Dalla lettura del secondo volume autobiografico di Omraam Mikhaël Aïvanhov – “Alla scuola del Maestro Peter Deunov” – emergono interessanti prospettive sulla figura di colui che potrebbe essere definito un vero Maestro spirituale. Per tale ragione vi riportiamo qui di seguito alcuni pensieri dell’autore, da noi liberamente estrapolati e collegati:
In un essere di grande spiritualità, la cosa più sorprendente non è la perfezione dei tratti. Quali che siano i suoi tratti, la vera bellezza di quell’essere è nella sua luce, in tutto ciò che da lui emana. Anche quando il Maestro tace, tutto il suo essere parla; e quando lui parla, tutto il suo essere viene a sottolineare la sua parola. Egli è un libro vivente. I libri, una volta letti, vengono riposti su uno scaffale e dimenticati. I libri viventi invece non permettono che li si dimentichi, si impongono continuamente alla vostra memoria. Sono questi libri a farvi comprendere la differenza che esiste tra un sapere intellettuale e un sapere vivo.
Un’altra cosa che colpisce di un Maestro sono il ritmo, l’armonia che introduce con i gesti, la parola e l’atteggiamento. Un simile ritmo non lo si costruisce artificialmente, non appare per caso in un essere: è il risultato di una grande conoscenza delle leggi della vita. Un Maestro non abbandona mai il suo atteggiamento semplice e vero, non esce mai da quell’armonia, da quel ritmo meraviglioso che dà peso e significato a tutto quel che fa. Egli non è mai indifferente a quello che accade intorno a lui, ma mentre in alcune circostanze gli altri si preoccupano e si agitano, egli conserva sempre lo stesso ritmo.
Un Maestro non viene per permettere a questo o a quel discepolo di realizzare i suoi desideri personali, anche se fossero i più legittimi e i migliori, ma è paziente, aspetta che la coscienza del discepolo si espanda e che questi comprenda come deve partecipare con il suo Maestro a un lavoro in grado di trascenderlo da una condizione di sonnolenza interiore.
Un Maestro attira l’attenzione sui vostri errori e le vostre lacune, dandovi anche i mezzi per porvi rimedio, affinché questi errori non vi conducano a soffrire più tardi per le conseguenze. Egli si rivela dunque il vostro miglior amico. Le persone, per la maggior parte, vi fanno osservazioni solo quando le vostre azioni o le vostre parole le disturbano; in caso contrario lasciano che siate voi a sbrogliarvela, oppure spesso vi approvano per farvi piacere, o perché traggono qualche vantaggio dai vostri errori.
Un Maestro vi lascerà sempre liberi di agire come volete, ma vi dirà ciò che vi deve dire senza fingere di approvarvi per qualsiasi cosa. Così facendo egli vi offre sempre le chiavi per indagare le cause dei vostri malesseri, che vengono rivelate innanzitutto dalle vostre azioni e dalle vostre incoerenze.
Il Maestro rappresenta la vostra coscienza, quella parte di voi che non siete abituati a prendere in considerazione. Ecco perché a volte è sufficiente e necessario evocare anche solo nell’immaginazione la presenza del vostro Maestro per sentirvi approvati, incoraggiati oppure rimproverati. La sua presenza risveglia e richiama in voi quel profondo nucleo nascosto dal continuo flusso dei pensieri.
La figura di un Maestro da tenere come riferimento, sia esso vivo o già morto da tempo, è molto più importante di quanto si possa immaginare, al punto da considerarsi come una pratica spirituale fondamentale in molte tradizioni.
Una storiella indiana racconta di un Maestro che aveva come discepolo, tra i tanti, un giovane il cui amore e venerazione per lui erano tali che egli non smetteva mai di ripeterne il nome come un mantra magico. Un giorno il ragazzo fu visto camminare sulle acque del lago. Il prodigio fu riportato al Maestro, il quale, stupito, lo fece chiamare e gli disse: “Mi sono state raccontate sul tuo conto cose straordinarie. Pare che tu riesca addirittura a camminare sulle acque. Come fai?” “Oh, Maestro” – rispose il discepolo – “è molto semplice: mi concentro sul tuo nome e lo pronuncio con amore”. Il Maestro pensò che avrebbe sicuramente potuto fare altrettanto; andò al lago, mise un piede nell’acqua pronunciando il proprio nome… e annegò!
Il fattore più importante non è dunque solo il grado di saggezza del Maestro, ma anche ciò che egli rappresenta per voi e il tipo di consenso che date a questo simbolo. Il Maestro non è che un mezzo. Coloro che immaginano che la propria evoluzione spirituale sarebbe stata facilitata se avessero avuto un istruttore più saggio e più potente, si sbagliano.
Se il Maestro della storia avesse avuto a sua volta un Maestro che gli avesse ispirato la stessa fiducia e lo stesso amore, anch’egli avrebbe potuto camminare sulle acque. Ciò rivela quanto possa essere fuorviante e pericoloso considerarsi maestri di se stessi, escludendo la possibilità che qualcuno dal di fuori possa supervisionare sulla propria vita, anche e specialmente con schiettezza e severità.
Con la scusa che si incontrano spesso degli imbroglioni e degli squilibrati che si nascondo dietro parvenze spirituali solo per trarre vantaggio economico o per trarre notorietà, è forse ragionevole dimenticare che esistono esseri in grado di condurci sul Cammino? Obietterete ancora che è difficile distinguere un vero Maestro fra tanti falsi maestri. No, non è affatto difficile riconoscere un vero Maestro, ma a condizione di sapere chiaramente cosa si stia cercando.
La vita spirituale è una disciplina che richiede molto tempo e molti sforzi; inoltre il processo di conoscenza di sé non è mai piacevole o divertente. La Via non è fatta per chi si accontenta di prendere alla leggera certe conoscenze, o per chi si illude di poterne estrapolare solo alcune parti per proprio uso e consumo. Allora se qualcuno esordisce assicurandovi che presso di lui otterrete facilmente e rapidamente la chiaroveggenza, i poteri magici, il contatto con il vostro Sé superiore, ecc. (magari tutto questo partecipando solo a qualche seminario), diffidate.
E diffidate ancora di più se, per ottenere quei risultati straordinari, vi si chieda del denaro, indipendentemente dalla somma. La verità è che il denaro non è di alcuna utilità per progredire nella vita spirituale. La Verità non costa nulla. Tutta la creazione pulsa affinché voi possiate comprendere chi siete. Nessun vero Maestro vi chiederà mai un solo soldo per accompagnarvi su questa ricerca, ma pretenderà da voi implacabilmente che vi dedichiate a questo con tutte le vostre forze, il vostro cuore e la vostra mente.
Ecco allora che non ha senso che vi lamentiate di essere stati imbrogliati! Quando si cerca un Maestro, occorre sapere cosa ci si debba aspettare da lui. Coloro che non sanno in realtà quello che cercano, o che nascondono i propri reali intenti dietro obiettivi spirituali, ingannando anche se stessi, si imbatteranno in continue delusioni. Un vero Maestro non vi aiuterà mai a soddisfare le vostre bramosie o le vostre ambizioni, al contrario ve le porrà in luce con chiarezza.
Un vero Maestro non è qualcuno che tutto a un tratto, posandovi una mano sul capo o sulla spalla, risolverà tutti i vostri problemi o vi darà l’illuminazione. No, egli vi presenterà alcuni metodi, ma sarete voi a dover fare il lavoro con coraggio e perseveranza per svegliarvi. Quindi diffidate di coloro che sostengono di poter risolvere tutti i vostri problemi, altrimenti potrete fare anche dei bei sogni, ma in definitiva continuerete a dormire.
Se temete di essere fuorviati da una guida vivente, nessuno vi impedisce di rivolgervi a quelle guide che da tempo hanno lasciato la terra. Le loro opere sono a vostra disposizione, gli scaffali delle biblioteche ne sono pieni. Sotto diverse forme, tutte le dottrine insegnano le stesse verità. Allora sforzatevi di accordare i vostri pensieri e i vostri sentimenti ai loro, perché è allineando fattivamente la vostra vita alla loro che li potrete incontrare.
Nessuno vi rimprovererà di non aver percorso il mondo alla ricerca di un Maestro vivente. Ma nulla vi potrà giustificare se ristagnerete nella mediocrità e nell’errore con il pretesto di non aver mai incontrato qualcuno in grado di guidarvi.
E anche se incontrate un vero Maestro vivente, siate sempre vigili. Il rispetto, l’ammirazione e la venerazione che un discepolo ha per il suo istruttore deve innanzitutto servire a stimolarlo nel lavoro, altrimenti non imparerà niente. Alcuni credono nel proprio Maestro come credono in Dio, immaginando che la loro fede li salverà e che il Maestro farà miracoli per loro, ma questa è una credenza infantile e fuorviante. La consapevolezza è sempre il risultato di un lunghissimo lavoro interiore, che consiste nel cambiare il proprio modo di vivere per renderlo coerente con l’orientamento di vita che si vuole perseguire.
Un vero Maestro non vi spronerà inoltre verso l’isolamento meditativo, ma vi spingerà a legare fraternamente con altre persone che condividono i vostri stessi intenti. La tendenza degli esseri umani è infatti quella di sottrarsi alla vita collettiva di un lavoro interiore, per vivere unicamente la loro vita personale e individuale, rimanendo così al sicuro dietro le proprie idee. Credono che rimanendo al riparo dagli altri e dalle loro osservazioni saranno protetti. È un’illusione. Nell’isolamento interiore ci si espone a tutti i pericoli.
In definitiva, non è certo facile stare al fianco di un vero Maestro, poiché la forza e la chiarezza dei suoi intenti sono difficili da sostenere. Fra coloro che lo avvicinano, alcuni non scoprono in lui nulla di straordinario, perché in realtà nulla stanno cercando. Altri avvertono in lui qualcosa , ma prigionieri dei propri istinti, non sopportano la presenza di un essere che li obbliga, per contrasto, a vedersi come sono. Altri ancora ne sono attratti con grande ammirazione; lo venerano come un dio irraggiungibile e si accontentano di sonnecchiare accanto a lui, essendo incapaci di compiere degli sforzi. Infine ci sono quelli che avvertono in lui uno stato interiore non ordinario, vasto, libero, e decidono di seguirlo, ma non avendo mai imparato ad agire in modo disinteressato, non riescono a vincere la tendenza a utilizzare il suo sapere e i suoi poteri per profitto personale, distorcendone dunque la reale profondità degli insegnamenti. Solo un’esigua minoranza vede e sente la necessità di lavorare al suo fianco con sincerità e abnegazione, semplicemente perché ciò è bello e grande, ed è fondamentalmente l’unica cosa per cui vale la pena vivere.