DARK CITY…DARK WORLD

rufus-sewell-as-john-murdoch-in-dark-city copy

Il soggetto:

“Prima c’era l’oscurità…poi vennero -gli stranieri-….erano una razza antica quanto il tempo…erano padroni della più potente delle tecnologie…la capacità di alterare la realtà fisica con la sola forza di volontà…loro chiamavano questa capacità -accordarsi-…ma stavano morendo…la loro civiltà era vicina alla fine…perciò abbandonarono il loro mondo in cerca di una cura per la loro mortalità…un viaggio infinito li condusse fino a un piccolo mondo azzurro nel più remoto angolo della galassia….il nostro mondo…qui pensavano di avere finalmente trovato quello che avevano sempre cercato..”(dal prologo)

John Murdoch si risveglia nella vasca da bagno di un hotel in preda all’amnesia. Dopo essersi vestito e sistemato, riceve una telefonata da parte del Dottor Schreber, che gli ordina di fuggire immediatamente, perché alcuni uomini lo inseguono. Durante la telefonata, John scopre il cadavere di una donna con degli strani simboli a spirale incisi sulla pelle e un coltello sporco di sangue. Scappa dall’albergo quando arrivano tre sinistri uomini con abiti e cappelli neri, gli Stranieri. Sforzandosi, John si ricorda del proprio nome e ritrova la moglie Emma. Nel frattempo viene braccato anche dall’ispettore Frank Bumstead, dato che viene accusato di aver compiuto una serie di omicidi, che John – per via dell’amnesia – non ricorda. Mentre è perseguito dagli Stranieri, John scopre di possedere poteri psionici come loro, che sfrutta per la sua fuga. Mentre si muove per le vie della metropoli, che è sempre immersa in un tetro ed inquietante ambiente notturno, John scopre che tutti i cittadini cadono in uno stato comatoso a mezzanotte in punto, l’ora in cui gli Stranieri fermano il tempo e alterano il paesaggio urbano, così come l’identità delle persone e i loro ricordi. John, attraverso indizi in suo possesso e dei confusi flashback, scopre che l’oscura città in cui vive era un tempo un paese costiero chiamato “Shell Beach”. I suoi tentativi di uscire dalla metropoli per arrivare a Shell Beach sono ostacolati dalla mancanza di informazioni attendibili dalle persone che incontra sul suo cammino. Nel quartier generale degli Stranieri, questi, indagando sul fatto che un umano possiede i loro stessi poteri, iniettano i veri ricordi di John nella mente di un loro agente, Mister Hand, per poterlo rintracciare ed eliminare. John si incontra con Bumstead, che riconosce la sua innocenza e ammette di porsi delle domande circa la vera natura della città. I due s’incontrano col dott. Schreber, il quale spiega che gli Stranieri sono in realtà dei parassiti alieni che vivono prendendo possesso dei cadaveri umani. Con la loro coscienza collettiva, gli Stranieri compivano esperimenti umani per analizzare l’individualità di ogni persona, nella speranza che alcune informazioni possano favorire la sopravvivenza della propria razza. Un’anomalia nel potere degli Stranieri ha svegliato John durante il processo di mezzanotte e gli ha conferito i suoi poteri, nel momento stesso in cui il dott. Schreber gli stava impiantando nuove memorie da assassino. I tre si mettono assieme alla ricerca di Shell Beach, della quale tutto ciò che rimane è solo un cartellone pubblicitario ai margini della città. Frustrato, John sfonda la parete, rivelando un portale per il cosmo. I tre vengono affrontati dagli Stranieri, incluso Mr. Hand, che tiene in ostaggio Emma. Durante la lotta che segue Bumstead, insieme ad alcuni Stranieri, cade nel portale, rivelando che tutta la metropoli è in realtà un’immensa colonia spaziale, quasi un lager, circondata da un campo di forza.  Gli Stranieri conducono John nel loro quartier generale sotterraneo, dove ordinano a Schreber di imprimergli la propria memoria collettiva, convinti che John contenga la risposta definitiva ai loro esperimenti. Schreber invece li tradisce iniettando nella mente di John falsi ricordi della sua infanzia a Shell Beach, tutti i dati delle macchine degli Stranieri e tutte le abilità dei suoi poteri. John, risvegliatosi, scatenando i suoi poteri e affronta il leader degli Stranieri, Mr. Book, riuscendo infine a sconfiggerlo in un furibondo duello che distrugge la base degli Stranieri. Schreber rivela a John che la vera personalità di Emma è stata distrutta e che non può essere ripristinata. John allora si inoltra nei macchinari appartenuti agli Stranieri e riprogramma l’intera colonia spaziale dandole l’aspetto di Shell Beach. Mentre John si reca alla cittadina incontra un morente Mr. Hand e gli rivela che gli Stranieri hanno cercato nel posto sbagliato, cioè la mente, per capire l’umanità. John infine giunge alla soleggiata Shell Beach attraversando una porta e incontra al molo Emma, che ora ha assunto la nuova identità di “Anna”. I due si mettono a camminare per il paese, iniziando una nuova vita.

617a6d11242459.560314aad7cba

La Critica

Dark City non ha un’ambientazione: la città del titolo potrebbe trovarsi in qualunque momento storico e in ogni luogo imprecisato. I personaggi si muovono tra diroccati musei del mare, squallidi alberghetti abitati da prostitute, stazioni di polizia che sembrano uscite da un romanzo di Chandler e fumosi locali dove Jennifer Connelly canta davanti a un vecchio microfono con la voce di un angelo. A questi interni decadenti e polverosi, Proyas alterna mastodontiche scenografie mosse da effetti speciali all’avanguardia, che si spostano ogni volta che scocca la mezzanotte (ma potrebbe anche essere mezzogiorno) e deformano e ricostruiscono la città, dandole un volto nuovo. Un enorme orologio in un sotterraneo scandisce l’attimo in cui ogni cosa si ferma, tutti si addormentano e la loro vita cambia: figura della reincarnazione continua e sistematica.

La Città è una visione: un sogno, o un incubo, in cui la nostra memoria coincide con la nostra anima, in cui una razza antica, dotata di una sola mente collettiva, cerca alla disperata di comprendere ciò che ci rende unici, e costruisce intorno a noi un universo fittizio, una realtà sinistroide per poter carpire indisturbati la nostra individualità autentica. Uno zoo dove non sorge mai il sole, dove ti vengono imposti sentimenti mai provati, dove il tuo passato, quello vero, è cancellato per sempre, perduto chissà dove in una primordia ormai oggetto di oblio. E chissà se esiste la Terra, chissà se c’è qualcosa oltre quel canale, chissà se l’Oceano non è che la pallida e sbiadita memoria di un qualcosa che non è mai stato e mai sarà, o di un qualcosa che é dentro di noi. Nella Città puoi addormentarti comune cittadino e risvegliarti assassino, se loro decidono che così deve essere. Nella Città puoi amare qualcuno conosciuto pochi minuti prima, ché quell’amore ti è stato innestato nel cervello, puoi essere convinto di fare lo stesso lavoro da 25 anni mentre ti hanno messo lì da pochi secondi. E ti può capitare di svegliarti mentre la città dorme il suo sonno indotto, e impazzire… oppure diventare l’unico in grado di spezzare questa illusione, un Messia sconosciuto.

dark_city_4

La Città è un mondo a parte: non si parla di realtà virtuale, ma di una costruzione reale e concreta, che galleggia nello spazio e da cui non si può fare ritorno. I creatori di questo mondo sono esseri a metà tra cenobiti e vampiri alla Nosferatu: gli Stranieri, osservatori e torturatori che ci considerano alla stregua di topi da laboratorio. Uno scenario davvero originale che si pone al confine tra la fantascienza più visionaria e il noir più disilluso. Proyas offre una creatività sfrenata e uno stile di regia svuotato dalle tentazioni da videoclip presenti ne Il Corvo, al servizio di una storia di ricerca e riscatto di un’umanità perduta. È comprensibile che Dark City non abbia avuto successo, all’epoca. Troppo poco consolatorie le conclusioni, e con un finale che è lieto solo in apparenza. Dalla gigantesca prigione sospesa nell’infinito non si evade; si può cercare di modificarla, renderla più vivibile, ma la consapevolezza di cosa sia davvero quella città resta appannaggio di un solo individuo, gli altri continueranno a vivere di ricordi che non appartengono loro. Il teologo Gerard Loughlin ha interpretato la Città oscura come una rivisitazione dell’allegoria della Caverna di Platone. Per Loughlin, gli abitanti delle città sono schiavi che non si rendono conto di essere in una prigione. La fuga di John Murdoch dalla prigione è parallela alla fuga dalla grotta nell’allegoria. È coadiuvato dal Dr. Schreber, che spiega il meccanismo della Città mentre Socrate spiega a Glauco come vengono proiettate le ombre nella caverna. Murdoch tuttavia diventa più di Glauco. Loughlin scrive: “È un Glauco che arriva a comprendere che la storia di Socrate di un mondo superiore e più reale è essa stessa un’ombra, una falsificazione“. Murdoch sconfigge gli Stranieri che controllano gli abitanti-schiavi-dormienti e rimodella il mondo basandosi su ricordi d’infanzia, a loro volta illusioni create dagli Stranieri. Loughlin scrive della mancanza di precedenti: “L’origine della città è fuori scena, sconosciuta e inconoscibile“. Murdoch ora getta nuove ombre per gli abitanti della città, che devono fidarsi del suo giudizio, della sua giustizia, della sua capacità di essere Re-Dio di quel luogo sempre plasmabile a piacimento. A differenza di Platone, Murdoch “è disilluso da ogni speranza esteriore” e diventa il Demiurgo della grotta, l’unico ambiente che conosce.

960 copy

Dark City (1998, 2008) è una riscrittura più complessa di The Crow dello stesso Proyas,  che cerca di perfezionare la nausea dell’amore romantico del film precedente. La finestra circolare viene riproposta nella sequenza di apertura, mentre la telecamera lo percorre per scoprire il protagonista, John Murdoch, che si sveglia in una stanza d’albergo,  scena di un omicidio di cui non ricorda o è consapevole se ne sia responsabile. Ed è questa riflessione sul concetto di memoria che rende Dark City un prodotto unico nel suo genere, un film che suscita una serie di domande, senza avere la pretesa di fornirci risposte rassicuranti, o la salvezza a opera di un eletto che diventa una specie di prete volante. La massa indistinta di individui che abita la città buia non ha un passato reale ma ricreato a tavolino. Lo stesso protagonista John Murdock (Rufus Sewell) ha subito la cancellazione totale dei ricordi. Lo vediamo vagare, disorientato e confuso, alla ricerca di un qualcosa che possa aiutarlo a ricostruire la propria vita, prima di rendersi progressivamente conto che la sua vita non esiste. Ma se quello che crediamo essere il nostro substrato sociale, culturale e affettivo è falso, cosa resta da salvare dell’essere umano? Dov’è quel nucleo centrale, quel marchio unico che ci rende uomini? Non si tratta quindi della contrapposizione manichea alla Matrix (appunto) tra uomo e macchina. Quello narrato da Dark City è un conflitto più sottile, tra personalità imposte e personalità reali, che però sono obbligate e sfumare l’una nell’altra e a compenetrarsi. Nel momento in cui a uno degli Stranieri (Mr. Hand, interpretato da Richard O’Brien) vengono impiantati i ricordi artificiali di Murdock, l’alieno assume delle caratteristiche proprie e inconciliabili con la mente collettiva di cui fa parte. È la memoria, quindi, il corrispettivo dell’anima? Se è così, gli abitanti della città ne sono privi.

Proyas cerca comunque di concludere il suo film all’insegna della speranza: un’esplosione luminosa, dopo un’ora e mezza di film girata tutta in notturna, dove forse la salvezza può trovarsi in una traccia flebile di affetto che resta attaccata addosso anche dopo che il ricordo del sentimento è stato spazzato via. Un’impronta lasciata da un vissuto breve e dimenticato, ma che diventa la sola cosa a cui aggrapparsi, nel momento in cui si è soli, con un mondo da ricostruire e una vita che comincia da zero. Dopo Segnali dal Futuro, Proyas è rimasto di nuovo fermo. La carriera di questo regista dalla visione così particolare e dalla fervida immaginazione procede da sempre a balzi. Come detto, il cinema è cattivo, bastardo senza cuore e infame. O forse lo è il pubblico, che all’epoca di Dark City voleva un altro Corvo. Strana, triste storia.

Grandi le scenografie “dark” di George Liddle e Patrock Tatopoulos,  che ricordano molto il primo Batman di Burton e il mitico Blade Runner, mentre il personaggio dell’eroe dai latenti poteri sovrumani che alla fine impara a controllare e grazie ai quali sconfigge l’invincibile avversario, ha preceduto di poco l'”eletto” (the One) Keanu Reeves della trilogia Matrix. Tatopoulos descrisse la città: (Wagner, Chuck (settembre 1997a), “Dark World”, Cinefantastique)

Il film si svolge ovunque e non si svolge da nessuna parte. È una città costruita con pezzi di città. Un angolo da un posto, un altro da qualche altro posto. Quindi, non sai davvero dove sei. Un pezzo sembrerà una strada a Londra,  una parte dell’architettura assomiglia a New York, ma il fondo dell’architettura sembra come una città europea. Sei lì, ma non sai dove sei. È come ogni volta che viaggi, ti sentirai perso.

Gli Stranieri sono esseri energetici che risiedono in corpi umani e ne controllano le coscienze. Quando il design iniziò, i registi pensarono agli Stranieri come insetti, poi decisero che l’aspetto dell’insetto fosse troppo abusato. Tatopoulos disse che Proyas voleva creare gli esseri viventi degli Stranieri: “Alex mi chiamò e mi confessò che voleva qualcosa di simile a un’energia che continuava a riaccendere se stessa, ricreando se stessa, rimodellandosi, nascosta in un simulacro umano“. Gli Stranieri risiedono in un grande anfiteatro sotterraneo stabilito come loro covo o quartier generale, dove un busto umano nasconde un grande orologio e un dispositivo a spirale cambia il layout della città soprastante. 

Quando Christopher Nolan iniziò a pensare di scrivere la sceneggiatura di Inception, fu influenzato da quella che lui definisce “l’era in cui hai avuto film come The Matrix , Dark City , hai avuto Il Tredicesimo Piano e, in una certa misura, anche Memento. Erano basati sul principio che il mondo intorno a noi potrebbe non essere reale“.

Come The Crow dello stesso Proyas, il film descrive un paesaggio urbano distopico, ma in questo caso la città ha un perimetro ben definito, e quindi ci stiamo occupando esplicitamente di un discendente degli stati platonici e utopici, la cui circonferenza fisica rappresenta la purezza per cui lottano. Nella città tentacolare di The Crow non è stato represso nulla, e in questa città gli Stranieri che sono la sua forza trainante vivono sottoterra, uscendo solo mentre la gente viene addormentata. Confrontando le due città, comprendiamo che la presenza o l’assenza di confini fisici e di repressione ha poco a che fare con la salute spirituale di una città-stato. Una città murata può simboleggiare la razionalità che lo stato dovrebbe incarnare, e l’assenza di muri può simboleggiare il rilascio democratico da forme tiranniche di razionalità, ma nella misura in cui operano su principi epicurei senza accesso alla luce della trascendenza, sia la democrazia che gli stati tirannici sono forme patologiche che si limitano a travestire le libertà su cui Platone mise gli occhi, e che nascondono l’unica e reale schiavitù: quella dell’anima al corpo, al mondo, al sistema, alla natura e alle forze che la regolano. In un’operazione tipicamente fuorviata, gli Stranieri di Proyas riorganizzano l’architettura della loro città ogni notte come parte di un progetto per perfezionarsi scoprendo il segreto dell’individualità umana o dell’anima. Provano con questo mezzo “a comprendere ciò che ci rende unici”.  Nel sistema-mondo governato dagli Stranieri, i corpi umani sono vasi vuoti che si riempiono di un diverso insieme di esperienze ogni notte. L’esperienza, invece di conferire loro unicità, è un insieme di memorie fittizie che non corrispondo a fatti reali (come le memorie-cuscino dei Nexus in Blade Runner). C’è, tuttavia, qualcosa di misterioso che conferisce una sorta di autenticità: Murdoch viene incastrato per gli omicidi delle prostitute, ma dice: “Chiunque io sia, sono ancora me stesso e non sono un assassino”. Gli omicidi sono stati commessi dagli Stranieri, che non sono contenti del fatto che Murdoch, anche se crede che sua moglie lo abbia tradito, non reagisca. Mister Wall dice: “Questo è irrazionale”, alludendo al fatto che la reazione avrebbe dovuto essere un fatto matematico. La razionalità degli Stranieri è quindi un indice della loro disumanità, mentre la capacità di Murdoch di trascendere la razionalità della vendetta e agire coscienziosamente rappresenta la scintilla della divinità all’interno dell’anima che in loro manca. Il processo di pensiero degli Stranieri si basa sulla stessa razionalità di mezzi-fini che governava il paesaggio urbano infernale in The Crow. Questo tipo di razionalità era alla radice dei problemi che affliggevano i paesaggi della tragedia greca dove ogni crimine attira sempre una rappresaglia, in un ciclo karmico potenzialmente infinito di mimesi violenta. Era una forma di razionalità che la dialettica socratica avrebbe dovuto superare. La dialettica è, al livello più basilare, il dialogo e l’efficacia del dialogo come metodo di ricerca che dipende dal fatto che i partecipanti siano caritatevoli amici disposti a raggiungere la verità, o siano avversari egoisti che cercano di vincere una discussione. Anche se può sembrare l’indiscriminato come il pensiero di gruppo coercitivo dei collettivi totalitari, la verità raggiunta per mezzo di risultati dialettici nel comportamento etico che è liberamente scelto dall’individuo in base alla purezza della sua conoscenza del Bene. L’argomento secondo cui questo “bene” non è un dogma religioso, un’ideologia totalitaria o un insieme di meme culturali, come talvolta si afferma, è implicito nella sostituzione di Coleridge del termine “immaginazione”. Il Bene è un principio di arte-libertà che non è riducibile a una formula. La frase del Libro IV di Paradise Lost , “e ho sentito quanto è orribile la bontà“, pronunciata da T-Bird, uno dei cattivi di The Crow, registra il terrore che può conseguire a questo tipo di libertà perché può metterti in minoranza contro le forze dell’opinione pubblica e della razionalità autoritaria allo stesso modo. In questo caso, T-Bird sta per essere ucciso da Eric Draven, qualcuno che sembra aver raggiunto una tale libertà, e sta sperimentando la sua unicità nel modo più radicale possibile per un essere umano, poiché la morte e la trascendenza sono momenti in cui noi andiamo oltre il nostro io guidato dalle memorie verso un territorio sconosciuto. Altrimenti, viviamo nella seconda morte di intrappolamento all’interno di un sé esausto. L’assenza di dialettica in Dark City durante il regime degli Stranieri è simboleggiata quando Murdoch va in un “distributore automatico” per recuperare il suo portafoglio. Nel tentativo di ricostruire i suoi ricordi perduti, chiede quando l’ha lasciato lì, e l’inserviente dice “L’ultima volta che eri qui.” Dopo aver chiesto quando ciò è stato, gli viene detto: “quando hai lasciato il portafoglio”. Questa è una domanda-risposta a circuito chiuso, tipica confusione sofistica che non porta da nessuna parte. Vediamo anche una famiglia, suggestivamente chiamata Goodwins, trasformata da una povera famiglia operaia in una dinastia capitalista da un giorno all’altro. Mentre fa loro l’imprinting, il dott. Schreber dice: “I ricchi diventano più ricchi”. Tuttavia, è più una dialettica marxista che una dialettica platonica o hegeliana che opera nelle vite  di questi individui schiavi. Per i platonisti, il percorso verso la conoscenza divina è alla fine un processo introspettivo di anamnesi, di ricordo di sè, di ricerca dell’ideale. In Dark City, Proyas ha inserito l’ideale in una destinazione turistica chiamata Shell Beach, la cui posizione precisa, come Utopia, nessuno ricorda o sa come ci si giunga. Come ha sostenuto Gerard Loughlin, Murdoch è il filosofo che lascia la caverna delle illusioni per anamnesi e perde la sua capacità di accettare verità materiali di senso comune a tal punto da sembrare un folle. Un altro modo per dirlo è che Murdoch è uno dei pochi che, come Socrate, ha l’immaginazione per vedere quadri alternativi per la realtà. Tuttavia, il suo riconoscimento della falsità di ciò che in precedenza aveva preso per il buonsenso non ha portato a una libertà gioiosa, ma semplicemente alla scoperta della sua stessa forza in un’esistenza inesplicabile. Scopre che la città è un’isola che galleggia nel vuoto, sulle cui origini non può imparare nulla. Si allontana rapidamente dal paradigma socratico in cui il dialettico concede il terreno ai suoi avversari sofistici, solo ponendo domande che li aiutino a scoprire l’inconsistenza del loro pensiero, in modo tale che alla fine si rendano conto che tutti sono dalla stessa parte. Murdoch, al contrario, sviluppa la capacità di usare la propria volontà come “influenza opposta alle macchine” che amplificano i poteri telecinetici degli Stranieri e mantengono i cittadini in schiavitù di coscienza. La scintilla della divinità all’interno di Murdoch non ha portato alla trascendenza, ma a un tipo epico di divinità, e il film si conclude con una battaglia apocalittica di volontà mentale tra Murdoch e Mr. Book, che si conclude con la vittoria di Murdoch, il quale consegue il potere sovrano da lui utilizzato per creare la prima alba della storia di Dark City, creando un perimetro oceanico attorno ad esso. La città diventa un’isola come Utopia, e Shell Beach è un luogo che le persone possono visitare. Il dottor Schreber, che lo ha aiutato fingendo di essere in combutta con gli Stranieri, dice a Murdoch che non c’è niente oltre la città, e che la speranza esiste solo nella sua testa. Murdoch rifiuta la possibilità di un’amicizia dialettica con il dott. Schreber, l’unico altro visionario che sa della Città, forse perché non ha ancora fede in una verità superiore  cui entrambi partecipano. Stando così le cose, è più interessato a ricostituire il suo rapporto con sua moglie. La differenza sessuale è la differenza che definisce la struttura della città che è diventata indistinguibile dal se stesso di Murdoch, ma il suo rapporto con la moglie nella città appena immaginata è una relazione dialettica con un amico, un rapporto competitivo con un antagonista o una tirannica relazione con un subordinato? Verso la fine del film la incontra in una stazione di polizia e, nonostante sappia che la loro storia insieme è un collage di ricordi romantici, le dice che la ama e che “non puoi fingere qualcosa del genere”. Poi lui prova a baciarla usando i suoi poteri psionici per passare attraverso la lastra di vetro che li separa. In questa occasione il vetro si rompe, come farebbe il vetro vero. Socrate afferma che “tutto ciò che è un bell’esempio, sia per la sua natura o il suo design, sia per entrambi, è il più resistente all’essere cambiato da un agente esterno” (Repubblica 2.381.b). Il vetro in questa situazione resiste a essere virtualmente manipolato perché è un momento in cui Murdoch è veramente se stesso, e il suo desiderio di cambiarlo volontariamente è un gesto auto-alienante. Tuttavia, il fallimento dei suoi poteri telecinetici quando è con sua moglie significa che non sarà in grado di dirle ciò che sa sulla natura della loro realtà senza sembrare pazzo. La solitudine del visionario e la solitudine del solipsista sono difficili da districare a questo punto. Tuttavia, l’amore di Murdoch per sua moglie è più costitutivo del suo essere  altro, e la domanda su come può comunicare con lei è anche una domanda ontologica su come può conoscere la ragione della sua stessa esistenza, o la natura della sostanza da cui è fatto. Proyas non ha una soluzione pronta a questa impasse. Non perde mai di vista il fatto che la sua rappresentazione della dimensione mistica e non duale della tradizione platonica, i cui frammenti sta mettendo insieme qui, è un effetto speciale materiale. Il platonismo è una tradizione progressista in cui le donne possono essere monarchi come gli uomini, e il genere è una forma accidentale di differenza, ma anche quella in cui le donne sono associate alla materia, la materia è collegata al male e il male è un tipo di non-essere, è il “nulla” che si trova oltre le mura della città. Nel platonismo mistico del Medioevo, l’alterità di Dio è vissuta come una specie di nulla. L’assenza di Dio vizia il rapporto di Murdoch con sua moglie, e in effetti con la sua realtà, o la sua realtà e il suo amore per lei riportano Dio indietro nell’inquadratura? Il finale nauseante del film ricorda quello di The Crow in cui c’è un motivo di celebrazione in una riunione romantica, ma anche la sensazione che questa riunione possa essere una parodia di qualcosa su cui Proyas non riesce a mettere il dito. La libertà di Murdoch è ambiguamente quella dello gnostico che trova in sé una scintilla di divinità che gli permette di pensare oltre l’episteme in cui è nato, e dell’esistenzialista che è capace di una sterzata irrazionale nella direzione di un oggetto desiderato,  ma potendo spiegare le ragioni fondamentali del suo desiderio senza ricorrere al mito e alla mistificazione.

Dark-City-header

 

 

Come ottenere la liberazione da un mondo falso? Dark City e il Mito di Sophia (di Fryderyk Kwiatkowski, PHD)

Nella seconda metà del XX secolo, si può osservare un affascinante revival di antiche idee gnostiche nella cultura popolare americana. Uno dei principali flussi attraverso cui vengono trasmesse le idee gnostiche è il cinema di Hollywood. Molte opere emerse alla fine degli anni ’90 possono essere viste attraverso la lentedelle idee degli antichi sistemi gnostici: The Truman Show (1998), The Thirteenth Floor (1999), The Others (2001), Vanilla Sky (2001) o The Matrix trilogy (1999) -2003), e ovviamente Dark City (1998), la cui storia  è pesantemente debitrice del mito gnostico di Sophia. L’autore basa la sua ricerca sui più recenti risultati degli studi gnostici al fine di evidenziare l’importanza dei problemi di definizione all’interno del campo e con quale attenzione il concetto di “gnosticismo” dovrebbe essere applicato agli studi di cultura popolare.

Introduzione
Negli ultimi trent’anni, molti film di Hollywood hanno svelato temi che possono essere analizzati alla luce dell’antico gnosticismo. Diversi autori hanno giustamente identificato film come The Truman Show (1998), Pleasantville (1998), Vanilla Sky (2001) o The Matrix trilogy (1999-2003) come “Gnostici”.  In questo articolo, fornisco una lettura attenta di Dark City (1998), attraverso il mito gnostico di Sophia. Sebbene si possa anche fornire un’interpretazione neoplatonica o cristiana del lavoro di Proyas, mi limiterò solo allo gnosticismo. Prima di tutto, trovo il contesto interpretativo dello gnosticismo molto più efficace nello spiegare i vari significati della Città Oscura. Ciò è anche dovuto al fatto che, alla luce dell’antico pensiero gnostico, non è stato ancora offerto un esame approfondito dell’opera di Proyas.

Cos’è lo gnosticismo?
Negli studi gnostici contemporanei la nozione di gnosticismo è intesa non come un’unità storica che può essere definita da un chiaro insieme di caratteristiche, ma piuttosto come un termine teorico. Per quasi duemila anni gli studiosi non avevano avuto accesso ai testi originali “gnostici”. Dovevano basare la loro inchiesta sulle otestimonianze dei Padri della Chiesa che distorcevano il significato degli insegnamenti di vari gruppi e persone che studiavano nell’era paleocristiana. La distorsione era dovuta tanto alla loro non iniziazione nello gnosticismo che alla necessità di propaganda del dogma a detrimento delle eresie. Tra questi eresiologi, fu Ireneo di Lione ad essere il più influente. Chiamò tutti i gruppi cristiani che attaccò “seguaci della falsa gnosi” (“conoscenza”, “investigazione”, “intuizione”). Sebbene Ireneo fosse a conoscenza della grande diversità di gruppi che descriveva, il suo resoconto era molto impreciso. Nel 1945 vicino a Nag Hammadi fu scoperto un gran numero delle cosiddette scritture “gnostiche”. Gli studiosi hanno iniziato a rivedere il concetto di gnosticismo, che era il prodotto della moderna cultura, e divenne presto evidente che il concetto fosse troppo stretto per comprendere l’enorme diversità di idee, miti, pratiche e rituali espressi nei testi originali. Dopo l’emergere di opere critiche pionieristiche di Michael A. Williams e Karen L. King, in cui si sosteneva di abbandonare l’idea dello gnosticismo a causa della sua inadeguatezza alla luce dei materiali scoperti, sono state suggerite diverse controproposte. La maggior parte di esse sono incorporate nell’approccio tipologico che offre una serie di caratteristiche che raggruppano determinati testi e idee. I loro autori non usano l’idea di “gnosticismo” o “religione gnostica” riferendosi a un singolo fenomeno. Serve piuttosto come una categoria interpretativa o euristica per raggruppare pensatori e testi per un esame e un confronto più ravvicinato. Baserò la mia indagine sulla Dark City sulla tipologia formulata da Roelof van den Broek (Gnostic Religion in Antiquity, Cambridge University Press, 2013). Nella sua analisi, “Gnosticismo” o meglio la “religione gnostica”, sono intese come un fenomeno che fiorì in grandi miti del II e del III secolo che si diffusero nel Medio Oriente e nell’impero romano fino all’estremo oriente. Van den Broek enumera le caratteristiche più tipiche dello gnosticismo che coinvolgono miti nei quali:

(1) viene fatta una distinzione tra il Dio supremo e sconosciuto e il dio creatore imperfetto o chiaramente malvagio, che viene spesso identificato con il Dio della Bibbia; (2) questo è spesso collegato ad una vasta descrizione del mondo divino (Pleroma), da cui deriva il nucleo divino ontologico essenziale degli esseri umani, e della “caduta” disastrosa di un essere divino (Sophia, “Saggezza”) da questo superiore regno; (3) come risultato, l’umanità è rimasta intrappolata nella condizione terrena dell’oblio e della morte, da cui è salvata dalla rivelazione della gnosi da uno o più messaggeri celesti; (4) la salvezza è spesso attualizzata e celebrata nei rituali che vengono eseguiti all’interno della comunità gnostica.

I sistemi  gnostici possono essere divisi in due gruppi. Nel primo, c’è un’idea dominante di dualismo radicale tra due opposti principi di luce e oscurità. Nel manicheismo, in alcuni testi mandei e in sistemi a tre principi, si dice che quando l’oscurità incontrò la luce, ebbe come risultato la creazione del mondo e del male che lo pervade. La maggior parte dei sistemi gnostici, tuttavia, sono monistici nel senso che pongono un principio trascendente divino da cui tutto comincia. È assolutamente buono ma durante una serie di emanazioni si forma il male. Quindi possiamo parlare di una certa tendenza dualistica all’interno di questo tipo di gnosi e può essere trovata nella gnosi classica (sethiana), basilidiana o valentiniana.

Per van den Broek, l’insieme delle caratteristiche da lui descritte è il nucleo della religione gnostica che nel suo saggio stabilisce una forma “radicale” o “mitologica” di antica gnosi. È espresso nei grandi sistemi del 2° e 3° secolo, ad es. Sethianesimo o Valentinianismo. Pertanto, lo studioso olandese evita di usare la nozione di gnosticismo. In questo articolo, inquadro la categoria dello gnosticismo in senso stretto, cioè come una forma mitologica dell’antica gnosi che van den Broek suggerisce. Considererò come “gnostiche” le idee e le persone che rientrano nella categoria di van den Broek di gnosi mitologica. Per esempio, io chiamo i Sethiani “Gnostici” che parlavano di se stessi come “gnostici”, ma anche i Valentiniani, sebbene in un senso più stretto non dovessero essere chiamati tali.

Il mito di Sophia

maxresdefault

Una delle realizzazioni della gnosi radicale del suo tipo monistico è il mito sulla caduta di Sophia (che può anche essere identificata con “Parola”, “Logos”, “Saggezza” o “Achamoth”, a seconda della scrittura gnostica), un essere divino che causa la rottura all’interno della sfera celeste, che a sua volta conduce alla creazione del mondo. Nonostante le differenze tra numerosi testi che esprimono questo mito, ad esempio Zostrianus (NHC VIII, 1) o Trattato Tripartito (NHC I, 5), essi condividono un insieme comune di tratti. Molto spesso, queste scritture partono dalla descrizione del mondo superno in cui risiede il Dio inconoscibile (chiamato anche in altri testi “Bythos”, “Padre” o “Monade”). Comprende l’originale unità metafisica da cui emanano esseri inferiori. Tuttavia, non dovrebbero essere considerati come entità distinte e indipendenti, ma manifestazioni simboliche del Padre. Gli eoni, insieme a Dio, compongono una sfera divina: il Pleroma. La creazione del mondo è causata da un difetto, errore, passione o ignoranza dell’ultima emanazione, Sophia. Nelle versioni più popolari del mito, la sua caduta è causata dal suo bisogno di comprendere la grandezza di Dio o perché voleva generare qualcosa da sola, senza il permesso del suo sposo (compagno di sigizia) o del Padre. In seguito, dà alla luce un essere malvagio e ignorante chiamato “Demiurgo” (noto di volta in volta come “Yaldabaoth”, “Saklas” o “Samael”). Il demiurgo crea gli esseri umani così come il mondo materiale: un luogo di morte, terrore e sofferenza. Il Demiurgo ha un controllo quasi assoluto sul cosmo, e in questo è aiutato dagli “Arconti” planetari,  i suoi servi. Questi guardiani delle soglie, o sentinelle astrali mantengono l’umanità nell’ignoranza sulle loro vere origini. Tuttavia, Sophia riesce a inserire un elemento celeste-spirituale, chiamato “scintilla divina” o pneuma, negli esseri umani al fine di ripristinare l’unità primordiale. Questo elemento è restaurato grazie all’attività dell’emissario di Dio, un Redentore, che può essere anche inteso come una delle sue manifestazioni. Gli gnostici lo identificarono con molte figure, più comunemente con Seth o Gesù Cristo. Il Redentore discende nel mondo materiale per illuminare la vera natura della realtà, la caduta di Sophia e la dimensione illusoria del mondo di Demiurgo. Attraverso il suo intervento, le anime che ottengono questa conoscenza saranno salvate. Quando tutte le scintille divine torneranno alla loro dimora celeste, cioè al Pleroma, l’unità originaria sarà restaurata e il mondo materiale distrutto. Questa descrizione mostra solo le caratteristiche più importanti del cosiddetto mito gnostico che molti studiosi ritengono siano pienamente espresse nell’Apocrifo di Giovanni (NHC II, 1; III, 1; IV, 1; BG 2), un testo Sethiano. Le scritture gnostiche che contengono la storia della caduta di Sophia differiscono in molti dettagli, anche se ai fini del mio esame di Dark City non delineerò le differenze tra loro. Il mio punto è mostrare che la storia descritta nel film può essere letta attraverso il mito della caduta di Sophia, intesa come schema generale, e anche altri temi espressi negli scritti gnostici che rientrano nella categoria della gnosi mitologica monistica.

1-dark-city-recensione

Dark city come regno del Demiurgo

Dark City presenta la storia di creature aliene chiamate “Stranieri” che imprigionano gli umani all’interno di un mondo creato artificialmente attraverso i loro superpoteri mentali. Sono alla ricerca di una risposta alla domanda se l’anima umana sia semplicemente una raccolta di ricordi o se sia qualcosa che supera la comprensione esperienziale. Pensano di estendere le loro vite e alla fine salvare la loro razza trovando l’essenza della natura umana. Attraverso le abilità soprannaturali, gli Stranieri riorganizzano tutte le notti lo scenario della città, cancellano i ricordi delle persone che hanno intrappolato e ne danno loro di nuovi ogni notte. Le persone che vivono nella città oscura non sono consapevoli di essere parte di questo terribile esperimento.

darkcitybarbershop

Questi umani non possono agire liberamente, pensare in modo scettico o scappare a causa della presenza dei raccapriccianti Stranieri. Tuttavia, il personaggio principale, John Murdoch, si risveglia in stato amnesico durante il processo ciclico condotto dagli Stranieri, resistendo ad un tentativo di imprinting (quanti ne avrà subìti?). Sebbene gli Stranieri abbiano indotto ogni persona singola in città a dormire per sostituire i loro ricordi, John ha resistito ai loro poteri psichici per ragioni sconosciute. Scopre un cadavere di una donna, crudelmente assassinato in una specie di rituale, e fugge dal luogo in cui si è svegliato. Qualche tempo dopo, impara il suo nome, incontra sua moglie Emma e cerca di scoprire se sia egli stesso l’assassino. Nel frattempo, l’ispettore Frank Bumstead lo sta cercando. Sospetta che John sia responsabile di una serie di omicidi commessi in città. Anche gli Stranieri cercano Murdoch, il quale scopre di possedere poteri mentali che lo rendono resistente ai loro, compresa la capacità di non dormire di fronte ai loro ordini. Alla fine, John viene catturato da Bumstead, che lo riconosce essere innocente. Incontrano il Dr. Daniel Schreber, uno psichiatra che lavora per gli Stranieri, ma decide di tradirli e aiutare John. Il primo racconta loro degli alieni, dell’esperimento che conducono e della falsa realtà in cui hanno vissuto. Il Dr. Schreber consente a John di dispiegare le sue abilità psioniche in modo da poter sconfiggere gli Stranieri e liberare la città. In Dark City, il mondo del Demiurgo è simboleggiato dall’omonima città oscura.  È un micro-universo costruito artificialmente separato dallo spazio da un muro e un campo magnetico circondato da un’acqua scura che galleggia nel cosmo. Alla luce del pensiero gnostico, assomiglia alla divisione tra il mondo materiale governato dal Demiurgo e il regno divino trascendente. La divisione tra verità e menzogna è anche suggerita dal fatto che tutti i ricordi degli abitanti delle città sono costantemente reinventati, rimescolati e redistribuiti. Le creature aliene possono essere viste come Arconti poiché alimentano l’ignoranza delle persone sul mondo e su se stesse e, ovviamente, non sono disposte a rivelare l’obiettivo delle loro azioni o lasciare che qualcuno fugga dal loro mondo. La trama si sviluppa quando gli Stranieri, dopo aver notato che John è resistente ai loro poteri, cercano di catturarlo. Il più distinguibile degli alieni è Mr. Book che può essere visto come una personificazione del Demiurgo. In primo luogo, possiede i più grandi poteri psichici tra loro, e in secondo luogo, seguono i suoi ordini senza fiatare. Secondo Einar Thomassen, nell’Apocryphon di Giovanni,  Yaldabaoth non sta al di sopra degli altri sette sovrani (arconti), ma piuttosto essi dovrebbero essere considerati come le sue manifestazioni. L’interpretazione di Thomassen corrisponde all’immagine degli alieni nella Città Oscura. Tutti loro, incluso Mr. Book, condividono una mente psichica collettiva, e possono essere visti come aspetti fisici di un essere demiurgico.

Il motivo della prigionia nel mondo illusorio

Negli scritti gnostici, si può trovare l’uso metaforico del linguaggio per descrivere il confinamento degli umani nel regno governato dal Demiurgo: intorpidimento, intossicazione (del mondo), sonno, ubriachezza o oblio (sulle origini umane). In Dark City, gli Stranieri fermano il tempo ad ogni mezzanotte e, usando le loro abilità soprannaturali psichiche, mettono immediatamente a dormire tutti gli abitanti. Per gli Stranieri, questo facilita il processo di eliminazione dei ricordi dalle menti delle persone, e l’inserimento di nuovi. V’è una forte connessione tra il linguaggio metaforico usato negli scritti gnostici e la condizione degli umani raffigurati nella Dark City. La loro situazione metafisica può essere descritta usando le metafore gnostiche. Ogni mezzanotte, gli abitanti della città diventano insensibili e addormentati, inconsapevoli della falsa realtà che li circonda. Inoltre, il processo di sostituzione dei ricordi degli umani può essere interpretato come un mezzo per mantenerli nello stato di oblio. Gli estranei impediscono loro di apprendere la natura del mondo che li circonda, nonchè di ricordare il loro vero passato, quello prima di essere arrivati in quella città, quello prima delle interminabili false vite. Il crudele esperimento condotto dagli Stranieri può anche essere visto alla luce di una credenza gnostico-Sethiana, espressa ad esempio nell’Apocrifo di Giovanni, sulla reincarnazione senza tregua delle anime umane. Questa idea potrebbe suggerire l’infinito processo di imprigionamento delle anime ignoranti. Una visione simile può essere notata in Dark City. Ogni giorno le persone devono reiniziare la propria vita, dal momento che gli Stranieri ripetutamente portano in carcere persone con nuove identità. Pertanto, potremmo dire che subiscono continuamente una morte simbolica. Questo è in linea con il messaggio del Trattato Tripartito, in cui la morte è intesa come ignoranza. Un’idea simile è presente nel Vangelo della verità (NHC I, 3). In questo testo, l’ignoranza è considerata inesistente, quindi anche la sofferenza e gli orrori che sperimentiamo non esistono. Ciò che conta è la conoscenza di Dio che rivela la dimensione illusoria della realtà terrena. Riferendosi a questo punto di vista del film, le preoccupazioni di John riguardo al fatto che sia un assassino o meno non sono importanti perché sono basate su false premesse. Solo la conoscenza della vera natura del mondo che lo circonda conta, cioè la conoscenza della città oscura e l’idea che l’Apocrifo di Giovanni l’idea della reincarnazione non abbia un tono pessimista.22 Piuttosto dà speranza alle persone che non hanno raggiunto la salvezza . È dovuto alle anime elette che hanno ottenuto la conoscenza di Dio. Servono da guardiani per gli ignoranti e consentono loro di sfuggire a ulteriori reincarnazioni. A mio avviso, il ruolo di un’anima eletta nella Città Oscura è interpretato da due personaggi. Soprattutto, è il Dr. Schreber. Poiché lavora per gli Stranieri, i suoi ricordi non vengono rimossi ogni giorno e aiuta John a conoscere il mondo che lo circonda e a sviluppare le sue abilità psichiche. Il Dr. Schreber può essere considerato un’anima custode che aiuta il personaggio principale ad acquisire conoscenza e sfuggire al regno illusorio creato dagli alieni. Detto questo, John può essere visto anche come un’anima eletta. Dopo aver raggiunto la conoscenza di se stesso e del mondo, John batte gli Stranieri e libera tutti gli umani nella città.

Luce contro oscurità

In molti testi gnostici, il regno del Demiurgo – similmente all’idea di imprigionamento – è rappresentato attraverso un linguaggio metaforico, simile a un ritratto. Viene spesso descritto come un mondo di tenebre, malvagità, inganno, illusione, prigione. Al contrario, la conoscenza, il pleroma, la verità o gli esseri celesti sono collegati  alla luce e alla vita. Ad esempio, nell’Apocrifo di Giovanni troviamo un passaggio in cui la Pronoia, che può essere considerata una manifestazione di Sophia, parla della sua discesa nel mondo del Demiurgo:

Eppure una terza volta ho viaggiato –
Io che sono la luce che esiste nella luce,
io
il ricordo del pre-pensiero –
In modo che potessi entrare nel mezzo dell’oscurità e all’ interno dell’Ade

L’uso simbolico dell’oscurità e della luce è presente anche nella Città Oscura. Il mondo artificiale creato dagli  Stranieri è avvolto nell’oscurità fin dalle sue origini. Inoltre, essi indossano cappotti neri. L’osservazione di John è sintomatica quando comincia a notare che il mondo intorno a lui è illusorio. In una scena chiede all’ispettore Bumstead quando è stata l’ultima volta che ha visto la luce del sole: “Quando è stata l’ultima volta che ricordi di averlo visto? (…) Voglio dire  ieri? La settimana scorsa? Quando? Può ricordarlo? Non può”. Più tardi, John scopre che gli Straniero detestano la luce. Questo spiega perché la città è piena di oscurità. Nella letteratura gnostica, l’oscurità significa anche ignoranza o dimenticanza. Questi termini possono essere applicati anche per descrivere la condizione dei residenti che rimangono nella città perché non sono consapevoli della falsità delle loro vite. Negli scritti gnostici, il significato simbolico dell’oscurità è strettamente intrecciato con l’idea di risvegliarsi dal sonno o da un brutto sogno. È inteso come un processo di emersione dall’ignoranza. Questo tema viene visualizzato anche in Dark City. La prima volta che John viene presentato agli spettatori, lui si sveglia da un sogno senza ricordare il suo passato o il suo nome. Questo può essere visto come una scena simbolica del suo punto di partenza per conoscere la sua identità, raggiungere la conoscenza della falsa realtà che lo circonda e infine ottenere la sua liberazione. Alla luce di altri temi gnostici nella Dark City, il primo risveglio di Murdoch può essere interpretato fruttuosamente come un motivo gnostico. Si può trovare ad esempio nel Vangelo della Verità:

Così è per coloro che hanno allontanato da sé l’ignoranza, come un sonno cui essi non danno alcun valore. Ugualmente non danno alcun valore alle sue opere, ma le abbandonano, al pari di un sogno nella notte, e considerano la conoscenza del Padre come la luce. È così che ognuno ha agito, da addormentato, nel tempo della sua ignoranza, ed è così che conosce, come se si ridestasse. Felice l’uomo che torna in sé e si ridesta, e beato chi ha aperto gli occhi dei ciechi!

Non solo la città oscura è immersa nell’oscurità per tutto il tempo, ma è anche circondata da acque oscure. In diversi scritti gnostici, l’acqua è legata all’oscurità e alla materia. Ciò è particolarmente evidente nell’Apocrifo di Giovanni in  il Demiurgo, che è raffigurato come il Dio dell’Antico Testamento, produce un’alluvione che viene allegoricamente letta come un tentativo di coprire l’umanità con l’oscurità: “Per esso (il sovrano) aveva portato il buio su tutte le terra”.

Nel contesto della connessione tra oscurità e materia, vale anche la pena di menzionare la testimonianza di Ireneo sulla setta gnostica chiamata “Ofiti” (perché si credeva che adorassero il serpente, Gr. Ophis). Secondo Ireneo essi consideravano la proto-materia informe come abisso, caos e acqua. Sufficiente a dirsi, il primo risveglio di John nel film si svolge in una vasca piena d’acqua.

5-dark-city-recensione

Redentore
Nello gnosticismo, il Redentore offre alle persone una gnosi redentiva. Nel contesto del pensiero gnostico, il significato della gnosi ha una duplice comprensione. Da un lato, si riferisce alla verità religiosa che deriva dalla dottrina gnostica basata sulla rivelazione. È destinato solo ai pochi che sono degni e in grado di mantenere il suo nucleo segreto. Quindi, lo gnosticismo comprende una delle prime correnti esoteriche nella cultura occidentale. D’altra parte, la gnosi può anche essere tradotta come una “intuizione” – un processo attraverso il quale si ottiene l’auto-cognizione. Poiché la gnosi antica aveva un significato religioso, essa implicava la conoscenza della natura umana, delle sue origini, del suo destino e infine di Dio stesso. La vera conoscenza di se stessi equivale alla conoscenza di Dio. Permettetemi di illustrarlo con alcuni esempi dai testi. Nel libro di Tommaso (NHC II, 7) 31 troviamo il seguente frammento:

Coloro che non hanno conosciuto se stessi  non conoscono nulla. Ma quelli che hanno conosciuto se stessi hanno anche ricevuto conoscenza con la profondità di interezza.

E un altro estratto dal Vangelo della verità:

Dunque, se uno possiede la gnosi, è un essere dall’alto. Se è chiamato, ode, risponde e si volge verso chi lo chiama, per risalire a lui, poiché sa per quale scopo è chiamato. Poiché possiede la gnosi, egli compie la volontà di colui che lo ha chiamato. Desidera piacergli e riceve il Riposo. Egli può conoscere il nome di ogni cosa. Chi possiede così la gnosi sa di dove viene e dove va. Egli sa, allo stesso modo di uno che essendo stato ubriaco si è liberato dell’ubriachezza ed essendo tornato in sé mette in ordine le cose che gli appartengono.

Questo particolare tipo di conoscenza porta la liberazione dal mondo caduto del Demiurgo. Ha un effetto trasformativo poiché la salvezza è principalmente intesa come un ritorno alle origini dell’umanità, cioè Dio. Negli scritti gnostici, il Redentore di solito condivide la conoscenza attraverso un mito che spiega l’essenza del regno divino, le origini del male, la creazione del mondo materiale e il modo in cui gli esseri umani siano rimasti intrappolati in esso. Secondo van den Broek, ciò che distingue la gnosi antica radicale dalle sue ultime espressioni nella cultura occidentale è che i loro aderenti producevano mitologie intricate e spesso composte artificialmente. Le usavano come uno strumento per rappresentare l’esperienza della gnosi in modo non discorsivo e logico. In Dark City, il Dr. Schreber può essere visto come una figura di Sophia, di Christo o più in generale del Redentore. La differenza tra Sophia e il Redentore è che in molti testi e sistemi gnostici la prima occupa una posizione intermedia tra Dio e la creazione. Da un lato, lei è un essere caduto. È a causa della sua azione che l’universo è stato creato e il male introdotto in esso. D’altra parte, Sophia dà luce e salvezza agli uomini eletti. Ad esempio, nell’Apocrifo di Giovanni discende tre volte come Pronoia nel mondo e fornisce il battesimo vivificante. Similmente a Sophia, il Dr. Schreber svolge un ruolo di mediazione tra il mondo corrotto governato dagli Stranieri e le persone imprigionate nella città. Da un lato, collabora con gli alieni perché è costretto ad assisterli nel trovare l’essenza dell’anima umana. Il Dr. Schreber è in parte colpevole per la creazione della falsa realtà. Ogni mezzanotte, cambia i ricordi delle persone quando rimangono incoscienti. Questo richiama un altro motivo espresso in molti testi Gnostici perché il Demiurgo, insieme ai suoi servi, rende sia gli aspetti materiali che quelli psichici degli umani. Qualcosa di simile si può dire del lavoro del Dr. Schreber, poiché è responsabile della creazione della dimensione psichica delle persone imprigionate nella città oscura. D’altra parte, il Dr. Schreber aiuta segretamente John a scoprire la sua vera identità e sconfiggere gli Stranieri. Il primo ha inserito in lui un falso ricordo fin dall’infanzia che avrebbe dovuto svolgersi in una giornata di sole a Shell Beach (immagini 5 e 6). Questa memoria porta John a cercare la conoscenza di se stesso e del mondo che lo circonda. L’intervento di Schreber può essere spiegato anche usando le categorie gnostiche. Nell’Apocrypho di John, il primo uomo, Adamo, divenne vivo solo attraverso il respiro del Demiurgo, che soffiò una parte del suo spirito sul suo volto. Tuttavia, il creatore del mondo non era consapevole del fatto che il suo elemento vitale che passò nel corpo di Adamo fu ereditato da Sophia. Per questo motivo, Adam è diventato vivo ma è anche entrato in possesso di una scintilla divina. Il ricordo di Shell Beach che il Dr. Schreber ha dato a John potrebbe essere considerato la scintilla di Sophia che gli ha permesso di scoprire la vera natura della città oscura. Proprio come il Demiurgo, che non si rendeva conto di aver dato ad Adamo un divino elemento che lo avrebbe portato alla liberazione, gli alieni non sono a conoscenza dell’atto segreto del dottor Schreber. Inoltre, possiamo stabilire un legame tra la memoria inventata di John ee l’idea gnostica del ricordo della propria divina provenienza. In primo luogo, i suoi ricordi dell’infanzia possono essere intesi come un modo metaforico di rappresentare le sue radici, ovvero eventi che hanno formato la sua identità e, più in generale, il luogo delle sue origini. In secondo luogo, anche l’uso simbolico dell’oscurità e della luce gioca un ruolo chiave. Ciò che colpisce in John è che gli eventi che ricorda si sono verificati durante il giorno, sebbene la città sia immersa in un’oscurità senza fine. Poiché nello gnosticismo la luce significa conoscenza, pleroma o verità, il suo ricordo può essere riferito all’idea di una scintilla divina datagli dal dott. Schreber-Sophia. Nell’Apocrifo di Giovanni, quando le forze dell’oscurità si rendono conto che Adamo è più forte e ha più intuizione rispetto a loro, lo gettano nella materia. Ciò corrisponde al punto di vista di Valentinus, che Clemente di Alessandria cita presumibilmente nei suoi Stromata nell’idea che “il terrore cadde sugli angeli di questa creatura (Adam – FK), perché egli pronunciò cose più grandi di quelle derivanti dalla sua formazione, in ragione dell’essere in lui che aveva comunicato in modo invisibile un germe dell’essenza superna (…)”. Questa visione è sorprendentemente simile alla reazione degli Stranieri, dopo aver notato che John ha guadagnato superpoteri che vanno oltre i loro. Da un lato, sono spinti dalla paura delle sue capacità e vogliono catturarlo. Dall’altro, gli Stranieri sono affascinati da John perché la sua anima dà loro speranza di sopravvivenza. Poiché possono essere parzialmente visti come creatori di esseri umani, in particolare le loro personalità, il loro interesse per John è parallelo a quello che il Demiurgo dice nell’Apocrifo di Giovanni: “Venite, facciamo un essere umano secondo l’immagine di Dio e secondo le nostre immagini, in modo che l’immagine dell’essere umano possa servire da luce per noi“. Il Dr. Schreber, nonostante reciti il ruolo di Sophia, svolge un’importante funzione di Redentore. Rivela la storia della creazione della città oscura a John: perché gli Stranieri hanno portato le persone in questo luogo illusorio, qual è la ragione del loro esperimento, perché non possono tollerare la luce e qual è il loro obiettivo finale. La rivelazione che il Dr. Schreber gli offre può essere intesa come una storia mitica che il Redentore trasmette allo gnostico. Come sottolinea van den Broek, i vari miti gnostici, che comprendono un’espressione di gnosi, condividono un insieme comune di tratti:

Una descrizione del perfetto mondo divino, una spiegazione dell’origine del male e del mondo materiale in cui le persone sono imprigionate e l’attività di una o più figure del salvatore che illuminano la comprensione annebbiata dell’essere umano attraverso la gnosi e quindi lo salvano dal potere dell’oscurità

Si può notare che nella scena in cui il Dr. Schreber rivela la storia della città oscura, l’ispettore Bumstead chiede:

-Si dice che ci hanno portato qui. Da dove?
-Mi dispiace. Non ricordo. Nessuno di noi lo può ricordare …

Quindi il racconto del Dr. Schreber manca di un punto cruciale presente nei miti gnostici: una descrizione del luogo delle origini umane. Sebbene possiamo trovare molti collegamenti con i concetti gnostici in Dark City, non vi è alcuna rappresentazione del Pleroma o di alcun potere trascendente. Il raggiungimento della gnosi In Dark City, la scena in cui John raggiunge la gnosi, è stata raffigurata in un modo molto interessante. È quando gli Stranieri costringono il Dr. Schreber a inserire i loro ricordi collettivi nella mente di Murdoch, credendo di poter possedere il suo straordinario potere. Lo psichiatra li tradisce imprimendogli dei ricordi inventati che spiegano le sue capacità mentali e lo istruiscono sul come battere gli Arconti. Gli spettatori guardano i ricordi che cambiano rapidamente dalla prospettiva di Murdoch, per lo più alla luce del sole, immagini oniriche in cui è presente anche il Dr. Schreber. Inoltre, il Dr. Schreber gli trasmette la conoscenza della macchina sotterranea che rafforza i loro poteri. Questa breve sequenza, quando le immagini inserite dal Dr. Schreber raggiungono la coscienza di John, rappresenta il suo raggiungimento della gnosi. Nella Tradizione spirituale è noto che l’uomo interiore istruisca l’uomo esteriore anche attraverso i sogni, come è scritto in Numeri 12:6

YHWH disse:
«Ascoltate le mie parole!
Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore,
in visione a lui mi rivelerò,
in sogno parlerò con lui.

Il punto di vista altamente soggettivo di Murdoch, suggerito da contorni sfocati e immagini rapidamente mutevoli, assomiglia alla prospettiva interiore di uno gnostico che riceve rivelazioni da un essere divino. Nello gnosticismo, questa intuizione spirituale non è qualcosa che si può ottenere da sola. È dovuto all’intervento che viene dall’oltre; viene da un essere divino, un emissario di Dio. Come ho suggerito prima, il Dr. Schreber può essere visto come tale entità, ovvero Sophia o una figura del Redentore che illumina John con la conoscenza. Nel sogno -gnosi di Murdoch, Schrieber dice che gli dà “una vita di conoscenza con una singola siringa”. In seguito John si sveglia come un nuovo uomo con abilità che gli permettono di sconfiggere gli Stranieri. Il seguente frammento dell’Apocrypho di Giovanni si adatta perfettamente alla scena: O ascoltatore, sorgi dal pesante sonno“. E un altro dal Vangelo della Verità: “Gesù Cristo fa luce su quelli che erano, a causa dell’oblio, nelle tenebre“. Inoltre, mentre la mente di John sta scaricando i dati con memorie fabbricate, il dott. Schreber continua a dirgli “ricorda, John”.  Questa sequenza letta attraverso un passaggio di un testo valentiniano, il Trattato Tripartito, può essere vista in modo leggermente diverso:

Persino il Figlio stesso, che ha la posizione di redentore della Totalità, [anche] la redenzione, – colui che era diventato uomo, – poiché ha dato se stesso per ogni cosa di cui abbiamo bisogno, per noi nella carne, che sono la sua Chiesa. Ora, quando per primo ricevette la redenzione dalla parola che era scesa su di lui, tutto il resto ricevette redenzione da lui, cioè da coloro che lo avevano preso per sé. Per coloro che hanno ricevuto colui che ha ricevuto (la redenzione), hanno ricevuto anche ciò che era in lui.

In questo frammento, John in Dark City può essere visto come Figlio, cioè Gesù Cristo. Ha bisogno di redenzione per salvare gli eletti e l’ha ricevuto dal Logos (che svolge la funzione parallela agli scritti di Sofia Gnostica) che sarebbe il Dr. Schreber. Possiamo stabilire un altro collegamento tra il tema dell’auto-conoscenza di Dark City e il significato della gnosi negli scritti antichi. Nella tarda antichità, si credeva che la gnosi avesse un carattere trasformativo perché la conoscenza di sè eguagliava la conoscenza di Dio. Pertanto, il raggiungimento della gnosi era visto come una promessa di deificazione, o piuttosto, il ritorno a Dio. Una simile comprensione della conoscenza di sè può essere osservata nel film. Dopo che John ha conoscenza della macchina degli Stranieri, subisce una trasformazione che gli permette di possedere abilità simili a Dio. In seguito sconfigge gli Stranieri, libera le persone imprigionate, riorganizza il paesaggio della città e porta la luce in essa.

Nei testi gnostici, il mondo della materia di solito consiste in diverse sfere. L’anima che ha ricevuto la gnosi deve ascendere attraverso tutti i mondi ordinati gerarchicamente per raggiungere il Pleroma. Tuttavia, i passaggi alle sfere superiori sono custoditi da demoni o angeli ostili, gli Arconti, noti nell’AT come Dei Stranieri (guarda un pò). Possono far passare l’anima solo se conosce le parole di passo (passwords) corrette, possiede “sigilli” o lancia incantesimi.  Il confronto tra John e gli Stranieri riecheggia il motivo gnostico di liberazione dal mondo del Demiurgo. Il protagonista, analogamente all’anima gnostica, incontra i guardiani del mondo illusorio per sfuggire a esso. Le abilità psioniche di John possono anche essere viste come magie che lancia per sconfiggere gli Stranieri.

Gnosticismo reinterpretato

C’è, tuttavia, un’importante differenza tra il motivo di liberazione nella Dark City e il suo significato nei testi gnostici. Nello gnosticismo, la liberazione ha una dimensione strettamente religiosa. Fa coincidere la salvezza con l’unione con Dio. Nella Dark City, la vittoria di John sugli Stranieri non lo conduce a Dio. E’ egli stesso il Dio di quel microcosmo. Egli libera dall’inebriante mondo illusorio controllato da forze nascoste in cui non c’è spazio per la libertà e l’autodeterminazione. Il male che controllava John era il risultato del suo essere soggetto di un esperimento di cui non era a conoscenza. Pertanto, analogamente agli antichi gnostici, egli cerca la verità, sebbene non sia definita in termini religiosi. In Dark City non esiste un equivalente di Dio o del Pleroma. L’illuminazione gnostica di John, stimolatagli dal Dr. Schreber, si riferisce alla realtà mondana, non trascendente . Tuttavia, l’esistenza di un tale regno super terrestre in Dark City non può essere completamente respinta. Esiste ancora un’ipotetica possibilità che la provenienza dell’umanità sia di un mondo superiore. Questa interpretazione può essere basata sulla dichiarazione del Dr. Schreber in cui egli osserva che nessuno ricorda da dove gli alieni portarono gli umani nella città oscura. Poiché nessuno sa come John abbia sviluppato le sue capacità psichiche che superano anche quelle degli Stranieri, si potrebbe dire che la razza umana abbia avuto origine da una sfera trascendente attraverso cui John ha acquisito poteri simili a quelli di Dio. Se questo fosse il caso, si dovrebbe aggiungere che la connessione tra gli abitanti della Dark City e questo mondo superiore purtroppo è stata infranta. Non è accessibile più e gli umani sono lasciati soli. Tuttavia, il film stesso non fornisce ulteriori suggerimenti circa il fatto che potrebbe esistere una sfera celeste e che le persone avrebbero avuto relazione con essa. Pertanto, dovremmo notare limitazioni sull’uso delle categorie Gnostiche nell’esame di Dark City. C’è un’enorme differenza tra il significato della verità nello gnosticismo e come questa idea viene suggerita in Dark City. Per gli gnostici, la verità viene dal mondo superiore, la cui esistenza è confermata attraverso la rivelazione. Nel film, tuttavia, il contenuto dell’intuizione “gnostica” di John viene letteralmente prodotto. È illusorio come la Dark City stessa. È solo una tecnologia inventata dal Dr. Schreber per migliorare le capacità psichiche di John. Potremmo dire che nella Città Oscura la divisione tra verità e menzogna si basa solo sulla convinzione personale del Dr. Schreber e di John. A differenza degli gnostici, non c’è alcuna sfera trascendente che possa servire da base per la loro valutazione. Il nuovo mondo migliore, che John è disposto a costruire dopo aver sconfitto gli Stranieri, non sarà più una Dark City. Pertanto, devo concordare con Eric G. Wilson, che scrive: “Se si abita in una città sporca, è probabile che si sospetti che qualcosa sia sbagliato nella costituzione del cosmo. Ma se si gioca su una spiaggia bagnata dal sole, si è inclini a credere di aver raggiunto il paradiso, che tutto sia giusto con il mondo. La spiaggia, però, è anche illusoria, la proiezione psichica di un uomo. Prendere questa spiaggia per realtà è soffermarsi nei sogni di un altro uomo”. È chiaro che la storia presentata in Dark City può essere vista attraverso molte idee espresse nei testi di Nag Hammadi. Sembra che l’intero scenario del film avrebbe potuto basarsi sul mito gnostico di Sophia, compresi i tratti Gnostici più popolari: l’idea del sonno, l’opposizione dell’oscurità e della luce o l’idea della gnosi redentrice. Pertanto, la domanda ovvia sorge per gli storici del cinema; fino a che punto gli autori del film sono stati influenzati dagli antichi gnostici?  Ė davvero sorprendente che non ci siano prove che gli sceneggiatori David S. Goyer o Lem Dobbs o persino il regista del film, Alex Proyas, abbiano conosciuto il pensiero gnostico prima di scrivere la sceneggiatura e realizzare il film. Si può sostenere che in molti altri film americani emersi soprattutto alle soglie del 21° secolo si possono trovare idee gnostiche: The Thirteenth Floor (1999), The Others (2001) o Waking Life (2001) per nominarne solo alcuni. È interessante, tuttavia, che la stragrande maggioranza dei loro autori – simili a quelli di Dark City- non consideri lo gnosticismo come un contesto interpretativo semplicemente perché non ne erano consapevoli. Queste opere richiedono un ulteriore esame alla luce dell’antico gnosticismo. Questo campo di ricerca dovrebbe riguardare due aree centrali. In primo luogo, quali idee gnostiche in particolare sono state per lo più rappresentate e reinterpretate nei film di Hollywood negli anni ’90 e negli anni 2000? E in secondo luogo, quali funzioni culturali potrebbero servire per il pubblico al momento del loro rilascio? Questo problema sarebbe strettamente connesso al problema di sradicare le radici dello sfogo delle idee gnostiche non solo a Hollywood ma nella narrativa americana della seconda metà del XX secolo. I motivi gnostici ispirarono molti importanti autori americani, ad esempio Philip K. Dick, Thomas Pynchon, William Gaddis, Cormac McCarthy e Alan Moore. Pertanto, questo affascinante fenomeno attende ancora ulteriori studi, soprattutto per quanto riguarda i più ampi significati culturali della rinascita di molteplici idee gnostiche nella cultura popolare americana. 

Il cammino del Messia in Dark City e in Matrix: un confronto (di Mike Plato)

Forse è un passo in alto nella scala evolutiva: uno scherzo della natura. Si sta adattando per sopravvivere. Cosa vi aspettavate ? Non stavate cercando l’anima umana? Questo è lo scopo del vostro piccolo zoo, vero? È per questo che continuate a cambiare persone e cose in giro ogni notte. Forse avete finalmente trovato quello che stavate cercando” (Dr. Daniel Paul Schreber in Dark City)

La luce del giorno. Quando è stata l’ultima volta che l’ha vista? E non sto parlando di un qualche ricordo d’infanzia sepolto chissà dove; prendiamo un giorno recente, ieri, la scorsa settimana: quando, può raccontarmi quando le è capitato? Non le viene in mente, vero? La vuole sapere una cosa? Credo che il sole neanche…esista; in questo posto…. Non capisco: come può essere notte? Che è successo al giorno, me lo sono perso? (John Murdoch in Dark City)

La manipolazione attuata in molti film sta nell’annuncio della seconda venuta del messia inteso come persona singola, invece di intenderla come realtà vivente che si risveglia nel cuore di ogni persona adamica (e non ilica). Il Cristo è l’uomo interiore, come insegnato da Paolo allorchè accennò all’ Eso-Antropos. Altrimenti Yeshua non avrebbe accettato la croce. Il messia singolo, scisso da noi, il cd messia esteriore, cristallizzato in una figura umana precisa, è il tipico dogma pistico della Chiesa imperialista servile agli Arconti. Sono d’accordo con la critica ai messianismi personalistici ; è  fin troppo evidente quanto dannosa sia quest’ottica, e soprattutto deresponsabilizzante, perchè pone il soggetto in una posizione di attesa di un qualcosa che verrà al di fuori di lui (le attese UFO-ESCATOLOGICHE, con rivelazione di massa, si inquadrano in questa ottica qliphotizzante). Ma occorre andare oltre e scorgere l’archetipo interiore, evidente in film come DARK CITY, MATRIX, IL TREDICESIMO PIANO, MAN OF STEEL, LE MORTI DI IAN STONE. Se queste pellicole vengono prese nel loro senso esoterico, possono essere persino istruttive, pedagogicamente iniziatiche. A livello mitologico, archetipico, simbolico/incosciente la tematica del SOTER è sana e potentissima: perchè, a un livello inconscio profondo, o anche magari consapevolmente, questo tema risveglia l’archetipo dell’Eroe che è in ognuno di noi. Guardando Matrix, per esempio, ognuno di noi è Neo, così come nel mito ognuno di noi è Odisseo e nella favola ognuno di noi Pinocchio o Pollicino. E’ una struttura archetipica che risveglia l’Eroe, il Messia che è in ognuno di noi: c’è un solo Salvatore, in quest’ottica, esattamente perchè ognuno di noi è il Salvatore: e nessuno può sottrarsi alla responsabilità, alla “chiamata”. La salvezza del mondo è interamente nelle mani di ognuno di noi, ognuno deve avvertirsi come l’Eroe chiamato a salvare  se stesso, ovvero il suo proprio Mondo.A questo livello è giusto che nella narrazione mitica ci sia uno ed un solo Salvatore: “sei tu, e solo tu”. Oppure come nei testi gnostici in cui il SOTER INTERIORE (l’ESO-ANTROPOS) si rivolge al suo uomo esteriore e gli dice: IO SONO TE E TU SEI ME. Che è la spiegazione esoterica di “IO SONO COLUI CHE SONO” (Esodo 3:14), traducible anche come “IO SONO CIO CHE TU SARAI, IO ERO CIO CHE TU SEI”. Il messaggio è sempre rivolto ad ognuno di noi. Il modello archetipico della chiamata e la sua funzione escatologica, sono decisivi per l’armonico sviluppo individuale, e nonostante la non piena corrispondenza tra le sviolinate allegoriche (i lieto fine) e la cruda realtà dei fatti, non bisogna procrastinare, esitare di fronte all’impulso ispiratore o demordere nel proprio operato. Nel dubbio – in questo caso – è meglio errare per eccesso che per difetto. Ma attenzione a credersi il MESSIA SOTER UNICO e a generare un EGO IPERTROFICO. Il risveglio di quella SPHINTER (PARTICOLA o PARACLITO) MESSIANICA passa per l’annientamento di quell’ego satanico che campa a detrimento dell’ESO-ANTRO-PHOS e che sguazza in Kronos come un pesce nel suo naturale ambiente acquatico. In Dark City, un ulteriore elemento messianico è il nome dell’eroe: Murdoch rimanda al Marduk babilonese, il Dio civilizzatore, considerato creatore dell’universo e dell’ordine civile, generato a partire dal caos primordiale, attraverso la sconfitta della dea Tiamat, il mostro acquatico che corrisponde al Leviathan Biblico: Al Leviatàn, tu (YHWH) hai spezzato la testa (Salmi 73:14) … In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e forte, il Leviatàn serpente guizzante, il Leviatàn serpente tortuoso e ucciderà il drago che sta nel mare. (Isaia 27:1). Quindi Marduk rappresenta la luce in guerra col caos-tenebra.

222420863868cb25ca745b85e7b7251fmarduk-tiamat

Dark City e The Matrix  pongono la ricerca dell’identità individuale come tema portante su cui si fondano le loro narrative. Tuttavia, poiché il viaggio di auto-scoperta di entrambi i protagonisti muta la realtà di se stessi e del mondo, vorrei porre in relazione questa ricerca di identità nel contesto dell’archetipo messianico. Per cominciare, Dark City di Proyas introduce lo spettatore in una realtà noir di una città cupa, risultato di un mix di tendenze architettoniche degli anni ’20 e ’50. L’azione inizia con John Murdoch che si sveglia immerso in una torbida vasca in una squallida stanza d’albergo. Murdoch lascia la vasca, nella paura, inciampando e cadendo a terra (ciò ricorda molto un neonato) per poi vedersi allo specchio senza ricordare chi sia, e con un piccolo buco sanguinante sulla fronte. Dopo essersi vestito, lascia il bagno e, accidentalmente, fa infrangere a terra una boccia per pesci, che lascia un pesce rosso boccheggiare. Quest’uomo, accusato di numerosi omicidi, prende il pesce e lo salva. Scopre il cadavere di una donna con spirali di sangue sulla pelle, e non sa chi sia stato.

dark-city-aith-2

Poco dopo, Murdoch inizia a ricordare una scena osservando una cartolina postale con il nome “Shell Beach”. Il termine Shell-Guscio, ciò certamente un’ispirazione, è un potente riferimento alla dottrina cabalistica dei Gusci (Qelippoth) intesi come Potenze del Male addensanti.

28fad5d59c10ef16636085f9f0a842c1

Improvvisamente, una misteriosa telefonata del dott. Schreber gli lancia un monito: “Sono un dottore. Ora devi ascoltarmi. Purtroppo hai perso la memoria. C’è stato un esperimento. Non ha funzionato. La tua memoria è stata cancellata. Chiaro? Mi capisci? – No! Non capisco, ma che cavolo sta succedendo?”. Questa “chiamata” funge da detonatore per il viaggio dell’eroe alla scoperta di sé nella Città Oscura, perché quest’uomo, J. Murdoch, deve trovare la sua identità prima che la polizia o gli “Stranieri” lo trovino. Matrix, allo stesso modo, inizia con un uomo che sta dormendo sulla sua tastiera, con le cuffie sulle orecchie: anche qui, una reminiscenza del nostro primitivo stato fetale. All’improvviso appare sullo schermo del suo computer: “Wake up Neo … Matrix ha te … Segui il coniglio bianco“. Neo conduce coscientemente due vite parallele: una come l’hacker informatico Neo e l’altra come il programmatore di software Thomas A. Anderson. Da questa prospettiva, la trama di Matrix ruota attorno alla scelta di Neo/Thomas Anderson sulla sua vera identità. Gli indizi principali su questo problema sono dati dalla sua “domanda guida” (secondo Trinity): “cos’è Matrix?”. Come si può vedere, entrambi i film lavorano sullo stesso archetipo come nucleo pulsante della loro narrativa: il giovane e inesperto eroeche parte alla sua ricerca della conoscenza del suo vero se stesso e del sistema schiavista in cui vive. Tuttavia, l’eroe ha la particolarità di essere braccato per le sue potenzialità messianiche soteriologiche innate. Neo e John Murdoch rappresentano due esseri umani appena nati che, sebbene maturi nel loro sviluppo fisico e mentale, appaiono neofiti alla dimensione spirituale e occulta delle loro esistenze: non sanno nè chi siano, nè cosa sia davvero il mondo, e ignorano lo scopo per cui sono lì. Ora, riguardo al vero viaggio alla scoperta di sé, in Matrix Neo inizia seguendo il coniglio bianco e incontrando Trinity. Sceglie quindi di seguire i consigli di Morfeus in certa misura – ma alla fine è ancora un non credente. In altre parole, Thomas A. Anderson non sa ancora che Neo è il suo vero Sé. Questo dubbio e il rifiuto della sua vera identità lo pongono in grave pericolo di essere fermato dai suoi nemici, ma anche loro sottovalutano la capacità di auto-scoperta di Anderson. La scena ormai classica dell’interrogatorio per mano dell’agente Smith rivela questa dualità del nostro eroe in ulteriori dettagli: “Sembra che lei  abbia vissuto due vite“. Inoltre, Smith rivela la strada da percorrere senza volerlo: “una di queste vite ha un futuro, l’altra no“. In Dark City, invece, Murdoch deve farsi strada attraverso la nebbia profonda di mistero e dimenticanza del suo mondo. In primo luogo, sua “moglie” viene contattata dal Dr. Schreber, che accusa John di essere delirante, soffrendo di una completa perdita di memoria. Proprio come Smith in Matrix, il dottore rivela la verità sulla condizione attuale di John senza intenzione cosciente: “Ovunque sia tuo marito, sta cercando se stesso“. La scena successiva mostra un disturbato J. Murdoch che borbotta le possibili alternative del suo nome, parlando a se stesso: “…Buonasera, signor Murdoch. Lei è il signor Murdoch, vero? Signore, lei è Jay qualcosa Murdoch?… J.Murdoch, come ti chiami? Justin? Jerry? Ah, no! Mi chiamo Jason Murdoch. John Murdoch. Jack Murdoch. Come va? Piacere, Jack Murdoch. Ah ah ah ah! Ciao”. Poi, alla fine, conclude: “Devo riprendere in mano me stesso“, quasi come fosse in grado, anche adesso, di essere consapevole dell’importanza di scoprire il suo nome per “afferrare” la sua identità. Tuttavia, c’è un aspetto che deve ancora emergere per quanto concerne i viaggi di entrambi gli eroi: il rifiuto e il dubbio del loro stato. Questa condizione può essere considerata onnipresente in Dark City, perché John fino all’ultimo non sa veramente chi sia, e rifiuta le nozioni che gli altri gli danno della sua identità. È isolato dal mondo da una “sana paranoia”, come dall’analisi di Schreber, e rifiuta gli indizi di identità dati dallo stesso Schreber, dall’ispettore Bumstead e persino dalla sua presunta moglie. Inoltre, il destino di John come Messia del suo mondo non è rivelato se non al culmine della trama, in cui l’eroe non è in grado di rifiutare il suo destino. Al contrario, nella trama di Matrix, Neo viene quasi all’inizio rivelato come il Messia del Mondo, e Morpheus gli spiega perfino la profezia riguardo alla sua predetta venuta e si scusa per averlo liberato: “Ho fatto quello che ho fatto perché penso che la ricerca sia finita“. Dopo il combattimento di kung-fu tra di loro – quando ancora Morpheus invita Neo a” non pensare di essere veloce. Convinciti di esserlo”, Neo è condotto dall’Oracolo in cerca di risposte. Come è ben noto nella nostra cultura occidentale, l’Oracolo non dà mai risposte complete e dirette. Infatti, dice a Neo: “Pensi di essere l’eletto? Sembra che tu stia attendendo una prossima vita“. A causa di ciò che dice l’Oracolo, Neo nega la sua natura messianica, agendo però in modo messianico e infine diventando il Messia. A questo punto, entrambi i personaggi si stanno facendo strada attraverso il mondo che li circonda, il che merita una menzione speciale. La città di Dark City rappresenta non solo una miscela architettonica ma, in effetti, anche una miscela delle parti più deprimenti della metropoli moderna. In questo senso, Gerlach e Hamilton discutono la relazione tra il sé e la città nel loro saggio “Preservare il sé nella città dell’immaginazione: Georg Simmel e Dark City“, sotto l’ombrello della teoria di Georg Simmel. Tra le discussioni rilevanti sviluppate in questo studio, è pertinente l’idea di come l’ambiente influenzi e modelli il senso di sé – e quindi, l’identità – dell’individuo. L’argomento è sviluppato attraverso un trio di coppie, vale a dire: la coppia ipertrofia/atrofia, in cui gli individui soffrono di un’atrofia della loro cultura individuale, come conseguenza dell’ipertrofia della cultura oggettiva (Gerlach e Hamilton). In tal senso, Neo e John Murdoch soffrono di questo fenomeno, poiché entrambi condividono la mancanza di una vera cultura personale che dovrebbe derivare dalle loro identità. Inoltre, in Dark City e Matrix, il processo dell’ipertrofia ha connotazioni fisiche: la Matrix stessa è solo una realtà generata dal computer, una cultura imposta all’intera umanità nel suo complesso. Invece, la Dark City è ogni 12 ore manipolata, mutata e “accordata” dagli Stranieri, che impongono non solo un modello di realtà fisica ai suoi abitanti ma anche una serie di ricordi fittizi  e continue false personalità e vite derivate, nella loro incessante e spasmodica ricerca dell’unicità dell’Anima umana. La seconda opposizione dialettica in Simmel riguarda la vita oggettiva contro lo spirito soggettivo. Qui l’autore sviluppa l’idea che “l’autoconservazione di certe personalità viene comprata a costo di svalutare l’intero mondo oggettivo” (Simmel, citato da Gerlach e Hamilton). Ora, Simmel intende effettivamente una svalutazione della personalità dell’individuo come risultato della svalutazione del mondo oggettivo, qualcosa che non fa parte di ciò che possiamo vedere nei film analizzati in questo saggio. In realtà, Matrix e Dark City dimostrano la parte migliore di questo rifiuto e la svalutazione del mondo oggettivo e materiale. È a causa di questo licenziamento che sia Neo che John Murdoch possono iniziare a valutare la loro esistenza spirituale, quindi aprendo le loro strade alla loro scoperta di sé e al conseguente cambiamento nel loro mondo oggettivo. In effetti, entrambi i film difendono strenuamente il concetto di natura soggettiva della Realtà e della sua natura “mutevole”: in Matrix Neo modifica le leggi fisiche del mondo grazie alla sua ascensione spirituale in tutta la storia; allo stesso modo, Murdoch è in grado di “accordardarsi” – proprio come fanno gli Stranieri, a causa della sua reale e più profonda natura: “Ascoltami, John. Hai il loro potere. Puoi far accadere le cose da solo. Lo chiamano “accordarsi (tuning)”. È così che fanno cambiare gli edifici. Proprio ora hai agito per legittima difesa, un riflesso. Ma posso insegnarti a controllare il tuo potere coscientemente. Lascia che ti aiuti, John. Insieme possiamo fermarli, possiamo riprenderci la Città”. Infine, il conflitto dialettico tra alienazione e processi di disalienazione si trova evidentemente nei viaggi di entrambi gli eroi. John Murdoch è chiaramente alienato all’inizio del film: non ha famiglia, non ha amici e non ricorda chi sia. Ma come conseguenza del suo viaggio, John impara ad accordarsi e quel modo di agire viene a patti con l’alienazione, evolvendosi nella disalienazione, descritta da Jameson in Gerlach e Hamilton con queste parole: “la Disalienazione comporta la riconquista pratica di un senso del luogo“. Come si può vedere, John riconquista la città – nel senso più letterale – attraverso la sua identità appena scoperta. Allo stesso modo, Neo inizia nell’alienazione – non è altro che un hacker – e avanza diventando l’unica personalità reale di se stesso. Alla fine- dopo l’accettazione finale della sua identità di Neo, si manifestano i suoi poteri di cambiare l’intera Realtà di Matrix. Sembra opportuno discutere ora la dimensione messianica di entrambi gli eroi. Sebbene si possa sostenere che le storie di viaggio/ricerca contengano sempre una certa connotazione messianica di cui il personaggio principale è investito, Dark City e Matrix sono certamente rivisitazioni moderne e tecnologiche della trama archetipico-mitica messianica. Questo aspetto di Dark City è discusso in modo tangenziale nell’articolo “High on Tecnology-Low on Memory: Crisi culturale in Dark City e The Matrix” di Tim Blackmoore e ampiamente sviluppato in “Gnostic Paranoia In Dark City” di Eric Wilson. In sintesi, entrambi gli articoli presentano l’idea che Neo e John Murdoch rappresentino la messianica speranza dei loro mondi, in forza del processo di “risveglio” dalle loro realtà “dormienti” che hanno sperimentato. Di conseguenza, Neo mette letteralmente in discussione l’aspetto reale della Realtà, proprio all’inizio del film quando chiede a Choi “Hai mai avuto la sensazione di non essere sicuro se sei sveglio o stai ancora sognando?”. In Dark City, invece, John Murdoch ha una chiara connotazione messianica, che diventa sempre più evidente man mano che il film si sviluppa. Al culmine del film, il dottor Schreber pronuncia le parole significative “Ricorda John. Ricorda” dopo averlo addestrato in sogno per farlo diventare Messia (cf. l’addestramento al combattimento di Neo in Matrix). Come lo stesso dottore dice nel sogno: “una vita di conoscenza in una sola siringa” .

DarkCity1

Infatti, John acquisisce un’intera nuova personalità identitaria attraverso i ricordi che Schreber ha inserito in lui, essendo ora in grado di sviluppare le sue capacità al massimo della loro potenza. D’altra parte, come discusso nell’articolo di Blackmoore, la nostra cultura post-moderna è priva di memoria. Abbiamo modi di “ricordare”, ma non sono più scientifici (storia) o sacri (rituali). Invece, abbiamo un modo autocosciente, quasi umoristico di ricordare attraverso una pasticca, e anche quella risorsa è abusata in questi giorni. Infatti, sia in Matrix che in Dark City, i protagonisti conoscono e imparano cose dal loro ricordare e, in quel processo, salvano la conoscenza spirituale che è fondamentale per il mondo a venire. Ora, uno dei temi principali di entrambe le produzioni è l’importanza della conoscenza o gnosi. Come sopra, John è in grado di diventare il Messia solo quando conosce, attraverso i suoi ricordi, chi è lui. In confronto, Neo sembra avere la conoscenza di chi è ma, quando affronta l’Oracolo, non è in grado di decidere cosa sia veramente. È solo dopo una morte letterale che può rinascere come Messia, e ciò accade solo dopo che Trinity ha finalmente accettato la sua identità di amante dell’Eletto. Di conseguenza, possiamo vedere che la conoscenza, sia spirituale che mentale, abbia un’importanza trascendente in entrambe le parabole filmiche. Questo aspetto è ampiamente esplorato, dal punto di vista dello gnosticismo di Valentino nell’articolo di Wilson sopra menzionato. Wilson sviluppa la proposta che, al centro di Dark City, pulsi la paranoia gnostica riguardante la natura ingannevole della Realtà. Questo dubbio, poi diveniente ceretezza, sull’irrealtà del mondo è sviluppato come mezzo per scoprire la verità sulla Realtà stessa. In questo senso, sia Neo che John Murdoch hanno la possibilità di cambiare il loro mondo perché dubitano della realtà nel suo insieme. Condizione necessaria ma non sufficiente per l’archetipo messianico è proprio questa consapevolezza di vivere in un mondo illusorio e ingannevole, abitato da soldatini di piombo (simulacri senza coscienza), in cui il Sè è dimentico di se stesso e incapsulato in una fittizia e mortale personalità. Dico non sufficiente perché molti hanno avuto questa percezione, esempio un filosofo come Berkeley, e non sono assurti a messia. Neanche Yeshua ha potuto cambiare il Mondo, non ancora perlomeno. Quindi il Messia definitivo è quello che lo dissolverà e ne farà un altro completamente diverso. Anche se il Messia, alla fine, è sempre lo stesso e uno solo, che cresce sempre più fino alla apoteosi. Il dominio degli Arconti (Stranieri in Dark City e Macchine e Architetto in Matrix) si misura anche nel potere di imporci uno spazio, uno scenario, realmente illusorio o illusoriamente reale. Potere che evidentemente noi abbiamo perso, oppure mai avuto, ma che un giorno, alla fine dell’eone, ci riprenderemo o ci verrà dato per la prima volta, creando uno scenario completamente diverso noto come Gerusalemme celeste, uno spazio immaterico. Se vogliamo dare ascolto alla Bibbia, inizia tutto con un giardino, passa per un mondo e termina con una città. Giardino – mondo – città. Da giardino a mondo c’è un’espansione, un rigonfiamento, una dilatazione, a ben vedere inutile, perché il mondo deve far posto a miliardi di vite completamente inutili a se stesse e utili a Quelli. Poi il mondo, un luogo espanso, si ricontrae in una città, che sarà abitata da esseri conformi e funzionali. Non molti, perché in Dio conta la qualità, mentre per gli Arconti la quantità. “voi siete per me il più piccolo di tutti i popoli ” dice YHWH ai Messia del futuro in Deuteronomio 7:7. E semptre volendo ascoltare l’esoterismo celato nel testo biblico, l’Albero della conoscenza è binario, ergo siamo in una simulazione, in una dannata simulazione informatica estremamente avanzata. La stragrande maggioranza è figlia della simulazione che per essa è realta. Per pochissimi, esseri reali, essa è un regno di caduta e di esilio, e soprattutto luridamente e oscenamente fittizia. Se stiamo iniziando a progettare simulazioni molto sofisticate, allora siamo in una simulazione, perche la terra imita sempre il cielo, e in basso è come in alto. Noi costruiamo simulazioni perche questa realtà è simulazione. E in questa impazzano gli Arconti, la cui azione è ben descritta in Dark City da Schereber: “li chiamo gli Stranieri. Ci hanno rapito e portato qui. Questa città, tutti qui dentro … è il loro esperimento. Mescolano e abbinano i nostri ricordi come meglio credono, cercando di capire ciò che ci rende unici. Un giorno, un uomo potrebbe essere un ispettore. Il prossimo, qualcuno completamente diverso. Quando vogliono studiare un assassino, per esempio, semplicemente imprimono questa personalità in uno dei cittadini. Organizzano una famiglia per lui, degli amici, un’intera storia … anche un portafoglio perso. Quindi osservano i risultati. Un uomo, vivendo la storia di un assassino, continuerà in quella direzione? o cambierà strada ? O siamo, di fatto, più della somma dei nostri ricordi?. Ma anche da Walenski, sempre in Dark City: “Tanto non c’è via d’uscita. Non puoi uscire dalla città, credimi, ci ho già provato. Tu sei Murdoch, non è vero? Quello che stanno cercando ovunque… Non sei un assassino. Ti hanno costruito un’identità fasulla. Come fanno piano piano con tutti, qui … Ho provato a ricordare le cose, a ricordare chiaramente le cose del mio passato, ma più cerco di pensare a qualcosa di nuovo, più tutto inizia a districarsi. Nessuna di queste sembra reale. È come se avessi solo sognato questa vita, e quando finalmente mi sveglio, diveno qualcun altro. Qualcuno totalmente diverso!”. In conclusione, sia Matrix che Dark City sono film ricchi di concetti e idee adatti al nostro mondo postmoderno, chiari riflessi della realtà che viviamo – a basso contenuto di memoria, alta tecnologia nelle parole di Blackmoore – ma anche un riflesso di una nuova conoscenza, che sfida l’istituzione e postula l’importanza dello sviluppo spirituale a danno dell’acquisizione materiale. Vi sono parallelismi indiscutibili tra i due film, vere e proprie parabole gnostiche,  che non dipendono da scopiazzature perché i due movies sono quasi simultanei. Quindi dipendono dall’ispirazione, dalla Verità. In sintesi ricapitolativa, sia Murdoch che Neo sono anime in cerca di un’identità perduta. Entrambi hanno scarsa consapevolezza di chi siano in realtà e di quale sia il Loro destino superiore. Sanno poco della caverna e dei suoi padroni, nell’un caso della Città e degli Stranieri che la usano come uno zoo, spostando le personalità da un simulacro all’altro senza tregua ; e nell’altro, della Simulazione e delle macchine che la usano per coltivare ed estrarre energia umana, assegnando ad ogni schiavo una finta vita e una proiezione fittizia di sé. Sia gli Stranieri che le Macchine (in Matrix se isoliamo concettualmente il primo film) non hanno idea di come si sia generata questa scheggia messianica eroica impazzita ed apparentemente casuale. I due film, ad litteram, non alludono ad alcunché di divino e superiore. John e Neo sembrano due mostri, due scherzi della natura, due soggetti colpiti da un salto evolutivo senza motivo apparente. Ma ciò che li accomuna fortemente è che entrambi non hanno famiglia, non hanno né padre né madre, come il misterioso e grande Melkizedek nella Lettera agli Ebrei di Paolo. John sembra sbucare all’improvviso da una vasca da bagno (Eureka? Battesimo? Nuova nascita?) ed è subito in fuga, come un’antilope cucciolo che deve mettersi subito in Piedi per sfuggire ai predatori. Lentamente apprende di avere capacità sovrumane, simili a quelle degli Stranieri : la capacità di modificare la realtà a proprio piacimento. Ma per dare il salto definitivo avrà bisogno di Schreber, che lo condurrà su un livello ontologico noetico superiore a quello degli Stranieri. Per Neo è diverso: egli non ha fede in se stesso, non crede minimamente nel suo ruolo messianico e nelle sue capacità sovrumane, auto bloccandosi. Occorrerà che Neo muoia e risorga per giungere all’ultimo stadio messianico, che lo Porta al di sopra dei guardiani della caverna (agenti). Un po’ come John che sembra essere crocifisso, addormentato e poi risvegliato da un sogno illuminante in cui Schreber gli fa da pedagogo per rafforzargli la fede, addestrarlo ai suoi poteri e permettergli di sconfiggere i guardiani della Dark City. Ma entrambi sembrano usciti dal nulla e sono soli, completamente soli. In Ogni caso, al suo primo risveglio, anche Neo sembra emergere da una vasca- baccello. Ed entrambi sono CHIAMATI da una telefonata del loro futuro mentore che sa di loro. La cabina e il telefono sono elementi comuni nei due film, e rimandano all’archetipo della “chiamata” gnostica.

MV5BOGE0ZjFhZTYtZGY2OS00NWI4LTg2OWMtM2ZhNDdhOWNjMzdiXkEyXkFqcGdeQXVyNzc5NjM0NA@@._V1_SX1777_CR0,0,1777,753_AL_

matrix-trinityphone

Inoltre Neo è fatto risorgere da un bacio, laddove John vede nel sogno–addestramento la moglie Emma baciarlo. Un chiaro elemento femminino-animico, poichè è sempre dall’Anima che emerge il Messia.

Immagine 10 0ce9706b9f0b90e9e528216436e1c919

Inoltre, il finale della trilogia di Matrix e quello di Dark City alludono all’arrivo della luce.

version-7-1523029893 maxresdefault

La grandezza di questi due film riposa anche sulle loro incredibili similitudini.

DARK CITY…DARK WORLDultima modifica: 2017-05-16T13:28:29+02:00da mikeplato
Reposta per primo quest’articolo