dentro saranno i viventi.
Avrà portato da Adamo ad uscire la forza dell’ammalare che abbatte dentro i viventi che chiusa fu nei corpi.”

Daniele 11,40 “Porterà il superbo a scendere, sarà il drago dal cammino in prigione.
L’azione in viventi riporterà nel Regno a rientrare.
Nello splendore a casa li porterà, saranno risorti alla fine, si vedranno con i corpi in alto, saranno portati i viventi potenti, retti.
Entreranno su dal Verbo condotti dagli angeli dal Benedetto a casa, e dentro moltiplicato il dono dei viventi porterà.
Dentro l’Unico cogli angeli saranno portate tutte le moltitudini.
Il Crocifisso le condurrà a casa dal Padre dalla terra.
Li condurrà tutti ed i risorti nel cuore il Verbo porterà all’aldilà.”

Daniele 11,41 “Li porterà casa dal Padre l’Unigenito coi corpi candidi.
Alla gloria condurrà le moltitudini e tutte saranno così al sicuro e da Dio entreranno.
Saranno alla salvezza recati i viventi, che erano impuri dall’origine
per l’essere impuro che nei viventi si portò.
Li porterà dal Padre e, col primo che è il Crocifisso, da figli staranno i popoli portati tra gli angeli.”

Daniele 11,42 “Portato sarà stato a bruciare il serpente che la vita tormenta in terra e, finito, porterà l’Unigenito col corpo su i viventi.
Dall’angustia saranno alla pienezza tutti dell’esistenza, dal serpente scampati.”

Daniele 11,43 “Porterà i liberati nel cuore.
Dalla piaga i viventi inviati saranno dal mondo.
Questi entrato a casa si porterà apertamente in trono.
Il Verbo recherà dentro la sposa desiderata, la porterà pura su col corpo.
Saranno i viventi portati al Potente a casa, saranno vivi portati retti.
Il dono vivo a casa dalla contesa all’Eterno sarà portato.”

Daniele 11,44 “E i risorti nel seno gli porterà.
Tutti saranno dentro ad entrare guizzando.
Dal mondo porterà i viventi allo spuntar del sole e vivi su il Verbo li porterà ad abitare.
Saranno su dal Padre.
Dall’ira grande che uscì per il serpente usciti per la risurrezione, vivi saranno alla porta condotti del Potente.
Usciti dalle tombe con i corpi; cambiati dentro saranno stati i viventi.”

Daniele 11,45 “Portati saranno il Cuore a vedere dell’Unico aperto.
Di potenza saranno ammantati.
Ad abitarvi dentro saranno inviati dai giorni i viventi.
Guizzati dal monte (Santo) su a casa saranno del Santo portati. All’ingresso dell’Eterno alla fine li porterà ma con annullato il peccare che a questi nei corpi il serpente recò.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 11 – La grande visione (10-12)
11,1 “Anche io nel primo anno di Dario dei Medi, persino io, mi alzai per confermarlo e rafforzarlo.”(Non riportato al testo ella CEI)
11,2 “E ora io ti manifesterò la verità. Ecco, vi saranno ancora tre re in Persia: poi il quarto acquisterà ricchezze superiori a tutti gli altri e dopo essersi reso potente con le ricchezze muoverà con tutti i suoi contro il regno di Grecia.”
11,3 “Sorgerà quindi un re potente e valoroso, il quale dominerà sopra un grande impero e farà ciò che vuole;”
11,4 “ma appena si sarà affermato, il suo regno verrà smembrato e diviso ai quattro venti del cielo, ma non fra i suoi discendenti né colla stessa forza che egli possedeva; il suo regno sarà infatti smembrato e dato ad altri anziché ai suoi discendenti.”
11,5 “Il re del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà più forte di lui e il suo impero sarà grande.”
11,6 “Dopo qualche anno faranno alleanza e la figlia del re del mezzogiorno verrà al re del settentrione per fare la pace, ma non potrà mantenere la forza del suo braccio e non resisterà né lui né la sua discendenza e sarà condannata a morte insieme con i suoi seguaci, il figlio e il marito.”
11,7 “In quel tempo, da un germoglio dalle sue radici sorgerà uno, al posto di costui, e verrà con un esercito e avanzerà contro le fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne impadronirà.”
11,8 “Condurrà in Egitto i loro dèi con le loro immagini e i loro preziosi oggetti d’oro e d’argento, come preda di guerra, poi per qualche anno si asterrà dal contendere con il re del settentrione.”
11,9 “Questi muoverà contro il re del mezzogiorno, ma se ne tornerà nel suo paese.”
11,10 “Poi suo figlio si preparerà alla guerra, raccogliendo una moltitudine di grandi eserciti, con i quali avanzerà come un’inondazione: attraverserà il paese per attaccare di nuovo battaglia e giungere sino alla sua fortezza”
11,11 “Il re del mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere con il re del settentrione, che si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà in potere del re del mezzogiorno,”
11,12 “il quale dopo aver disfatto quell’esercito si gonfierà d’orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di migliaia, non per questo sarà più forte.”
11,13 “Il re del settentrione di nuovo metterà insieme un grande esercito, più grande di quello di prima, e dopo qualche anno avanzerà con un grande esercito e con grande apparato.”
11,14 “In quel tempo molti si alzeranno contro il re del mezzogiorno e uomini violenti del tuo popolo insorgeranno per adempiere la visione, ma cadranno.”
11,15 “Il re del settentrione verrà, costruirà terrapieni e occuperà una città ben fortificata. Le forze del mezzogiorno, con truppe scelte, non potranno resistere, mancherà loro la forza per opporre resistenza.”
11,16 “L’invasore farà ciò che vuole e nessuno gli si potrà opporre; si stabilirà in quella magnifica terra e la distruzione sarà nelle sue mani.”
11,17 “Quindi si proporrà di occupare tutto il regno del re del mezzogiorno, stipulerà un’alleanza con lui e gli darà sua figlia per rovinarlo, ma ciò non riuscirà e non raggiungerà il suo scopo.”
11,18 “Poi volgerà le mire alle isole e ne prenderà molte, ma un comandante straniero farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di lui.”
11,19 “Si volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà, cadrà, scomparirà.”
11,20 “Sorgerà quindi al suo posto uno che manderà esattori nella terrà perla del suo regno, ma in pochi giorni sarà stroncato, non nel furore di un rivolta né in battaglia.”
11,21 “Gli succederà poi un uomo abbietto, privo di dignità regale; verrà di nascosto e occuperà il regno colla frode.”
11,22 “Le forze armate saranno annientate davanti a lui e sarà stroncato anche il capo dell’alleanza.”
11,23 “Non appena sarà stata stipulata l’alleanza con lui, egli agirà con la frode, crescerà e si consoliderà con poca gente.”
11,24 “Entrerà di nascosto nei luoghi più fertili della provincia e farà cose che né i suoi padri né i padri dei suoi padri osarono fare; distribuirà alla sua gente preda, spoglie e ricchezza e ordirà progetti contro le fortezze, ma ciò fino a un certo tempo.”
11,25 “La sua potenza e il suo ardire lo spingeranno contro il re del mezzogiorno con un grande esercito e il re del mezzogiorno verrà a battaglia con un grande e potente esercito, ma non potrà resistere, perché si ordiranno congiure contro i lui;”
11,26 “i suoi stessi commensali saranno causa della sua rovina; il suo esercito sarà travolto e molti saranno uccisi.”
11,27 “I due re non penseranno che a farsi del male a vicenda e seduti alla stessa tavola parleranno con finzione, ma senza riuscire nei reciproci intenti, poiché li attenderà la fine al tempo stabilito.”
11,28 “Egli ritornerà nel suo paese con grandi ricchezze e con in cuore l’avversione alla santa alleanza; agirà secondo i suoi piani e poi ritornerà nel suo paese.”
11,29 “Al tempo determinato verrà di nuovo contro il paese del mezzogiorno, ma quest’ultima impresa non riuscirà come la prima.”
11,30 “Verranno contro di lui navi dei Kittim ed egli si sentirà scoraggiato e tornerà indietro. Si volgerà infuriato e agirà contro la santa alleanza, e nel suo ritorno se la intenderà con coloro che avranno abbandonato la santa alleanza.”
11,31 “Forze da lui armate si muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l’abominio della desolazione.”
11,32 “Con lusinghe sedurrà coloro che avranno apostatato dall’alleanza, ma quanti riconoscono il proprio Dio si fortificheranno e agiranno.”
11,33 “I più saggi tra il popolo ammaestreranno molti, ma cadranno di spada saranno dati alle fiamme, condotti in schiavitù e saccheggiati per molti giorni.”
11,34 “Mentre così cadranno, riceveranno un po’ di aiuto; molti però si uniranno a loro ma senza sincerità.”
11,35 “Alcuni saggi cadranno perché tra i loro ve ne siano di quelli purificati, lavati, resi candidi, fino al tempo della fine, che dovrà avvenire al tempo stabilito.”
11,36 “Il re dunque farà ciò che vuole, s’innalzerà, si magnificherà sopra ogni dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dei e avrà successo finché non sarà colma l’ira; poiché ciò che è stato determinato si compirà.”
11,37 “Egli non si curerà neppure delle divinità dei suoi padri né del dio amato alle donne, né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra di tutti.”
11,38 “Onorerà invece il dio delle fortezze; onorerà, con oro e argento, con gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai conosciuto.”
11,39 “Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno; darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.”
11,40 “Al tempo della fine il re del mezzogiorno si scontrerà con lui e il re del settentrione gli piomberà addosso, come turbine, con carri, con cavalieri e molte navi; entrerà nel suo territorio invadendolo.”
11,41 “Entrerà anche in quella magnifica terra e molti paesi soccomberanno. Questi però scamperanno alla sua mano: Edom, Moab, e gran parte degli Ammoniti.”
11,42 “Metterà così la mano su molti paesi; neppure l’Egitto scamperà.”
11,43 “S’impadronirà di tesori d’oro e d’argento e di tutte le cose preziose d’Egitto; i Libi e gli Etiopi saranno al suo seguito.”
11,44 “Ma notizie dall’oriente e dal settentrione lo turberanno; egli partirà con grande ira per distruggere e disperdere molti.”
11,45 “Pianterà le tende del suo palazzo fra il mare e il bel monte santo; poi giungerà alla fine e nessuno verrà in suo aiuto.”

DANIELE 12: LA GRANDE VISIONE (10-12)
Daniele 12,1 “Li porterà da dentro il tempo ad uscire per entrare a stare nell’Unico.
Spazzato dai viventi dal sangue sarà stato dalla rettitudine il maledetto.
La risurrezione dei corpi avrà scacciato l’impuro serpente fuori. Risorti in alto figli saremo.
Ci vedremo dalla piaga portati ad entrare per stare nel Crocefisso ad uscire dal tempo che ci innalzerà col corpo dal mondo.
Beati per il Potente incontrare saranno tutti gli entrati a vivere nel mondo.
Saranno portati tutti i popoli stranieri nell’eternità ad entrare.
Si vedranno alla fine del mondo ad uscire per stare dall’Unico. Saranno i viventi a guizzargli nel cuore.
Si vedranno dalla piaga tutti uscire, inviati a vivere su dall’Unico; scrissero così nel Libro.”

Daniele 12,2 “Portato dal corpo dentro nell’acqua bollente ove c’è il fuoco l’angelo (ribelle) starà.
Adamo finito nella polvere ove era stato rovesciato, sarà a rialzarsi. Per il maledetto uscito, potente rivivrà.
A spazzare porterà il serpente, che nei viventi si portò all’origine. Per il serpente uscito il vigore nei corpi il Verbo riporterà.
Finirà del serpente l’infamia per sempre.”

Daniele 12,3 “Riporterà dal mondo liberati dal maligno i viventi.
Essendo da questi uscito, sarà nei corpi portata la rettitudine.
Questi rigenerati usciranno, un firmamento si porterà di viventi giusti.
Saranno ad entrarvi le moltitudini che saranno a vivere come stelle.
Saranno i viventi potenti fanciulli in festa.”

Daniele 12,4 “Porterà l’Unigenito alla fine fuori giudicata l’esistenza del primo serpente che in un buco lo finirà; dalla vita uscirà dalla porta.
La purità sarà ai viventi riportata.
Strappato via dai viventi uscirà distrutto dai corpi per sempre il superbo che scenderà per la forza della risurrezione/fuoco nei cuori.
Nei cuori la porterà delle moltitudini che erano morte; le moltitudini riusciranno.
Usciranno dalla porta del tempo .”

Daniele 12,5 “E col corpo con l’Unigenito saranno alla fine a stare da ‘Io sono’.
Alla porta dagli angeli saranno da Dio portati dal mondo.
Tra gli angeli uscirà vermiglio il primo che chiuso nel corpo fu in vita risorto.
È il Vivente l’Unico che incontrò il serpente sul monte calvo (Calvario) in croce!
Entrati erano nell’Unigenito nel corpo, vi si portarono i fratelli.
Per mano dal mondo avrà guidati i risorti; sul Calvo nel Crocifisso n’entrò un fiume.”

Daniele 12,6 “Recati saranno dall’Unico vivi nel corpo potente.
Il primo che fu risorto nel cuore li porterà.
I risorti entreranno in lini bianchi, saranno i viventi beati a vivere la vita in alto.
Dal Potente a vivere i giorni saranno dal mondo con l’Unigenito che prossimo di sangue per il Crocifisso è.
Alla fine a compimento li porterà il Crocefisso.”

Daniele 12,7 “Portò ad espiare la pena l’azione dell’Unigenito in croce.
Uscì dall’uomo del serpente la vergogna, in lini bianchi saranno i viventi tra i beati.
La vita del male operare del serpente dal vivere dai giorni uscirà. Sarà la luce a riportarsi, saranno col corpo il viventi alla destra portati risorti a vivere da Dio.
Li porterà il potente Unigenito ad entrare in cielo e saranno il settimo (giorno) dentro a vivere in eterno.
Così saranno portati all’eternità, all’assemblea di festa saranno a vivere portati.
Dalle strette su saranno retti tutti condotti, dal drago salvati.
Saranno alla conoscenza i viventi del Santo.
La perfezione che è degli angeli entrerà in tutti; l’aveva giurato!”

Daniele 2,8 “Portati da ‘Io sono’ ad ascoltare alla fine saranno portati.
Il negativo dal Padre sarà stato ricusato.
L’essere ribelle dall’Unigenito giudicato sarà stato.
I viventi a dimorare saranno finalmente da Dio entrati.”

Daniele 12,9 “E sarà per l’Unigenito l’essere ribelle ad andar via.
Giudicato sarà da Dio con bruciature in un buco finirà di vivere chi s’era nei viventi portato a chiudere; integri saranno i viventi ad uscirne.
Per l’aiuto puri saranno i viventi per l’eternità; il tempo finito!”

Daniele 12,10 “E il Crocifisso puri i corpi riporterà e gli saranno tutti nel cuore che ai pascoli li porterà.
Saranno su nel corpo dal Verbo portate le moltitudini.
E i viventi condurrà rigenerati, col fuoco a spazzare porterà l’empio. Sarà reciso il nemico.
Angeli porterà tutti
col corpo. Dalla rovina i viventi porterà fuori.
Libererà dal maligno i viventi, che era dentro l’opprimere a recare.”

Daniele 12,11 “E i viventi dal tempo fuori porterà dalle angustie tutti vivi.
Sarà l’essere impuro del serpente finito, finirà l’abominio della desolazione dai giorni dei viventi.
Del primo serpente dal Verbo nei viventi verrà l’esistenza in vita portata alla fine; brucerà la rovina dei viventi.”

Daniele 12,12 “Dall’Unigenito risorti i corpi saranno.
Usciranno vivi dalle tombe, retti fuori li porterà in forza della potenza della rettitudine che spazzerà con potenza dai giorni dei viventi il primo serpente.
Al superbo serpente il fuoco vivo l’Unigenito porterà, finirà il delitto.
La risurrezione sarà ai viventi a portare; dalla quinta costola uscirà.”

Daniele 12,13 “Li porterà l’Unigenito in processione dal Potente.
Li verserà su, li porterà finalmente a riposarsi.
Porterà tutti i popoli liberati.
La sorte per tutti alla fine sarà di vivere l’esistenza degli angeli.”

TRADUZIONE CEI:
Daniele 12 – La grande visione (10-12)
12,1 “Ora in quel tempo sorgerà Michele, il grande principe, che vigila sui figli del suo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.”
12,2 “Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.”
12,3 “I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotti molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.”
12,4 “Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta.”
12,5 “Io, Daniele, stavo guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del fiume, l’altro di là sull’altra sponda.”
12,6 “Uno disse all’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: Quando si compiranno queste cose meravigliose?”
12,7 “Udii l’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero compiute tra un tempo, tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito colui che dissipa le forze del popolo santo.”
12,8 “Io udii bene, ma non compresi, e dissi: Mio Signore, quale sarà la fine di queste cose?”
12,9 “Egli mi rispose: Va’, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine.”
12,10 “Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente; nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno.”
12,11 “Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno mille duecento novanta giorni.”
12,12 “Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a mille trecento trentacinque giorni.”
12,13 “Tu, va pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni.”

Così finisce il testo aramaico ed ebraico.

I GEROGLIFICI EBRAICI DEL LIBRO DI DANIELEultima modifica: 2018-06-26T17:15:25+02:00da mikeplato
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