LA SCUOLA DI GIULIANO KREMMERZ

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L’ambiente dei “martinisti napoletani” che avranno connessioni con il nascente milieu kremmerziano di cui ci occuperemo fra breve – una circostanza evocata, fra i primi, da Francesco Brunelli (Il Martinismo e l’Ordine Martinista, Volumnia, Perugia 1980, pp. 111-113) -, e soprattutto quanto ne rimane al giorno d’oggi, non può costituire oggetto di voci a sé stanti di questo progetto, trattandosi di realtà periclitanti e soggette a periodiche scomparse e repentine “rinascite”. Tuttavia, l’etimo e la sigla non sono una pura invenzione, poiché esistono in effetti realtà che si presentano – o si sono presentate fino a tempi recentissimi – al pubblico come Ordine Martinista Kremmerziano – nel caso della realtà di cui è stato rappresentante lo psichiatra Mario Betti (“Melahel”) -, oppure Ordine Martinista Napolitano (una cui presenza pubblica è quella dell’Accademia di Roma Userkaf), che rivendicano – è il secondo caso – una filiazione con i “Martinisti Napolitani delle Due Sicilie” attraverso i discepoli di Eliphas Lévi (Alphonse-Louis Constant, 1810-1875, forse il vero fondatore dell’occultismo moderno), fino ad arrivare a Luigi Petriccione (“Caliel”, 1928-1995), che come abbiamo già visto in altra sezione ha contribuito a innestare nel sistema dottrinale di Francesco Brunelli (“Nebo”, 1927-1982) accenni, anche operativi, della tradizione italica di Giuliano Kremmerz (Ciro Formisano, 1861-1930), e che è stato inoltre Gran Maestro di una Rosa Croce D’Oro Italiana.

 

Accademie e gruppi miriamici

Alcuni gruppi:
– Schola Philosophica Hermetica Classica Italica, Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam (S.P.H.C.I. Fr+Tm+ di Miriam)
Largo Ferrantina, 1
80121 Napoli
Tel. e fax: 081-4238090
E-mail: scholakremmerz@kremmerz.it
URL: www.kremmerz.it
– Ermetismo Kremmerziano
E-mail: tramite modulo online
URL: www.ermetismo-kremmerziano.it
– Società Italiana di Studi Ermetici
Via Ettore Fieramosca, 138
70123 Bari
Tel.: 347-1879410; 348-3720385
E-mail: fratellanza-ermetica@societa-ermetica.it
URL: www.societa-ermetica.it
– Accademia Kremmerziana Napoletana

Via Luca Giordano, 16
80127 Napoli
Tel.: 081-5787282
E-mail: info@accademiakremmerziana.it
URL: www.accademiakremmerziana.it
– Accademia Hermetica di Cortona “G. Kremmerz”

Via Cioli, 5
52044 Cortona (Arezzo)
Tel.: 0575-603253; 334-3513585
E-mail: info@accademiahermeticagiulianokremmerz.net
URL: www.accademiahermeticagiulianokremmerz.net
– Accademie Hermetiche Kremmerziane Unite
E-mail: ahku@hotmail.it 
URL: www.accademiehermetichekremmerzianeunite.org
– Scuola Ermetica della Fratellanza di Miriam (Scuola Philosophica di Teurgia Ermetica Salvatore Mergè)
c/o Renato De Angelis
Casella Postale 91
00044 Frascati (Roma)
E-mail: magister@scuolaermetica.org
URL: www.scuolaermetica.it 

Le origini di una peculiare tradizione ermetica a simbologia “egizia”, nata in Italia ma diffusa anche fuori del nostro Paese, si ricollegano alla tradizione martinista napoletana – cui abbiamo già avuto occasione di fare cenno – e al contesto dei “riti egizi” nell’ambito della massoneria dei secoli XVIII-XIX. In questo ambiente si formano e operano, fra gli altri, Orazio De Attellis (1774-1850), di cui Giuliano Kremmerz parlerà come del “ben noto ermetista del cominciamento del XIX secolo”, Giustiniano Lebano (1832-1910) – a sua volta allievo di Domenico Bocchini (1775-1840) –, Nicola Giuseppe Spedalieri (1812-1898) e Pasquale de Servis (“Izar”, 1837-1893).

Giustiniano Lebano, dopo un passato anti-borbonico e risorgimentale, con soggiorni a Torino e a Parigi, riceve nomine e prebende dal nuovo governo unitario. Dignitario della massoneria “ufficiale” del Grande Oriente, della Società Teosofica, dei riti massonici “egiziani”, perde quattro figli in due successive epidemie di colera del 1867 e 1884, che spingono al suicidio la moglie. Lebano si convince che l’odiata malattia non è affatto colera, come credono “medici, mediconzoli e medicastrelli”, ma un altro morbo chiamato “ociphon-sincope”, sbucato dalle “avernee regioni” per tormentare gli europei. Nelle successive edizioni della sua opera sul tema – più volte ristampata (cfr. Del morbo oscuro chiamato da Areteo ociphon-sincope, impropriamente creduto dagli Europei cholera-morbus, A. Tocco & C., Napoli 18844) – si spinge oltre e attribuisce la responsabilità della diffusione della malattia a “Maghi e Sacerdoti chinesi” che dovranno essere combattuti con armi ugualmente magiche. Lebano, tuttavia, non si occupa soltanto del colera. Mentre raccoglie un’ampia biblioteca e riceve esoteristi di tutta Europa, pubblica diverse opere di argomento religioso.

In una lettera del 25 ottobre 1910 alla rivista esoterica Commentarium un personaggio che si firma “N.R. Ottaviano” invita i lettori interessati agli argomenti iniziatici a leggere il volume di Lebano Dell’Inferno (Stabilimento Tipografico Enrico Prisco, Torre Annunziata 1899). Sembra assai probabile, secondo vari studiosi – ma non mancano ricostruzioni documentali, a loro volta documentalmente confutate, volte a identificare il personaggio in tale Ottaviano Koch (1853-1939), supposto maestro generale dell’Ordine Egizio a Roma nonché proprietario dell’immobile in cui si riunivano i kremmerziani romani –, che “Ottaviano” sia Leone Caetani, principe di Teano e dal 1917, alla morte del padre, duca di Sermoneta. Islamista e orientalista, Caetani è stato eletto deputato a Roma nel 1909 sedendo nei banchi della sinistra. Le idee di Caetani emergono in un volume del 1911, La crisi morale dell’ora presente: religione, modernismo e democrazia, in cui vede emergere una “rivoluzione spirituale” di cui “il movimento modernista e il movimento democratico-cristiano sono le manifestazioni più conosciute, ma non le più importanti”; esse preludono infatti a “una fede religiosa nuova e laica che sostituisca il vuoto lasciato dalle chiese stabilite”, una “religione dell’avvenire [che] non sarà altra cosa che la democrazia, intesa non come semplice dottrina e sistema politico ma come affermazione e manifestazione dell’immanenza del divino nel corso eterno della vita dell’umanità. C’è qui, evidentemente, un vero messianesimo…”. Il cristianesimo è definito culto che viene dall’Oriente “incompatibile con la coscienza occidentale”: ma qualche nota criptica lascia intendere che il volume non è che di “natura popolare” e nasconde verità piu profonde (ibid., pp. 26-43, pp. 54-59).

Il segreto piu profondo – di cui scrive “Ottaviano” nella citata lettera a Commentarium – sta nella “iniziazione, la gnosi, il segreto alchemico” che “sono lo stesso serpente che il cristianesimo ha sempre combattuto”. “Gesù Cristo stesso […] non è un iniziato”; “e se posteriormente nella liturgia cattolica entrarono a farvi parte elementi di origine iniziatica (la comunione, la messa, l’olio santo), si dovette la riforma a svariati tentativi di conquistare le chiese da parte di iniziati isolati”. “Ottaviano”, sotto lo pseudonimo, svela la “religione dell’avvenire” che il deputato socialista Leone Caetani lasciava soltanto intendere, quando scrive: “Non sono che pagano e ammiratore del paganesimo e divido il mondo in volgo e sapienti; i sapienti di questo poco [che sanno] se ne servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano nel cane e lo pingevano alla catena sul vestibolo della domus familiae con la nota scritta: Cave canem; cane perché latra, addenta e lacera”. Deluso dal fascismo che – anziché ripudiare il cristianesimo – viene a patti con il Vaticano, Leone Caetani emigra in Canada, dove muore nel 1935.

Caetani rimanda a Lebano, mostrando come l’ambiente ermetico paganeggiante romano e quello di Napoli siano entrati in contatto: in effetti Caetani e Lebano fanno parte di uno stesso Ordine Egizio Osirideo – fondato in ambiente massonico a Napoli nella seconda metà del secolo XIX, con antecedenti storici diretti e documentati alquanto incerti, ma altresì nel filone di un indubbio crocevia di iniziative esoteriche di matrice massonico-egizia che vede Napoli protagonista già dalla metà del secolo XVIII – insieme ai già citati Pasquale de Servis e Giuliano Kremmerz e ad altri personaggi, fra i quali Carlo Barnaba Galleani (1820-1891), Crescenzo Asciaone (1820-1900), Giuseppe Gallone (1819-1898), principe di Moliterno e Tricase, Pasquale Del Pezzo di Capodisola (1859-1936), più volte Rettore dell’Università di Napoli, sindaco della città nel 1914-1916 e dal 1919 senatore del Regno d’Italia.

Alla fine del secolo XIX de Servis abita a Portici, in una casetta addossata alla chiesa parrocchiale del paese, dove vive anche Ciro Formisano, figlio della proprietaria della casa e noto alla storia dell’esoterismo con il nome di Giuliano Kremmerz, o Kremm-Erz. Attraverso questo contatto, il giovane Formisano – che nel 1883-1885 era stato professore di storia e geografia nel ginnasio di Alvito (Caserta) e che sarà in seguito titolare di un laboratorio di fotoincisione e giornalista al Mattino di Napoli – entra in rapporti con Lebano e anche con Caetani. Negli anni fra il 1889 e il 1892 Formisano sparisce da Portici, soggiornando secondo alcuni in Sudamerica, secondo altri più semplicemente in Francia. Cominciano qui a intrecciarsi la vita di Formisano e la leggenda di Kremmerz che, tornato a Portici, il 28 febbraio 1893 vede morire de Servis in casa sua.

Nel 1897 Formisano – ormai Kremmerz – inizia la pubblicazione della rivista Il Mondo Secreto, e nel 1898 sarebbe stato accolto da Papus nella scuola martinista, durante un soggiorno in Francia. Il Mondo Secreto sarà seguita dal bollettino La Medicina Ermetica(1899-1900); dopo vari scritti – fra cui La Porta Ermetica, completata fra il 1904 e il 1905 –, negli anni 1910-1911 fa uscire a Bari una nuova rivista, Commentarium, destinata alle accademie della S.P.H.C.I. – Schola Philosophica Hermetica Classica Italica. Mentre i suoi discepoli italiani si raccolgono soprattutto a Bari e a Roma, Kremmerz si trasferisce a Ventimiglia (1906-1909), quindi a Camogli e infine a Beausoleil, sulla Costa Azzurra, dove rimane fino alla morte, che lo coglie il 7 maggio 1930. Le ragioni dell’allontanamento da Napoli sono anch’esse avvolte nel mistero e nelle discussioni: si adducono, di volta in volta, la grave malattia del figlio o qualche problema con la giustizia, che sembra non approvi le sue attività di guaritore. Kremmerz mantiene i contatti con i discepoli italiani attraverso qualche visita e una fitta corrispondenza. Si parla anche – già prima del soggiorno francese – di ulteriori viaggi in America, che non sembrano documentati; e l’aneddotica vuole la sua parte quando conoscenti e discepoli raccontano delle continue discussioni con la moglie, gelosissima e poco incline all’ermetismo, e delle vincite ottenute con tecniche magiche nella casa da gioco di Montecarlo.

Nel 1896 – secondo altri nel 1898, secondo altri ancora già qualche anno prima – Kremmerz aveva posto le basi per la fondazione della Fr+Tm+ (Fratellanza, o Fraternità, Terapeutica Magica) di Miriam, o Myriam, che esce allo scoperto con una circolare del 26 dicembre 1898 dove si dichiara di restaurare una “fratellanza spiritualista magica […] ad esempio delle antichissime sacerdotali isiache egiziane, di cui più recente e nota imitazione è la Rosa+Croce”. La circolare è chiara: la Fratellanza non deve occuparsi che di medicina ermetica, di terapeutica magica, di guarire o alleviare le sofferenze e le malattie. Più precisamente – secondo la “Pragmatica Fondamentale” della scuola, una sorta di statuto generale che ne regola la vita e gli atti, del 1909 – gli scopi dichiarati della Fratellanza sono: “Lo studio delle scienze che si occupano dei poteri non ancora ben conosciuti dell’organismo umano, animismo, attività mentale, chiaroveggenza, previsione, telepatia e tutti i fenomeni supernormali e spirituali. L’invenzione sui documenti classici, opere, memorie, scienze alchimiche e magiche, religioni, riti, tradizioni popolari, mitologie delle verità occultate dagli antichi o per ostruzionismo religioso o per regola settaria. L’affratellamento di tutti gli studiosi di buona volontà e l’allenamento alle pratiche per conquistare possibili attività dell’organismo mentale e psicofisico tali da spiegare col proprio controllo gli effetti e i fenomeni non comuni. L’applicazione di queste forze alla medicina, alla terapeutica e alla psicurgia e taumaturgia”.

Miriam – Maria – è l’Iside, l’anima umana perfetta che concepisce il Kristos – il verbo divino –, ma è anche la “Minerva medica” che guarisce. E non vi è dubbio che di guarigioni, effettivamente, si occupi la Miriam, secondo un principio fondamentale di “medicina ermetica” in base al quale “lo spirito umano che è divino non sente il dolore che in ragione della sua involuzione nella materia”: “rendi indipendente lo spirito dal corpo e il corpo rifiorirà”. Questa tecnica – non priva di contatti con il New Thought e anche con la Christian Science, cui infatti Kremmerz si è interessato, pure ultimamente non condividendone le tesi fondamentali – riposa, ancora una volta, sul magnetismo del medico svevo Franz Anton Mesmer: parla di “azione magnetica diretta sul malato”, e anche “passi, magnetizzando la parte ammalata”.

Ma Kremmerz – per il quale la magia “è la chiave filosofica di tutte le religioni” (La Scienza dei Magi, vol. I, p. 248) –, sempre nella citata circolare del 26 dicembre 1898, va oltre il comune magnetismo dei guaritori e rivela che “ogni infermità è prodotta da uno spirito malvagio”: “lo spirito del male sottrae il fluido buono: voi, magnetizzando, lo sostituite”; e, aggiunge, potrete anche chiamare al vostro soccorso geni e spiriti benigni. Si comprende così perché il fratello di Miriam non debba mai “procedere a magnetizzazione di infermo senza recitare le preghiere di rito” e senza tutta una complessa evocazione di angeli, demoni e dei antichi; mentre Kremmerz, come “Ottaviano”, pur parlando spesso del Cristo ha poca simpatia per il cristianesimo e lo definisce “peste di origine orientale”. La concezione paganeggiante del mondo e la fantasmagoria di simboli, strumenti magici, astrologia e geni si comprende meglio se si tiene conto che dichiaratamente la Fratellanza di Miriam nasce sotto la protezione di un Collegio Operante emanante dall’Ordine Egizio Osirideo, che a sua volta continuava la tradizione degli ambienti massonici, occultistici ed esoterici napoletani e di cui erano esponenti, come si è visto e fra gli altri, Lebano e Caetani, così come lo era stato de Servis.

L’intreccio fra Ordine Osirideo Egizio e Fratellanza di Miriam non è facile da districare: se da una parte esso diventerà piu complicato, o inesistente, dopo la morte di Kremmerz e gli scismi del milieu, d’altro canto la fondazione stessa della Fratellanza di Miriam sembra avere costituito un momento di significativo attrito fra l’Ordine Osirideo Egizio e il suo membro Giuliano Kremmerz, al quale sarebbe stato in certo qual modo rimproverata la fondazione della Fratellanza, che avrebbe volgarizzato gli insegnamenti e le dottrine ermetiche dell’Ordine. Ogni Fratellanza di Miriam o gruppo di ambiente kremmerziano rivendica di avere ricevuto la sua paternità da un “Ordine Egizio” o “Loggia Egizia”: quali di queste organizzazioni esistano davvero è spesso però difficile da accertare. Peraltro, approfondimenti anche d’impronta storiografica prodotti di recente tendono a dipanare la matassa riconducendo la nascita dell’Ordine Osirideo Egizio – nome con il quale, fra i tanti, è diventato noto nel milieu kremmerziano del XX secolo – al giugno 1863, quando alcuni affiliati alla loggia massonica Sebezia, di cui Giustiniano Lebano è Primo Sorvegliante, interessati a ridare vita e tono al rito massonico di Memphis e Misraim, fondano il Grande Oriente Egizio Scala di Napoli che, dopo alterne vicende, è risvegliato nel 1869 dallo stesso Lebano.

È importante sottolineare che le attività del gruppo che viene allo scoperto con Kremmerz si svolgono su due piani diversi. Da una parte c’è la terapeutica, attività “isiaca” di guaritori – che vanta i suoi risultati documentati – cui si confina la Miriam e che attira anche persone interessate soltanto a questo aspetto e non troppo desiderose di andare oltre. Tuttavia, la terapeutica della Miriam presuppone una visione del mondo e dell’uomo che spiega perché le “catene” di associati possono ottenere effetti magico-magnetici, e quindi curativi. La Miriam prospetta uno scambio fra il magnetismo degli uomini e quello della Terra – che le “catene” sfruttano – fondato sui quattro elementi cui corrispondono i quattro corpi: saturniano (fisico), lunare (eterico), mercuriale (anima), solare (spirito). Quanto più l’uomo s’innalza, tanto più sarà capace anche di curare e guarire le malattie. A un livello più esoterico ancora, l’uomo che si innalza verso il mondo solare raggiunge gli scopi di una magia non più “isiaca”, ma “osiridea”. È la Miriam che partorisce il Kristos: e di che cosa questo ultimamente significhi – benché in modo sibillino – è data più di una traccia nelle pubblicazioni “terapeutiche”, pure relativamente accessibili ai profani, di Kremmerz. È per questa ragione che – nella famosa lettera del 1910 – “Ottaviano” prende congedo dalla rivista Commentarium – e da Kremmerz – accusandolo, in sostanza, di avere imprudentemente divulgato segreti ermetici ai profani.

Se dagli scritti pubblici di Kremmerz si passa al Corpus Philosophorum totius magiae – a circolazione più che discreta fino a quando, negli anni 1988-1989, è stato reso pubblico, insieme con una serie d’istruzioni riservate e attribuite a una delle organizzazioni che hanno voluto denominarsi Ordine Egizio, quella legata alla C.E.U.R., Casa Editrice Universale di Roma, dal milanese Gruppo Agape-Prometeo di Paolo Fogagnolo (di cui trattiamo nel presente progetto in tema di gruppi crowleyani); si noti peraltro che l’autenticità del testo cui ci riferiamo è contestata, in quanto esso sarebbe stato modificato rispetto all’originale tramandato in manoscritto, che avrebbe avuto per titolo Corpus Philosophicum totius magiae restitutum a I.M. Kremm Erz Aegyptiaco – si scopre rapidamente come la pratica kremmerziana dei “talismani” magici, buoni per diversi scopi e occasioni, si colleghi a una più complessa magia di stampo ermetico che arriverebbe fino alle “sostituzioni di anime fatte magicamente” – “magia avatarica” – e alla “pratica del separando”. Qui, tuttavia, si apre un problema interpretativo e storico che non può dirsi, a oggi, risolto: queste due pratiche – la magia avatarica e il separando – risalgono a Kremmerz e ai suoi maestri? Alcuni lo affermano, altri lo negano, sostenendo che derivano piuttosto da persone che hanno falsamente affermato di avere ricevuto questi insegnamenti da Kremmerz, o ancora da sviluppi successivi alla morte del maestro. Molti dubbi restano, ma due conclusioni sono certe. Anzitutto, non tutti i gruppi “kremmerziani” – anche quelli “osiridei” e non solo terapeutici – hanno praticato o praticano la magia avatarica o la pratica del separando. In secondo luogo, è altrettanto sicuro che gruppi e correnti kremmerziane – e non delle minori – hanno diffuso gli insegnamenti sulla magia avatarica e hanno praticato il separando, pur prendendo le distanze da facili interpretazioni caricaturali di oppositori. Descrivendo quindi la magia avatarica e il separando, intendiamo qui dare un esempio di insegnamenti diffusi e praticati da alcuni gruppi “kremmerziani” in alcuni periodi della loro storia, senza pensare di avere risolto la querelle sulla loro origine, né di attribuirli a tutti i gruppi che si rifanno al magistero di Kremmerz, il che sarebbe certamente falso.

La magia avatarica – nell’interpretazione che, con le cautele premesse, presentiamo – è un insieme di tecniche nelle quali “in un corpo vivente e intelligente si stacca l’anima e si immette definitivamente o temporaneamente in un altro corpo da cui precedentemente si sia allontanata l’anima”, che potrà essere sostituita anche con l’anima “di un genio o di un eroe o nume”. A conferma della pertinenza e attualità della tematica inerente la “magia avatarica” nel milieu in questione, si consideri l’intervento che un noto studioso dell’ermetismo kremmerziano – protagonista egli stesso di tale ambiente – ha recentemente fornito su una rivista di “scritti della tradizione inziatica e arcana”, laddove, dopo avere postulato che “Giuliano Kremmerz […] ha lasciato alcuni cenni circa l’esistenza di un’operazione magica destinata a suggellare l’avvenuto conseguimento di un alto grado di realizzazione iniziatica”, prosegue definendo la “magia avatarica”, da tale autore proposta anche tramite il neologismo “trasferenza”: “Si tratta dell’ottenimento, da parte del mago operante, della facoltà di separare la sua anima dal corpo ed immetterla quindi, temporaneamente o definitivamente, in un altro corpo dal quale l’anima si sia precedentemente allontanata” (Amelio, “La Magia Avatarica in Giuliano Kremmerz, nell’Induismo e nel Buddhismo”, Elixir, n. 1, 2005, pp. 20-24 [p. 20]).

Il vertice della magia “osiridea” consiste tuttavia nella “pratica del separando”, un’operazione alchemica interna o di trasmutazione in cui l’elemento “solare” dell’uomo è progressivamente separato dagli elementi fisico, astrale e mentale. La chiave di questa alchimia – il cui risultato dovrebbe essere la creazione di un corpo di gloria, che garantisce l’immortalità; salvo a discutere se si tratti di liberarsi “verticalmente” dalle reincarnazioni o continuarle lungo una linea “orizzontale” ma controllata – è una forma di alchimia sessuale che non va peraltro confusa con altre diffuse in scuole diverse. La quinta proposizione dell’antica Tavola di Smeraldo – “Tu separerai la Terra dal fuoco” – è chiosata in termini criptici – ma con la nota “Intelligenti pauca!” – su Commentarium nel 1910 (anno I, n. 8-9-10); i discepoli diventano piu espliciti sulla rivista della Miriam, Ibis, nel 1950 (anno I, n. 5, pp. 29-32) e parlano di “un serpente di soffiato di Murano che si incurva circolarmente su se stesso (il serpente che si mangia la coda), da utilizzare come alambicco alchemico destinato a operazioni nelle quali si usano l’ortosvodum (inutile che i latinisti si immischino in questo arcaismo)” e “due diverse essenze provenienti da piante della Repubblica Argentina: una di colore rosso fiammante e un’altra di colore bianco latte”.

Leggendo le note attribuite a un gruppo che in passato si è definito Ordine Osirideo Egizio – legato alla C.E.U.R., cui faremo cenno –, diventa evidente – come mostrato da Massimo Introvigne ne Il cappello del mago (SugarCo, Carnago [Varese], pp. 303-304) già nel 1990 – come il riferimento alla “Repubblica Argentina” è alla luna, l’“astro d’argento”, cui corrispondono le due “piante”: “rossa”, il sangue mestruale della donna, e “bianca”, il seme maschile; quanto all’“ortosvodum” si tratta del fermento animale il cui uso è tipico delle scuole di questa tradizione. Finalmente, nelle istruzioni rese pubbliche dal Gruppo Agape-Prometeo nel 1988-1989 – e in quelle successivamente pubblicate o che continuano a circolare in ambienti che si dicono osiridei – la tecnica è descritta in modo dettagliato e comprende preparazioni, diete e digiuni, con l’uso anche di purghe, scelta attenta dei periodi secondo cicli astrologico-lunari e “novenari” – digiuni rituali di nove giorni, durante i quali occorre osservare una castità completa – che precedono l’“operazione”. I documenti oggi più spesso in uso prevedono tre gradi o “maestrati”, piu un Grande Arcano o Secretum Secretorum. Il primo grado consiste per l’uomo in una pratica ciclica di assimilazione del seme – peraltro diversa da quella dell’O.T.O. di Aleister Crowley – ottenuto con un atto di magia autosessuale, con alcune ore di digiuno totale prima e dopo l’“operazione”. Il ciclo corto più usato consta di quaranta operazioni, una ogni nove giorni: rispettando i “novenari” si tratta di circa dodici mesi di operatività. Nella pratica femminile si sostituisce al seme la secrezione della donna ottenuta in fase mestruale mediante un atto autosessuale e consumata in dose “omeopatica” mediante un’ostia che dovrà essere inserita e imbibita nel corpo e quindi ingerita. Per la donna il ciclo più usato consta di quaranta operazioni compiute una ogni nove giorni, cioè per dodici mesi.

Queste “coobazioni” sono preparatorie a una fase successiva in cui il seme dell’uomo o la secrezione della donna ottenuta in fase mestruale andranno aggiunti a un ulteriore fermento di origine animale, a seconda delle varie correnti diversamente identificato, e quindi ingeriti, all’interno di una ciclicità di digiuni, pratiche e pasti leggeri che insiste ancora sui numeri nove, sei, tre e uno. Chiuso – e non si tratta, come si è visto, di cosa semplice né breve – il maestrato di primo grado, l’attività prosegue nel secondo grado, dove l’amalgama alchemico è ottenuto non più soltanto con l’elemento maschile o femminile da soli, ma mescolandoli insieme e unendo il fermento. Alcune scuole kremmerziane ritengono di abbreviare la via dei cicli utilizzando quello che chiamano “alcaest”, cioè una miscela che aggiunge al fermento anche aceto e sale: alcaest, secondo questa interpretazione un po’ semplice, equivarrebbe ad “acet” piu “sal”. L’itinerario, in ogni caso, non è finito: esiste un terzo maestrato, una pratica di coppia, in cui l’amalgama filosofale – elemento maschile più elemento femminile più fermento – è “cotto” attraverso i tre passaggi denominati “mercurio al nero”, “mercurio al bianco” e “mercurio al rosso”, ossia tre atti diversi di magia eterosessuale di coppia, uno di sodomia, uno senza emissione del seme e uno in fase mestruale. Infine si otterrà un nuovo “amalgama filosofale” che, ingerito, dovrebbe creare l’“araba fenice” e corrispondere alla vera “pietra filosofale”.

Quanto poi alla trasmutazione alchemica del metallo in oro, si tratta dell’ultima fase o “Grande Arcano”: una serie di cinque “ritiri al buio” ciascuno di sette giorni con un numero decrescente di operazioni – nove, sei, tre, una e infine nessuna, sostituita da esercizi magico-respiratori – dove si ritorna alle “coobazioni” di un solo elemento, maschile o femminile, cui si aggiunge il fermento. In questo caso, infatti, è la “deprivazione sensoriale” che deriva dal ritiro al buio a favorire il successo dell’operazione. Qual è, si chiederà, lo scopo di tutto questo? Per intendere il significato delle pratiche “osiridee” – di cui abbiamo presentato una delle versioni liberamente tratte dalla operatività kremmerziana da parte di alcuni gruppi; senza garanzie, ripetiamolo ancora una volta, quanto alla loro origine; né senza dimenticare che talune realtà, per esempio le Accademie Hermetiche Kremmerziane Unite, considerano gran parte delle pratiche “osiridee” qui descritte come deviazioni inventate da personaggi espulsi dalla C.E.U.R. e contestano il loro riferimento a Kremmerz – si deve tornare a tenere conto di tutta l’antropologia e la cosmologia della scuola: le varie fasi della “separazione” permettono – sperimentando, già dai primi gradi, fenomeni e “poteri” straordinari – la dissociazione progressiva degli elementi più elevati del composto umano dagli elementi più bassi, sulla base di una serie di corrispondenze alchemiche nel mondo della natura e in quello della sessualità. L’obiettivo finale è la creazione di un “corpo di luce”, che dovrebbe essere garanzia tangibile e sperimentabile di immortalità già in questa vita.

Esposte cosi a grandi linee la dottrina della scuola e le pratiche diffuse in alcuni gruppi, vale la pena di aggiungere qualche cenno alle complesse vicende della Fratellanza di Miriam e dell’Ordine Egizio dopo Kremmerz, non senza sottolineare ancora una volta che certamente non tutti i gruppi che in qualche modo si richiamano alla “scienza dei magi” kremmerziana si dedicano anche alle pratiche “interne” e “osiridee”; alcuni, come accennato, non si interessano che agli aspetti di guarigione, e altri accettano la visione del mondo e dell’uomo del Corpus Philosophorum totius magiae – di cui nel frattempo sono state pubblicate versioni più ampie degli originari tre volumi editi sul finire degli anni 1980, posto che l’edizione normativa dovrebbe constare di sette volumi – senza condividerne, o metterne in pratica, le tecniche.

Per volere di Kremmerz vennero fondate “accademie miriamiche” a Napoli – Accademia Sebezia, diretta da Domenico Lombardi (“Benno”, 1863-1951) –, a Bari – Accademia Pitagora, retta da Giacomo Borracci (“Caetel”, †1943) –, a La Spezia – Accademia Giuliana, guidata da Alfredo Carreras (“Zemel”) – e a Roma, con l’Accademia Vergiliana, diretta da Pietro Gerolamo Bornia (1861-1934). Nel 1909 è approvata la “Pragmatica Fondamentale” che avrebbe dovuto regolare le attività della Miriam, di cui è nominato segretario generale Lombardi, e la cui organizzazione prevede una divisione degli iscritti in un circolo esterno – novizi praticanti e anziani – e un circolo interno, composto da discepoli integrali, terapeuti, maestri ermetisti, Collegio degli Operanti. Una circolare del 29 giugno 1914 indirizzata al maestro dell’Accademia Pitagora di Bari, molto nota negli ambienti miriamici, detta già le provvidenze di Kremmerz “perché la Fratellanza non si disperda” e mostra le difficoltà in cui la Miriam si dibatte, fra aperture “terapeutiche” ed esoterismo. Le lettere dell’ultimo periodo di Kremmerz dalla Francia ai discepoli italiani mostrano una crescente preoccupazione, e talora un senso di delusione e di stanchezza. Alla sua morte gli allievi si dividono, e alcuni fra essi rivendicano un contatto privilegiato con il Grande Oriente Egiziano ovvero direttamente con l’Ordine Egizio, tanto da far sembrare che anche quest’ultimo sia diviso o vi siano tanti ordini egizi quanti sono i pretendenti alla regolarità miriamica.

Morto Kremmerz, segretario generale della Miriam rimane Domenico Lombardi, mentre a Napoli Vincenzo Manzi (†1954), preside della locale accademia, si proclama successore del maestro defunto, dando origine a un lungo scisma. L’attività di Lombardi è estremamente ridotta fino agli anni 1946-1947, quando egli tenta di riunificare i gruppi kremmerziani sotto la sua guida come “Delegato Generale”, adducendo un contatto sui “piani sottili” con i “capi segreti” dell’Ordine Egizio e nominando nuovo segretario generale Alfonso Del Guercio di Firenze. Nel frattempo – con difficoltà nel periodo fascista, a causa dell’assimilazione della Miriam alla massoneria, con conseguente applicazione delle leggi contro le società segrete – si erano mantenute a Bari l’Accademia Pitagora – fino alla morte di Borracci – e a Roma il Circolo Vergiliano diretto da un altro pugliese, il dottore Giovanni Bonabitacola (1880-1945), venuto come medico da San Severo (Foggia) a Roma rilevando precedenti dirigenti.

Nel 1948 una parte dei membri dell’Accademia Pitagora di Bari – fra i quali il dottor Donato De Cristo (“Harahel”, 1899-1995) – e la moglie Chiara Pascazio (“Miahel”) aderiscono alla Delegazione. A Roma invece Pietro Suglia, che aveva ricevuto la successione di Bonabitacola alla guida del Circolo Vergiliano, non aderisce alla Delegazione di Benno ritenendo inesistente il suo mandato “astrale” e ritenendosi in diretto contatto con l’Ordine Egizio; il circolo è quindi ereditato da un discepolo diretto di Kremmerz, Vinci Verginelli (1903-1987), che si dedica particolarmente a sviluppare la parte “terapeutica”. Al di fuori della Delegazione rimane anche un altro discepolo diretto di Kremmerz, “il barone Ricciardo Ricciardelli (“Marco Daffi”, †1969), che – rivendicando all’inizio un contatto con un centro “egizio” del Canada, dove, come si ricorderà, si era trasferito Leone Caetani – elabora una serie di iniziative personali – Gruppo Faraonico, fondato nel 1926 e ripreso nel 1953, Catena di Hamzur o di Andromeda dal 1956 al 1962, Anello Pleiadico dal 1962 – con l’aiuto di amici di Bari e di Genova, che attirano peraltro un numero limitato di seguaci. Negli ultimi anni della sua vita Marco Daffi comunica una serie di rituali egizi a “Giammaria” (Gonella), il quale se ne serve per la nuova iniziativa del Corpo dei Pari – nato nel 1960-1961 e concluso dopo dodici anni, cui Daffi rimane peraltro estraneo –, che già alla fine degli anni 1960 suscita la curiosità della stampa e del pubblico genovese affiggendo manifesti sullo stile di quelli rosacrociani apparsi nel Seicento a Parigi.

Per quanto riguarda, invece, la cosiddetta Delegazione Generale di Lombardi, nel 1949 egli rompe con il segretario generale Alfonso Del Guercio di Firenze, secondo alcune fonti, per un disaccordo sulle possibili influenze massoniche nell’ermetismo kremmerziano non gradite da Del Guercio, da parte sua antimassone. A Del Guercio si attribuisce, senza prove certe, anche il programma, datato 5 agosto 1944, di impronta anche politica conservatrice e anticomunista, di un “Ordine del Mantos” firmato “A.CI.G.” e “Rosar”, quest’ultimo un nome ripreso nei decenni seguenti da Anna Maria Piscitelli per indicare il Delegato Generale cui farebbe capo la S.P.H.C.I. Fr+Tm+ di Miriam. Lombardi comincia ad avvalersi della collaborazione di Mario Parascandolo (“Hahajah”, 1902-1954) dapprima come “capo della segreteria particolare” della Delegazione, quindi dal 21 gennaio 1950 come “procuratore” per il prosieguo delle attività miriamiche, dopo le dimissioni di Lombardi, precedenti di alcuni mesi alla sua morte, avvenuta nel 1951.

Parascandolo è una figura chiave nella storia di questa tradizione: nel 1945 fonda a Roma la loggia ANKH insieme ad Augusto Lista, Arduino Anglisani (“Ardang” nella loggia e “Hariel” nelle attività miriamiche) e Carlo Coraggia (“Lehaiah”, 1897-1982). Anglisani a sua volta rompe con Parascandolo nel 1950 insieme con i vecchi compagni della loggia ANKH. Nello stesso anno Parascandolo, con l’approvazione di Lombardi, investe Donato De Cristo del mandato di ricostruire i circoli esterni della Miriam. Senonché, dopo la morte di Lombardi, Parascandolo riprende i rapporti con gli amici della loggia ANKH e partecipa, peraltro già malato e prossimo a morire, alla costituzione di un nuovo centro dedito a rivitalizzare l’Ordine Osirideo Egizio – e, in posizione a questo subordinata, anche la Fratellanza di Miriam –, noto con il nome assunto dal suo “schermo” con il mondo “profano”, C.E.U.R. In tal senso, prima di morire, nel 1954, Parascandolo conferisce il mandato per la prosecuzione della scuola a Carlo Coraggia e conferma alla direzione dell’Accademia Pitagora di Bari Donato De Cristo.

La C.E.U.R. emerge come il centro piu vivace nella diffusione in Italia e all’estero – Accademie e cenacoli sono aperti a Roma, Catania, Brescia, Firenze, Vasto, Bari, Napoli, Trento, Rovereto, Lucca, Torino, in Spagna e Francia; e negli anni 1980 viene acquistato un castello a Guardea, in Umbria – sia discreta di dottrine “osiridee” sia pubblica di dottrine “isiache” e terapeutiche, in particolare attraverso la pubblicazione delle opere di Kremmerz; ma l’esistenza di questo centro ha vita travagliata e non sopravvive a lungo alla morte di Coraggia, cui per qualche anno segue alla direzione della C.E.U.R. il chirurgo Aleandro Tommasi. D’altro canto, la Delegazione Generale di De Cristo – che dirige l’Accademia Pitagora di Bari, non senza dissensi nello stesso capoluogo pugliese – non riesce a controllare una proliferazione di gruppi autonomi a Milano, in Toscana e a Napoli, dove si era sempre mantenuta una tradizione indipendente.

Morto De Cristo nel 1985, l’Accademia Pitagora conosce varie traversie, finché il 18 agosto 1988, tramite il procuratore autorizzato Anna Maria Piscitelli (“Iah-Hel”) – che vanta regolare mandato, evidentemente, anche da un ennesimo “Ordine Egizio” –, una Delegazione Generale destinata a rimanere occulta nomina come “Segretario Generale” della Fratellanza l’allora marito di Anna Maria Piscitelli, Raffaele Lo Buono (“Imamiah”). Il nuovo impulso dato alla Fratellanza dalla guida della Piscitelli, a partire dal 1986, produce l’apertura, nel 1989, di un’Accademia Etruria a Lucca – in seguito chiusa –, ma all’inizio degli anni 1990 Lo Buono è allontanato dalla Fratellanza. A partire dal 1995, il gruppo guidato dalla Piscitelli organizza una serie di seminari tematici denominati Progetto Elissa, sfociati fra l’altro nella pubblicazione di vari volumi; in generale, pare potersi rinvenire in queste pubblicazioni una maggiore apertura a tematiche New Age e a un dibattito interno sul femminile e sulla matriarchia.

Dal 1999 questo gruppo – costituitosi legalmente in associazione nel 1985 – ha comunque ripreso un’attività pubblicistica e di manifestazioni pubbliche legate alla presentazione della vita e dell’opera di Giuliano Kremmerz, e nel 2002 – in base al possesso di timbri e sigilli originali e alla pregressa registrazione quale brevetto per marchio d’impresa – ha ottenuto con sentenza del Tribunale di Napoli il diritto esclusivo di utilizzare la denominazione S.P.H.C.I. Fr + Tm+ di Myriam. Fra il 2007 e il 2009 sono state riattivate cinque accademie miriamiche: la Pitagora a Bari, la Sebezia a Napoli, la Vergiliana a Roma, la Giuliana a Torino e la Porfiriana a Lecce. Alle iniziative, come abbiamo visto anche in sede giudiziaria, per la titolarità del nome dell’associazione da parte della S.P.H.C.I. Fr + Tm+ di Myriam, hanno fatto seguito altre istanze analoghe, come quella della Scuola Ermetica della Fratellanza di Miriam diretta da Renato De Angelis ed erede dell’Accademia Romana fondata dall’ermetista e discepolo del Kremmerz Salvatore Mergè (1899-1965), che il 29 novembre 2010 ha registrato il marchio “Fratellanza Terapeuta, magica o ermetica, di Myriam”.

B.: In generale: Fabrizio Giorgio, Roma Renovata Resurgat. Il Tradizionalismo Romano tra Ottocento e Novecento, 2 voll., Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2011, in particolare vol. 1, pp. 145-242; Ugo Cisaria, L’ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz. Fonte Cumana di Piazzetta Nilo, Rebis, Viareggio (Lucca) 2008; Giuseppe Maddalena Capiferro – Cristian Guzzo, L’Arcano degli Arcani. Storia dell’Ermetismo Egizio-Partenopeo fra i secoli XVIII-XX, 2a ed. riveduta e ampliata, Rebis, Viareggio (Lucca) 2011; Giuliano Kremmerz e la Fr+ Tr+ di Myriam, a cura di G.M.G., Alkaest, Genova 1981; La Pietra Angolare Miriamica. Storia documentata della Fratellanza di Miriam di Giuliano Kremmerz, a cura di Jah-El, Rebis, Viareggio (Lucca) 1989; e S.P.H.C.I. Fr+Tm+ di Miriam, Giuliano Kremmerz. La via della Rosa, Editrice Miriamica, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) 1999. Una raccolta di quattro biografie di Kremmerz di difficile reperibilità, con appendici e riproduzioni documentali, in Pier Luca Pierini R., Il Sole Arcano. La Vita – L’Opera Iniziatica – L’Insegnamento Magico di Giuliano Kremmerz, Rebis, Viareggio (Lucca) 2011. Importanti sono le raccolte in reprint delle riviste Il Mondo Secreto 1896-1897-1898-1899, 2 voll., Rebis, Viareggio (Lucca) 1985; La Medicina Ermetica 1899-1900, a cura di Vinci Verginelli, Nardini, Firenze 1983; Commentarium 1910-1911, 2 voll., Nardini, Firenze 1980; La Fenice 1949 – Ibis 1950, Rebis, Viareggio (Lucca) 1987. Sulla magia “isiaca”: Giuliano Kremmerz, La Scienza dei Magi, 3 voll. più un quarto con il Dizionario dei Termini Ermetici dell’Opera Omnia di Giuliano Kremmerz, a cura di U. Cisaria, Mediterranee, Roma 1974-1976. Di G. Kremmerz, cfr. pure: Introduzione alla Scienza Ermetica, Mediterranee, Roma 2000; e La Porta Ermetica, Mediterranee, Roma 2000. Sugli aspetti “osiridei”, cfr. – con gli accennati problemi quanto all’effettiva origine – Corpus Philosophorum totius magiae, 3 voll., Agape, Milano 1988-1989; Scopi e pratiche alchemiche dell’Ordine Osirideo Egizio, Agape, Milano 1988; La Magia della Myriam, Milano 1988. Sulle presunte pratiche di magia avatarica – anche in questo caso, con gli accennati problemi quanto all’effettiva origine – e ipotesi di un’edizione completa del Corpus Philosophorum totius magiae attribuito a Kremmerz, cfr. Vittorio Fincati (a cura di), Lo sputo della luna. Documenti sulla magia sessuale, voll. 3-4-5, Libreria Editrice “Letture S…consigliate”, Bassano del Grappa (Vicenza) 1998-1999. Di Marco Daffi cfr. Alchimia ermetica. Terapia ed erotica, Kemi, Milano 1983; su Daffi cfr. Gianmaria, Marco Daffi e la sua opera, Kemi, Milano 1980; e Il processo del mago, ristampa dell’edizione del 1942, Rebis, Viareggio (Lucca) 2010; di Giammaria, invece, cfr. il Dizionario ermeticoalchimico, Kemi, Milano 1996. Fra le pubblicazioni dell’Editrice Miriamica legata alla S.P.H.C.I. Fr+Tm+ di Miriam di Anna Maria Piscitelli, cfr.: Ritorno alla sorgente primordiale. Terapeutica hermetica e coscienza acquariana, Spoleto (Perugia) 1996; Tradizioni e culti pagani di Primavera. Risveglio della coscienza panica nel nuovo millennio, Modugno (Bari) 1996; e Oracoli. Misteri e arti divinatorie tra Oriente e Occidente, Modugno (Bari) 1997; sempre a cura di Eadem, cfr. Cento anni di Pragmatica Fondamentale. Mito utopia scienza e prassi nella Schola di Giuliano Kremmerz, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari 2010. Un approccio storico-filosofico in Piero Di Vona, Giuliano Kremmerz, Edizioni di Ar, Padova 2005. Infine, cfr. Massimo Introvigne, “De l’hypertrophie de la filiation: le milieu kremmerzien en Italie”, in ARIES – Association pour la Recherche et l’Information sur l’Esotérisme,Symboles et Mythes dans les mouvements initiatiques et ésotériques (XVII et XXe siècles): Filiations et emprunts, Archè – La Table d’Émeraude, Parigi 1999, pp. 148-156.

 

 

Altri gruppi

Oltre alle Accademie e gruppi miriamici e al contesto liminale del “martinismo kremmerziano” che abbiamo evocato in apertura di questa sezione, rimangono infine da menzionare alcune esperienze che in una qualche misura sono debitrici – fra gli altri – del pensiero di Giuliano Kremmerz, sebbene non ascrivibili a una filiazione diretta dell’ermetismo kremmerziano.

Fra di esse, sin dalle precedenti edizioni di questa enciclopedia abbiamo censito l’Associazione di Studi Tradizionali “Senatus” – che non rivendica ad alcun titolo di rappresentare una qualsiasi Fratellanza di Miriam –, la quale nel 1994 ha dato il via alla pubblicazione della rivista Politica Romana, sin qui giunta all’ottavo volume (2008-2009) e che si è resa attiva anche mediante conferenze, tavole rotonde, visite archeologiche guidate, contribuendo in misura non minore a diffondere una cultura ispirata – come dichiarano i responsabili dei quaderni dell’Associazione – “in primis et ante omnia alla Tradizione prisca d’Italia, che può essere definita come romano-italica se si pone l’accento sul ruolo unificatore e formatore di Roma, oppure italico-romana se si ha in vista la sua scaturigine primordiale, essendo indiscutibile che il Latium esisteva come realtà sacrale ancor prima della fondazione di Roma, in quanto sede primordiale di Giano e di Saturno. Tale tradizione romana prisca, pertanto, affonda indiscutibilmente le sue radici nella ‘Saturnia Tellus’ e nella stirpe, anch’essa saturnia e primordiale, che popolò l’antico Lazio e la cui impronta sacrale continua ancora ad esservi latente, come Arturo Reghini ha tenuto a documentare per primo in questo secolo. Diverso è il discorso relativo agli apporti di ulteriori forme tradizionali confluite nella Romanità e rispetto alle quali occorre accuratamente distinguere. Per quanto concerne la tradizione orfico-pitagorica, la sua antica convergenza verso la tradizione romana prisca è comprovata dalle numerose testimonianze riassunte emblematicamente nella leggenda degli stretti rapporti intercorsi tra Numa e Pitagora, e venne riaffermata pubblicamente, in epoca storica, nel sapiente circolo degli Scipioni. Quanto poi alla tradizione egizia ed alla sua più tarda manifestazione alessandrina, occorre anche in questo caso rinviare innanzitutto al legame di Pitagora con l’Egitto, faro eminente di sapienza mediterranea e quindi, in età posteriore, al ristabilimento ufficiale di tale rapporto, voluto da Cesare e definitivamente confermato da Adriano, che proclamò l’omonoia, l’affratellamento tra Roma e l’Egitto nel simbolo fatidico del Nilo che confluisce nel sacro Tevere ed affida così alla Romanità, in un’epoca di crisi, il pegno della sua resurrezione. In conseguenza, ‘Politica romana’ guarda con favore anche alla Tradizione ermetica ed alla sua più recente espressione rappresentata dall’ermetismo kremmerziano”.

Riprendendo così quella continuità ideale di una philosophia perennis fra la cosiddetta “scuola italica” degli antichi dossografi da un lato e la tradizione erudita che fra i secoli XV e XIX ha resuscitato e retrodatato alle remote origini della nazione e della stirpe l’eredità di una riposta sapienza italica, pelasgica, pitagorica – che lo storico della filosofia Paolo Casini ha icasticamente definito “illusoria”, suggerendo la necessità di “evitare ogni complicità con la superstizione della metemspicosi pitagorica e con il connesso mito di una immemoriale sapienza italica” (L’antica sapienza italica. Cronistoria di un mito, il Mulino, Bologna 1998, p. 9) –, l’Associazione di Studi Tradizionali “Senatus” – animata, con altri, dal diplomatico italiano Marco Baistrocchi (1941-1997) – persegue un programma culturale non solo costituito sul calco del paradigma kremmerziano, pur traendo storicamente le proprie origini – e parte delle proprie prospettive – nel contesto che ha avuto origine con l’esperienza della C.E.U.R. – Casa Editrice Universale di Roma, di cui peraltro non accetta la deriva evoluzionista, che sarebbe stata insita sin dalla nascita nell’esperienza massonica a essa restrostante, ovvero la loggia ANKH, cui si è già fatto cenno. 

B.: Oltre ai quaderni di Politica Romana, cfr. – relativamente ai presupposti della loggia ANKH, da non confondersi con l’Associazione di Studi Tradizionali “Senatus”, ma da accostarsi in prospettiva storica – Augusto Lista, Le basi spirituali della Massoneria Spirituale, Edizioni dell’ANKH, Roma 1946 (nuova ed.: Editrice Miriamica, Bari 1992). Della C.E.U.R., fra le pubblicazioni a circolazione interna, cfr. L’evoluzione, Collana di studi kremmerziani, Roma 1983.

 

Confraternita Cavalleresca del V Vangelo

(I membri si riuniscono in case private)
E-mail: quintovangelo@libero.it
URL: www.cavalierivvangelo.com 

La Confraternita Cavalleresca del V Vangelo – nata agli inizi degli anni 1990 – si considera erede di una confraternita militare del XIV secolo di cui afferma di possedere il sigillo, documenti e mandato. La fratellanza cavalleresca è un sodalizio di ex-miriamici i quali, constatata quella che ritengono essere la fine “exoterica” della S.C.P.H.I., pur fedele all’insegnamento kremmerziano, ha sostituito il mezzo terapeutico con quello marziale – “rettificando, secondo l’accezione latina, il Marte dell’Ares” –, così “sperimentando alchemicamente la trasformazione del ferro in oro”. Costituita da professionisti o persone legate all’antica aristocrazia del Regno delle Due Sicile, la confraternita – per il profilo dei suoi impegni sociali – persegue finalità e interessi filoborbonici orientati in un revisionismo storico dell’antico patrimonio culturale delle regioni meridionali e, in particolare, di quello pre e post-unitario. È rappresentata organicamente da un Priore o Precettore e da tre livelli di Cavalieri: Confratelli delle Acque; Cavalieri Erranti; Cavalieri Perfettibili di Grazia e Giustizia. Tutta la struttura ruota attorno all’enigmatica figura del Guardiano Occulto del XIII scanno e al motto “Semper Vitalis Sit Praecurrere Usquaeque Malis”. Conta circa quaranta confratelli riuniti in Compagnie operative. 

B.: La Confraternita Cavalleresca del V Vangelo pubblica a circolazione interna il giornaleIl Quinto Vangelo. Fra i “Quaderni del V Vangelo”, particolare interesse per le tematiche storiche legate all’ambiente pre-kremmerziano in Giuseppe Maddalena – Cristian Guzzo – Gaetano Lo Monaco – Michele Di Iorio, Sairitis-Hus. Gli antri, le sirene, la luce, l’ombra. Appunti biografici ermetici della napoli ottocentesca, collana “Alle Radici dell’Ordine Osirideo Egizio”, vol. II, La Torcia di Demetra, Brindisi 2000. A cura di G. Maddalena Capiferro si veda il trattato seicentesco di Francesco Maria Santinelli Della Metola, L’Androgene Ermetico, Torcia di Demetra, Brindisi 1999. Di G. Lo Monaco si veda pure L’Ordine Osirideo Egizio e la trasmissione pitagorica, 2a ed. rivista e corretta, Letture S…consigliate, Marostica (Vicenza) 2000. In ambito kremmerziano, cfr. G. Maddalena Capiferro – C. Guzzo, Riflessi d’iride nell’acqua. Appunti e documenti per una storia dell’ermetismo kremmerziano, Giordano Editore, Mesagne (Brindisi) 2006.

LA SCUOLA DI GIULIANO KREMMERZultima modifica: 2012-11-24T11:21:41+01:00da mikeplato
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