La Tradizione secondo l’Archeosofia

TRADIZIONE ARCAICA E FONDAMENTI DELL’INIZIAZIONE ARCHEOSOFICA

La sete di conoscenza, presto o tardi, in una età o nell’altra, affiora alla mente con le sue eterne domande: “Chi siamo? Perché viviamo? Dove andiamo? Abbiamo un’anima che sopravvive alla dissoluzione del corpo o perisce con esso? Esiste, dopo la presente, un’altra vita? Sarà migliore o peggiore di questa? Vi è un Dio sopra di noi che guarda e veglia amoroso ed esigente, al quale dobbiamo rendere conto di tutto, dei pensieri, delle parole e delle azioni? Vi è un premio per chi fa il bene ed una punizione per chi compie il male? C’è, per chi soffre nella povertà è nella malattia, privo di affetti e di assistenza, una ragione logica, oppure sussiste solo ed unicamente la materia in movimento con la sua dialettica inesorabile e lo sconfortante eterno divenire privo di finalità?”. Ecco l’assillo che in agguato aspetta in fondo alla coscienza di ognuno e appare in tutta la sua enigmatica spettralità nei momenti di sconforto, di solitudine, di dolore, o davanti al dramma della morte. Chi ha fede dice a se stesso: l’uomo come individuo spirituale viene da Dio e ritorna a Lui, ma ritorna qualitativamente cambiato in sapienza e amore quando ascolta la parola dell’Onnipotente. Chi ha fede dice anche che l’ostinato nell’ignoranza e nella cattiveria smarrisce la via del ritorno, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Quindi la domanda: “da dove viene e dove va l’uomo”, è un problema risolto da un pezzo per la categoria dei credenti, ma non per tutti. Dei resto, la sola fede non basta quando si tende alla scienza e alla tecnologia o a tutto ciò che ha sapore di misurazione e di dimostrazioni obiettive, concrete e tangibili.Per coloro che si pongono tutte queste domande, ma vogliono i fatti, noi proponiamo l’Archeosofia. Che cos’è l’Archeosofia verrà ampiamente spiegato nel senso introduttivo da questo quaderno. Per il momento basti saperne il significato etimologico, dal greco Archè che vuoi dire Dio, Principio dei Princìpi, e Sofìa; che corrisponde a scienza, sapienza. San Paolo di essa tramanda una raffinata definizione nella prima lettera ai Corinzi, 2:6-16, ed ai Colossesi, 1:26. Ecco quanto dice:”Tra i perfetti noi parliamo di sapienza, ma non di sapienza di questo mondo, né dei potenti di questo mondo che vengono distrutti, bensì parliamo di una sapienza di Dio (= Archeosofia) avvolta nel mistero che è stata nascosta, e che Dio predestinò prima dei secoli per la nostra gloria”. L’Archeosofia vuoi dare al mondo – in base a tre esperimenti scientifici – la prova già acquisita che lo spirito dell’Uomo (in senso generico chiamato anima), l’Io o Uomoforza, sopravvive al disfacimento corporale e si manifesta dopo la morte spontaneamente e tangibilmente quando e ove si verificano le condizioni “ecologiche”, cioè l’influsso ambientale che i tre esperimenti hanno da tempo specificato. Questi tre esperimenti utilizzano tecniche o metodi ben precisi, per sollecitare i seguenti fenomeni: 1)La bilocazione o sdoppiamento dell’Io volitivo, emotivo e pensante del corpo, che rimane allo stato vegetativo per un tempo fissato dallo sperimentatore. La bilocazione può avvenire sul piano fisico o tridimensionale, o su quello soprasensibile pluridimensionale (Aldilà). Essa ha diverse funzioni, fra le quali quella esplorativa;2)Esperienza del ricordo di alcune vite passate a conferma dell’ipotesi della reincarnazione; identificazione di luoghi geografici, oggetti, nomi e quanto interessa le vite anteriori; 3)Le comunicazioni spiritiche e ultrafaniche mediante i sensitivi e i medium spontanei e allenati con le tecniche archeosofiche. Ovvero l’utilizzazione dei messaggi dell’Aldilà. Questi tre esperimenti (le cui modalità di svolgimento sono oggetto dei nostri quaderni), forniscono le prove inconfutabili e scientifiche della sopravvivenza dell’anima umana, a conferma di quanto affermano le Chiese di tutti i tempi in base alle verità svelate da Dio all’Uomo. “Archcosofica” come scuola con sede in Roma, è stata fondata da Tommaso Palamidessi il 29 settembre 1968. Essa indica altre tecniche che hanno nuove finalità superiori ai tre sunnominati esperimenti. Si tratta di metodi psico-somatici e strumentali per aiutare lo sviluppo e la trasmutazione dell’essenza stessa dell’Io in vista di un itinerario di autosuperamento, di autocoscienza e di viaggio verso il più sicuro e felice dei rifugi: Dio. L’uomo sul piano terreno ha sete di verità, di conoscenza, di libertà, d’amore totale e di spirito di conservazione. La stessa persona umana quando avrà le prove della sua sopravvivenza, con tutte le conseguenze che essa comporta, allora vorrà difendere ad ogni costo tale sopravvivenza nelle migliori condizioni possibili, non come spirito errante e confuso, ora in un corpo di carne nell’aldiquà ora nell’immenso oceano cosmico dell’Aldilà, ma come un Io personale deificato, che al termine dei suoi giorni può partire sicuro e tranquillo non come astronauta, ma come Teonauta, per sbarcare nel Regno dei Cieli ove Dio lo attende da sempre.

Questo viaggio richiede due interventi: Dio dall’alto, noi dal basso: Grazia divina e ascesi umana. Riepilogando, “Archeosofica” avvia il ricercatore alla sperimentazione che gli consente la certezza che la sua anima sopravviverà dopo la morte e in quali condizioni verrà a trovarsi nello stato dell’Aldilà. Potrà sapere chi è stato in altre vite, e perciò sarà in condizione di capire il significato delle vicende, delle attitudini, dell’ambiente nella sua attuale esistenza, correggendosi ed evitando di commettere nuovi errori. Inoltre potrà mettersi in contatto con spiriti di grande statura spirituale per essere aiutato, consigliato, ispirato secondo la Volontà e l’Intellìgenza di Dio. Ma oltre a queste possibilità, con “Archeosofica” si hanno i metodi per diventare diversi, dotati di facoltà nuove, superuomini e superdonne, Santi, Adepti già in vita. Leggete queste pagine, pensatele e ripensatele. Fatele vostre. Proseguite in modo sistematico, energico con la lettura dei quaderni da noi programmati e insistete con gli esercizi. L’arte, la scienza, la mistica e la paramistica (Via degli Adepti) si prendono con la forza, con la tenacia, con il coraggioso allenamento di ogni giorno, con fiducia e speranza. Il lavoro archeosofico è simile all’impresa del fonditore: il suo oro nel crogiuolo diventerà fuso e puro quando avrà portato il metallo al calore della fusione. Archeosofia, tradizione arcaica e Iniziazione L’Archeosofia è la conoscenza integrale, è la saggezza arcaica o, in altri temini, la “Scienza dei princìpi”. Come già detto, essa deriva dalle voci greche archè = principio, e sofìa = sapienza. L’Archeosofia facilita la conoscenza dei mondi superiori tramite lo sviluppo nell’uomo di nuovi sensi definiti spirituali. Gli Archeosofi costituiscono nel mondo moderno della cultura scientifica, filosofica, religiosa, artistica, politica e filologica, una libera e volontaria fratellanza di persone di sesso diverso, che vogliono coltivare la vita dello spirito in se stesse e nella società, sulla base della conoscenza integrale del mondo fisico e spirituale. L’Archeosofia non è soltanto una filosofia che spiega l’origine e il fine dell’uomo e dei cosmo di cui fa parte, ma è innanzitutto un metodo sperimentale puro; essa non perde mai di vista che la filosofia è stata il surrogato, sovente insicuro, del sostegno morale e intellettuale dell’uomo, che assiste impotente alla propria e altrui caducità dalla nascita alla morte. Essa ritiene che la filosofia è nata quando l’uomo perdette il contatto spirituale con l’Assoluto o Arkè, ossia non appena il dialogo e la vita d’unione con Dio si fecero sempre più offuscati, frammentari e dubbi. La filosofia divenne lo strumento, in certo qual modo, per formulare l’ipotesi di lavoro, la via teoretica per ritornare all’Arkè, piena di stridenti contraddizioni. Perciò l’Archcosofia, prima di farsi filosofia, è sperimentazione continua, è conoscenza profonda di noi stessi (gnosi), della natura e di Dio; è il reinserimento nella Tradizione Primordiale, quale contatto vero, reale e vivo con i mondi soprasensibili. L’Archeosofia è oggi l’unica via e scala possibile per attuare un’ascesa graduale, ed è l’unica organizzazione che assicuri l’assistenza iniziatica ai suoi associati.Chi espone la dottrina ha osservato una disciplina, dei regimi di vita ascetica, ha fatto quanto è stato in suo potere e gli è stato consentito di fare, per cui ha constatato con i suoi occhi, e non con quelli di un altro, che l’uomo non muore con la dissoluzione della carne, ma continua le sue esperienze in altri mondi, e quando è necessario ritorna sulla terra in altri corpi nelle diverse epoche storiche; che paga in base alla Legge della Giustizia cosmica, e coopera, secondo le sue capacità, all’evoluzione propria e dei regni: vegetale, minerale, animale e umano.L’Archeosofía, prima di diventare dottrina, è stata ed è esperienza che fa risalire ai primi princìpi, attraverso la pratica di numerose ascesi, ognuna delle quali, come vedremo, con caratteristiche diverse, ma con finalità convergenti verso l’Assoluto.Una delle esperienze di queste ascesi è la morte apparente volontaria, lo sdoppiamento o fuoriuscita dell’uomo energetico dal corpo fisico, per visitare, esplorare e prendere contatto cosciente con i diversi piani o mondi e con i loro guardiani e abitanti: sdoppiamento o viaggio di andata e ritorno in piena coscienza.

L’Archeosofia è perciò una filosofia a posteriori, perché gli sperimentatori che fanno parte dei suoi gruppi hanno scoperto e imparato i veri metodi psicobíofisici e spirituali per calcare uno ad uno i gradini delle diverse e numerose iniziazioni’. Quando diciamo che assicurano l’assistenza iniziatica agli associati intendiamo dire che fra noi si è formato un gruppo specializzato e particolarmente dotato, pronto a dare a chi la chiede, e ne ha la qualità, la così detta Iniziazione Orizzontale o Umana. La proiezione di forze psicobiofisiche dall’Iniziatore all’iniziando è la condizione prima per rendere possibile l’Iniziazione Verticale, dall’Alto direttamente dalle divine energie. Per ricevere la visita d’amore nell’intimo dello spirito dal Re degli Universi, è sempre indispensabile l’aiuto di qualcuno qualificato: l’Iniziatore – autentico strumento di un reale “Corpo Iniziatico” – che abbia la potestà di aprire e chiudere con le apposite chiavi le porte dell’uomo tutto intero, composto di corpo fisico, corpi energetici, Eros, Anima emotiva e Spirito. Si tratta, in ultima analisi, di una operazione delicata e di somma abilità, vero atto di psicurgia, intervento di responsabilità per il quale si chiedono, oltre alla competenza, un efficace potere iniziatico purificatore.Tradizione Archeosofica e unità delle religioni vanno pienamente d’accordo, perché l’idea fondamentale sulla quale poggia la nostra scienza sperimentale dello spirito, è quella di una Tradizione universale e primordiale dalla quale sono sgorgate tutte le religioni, e di cui le filosofie sono una espressione minoritaria e parziale, che rappresenta tutto il travaglio dell’umanità per avvicinarsi all’unità religiosa nel corso di migliaia di anni ad oggi. Questa Tradizione è costituita da un insieme di princìpi permanenti e trascendenti, la cui origine è solo in parte umana, e non sono suscettibili di evoluzione, appunto perché princìpi permanenti e trascendenti. Questa Tradizione è qualcosa che è stato trasmesso da uno stato anteriore del genere umano al suo stato attuale. La Tradizione primordiale è l’Archeosofia stessa, ovvero la Conoscenza integrale che doveva essere concessa al così detto Uomo dell’Eden, e che Mosè, già istruito nella tradizione dagli Egiziani, indica in certo qual modo simbolicamente nell’Albero della Vita, difeso dalla spada infuocata del Cherubino. Troviamo tracce di questa tradizione sia nei “Misteri Minori” sia in quelli “Maggiori” del paganesimo, e in quelli della Chiesa Cristiana dei primi secoli, nell’Islamismo, nel Vedanta, ecc. Le religioni costituite sarebbero semplicemente una degradazione della tradizione vera, e per questo esse sono un aspetto popolare o esteriore e deteriore (essoterico), una volgarizzazione, una esteriorizzazione di una conoscenza esoterica o iniziatica, riservata per necessità a un gruppo incaricato di trasportare e trasmettere agli uomini di buona volontà, che nel corso dei tempi avrebbero dimenticato e in parte falsato. Tuttavia, chi saprà scoprire il senso archeosofico del Cristianesimo anche attraverso lo studio dei testi, della liturgia, dei dogmi ad uso popolare, si renderà conto che alle origini Gesù Cristo aveva dato ai suoi Discepoli le Chiavi della Tradizione Arcaica, cioè dell’Archeosofia, e perciò dell’Ascesi veramente totale, cioè dell’Ascesi biofisica, mistica nel senso superiore e iniziatica. Gesù parlò un linguaggio exoterico o popolare, e un linguaggio esoterico riservato ai pronti. Realtà confermata da una vasta letteratura e da una trasmissione orale che noi conosciamo, e le cui radici affondano nella buona terra dei primi Padri del I, II, III, IV secolo, quando viva e fresca era la fonte della Tradizione apostolica con San Giovanni Evangelista, Giacomo, Pietro, Paolo, Giustino, Panteno, Clemente Alessandrino, Origene, San Basilio. E che altro mai vollero dire uomini come San Basilio, Padre della Chiesa Greca, vissuto a stretto contatto con i Monaci iniziati di Oriente, nell’anno 374 in Cesarea di Cappadocia, l’attuale Kaisarije d’Anatolia: “Noi riceviamo i dogmi che si sono trasmessi per diritto e quelli che ci sono venuti dagli Apostoli sotto il velo e sotto il mistero di una tradizione orale. Come potrebbe venir diffuso pubblicamente quel che ai non iniziati è vietato contemplare? … Appunto per questo molte cose sono state trasmesse senza scrittura … ” (Trattato del Santo Spirito, XVIII). E Clemente in Stromata 1, cap. XII, specifica: “Poiché la tradizione sacra non potrebbe essere cosa comune e pubblica, almeno se ci si rende conto della grandezza del suo insegnamento, è necessario nascondere “questa saggezza espressa nel mistero”, che il Figlio di Dio ci ha insegnata”. Dopo aver ricordato che esistevano presso gli ebrei degli insegnanienti orali, dopo aver passato in rassegna la filosofia greca: “La Gnosi è un deposito pervenuto per trasmissione a pochissimi uomini: essa è la “Saggezza” e fu comunicata oralmente ad alcuni Apostoli che l’avevano ricevuta dalla bocca stessa del Figlio di Dio” (Stromata, VI, 7). Clemente fu sostituito dal suo discepolo Origene nel 203, per continuare l’opera del Maestro. Origene, nella sua opera polemica Contra Celsum, conferma l’esistenza di una dottrina segreta dentro la Chiesa Cristiana, divisa in sezione essoterica, o esterna, e sezione esoterica, o interna: “Bisogna tenere in serbo il real segreto … ” (V, 19).L’esoterismo cristiano è nella sua essenza la messa in luce della Tradizione Arcaica, ed è sempre esistito da Cristo ad oggi, per quanto la Chiesa di Roma ed i Protestanti non abbiano mai acconsentito a riconoscerlo. Con ciò non si esclude l’importanza e l’utilità di un Cristianesimo popolare, perché alla stregua di molte altre religioni, costituisce un primo passo sulla via che conduce all’Iniziazione.L’exoterismo della religione, ha la funzione di trasmettere esteriormente un complesso di verità, simboli e riti diventati incomprensibili e misteriosi agli stessi ecclesiastici, che ne hanno perduto il significato lungo la strada percorsa per ammaestrare le genti dall’intelletto addormentato. È compito della Scienza Sacra, della metafisica degli Iniziati, il tradurre il senso nascosto del simbolo, liberare il seme dalla scorza e condurre l’uomo più in alto, allo stato superiore della reintegrazione edenica, ovvero della realizzazione di se stesso come Figlio di Dio, a conferma di quanto dissero le Scritture: “Siete Dei e Figli di Dio”. La dottrina archcosofica è ferma nel distinguere exoterismo da esoterismo, e ritiene questi due aspetti della verità complementari l’uno dell’altro. La grande via comune a chiunque è la religione exoterica; al gruppo evoluto, più avanzato, spetta il diritto di conoscere e realizzare ben altro, secondo la gerarchia dei valori spirituali. Per giungere alla Conoscenza non tutti hanno le attitudini o le qualificazioni più idonee. Tito Flavio Clemente di Alessandria e Basilio di Cesarea lo hanno fatto intendere con chiarezza. Ma la religione completa di cui fa parte ogni norma sociale e legislativa, sono l’essoterismo e l’esoterismo. L’Archeosofia è la religione completa, perché unifica tutte le religioni, le decifra, fa vedere la Rivelazione progressiva dei Profeti e degli Avatar, l’ultimo dei quali è stato il Cristo. Del resto è innegabile che la pluralità delle religioni può avere un significato provvisorio, mentre l’uomo man mano che avanza ha bisogno della conoscenza pura offerta dall’esoterismo, perché quest’ultimo, offre i mezzi e le tecniche più adatte per conoscere e salvarsi.Le tecniche archcosofiche hanno molti punti in comune con i Misteri Orfici e Pitagorici, con i Misteri Egiziani e le pratiche meravigliose, sempre attuali in ogni latitudine e in ogni tempo, degli Esseni, dei Kabbalisti e degli Alchimisti, con i metodi Yoga, e degli Esicasti dei Monte Athos e di Kalambaca, dei Sufi islamici, ma vanno ancora oltre. Lo saprete se seguirete con fermezza quanto verremo ad esporre attraverso la trasmissione scritta e orale. Quando parliamo dei mezzi per raggiungere la conoscenza pura, intendiamo riferirci alla Via che dalla religione ci conduce verso una conoscenza nuova, veramente completa. La Via è il raggio che va dalla periferia al centro, dall’umano al divino. Sulla circonferenza vi possono essere innumerevoli raggi quanti sono i punti, ma sempre convergenti al centro. Tutti questi raggi sono altrettante vie o metodi esoterici adatti agli esseri piazzati nei differenti punti della circonferenza, coerentemente con la diversità delle loro nature individuali. Per questo è scritto nella Bibbia e nel Corano che le vie verso Dio sono numerose quanto le anime degli uomini. Ma il centro, cioè la Verità, Dio, è uno Solo, come uno è lo scopo degli aspiranti alla Verità. Il vero Archeosofo è senza discussione (parliamo in base alla nostra esperienza personale) colui o colei che conosce per mezzo di Dio, ma per induzione, poiché Dio può essere conosciuto soltanto da Lui stesso. L’Iniziato, se vuole partecipare alla vita spirituale dell’Assoluto, deve accordare le sue corde con quelle dell’Altissimo. La risonanza ha le sue leggi tassative, e per realizzarla devono scomparire in certo qual modo gli attributi creaturali, onde lasciar sussistere soltanto quelli permanenti di Dio, con i quali l’Uomo libero troverà la sua vera ragion d’essere. A tanto condurrà la catarsi, cioè la purificazione archeosofica. La Tradizione alla quale abbiamo accennato è un fiume di acqua viva che viene da una sorgente unica filtrata attraverso gli ispirati, i Profeti e coloro che furono più che profeti, e l’essoterismo con l’esoterismo procedono direttamente dal loro insegnamento e dalla catena di trasmissione iniziatica che risale ad essi. Il cerchio è grande, il centro è uno solo, e dal centro la Tradizione Arcaica è arrivata agli uomini e alle donne inclini e maturi per accoglierla attraverso numerosi raggi: Ram, Abraham, Mosè, Elia, Pitagora, Ermete Trismegisto, Platone, Socrate, Plotino, Clemente Alessandrino, Origene, e tanti, tanti, molti altri. Poi vi sono le trasmissioni filtrate attraverso i più idonei dell’India, della Grecia, della Cina, della Palestina, dell’Italia, alcuni dei quali sono già stati nominati. Ora, malgrado si siano avuti parecchi intermediari e vie iniziatiche, si tratta in tutti i casi di adattamenti e di centri che risalgono alla stessa fonte. Ciò è valido per le Sacre Scritture dei Veda, le Upanishad, la Baghavad Gita, il Corptis Hermeticum, il Corano, ecc. Le Sacre Scritture hanno gli esegeti, cioè gli interpreti esterni ed interni. Vi sono i competenti per il solo aspetto exoterico che si affidano ai procedimenti linguistici, teologici, logici letterali, ma vi sono anche altri competenti o esperti per decifrare il lato nascosto, i dottori esoterici. Si tratta di due campi d’azione nettamente differenti, tra i quali non dovrebbero esserci conflitti, ma cooperazione e integrazione. Nel Cattolicesimo manca questa cooperazione. Eppure l’esoterismo prende per base e punto di sostegno l’essoterismo, cioè la religione, la teologia, la sua liturgia nella forma popolare, perché in realtà sono i due aspetti di una stessa dottrina. Tutto è duale in alto e in basso. I Vangeli e il Vecchio Testamento indicano il duplice aspetto delle cose. Il simbolismo del numero “due”, dovrebbe far smettere di negare il secondo volto della religione. Negare l’altra faccia della religione, non far niente per essa, o tanto peggio combattere il messaggio degli Iniziati che da secoli avvertono sulla necessità dell’esoterismo, significa dividere i fratelli. Eppure Gesù Cristo, l’ultimo Messia in ordine di arrivo sulla terra, non ha negato i princìpi fondamentali degli antichi Misteri, grandi e piccoli, celebrati nei Templi dell’Alta Iniziazione, non ha tolto il valore alle purificazioni e alle spaventose prove che sperimentarono Orfeo, Socrate, Apuleio, Virgilio, Omero, Plutarco, e altri, perché Gesù ha ripresentato gli analoghi Misteri Orfici, di Mithra, ecc., le medesime celebrazioni Massoniche, le consimili esperienze dell’antico Egitto, ma secondo una nuova rivelazione (cfr. Gould Robert Freke, “The History of Freemasonry”, Edinburgb, in 6 vol., 1887). Nei Santuari dell’India, Egitto, Grecia, il discepolo era messo dal suo istruttore in uno stato di sonno letargico per tre giorni e tre notti, dopo una preliminare catarsi (o purificazione) fisica e morale, digiuni e preghiere. Durante la letargìa l’anima (la quale è composta dai tre princìpi: spirito, anima patetica ed eros, più i corpi sottili, quali il causale, mentale, emozionale ed eterico) si separava dal corpo fisico per un certo tempo, pur rimanendo collegata ad esso attraverso il tenue filo d’argento (vedi in Bibbia l’Ecclesiaste, XII, 6). Fuori dal corpo il doppio, cioè l’insieme dei corpi sottili che si compenetrano, essendo più impressionabile e modellabile, costituiva per l’Iniziatore la materia sulla quale agire con la sua forza mentale, con la sua onda telepatica di uomo saggio. Il Maestro imprimeva delle immagini che operavano sul soggetto per tutta la durata della sua vita.

Queste immagini consistevano in visioni e prove della vita dopo la morte, apparizioni di demoni, mostri, ostacoli da superare, ove avevano la loro parte il fuoco, la terra, l’aria e l’acqua, un giudizio davanti agli Dei e la visione beatifica finale. Il Maestro riusciva ad imprimere indelebilmente la sua volontà, e al risveglio dopo il lungo sonno letargico il discepolo aveva acquisito una saggezza fittizia e la certezza di aver visto l’aldilà, di aver provato la morte e la risurrezione (rinascita spirituale). Con questa suggestione a vita, il discepolo rimaneva strettamente dipendente dal maestro, si considerava due volte nato o rinato. Dopo la venuta dei Cristo, la rinascita spirituale è imposta dall’iniziatore solo in minima parte, perché eccettuata l’influenza ricevuta da bambini nel battesimo da parte del sacerdote e nella Cresima per opera del Vescovo, quando i corpi sottili del neonato o del fanciullo sono ancora impressionabili, è il discepolo che deve cercarla liberamente con lo sforzo personale. La funzione del maestro terreno è il risveglio dell’anima, dello spirito e dell’eros in noi nella Luce di Dio, e in tutto ciò il Cristiano ha il privilegio di trovarsi nell’atmosfera, nell’aura spirituale del Cristo, nel suo “Corpo Mistico”, perché nell’Uomo Gesù è penetrato il Verbo. Vi è ancora dell’altro. Il Cristo è ormai una forza compresente in tutto il genere umano, indipendentemente dall’essere, e lo ripetiamo, essere o non essere battezzati. Siamo tutti “Cristofori”, cioè portatori di Cristo; portatori di una luce latente; una Luce che vuole farci lume lungo il percorso evolutivo fino a Dio. Cristo vuole vederci nutriti con il frutto dell’Albero della Vita perché Egli è un fratello maggiore che ci lascerà autonomi dopo la purificazione, la rinascita spirituale e la reintegrazione. L’iniziazione antica dei pagani si compiva nello stato letargico e per suggestione di un Maestro, ma l’Iniziazione di nuovo tipo, quella insegnata da Cristo, si compie allo stato di veglia, in piena coscienza, liberamente, evitando la dipendenza del discepolo dal maestro, sdoppiandosi con le proprie forze, con la propria volontà, sperimentando un aldilà reale, non suggestivo, non allucinatorio, non ipnotico, ma assistiti dalla Luce cristica interiore e dalla proiezione risvegliatrice dell’Iniziatore terreno e da parte dei Fratelli dei “Corpo Iniziatico”. Quale? Quello dell’Ordine Loto+Croce. Chi muore impuro e non abituato allo scenario degli stati dopo la morte, entra in un mondo dove sarà costretto a provare le paure, le sofferenze e la desolazione del limbo, del purgatorio e dell’inferno. In questo nuovo mondo e nel suo stato di coscienza, anche se la permanenza non è eterna ma transitoria, è pur piena di rischi, di sgomenti, e può dare l’impressione dell’eternità. i rischi consistono nello smarrimento, angoscia, confusione e incapacità di trovare la via verso la Luce di Dio. E allora fuggirà verso una nuova reincarnazione come via di scampo, dopo una crisi fra gli stati del sonno, sogno, le visioni paurose, accusatrici. Né c’è speranza di salvarsi con l’assoluzione e l’assistenza sacramentale da parte dei sacerdote, per chi ricorre ad esso mosso dalla paura di una punizione divina. Anche se tale soccorso è una forma d’Iniziazione in punto di morte, il morente deve avere una preliminare preparazione religiosa ordinaria e straordinaria, exoterica ed esoterica, e l’educazione alle prove dell’aldilà, già qui in vita, quando sì è nella piena coscienza e vigore. La Redenzione di Cristo c’è, ma a condizione di morire Iniziati. I presupposti dell’Ascesi Archeosofica Quando parliamo di “ascesi” intendiamo riferirci a quel processo interiore, a quella lotta che impegna la persona umana a perfezionarsi e a salire i gradini verso l’unione con Dio. L’ascesi è un lavoro faticoso, è l’educazione fisica, morale, psichica e spirituale che spiegheremo nei quaderni del nostro programma. La salita o ascesi poggia sulla conoscenza di leggi, metodi e concezioni confermate dall’osservazione e dalla sperimentazione:

1.il flusso e riflusso della vita universale, cioè la doppia corrente che costituisce il movimento del mondo;

2.l’unità materiale dell’universo;

3.l’evoluzione organica;

4.gli stati di coscienza che con la suggestione e l’ipnotismo differiscono dallo stato ordinario;

5.la pluralità delle forme, cioè l’uomo composto di diversi corpi sottili presieduti da tre princìpi: spirito, anima emotiva ed anima erosdinamica;

6.i centri di forza e la Potenza ignea;

7.l’evoluzione planetaria;

8.la dottrina della reincarnazione;

9.l’unità delle religioni;

10.. i Messia ed il geocentrismo cristico;

11.. lo stato mistico e lo stato oltre o iniziatico, ecc.

Ma a parte queste conoscenze, l’ascesi è fatta di una preparazione dei corpo fisico, dei suoi meccanismi energetici e della sfera emotivo-mentale, perfezionando e portando l’unità psicosomatica a un’apertura verso l’Umanità, il Tutto e Dio. Allo scopo vi sono speciali allenamenti ginnici inerenti tutto il composto umano, ai quali si aggiungono le pratiche della Teurgia, o Magia Divina, e il saggio uso dei ritmi astronomici. Nelle attuali condizioni le religioni ufficiali, anche quelle che hanno in dotazione i Sacramenti, sono inefficaci a garantire la salvezza delle anime e la loro felicità spirituale; né possono fare qualche cosa di concreto e di risolutivo le varie società di cultura esoterica, partite con buone intenzioni e la serietà dei fondatori o delle fondatrici, e insabbiate dai pregiudizi, dalla pigrizia ascetica e dalla scarsità di carità e solidarietà, come pure legate alla insufficienza di preparazione bibliografica fatta di comparazione e sintesi. La loro direzione spirituale è inefficace, la presenza spirituale discutibile. Con ciò non vogliamo muovere delle critiche, perché siamo tutti fratelli e dobbiamo unirci, amarci e lavorare insieme. Il Concilio Ecumenico non è solo delle religioni, ma anche delle società esoteriche. I tempi chiedono la cooperazione di tutti, e noi offriamo una Via sicura, rapida, diretta, verso il superamento del proprio stato morale, psichico, spirituale e biologico. È compito dell’Ascesi archeosofica additare ai suoi aderenti l’itinerario per intraprendere il cammino della perfezione: itinerario che deve occuparsi dell’essere umano completo. La persona umana non è solo anima emotiva, mente-spirito ed eros, ma è anche corpo, ha, insomma, delle componenti materiali. La religione, secondo noi si deve adoperare per la salvezza non di una sola parte dell’uomo, ma di tutto l’uomo. Ciò è confermato da Gesù Cristo che era un medico dei corpi e delle anime, e lo testimoniano le sue guarigioni. Sappiamo che alcune religioni danno troppo rilievo agli elementi materiali, mentre altre puntano, all’opposto, sulla natura spirituale dell’uomo e della donna. Una religione integrale tiene conto di ambedue le componenti, perché se così non fosse voterebbe al fallimento i suoi fedeli che fiduciosi ad essa si affidano. La religione integrale non può essere altro che il cristianesimo esoterico, preceduto da quello exoterico o di massa, popolare. Certo la Chiesa Cattolica, se lo volesse, senza smentirsi potrebbe iniziare nei tempi moderni la seconda parte della missione, quella di presentare l’altro volto del cristianesimo, il suo esoterismo o, se volete, il “Cristicismo secondo una visione archeosofica”. Se un tempo il grande Clemente Alessandrino affermò: “Io passo sotto silenzio certe cose, secondo una scelta premeditata, nel timore di scrivere ciò che ho evitato anche di dire… non vorrei dare… una spada ad un bambino … ” (Stromata – 1, 1, 14, 3), ebbene, oggi la Chiesa potrebbe rompere, sia pure cautamente, questo inutile e dannoso silenzio. Gesù adottava ai suoi tempi il doppio linguaggio, cioè un parlare in pubblico e un dialogare in privato, e diceva: ” Non date ciò che è santo ai cani, e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci, perché non le calpestino coi piedi, e rivoltandosi, non vi sbranino” (Matteo, VII, 6). In duemila anni molte cose sono mutate, per cui non crediamo di essere tutti, indistintamente tutti, dei cani o dei porci. ” Per ogni cosa – dice l’Ecclesiaste (III, 1-7) – c’è il suo momento e di ogni faccenda viene la sua ora sotto il cielo… tempo di tacere e tempo di parlare”.  Oggi, a noi sembra sia venuto il momento di parlare. Per lo meno secondo una certa misura. L’Archeosofia propone un’Ascesi integrale, costituita, cioè, da altre ascesi integrative che enumeriamo come segue:

1) Ascesi fisiologica e psicosomatca, per il benessere fisico e il massimo equilibrio e rendimento del corpo, delle sue energie, allo scopo di farne un tempio dello spirito: premessa necessaria per preparare un buon karma (destino) in vista della risurrezione del corpo” sano e bello.

2) Ascesi sociale, cioè lo sforzo, l’esercizio, l’azione metodica e progressiva per diventare un cittadino perfetto e farsi portavoce di una società nuova poggiata sulle colonne della carità, della non violenza, della reciproca assistenza economica, culturale e spirituale.

3) Ascesi mistica, attraverso un’intensa vita devozionale e di dialogo con la Divinità; processo di trasmutazione interiore che porta all’estasi attiva, alla visione della Luce. È l’Opera al Bianco degli Alchimisti, l’entrata nelle Acque della Vita, il soggiorno dei Santi: preludio di un nuovo stato di superiore salita verso il Regno di Dio.

4) Ascesi teurgica, o progredire con i riti che attirano l’amicizia e l’aiuto di Dio, del Cristo, della Madre, degli Spiriti Angelici aíutatorì, Arcangelici e della Comunione Universale degli Adepti e dei Santi.

5) Ascesi magica, sforzo e azione per dominare le forze della Natura. Si legga la definizione che abbiamo dato della Magia nel nostro Dizionario di Archeosofia.

6) Ascesi cosmica, azione e avanzata verso una sintonia o cosmicizzazione con il tutto: astri, elementi, cieli, ecc.

7) Ascesi sapienziale e iniziatica, o l’innalzarsi spirituale con la Conoscenza e speciali pratiche che conducono ad una trasmutazione interiore ed al salto di qualità. P- la via per uscire dalle Acque del mondo fenomenico, l’andare oltre allo stato mistico, è il cristico camminare sopra le Acque. È la veglia perenne e l’Opera al Rosso dell’Alchimista, cioè lo stato regale di chi è finalmente uscito dal gioco della creazione.

Tutte queste forme di ascesi verranno spiegate come dottrina e come pratica nei successivi quaderni, essendo inopportuno insistere in una trattazione panoramica e introduttiva che ha solo lo scopo di avvertire della esistenza e consistenza di “Archeosofica”. È ovvio che gli argomenti enunciati chiedono la cooperazione didattica di un Maestro vero, che istruisca e chiarisca le idee. Solo così l’allievo si trasformerà in Discepolo o Discepola, e riceverà l’Iniziazione umana progressiva: vero e proprio sacerdozio integrale, apertura della coscienza alle influenze spirituali dell’Iniziatore L’Iniziatore Cosmico è uno solo: il Cristo, Colui che ritornerà per giudicare i vivi ed i morti. Prepariamoci in tempo utile, prima che l’Angelo della Morte venga a bussare alla nostra porta. Egli può arrivare in qualunque momento, ed in qualunque momento dobbiamo essere pronti per il grande viaggio. Sarebbe una grave sciagura non essere già diventati Figli dell’Altissimo, dotati di tutti i poteri dell’Adepto. La carità e la sapienza sono un grande patrimonio, ma non bastano per essere salvi. La traversata dell’oceano astrale implica l’incontro della delinquenza astrale”, le insidie del Guardiano della Soglia, lo stato di sonno e di sogno, la tormentosa oscillazione fra il risveglio e il riaddormentarsi in un mondo di fantasmi, di illusioni, poi il ripiombare in un nuovo corpo qui sulla terra.Solo con le Ascesi si guadagna l’autocoscienza, il ricordo delle vite passate, il cosciente rapporto con la Realtà, perché l’Archeosofia indica con i suoi metodi pratici, sperimentali, come mutare la coscienza, la qualità di questa coscienza, da bestiale in umana e da umana in superumana. (da http://utenti.lycos.it)

La Tradizione secondo l’Archeosofiaultima modifica: 2009-02-24T19:26:00+01:00da mikeplato
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