LA LEGGE MATEMATICA NASCOSTA DELLE FORME (per uno studio sulla Geometria Sacra)

4 Forme geomeroche sacre

Di Mike Plato

«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto» (Galileo Galilei, XVI secolo)

In campo esoterico, si fa un gran parlare di geometria mistica, riprendendo antichi temi pitagorici arricchiti di scoperte più recenti legate alla matematica e alla scienza della correlazione del suono-frequenza con le forme d’onda.

1 forme d'onda

Scienza antica e scienza moderna: una convergenza

Nella scienza attuale assistiamo ad un allontanamento generale dall’assunto che la natura fondamentale della materia possa essere considerata esclusivamente dal punto di vista della sostanza (particelle, quanti) per appoggiare il principio secondo cui la natura fondamentale del mondo materiale sia conoscibile solo attraverso modelli sottostanti di forme d’onda: le onde, il suono, la frequenza, strutturano la materia in determinate forme ricorrenti. Sia i nostri organi di percezione che il mondo fenomenico che percepiamo sembrano essere meglio compresi come sistemi di puro schema o come strutture geometriche di forma e proporzione. Pertanto, quando molte culture antiche hanno scelto di esaminare la realtà attraverso le metafore della geometria e della musica (la musica è lo studio delle leggi proporzionali della frequenza sonora), erano già molto vicini alla posizione della nostra scienza recente. Recentemente il professor Amstutz dell’Istituto Mineralogico dell’Università di Heidelberg ha detto: «le onde reticolate della Materia sono intervallate a intervalli corrispondenti alle corde su un’arpa o una chitarra con analoghe sequenze di sovratoni. La scienza dell’armonia musicale è in questi termini praticamente identica alla scienza della simmetria nei cristalli». Il punto di vista della moderna teoria del campo di forza e della meccanica ondulatoria corrisponde all’antica visione geometrico-armonica dell’ordine universale in quanto configurazione intrecciata dei modelli d’onda. La biologia moderna riconosce sempre più l’importanza della forma e delle relazioni di legame tra le poche sostanze che costituiscono il corpo molecolare degli organismi viventi. Le piante, ad esempio, possono eseguire il processo della fotosintesi solo perché il carbonio, l’idrogeno, l’azoto e il magnesio della molecola della clorofilla sono disposti in un complesso schema simmetrico su base 12, piuttosto simile a quello di una margherita.

 

Geometria sacra antica e geometria profana moderna

 Diversamente dalle euclidee e dalle geometrie più recenti, il punto di partenza dell’antico pensiero geometrico non è una rete di definizioni o astrazioni intellettuali, ma piuttosto una meditazione su un’Unità metafisica, seguita da un tentativo di simbolizzare visivamente e contemplare l’ordine formale puro che scaturisce da questa incomprensibile Unità. È l’approccio al punto di partenza dell’attività geometrica che separa radicalmente ciò che potremmo chiamare il sacro dalle geometrie mondane o secolari. L’antica geometria inizia dall’ Uno, mentre la matematica e la geometria moderne iniziano dallo Zero. Coloro che usano figure geometriche per descrivere l’inizio della Creazione devono tentare di mostrare come un’Unità assoluta può diventare molteplicità e diversità. La geometria tenta di ricatturare il movimento ordinato da un’infinita assenza di forma a una serie infinita di forme interconnesse e, ricreando questo misterioso passaggio dall’uno all’altro, lo rende simbolicamente visibile. Da entrambi i punti di vista metafisico e naturale, è falso dire che per arrivare a due, ne prendi due e li metti insieme. Basta guardare al modo in cui una cellula vivente diventa due. Perché Uno per definizione è singolare, è l’Unità, quindi comprende tutto. Non possono esserci due unità. L’unità, come simbolo perfetto di Dio, si divide da se stessa, creando così il due: il “sé” e il “me” di Dio, per così dire; l’unità del creatore e la molteplicità creata. L’unità crea dividendosi, e ciò può essere simbolizzato geometricamente in molti modi diversi, a seconda di come l’Unità originale sia rappresentata graficamente. L’unità può essere opportunamente rappresentata come un cerchio, ma la stessa incommensurabilità del cerchio indica che questa figura appartiene a un livello di simboli oltre il ragionamento e la misura. L’unità può essere riaffermata come il quadrato, che, con la sua perfetta simmetria, rappresenta anche la totalità e cede alla misura comprensibile. Nella filosofia geometrica il cerchio è il simbolo dell’Unità non manifesta, mentre il quadrato rappresenta l’Unità in bilico, per così dire, per manifestazione. Il quadrato rappresenta i quattro orientamenti primari, nord, sud, est e ovest, che rendono lo spazio comprensibile, ed è formato da due coppie di elementi lineari perfettamente uguali ma opposti, che soddisfano graficamente la descrizione della Natura universale enunciata dai taoisti e da altre filosofie antiche.

 

5 Stephen Skinner 6 libro di Skinner

Stephen Skinner

Attualmente Stephen Skinner è un ricercatore ed esoterista australiano molto noto in terra di canguri, decisamente meno da noi anche tra gli addetti ai lavori, esperto di esoterismo occidentale, Tarocchi e Magia. Cito Skinner perché si è occupato a lungo della Geometria Sacra pubblicando nel 2006 un interessante ricerca col nome Sacred Geometry. Secondo Skinner, la Geometria Sacra offre un modo accessibile per comprendere come la connessione tra spiritualità e matematica si riveli nella natura e nelle arti. Da sempre l’uomo ha cercato di rappresentare graficamente immagini e concetti per poterli esprimere e tramandare, guidato da sentimenti di creatività e di condivisione con gli altri. La naturale evoluzione di queste rappresentazioni ha dato vita alla simbologia più specifica racchiusa nella Geometria Sacra. Questa è costruita rispettando precise misure e proporzioni che sono l’espressione grafica di fondamentali simbolismi. La sfera, il cubo, il tetraedro e le altre “figure perfette” sono sempre state oggetto di studi e ancora oggi fanno parte della simbologia che è alla base di molte filosofie, credo religiosi, scienze e discipline meditative. Il fenomeno dei Crop Circles, di recente ormai esaurito, per 20 anni ha esaltato proprio la sacralità delle forme mistiche, rammentandone l’importanza all’intera umanità. Tutta la Materia di questo Universo interagisce tra di essa seguendo determinati schemi e regole, osservabili e inscritte in queste rappresentazioni che assumono significati e concetti più complessi, importanti e profondi. Il disegno grafico si legge come frequenza in movimento, come una danza continua che presenta nella sua essenza un rapporto inscindibile fatto di Suono-Colore-Numero: questo rapporto si traduce in Musica ed Armonia. La Geometria Sacra è la manifestazione visibile di fenomeni energetico-spirituali invisibili, è la visualizzazione grafica che permette, tra differenti culture, di esprimere e condividere tradizioni, modi di comunicare i medesimi valori estetici, metafisici, matematici che ognuno di noi interpreta e vive a modo suo. Nel corso dei secoli, i costruttori di templi si sono basati sui numeri magici per modellare gli spazi sacri: gli astronomi hanno usato la geometria per calcolare le stagioni sacre e i filosofi hanno osservato l’armonia dell’universo nelle proprietà numeriche della musica. Le scoperte della matematica si sono manifestate più volte in biologia e fisica, ispirando le più grandi opere d’arte. La geometria sacra attribuisce significati simbolici e sacri a certe forme geometriche e a certe proporzioni geometriche. Si basa sulla visione di un Dio in quanto geometra del mondo. Plutarco attribuì la credenza a Platone, scrivendo che «Platone diceva che Dio Geometrizza continuamente» (Aèi ho theòs geōmetreî … Convivialium disputationum, liber 8,2). Nei tempi moderni il matematico Carl Friedrich Gauss adattò questa citazione, dicendo: «Dio aritmetizza». La geometria usata nella progettazione e costruzione di strutture religiose come chiese, templi, moschee, monumenti religiosi, altari e tabernacoli è stata a volte considerata sacra. Il concetto si applica anche agli spazi sacri come i temenoi, i boschetti sacri, i verdi dei villaggi e i pozzi sacri e la creazione di arte religiosa. Secondo Skinner, lo studio della geometria sacra ha le sue radici nello studio della natura e nei principi matematici al suo interno. Molte forme osservate in natura possono essere correlate alla geometria. Il Nautilus, ad esempio, cresce ad un ritmo costante e il suo guscio forma una spirale logaritmica per accogliere quella crescita senza cambiare forma. Le api domestiche costruiscono cellule esagonali per trattenere il loro miele. Il broccolo romanesco presenta una struttura geometrica frattalica, la sua forma globale si ripete allo stesso modo su scale diverse. Ogni singola rosetta (piccola cima) del broccolo romanesco, in altre parole, ha la forma di un piccolo broccolo. Ma quello che è più stupefacente è che il numero di rosette che compongono il broccolo romanesco è sempre un numero di Fibonacci. Ossia una cifra che fa parte dell’omonima successione, in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti. Eccola, la successione di Fibonacci: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144 e così via. Ma come è possibile che i broccoli romaneschi imitino una successione numerica? Non è facile da spiegare, ma ci proviamo: la rappresentazione grafica della successione di Fibonacci è infatti una spirale (detta appunto spirale di Fibonacci), riscontrabile anche nelle conchiglie, nei girasoli, nell’ananas, nel numero di petali di numerosi fiori, nella disposizione delle foglie sui rami. Dal centro del broccolo romanesco partono tante spirali di Fibonacci, attorno alle quali sorgono le piccole cime. Il loro numero è quindi un numero di Fibonacci. E lo stesso vale per le cime più piccole, alle quali a loro volta partono tante spirali. Queste e altre corrispondenze sono talvolta interpretate in termini di geometria sacra e considerate come ulteriore prova del significato naturale delle forme geometriche. Rapporti geometrici e figure geometriche furono spesso impiegati nei disegni architettonici dell’antico Egitto, dell’antico indiano, del greco e del romano. Le cattedrali medievali europee incorporavano anche la geometria simbolica. Le comunità spirituali indiane e himalayane costruivano spesso templi e fortificazioni su piani di progettazione di mandala e yantra. Molti dei principi della geometria sacra del corpo umano e dell’architettura antica furono compilati nell’Uomo Vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci. Quest’ultimo disegno era basato sugli scritti più antichi dell’architetto romano Vitruvio. Skinner discute la tendenza di alcuni scrittori a posizionare un diagramma geometrico praticamente su qualsiasi immagine di un oggetto naturale o di una struttura creata dall’uomo, trova alcune linee che intersecano l’immagine e la dichiarano basata sulla geometria sacra. Se il diagramma geometrico non interseca i principali punti fisici nell’immagine, il risultato è ciò che Skinner chiama “geometria non serrata”. Secondo Paul Calter, come scritto nel suo saggio Polygons, Tilings & Sacred Geometry, in geometria sacra significati simbolici e sacri sono attribuiti a certe forme o proporzioni geometriche. Nel mondo antico, certi numeri e forme che vennero presto correlate ai numeri (poligoni, pentagoni, triangoli, quadrati, esagoni) avevano anche un significato simbolico. In antropologia, per geometria sacra si intende una caratteristica della etnomatematica e della visione del mondo di molte culture indigene. Riferimenti ad essa si trovano anche nella teologia ed in alcune filosofie della matematica. Tipicamente, le culture tradizionali considerano la geometria sacra come qualcosa che va oltre ogni descrizione algebrica. La geometria praticata dai matematici e simboleggiata nell’algebra è considerata una proiezione approssimativa del sacro; connettendosi con gli schemi matematici fondamentali, una persona può contemplare il Mysterium Magnum e il grande progetto divino del cosmo. In una simile visione, il Cosmo, seppur apparentemente caotico, presenta un suo ordine e una sua legge intrinseci e sempre in azione. Studiando la natura di questi schemi, forme e relazioni matematiche, si otterrebbe una comprensione intima delle leggi e dei misteri dell’Universo. Per molte culture tradizionali, la presenza in natura di varie strutture geometriche. Nella cultura occidentale, gli esempi più tipici di questo concetto sono forse le dottrine matematiche di Pitagora e le “forme ideali” di Platone. Nondimeno, idee simili sono state espresse in tempi più recenti da fisici quantistici come Erwin Schrödinger, Werner Karl Heisenberg e David Bohm. In effetti, questa concezione della matematica sembra essere diffusa fin dai tempi preistorici, come universale culturale della cognizione umana. Il termine geometria sacra è anche usato per indicare l’applicazione della geometria alla religione e all’esoterismo, come conseguenza diretta della concezione del cosmo sopra descritta. Gli oggetti geometrici che occupano un ruolo più importante in ambiti sacri e/o esoterici sono quelli che presentano più simmetrie, quali ad esempio i solidi platonici o i poligoni regolari, o quelli che generalmente richiamano un’idea astratta di eleganza e bellezza, quali la sezione aurea.

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Il lavoro pionieristico di Gyorgy Doczi

Il saggio di Skinner sembra l’ideale prosecuzione del fondamentale studio dell’architetto Gyorgy Doczi, americano di origini ungheresi, che nel 1981 aveva scritto The Power of Limits, considerato uno dei saggi più esaustivi e illuminanti sull’argomento, a tal punto che le sue centinaia di modelli sono state saccheggiate a piene mani dal saggio di Drunvalo Melkizedek “L’Antico segreto del Fiore della Vita”, molto noto ad inizi 2000. La ricerca di Doczi punta sullo studio delle corrispondenze tra natura, arte e tutto ciò che circonda l’essere umano, ispirandosi alle proprie scoperte armoniche. La fusione tra diversità ed unità crea infatti forme armoniose le quali sembrano incorporare i principi di un ordine cosmico; allo stesso modo, l’illimitatezza di questo ordine si rivela nella rigidità delle sue infinite forme. Noi, in quanto esseri umani, siamo inclusi nell’armonia universale della forma e l’unione di opposti complementari può essere un modo per estendere tale armonia anche ai regni psicologico e sociale. La sezione aurea, così come i pattern generati da spirali che si muovono in direzioni opposte, è presente nelle forme naturali e nel processo di crescita organica. Doczi, non trovando parola appropriata per definire questo processo generativo, ha coniato il termine “dinergia”, dal greco “dia” (attraverso, tra, opposto) ed “energia”. In una simile prospettiva, è evidente che esista un ordine matematico celato in un’apparente realtà caotica, e che la “matematica della vita e natura” e “la matematica dell’arte” coincidano. Doczi studia una gamma di gli organismi, dal molto semplice al molto complesso, e dimostra che tutti condividono un ordine proporzionale sottostante, che viene definito come la media aurea. Ad esempio, nella sua analisi, troviamo che i fenomeni che vanno dalla proporzione di uno scheletro di rana, di armonie musicali di radice e di vibrazioni luminose che si irradiano dal centro di una lampada condividono tutti la stessa anatomia proporzionale. Il suo studio è una dimostrazione empirica della nostra condivisione anatomica, della nostra connessione “formale” con tutti gli altri oggetti che sorgono dalla terra. Inoltre, se esiste una connessione tra l’anatomia fisica umana e l’anatomia di altre cose della terra, possiamo estendere il nostro interrogativo per capire come la nostra immaginazione si rapporta al mondo? Nonostante la nostra connessione fisica con il mondo, la nostra immaginazione in qualche modo è isolata da esso? O c’è una relazione fondamentale tra la nostra immaginazione e le cose del mondo? Scrive Doczi: «i processi modellatori di base della natura, che hanno modellato la mano e la mente umana, possono continuare a guidare qualunque cosa la mano e la mente stiano plasmando, quando la mano e la mente sono fedeli alla natura». Doczi ci ricorda che il nostro processo modellatore può essere in armonia con la natura se le nostre menti sono formate dagli stessi schemi cui stiamo rispondendo: come fuori, così dentro.

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I dipinti di Linda Lowe

Lynda Lowe è un’artista che esplora la natura della percezione. Il suo lavoro porta la teoria di Doczi ad uno step successivo, presentando immagini del nostro intelletto scientifico (cioè relazioni matematiche e geometriche) con rappresentazioni della natura. Ad esempio, nella sua serie di dipinti, Book of Commons, la Lowe cancella la classica distinzione tra la nostra percezione intellettuale ordinata e il nostro senso intuitivo del mondo. Non lascia mai il mondo dei sensi per mostrare l’immaginario, e nel fare ciò illustra che quei mondi siano in effetti identici. Del suo lavoro, l’artista dice quanto segue: «Circondando qualsiasi immagine o soggetto di indagine, c’è un campo di possibile interpretazione. Il “qualcosa” percepito è sempre nel mezzo di altri quadri di riferimento che gli conferiscono un significato. Sono interessata al modo in cui l’interpretazione segue questi diversi percorsi intricati. Man mano che le percezioni vengono elaborate, si forma una matrice intrecciata di significati, paradossalmente razionale e irrazionale al contempo, che viene dalla mente ma anche dall’anima». Il lavoro della Lowe è espressivo del suo processo di progettazione. Si muove tra immagini scientifiche e artistiche, in un dare-e-ricevere tra la nostra intuizione e il mondo esterno. Inoltre, dice qualcosa sulla percezione e sul significato. Ad esempio, in Release (Figura 4), Lowe presenta più fotogrammi di percezione, passando da oggetti letteralmente naturali come uova e ossa, a immagini più impressionistiche che suggeriscono strati di significato più profondi. Invece di limitarsi a presentare oggetti allo spettatore, Lowe dipinge lo spazio metaforico tra il soggetto e l’oggetto, sfocando così il confine tra i due. I dipinti di Lowe sono esemplari nel colmare il baratro tra la mente e il mondo e tra analisi e poesia. Senza intuizione e poesia, la mente scientifica ristagna e diventa concreta. Allo stesso modo, l’arte diventa irrilevante se non affronta le realtà vissute delle immagini immediate; è soprattutto la facoltà del mondo fisico. Il lavoro di Lowe è un ponte che consente una riunione tra le nostre dualità artificiali moderne.

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Punti fermi matematico-geometrici della Geometria Sacra

1) il Phi (Rapporto Aureo o Sezione Aurea, di circa 1,61803). Il Phi significa “proporzione divina”; è un’altra misura fondamentale che sembra spuntare quasi ovunque, comprese le colture agricole più. Il rapporto aureo è il rapporto univoco tale che il rapporto tra la porzione intera e quella grande è uguale al rapporto tra la porzione maggiore e la porzione più piccola. In quanto tale, collega simbolicamente ciascuna nuova generazione ai suoi antenati, preservando la continuità della relazione come mezzo per ripercorrere la sua discendenza;

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2) la serie di Fibonacci, una successione di numeri interi positivi in cui ciascun numero a cominciare dal terzo è la somma dei due precedenti e i primi due sono 1 e 1. In matematica i numeri di Fibonacci sono legati in qualche modo alla sezione aurea, alla sequenza di Farey, alle frazioni continue, alla zeta di Fibonacci, alla zeta di Riemann, ai gruppi di Lie, ai frattali. Quasi tutti i fiori hanno tre o cinque o otto o tredici o ventuno o trentaquattro o cinquantacinque o ottantanove petali: ad esempio i gigli ne hanno tre, i ranuncoli cinque, il delphinium spesso ne ha otto, la calendula tredici, l’astro ventuno, e le margherite di solito ne hanno trentaquattro o cinquantacinque o ottantanove. I numeri di Fibonacci sono presenti anche in altre piante come il girasole; difatti i piccoli fiori al centro del girasole (che è in effetti una infiorescenza) sono disposti lungo due insiemi di spirali che girano rispettivamente in senso orario e antiorario. I pistilli sulle corolle dei fiori spesso si dispongono secondo uno schema preciso formato da spirali il cui numero corrisponde ad uno della successione di Fibonacci. Di solito le spirali orientate in senso orario sono trentaquattro mentre quelle orientate in senso antiorario cinquantacinque (due numeri di Fibonacci); altre volte sono rispettivamente cinquantacinque e ottantanove, o ottantanove e centoquarantaquattro. Si tratta sempre di numeri di Fibonacci consecutivi. Peraltro, se si disegna un rettangolo con i lati in rapporto aureo fra di loro, lo si può dividere in un quadrato e un altro rettangolo, simile a quello grande nel senso che anche i suoi lati stanno fra loro nel rapporto aureo. A questo punto il rettangolo minore può essere diviso in un quadrato e un rettangolo che ha pure i lati in rapporto aureo, e così via. La curva che passa per vertici consecutivi di questa successione di rettangoli è una spirale (detta di Fibonacci) che troviamo spesso nelle conchiglie e nella disposizione dei semi del girasole sopra descritta e delle foglie su un ramo, oltre che negli alveari delle api;

3) La Vesica Piscis. La Vesica Piscis è formata dall’intersezione di due cerchi o sfere i cui centri si toccano esattamente. La forma dell’occhio umano stesso è una Vesica Piscis. Era molto apprezzato da numerosi artisti del Rinascimento che usavano ampiamente questa forma nell’arte e nell’architettura. Il rapporto tra gli assi della forma è la radice quadrata di 3, che allude alla natura più profonda della triade che non può essere adeguatamente espressa dal solo linguaggio razionale;

4) il Cubo di Metatron. Formato dalla rappresentazione di 13 sfere i cui centri sono uniti e collegati da precise linee. L’incontro di queste Linee dà vita alla raffigurazione tridimensionale di tutti i 5 “Solidi Perfetti” o “Solidi di Platone”: il cubo, il tetraedro, l’icosaedro, il dodecaedro e l’ottaedro. Concentrandosi sulla struttura, diventano visibili seguendo gli spigoli che partono dai centri delle circonferenze. Inoltre è presente per ciascuno dei Solidi una doppia rappresentazione: una più grande a partire dalle 6 circonferenze più esterne e una a scala ridotta con le circonferenze più interne. Il cubo assomiglia alla proiezione tridimensionale del cubo a quattro dimensioni, o tesseratto. Questo simbolo rappresenta il completamento dell’opera creativa del mondo ed è strettamente collegato al Fiore della Vita, perché permette il passaggio dalla bi-dimensionalità alla tri-dimensionalità. Infatti è dalla figura bi-dimensionale dell’esagono in un cerchio che si può leggere la tri-dimensionalità del cubo. All’interno del “Cubo di Metatron” sono inscritti i cinque solidi platonici, che sono espressione di tutte le possibilità di manifestazione del cosmo, essendo radici dell’Universo. Essi sono: cubo, tetraedro, ottaedro, icosaedro, dodecaedro. Tutti i solidi platonici derivano dal cubo, per cui il suo valore simbolico è di Matrice, di Verità, in quanto da ogni parte lo si osservi, appare sempre uguale;

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5) Il Fiore della Vita. Inciso indelebilmente sulle pareti del tempio dell’Osirion ad Abydos, è Simbolo di “Inizio”, di quello che è vita e di ogni cosa. E’ lo schema della genesi in cui tutto c’è e da cui tutto parte. E’ costituito da una Sfera centrale il cui centro coincide con l’intersezione di sei sfere costruite attorno ad essa. Continuando con questa regola e seguendo una simmetria esagonale, si giunge al completamento dell’immagine. In totale i cerchi disegnati per intero sono 19, con i centri disposti su 9 linee parallele orizzontali, oppure visualizzabili su 7 piani disposti in altezza con il più alto rappresentato dal cerchio centrale del Fiore e gli altri disposti in profondità. Se si contano invece tutti i cerchi, anche quelli rappresentati solo in parte, il conteggio arriva a un totale di 30 Cerchi completi. In questa costruzione è possibile vedere il simbolo della “Vesica Piscis” che è formato dall’unione di due cerchi con lo stesso diametro, i cui centri si trovano ognuno sulla circonferenza del cerchio opposto. Si aggiunge poi un terzo cerchio, delle stesse dimensioni, che ha il centro coincidente all’intersezione dei primi due andando così a formare il simbolo del “Tripode della Vita”. Anche la cornice è parte dell’immagine: è formata da 60 triangoli con i lati curvi, quasi a formare delle vele, con i raggi che sono il prolungamento dei 19 cerchi principali. Unendo i centri di ogni sfera è possibile disegnare tutti i 5 “Solidi Perfetti” o “Solidi di Platone”: il cubo, il tetraedro, l’icosaedro, il dodecaedro e l’ottaedro. Questi sono la visualizzazione bidimensionale di tutte le forme che le molecole possono assumere e rappresentano quindi tutte le configurazioni che la materia che compone l’universo può avere. E’ anche immagine dei modelli delle possibili realtà e creazioni che si ripetono in tutti gli elementi della Natura e nell’Uomo. Il Fiore della Vita nelle sue forme precise e regolari contiene la frequenza della vita e ne rappresenta l’unità, trasmettendo energia di perfezione e armonia. In tutte le culture la sfera, nella sua perfezione, rappresenta il Tutto o il Vuoto, il Dio, lo Spirito Cosmico. Il cerchio centrale del Fiore, in cui all’interno si formano i disegni di tre 8, uno orizzontale, uno verticale e uno obliquo, concentra vibrazioni cosmiche e convoglia nel suo interno, il quale a sua volta irradia all’esterno l’energia ricevuta, armonizzandola ed amplificandola;

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6) L’Albero della Vita cabalistico. E’ formato da dieci sfere (Sephiroth) intese come attributi di Dio e legate all’Uomo Cosmico Primordiale (uomo interiore o Cristo). L’Albero presenta tre sezioni verticali formate da tre sephiroth (escludendo Malkuth-Regno), e si basa su una sequenza 3-3-3. Può essere ricavato dal Fiore della Vita in cui è perfettamente contenuto;

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7) Yantra. Simbolo costruito dall’intersezione centrale di numerosi archi, sviluppati in senso orario ed in senso antiorario. Tutte le curve presenti hanno il medesimo raggio. Può anche essere presente una cornice di forma geometrica con costruito un rettangolo aperto su ognuno dei lati a formare una T. A questo grafico di partenza possono essere aggiunte anche serie di circonferenze concentrice, che hanno come raggio la distanza che va dal centro del simbolo alle intersezioni degli archi. Sono disegni che si trovano. E’ sempre possibile trovare triangoli, rappresentazione base e fondamentale presente in ogni cosa. Alcuni di questi sono orientati verso l’interno e alcuni sono orientati verso esterno, questo dà senso di movimento e alternanza, come in una frequenza armoniosa. Il fenomeno dei Crop Circles, di recente ormai esaurito, per 20 anni ha esaltato proprio la sacralità delle forme mistiche, rammentandone l’importanza all’intera umanità.

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8) La Spirale. E’ una delle forme geometriche più diffuse in Natura ed uno dei simboli più frequentemente rappresentati (dalle pareti delle grotte primitive ai vasi classici, dai templi iniziatici alle cattedrali, dai monili sacri fino ai moderni crop-circles); riprendendo la simbologia del Cerchio con un’ulteriore dimensione di sviluppo dinamico, ben simboleggia il fluire del tempo, i cicli del cambiamento, la dinamicità dello scorrere dell’energia universale. La Spirale indica espansione, crescita, sviluppo (ed il loro contrario), rappresenta la forza dinamica primaria che sta all’origine della Creazione e dunque il potere creativo dell’Universo che emana dall’Ombelico del Mondo (Omphalos). E’ simbolo di vita eterna, del flusso dell’acqua e degli eventi, della continua creazione e dissoluzione delle forme, del passaggio tra vita, morte e rinascita; nella forma del Labirinto rappresenta i profondi meandri della mente. Ritroviamo il magico potere della Spirale in molte Danze Sacre, mediante le quali il danzatore cerca di entrare in intima connessione con il flusso della Vita e di riavvicinarsi allo Spirito, Fonte Divina della Vita stessa. La Spirale rappresenta il naturale movimento dell’energia universale. La Spirale che ritroviamo ovunque in Natura è la Spirale Logaritmica (scoperta da Cartesio nel 1638) il cui moto prosegue indefinitamente sia verso l’interno che verso l’esterno e si sviluppa secondo le proporzioni auree, cioè risulta iscritta in un rettangolo i cui lati stanno tra loro in rapporto di 1,618, il Phi cui abbiamo già accennato.

9) La Stella a sei punte. Detta anche Esagramma, Sigillo di Salomone, in ebraico Magen David (scudo di Davide) è connessa alla simbologia del numero 6 (ma anche del 7 se contiamo il punto centrale e rappresenta una figura di equilibrio e bilanciamento di forze. La forma, costituita da due triangoli simmetrici ed intrecciati, richiama l’interrelazione e la compenetrazione della polarità celeste-spirituale-solare (triangolo rivolto in alto) e tellurica -materiale- lunare (triangolo rivolto in basso), l’unione del macrocosmo con il microcosmo, del cielo con la terra, dell’uomo interiore con l’uomo esteriore.

10) Architettura Sacra. Quando le forme terrene rispecchiano le armonie celesti del Piano Noumenico vengono invocate le Forze Divine ed è così che le Leggi di Natura risultano a disposizione della crescita e del benessere degli individui, della società e del pianeta. Quando le armonie sottili non vengono rispettate l’essere umano tende ad ammalarsi, le società e lo stesso pianeta vivono dei pericolosi squilibri. Da millenni i custodi della Saggezza Tradizionale, una saggezza senza tempo, guidano le proprie comunità nella creazione di insediamenti e costruzioni in grado di inserirsi armonicamente nell’ambiente e di canalizzare positivamente le energie sottili. La Geometria e la Matematica Sacra vengono così ad applicarsi all’architettura di case, templi e villaggi come pure alle creazioni artigiane dei Maestri d’Arte. Le conoscenze della Geometria Sacra sono state applicate fin dalle prime costruzioni megalitiche (sorte lungo le linee di energia della Madre Terra) e, in generale, in tutti gli edifici sacri per permettere una migliore connessione con il Divino. Nei templi antichi, ad esempio, l‘orientamento era sempre verso Oriente (Sole che sorge = Divino che rinasce); la facciata era incorniciata da due colonne centrali che indicavano la dualità presente nella materia (che deve essere trascesa nell’avvicinandosi all’Uno, simboleggiato da un tabernacolo o da un altare al centro degli assi della costruzione); la pianta era quadrata o rettangolare con i lati in rapporto 1:2 a rappresentare la dimora terrestre di Dio, oppure circolare a simboleggiare la perfezione della Creazione; non di rado era presente la figura dell’ottagono che indicava la transizione dal quadrato al cerchio, ossia dalla terra al Cielo, simboleggiando perciò la risurrezione e la rinascita (come nei battisteri cristiani o nelle croci stellate templari); inoltre nello sviluppo dell’edificio era sempre presente un elemento ascensionale (struttura piramidale, frontoni a cuspide, campanili, tensione in altezza delle chiese gotiche, ecc.) a rappresentare il ritorno verticale a Dio, e gli esempi potrebbero continuare…

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Bibliografia

Nigel Pennick, Sacred Geometry: Symbolism and Purpose in Religious Structures.

George Lesser, Gothic Cathedrals and Sacred Geometry, Londra, A. Tiranti, 1964 [1957].

Robert Lawlor, Sacred Geometry: Philosophy and practice, Londra, Thames & Hudson, 1989 [1979]

Michael S. Schneider. A Beginner’s Guide to Constructing the Universe: Mathematical Archetypes of Nature, Art, and Science. Harper Paperbacks, 1995.

Gyorgy Doczi, The Power of limits

Stephen Skinner, Sacred Geometry

 

 

 

 

LA LEGGE MATEMATICA NASCOSTA DELLE FORME (per uno studio sulla Geometria Sacra)ultima modifica: 2019-02-15T16:53:57+01:00da mikeplato
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