LOUIS CATTIAUX, IL SANTO ERMETISTA DI DIO

cattiaux

di Mike Plato

Il francese Louis-Ghislain Cattiaux  (1904-1953) è stato poeta e pittore ma ancor più un grande mistico e alchimista semisconosciuto agli appassionati del mistero ermetico. Ad un certo punto della parabola esistenziale, abbandonò quasi totalmente la pratica della pittura per consacrarsi alla redazione della sua opera principale “Il Messaggio Ritrovato – ovvero l’orologio della Notte e del Giorno di Dio”. Nel 1932 sposò Henriette Péré e con la moglie si stabilì al numero 3 della rue Casimir Périer a Parigi, ove diede vita ad una galleria d’arte che chiamò “Gravitations”. I Cattiaux ebbero una vita difficile e la povertà fu sempre loro compagna. Appassionato di alchimia , Cattiaux trascorse moltissimo tempo alla “Bibliothèque de l’Arsenal” luogo privilegiato del sapere e ricchissimo in manoscritti  anche inediti. La moglie, nel frattempo, lavorava per assicurare un minimo sostegno economico alla vita materiale della coppia; ella gli testimoniò sempre una grande devozione. Nel 1938, Louis Cattiaux cominciò la redazione de “Le Message Egaré” (Il Messaggio Perduto), che più tardi diventerà “Le Message Retrouvé” (Il Messaggio Ritrovato). Contemporaneamente espose a più riprese le sue opere alla “Galerie Berthe Weill”. Nel 1942, partecipò al “Salon des Tuileries” in occasione dell’esposizione “Etapes du nouvel art contemporain” organizzata da Gaston Diehl.  Nel 1944, dipinse un autoritratto per “Le Message Retrouvé”, allacciando rapporti di amicizia con Lanza del Vasto e dipingendo il suo ritratto. Nel 1950, inviò al “Salon d’Automne” a Parigi, due delle sue opere, Maria Paritura e Les Trois Nuits de l’Erte: anche se queste furono accettate dalla giuria ed iscritte a catalogo, non vennero esposte e Cattiaux ne fu terribilmente deluso. Risale a quest’epoca l’incontro e l’inizio della sua amicizia con Emmanuel e Charles d’Hooghvorst, così come con altri membri della loro famiglia. Ciò segnerà l’inizio di un’intensa corrispondenza, dalla quale sono estratti i frammenti pubblicati nel “Florilège Cattésien”. Nel 1956, la prima edizione dei quaranta libri de Le Message Retrouvé venne edita da Denoël a Parigi. Da allora, diverse edizioni sono state realizzate in francese, spagnolo e catalano. L’ultima edizione francese data 1991 ed è stata opera dell’associazione culturale “Les amis de Louis Cattiaux” a Bruxelles in Belgio.

Recensione di Renè Guenon su Il Messaggio Ritrovato

A prima vista, questo libro presenta una veste singolare ed a dire il vero inusitata: ciascuno dei suoi capitoli è diviso in due colonne parallele, contenente una serie di aforismi o versetti che si corrispondono l’un l’altro. E’ evidente che, in queste condizioni, è impossibile fornirne un’analisi sommaria o un qualsiasi riassunto; sembra del resto fatto più per fornire al lettore, in qualche modo, temi di meditazione, piuttosto che destinato ad essere letto da un capo all’altro. Occorre dire ugualmente che la corrispondenza tra i versetti delle due colonne non appare sempre evidente; ma, in relazione a questo aspetto, vale la pena di riprodurre qui la spiegazione fornitaci dall’autore stesso: “Le due colonne sono apparse naturalmente come replica della Terra e del Cielo e della loro necessaria unione, che fa tutto il mistero dell’incarnazione della vita e della presa di coscienza di colui che la abita. Così, la colonna di destra è un’equivalenza, ma non una spiegazione della colonna di sinistra, ed esaminando il senso multiplo di questi versetti, si può collegarli attraverso una sintesi del mistero primigenio della creazione, sempre più o meno presente in virtù del senso alchemico”. La molteplicità dei sensi di cui si tratta non è del resto intenzionale, “ma deriva per generazione naturale della radice-madre”, cioé dal senso alchemico, che l’autore considera come il senso centrale ed ultimo della sua opera. Se abbiamo capito bene, il libro sarebbe stato scritto sotto una forma di ispirazione, ed è per questo che contiene più di quanto sia stato espressamente voluto, anche se appare certamente difficile determinare la misura esatta di ognuno dei due elementi che hanno contribuito alla sua stesura. In ogni caso, nelle condizioni appena citate, non pensiamo che si possa affermare che possa ricollegarsi propriamente ed effettivamente ad una tradizione definita; ma certamente le tendenze che vi si esprimono sono in ultima analisi, in modo generale, quelle dell’ermetismo, e più precisamente dell’ermetismo cristiano. Diciamo in modo generale, perché, se si entra nei dettagli, ci si accorge che certe cose, coscientemente o no, sembrano originarie da altre fonti; così, abbiamo individuato alcuni versetti che quasi ricalcano certe massime taoiste, e non sono certamente tra le meno degne di interesse. Ad ogni modo, l’importanza primordiale che l’autore accorda al senso alchemico definisce bene “la prospettiva” d’insieme, e ne delinea ugualmente i limiti, che altri non sono se non quelli del punto di vista ermetico stesso. Dobbiamo aggiungere che qui e là si ritrovano alcune “stranezze”, del genere di quelle che si incontrano quasi sempre negli scritti relativi alle forme occidentali dell’esoterismo: così, i titoli delle colonne di sinistra sono tutti formati da una serie di anagrammi a partire dal primo, la qualcosa non manca di produrre un effetto assai curioso; ma anche, la qual cosa risulta più spiacevole a nostro avviso, certi enunciati si presentano con una veste enigmatica che ci appare veramente assai poco utile; non insisteremo ulteriormente su tale difetto, poiché sappiamo che l’autore se ne è reso conto lui stesso e che lo ha corretto in gran parte mediante modifiche ed addizioni già da lui approntate in vista di una futura riedizione. Non sappiamo ciò che gli “specialisti” dell’ermetismo, ammesso che ne esistano ancora di realmente competenti, potranno pensare di questo libro ed in quale misura lo apprezzeranno, ma, ciò che è certo, è che si tratta di un testo lungi dall’essere indifferente e che merita di essere letto e studiato con cura da tutti coloro che si interessano a questo particolare aspetto della tradizione.

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Critica di Massimo Marra al Messaggio Ritrovato

Leggere pagine che testimoniano di un’esperienza spirituale autentica è oggi una delle esperienze più aliene e più rare che possano presentarsi alla sonnecchiosa coscienza intellettuale della modernità. La cosa diviene, in particolare, stupefacente, quando lo scritto e l’autore – sconosciuti ai più – sembrano apparentemente sfuggire e contraddire i codici espressivi consolidati, tradizionali, le forme note e rassicuranti che rendono riconoscibile e classificabile secondo le bene ordinate griglie interpretative – ma forse sarebbe meglio definirle gabbie – l’ennesima ovvietà mascherata da verità.

Chi dovesse avvicinarsi all’opera dell’alchimista Cattiaux con nella testa l’intricata allusività delle opere di certo ermetismo alchemico contemporaneo, il compiaciuto utilizzo dell’”argot” tecnico ed iniziatico, bagaglio tipico di una vasta pletora di moderni alchimisti, oppure, seguace di una via manipolatoria, fosse alla ricerca di un testo costellato da istruzioni operative, indicazioni su tempi, temperature ed operazioni, probabilmente rimarrebbe deluso. Del pari, rimarrebbe deluso anche chi cercasse nelle pagine del Messaggio ritrovato, l’ennesima esposizione della dottrina alchemica, magari secondo un metodo ermeneutico che siamo stati di volta in volta abituati a considerare occultistico, psicoanalitico o altro. La delusione più cocente, probabilmente, sarebbe quella della variegata cerchia neo-pagana, ma più compiutamente sincretistico-magica, che appare sempre pronta a sbandierare l’ermetismo per legittimare le più fantasiose e vane teorie sull’uomo e l’universo.

Dell’accoglienza riservata dal milieu degli ermetisti all’opera di Cattiaux, al suo primo apparire, ci parla Charles d’Hooghvorst – probabilmente il principale ermeneuta dell’opera di Cattiaux – che leggiamo negli atti del Colloque Canseliet tenutosi a Parigi nel dicembre ’99.

All’uscita della prima edizione del testo, narra d’Hooghvorst , “…anche coloro che vi credevano ancora e che praticavano l’alchimia, non hanno riconosciuto L. Cattiaux come uno di loro. Questo libro è molto bello, dicevano, sfogliando il Messaggio, ma esso non ha nulla a che vedere con la nostra alchimia; esso non contiene alcuna ricetta pratica, come quelle insegnate dai nostri maestri. E’ un libro mistico come tanti altri… In breve, il Messaggio Ritrovato, in un linguaggio inusuale, un linguaggio, voglio dire, che non è quello che parlano abitualmente i maestri di alchimia – linguaggio che Cattiaux conosceva perfettamente per aver studiato le opere degli antichi maestri – parla nondimeno in ogni pagina della loro famosa Materia, luce di Natura, Fuoco segreto dell’opera capace di dissolvere l’oro volgare senza violenza, di farlo germogliare, fruttificare e moltiplicare…”.

Difficilmente collocabile nel bazar dello spiritualismo contemporaneo, dunque, l’opera dell’ermetista Louis Cattiaux. Il linguaggio dei suoi aforismi si rivela ad ogni pagina di vesti di volta in volta mistiche, filosofiche, alchemiche, senza cedere alle lusinghe di una omogeneità che ne faciliti l’incasellamento, l’omologazione.

Nel recensire, nel 1948, dalle pagine di Etudes Traditionelles, l’opera alla sua apparizione, René Guénon ne consigliava una lettura in qualche modo simile a quella che si sperimenta talvolta, ed in diverse tradizioni, per i libri sacri: l’apertura, magari con un tagliacarte, di una pagina a caso.

Un ottimo metodo per cogliere messaggi, analogie illuminanti e talvolta catartiche, indicazioni mistiche ed esistenziali. Agostino, nei travagli della conversione al cristianesimo, spinto da una voce interiore, sperimenta questo approccio con la Bibbia. Ci manca la disinvoltura guenoniana nel consigliare un simile approccio al lettore italiano del Messaggio, purtuttavia ci preme segnalare questa fortunata edizione italiana di uno dei libri ermetici contemporanei più belli ed interessanti che ci sia stato dato di leggere.

Non conoscevamo in precedenza l’opera di Cattiaux.

Vi abbiamo trovato una profondità che, vissuta in modo simpatetico dal lettore, può realmente trasmettergli il senso profondo di una dottrina e di una esperienza spirituale palesemente posseduta e padroneggiata, in una dimensione che trascende quella puramente intellettuale. Gli aforismi di Cattiaux, distinti in due colonne parallele che scorrono – probabilmente secondo una precisa intenzione dell’autore – fondendosi ed alternandosi, lasciando libero l’occhio di saltare da una colonna all’altra, da un aforisma all’altro, esprimono contenuti di profonda valenza spirituale, quali la letteratura contemporanea raramente ci dona.

Cattiaux è alchimista per ignem, e ce lo comunica in parole in cui profondità di sguardo, lirismo e padronanza del simbolismo ermetico ed alchemico, si fondono ad un cristianesimo vibrante, ad una coscienza mistica che, probabilmente, ci fornisce almeno una cifra per collocare Cattiaux ed i suoi bellissimi aforismi. Ciò che spesso sfugge dell’alchimia ai moderni epigoni degli antichi maestri dell’Arte Reale, è l’imprescindibile essenza cosmogonica e cosmologica dell’alchimia. La natura di téchne, di arte volta a riprodurre le leggi dell’universale nel particolare, di magia volta alla mimesi del momento creativo. Al pari dell’officiante del rito, che appare sovente riprodurre con simboli ed azioni la cosmogonia sacra, l’asceta ermetico è rivolto alla creazione – o forse alla liberazione – di una forma nuova di coscienza corporea, di un re-bambino che ne rinnovi le radici stesse dell’essere.

Questo è, almeno, quanto la tradizione incantata ci racconta nelle delicate metafore poetiche, nelle complesse istruzioni operative, nelle oscure raffigurazioni simboliche.

Ma la téchne deve, fatalmente, come per ogni arte tradizionale, ricollegarsi ad una metafisica, ad una scaturigine che ne costituisca, nel contempo, la meta finale, la realizzazione compiuta. Come per una mano, che funziona solo quando è attaccata ad un arto, o come un rubinetto, la cui funzione ha senso solo in relazione alla rete idrica, un’arte sacra, per sua stessa natura, deve dipendere da una metafisica. E’ per questo che sono esistiti alchimisti pagani, esistono alchimisti cristiani, ebrei, musulmani, induisti. L’arte sacra si trasforma ed adatta il proprio contenuto universale alle tradizioni metafisiche di riferimento, attraverso il linguaggio simbolico della natura e delle sue leggi. In tal modo, il linguaggio della téchne avoca a sé il ruolo che gli compete, nel quadro di una visione metafisica compiuta che ne dirige e determina operazioni e risultati.

Cattiaux, dunque, l’alchimista Cattiaux, è compiutamente cristiano.

Il Messaggio Ritrovato ricorda irresistibilmente certe pagine infuocate e lapidarie di alcuni padri del deserto, oppure, più compiutamente, gli aforismi luminosi del Pellegrino Cherubico di Silesio. E’ questo il riferimento probabilmente più calzante per la scrittura di Cattiaux. Come in Silesio, il simbolismo alchemico è metafora privilegiata per la descrizione di un percorso spirituale di cui, patentemente, il simbolo ed il rito cristiano costituiscono base e scaturigine, e di cui la realizzazione cristica, come per l’alchimia di Arnaldo da Villanova, di Rupescissa e dei più sublimi padri dell’Arte, esprime la forma più perfetta.

Le due colonne su cui sono raccolti gli aforismi, a destra ed a sinistra della pagina, sono, secondo quanto ci suggerisce Charles d’Hooghvorst, analogicamente correlate a due diversi piani di espressione: la colonna di destra, esprime i sensi cosmogonici, mistici ed iniziatici; quella di sinistra, quelli terrestri, morali e filosofici. Ciò, ancora una volta, appare in sintonia con i due aspetti della rivelazione, quello exoterico e quello esoterico, nella cui complementarità perfetta ed inscindibile si realizza la compiutezza tradizionale del cristianesimo. E proprio a testimonianza di questa complementarità inscindibile, di questa identità inestricabile, Cattiaux spesso viola la regola base della composizione. Le due colonne spesso fondono i messaggi, si scambiano di ruolo, contaminano i propri rispettivi domini per riaffermare una volta di più la completezza e la ricchezza incontenibile e poetica del messaggio sovrasensibile.

Un testo di grande spessore, in definitiva, che restituisce alla modernità il senso ultimo e metafisico di una dottrina antica, a prescindere dalla mera sopravvivenza di un linguaggio simbolico tradizionale, troppo spesso svilito dalla vanità del gioco identitario inscenato da sedicenti iniziati e presunti adepti, dai cui testi, però, raramente ci capita di sentire uscire quel “profumo di verità” che Lanza del Vasto, nella bellissima prefazione al Messaggio, percepisce esalare dalle pagine di Cattiaux. E che, aggiungiamo noi, qualunque lettore che sappia e voglia abbandonarsi al gioco poetico e metafisico degli aforismi di Cattiaux, non potrà fare a meno di percepire.

Dall’esterno, era un ibrido. Ne aveva dei maghi pletorici, come Papus e S.U. Zanne, et dei bohêmi famelici alla Claude d’Ygé. Estroverso, gran buongustaio quando poteva, ma non sempre poteva. E teneva le sue distanze. Buontempone, amante la farsa; scherzoso ed insignificante, dicevo.
Ma ad un tratto, il lampo di una rivelazione. Si dovrebbe aver grande cura di afferrarla. Poiché di volta in volta si apriva una finestra in cielo sulla sfera dei fissi, o aldilà, ed a volte la vostra maschera cadeva, ai vostri propri occhi come ai suoi.
Lo sguardo diventava terribile senza un’ombra di cattiveria. Il suo atteggiamento serio, che la gaiezza ordinaria non dissimulava, allora stupiva, visto che da lei emanava.
Louis Cattiaux aveva raggiunto quel punto di certezza, e di non ritorno, ove qualsiasi vanità essendosi dichiarata (compreso quella di cercare la saggezza, precisava l’impietoso Qohélet), resta Dio, o niente. E restano nel mondo, perché se la speranza è violenta la vita è lenta, restano i niente. Resta la sagezza che talvolta è chiamata follia, perché il niente è Dio ed il vuoto pieno.
Questa posizione si accorda con il successo sociale o con il fallimento.
Louis Cattiaux fu un fallito. Infanzia senza madre, la guerra, la disgrazia dei piccoli coloniali del Dahomey, la povertà mediocre del “rapin”. Ma, come rivincita, una compagna secondo il cuore di Francis Jammes e de Léon Bloy, l’arte, le ebbrezze studiose dell’Arsenal ai “grimoires”. Nel seno di questo microcosmo manicheo, la Sagessa che arriva graziosa, quando si ha finito di cercarla e disperato di trovarla. Il Messaggio, lui, ritrovato. “Le Message Retrouvé ou l’Horloge de la nuit et du jour de Dieu”. (Lanza del Vasto ne aveva scritto la prefazione. “Les amis de Louis Cattiaux ” lo hanno ri-editato, 21, rue Ferdinand Craps, a Bruxelles, con un poema di Emmanuel d’Hooghvorst, en guise d’introduction, di cui la forma fa un capolavoro ed il fondo un tesoro).
La vita profana, è la vita separata da Dio
La vita santa, è la vita rilegata a Dio.
La vita saggia, è la vita restituita in Dio.
Questa trilogia esemplare è tratta dal Messaggio Ritrovato. Libro di approccio difficile, e di uno charme potente. I versetti sono distribuiti su due colonne: terresre, quella di sinistra, che contiene il carnale, il morale, il filosofico, l’ascetico ; celeste, quella di destra, con lo spirituale, il cosmografico, il mistico e l’iniziatico. Talvolta un terzo versetto, su una terza colonna, equilibrante in somma, sintetizza i due precedenti. L’insieme costituisce un sistema di quaranta libri, ciascuno provvisto di un titolo di nove lettere, anagramma degli altri trentanove. Per esempio: Vérité une ; Eve tri-une ; Un être vit ; Vertu niée ; Trêve unie ; Vue… et rien, ; Rive ténue ; Nuit rêvée… Cattiaux giocava con la poesia, era risalito all’infanzia ideale.
Dove è dunque ritrovato il Messaggio? Per i lettori, nel Messaggio Ritrovato. Il fatto è attestato, verificato.
Non “per tutti, ma solemente per quelli cui è stato donato credere all’incredibile”.
Una lettura ordinaria non basta ed i veterani di Cattiaux cui si sono aggiunti quelli che lo scoprono oggi esortano, in modo del tutto banale, a non giudicare senza aver meditato. Da anni personalmente medito il Messaggio Ritrovato e, se non mi ha assorbito, ne ho comunque assimilato un poco. Come Lanza del Vasto, vi ho anch’io ritrovato il profumo dei testi antichi – Profumo di Verità. E con gli amici di Cattiaux, l’ho sentito conforme.
Il saggio ha lasciato un libro di saggezza. L’uomo ed il libro hanno tutto per sconcertare. E’ l’eterno mascheramento. Hanno una possibilità di goderne solo quelli che hanno preso coscienza del gioco universale ed hanno scelto di entrarvi, in modo da inventare i mezzi per uscirne.
Louis Cattiaux, nato a Valenciennes, è morto a Parigi , nel 1953, l’uomo del Messaggio Ritrovato.
Libro II, versetto 42. Colonna sinistra:
” E’ nel mezzo della corruzione che la verità appare chiaramente”
Colonna di destra:
” La Santa Madre brilla in mezzo alle tenebre del mondo”.
La verità della santa Madre, la santa Madre di verità ha brillato per Louis Cattiaux e brilla attraverso il Messaggio Ritrovato. Quest’iniziato ci ha lasciato un libro di iniziazione.

Recensione di Massimo Onetti Muda su Il Messaggio Ritrovato

Gli antichi dicevano: “Pochi sono i Bacchi, molti i portatori di ferula”, e in linguaggio evangelico potremmmo trovare un parallelismo nell’espressione “Molti sono i chiamati, pochi gli eletti”. Nel vasto panorama contemporaneo degli studi ad argomento spirituale, una tale situazione non viene smentita, anzi trova puntuale conferma. Esiste una miriade di “cultori” dell’esoterismo ma rarissimi sono i veri maestri, moltissimi gli appassionati sperimentatori delle dottrine ermetiche ma pochi i detentori della Sapienza senza tempo, abbiamo tanti storici ed esegeti dell’Arte Regia alchemica ma gli Alchimisti autentici potrebbero contarsi sulle dita di una mano, ugualmente molti amano e discutono i poteri racchiusi nelle dottrine tradizionali, in ordine alla Religione, alla Magia rituale, alla Politica sacra, ma quasi nessuno di essi è in grado di muovere una pietra per contribuire ad orientare in maniera un po’ più retta i destini del mondo alle soglie del terzo millennio, in profonda crisi.

Se “esoterismo” è conoscenza derivante dalla completa realizzazione di Sé, in quanto Uomo archetipo, ossia in quanto Divinità-Uomo, la mèta è assai più distante che non le piccole tappe iniziali compiute da chi ha compulsato gli scritti di qualche autore “tradizionalista”, per trarne una riserva di motivi di critica alla modernità, oppure di chi ha peregrinato in lungo e in largo per il mondo in cerca delle rovine delle costruzioni umane poste a difesa dei luoghi densi del potere derivante dalla comunicazione del nostro pianeta Terra con altri “paesaggi” della nostra Galassia, per trarne l’energia capace di renderli in grado di affermare con sufficiente autorevolezza le proprie personalissime limitatezze psicologiche, oppure ancora di chi ha studiato dottrine e lingue, considerate –dal mondo contemporaneo– morte, arrendendosi poi alla difficoltà di tradurre quelle dottrine in pensiero vivente, il che significa –forse– anche rendere “sacre” le nostre lingue moderne, che ancora non lo sono.

Potremmo continuare su questo tono, a piangerci addosso elencando la perenne facilità di accesso al vizio “troppo umano”, e sottolineando la difficile e solitaria conquista della Virtù “più che umana” (solitaria perché è una lotta che si deve combattere da soli, ma comporta il continuo confronto col proprio “prossimo”, da cui si può senz’altro ricevere un aiuto se anch’esso combattente la stessa “guerra santa”). Ma quello ci interessa di più è dare un messaggio di ottimismo, comunicare una “buona novella”.

In effetti, tornando alla distinzione fra “studiosi di cose esoteriche” e “maestri realizzati” che ponevamo sopra, notiamo che, riferendosi alla relativa produzione letteraria, i primi riempiono gli scaffali delle librerie di ponderosi saggi critici, storie e controstorie, revisioni e rivisitazioni in quantità, i secondi o non scrivono affatto o danno alla luce “qualcosa” di un genere tutto particolare: potremmo chiamarlo il libro-oracolo, il libro di meditazione, oppure, semplicemente, “il libro sacro”.

Questo ci sentivamo di segnalare, parlando della presente pubblicazione. Lasciamo al lettore interessato la conferma o la smentita al nostro sì lusinghiero giudizio. Di certo, in periodo di strenne natalizie, non avremmo consiglio migliore per chi voglia fare o farsi un regalo ben augurante ed “evolutivo”.

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Estratti da IL MESSAGGIO RITROVATO:

Tutto riposa nel cerchio dell’oro luminoso.
Spettatore immobile attento e imperturbabile; tale è il desto.
Tutto il tempo che non è consacrato a Dio è tempo perso. Tutto il lavoro che non sfocia in lui è lavoro inutile…
Tutto ciò che inviamo ci ritorna accresciuto e diventiamo ciò che abbiamo scelto di essere
Immaginiamo tutte le gioie e tutte le disgrazie, al fine d’abbreviare il tempo della nostra esperienza e per giungere più rapidamente al riposo desiderato.
Chi sa tutto non discute di niente. Chi ha tutto non rifiuta niente. Chi può tutto non si vanta di niente. Chi ha l’amore non disprezza niente.
Se non troviamo Dio durante la nostra veglia, non lo possederemo a maggior ragione durante il nostro sonno.

Quando il mondo ci respinge, è perché Dio ci attira; ma quanti rispondono all’amore con l’amore?
L’evidenza del mistero acceca i più sapienti
Tutto viene da dentro. Tutto ritorna all’interno. Tutto si mantiene nel centro.
Rinunciamo ad essere compresi, incoraggiati o ammirati dal mondo, perché non c’è che il successo in Dio che conti veramente.
Il saggio parla poco, osserva tutto ed agisce raramente. Egli conosce l’inanità di tutto ciò che non sfocia in Dio.
Evitando le competizioni mondane si acquisisce facilmente la libertà di pregare e di cercare Dio.
Le sole difese efficaci di cui disponiamo contro le tentazioni del mondo sono quelle che edifichiamo in noi stessi e non quelle che prendiamo in prestito dagli altri.

La vera saggezza consiste nel separare ciò che è buono da ciò che è cattivo, e nell’unire ciò che è buono con ciò che è migliore
La scienza della scienza consiste nel preparare le cose e lasciar fare Dio
    [Credono follemente di creare con le loro mani, senza capire che non sanno neppure fare delle mani…]
Gli uomini volgari odiano il saggio, ma egli non disprezza gli strumenti del suo lavoro… Rimproverare un insensato è sprofondarlo nella sua follia e farsi un nemico gratuitamente.

La meditazione slega lo spirito, libera l’anima e purifica il corpo dei santi: ma spaventa ed uccide gli uomini volgari
Chi agisce con distacco non viene sporcato da alcuna azione… Chi medita senza desiderio non è offuscato da alcun pensiero
Un solo seme racchiude tutto il mistero del mondo. Chi lo farà rinverdire e fruttificare?

L’uomo corporeo muore con tristezza.
L’uomo astrale passa con coraggio.
L’uomo spirituale raggiunge Dio con gioia.

Non si trae giovamento che dal nutrimento che si sceglie in se stessi
Ogni cosa emerge dal suo caos e si perfeziona in se stessa
Onorato o disprezzato, il saggio permane uguale a se stesso…
    [l’oro che sonnecchia nel fango è puro quanto quello che brilla nel sole]
La verità appare dapprima cruda, occorre poi cuocerla per offrirla agli uomini

Chi non discende volontariamente nella grande acqua vi annega miseramente
Prima di poter saltare nel vuoto divino occorre scalare a lungo i cammini dell’ascesi, pena sprofondare nel fango del caos
“Chi mangia la vita erediterà la vita”… “Chi mangia la morte erediterà la morte”

Tutto serve a chi ha la volontà d’imparare, la morte come la vita
Un secondo d’intuizione rivela ciò che un migliaio di anni di lavoro non consentono d’intravedere
Il riposo contiene il movimento, a cui segue il cambiamento/creazione
Meglio centomila volte essere l’ultimo presso Dio che il primo tra gli uomini
    [il savio elimina gli invidiosi proclamando la sua nullità davanti a tutti]

Chi possiede l’oro non disputa con nessuno per affermare la propria ricchezza.
    [l’oro si separa dal fango grazie al suo proprio peso e talvolta grazie alla sua grande leggerezza]
Chi vede ed ama Dio attraverso tutte le apparenze del mondo è il solo a non stupirsi e a non soffrire quando tutto svanisce
Chi possiede il fuoco segreto può acquisire tutto e rinunciare a tutto senza danno
L’amore dell’oro lo fa ricercare persino nella spazzatura, ma pochi uomini sono capaci di coglierlo nel cielo e fissarlo nella terra.
Chi è tanto grande da rimanere nascosto? Chi è tanto noto da restare anonimo? Chi è tanto generoso da possedere tutto? Chi è tanto potente da non esigere niente?
Quando crediamo di perdere o acquisire qualcosa quaggiù, offriamola a Dio. Così saremo sempre felici in tutto.
E’ prudente possedere tutto e rinunciare a tutto per lo Spirito, in modo da non essere sorpresi dagli eventi.
Chi si mantiene all’ultimo rango non ha da lottare contro quelli che aspirano ai primi posti, e l’uscita gli è grandemente facilitata alla fine.
Fuggiamo la disgrazia, ci perseguirà. Affrontiamola a viso aperto, svanirà.

La verità basta a se stessa. Tutto ciò che vi si aggiunge l’oscura

Chi sa fare a meno dell’approvazione degli uomini non è tentato di fare un lavoro inutile.

Chi ha raggiunto la Madre ed il Padre non è più conturbato dalle apparenze del mondo… Usa con distacco le cose della terra e si piega con indifferenza alle necessità della vita incarnata.

Tutto ciò che è pubblico si svilisce e si perde. Tutto ciò che permane segreto conserva la sua virtù ed il suo prezzo.
La forza e la sicurezza del santo è essere ignorato dal mondo corrotto.
Disputare con degli ignoranti è agitare il fango affinché si schiarisca.
    [La terra permane in fondo. La vita va in alto. Dio solo può separarle ed unirle nuovamente]
Riposa e sarai animato, svuotati e sarai riempito.
Il saggio sperimenta tutto con pazienza e distacco, fintanto che abbia scoperto l’unico chiarore e moltiplicato il seme divino
Per avere tutto occorre prima saper fare a meno di tutto e poi rinunciare a tutto, quando si è ottenuto ogni cosa
I mediocri non potranno sempre seppellire la Verità. I saggi la divulgheranno un giorno fino alle estremità della terra e la faranno germinare fino ai cieli

Incapaci di raggiungere ciò che li sovrasta, cercano di abbassare tutto al loro livello. Non potendo sopportare la bellezza, si sforzano di infangare tutto ciò che li circonda. Impotenti a cogliere la verità, tentano di deformare tutto ciò che vedono ed intendono male.
    Fabbricano e distribuiscono la morte con il pretesto ipocrita di ricercare la vita, ma le loro opere provano in definitiva il loro orgoglio e la loro demenza

Chi è intelligente compara minuziosamente le parole del saggi per scoprire il luogo ove si accordano tutti.
Il segno della menzogna è il cambiamento, quello della verità è l’immutabilità
[Occorre rientrare da dove si è usciti se si vuole riposare nella pace del Perfetto]
Ciò che sembra pazzesco, ciò che assomiglia ad un sogno, ciò che sembra incredibile: ecco ciò che il saggio studia con amore…
Ciò che il mondo disprezza, ciò che è rigettato da tutti, ciò che appare vile e senza valore: ecco ciò che il saggio esamina con cura
Diventiamo puri e trasparenti come il cristallo ed i raggi divini ci illumineranno e feconderanno pienamente
Dio prodiga tutto ciò che è prezioso; il mondo accaparra tutto ciò che è senza valore

Quelli che risplendono maggiormente in Dio appaiono spesso i più oscuri nel mondo
Per un santo che raggiunge Dio, milioni di morti ricadono nella fossa comune.

L’ignorante pretende di istruire quelli che non chiedono niente. L’uomo sapiente tace e aspetta che lo si interroghi…
    Proprio dell’ignorante è voler a tutti i costi convincere gli altri dei sistemi che lo rassicurano momentaneamente

La felicità è avere tutto e non possedere niente; non attaccarsi a niente, nemmeno a se stessi; è fare tutto e sopportare tutto per l’amore dell’Unico
Lo stolto interroga gli altri. Il saggio interroga se stesso. Entrambi sono vicini a Dio, ma uno solo lo sa.

C’è un lavoro che lega nella morte, è quello del mondo… Ce n’è un altro che slega dalla morte, è quello di Dio.
    Il primo si compie difficilmente e non produce che la tristezza e la morte… il secondo si esegue facilmente e genera gioia e vita eterna…
    [Gli smarriti recalcitrano qui, perché preferiscono l’agitazione che li mantiene nella pigrizia della morte]

Come afferreremo noi il mistero delle cose nascoste, se non comprendiamo l’evidenza di quelle che ci accecano?
Più si appartiene all’Essere, più il mondo diventa irreale.
I saggi dicono agli insensati: voi distruggete i corpi, ma noi salviamo lo spirito; ritorneremo tutti nella terra, ma non possederemo ugualmente

L’inaccessibile si muove sotto i nostri occhi e riposa nelle nostre mani. Chi lo rende visibile? E chi gli donerà il peso dell’incarnazione divina?
La vita e la morte se la ridono della nostra stupida cecità che non sa né separare né unire la meravigliosa luce del Signore.
La perla è nascosta nell’abisso e il sole dimora nella perla
Lo Spirito opera davanti a tutti. Pochi lo vedono. Uno solo lo afferra e lo fissa.
Chi possiede il vero potere spirituale controlla senza sforzo la potenza temporale; tuttavia la coercizione e la violenza rimangono loro sempre estranei
Il mondo preferisce il veleno fabbricato piuttosto che l’acqua naturale del sole
Dominare gli altri è una facile illusione. Dominare se stessi è una dura realtà
La libertà si conquista sulle passioni, sui desideri, sulla morte.
Quando ci conosceremo pienamente, sapremo che non possediamo più niente, nemmeno noi stessi.
“Non meditare mai per lusingare il mondo perché in ogni caso il mondo ti abbandonerà alla fine”
Quando saremo preparati a seguire la morte senza volgerci indietro, potremo giocare con il mondo senza timore di morire.

Si può conoscere l’Universo senza muoversi, identificandosi in colui che lo contiene e che lo anima
“Fai bene ciò che hai da fare tra gli uomini, ma non aspettarti niente e soprattutto non crederci”

Gli ignoranti parlano molto e non osservano niente. Il saggio tace ed esamina tutto per scoprire l’Unico
    Tutti quelli che predicano Dio parlano la stessa lingua, ma essi li intendiamo differentemente.

La libertà concessa all’uomo gli permette tutte le follie e tutta la saggezza. La curiosità che lo ha perduto può anche salvarlo.
Il saggio non condanna la follia degli uomini, perché si ricorda di esserne uscito da poco
La separazione è l’inizio dell’opera segreta che conduce a Dio. La riunione ne è il termine.

Il colmo della follia è speculare sull’avvenire, rimpiangere il passato ed ignorare il presente che riposa in noi

E’ nel momento in cui ci crediamo forti che scopriamo la nostra debolezza: è quando pensiamo di essere arrivati che ci accorgiamo di non essere mai partiti.
    [Molti sono arrivati e non sono mai partiti. Si sbagliano ed ingannano gli altri]
La conoscenza del segreto divino libera dal mondo medio, offre argento e oro, il diamante ed il rubino, ma tutti respingono la sua mano perché è nera.
L’ignorante parla di sopprimere il male, il saggio si contenta di separarlo e rigettarlo al fine di glorificare il bene senza ostacolo

Dio vive ed attende in ognuno di noi. Basta morire al mondo e a se stessi per intenderlo e vederlo immediatamente.
    [Quando il corpo è vinto, lo spirito appare puro e libero, e l’anima santa li unisce in Dio per sempre]
Chi ammira ed ama veramente Dio non ha che un desiderio: ritornare a lui
    [Quelli che disputano a proposito di Dio non sono in lui]
Il saggio vela la verità mettendola in evidenza
    [Ciò che tocca l’occhio non è visto]
Gli occhi nuovi e innocenti vedono Dio nella sua prima nudità e rivestito dello splendore ultimo
Occorre essere molto istruiti e molto potenti per diventare semplici ed umili come un bambino

La donna ha inimicato l’uomo con il mondo intero, tuttavia lo riconcilierà con Dio.
[Quando avremo trovato il rifugio della Madre, ci occorrerà ricercare l’impassibile riposo del Padre]
[Il vero riposo è nel centro della luce ove dimora il Signore perfettissimo]

Ci occorre discendere la scala della creazione prima di poter risalire fino a Dio e fissarci in lui.

… La cosa più semplice da insegnare è la più difficile da comprendere
Il fuoco riveste tutte le forme, ma rimane fisso nel suo interno
    L’acqua è universale, i semi sono particolari
L’acqua dissolve ogni sorta di cosa, ma il fuoco ne coagula una sola

Il Padre al centro.
Il Figlio in periferia.
Lo Spirito santo tra i due.
Tutti in Uno, sempre.

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L’immaginazione è l’utensile che scopre Dio. La pazienza è quello che lo mette in evidenza.
La terra ricopre il diamante sublime
Il niente incapsula il tutto (che dimora in sé)
Il vivente va ai morti per salvarli, ma questi cercano stupidamente di ucciderlo, perché non riconoscono la luce che abita l’Universo.

L’acqua celeste intacca tutto e niente può intaccarla; essa ci libera dalla tomba
La malizia degli uomini li svia nel numero e l’orgoglio li sigilla nel fango.

E’ la povertà assoluta del vuoto totale che dobbiamo raggiungere al fine di essere riempiti di Dio
Meglio guardare in sé e tacere.
    Oh germinativa luce! Oh frutto pesantissimo del sole! Oh matrimonio segreto degli identici contrari! Oh splendore fruttificante dell’unica bellezza!
Ciò che appare impossibile si compie a volte agevolmente, e ciò che sembra facile è spesso irrealizzabile.
Dio mediante la natura rifà senza sforzo tutto ciò che gli uomini s’immaginano di distruggere con molta fatica.
    [Così per mezzo della natura insegna sottilmente all’osservatore chiaroveggente]
La nebbia condensa la pioggia e le tenebra covano la luce…
    [l’arcobaleno annuncia le nozze del cielo e della terra]
La disgrazia e la morte separano efficacemente tutti gli uomini, ma pochi tra loro completano il lavoro della grande epurazione
La morte è una luce velata di terrore; il saggio la considera con serenità e la sperimenta con intelligenza e profitto
Il folle ignora il saggio, ma quest’ultimo conosce il suo smarrimento e può liberarlo se lo si prega santamente.
Nessuno cercherà Dio per noi. E’ una credenza dei pigri e dei vigliacchi.
Permanendo sconosciuti nel mondo si sfugge alla malvagità dei mediocri, degli invidiosi e dei furbi
    [Chi si occupa solo dei suoi affari evita nemici gratuiti e cieca dispersione]

E’ mediante la grazia della Madre che il Figlio moltiplica l’amore del Padre.

Evitiamo di avere ragione contro chicchessia, comunichiamo soltanto la verità a quelli che la amano.
[Una sola parola, un solo fatto possono indirizzare l’uomo più sepolto alla via della riconciliazione e della liberazione]
Fuggiamo i mediocri che ci parlano di Dio, perché i morti non sono qualificati per presentare il Vivente.
E’ in mezzo alla corruzione che la verità appare chiaramente… La santa Madre brilla in mezzo alle tenebre del mondo.

Quando un santo guarisce un ammalato, gli insegna poi ad aiutare gli altri. Così lo guarisce due volte
Senza la volontà di guarire non c’è cura possibile; occorre dunque interrogare ogni malato prima di intraprendere qualcosa…
    [la prudenza del saggio consiste nell’istruire quelli che lo chiedono e non nel forzare qualcuno a credere o a sapere]
I mille e mille universi che ci sommergono sono come la milionesima parte di una goccia del sangue divino. L’atomo più infimo racchiude mondi inconcepibili… così l’Universo è in Dio e Dio è nell’Universo.
Il saggio vede la natura spoglia dei suoi veli e contempla l’uomo nella sua gloria celeste.

Dio da sé produce la Madre, Dio mediante la Madre genera il Figlio, il figlio per mezzo della Madre moltiplica Dio. Così Dio non ha né inizio né fine
I saggi hanno parlato senza deviazioni, ma gli uomini hanno tappato le loro orecchie. I santi hanno operato davanti a tutti, ma le folle hanno rivolto altrove i loro occhi… Dio consumerà la pietra in cui l’umanità ha sepolto il suo cuore.
Lavorare a conoscersi è aiutare tutta l’umanità a rinascere.
La verità si nasconde sotto il velo delle favole e delle parabole: occorre uno spirito molto retto e penetrante per scoprirla, così come occorre un occhio ben esercitato per riconoscere un diamante sotto l’involucro che lo protegge.

[Dio aspetta da noi la morte intellettuale e la nascita spirituale del cuore]
L’uomo che ricollega la luce alle tenebre partecipa al mondo totale.
Niente è aggiunto all’acqua vergine se non il fuoco per maturarla

Le operazioni divine sono istantanee e soggette alla fede. 
Le operazioni naturali sono lente e soggette alla speranza. 
Le operazioni umane sono cieche e soggette alla carità

Accettiamo ugualmente il buono ed il cattivo e lasciamo alla meditazione del tempo il compito di separarli in noi, poiché i saggi hanno detto: “La pazienza è la scala dei filosofi e l’umiltà è la porta del loro giardino segreto”

La conoscenza di Dio è la sola realtà che salva dalla morte.

Sono sempre gli stessi che insegnano al mondo e che sono i più disprezzati durante la loro vita e i più traditi dopo la morte… Sono sempre gli stessi che ingannano l’umanità e che sono i più onorati in vita ed i più rispettati dopo la loro morte.


LOUIS CATTIAUX, IL SANTO ERMETISTA DI DIOultima modifica: 2018-06-20T19:30:09+02:00da mikeplato
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