IL FIUME GIORDANO

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IL FIUME GIORDANO
Partendo dall’idea dell’acqua venuta dal cielo come segno di desiderio di una conversione spirituale Giovanni il Battista induceva i convenuti nel deserto di Giuda presso il fiume Giordano nelle piane di Moab a immergersi per la purificazione come dice il Signore: “Moab è il catino per lavarmi” (Salmo 108,10). Il posto era vicino al Mar Morto, si trovava sulla sponda destra del Giordano, dalla parte ove le acque s’aprirono all’arrivo degli Israeliti guidati da Giosuè per la conquista della terra promessa, dove avevano operato i profeti Elia ed Eliseo. Era quello un punto particolare che mostrava come le acque pure e limpide dello scioglimento delle nevi, immagine d’assenza di peccato, si trasformavano gradualmente in acque torbide e poi in quelle senza vita del Mar Morto. Diceva, infatti, il profeta Isaia per conto del Signore “Lavatevi, purificatevi… anche se i fosti peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve” (Isaia 1,16-18) e tra i… c’è il mare… “imparare a fare il bene”. Ora, il fiume Giordano , il “Nehar haYarden”, lungo 320 km., nasce dalle pendici del monte Ermon, “Choermon” alto 2700 m. e, dopo la congiunzione dei fiumi “Haebani”,”Banyas” e “Dan”, scorre segnando il confine tra Israele e Cisgiordania, a ovest e Siria e Giordania a est, quindi, s’immette Mar Morto le cui acque si trovano a 397 m. circa sotto il livello del mare. Il Mar Morto, che in verità è un lago, in ebraico è chiamato “iam hammalach” (Genesi 14,3; Numeri 34,3.12; Deuteronomio 3,17; Giosuè 3,16) ossia mare salato in quanto, essendo senza emissari, le acque del bacino del Giordano sciolgono i sali del terreno circostanti che restano nel lago per evaporazione. Questo monte Ermon, secondo il mito emerso dal mare, per gli Urriti (popolazione che nel III millennio a.C. viveva nell’alta Mesopotamia) era sede di “Teshub” il loro dio, (equivalente al “Baal” cananeo) che vi aveva scacciato il mostro marino Ullikummi. Nei testi Ugaritici l’Ermon era detto “Saphon” che in ebraico indica il Nord per l’orientamento rispetto alla Palestina e il radicale più vicino a “Saphon” è dal significato di “nascondere – nascondersi, occultare – occultarsi, conservare, spiare” forse a retaggio di quel mito ed è ricordato in Isaia 14,13-15 in un brano riferito a un personaggio dalle caratteristiche diaboliche, un principe con tutte le caratteristiche di Lucifero, il demonio: “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora (Helel Ben Shahar)? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione (Saphon). Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi…”. Per l’apocrifo Libro di Enoch, l’Ermon era ove alcuni angeli si sarebbero uniti con le figlie degli uomini procreando i giganti “Nefilim” come pare dire la Bibbia in Genesi 6,1-4, ma da interpretare in altro modo. Il monte Ermon è ricordato 18 volte nell’Antico Testamento a partire da Deuteronomio 3,8s ove è detto: “In quel tempo, abbiamo preso ai due re degli Amorrei il paese che è oltre il Giordano, dal torrente Arnon al monte Ermon – quelli di Sidone chiamano Sirion l’Ermon, gli Amorrei lo chiamano Senir “. Quei nomi, permutazione delle stesse lettere, che hanno inizio con la “shamaim”, della parola cielo e vi si trova la lettera = di angelo o di energia, paiono proprio ricordare gli accennati miti dell’immaginario d’Israele, infatti:

  • “Sirion” “un principe c’è degli angeli “, “il principe che opprime ()“;
  • “Senir” “luminosa Lampada ” o anche ove “il luminoso angelo i lanciò (), e sembra proprio parlare di Lucifero.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla caduta degli angeli dice:

391 – Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c’è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all’inizio era un angelo buono, creato da Dio. “Diabolus enim et alii dæmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali – Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi.”

392 – La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. Tale caduta consiste nell’avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente e irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” (Genesi 3,5). “Il diavolo è peccatore fin dal principio (1Giovanni 3,8), padre della menzogna” (Giovanni 8,44).

393 – A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell’infinita misericordia divina. Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte.

394 – La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio” (Giovanni 8,44) e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre. “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1Giovanni 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l’uomo a disobbedire a Dio.

395 – La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma “sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8,28).

Se c’era un posto dal punto di vista geografico fisicamente IHWH doveva intervenire era, quindi, proprio ai piedi dell’Ermon; come segno doveva iniziare da li a distruggere il nemico d’Israele e di tutti gli uomini, l’angelo ribelle che aveva indotto alla ribellione, nel punto ove scendeva dall’Ermon e produceva palesemente la morte nel Mar Morto, già sede delle città di Sodoma e Gomorra.

Nel Siracide 24,13 la Sapienza del resto dice di se stessa “Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon.”

I Salmi confermano che quel monte è ben familiare a Dio:

  • Salmi 89,12s – “Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome”;
  • Salmi 133,3 – “È come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion” canta la vittoria dell’amore tra i fratelli, anticipo della realizzazione della completa distruzione del nemico, quindi, appunto, la vittoria del Signore su chi prima abitava l’Ermon e che portò l’odio che fece uccidere Abele.

Il Cantico dei Cantici, poi, in 4,8 lo ricorda quando parla del patto di alleanza di uno sposo con la sposa, infatti, canta: “Vieni con me dal Libano, o sposa, con me dal Libano, vieni! Osserva dalla cima dell’Amana, dalla cima del Senìr e dell’Èrmon, dalle tane dei leoni, dai monti dei leopardi” e collega l’Èrmon a un altro monte l'”Amana”, che in ebraico nasconde la parola “fede” = “Amen”. In effetti, l’Abanà è una montagna di cui non è conosciuta l’identità esatta: si ritrova in 2Re 5,12 ove Naaman il Siro dice “Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi? Si voltò e se ne partì adirato”, ma nel testo ebraico quel fiume Abanà in effetti è scritto “Amanah”. In “Attorno al Santuario vicino all’Oreb, la montagna di Dio” ho tra l’altro inserito la decriptazione anche di quel versetto 2Re 5,12 che parla nel seguente modo dell’angelo ribelle: “Nel mondo il rifiuto in un cuore ha recato dentro il Padre per l’angelo della perversità. Il Verbo guarirà i corpi dall’angelo entrato nei corpi. Lo porterà a finire dal sangue con la risurrezione che verserà nei viventi tutti. I viventi nei giorni saranno liberati dalla maledizione. Dal serpente l’Unico li laverà, il bestiale portatosi nei cuori uscirà dai corpi finalmente. Sarà a riportare la forza nelle persone e sarà il serpente spento. Dalla prigione i viventi usciranno.” Poi in “C’è il Messia nel Cantico dei Cantici?” ho presentato decriptato l’intero Cantico e il risultato di quel versetto 4,8 è intonato a quanto sto evidenziando e ne riporto il contenuto: “L’Unigenito ha indicato d’essere tra i viventi del Potente il Figlio inviato alla sposa venuto a stare tra i viventi. Nel cuore porta l’energia che a tutti da dentro recherà. Dall’Unigenito saranno tutti simili con i corpi cambiati. Quel primogenito risorgerà, è certo! Uscirà dei viventi la testa/capo dei risorti. A inviare sarà lo Spirito che alle menti dei viventi porterà energia. Ai viventi il consiglio reca di scegliere dell’Unigenito nel corpo di stare che li riporterà integri. Uscirà dai corpi, chi nei corpi sta, l’angelo ribelle che è nei viventi”. La neve, fenomeno non usuale nei territori della Palestina e dintorni con molte zone basse e desertiche, accese la fantasia dei popoli che abitarono attorno all'”Ermon” coperto di nevi perenni che per il candore dei suoi nevai visibile da lontano fu anche detto “montagna del Vecchio”; avevano, infatti, l’idea che vi fosse comunicazione col divino, positivo o negativo che fosse, con gli angeli e l’energia di Dio o con i demoni, ossia gli angeli da Lui fuggiti. Il libro del Siracide 43,2 propone “Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!” e poi in 11-13 “Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto, è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, l’hanno teso le mani dell’Altissimo. Con un comando invia la neve, fa guizzare i fulmini del suo giudizio” e associa il sole all’arcobaleno alla benedizione, e la neve al pensiero del giudizio. Sole “shoemoesh” , arcobaleno “qashet” e neve “shoeloeg” sono parole ebraiche che contengono tutte la lettera “shin” di fuoco, del resto anche la neve brucia i campi come se fosse passato il fuoco, quindi, una forza per il giudizio proveniente dal Nome “Shem” ed è da ricordare che:

  • “giudicato” in ebraico è “dan”;
  • da giudicare sarebbe proprio chi provocò la prima ribellione;
  • il fiume Giordano “Ierdden” ha per affluente il fiume “Dan” .

Esamino, ora, le lettere ebraiche di termini entrati in questo discorso:

  • monte “her” è un corpo uscito nella pianura aperta , la pancia della madre terra, infatti, generare – partorire è , “si apre , un corpo esce “;
  • fiume, corso d’acqua “neher” è come “l’energia del monte “;
  • nel nome del monte “Chermon” c’è un’idea collegata al divino per il radicale , usato per consacrare allo sterminio, quindi, luogo “tabù” e “sacro” ove si “nascose il verme () recato dall’angelo (ribelle)”;
  • il fiume Giordano, “Ierdden” lancia (), il “Dan” suo affluente e il bi-lettere da “giudizio” significa “giudicato” e pare dire di energia positiva o negativa, dell’angelo ribelle o di Dio, per cui essendo il radicale di “scendere”, da quel fiume “scende l’energia ” e fa pensare come se vi “scende l’angelo (ribelle). Nel suo percorso, infatti, il Giordano forma il lago di Tiberiade, pescoso e pieno di vita, poi sfocia e si perde nel Mar Morto in cui per la forte salinità non c’è vita e ecco che pareva evidente che l’acqua che viene dall’Ermon vi spingeva e confinava quel ribelle che là provocava la morte di ogni forma di vita, e le vicende che il Genesi racconta su Sodoma e Gomorra parevano confermarlo.
  • neve “shoeloeg” dice al “sole potente fugge ” o “al fuoco del Potente scappa si scioglie; le prime due lettere sono () dal radicale di “essere tranquillo” e “essere felice” – ricorda la sensazione delle nevicate in cui i fiocchi scendono lenti e svolazzanti – ha anche nella coniugazione “nifal” il significato di “errare” e nella “hifill” di “ingannare” o di “trar fuori, strappare” il che pare alludere al Nome “Shem” “fuoco vivo ” che provoca la neve sulle cime dell’Ermon come “fuoco del Potente che fa scappare ” l’angelo ribelle rifugiato sul monte, quindi, porta all’idea che le acque di scioglimento fossero acque salutari e pur se a valle giallastre, ricche di limo e di sali, per volontà di Dio avessero potenziale potere di purificazione.
IL FIUME GIORDANOultima modifica: 2018-05-14T20:47:00+02:00da mikeplato
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