CIMATICA. LA MATRICE SONORA DELL’UNIVERSO

cimatica

di Ines Curzio

La teoria circa l’esistenza di una matrice sonora innata nell’Universo si fonda sulla convinzion che una configurazione sonora pre-creata e predeterminata sia alla base della materia stessa. Il campo scientifico che si occupa di studiare, sperimentare e interpretare
i diversi pattern sonori e l’impatto del suono sulla materia è conosciuta con il nome di Cimatica, termine applicato dal ricercatore Hans Jenny (1904- 1972), suo fondatore negli anni Sessanta. Per fornire una definizione più esaustiva, la Cimatica è lo studio dei fenomeni d’onda che creano modelli fisici ripetibili (pattern) a seconda della frequenza sonora che colpisce le particelle. In altri termini è lo studio dell’effetto morfogenetico delle onde sonore. Il suo libro “Cymatics: A Study of Wave Phenomenon and Vibration” è l’opera che definisce tutto il lavoro di ricerca da lui compiuto. Nonostante siano numerosi gli studiosi impegnati in questo campo di ricerca, l’argomento continua a presentare diverse zone d’ombra e le prove non sono condivise da tutta la comunità scientifica. Per tale motivo la Cimatica rimane un campo di grande suggestione, ma qualcuno non la considera ancora una scienza a tutti gli effetti, sebbene la teoria risulti di particolare interesse grazie alla sua natura interdisciplinare che rivela punti di contatto con diversi ambiti quali l’arte, la medicina e l’acustica.

L’ONDA SONORA
Prima di addentrarci nei meravigliosi giochi visivi della Cimatica e comprenderne le potenzialità, cerchiamo di capire com’è strutturata un’onda sonora. Tutti i suoni hanno origine dalla vibrazione di un corpo elastico. La vibrazione ha un andamento ondulatorio, ossia descrive un movimento che può essere rappresentato graficamente con un’onda. Tale onda sarà caratterizzata, a seconda delle dimensioni, della natura e dello stato di tensione del corpo elastico che entra in vibrazione, nonché dalla causa che origina tale vibrazione, da alcune grandezze che ne definiscono l’andamento: frequenza (o altezza), ampiezza (o intensità) e timbro. La frequenza è espressa in Hertz. Con l’aumentare della frequenza un suono diviene più acuto, col diminuire diviene più grave. L’uomo è in grado di udire suoni la cui frequenza è compresa dai 20 ai 20.000 Hz. Tale gamma di suoni è chiamata gamma udibile. I suoni la cui frequenza è al di sotto dei 20 Hz sono chiamati infrasuoni (o gamma subsonica). I suoni la cui frequenza
eccede i 20.000 Hz sono chiamati ultrasuoni.

Vediamo ora nello specifico dove affondi le radici questa disciplina e come riesce a rendere visibile l’invisibile. L’idea che possano esistere modelli vibrazionali intrinseci nel mondo naturale risale a secoli fa. Le prime tracce le troviamo in Pitagora, matematico e filosofo vissuto nel VI secolo a.C.. Egli fu il primo a definire le relazioni tra gli intervalli musicali. Utilizzando uno strumento molto semplice, chiamato monocorde, formato da nervi di bue in tensione, osservò che se una corda veniva divisa in due parti uguali, la nota che essa produceva era di un’ottava più alta rispetto a quella prodotta dalla corda intera. Continuando a dividere la corda secondo i rapporti della sezione aurea, ottenne i cosiddetti armonici, ossia la successione di suoni le cui frequenze sono multipli di una nota di base, chiamata fondamentale. All’epoca non poteva conoscere l’importanza di questa scoperta né poteva sapere cosa fosse la frequenza di un suono, né la forma dell’onda essendo impossibile vederla, però ne intuì la portata tanto che scrisse: «Studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’Universo.» Egli sosteneva che i movimenti dei corpi celesti producessero un suono e che questa musica, che lui chiamava “Musica delle Sfere”, potesse essere percepita da un ascoltatore consapevole. Non a caso, nell’antica Grecia il tetracordo era considerato uno strumento in grado di lenire le sofferenze e particolari scale musicali potevano modificare la “geometria del corpo e della mente”. Il pensiero greco relativo al rapporto tra geometria e musica vedremo che è incredibilmente moderno e può essere sintetizzato dal famoso enunciato pitagorico: “La geometria delle forme è musica solidificata”. Spostiamoci nel rinascimento con Galileo Galilei, spesso citato come uno dei primi testimoni del fenomeno che stiamo indagando. In uno dei suoi scritti più famosi, “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo” del 1632, egli descrive le sue esperienze raschiando una piastra di ottone con uno scalpello per pulirlo. Galileo notò che a tratti si produceva un fischio molto acuto e contemporaneamente la comparsa di strisce parallele di particelle di ottone. In assenza del fischio, le particelle restavano immobili e prive di forma. Cinquant’anni dopo, Robert Hooke, fisico, biologo e geologo inglese, oltre che uno dei più grandi scienziati e una delle figure chiave della rivoluzione scientifica, notò modelli nodali creati sul vetro sottoposto a vibrazione. Usando un arco da violino contro una lastra di vetro ricoperta di farina, produsse modelli ripetuti. Nel 1787, circa un secolo dopo le osservazioni di Hooke, il giurista, musicista e fisico Ernst Chladni pubblicò “Entdeckungen über die Theorie des Klanges” (Scoperte nella Teoria del suono). Chladni stava analizzando le “figure di Lichtenberg” quando ebbe un’intuizione. Le figure di Lichtenberg prendono il nome dal fisico tedesco Georg
Christoph Lichtenberg che scoprì questi modelli nel 1777. Egli costruì un elettroforo di grandi dimensioni per generare elettricità statica ad alta tensione attraverso l’induzione. Amministrando una carica ad alta tensione sulla superficie di un materiale isolante come resina o vetro, cosparso con una miscela di zolfo in polvere, minio e tetrossido di piombo, ottenne dei modelli radiali con caratteristiche frattali. Successivamente cercò il modo per registrare questi “pattern” ramificati stampandoli su fogli bianchi. Lichtenberg fu così in grado di trasferire e registrare queste immagini, gettando le basi della futura Xerografia (fotocopie e stampa laser). Grazie a questa scoperta fu anche il precursore della moderna scienza della fisica del plasma. Tornando a Chladni, dopo aver osservato le figure, ebbe l’idea di far scorrere un arco da violino lungo una lastra di metallo cosparsa di sabbia. Notò che le vibrazioni producevano un effetto sulle particelle che si disponevano in schemi, rendendo visibile ciò che le onde sonore generano. Chladni verificò che a uguali figure corrispondevano uguali suoni. Inoltre osservò che a suoni con frequenze basse corrispondevano figure semplici, mentre con frequenze alte si osservavano figure generalmente più articolate e complesse. Chladni dimostrò quindi che il suono influisce sulla materia fisica e ha la capacità di generare motivi geometrici.

I PROGRESSI TECNOLOGICI
Anche se non strettamente legato al suono, non va dimenticato il lavoro sulle onde prodotte dalle frequenze elettriche svolto da due matematici nel corso dell’800. Nel 1815 l’americano Nathaniel Bowditch studiò i modelli creati dall’intersezione di due curve tra loro. Tali figure sono a volte chiamate curve di Bowditch, ma più spesso figure di Lissajous, dal nome del matematico francese Jules-Antoine Lissajous che le studiò a sua volta nel 1857-58. Dobbiamo infine attendere gli anni ’60 per la definizione vera e propria della Cimatica. Hans Jenny lavorò per oltre un decennio con l’obiettivo di creare e studiare i modelli generati dalle vibrazioni sonore. Si basò sugli esperimenti dei suoi predecessori ma, con il progresso della tecnologia, costruì un macchinario ovviamente molto più preciso rendendo gli esperimenti ripetibili, condizione necessaria per la ricerca scientifica.

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IL LAVORO E LA TEORIA DI JENNY
Nel 1967 Hans Jenny, medico, artista e ricercatore svizzero, pubblicò il libro bilingue “Kymatik – Wellen und Schwingungen mit ihrer Struktur und Dynamik” (Cimatica – La struttura e la dinamica delle onde e delle vibrazioni). In questo libro Jenny, come Chladni duecento anni prima, mostrò cosa succede spargendo vari materiali come sabbia, spore, limatura di ferro, acqua e sostanze viscose, su piastre metalliche vibranti. Il risultato sono forme e modelli che variano da quelli quasi perfettamente ordinati e stazionari a quelli che sono in turbolenza, in via di sviluppo, organici e costantemente in movimento. Jenny fece uso di oscillatori al quarzo collegati con piastre metalliche e membrane, abbinati ad una sua invenzione denominata tonoscopio. Il vantaggio con gli oscillatori al quarzo è che si può determinare esattamente altezza e intensità da imprimere all’onda sonora. Inoltre, rende possibile seguire il fenomeno in un continuo susseguirsi di eventi sonori modificando le caratteristiche dell’onda. Il nome cimatica è stato coniato dallo stesso Jenny, il quale si ispirò alla parola greca kyma (κϋμα) che significa onda, urto, intendendo così con cimatica lo studio della dinamica delle onde e dei loro effetti. La Cimatica potrebbe essere tradotta come: lo studio di come le vibrazioni, in senso lato, generano e influenzano modelli, forme e processi in movimento. Tra i primi effetti studiati da Jenny vi è quello morfogenetico, ovvero la capacità
propria dei suoni puri (cioè onde sinusoidali prodotte artificialmente) di creare forme geometriche su superfici esposte a tali suoni. La sabbia realizza le stesse forme complesse e simmetriche, già note con il nome di figure di Chladni. I toni bassi producono tendenzialmente immagini chiare e semplici, mentre i toni alti formano strutture più complesse, anche tridimensionali, con molteplici elementi interconnessi. Ciò che appare sono disegni in costante evoluzione che variano da perfetti, ordinati e fissi, a turbolenti e caotici. Durante i suoi esperimenti, utilizzò differenti materiali e trovò un’enorme varietà e complessità che al contempo
manteneva unità nelle forme, negli sviluppi dinamici, restando sempre in connessione con i modelli matematici già noti riguardo al moto convettivo ascendente e discendente. Con l’aiuto di limatura di ferro, mercurio, liquidi viscosi, sostanze plastiche, spore vegetali, studiò gli aspetti tridimensionali dell’effetto delle vibrazioni con risultati vicini alle strutture presenti in natura. Secondo Jenny, queste strutture sarebbero la manifestazione della forza invisibile del campo vibrazionale ed ogni forma conterrebbe le informazioni sulle vibrazioni che l’hanno generata. Le forme ne ricordano infatti molte altre ben note tra esseri viventi e non viventi. A tal proposito, risultano particolarmente significative le parole con cui lo stesso Jenny descrisse tale fenomeno: «Vedrete molte cose che rispondono a molte domande. Vedrete forme viventi, amebe, creature quasi animali, Sopra: Disegni ottenuti tramite frequenze sonore applicate a sabbie A lato: Pattern tridimensionali con sostanze liquide oppure limatura di ferro vedrete continenti in formazione, la terra stessa emergere, scoppi, eruzioni, esplosioni atomiche, potrete vedere tutto questo e guardarlo davanti ai vostri occhi. Ma tutto deve la sua esistenza esclusivamente e completamente al suono. Il suono è il fattore che lo tiene insieme. Il suono è la base della forma e della sostanza. In principio era la parola e la parola era Dio. Ci è stato detto come il mondo è iniziato e come la creazione ha preso forma.»

IL LINGUAGGIO UNIVERSALE
Oggi, grazie alla fisica, sappiamo che un movimento genera sempre un suono, che esso sia udibile oppure no. Anche i sistemi di atomi, così come le molecole e le submolecole, emettono una frequenza. Tutto viene trasformato in informazione acustica, anche se non la percepiamo. Questo rende la musica un linguaggio comune al microcosmo e al macrocosmo. L’intero universo è una frequenza. Hans Jenny ha avuto il merito di aver portato alla luce principi creativi e ordinatori del suono rendendo visibile a tutti l’impatto delle onde sonore sulla materia. Grazie a lui possiamo dire che la musica è un linguaggio intrinseco alla natura di cui oggi possiamo vedere i simboli. A proposito di simboli, argomento questo altrettanto corposo, è interessante sottolineare che Jenny utilizzò il tonoscopio anche per studiare la forma delle vocali comparando lingue antiche come l’ebraico e il sanscrito, con le lingue moderne. Con le lingue antiche, le figure ottenute erano simili ai simboli sacri dei maggiori archetipi conosciuti. Ci sarebbe da chiedersi quali qualità possiedano le lingue un tempo definite sacre e se abbiano il potere di influenzare e trasformare la realtà fisica così come tramandato da millenni nelle scuole misteriche. Forse troveremo delle risposte nelle ricerche più recenti che si sono spinte
fino a visualizzare l’informazione sonora nell’acqua, nelle cellule, nelle proteine, con immagini ancora più suggestive e tecnologie sempre più avanzate (come il Cymascope), tali da supporre che la Cimatica potrà essere in futuro la nuova Scienza del Suono. A tal proposito non possiamo non fare un breve cenno all’effetto degli studi di Jenny sulla medicina, anche se il campo è vasto e meriterebbe ulteriori approfondimenti. Il maggiore ricercatore è stato il Dr. Peter Guy Manners che ha lavorato per quarant’anni con
un gruppo di scienziati e medici nella ricerca della firma biologica del corpo umano sviluppando oltre 700 commutazioni per identificare le precise combinazioni di frequenze associate a tessuti sani e organi. Ogni commutazione consiste di cinque frequenze armoniche che supportano il corpo nel normalizzare gli squilibri e sincronizzare la frequenza della cellula al suo stato naturale di risonanza vibrazionale. Il Dr. Manners ha chiuso la Bretforton Clinic solo nel 2005. Qui, pazienti provenienti da tutto il mondo hanno beneficiato della terapia cimatica (da non confondere con le terapie a ultrasuoni) con numerosi riscontri in malattie dell’apparato muscolo scheletrico e agli organi. È venuto a mancare nel 2009, non prima di aver affiancato e passato la sua intera ricerca a Mandara Cromwell che continua a portare avanti la ricerca sugli effetti della terapia cimatica. Chiudiamo citando Hans Jenny, le cui parole rappresentano la sintesi migliore per comprendere il valore della Cimatica: «Più ci si occupa di queste cose, più ci si rende conto che il suono è la legge creativa fondamentale e deve essere considerato come la sorgente dell’ordine universale.»

CIMATICA. LA MATRICE SONORA DELL’UNIVERSOultima modifica: 2022-03-02T19:45:53+01:00da mikeplato
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