TRE VOLTE, NON UNA DI PIU’, NE’ UNA DI MENO

mano giustiziaouvre 3 contro 2 lato destro contro sinistro che è doominato

CHI RIESCE A SCORGERE IN QUESTA NARRAZIONE UN FONDAMENTALE PRINCIPIO DI MELKIZEDEK ?

LEGGETELO E RILEGGETELO SE NON LO SCORGETE. é UN PRINCIPIO CHE REGOLA IL RAPPORTO TRA L’UOMO e DIO

1919 Alice Bailey entra in contatto con un Maestro chiamato “il Tibetano” identificato con uno dei Maestri di cui aveva parlato Helena Petrovna Blavatsky, ovvero Dywal Khul, che le “detterà” ventiquattro volumi di filosofia esoterica. Quel giorno del primo contatto con il Tibetano, Alice ha da poco accompagnato le bambine a scuola e mentre siede pensierosa su di una collinetta, ode una nota musicale che vibra fin dentro la parte più intima del suo essere. Poi sente una voce: “Si desidera che certi libri siano scritti per il pubblico. Tu puoi farlo. Vuoi?”. Senza esitare ella risponde negativamente asserendo: “Non sono una sensitiva e non voglio essere coinvolta in nulla del genere”. Il Maestro D.K. con la calma dei Grandi Esseri le dice che i saggi non esprimono giudizi frettolosi e che tutto ciò non avrà rapporto alcuno con lo psichismo inferiore, ma che in ogni caso le avrebbe dato tre settimane di tempo per riflettere. Puntualmente, allo scadere del tempo previsto la voce le parla nuovamente, ma ancora una volta lei rifiuta. Il Maestro la prega di riconsiderare la questione dicendo che sarebbe tornato dopo altre due settimane. Questa volta qualcosa si risveglia dentro Alice, ed anche se ancora con qualche dubbio, alla fine dei quattordici giorni accetta. Fu allora che ricevette i primi capitoli di “Iniziazione Umana e Solare”. Con il passare del tempo, la trasmissione tra Alice ed il Maestro diviene sempre più assidua a livello interiore mentale. Agli inizi la tecnica è di chiaroudienza, ma con il passare del tempo le due menti saranno talmente unite che non sarà più necessario. Oramai i pensieri del Tibetano sono immediatamente captati da Alice quando li inserisce nel suo mentale. Tutto questo però accade in perfetta integrità di coscienza senza la minima alterazione. Inoltre, la Bailey ha sempre focalizzato l’attenzione sul fatto che tutti i testi da lei scritti erano da attribuire al Maestro in ogni concetto in essi espresso. Tutti gli argomenti, i simboli ed i diagrammi sono proiettati direttamente dalla mente del Tibetano a quella di Alice che li interpreta immediatamente tramite intuizione. In trent’anni di collaborazione saranno pubblicati ben diciotto libri dettati dal Maestro, più altri sei scritti di suo pugno.

SOLUZIONE: è UN PRINCIPIO CHE REGOLA IL RAPPORTO TRA UOMO e DIO

E’ UNA VERA E PROPRIA REGOLA INFALLIBILE NELLA QUALE INCAPPERA’ MOSE’ NELLA SURA 18 DEL CORANO, FALLENDO; e PIETRO, FALLENDO ANCHE LUI, ALLORCHE’ RINNEGA TRE VOLTE IL MAESTRO

A QUALE STADIO LA BAILEY ACCETTA LA MAESTRIA DEL TIBETANO? AL TERZO TENTATIVO. DUE VOLTE RIFIUTA, ALLA TERZA ACCETTASE AVESSE RIFIUTATO ANCHE ALLA TERZA OCCASIONE, IL TIBETANO L’AVREBBE ABBANDONATA.

TRE VOLTE MOSE SI RIBELLA AL KHIDR E ALLA TERZA IL KHIDR LO LASCIA

TRE VOLTE PIETRO RINNEGO’ IL MAESTRO, RINNEGANDOLO PER SEMPRE

SE PER TRE VOLTE BUSSI AD UNA PORTA E TRE VOLTE DICONO NO, VATTENE

è UNA REGOLA UNIVERSALETRE VOLTE è PER SEMPRE

ETERNO=TERNO=TRINODIO è UNO, e gli EBREI hanno ragione ma conoscono solo un volto della Verità.  

NON SANNO CHE L’UNO (ebr. ECHAD) QUI, IN QUESTO PIANO, SI MANIFESTA ATTRAVERSO IL TRE, SI DISPIEGA COL QUATTRO E SI SVILUPPA IN DIECI

IL TRE è LA LEGGE DI HERMES TRISMEGHISTOS-ERMETE IL TRE VOLTE GRANDE. MELKIZEDEK è CITATO TRE VOLTE NELLA BIBBIA: IN GENESI 14, NEL SALMO 110, NELLA LETTERA AGLI EBREI. TRE MAGI, IN REALTA’ UNO SOLO, OMAGGIANO CRISTO INFANTE. TRE UOMINI VISITANO ABRAMO CHE LI CHIAMA NON “SIGNORI” ma “SIGNORE”.

Genesi 18:  2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra,3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo.

QUINDI ABRAMO SA CHE DIO è UNO e TRINO, MENTRE GLI EBREI NON LO SANNO O FANNO FINTA DI NON SAPERLO.

IN GIOVANNI 21 L’ENFASI SULLE TRE VOLTE E SUL SACRO TRE è PERSINO PRESSANTE

GIOVANNI 21: 13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?

TRE VOLTE, NON UNA DI PIU’, NE’ UNA DI MENOultima modifica: 2014-06-02T14:02:29+02:00da mikeplato
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