OBBEDIENZE MASSONICHE

massoneriaAlcuni indirizzi (per le differenze e divergenze, si rimanda al testo):
Grande Oriente d’Italia (Palazzo Giustiniani)
Villa Il Vascello
Via San Pancrazio, 8
00152 Roma
Tel.: 06-5899344
E-mail: gran.segreteria@grandeoriente.it
URL: www.grandeoriente.it

Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (Palazzo Vitelleschi)
Via S. Nicola de’ Cesarini, 3
00186 Roma
Tel.: 06- 68135320; 06-6893249
Fax: 06- 6879840
E-mail: gldi@granloggia.it
URL: www.granloggia.it

Gran Loggia Regolare d’Italia
Lungotevere dei Mellini, 17
00193 Roma
Tel.: 06-36001607
Fax: 06-36001604
E-mail: glri@grandlodge-italy.org
URL: www.granloggiaregolareitalia.org

Per evitare di confondersi nell’arcipelago di nomi e di sigle che costituisce oggi la massoneria occorre anzitutto distinguere fra obbedienze e riti, due realtà che sono sovente confuse. Le obbedienze sono federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge, che accettano la priorità di una loggia originaria o almeno accettano di sottoporsi a un certo coordinamento. I riti sono sistemi di gradi massonici, di cui prescrivono non solo le cerimonie ma anche le caratteristiche. All’interno di una stessa obbedienza possono essere praticati diversi riti, senza che questo comporti uno scisma. Per converso lo stesso rito può ritrovarsi in diverse obbedienze, anche se per i gradi superiori il rito è più di una semplice variante cerimoniale: è una via iniziatica, con caratteristiche e insegnamenti specifici che sono trasmessi nei diversi gradi. Tutto questo è chiaro in teoria: ma in pratica questioni di rito hanno spesso determinato scismi anche quanto alle obbedienze, soprattutto perché i riti hanno i loro dirigenti (distinti da quelli delle obbedienze) ed è spesso accaduto che fra i due gruppi dirigenti (che pure dovrebbero in teoria esercitare la loro giurisdizione su ambiti diversi) siano sorte rivalità e conflitti. Sul piano delle obbedienze rivali possiamo distinguere:

a. L’obbedienza della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, riconosciuta dalla maggioranza dei massoni mondiali (circa sei milioni, benché manchi una statistica ufficiale comprensiva di tutte le obbedienze e altre fonti stimino il totale tra i tre e i cinque milioni) come Gran Loggia Madre per tutto il mondo. Due principali testi – Basic Principles for Grand Lodge Recognition (“Principi per il riconoscimento da parte della Gran Loggia”), del 1929, e Aims and Relationships of the Craft (“Scopi e relazioni dell’Arte”), del 1938 (rivisto nel 1949) – fissano i criteri per il riconoscimento della “regolarità” massonica da parte della Gran Loggia Unita. Secondo questi documenti la “regolarità” deve essere triplice: di origine (è necessaria la fondazione da parte di una Gran Loggia già riconosciuta come regolare o di tre logge regolari), di territorio (una sola Gran Loggia può essere riconosciuta come regolare in ogni paese) e di dottrina (sono necessarie la credenza in Dio come Grande Architetto dell’Universo, l’uso di un “libro della legge sacra” – normalmente la Bibbia, ma è ammesso un altro libro sacro tradizionale per le logge che operano in paesi diversi dall’Occidente cristiano –, l’esclusione delle donne e il divieto di discussioni politiche nelle logge). È su questa base – che si afferma dedotta dalle Costituzioni di Anderson, anche se non mancano discussioni sulla loro interpretazione – che le massonerie maggioritarie dei più importanti paesi latini (Francia, Spagna, America Latina) hanno perso a partire dal XIX secolo il riconoscimento della loro “regolarità”, accusate di ammettere nelle loro fila atei, non utilizzare la Bibbia e occuparsi di temi politici. In questa situazione si trovava fino al 1972 anche la massoneria del Grande Oriente d’Italia, istituzione fondata nel 1805 e largamente maggioritaria nel nostro Paese – secondo dati interni aggiornati al 2012, conta 757 logge e 21.400 affiliati (erano 12.630 nel 1999 e 15.099 nel 2003), con un’età media di 53 anni –, che appunto nel 1972 era stata riammessa nella comunione con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Da tale comunione è stata di nuovo esclusa nel 1993, in seguito alle polemiche seguite a indagini giudiziarie sulle attività politiche e affaristiche di alcune logge, e alla crisi interna che ne è derivata. Dal 1972 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge del Grande Oriente d’Italia. Il Gran Maestro, Giuliano Di Bernardo, aveva tuttavia proposto una nozione di Dio come “principio regolatore” che, benché non formalmente condannata da Londra, era al limite di quanto può essere accettabile dalle massonerie “regolari” e aveva suscitato più di una obiezione. È stato tuttavia lo stesso Giuliano Di Bernardo a fondare, nella crisi massonica del 1993, una Gran Loggia Regolare d’Italia concorrente del Grande Oriente (nettamente minoritaria: circa 3.000 affiliati distribuiti in un centinaio di logge), riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra in occasione della comunicazione trimestrale dell’8 dicembre 1993: alla gran maestranza di Giuliano Di Bernardo ha fatto seguito, dal 15 dicembre 2001, la nomina del nuovo e attuale Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi. Giuliano Di Bernardo ha in seguito lasciato la Gran Loggia Regolare d’Italia fondando nel 2002 a Roma l’Accademia Internazionale degli Illuminati, con il dichiarato proposito di andare “oltre la massoneria” ricollegandosi almeno idealmente agli Illuminati di Baviera, attivi in Europa fra il 1776 e il 1790 e oggetto poi d’innumerevoli “continuazioni” o “risvegli”, tutti però senza una vera discendenza genealogica dall’originario gruppo settecentesco.

b. Dal 1961 le massonerie liberali – tra cui  i Grandi Orienti di Francia, Belgio e Germania (ma in quest’ultimo paese è presente anche una Gran Loggia “regolare” di obbedienza inglese) e la Gran Loggia d’Italia degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori (A.L.A.M.) – Palazzo Vitelleschi, la seconda denominazione del nostro paese (intorno ai 7.500 iniziati raccolti in circa 400 logge) dopo il Grande Oriente (detto a sua volta di Palazzo Giustiniani da una sua storica sede) – erano riunite nel CLIPSAS (Centre de Liaison et d’Information des Puissances maçonniques signataires de l’Appel de Strasbourg. “Centro di Collegamento e d’Informazione delle Potenze Massoniche firmatarie dell’Appello di Strasburgo”). Dal CLIPSAS nel 1996 si sono però separate a causa di diverse controversie lo stesso Grande Oriente di Francia e altre obbedienze per costituire l’AMIL (Associazione Massonica Intercontinentale Liberale), una realtà a sua volta turbata da dissensi. I dissensi nell’AMIL hanno spinto il Grande Oriente francese a favorire la nascita del SIMPA (Segretariato Internazionale delle Potenze Massoniche Adogmatiche), cui hanno aderito anche la citata Gran Loggia d’Italia e la maggior parte delle obbedienze europee di impronta liberale (così che l’AMIL è rimasta una realtà prevalentemente africana, mentre nel CLIPSAS sono oggi numerose le obbedienze femminili e legate ai riti “egiziani”), quindi a cercare una nuova riunificazione di tutte le massonerie liberali internazionali, che appare allo stato problematica. La Gran Loggia d’Italia è la più grande fra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dalla scisma massonico del 1908 del pastore metodista Saverio Fera (1850-1915). Nella storia delle obbedienze che risalgono a Fera e al suo successore Raoul V. Palermi (1864-1948), dette spesso “di Piazza del Gesù”, dal nome della piazza romana dove la principale ha avuto sede per molti anni, gli scismi sono frequentissimi (basterà ricordare, per il rilievo anche culturale di alcune sue iniziative, quello promosso nel 2003 dall’ex Gran Maestro Renzo Canova, che ha dato vita al Supremo Consiglio d’Italia e San Marino del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, che pubblica la rivista Acadèmia, ha a Bologna una loggia di studi e di ricerche “Sancti Quattuor Coronati”, che s’ispira all’antica e omonima iniziativa inglese, e – nonostante il nome – è una vera e propria obbedienza e non si limita alla gestione di un rito) e costituiscono un elemento decisivo per spiegare la compresenza in Italia di numerose obbedienze massoniche minori. Rispetto al Grande Oriente, vi è stata una maggiore presenza di un elemento “cristiano” e talora anche “filo-cattolico”, che tuttavia “si diluì non poco” a partire dalla seconda metà degli anni 1950 (così M. Moramarco, Piazza del Gesù [1944-1968]. Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana, Centro Studi Albert Schweitzer, Reggio Emilia 1992, p. 15). Le obbedienze liberali denunciano “il dogmatismo e il conservatorismo sociale della massoneria anglosassone”, ammettono gli atei e gli agnostici (per il Grande Oriente di Francia, dal 1877, data in cui è soppresso l’obbligo del riferimento al Grande Architetto dell’Universo, con conseguente separazione dalla Gran Loggia di Londra), e talora anche le donne (come fa la Gran Loggia di Palazzo Vitelleschi e dal 2010 il Grande Oriente di Francia), e non rinunciano a un’azione politica in favore “dei diritti dell’uomo e della democrazia” (così recitava l’“Appello di Strasburgo”). Benché variamente schierate quanto alle alleanze internazionali, le massonerie di lingua spagnola sono in genere su posizioni simili.

c. La letteratura della Gran Loggia Unita d’Inghilterra denomina “massoneria di frangia” (fringe masonry) l’insieme delle obbedienze i cui interessi si situano soprattutto sul versante dell’occultismo e della magia. A partire dal XIX secolo questi interessi sono scoraggiati nella massoneria “regolare” e hanno quindi preso la strada di organizzazioni “di frangia”. Alcune di queste organizzazioni non sono semplicemente “irregolari” (in quanto affermano di interessarsi solo dei gradi superiori al terzo, riconoscendo alla Gran Loggia Unita la giurisdizione universale sui primi tre gradi, di cui soltanto essa dichiara di occuparsi). Tuttavia la loro “ideologia” si allontana notevolmente dallo spirito e dalla mentalità della massoneria “regolare” per cui spesso finiscono per dotarsi anche di gradi azzurri propri, diventando così, oltre che “di frangia”, anche “irregolari”. Le obbedienze “di frangia” più diffuse adottano una simbologia ispirata all’antico Egitto e costituiscono la famiglia (divisa in numerose obbedienze rivali) delle massonerie “egiziane”, il cui antecedente storico è rappresentato dall’Alta massoneria egiziana creata da Cagliostro (1743 o 1749-1795), e che si intrecciano spesso con ordini rosacrociani, martinisti e Chiese gnostiche, non di rado avendo gli stessi dirigenti. Un caso particolare, in questo filone, è rappresentato dall’Antico e Primevo Rito Osiriaco degli Illuminati di Memphis e Mitzraïm, creato nel 1999 da Roberto Negrini, e che a partire dal quarto grado richiede la contemporanea appartenenza alla filiazione dell’O.T.O. diretta dallo stesso esoterista bolognese.

d. Certamente “irregolari” (nel senso di considerate non regolari dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra, fedele alle Costituzioni di Anderson che come abbiamo visto escludono le donne) – oltre che “di frangia” – sono le obbedienze femminili e miste nate con lo scopo precipuo di riconoscere alle donne a pieno titolo l’appartenenza massonica: la principale è l’ordine misto Le Droit Humain, fondato nel 1893 in Francia dalla femminista Maria Deraismes (1828-1894) e dal senatore Georges Martin (1844-1916). Dalle obbedienze femminili e miste vanno distinte le logge “di adozione”, semplici ausiliari della massoneria che organizzano le spose e le figlie dei massoni senza che queste ultime rivendichino in alcun modo una effettiva appartenenza all’ordine (di questo tipo è la Stella d’Oriente, che ha nel mondo circa tre milioni di adepte – e oggi anche adepti, dal momento che si presenta come un ordine misto, accogliendo pure simpatizzanti di sesso maschile della massoneria –  e che esiste anche in Italia sotto il controllo del Grande Oriente d’Italia). In Italia – oltre alla presenza del Droit Humain, che ha oggi dai duecento ai trecento membri fra uomini e donne – opera dal 1946 al 1958 una Gran Loggia Nazionale Femminile d’Italia, la cui esistenza è favorita dal gruppo massonico (maschile) detto di Palazzo Brancaccio; riassorbito questo dal Grande Oriente nel 1958, questa prima massoneria femminile cessa le attività. Pochi anni dopo, nel 1961, le donne che desiderano diventare massone a pieno titolo si vedono comunque aprire la possibilità di essere iniziate nella Gran Loggia d’Italia A.L.A.M. Alcune donne non sono però soddisfatte né dell’esperienza in questa obbedienza (accusata di riservare loro un ruolo comunque limitato, e dove peraltro a tutt’oggi si trovano la maggioranza delle donne massone italiane), né della possibilità offerta dal Grande Oriente – a partire dal 1965 – di partecipare alle attività paramassoniche della Stella d’Oriente. Così, da una prima loggia nata nel 1972 a Reggello (Firenze), sorge un movimento per una massoneria femminile indipendente che porta alla costituzione nel 1975 della Gran Loggia Femminile d’Italia, riconosciuta da quella Gran Loggia Femminile di Francia che emerge negli anni 1970 come “Gran Loggia Madre” della massoneria femminile internazionale. Dissensi interni portano nel 1979, dopo la scissione di diverse logge, alla costituzione di una separata Gran Loggia Tradizionale Femminile d’Italia, chiamata poi dal 1990 Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia (che dal 1996 opera nell’ambito di un Ordine Massonico Femminile d’Italia). Questa seconda realtà ha strappato alla Gran Loggia Femminile d’Italia l’agognato riconoscimento francese, e la rappresentanza dell’Italia nell’organismo internazionale C.L.I.M.A.F. (Comité de liaison internationale de la franc-maçonnerie féminine, “Comitato di collegamento internazionale della massoneria femminile”), costituito nel 1992 dalla Gran Loggia Femminile di Francia, dalla Gran Loggia Femminile del Belgio e dalla stessa Gran Loggia Tradizionale Femminile d’Italia, cui hanno poi via via aderito organizzazioni di altri paesi. La citata ammissione a pieno titolo delle donne, nel 2010, nel Grande Oriente di Francia non ha tolto vigore alle massonerie femminili, che mantengono la loro autonomia anche nei paesi di lingua francese.

È opportuno precisare – per non dare luogo a equivoci – che questo schema ha un semplice valore di mappa, non di giudizio: non è possibile risolvere tutti i problemi sulla base della semplice dicotomia “regolare”/“irregolare” o dei riconoscimenti internazionali (talora indubbiamente concessi tenendo conto anche di ragioni di opportunità politica); piuttosto, ogni obbedienza deve essere esaminata nelle sue caratteristiche e nella sua storia.

Le enciclopedie massoniche riportano diverse centinaia di riti diversi, che sarebbe certamente troppo lungo esaminare in questa sede. Al cuore della storia massonica si situa il rito Emulation – da Emulation Lodge of Improvement (“Loggia emulazione del miglioramento”), il nome della loggia degli Antients in cui è unificato il rito dopo la nascita della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, nel 1815 –, il più diffuso per i primi tre gradi di apprendista, compagno e maestro nelle logge inglesi. Largamente praticati – e retti da gerarchie proprie – sono i cosiddetti gradi complementari: il grado dell’Arco Reale, complementare a quello di maestro, e il grado di Mark Master, complementare a quello di compagno. Molto diffusi in ambiente anglosassone sono pure i gradi di Knights Templar (“cavalieri templari”), che rappresentano – come già si è accennato – quanto sopravvive della leggenda templare nella massoneria maggioritaria. Negli Stati Uniti è largamente diffuso il Rito di York che fonde insieme Arco Reale, massoneria del Marchio (gradi dal quarto al settimo), gradi “criptici” (ottavo e nono, più decimo in alcune giurisdizioni) e quattro ulteriori gradi “templari”. Con il Rito di York rivaleggia per diffusione il Rito Scozzese Antico e Accettato (il più diffuso in Italia) in 33 gradi (da cui l’abitudine a considerare i massoni più elevati in grado come necessariamente dotati della qualifica di “33°”, il che è vero per questo Rito ma non per altri). Nel Grande Oriente di Francia si segue un Rito francese, assai più scarno e semplificato. Nelle massonerie “egiziane” dominano il rito di Memphis (92 gradi) e quello di Misraïm (90 gradi) – creati fra il 1813 e il 1838 –, nonché varie loro combinazioni. In alcuni paesi varianti del Memphis e/o del Misraïm sono riconosciute come riti anche da obbedienze maggioritarie (così, in Italia, dal Grande Oriente).

Nella letteratura specializzata si incontra spesso il riferimento a organismi “para-massonici”, “simil-massonici” e “pseudo-massonici”. In genere gli specialisti riservano l’appellativo “para-massonico” o agli ordini e alle società che non fanno tecnicamente parte della massoneria ma che ammettono nel loro seno esclusivamente massoni, ovvero a organizzazioni “ausiliarie” giovanili o femminili. La più importante organizzazione del primo tipo è la Shrine (il cui nome completo è Ancient Arabic Order Nobles of the Mystic Shrine, “Antico Ordine Arabico dei Nobili del Santuario Mistico”), fondata nel 1871 negli Stati Uniti dal medico Walter Millard Fleming (1838-1913) e dall’attore William Jermyn Florence (1831-1891). La Shrine adotta una simbologia “islamica” e orientale (talora grandiosa: alcuni suoi “templi” sembrano grandi moschee, possiedono autentici cammelli arabi e così via), non senza un’intenzione ludica di messa in scena e di scherzo; riunisce però una élite della massoneria americana e gode di prestigio anche per le sue imponenti attività benefiche nel settore degli ospedali infantili. A metà strada fra ordini simil-massonici (in quanto composti in maggioranza da massoni) e massonerie “di frangia” troviamo le varie incarnazioni dell’Ordine degli Illuminati: oltre alla già citata Accademia Internazionale degli Illuminati, vanno citati gli Illuminati fondati nel 1901 da Leopold Engel (1858-1931) e tuttora esistenti, ancorché ridotti a minuscole dimensioni. Ma del tema si sono impadronite in modo così massiccio la leggenda e la letteratura da rendere ormai difficile far prevalere in tema di Illuminati la realtà storica, separandolo dalle sempre più numerose fantasie.

“Para-massonici”, nel secondo senso del termine, sono anche gli ordini ausiliari alla massoneria, come l’International DeMolay Order (il cui nome ancora una volta evoca la leggendaria connessione templare) per ragazzi dai dodici ai ventuno anni, e l’International Order of the Rainbow for Girls, per ragazze dagli undici ai vent’anni, entrambi presenti in Italia sotto la sorveglianza del Grande Oriente d’Italia. Possiamo chiamare “simil-massonici” i numerosi organismi e fraternità sorti, soprattutto negli Stati Uniti (ma anche altrove), a imitazione e in concorrenza con la massoneria, spesso (ma non sempre) rivolgendosi a classi sociali più basse rispetto a quelle da cui la massoneria traeva i suoi membri: gli Odd Fellows, i Knights of Pythias, l’Improved Order of Red Men, e così via. Questi ordini – oggi in marcato declino, ma in parte tuttora esistenti, e che non sono mai stati popolari in Italia – non sono massonici, e mostrano che la massoneria è la species di un genus – la “fraternità” moderna – che si esprime anche in forme diverse, le quali talora si rivolgono, in ambienti diversi, allo stesso tipo di bisogni e di aspettative sociologiche.

La letteratura massonica ama, infine, chiamare “pseudo-massonici” gli organismi che utilizzano nel loro nome la parola “massoneria” ma sono considerati al di fuori del mondo massonico dalla maggioranza degli organismi “regolari” o ufficiali. In questo ambito rientrano le iniziative messe in atto di tanto in tanto da meri avventurieri che vendono gradi “massonici” a puro fine di lucro (attività repressa negli Stati Uniti – ma non sempre altrove e certamente non in Italia – dai tribunali, che oltre Oceano riconoscono alla massoneria “regolare” un monopolio sulla parola “massoneria”) e anche da gruppi che inventano “massonerie” senza alcuna derivazione da obbedienze note per coprire semplici attività illecite o criminali (se ne sono avuti diversi esempi nell’Italia Meridionale negli ultimi anni).

Alcuni chiamano “pseudo-massoneria” anche la cosiddetta Prince Hall Freemasonry, nata fra gli afro-americani che per lunghi anni sono stati esclusi dalle logge degli Stati Uniti (e ancora oggi, in vari Stati, sono discretamente scoraggiati dall’aderire). Alcuni afro-americani costituiscono così una massoneria “nera” chiamata Prince Hall dal nome del suo mitico fondatore settecentesco; più tardi le organizzazioni massoniche e para-massoniche bianche acquisiscono il loro corrispettivo afro-americano (alla Shrine viene a corrispondere una Black Shrine, e così via). Le relazioni fra massoneria e Prince Hall Freemasonry – che fa capo a un buon numero di Gran Logge regionali indipendenti – sono però migliorate negli ultimi anni; varie logge americane hanno sviluppato relazioni cordiali, non utilizzano più l’espressione “pseudo-massoneria” e dirottano discretamente verso le logge Prince Hall gli afro-americani che si presentano per aderire alla massoneria “bianca”, che pure ufficialmente non sarebbe più segregata.

OBBEDIENZE MASSONICHEultima modifica: 2012-11-24T21:00:26+01:00da mikeplato
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