UNA NUOVA SCOPERTA

Los Angeles: scoperto il testo originale  del discorso di Mosè al popolo ebraico (dal Corriere della Sera 14. 9. 2009)

Studioso rinviene in uno dei rotoli del Mar Morto prima versione del Deuteronomio: e scopre delle differenze

Un frammento di un rotolo del Mar Morto (Ap)
Un frammento di un rotolo del Mar Morto (Ap)

LOS ANGELES (USA) – Dopo oltre 2000 anni sarebbe ora possibile conoscere le parole originarie pronunciate da Mosè al popolo ebraico. Sarebbe infatti nascosto in alcuni frammenti dei rotoli del Mar Morto (la serie di rotoli e frammenti trovati nel 1947 in undici grotte nell’area di Qumran e che contengono la versione più antica finora conosciuta del testo biblico), il testo autentico del Deuteronomio, una delle parti più importanti della Bibbia ed il quinto dei libri che formano la Torah ebraica. E la versione originale sarebbe diversa da quelle delle raccolte posteriori, che hanno risentito delle dispute teologiche delle varie scuole rabbiniche.

IL DEUTERONOMIO – Il libro del Deuteronomio consiste principalmente di tre discorsi che sarebbero stati pronunciati da Mosè, poco prima della sua morte, agli Israeliti. Il primo discorso è una ricostruzione storica. Il secondo discorso, che occupa la parte centrale del libro, contiene i Dieci Comandamenti dettati sul monte Sinai e il cosiddetto codice Deuteronomico, formato da una serie di dettami. Questa sezione è costituita in gran parte da leggi, ammonizioni ed ingiunzioni relative alla condotta che il popolo eletto deve osservare per entrare nella terra promessa. Il terzo discorso tratta delle solenni disposizioni della legge divina, adempiendo alle quali è garantita la prosperità futura del popolo d’Israele.

LA SCOPERTA – A sostenere l’esistenza di un testo originario e precedente a tutti quelli finora conosciuti è James Charlesworth, un professore di studi neotestamentari presso il Princeton Theological Seminary, il quale ha analizzato finora almeno un piccolo frammento proveniente dai rotoli del Mar Morto acquistato recentemente dalla Azusa Pacific University. Si tratta di un passo del ventisettesimo capitolo del libro. Nel frammento analizzato da Charlesworth, Mosè prescrive a chi sarebbe entrato nella Terra Promessa (privilegio che a lui non sarà accordato) di erigere un altare di pietra in onore dell’unico Dio al di là della riva destra del Giordano. E, parlando su ispirazione diretta di Dio, ordina che l’altare sorga sul Monte Gerizim. Ora, è proprio questo il particolare che suggerisce la tesi dell’originalità del testo di Qumran: in tutte le versioni ufficiali, redatte successivamente, il luogo indicato sarebbe un altro, vale a dire il Monte Ebal. Quanto basta al professor Charlesworth per affermare che, vista non solo la veridicità della versione dei manoscritti, appurata in centinaia di pubblicazioni, ma anche la loro generale correttezza si tratta delle vere parole di Mosè. O di Dio, visto per appunto che Mosè parlava su ispirazione divina. La versione successiva, presente nel testo canonico, dovrebbe essere invece frutto di una soluzione di compromesso imposta nel corso di un vero e proprio scontro tra gruppi religiosi. Il fatto che solo ora si venga a conoscenza di un testo originale diverso da quello biblico attuale non deve sorprendere. Dei 15000 frammenti conosciuti risalenti ai rotoli del Mar Morto la maggior parte infatti è in mano a privati ed è spesso inaccessibile agli studiosi.

TESTO ORIGINALE – «Finalmente il testo originale del Deuteronomio», ha dichiarato Charlesworth al Los Angeles Times, «si tratta di una scoperta di importanza sensazionale». Il frammento oggetto del suo entusiamo è stato mostrato, rigorosamente in fotografia, dal board dell’università californiana che lo ha acquistato insieme ad altri quattro venduti da un mercante specializzato in testi antichi. Si tratta, anche in questi casi, di parti dell’ultimo libro del Pentateuco ad eccezione di un papiro che riporta parte del Libro di Daniele. Tutti hanno raggiunto la cassaforte dell’Azusa Pacific University al termine di un percorso che li ha portati dalle grotte di Qumran nelle mani di collezionisti privati. Ora resteranno in California e potrebbero riservare ancora delle sorprese.

 

COMMENTO DI MIKE PLATO:

Non ritengo questa una scoperta che può stravolgere alcunchè. Se la differenza della versione qumranica con quella attuale e ufficiale consiste solo nella questione Monte Gerizim o Monte Ebal, allora questa non è certo una scoperta che può cambiare il corso della storia e offrire una nuova rivelazione. Come ho spesso scritto, tutto quel che doveva essere scoperto, prima della Fine del Tempo, è stato scoperto. Non attendiamoci chissà quali rivelazioni. Si parla da tempo di una serie di tesori conoscitivi sepolti all’interno della zampa destra della Sfinge di Giza. Molti di voi si stanno scafando o lo sono già, e capiranno assai bene che si tratta di miti inconsistenti. Abbiamo oggi una tale massa di conoscenze antiche, da poter ricostruire di nuovo la biblioteca di Alessandria. Abbiamo scoperto i rotoli di Qumran, ma chi è in grado di leggerli o, peggio, di comprenderne il significato occulto? E non voglio parlare dei rotoli di Nag Hammadi (Chenoboskion). Stamattina parlavo al telefono con Ezio Albrile, scrittore di impronta gnostica, di cui ho postato un articolo su questo blog. Lui esprimeva l’opinione che fino a qualte tempo fa la gnosi e lo gnosticismo erano argomento di esclusivo nteresse di quattro accademici qui in Italia. Per il resto, nessuno se ne interessava. Mi ha quindi detto che noi ex Hera e ora Fenix, abbiamo dei meriti nell’aver voluto portare lo gnosticismo e la gnosi su una rivista nazionale, e divulgarlli ad un pubblico allargato. Dico la verità: personalmemte, fino a 10 anni fa, non sapevo nè di gnosi nè di gnosticismo. Ma quando lo Spirito ha iniziato a parlarmi, ha iniziato ad utilizzare espressioni che poi ho scoperto gnostiche, e tipico linguaggio degli gnostici di 2 millenni fa. Tra i tanti, il termine “Paraclito” e l’espressione “fa ciò che vuoi”, o ancor meglio “Io sono te, tu sei me”, che  solo in tempi successivi ho rinvenuto  nel testo naghammadico “Il Tuono Mente Perfetta”, o anche nella “Pistis Sophia”. Ma persino nell’induismo v’è questa espressione gnostica, nel celebre “TAT TVAM ASI-TU SEI QUELLO”. Ciò dimostra come la vera e più pura gnosi sia il fondamento di ogni tradizione spirituale. Non servono nuove scoperte, serve piuttosto chi sappia far fruttare le innumerevoli scoperte dell’ultimo secolo. Recentemente, Alexandre Jodorowski ha scritto, ne I VANGELI PER GUARIRE, di auspicare che emergano uomini che abbiano una sovrumana capacità di interpretare la parola di Dio. Sono d’accordo, e dico che ce n’è un gran bisogno, ma non si dimentichi che tale capacità viene da Dio stesso, che la offre a chi vuole, quando vuole e come vuole. Il cherubino è sempre lì a roteare la fiamma di spada e a impedire che l’intelletto umano giunga ove non merita ancora o non merita affatto, o a aprire la mente sul senso segreto. Quindi, consiglio a tutti di apportare il proprio contributo, e di fatigare, perchè di intuizioni grandiose qui, su questo blog, non ne vedo ancora. Voi potere fare di più. Quindi, JUST DO IT !

UNA NUOVA SCOPERTAultima modifica: 2009-09-22T15:27:00+02:00da mikeplato
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