ESTRATTO DEI LIBRI DEL SALVATORE

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da G.R.S. Mead – Frammenti di una fede dimenticata

PREFAZIONE
Il Museo Britannico acquistò il codice di ASKEW dagli eredi del dottor Askew alla fine dell’ultimo secolo (probabilmente un poco avanti il 1785); il trattato è scritto su pergamena in lettere greche maiuscole, nel dialetto dell’Alto Egitto, e non è in forma di rotolo, ma di libro. Consta di 346 pagine in quarto, e per la maggior parte è in eccellente stato di conservazione; mancano soltanto pochi fogli. Il Codice è copia di un’originale traduzione dal greco. Il contenuto generale consiste in un trattato cui l’uso ha dato il nome di Pistis Sophia, a causa di una intestazione aggiunta da altra mano in mezzo alla narrazione. Il trattato non ha alcun titolo né porta alcuna scritta esplicatoria alla fine e, quantunque esso contenga un lungo incidente che tratta della passione e della redenzione di Sofia, altre parti di eguali lunghezza potrebbero esser chiamate ugualmente bene Le Domande di Maria, come ha suggerito L’HARNACK e, prima di lui, anche il MATTER. Il Codice contiene inoltre una corta inserzione ed una lunga appendice intitolata: Estratti dai libri del Salvatore. Il primo estratto trovasi a pag. 252 – 254 del Codice di ASKEW, e corre così:

“E quelli che sono degni dei misteri che stanno nell’Ineffabile, vale a dire, quelli che non hanno emanato, essi sono anteriori al Primo Mistero. Per usare una similitudine e corrispondenza di parole che voi possiate intendere, essi sono le Membra dell’Ineffabile. E ciascuno è secondo la dignità della sua gloria, il capo  secondo la dignità del capo, l’occhio secondo la dignità dell’occhio, l’orecchio secondo la dignità dell’orecchio ed il resto delle Membra (o Membri) [in simile maniera]; cosicché è manifesto che ‘vi sono molte membra, ma un corpo solo’ di Questo io vi parlo in un paradigma, una corrispondenza ed una similitudine, ma non nella realtà della sua configurazione; io non ho rivelato la parola [intera] in verità.
“Ma il Mistero dell’Ineffabile ed ogni Membro che è in Esso – vale a dire, quelli che dimorano nel Mistero dell’Ineffabile e quelli che dimorano in [quell’Ineffabile] – ed altresì i tre Spazi che seguono dopo il loro, secondo i Misteri, in realtà, tutto ciò [è Me stesso]. Io sono il Tesoro di tutti loro, oltre dal quale non vi è alcun tesoro né alcuna individualità nel mondo; ma vi sono altre parole [logoi?], altri misteri ed altre regioni.
“Ora, perciò, benedetto è colui [tra gli uomini] il quale ha trovato i misteri dello Spazio verso l’esterno. Egli è un Dio, che ha trovato le parole [logoi?] dei misteri del secondo Spazio nel mezzo. Egli è un Salvatore e libero di ogni spazio, che ha trovato le parole dei misteri, le parole del terzo Spazio verso l’interno. Egli è il Pleroma stesso (o più eccellente dell’universo) – oggetto di desiderio di tutti quelli che sono nel terzo Spazio – che ha trovato il Mistero in cui essi [tutti] sono e nel quale essi [tutti] sono stabiliti. Perciò egli è uguale a [tutti loro]. Poiché egli ha trovato anche le parole [logoi?] dei misteri che io ho esposte per voi in una similitudine, cioè, le Membra dell’Ineffabile. Amen, io vi dico, quegli che ha trovato le parole di questi misteri nella Verità di Dio [il Dio di Verità?], quell’uomo è capo nella Verità, egli ne è pari, a cagione di queste parole e misteri. In verità, l’universo deve il suo essere a queste parole e misteri. Per la qual cagione quegli che ha trovato le parole di questi misteri è uguale al Capo [di tutti]. È la Gnosi della Gnosi dell’Ineffabile, della quale io vi parlo in questo  giorno.”
La seconda serie d’estratti è più lunga, e occorre alla fine del Codice, occupando le pagine 357-390. Incomincia con le parole:
“Dopo che essi ebbero crocifisso Gesù, il Maestro nostro, avvenne dunque ch’Egli risorse dai morti al terzo giorno. Ed i discepoli vennero a Lui e lo supplicarono dicendo: ‘Maestro, abbi pietà di noi, perciocché abbiamo lasciato padre e madre e tutto il mondo, e ti abbiamo seguito.’”
Siamo subito introdotti in un ambiente di cerimonie e d’invocazioni. Gesù sta presso al Mare dell’Oceano, circondato dai suoi discepoli, maschi e femmine, e fa un’invocazione con preghiera solenne, dicendo : “Odimi, o Padre, Padre di ogni paternità, Luce Illimitata!” La preghiera consiste nelle mistiche vocali e formule intercalate con nomi “autentici.”
I discepoli sono aggruppati intorno a Lui, le donne discepoli stanno dietro, tutti vestiti in bianche vesti di lino; Gesù sta di fronte ad un altare e, insieme ai suoi Discepoli, si volge ai quattro punti cardinali, invocando tre volte il nome IAO, la cui interpretazione è: “I; il pleroma è andato fuori; A; essi torneranno dentro; O; vi sarà una fine delle fini.”
Ciò è seguito da una mistica formula che viene interpretata così: “O Padre di ogni paternità degli illimitati [spazi di luce], odimi a causa dei Miei discepoli che io ho portati nella Tua presenza, affinché essi possano credere in tutte le parole della Tua Verità; concedi loro tutte le cose per le quali ho gridato a Te, poiché io conosco il Nome del Padre del Tesoro di Luce.”
Quindi Gesù il cui nome di mistero è Aberamentho, invoca il Nome del Padre del Tesoro, dicendo: “Che tutti i misteri degli arconti, autorità, arcangeli, e tutti i poteri e tutte le opere degli Dei Invisibili [vengono dati i loro tre nomi di mistero] si ritraggano, e si rotolino verso la destra.”
In seguito a ciò tutte le regioni inferiori si affrettano verso l’occidente, alla sinistra del disco del sole e della luna.
Il disco del sole è simbolicamente descritto come un immenso drago, con la coda in bocca, montato sopra sette poteri e tirato da altri quattro, raffigurati come cavalli. Il carro della luna è figurato come una nave, i cui timoni, o remi di governo, sono due draghi, maschio e femmina; è tirata da due bovi e governata da un bambino sulla poppa; sulla prora è la faccia di un gatto.
E Gesù ed i Suoi discepoli si librano in alto nelle regioni aeree, nella Via di Mezzo, e vengono al primo ordine di essa.
Quivi di discepoli vengono istruiti sulla natura di questo spazio e dei suoi arconti. Vien detto loro che sopra ad essi vi sono Dodici Eoni, di cui sei sono governati da Adamas e sei da Iabraoth. I sei sotto Iabraoth si sono pentiti ed hanno praticato i misteri di luce, e perciò sono stati portati da Ieu, “il padre di Mio padre,” in un’atmosfera pura, presso alla luce del sole. I sei sotto Adamas hanno rifiutato i misteri di luce e persistito nel mistero dell’accoppiamento od unione sessuale e procreato arconti ed arcangeli, ed angeli, operai e decani. In conseguenza essi sono stati legati da Ieu nella, Sfera del Fato. Di questa schiatta ve ne sono ora trecentosessanta ed ancora milleottocento (1800 = 360X5) in ciascun eone. Sopra di essi Ieu ha stabilito altri cinque Grandi Arconti, chiamati nel mondo dell’uman genere con i seguenti nomi: Kronos, Ares, Hermes, Aphrodite e Zeus. Sono dati altresì i loro incorruttibili nomi di mistero e la loro genesi.
Zeus è il capo dei quattro, poiché Ieu pensò “che essi avevano bisogno di un timone per governare il mondo e gli eoni delle sfere.” Zeus è buono e passa tre mesi nelle rivoluzioni dei quattro rimanenti poteri regolari,” così che ciascun arconte, nel quale egli viene, è liberato dalla propria iniquità.” La specialità di Zeus è che egli ha per dimora due eoni.
Tutto questo ha da fare con l’ordinamento della Sfera del Fato; ma Maria, che anche in questi Estratti è rappresentata come la principale interrogatrice, desidera sapere perché le aeree Vie del Mezzo, in cui essi si trovano, e che stanno al di sotto della Sfera del Fato, sono “stabilite sopra grandi tormenti.” Essa supplica il Salvatore di aver pietà di loro “onde i ricevitori non portino via le nostre anime ai giudizi delle Vie del Mezzo.”
Il Maestro risponde promettendo di dar loro i misteri di tutte le gnosi: il mistero dei Dodici Eoni e dei loro Arconti, i loro suggelli, i loro numeri ed il modo d’invocazione per entrare nelle loro regioni; similmente il mistero del Tredicesimo Eone (la Sinistra); il mistero del Battesimo di quelli del Mezzo; il mistero del Battesimo di quelli della Destra; ed il gran mistero del Tesoro di Luce.
“Io vi darò tutti i misteri ed ogni gnosi, affinché possiate essere chiamati Figli del Pleroma, perfetti in ogni gnosi ed in ogni mistero. Benedetti invero siate voi più di tutti gli uomini che sono sulla terra, poiché i Figli della Luce son venuti al tempo vostro.”
Di più, in queste Vie del Mezzo, sono legati da Ieu trecento sessanta della schiatta di Adamas, e cinque grandi arconti sono inoltre stabiliti sopra di essi, in una specie di riflesso dello spazio al disopra. Di questi cinque sono dati i nomi autentici, i tipi e le loro gerarchie. Viene spiegato come tutto è ordinato da Ieu – che è la provvidenza di tutti gli arconti, e dei, e poteri che sono nella materia della Luce del Tesoro – e da Zorokothora (Melchizedec) legato di tutti i poteri di luce che sono purificati fra gli Arconti. Queste due grandi Luci discendono in epoche determinate, per raccogliere insieme il puro splendore della luce da quelli in tra gli Arconti che essi hanno purificati; ciò vien fatto quando il numero ed il tempo del loro còmpito sono compiuti. Ma quando le grandi Luci di nuovo si ritraggono, allora gli Arconti si ribellano di nuovo, a causa dell’ “ira della loro iniquità,” e marciano contro i poteri di luce delle anime, e “trascinano tutte le anime che essi possono tormentare e rapire, per distruggerle nel fumo della loro tenebra e nel loro malvagio fuoco.”
Sono dati i tempi che le anime devono passare in ciascuna di queste regioni di gastigo delle cinque gerarchie demoniache, ed è detto come questi tempi sono condotti a termine.
Prendendo come esempio il primo “Avviene che, dopo questi anni, quando la sfera del Piccolo Sabaoth (vale a dire Zeus) revolve in modo da venire nel primo eone della Sfera, il quale è chiamato nel mondo l’Ariete di Bubastis (vale a dire, Aphrodite); quando dunque essa [Aphrodite] sarà venuta nella settima casa della Sfera, che è la Bilancia, [avviene che] i veli tra quelli della Destra e quelli della Sinistra sono rimossi, e dall’altezza getta lo sguardo, fra quelli della Destra, il Gran Sabaoth, il Buono, [signore] di tutto il mondo e di tutta la Sfera. Ma prima di gettar lo sguardo, egli riguarda in basso sulle regioni di Paraplex [il reggente della prima gerarchia demoniaca], affinché esse siano dissolte e periscano, e che tutte le anime che sono nei suoi tormenti possano essere portate fuori e di nuovo condotte nella Sfera, poiché esse periscono nei tormenti di Paraplex.
E così per gli altri quattro dei cinque, con appropriate modificazioni. Sembra che Ieu e Melchizedec siano poteri che stanno dietro al sole e alla luna e che sono simboleggiati da essi.
“Queste dunque sono le operazioni delle Vie del Mezzo riguardo alle quali mi avete interrogato.”
E quando i discepoli ebbero udito questo si prostrarono innanzi a Lui dicendo: “Salvaci, o Maestro, abbi pietà di noi, onde possiamo esser preservati da questi maligni tormenti che sono apparecchiati per i peccatori. Guai a loro! Guai ai figli degli uomini? Poiché essi sono come il cieco che brancola nelle tenebre e che non vede. Abbi pietà di noi, o Maestro, nella cecità nella quale siamo, ed abbi pietà dell’intera razza del genere umano; poiché essi stanno in agguato per le loro anime, come i leoni per la preda loro, per dilaniarle e farne cibo pei loro tormenti, a causa dell’oblio e dell’ignoranza in cui sono. Abbi dunque pietà di noi, o Maestro, Salvator nostro, preservaci da questo grande stordimento!”
Gesù disse ai suoi discepoli: “Abbiate coraggio, non temete, poiché voi siete beati; anzi io vi farò signori sopra tutti questi, e li metterò in soggezione sotto ai vostri piedi. Rammentate che vi ho già detto, prima della mia crocifissione:’ Io vi darò le chiavi del regno dei cieli.’ Ora di nuovo vi dico: io ve le darò”. Quando Gesù ebbe così parlato, cantò un’invocazione nel Gran Nome, e le regioni delle Vie del Mezzo furono celate alla vista, e Gesù ed i suoi discepoli rimasero in un’atmosfera di eccessiva gran luce.
Gesù disse ai suoi discepoli: “Venite a me.” Ed essi vennero a Lui. Egli si volse ai quattro angoli del mondo; pronunziò il Gran Nome sopra le loro teste, li benedì ed alitò sopra i loro occhi. Gesù disse loro: “Riguardate in su e notate quello che vedete!”
Ed essi alzarono gli occhi all’altezza, e videro una gran luce, eccessivamente brillante, che niun uomo del mondo potrebbe descrivere.
Egli disse loro una seconda volta: “Riguardate nella luce e notate quello che vedete!”
Essi dissero: “Vediamo fuoco ed acqua, e vino e sangue.
Gesù, vale a dire Aberamentho, disse ai suoi discepoli: “Amen, io vi dico, io non ho portato nulla nel mondo, quando venni, se non questo fuoco e acqua, questo vino e sangue. Io ho portato giù l’acqua ed il fuoco dalla regione della Luce di luce, dal Tesoro di Luce; io ho portato giù il vino ed il sangue dalla regione di Barbelo. E poco dopo mio Padre mi mandò lo Spirito Santo in forma di una colomba.
“Il fuoco, l’acqua ed il vino sono per nettare tutti i peccati del mondo; il sangue ebbi come segno del corpo del genere umano, e lo ricevetti nella regione di Barbelo, il gran potere del Divino Invisibile [il Tredicesimo Eone?]; mentre lo spirito attira tutte le anime e le porta nella regione di Luce.”
Questo è il “fuoco” ch’Egli venne a “gettare sulla terra,” secondo un detto precedente; questa è “l’acqua viva” che la donna Samaritana avrebbe dovuto chiedere; questo è il “calice di vino” nell’eucarestia; questa è “l’acqua” che uscì dal suo costato.
“Questi sono i misteri della luce che rimettono i peccati” – vale a dire, semplicemente i loro nomi.
Dopo di questo Gesù di nuovo dà ordine che i poteri della Sinistra ritornino alla loro regione, ed i discepoli si trovano ancora una volta sul Monte di Galilea.
Indi Gesù celebra la mistica eucarestia ed il primo Battesimo d’Acqua, con cerimonie ed invocazioni quasi identiche a quelle che si trovano nel Codice Bruciano. I discepoli fanno altre domande sulla natura del Battesimo d’Incenso [Fuoco?], del Battesimo dello Spirito Santo e del Crisma Spirituale, e chiedono che il “Mistero della Luce del Padre tuo,” venga loro rivelato. Gesù disse loro: “In quanto a questi misteri che voi ricercate, non vi ha mistero alcuno che sia più alto di loro. Essi porteranno le anime vostre nella Luce delle luci, nelle regioni della Verità e della Giustizia, nella regione del Santo di tutti i Santi, nella regione ove non è né femmina né maschio, ne forma alcuna in quella regione, ma soltanto Luce, incessante, ineffabile.
“Niun mistero è più alto dei misteri che cercate, salvo soltanto il mistero delle Sette Voci e dei loro Quarantanove Poteri e Numeri; ed il Nome che è più alto d’essi tutti, il Nome che riassume tutti i loro nomi, tutte le loro luci e tutti i loro poteri.”
Qui occorre una lacuna, ed il testo riprende in mezzo ad un soggetto affatto diverso. Esso tratta della punizione di colui che maledice, del calunniatore, dell’assassino, del ladro, dell’orgoglioso, del bestemmiatore, di colui che ha relazione con maschi, e di un atto di stregoneria ancora più immondo la cui menzione muove l’infinita compassione del Maestro ad ira ed a minaccia.
Le poche pagine rimanenti del Codice sono occupate da una descrizione dello stato post-mortem dell’uomo giusto che non ha ricevuto i misteri; l’uomo deve soffrire per ogni singolo peccato, ma anche il più grande dei peccatori, se si pente, erediterà il Regno. Vien descritto il tempo propizio per la nascita di quelli che troveranno i misteri.
In quanto all’uomo giusto che non è stato iniziato, non gli verrà data la bevanda dell’oblio alla sua prossima rinascita, ma “viene un ricevitore del piccolo Sabaoth, il Buono, quegli del Mezzo; egli reca un calice pieno d’intuizione e di sapienza ed altresì di prudenza, e lo dà all’anima, e getta l’anima in un corpo che non potrà addormentarsi e dimenticare, a cagione del calice di prudenza che gli è stato dato; ma sarà sempre puro di cuore e ricercherà i misteri di luce fino a che non li abbia trovati, per ordine della Vergine di Luce, affinché [quell’anima] possa ereditare la Luce per sempre.”
Gli Estratti terminano con un’altra implorazione dei discepoli a Gesù affinché Egli abbia pietà di loro; e l’intero Codice finisce con la nota di uno Scriba che descrive la predicazione degli apostoli:
“Essi andarono tre a tre, ai quattro punti del cielo; predicarono le Liete Novelle del Regno in tutto il mondo, il Cristo essendo attivo in loro nelle parole di confermazione e nei segni e miracoli che li accompagnavano. E così il Regno di Dio fu conosciuto in tutta la terra e in tutto il mondo d’Israele [e questa] è una testimonianza per tutte le nazioni che sono dall’oriente all’occidente.

ESTRATTO DEI LIBRI DEL SALVATOREultima modifica: 2018-11-25T13:51:42+01:00da mikeplato
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