IL NOME DI YESHUA

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di Alessandro Conti Puorger

Introduzione al “Nome”
Come s’arguisce dal titolo, intendo argomentare attorno al Nome di Gesù. Sono un cristiano e l’essere cristiani comporta la fedeltà ad una persona fisica, il Cristo Risorto, che nei modi più disparati si fa conoscere dal credente che lo segue, onde la fede non necessariamente passa attraverso la conoscenza approfondita dei testi biblici, ma è necessario seguire gli insegnamenti della tradizione della Chiesa e dei Vangeli; Lui stesso poi al singolo e o alla coppia suggerisce e suscita le attitudini più opportune con il Suo Santo Spirito. Dico ciò per chiarire che non connetto necessariamente conoscenza approfondita delle Sacre Scritture e fede. E’ certo però che questa può essere aiutata dal conforto della constatazione dell’esatto attuarsi di quanto ispirato agli antichi profeti a cui era stata annunciata l’incarnazione del Figlio di Dio e tali profeti ispirati dallo Spirito Santo lo hanno profuso nelle scritture che hanno prodotto. Da anni peraltro m’interesso del testo biblico della Tenak, cioè la Bibbia canonica ebraica, perché è mia consolidata opinione che questa è un ausilio fondamentale per andare a fondo nel pensiero biblico leggendo e rileggendo quei testi anche in più modi e non solo le loro traduzioni, non tanto perché queste possono aver perso alcune sfumature, ma soprattutto perché le lettere ebraiche hanno una espressività particolare che purtroppo viene perduta con gli altri alfabeti con cui quei testi vengono tradotti. Il testo in ebraico è come una persona che si può esaminare sotto più visuali fino ad arrivare al suo interno ai tessuti alle molecole e agli atomi che sono poi le lettere ebraiche, mentre il testo tradotto si riduce solo ad una fotografia di quella persona. Questo articolo perciò affronta in modo particolare il Santo Nome di Gesù, vale a dire nel modo che è consono alla mia ricerca da anni intrapresa sui testi biblici ebraici, che cerca pagine di secondo livello sul Messia, da cui tutta la Sacra Scrittura è ispirata, con l’ausilio delle lettere ebraiche, usandone anche la loro proprietà d’icone atte ad apportare significati grafici e capaci di rendere possibile visualizzare concetti che arricchiscono i pensieri indotti da quei testi. Al riguardo del potere evocativo d’immagini da parte dei 22 segni dell’alfabeto ebraico si pensi che, in genere, ad ogni parola ebraica è anche possibile associare, per immagini, predicati attinenti al vocabolo che intendono evocare le lettere che lo formano. Faccio l’esempio della parola ebraica א ף ‘ap per “naso”, ma visto da un lato, “narice”, “profilo del viso”, “un lato della faccia”, “sbuffare”, “ira”, ma spesso usato al plurale duale ‘appaiim א פ י ם per “le due narici”, quindi il “naso” visto di fronte, “le due facce” e ancora “la faccia o viso” completo visti di fronte, il “volto”.
Quel termine è composto dalle lettere:
– Lettera n°, א – ‘alef, numerale 1, in egiziano un falco, l’Horus, è l’Unità l’inizio, l’origine, l’iniziazione, il primo, il principio, l’iniziatore, l’iniziazione, ma con riferimento alle cose di Dio è , l’Unico, l’Unigenito, il primogenito di molti fratelli.

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– Lettera n°17, la pé פ – a fine parola ף , numerale 80, è a tutti gli effetti una bocca aperta, infatti “bocca” è appunto Pé פ ה ; basta guardarla, e פ appunto n’è l’iniziale; ci parla del parlare, ed è netta nella grafica l’idea del naso, quindi del soffio e del soffiare, ma con riferimento alle cose di Dio viene l’idea della Parola, del Verbo, del Volto di Dio che per i Cristiani è quanto l’uomo può vedere e sentire di Lui, Gesù il Cristo.

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Ecco che l’avvento dell’ira א ף di Dio si può vedere come il tempo della venuta “dell’Unico il Verbo”. Potrei aggiungere che è “dell’Unico א il Volto ף”, vale a dire che il Verbo di Dio è tutto ciò che l’uomo può al massimo conoscere di Dio. Per la tesi della lettura per pittogrammi delle lettere delle Sacre Scritture, sono a
favore i seguenti elementi:

* il testo dell’A.T. ebraico e le relative lettere sono restati congelati nella forma attuale prima dell’ignoranza dei geroglifici (perdurata dal IV a fine XIX sec. d.C.);
* le lettere sono soltanto consonanti, come in egiziano e a segni di questo ed a quelli sinaitici si ispirarono;
* nei testi antichi non c’erano i segni delle vocali;
* le parole non erano separate tra loro;
* le lettere erano spaziate tutte egualmente tra loro;
* non c’erano forme particolari per indicare lettere ebraiche di fine parola;
* non vi era indicazione di versetti.

Trovai, infatti, che Nachmanide Moses, mistico spagnolo ebreo (1194-1270 d.C.), commentatore biblico, disse: “Noi possediamo una tradizione autentica secondo cui la Torah è formata dai Nomi di Dio. Le parole che vi leggiamo possono essere infatti anche suddivise in modo completamente diverso, componendo Nomi… L’affermazione per cui la Torah fu scritta in origine con fuoco nero su fuoco bianco, ci conferma nell’opinione che la sua stesura avvenne con tratto continuo e senza suddivisioni in parole, cosa che permise di leggerla sia come una sequenza di Nomi, sia, nel modo tradizionale, come un resoconto storico ed un insieme di comandamenti divini. Ma Egli (Mosé) la ricevette anche, nello stesso tempo, sotto forma di trasmissione orale, come lettura di una sequenza di Nomi.”, ammettendo così che la Torah orale ricevuta da Mosè è anche un testo interno alla Torah scritta e ciò, fu oggetto di ricerca della Qabbalah (Vd. G. Scoolem, “Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio”). Il Talmud ‘Eruvin 13b al riguardo dice: “La Torah ha settanta volti; queste e quelle sono le parole del Dio vivente”; perciò la Torah per gli ebrei non è un testo fisso, ma è lasciata libera la possibilità di più interpretazioni e la mia è una delle letture possibili, in stretta corrispondenza biunivoca col testo è con regole sempre rispettate. Ho infine accertato che “Una tecnica esegetica usata dai rabbini nel Talmud (tradizione orale del I sec. a.C. – I sec. d.C.) per dare al testo non vocalizzato della Bibbia una diversa vocalizzazione o una diversa forma ortografica rispetto alla forma usuale è ‘al tikrei’ non leggere. L’uso dell’ ‘al tikrei non esclude in ogni caso la lettura originaria del testo e, perciò, si può più correttamente definire come ‘non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo’. Questo procedimento permette così una nuova interpretazione, perfino quando le leggi della grammatica e della sintassi rendono necessaria la sola lettura tradizionale. L’uso di questa tecnica trae origine dal versetto: ‘Dio ha detto questo una volta, ma io ho ascoltato questo due volte.’ (j 62,12) e cioè che le parole della Bibbia si prestano a significati diversi di quello tradizionale.” (Diz. Usi e leggende Ebraiche Alan Unterman-Laterza). Il metodo che uso è praticamente l’ ‘al tikrei a tappeto, in cui ogni lettera può anche leggersi a sé stante, in base al disegno che effettivamente reca e che ritengo d’aver individuato con una stretta rosa di significati simili. Ciò detto entro nel merito di quanto intendo dire.

Il “Nome”
“Nomen omen”, ossia il nome è un presagio, dicevano gli antichi. Questo pensiero è anche nella Bibbia. Dal complesso dei testi che la formano pare, infatti, doversi concludere che il nome ha un potere particolare. Si pensi solo che Dio, secondo la Bibbia, ha creato tutto quanto esiste proferendo il nome, in ebraico secondo quella tradizione, di ciò che intendeva creare … “Sia la luce e la luce fu” (Genesi 1,3) Sinteticamente nell’ebraismo Dio, infatti, è chiamato ה – ש ם “Il Nome” HaShem, il nome dei nomi da cui vengono tutti gli  altri nomi. Poi, la prima umanità, Adamo, sempre secondo quelle Sacre Scritture, ebbe da Dio stesso il potere di dare il nome agli animali e lo fece a proprio piacimento ritengo ovviamente ispirandosi alle caratteristiche specifiche di ciascuna specie. (Genesi 2,19s) Tale idea sul potere connesso alla conoscenza del nome probabilmente viene dal crogiuolo culturale degli antichi Egizi. Era da questa cultura, infatti, ritenuto che conoscere il nome poteva fornire un qualche potere sul soggetto che l’aveva in quanto questi deve essere fedele al proprio destino, quindi conoscendo il nome si conosce lo scopo della traiettoria della sua vita.
Dio cambia il nome ad Abramo – da Abram ad Abraham (Genesi 17,5) – e a Sara – da Sarai a Sara (Genesi 17,15) – poi suggerisce il nome per Isacco (Genesi 17,19) e ancora cambia il nome di Giacobbe in Israele (Genesi 32,29). La Bibbia, con questi cambiamenti, fa comprendere che Dio, nell’alveo dell’accennata antica idea della traiettoria connessa al nome, li rettifica in quei patriarchi per sancire che sono ormai adeguati a compiere la volontà di Dio espressa dal nuovo nome. Nel libro “Il mondo magico dell’antico Egitto” dell’egittologo Christian Jacq si legge quale fosse in quella cultura la tensione su tale questione del nome: “La conoscenza del nome è la conoscenza autentica; pronunciare il nome equivale a plasmare un’immagine spirituale, rivelare l’essenza di un essere. Nominando si crea. Chi conosce i veri nomi, nascosti al profano, vive un possesso. ” Mosè מ ש ה , che fu tratto dalle acque ebbe un nome profetico; il suo destino era trarre fuori, strappare via dal radicale ebraico מ י ש e fu lo strumento che Dio usò per strappare via gli ebrei dalla schiavitù d’Egitto. In egizio mes, mesu vuol dire figlio, nato … del/dal Nilo, perché tratto da quel fiume; fu, infatti, riconosciuto figlio di faraone dalla principessa egiziana che lo raccolse, in quanto il Nilo era una promanazione divina del dio Nun da cui discesero i Tiniti fondatori della prima dinastia di faraoni. (“Chi ha scritto l’Esodo conosceva i geroglifici” www.edicolaweb.net/lett009a.htm ) In ebraico il radicale מ ש ה è proprio di “liberare”, “salvare”. E’ evidente che quel nome l’aveva suggerito Dio stesso, infatti, non gli fu mai cambiato e fu veramente profetico per il personaggio Mosè. Questi, uscito dall’Egitto, aveva bene in mente quella idea sul potere che si poteva ottenere dal conoscere il nome specie di un dio, figurarsi del Dio degli ebrei che gli era stato proposto dalla propria famiglia d’origine, quel Dio che fino allora era chiamato con perifrasi varie, “Creatore del cielo e della terra”, ‘Eloha, ‘Elohim, Shaddai. Al riguardo dice un midrash: “Il Signore disse a Moshè: Vuoi conoscere il mio nome? Io sono chiamato secondo le Mie azioni. Potrei essere nominato El Shad-dai, o Zeva-òt, o Eloh-im, o IHWH. Mentre giudico il creato, sono nominato Elohim. Quando combatto contro i malvagi mi chiamo Zevaot. Quando sono tollerante delle pecche dell’uomo sono nominato El Shaddai. Quando mi comporto con compassione e misericordia mi chiamo IHWH.” Fu così che Mosè chiese subito alla voce che gli parlava dal roveto ardente di dirgli il vero nome. Gli fu rivelato il significato del Tetragramma Sacro, IHWH .י ה ו ה . Questo è costituito appunto da quattro lettere. Essendo tali quattro segni solo consonanti la pronuncia fonetica fu trasmessa solo per tradizione. Pur tuttavia la storia della salvezza ebbe una fondamentale svolta. Dal punto di vista verbale IHWH potrebbe associarsi ad un “sarò“, infatti, è importante cosa dice Dio al versetto Esodo 13,14 ove C.E.I. traduce “Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono! E aggiunse: Così dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi.” I testi ebraici quel א ה י ה א ש ר א ה י ה ‘ehyèh asher ‘ehyèh di “Io sono colui che sono!” lo traducono però con più esattezza con “sarò colui che sarò” e poi “io sarò mi mandato a voi” con il commento seguente “Sarò con voi nella vostra difficoltà odierna e sarò con voi nei futuri esilii e persecuzioni.” (Rashì) Essendo Dio assoluto fuori dal tempo c’è in IHWH un presente che si deve esplicare in un divenire. La prima cosa che poi quella voce dal fuoco del roveto disse fu: “Il Signore disse: Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa…” (Esodo 3,7s)
In sintesi disse che la sua prerogativa, appunto come IHWH, è d’essere misericordioso, di aver ascoltato la preghiera del popolo e che l’avrebbe liberato dalla schiavitù. Analizzo le 4 lettere י ה ו ה di quel Nome in base al messaggio grafico che quei segni sono in grado di fornire, seguendo regole, significati e criteri inseriti in www.edicolaweb.net/lett003s.htm “Parlano le lettere”. Sulle proprietà d’icone delle lettere ebraiche e del perché e del come nelle Sacre Scritture scritte con tale alfabeto di 22 lettere si possono attendere testi nascosti, esordii con “Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche” www.edicolaweb.net/stren05a.htm e n’ho provato la veridicità in tanti anni di approcci fruttuosi con la ricerca riportata tutta nel mio sito www.bibbiaweb.net .
Chi è interessato al riguardo può consultare i seguenti miei articoli:
– www.edicolaweb.net/lett003s.htm “Parlano le lettere”;
– www.edicolaweb.net/lett002s.htm “I primi vagiti delle lettere ebraiche nella Bibbia”;
– www.edicolaweb.net/lett023s.htm “Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia”;
– www.Bibbiaweb.net/lett104s.htm “Le 22 Sacre Lettere-Appunti di un qabalista cristiano”;
– www.Bibbiaweb.net/lett082s.htm “Scrutatio” cristiana del Testo Masoretico della Bibbia”.

Quel Tetragramma י ה ו ה è formato da:

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– Yod, י è graficamente un pugno chiuso, una forza, l’Essere. Il giunco fiorito, lo sbocciare della vita, la vita resa visibile porta il segno di vita. A”NKH …C’è il senso di forza, di mano che si chiude, come nelle iconografie egizie di forza di Aton, il sole che dona, con mani immaginate al termine dei raggi, vita ed esistenza:

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forze di Aton  (sole)
– Vav ו, lettera di collegamento, un bastone, in egiziano antico un uccellino;

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– due He ה, campo aperto, recinto aperto; nel sinaitico un orante a braccia aperte.

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A questo punto ottengo i seguenti pensieri:
“Sono י colui che da questo mondo ה vi porterà ו in un altro mondo .”ה Ed, in forma poetica, “Sono il pastore che da un pascolo all’altro vi conduce”.
“E’ י colui che a chi prega Schermata 06-2458297 alle 16.51.36si porta ו nella preghiera Schermata 06-2458297 alle 16.51.36”, quindi è una preghiera vivente efficace che soddisfa le preghiere di chi l’invoca.
Da www.bibbiaweb.net/lett078a.htm “Scrivere sulla pietra al Horeba” estraggo:
• Io ero un misero; e misero chi è? Uno che vive nel campo come un uccellino.

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E disegnò così (I H) un giunco fiorito, il segno di campo e per determinativo un uccellino intirizzito. Ah! Ricominciamo con gli uccellini! Io sono un uccellino, mia moglie è un uccellino… siamo tutti miseri, ma Dio ci ama così. Zippora, per ora non lo riportare l’uccellino. Vediamo… ecco, facciamo così: uno che vive e prega si riconosce misero e ha bisogno di Dio.
Allora, mano a pugno per I e uomo in preghiera per H!
• Il Signore, ecco: lo disegno come già ho fatto l’altra volta: mano a pugno, orante, bastone, orante;

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• Mi ha fatto scappare. In egiziano è W H Schermata 06-2458297 alle 16.52.49e come dimostrativo un altro uccellino spaurito. Allora, bastone per W, uomo in preghiera per H e l’altro uccellino… Aspetta, perché è solo determinativo! Schermata 06-2458297 alle 16.52.55

Ecco che nella Bibbia c’è addirittura un divieto: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.” (Esodo 20,7) In definitiva quel Nome IHWH è un programma! Con Mosè fu solo l’inizio, ma il programma si svilupperà con la storia della salvezza che si compirà e che è in corso. Per il cristianesimo il programma si è sviluppato con l’incarnazione del Messia e e se n’attende il ritorno per la parte finale. Le lettere di quel Nome IHWH sono apportatrici del messaggio, mentre la fonetica ha potere evocativo. Lo stesso Tetragramma Sacro IHWH da sempre, infatti, è ineffabile, sia per gli ebrei, sia per i cristiani che lo sostituiscono nella dizione con Adonai, il Signore, come ad esempio in “Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli.” (Isaia 42,8) Nel testo ebraico però: Io sono il Signore: questo è il mio nome è scritto riportando il Tetragramma letto come Adonai, cioè il Signore ‘ani IHWH havu’ shemi . א נ י י ה ו ה ה ו א ש מ י

L’attesa
Per far entrare il popolo eletto nella terra promessa Dio passò il bastone di comando a Giosuè י ה ו ש ע Yehoshu’a, il cui nome significa “YHWH è salvezza”. Questi, in effetti, fu così chiamato da Mosè che gli cambiò nome come afferma il libro dei Numeri, il IV della Torah: “… Questi sono i nomi degli uomini che Mosè mandò a esplorare il paese. Mosè diede ad Osea, figlio di Nun, il nome di Giosuè.” (Numeri 13,16) Ovviamente Giosuè operò sotto la guida del Signore e riconquistò per Israele quello che era stato il territorio del giardino dell’Eden da cui fu cacciato Adamo e che era stato deturpato dal peccato tanto che fu appena ritenuto d’intravedere da Adamo e da Lot prima della distruzione delle città della Valle di Sittim: “Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra – come il giardino del Signore”. (Genesi 13,10) Prova di ciò è che appena Israele sta per entrare in quel territorio avito, di cui avevano perso conoscenza, Giosuè incontrò il Capo dell’esercito del Signore; i cherubini, infatti, erano stati messi a guardia delle porte del Gan Eden secondo Genesi 3,24: “Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.” “Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: Tu sei per noi o per i nostri avversari? Rispose: No, io sono il proprio ora. Allora Giosuè cadde con la
faccia a terra, si prostrò e gli disse: Che dice il mio signore al suo servo? Rispose il capo dell’esercito del Signore a Giosuè: Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo. Giosuè così fece.” (Giosuè 5,13-15) (Ved. “Il Giardino dell’Eden” www.edicolaweb.net/arti089s.htm e “I Cherubini alla porta dell’Eden” www.edicolaweb.net/arti090s.htm). Tutto era però figura di una salvezza radicale e totale dell’uomo, quella dalla morte, condizione sfavorevole a cui deve soggiacere ciascuno per lo spirito di ribellione verso Dio a cui tutti gli uomini sono soggetti, morte però che limita gli effetti di tale ribellione al solo tempo della vita umana e non all’eternità. Al riguardo aveva profetizzato Isaia “Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza י ש ו ע ת ו .” (Isaia 25,8s) Ecco che quanto sperato si trasformò nell’attesa di una persona concreta che attuasse “la Sua salvezza” י ש ו ע ת ו in ebraico ishua’to . Tale persona concreta י ש ו ע ת ו sarebbe stato “una salvezza י ש ו ע che dalla croce ת si porterà ו”, profezia questa che si consegue appunto dalla lettura di quelle lettere. Che dire poi se tale personaggio che incarna la volontà di Dio di “salvezza” avesse proprio quel nome י ש ו ע o י ש ע che in ebraico si pronuncia ieshua’, cioè Gesù e che significa proprio salvezza e salvatore. Quindi י ש ו ע ת ו è quel “Gesù י ש ו ע che in croce ת si porterà .”ו La lettera ת – taw, numerale 400, infatti, è una testa col velo davanti, ci parla di un morto. Schermata 06-2458297 alle 16.54.05

Nel corsivo ebraico però la ת – taw è una croce onde ci dice della Sua Santa Croce, del Crocifisso, del crocifiggere, ma anche di un segno +, il più semplice per indicare una volontà, un’indicazione, una scelta, un termine, un confine, una fine, completo, il tutto. La lettura grafica di IHWH comporta così la venuta di un concreto liberatore, del Redentore dell’uomo “Signore, mia rupe e mio redentore .” (Salmo 19,15b)
י ה ו ה צ ו ר י ו ג ו א ל
La lettura con le lettere ci dice, infatti: “Sarà י dal mondo ה a portarci ו fuori ה, giù צ si porterà ו nel corpo ר sarà י a portarsi ו il Redentore ”!ג ו א ל Questa è la prima fase, ma ce ne sarà un’altra, infatti, quelle lettere si possono anche leggere: “Sarà י dal mondo ה a portarci ו fuori ה, su צ ci porterà ו nel corpo ר; sarà י a portarsi ו da cammino ג per condurci ו da Dio ”!א ל Era attesa la venuta dell’uomo perfetto, “il figlio dell’uomo” e “figlio di Dio”, l’Emmanuele, “il Dio con noi” della profezia dell’Emmanuele di Isaia in 7,14. In definitiva era attesa la personalizzazione della roccia צ ו ר , quella del racconto dell’Esodo: “Il Signore disse a Mosè: Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia צ ו ר : ne uscirà acqua e il popolo berrà. Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d’Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: Il Signore
è in mezzo a noi sì o no?” (Esodo 17,5-7) Chi sarebbe stato se non il Messia, il consacrato, l’unto dallo Spirito del Signore! Questa era la lettura che evidentemente alcuni facevano di quell’episodio raccontato dal libro dell’Esodo tanto che San Paolo, fariseo, esperto di Sacre Scritture, così disse ai Corinzi: “Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.” (1 Corinti 10,1-4) Cristo in ebraico è il Meshiach, il Consacrato, l’Unto, il Messia! Egli sarà a chiamare Dio, Padre. Al riguardo, il Messia, dall’ebraico Messia מ ש י ח e/o Messia מ ש ח “l’unto ”, è in greco cristòs χριστοσ, un cristo, in quanto unto col crisma, l’olio sacro. Tale parola usata nei riguardi dell’azione d’unzione di sacerdoti si trova per la prima volta nel libro del Levitico 4,3 e 6,22, uno dei più antichi libri della Torah. Poi nelle Sacre Scritture il titolo di unto fu attribuito ad uomini quali i re (Saul – 1 Samuele 9,16; Davide – 2 Samuele 2,4.7 – Salmo 89,21; Salomone – 1 Re 39,45) anche pagani (Ciro – Isaia 45,1), per patriarchi e profeti (Salmo 105,15 – 1Cronaca 16,22) fino a definire così lo stesso Israele (Abdia 3,13), comunque, è riferito a persona scelta e delegata da Dio per far da tramite col popolo con sfumature crescenti fino ad indicare un personaggio che ha catalizzato su di sé la tensione che attuerà le speranze esistenziali dell’uomo (1 Samuele 2,10; Salmo 2,2; Siracide 46,19). Nel II° sec. a. C. le profezie di Daniele aumentarono la tensione per un futuro “David” che sarà un unto, “un principe consacrato” נ ד י ב מ ש י ח (Daniele 9,25) e costituirono la scintilla che sottolineò la grande attesa, poi alimentata dalla spiritualità dei monaci di Qumran – le cui tracce sono state recuperate in alcuni scritti là ritrovati, confermata poi in libri, definiti apocrifi dal canone ebraico e cristiano (Salmi di Salomone, librl di Enoch, Oracoli Sibillini ebraici ecc .) Il desiderio dell’avvento di un’era messianica peraltro s’era esteso anche a culture non ebraiche ed al riguardo è da ricordare la tensione registrata nel Vangelo di Matteo sui Magi provenienti appunto dai “gentili” e la IV Egloga di Virgilio (4-9) che canta: “Giunge ormai l’ultima età dell’oracolo cumano, inizia da capo una grande serie di secoli ormai torna anche la Vergine, tornano i regni di Saturno, ormai una nuova progenie è inviata dall’alto cielo. Col fanciullo che ora nasce cesserà la razza del ferro e sorgerà in tutto il mondo quella dell’oro…” Dice il Salmo 89 al versetto 27 “Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”.
ה ו א י ק ר א נ י א ב י א ת ה א ל י ו צ ו ר י ש ו ע ת י
Salmo 89,27 Con Lui ה ו א , il diletto י ק ר , ad incontrar ( א נ(ה saremo י il Padre א ב . Saremo י a venire א ת ה a Dio א ל . Saremo י portati ו su צ. Ci ricondurrà ו nel corpo ר Gesù י ש ו ע che crocifisso ת fu .י
(Ved: “La Roccia che scaturisce acqua viva” www.bibbiaweb.net/bibbia44.pdf ; “Il Dio Vivente” www.bibbiaweb.net/lett129s.htm ove decriptai Deuteronomio 32,39; “Poemi alfabetici nella Bibbia; messaggi sigillati” www.edicolaweb.net/lett037s.htm ove decriptai Deuteronomio 32,7 e “Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè” www.edicolaweb.net/lett026s.htm ove tra l’altro ho inserito la decriptazione di Deuteronomio 32-34. Nel capitolo Deuteronomio 32 sono da sottolineare vari riferimenti alla roccia tra cui come in Deut 32,15 come nel versetto Salmo 89,27 si trova “…la Roccia, sua salvezza…”, onde ” צ ו ר י ש ע ת ו “giù צ portatosi  ו nel corpo ר, Gesù י ש ע in croce ת porteranno (.“ו
Fu chiamato Gesù Ecco che un angelo di Dio annunciò questo atteso augusto personaggio alla famiglia umana prescelta per accoglierlo. Al promesso sposo di colei che lo doveva generare ricordò la profezia dell’Emmanuele di Isaia 7,14. “Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.” (Matteo 1,18-25) Tale angelo, che era Gabriele, aveva già ricevuto il “sì” da Maria, la madre del Figlio di Dio alla quale così si era presentato: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all’angelo: Come avverrà questo, poiché non conosco uomo? Le rispose l’angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio. Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. E l’angelo si allontanò da lei.” (Luca 1,26-38) “Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.” (Luca 2,21) Lo stesso angelo Gabriele: “Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio” 1,19) peraltro sempre per conto di Dio aveva suggerito a Zaccaria il nome del figlio che sarebbe nato dalla moglie Elisabetta cugina della vergine Maria: “Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni.” (Luca 1,11-13). Giovanni, Yehōchānān י ה ו ח נ ן “dono /misericordia ח נ ן del Signore ( ה ו(ה.”י
Per Giovanni Battista nel nome è inserito il nome di IHWH perché era solo un segno che faceva presente la misericordia di Lui ed era solo annunciatore della grazia che il salvatore portava. Accadde così che quel angelo per Dio suggerì agli uomini in quel tempo due nomi, il nome del precursore Giovanni e il nome del Figlio di Dio, Gesù. Com’è corretto nella tradizione ebraica il nome del Figlio lo suggerì proprio lo stesso vero Padre, in quanto proprio Dio stesso era colui che l’aveva generato. Lo chiamò Gesù, Ieshua’, י ש ע o י ש ו ע , ma non lo chiamò י ה ו ש ע Yehoshu’a, anche se tutti dicono che è un sinonimo. C’è infatti una differenza che può apparire una sottigliezza, ma è importante ed essenziale. Sottolineo, non lo chiamò Giosuè il cui nome come abbiamo detto significa “YHWH è salvezza”, bensì proprio e soltanto Gesù Ieshua’, “la salvezza” o “il salvatore”, י ש ע o י ש ו ע proprio quello stesso di cui parla Isaia quando rimprovera gli Israeliti per infedeltà “Perché ai dimenticato Dio tuo salvatore e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza.” (Isaia 17,10)

Schermata 06-2458297 alle 16.55.10

Dio tuo salvatore א ל ה י י ש ע ך e Roccia, tua fortezza .צ ו ר מ ע ז ך Proprio Lui, Dio in persona avrebbe provveduto a tale funzione, perché Lui, Gesù, era proprio lo stesso IHWH nella carne, perciò nel nome non era da ricordarlo com’è invece è ricordato nel nome Giosuè. Gesù è IHWH e non era da attendere un altro.
Lui perciò era IHWH י ה ו ה ”. il Salvatore י ש ע o י ש ו ע la Roccia ! צ ו ר Colui che giù צ si porta ו nel corpo ר” e che ritornerà per “su צ portarci ו nel corpo .”ר Vediamo poi cosa si può leggere dalle lettere ebraiche che formano il Nome Gesù י ש ע o י ש ו ע tenendo conto che delle lettere י e ו ho già detto.  ע- ‘ajin, numerale 70 sono i due occhi, due orecchie, due narici, parla disentire, vedere, ascoltare, in egiziano era un braccio Schermata 06-2458297 alle 16.55.18 e ha anche  l’idea di agire.

Schermata 06-2458297 alle 16.55.29
ש – S’in e Shin, numerale 300, ha tre fiamme è un fuoco, è luce, è ardore, un calore, ci parla di illuminazione, della Sua Risurrezione, ma anche delle fiamme dello Sheol. Nel segno sinaitico sembra di scorgere il sole che nasce dietro il monte. Schermata 06-2458297 alle 16.55.38

In egiziano accendersi”,”rischiararsi”,”il bianco”,”il brillante”,”il luminoso”, si indica così come la seconda figura ove il sole con tre raggi è il determinativo che serve a puntare l’attenzione su questa manifestazione.
– E’ י la Luce ש visibile ע “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.” (Giovanni 1,9)
– Con Lui sarà י la risurrezione ש ad agire ע; verrà risorto.
– Sarà י da Risorto ש visto .ע
– Sarà י la risurrezione ש a portare ו ad agire ע; porterà la risurrezione.
– E’ י ricco ש ו ע shoa’ “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Corinzi 8,9), infatti, è stato י per i
simili ( ש ו(ה ad agire .ע

– E’ י il Principe ש ו ע shoa’ “Principe della pace.” (Isaia 9,5)
– “Sarà י un fuoco ש a portare ו in azione ע”; questa lettura è in linea col pensiero di Giovanni il Battista quando disse: “Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”. (Matteo 3,7-12//Luca 3,7-17)
San Paolo afferma a proposito del nome di Gesù: “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2,9-11) Il nome che è al di sopra di ogni altro nome è, infatti, quello di Gesù י ש ע Cristo in ebraico l’Unto, il Messia, מ ש י ח che appunto è il Signore .י ה ו ה Il salvatore י ש ע i viventi מ a risorgere ש sarà י dalle tombe ח, sarà י dal mondo ה a condurli ו fuori .ה Nel Salmo 28 al versetto 8 si trova: “ Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato.” Il suo consacrato è appunto il Messia מ ש י ח e la sua salvezza י ש ו ע è Gesù!
י ה ו ה ע ז ל מ ו ו מ ע ו ן י ש ו ע ו ת מ ש י ח ו ה ו א

Sal 28,8 Il Signore י ה ו ה si vedrà ע questi ז al Potente ל vivi מ portarli ו. E ו i viventi מ si vedranno ע portati ו tra gli angeli ן dal Gesù י ש ו ע che portarono ו in croce תת . Da Messia מ ש י ח si porterà ו Lui . ה ו א Lo stesso Salmo 28 si apre proprio invocando “il Signore, mia Roccia .”צ ו ר י Di questo Salmo assieme al Salmo 89 che profetizza la venuta del consacrato da David presento poi la decriptazione. Infine, una curiosità: ho cercato nella Bibbia della C.E.I. del 1971 quante volte si trova il nome Gesù ed ho trovato un 1000 volte tonde tonde, 999 nel N.T. e una sola volta nel V.T., in Siracide 50,27 per l’autore del deutero-canonico libro del
Siracide stesso. Nel testo ebraico della Tenak, cioè dei libri in ebraico o aramaico inseriti nell’A.T. canonico dei cristiani, le lettere י ש ע sono usate più volte:
– come verbo “salvare” nei vari tempi, per circa 200 volte;
– come sostantivo iesha’ e ioesha’ per “salvezza” per 35 volte.
Si trovano infine nel nome di Isaia י ש ע י ה , il famoso profeta. L’espressione “mia salvezza” י ש ע י nella traduzione in italiano della C.E.I del 1971 si trova 30 volte ed espressioni collegate come le seguenti che si trovano con la frequenza indicata nei vari libri della Bibbia tradotte così dal testo
ebraico:
– “Dio della mia salvezza” א ל ה י י ש ע י ‘Alohi ioshe’i si trova per complessive 6 volte in 2 Samuele 22,47; Salmo 18,47; 25,5; 27,9; 88,2 e Michea 7,7. (L’intero Salmo 18 è decriptato in “Abdia, libro del servo di
Iahwèh” www.Bibbiaweb.net/lett060s.htm , il Salmo 25 è decriptato in “L’uomo nuovo: sogno e realtà di un alchimista cristiano“
www.edicolaweb.net/lett013s.htm, il Salmo 27 è decriptato in “Sul Timore del Signore” www.Bibbiaweb.net/lett088s.htm e Michea 7 si trova in “Il Giusto e i giusti” www.bibbiaweb.net/lett143s.htm )
– “Dio mia salvezza” א ל ה י ת ש ו ע ת י ‘Aelohei teshua’ti in Salmo 51,16. (L’intero Salmo 51 è decriptato in www.bibbiaweb.net/lett071s.htm “Spirito Santo e Santità. La grazia portata dal Messia”)
– “Signore mia salvezza” א ד נ י ת ש ו ע ת י ‘Adonai teshua’ti Salmo 38,23.
– “mia rupe e mia salvezza” צ ו ר י ו ת ש ו ע ת י surì veteshua’ti Salmo 62,3 e 62,7.
– “Dio è la mia salvezza e la mia gloria a’l ‘Oelohim isheì vekabodì sur u’zzi Salmo 62,8 ע ל א ל ה י ם י ש ע י ו כ ב ו ד י צ ו ר ע ז י
Questo Salmo 62 lo presenterò poi decriptato. Ecco cosi che dal testo ebraico è facile estrarre col metodo di leggere in altro modo. quindi per decriptazione, pensieri su Cristo Gesù.
Salmo 28 – decriptazione
Riporto il testo dell’ultima traduzione in italiano della C.E.I. dei 9 versetti del Salmo 28 e poi la decriptazione tutta di seguito.
1 Di Davide. A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere: se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa.
2 Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio.
3 Non trascinarmi via con malvagi e malfattori, che parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore.
4 Ripagali secondo il loro agire, secondo la malvagità delle loro azioni; secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano.
5 Non hanno compreso l’agire del Signore e l’opera delle sue mani: egli li demolirà, senza più riedificarli.
6 Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica.
7 Il Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore, con il mio canto voglio rendergli grazie.
8 Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato.
9 Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, sii loro pastore e sostegno per sempre.

Sal 28,1 Il serpente impuro sbarrerà Dio con la forza della rettitudine. Sarà la rovesciare dai corpi l’Unico che giù si porterà in un corpo a stare. Dio scelse un carpentiere in cui vivere dalla matrice. Un angelo fu a parlare ai prescelti. Di nascosto l’illuminò che entrava nella matrice la vita angelica della colomba (Spirito Santo) per salvare dal serpente tutti, per spazzarlo dai viventi. A scendere sia! Dentro si portò nel corpo. Sal 28,2 Avendo ascoltato, a versare portò il Potente nella prescelta la grazia. Portò l’energia dentro ad accenderla e ad agire fu la divinità che fu con la rettitudine nel figlio. Ad accenderle l’Unico fu l’esistenza con l’aiuto della divinità che s’insinuò a stare nel corpo con la santa rettitudine.
Sal 28,3 La maledizione finirà; li salverà. Con la rettitudine l’angelo (ribelle) spazzerà dai viventi con la malvagità che vi sta a vivere. Si portò ad agire in un vivente la Parola dell’Altissimo. In quel primogenito recò l’energia della Parola che sarà a bruciare il serpente portatosi nei viventi. Dei popoli il pastore sarà nel mondo. Dai viventi porterà il male ad uscire che consuma nell’intimo i viventi.

Sal 28,4 Il dragone di serpenti uscirà dai viventi per la rettitudine che il Verbo da innalzato ai viventi recherà. Porterà la rettitudine dal corpo in azione. Con l’acqua dall’innalzato guizzerà. Sarà ad uscire da una piaga. Dal seno gli sorgerà in campo aperto un forte aiuto. Sarà a rientrare nei morti l’energia onde la potenza rientrerà nei viventi che usciranno risorti. Da dentro scapperà reciso dai viventi il serpente; rientrerà la Vita.

Sal 28,5 Dalla rettitudine sarà il potente nemico da forza di rifiuto. I Potenti il Verbo avranno innalzato in croce. Il Signore porterà la divinità dal seno. Risorto ne uscirà. Saranno state le mani ad essere collegate e n’uscirà col corpo forato. Reciderà (però) del nemico l’energia dai viventi.

Sal 28,6 Da dentro il corpo avrà portato la rettitudine il Signore. La rettitudine sarà a riaccendere nei viventi. Con tale azione a rovesciare porterà il serpente. Il Crocifisso la grazia porterà, angeli saranno.

Sal 28,7 Il Signore rivedranno. Questi un giorno in cammino con gli angeli sarà dentro a riportarsi. Dentro il cuore li chiuderà. Dal Potente a casa sarà a condurli. Gli angeli vedranno questi con i corpi. Tutti sarà a condurre; sarà ad innalzarli. Questi nel cuore saranno portati. I viventi tra canti saranno dell’Unico nello splendore tra gli angeli condotti. Sal 28,8 Il Signore si vedrà questi al Potente vivi a portarli. E i viventi si vedranno portati tra gli angeli dal Gesù che portarono in croce. Da Messia si porterà Lui.

Sal 28,9 Sarò nel mondo a portare la risurrezione ad esistere. Per l’agire nel mondo verranno i popoli retti; riporterà la benedizione. Li guiderà al Potente dall’oppressione. Si porterà da pastore dei viventi e da sostegno per sempre.

Salmo 62 – decriptazione
Riporto il testo dell’ultima traduzione in italiano della C.E.I. dei 13 versetti del Salmo 62 e poi la decriptazione tutta di seguito.
1 Al maestro del coro. Su Iedutùn. Salmo. Di Davide.
2 Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza.
3 Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare.
4 Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla?
5 Tramano solo di precipitarlo dall’alto, godono della menzogna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono.
6 Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza.
7 Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare.
8 In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
9 Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio.
10 Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio.
11 Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore.
12 Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio,
13 tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo. Salmo 62,1 Il Potente in un vivente l’energia giù racchiuse. Il Potente per l’essere impuro finire portò l’energia a quel vivente. Questo vivente in cui si portò nel corpo il Potente era da David.

Salmo 62,2 Per primo affliggerà il serpente maledetto che sta nei viventi. L’essere impuro dai viventi sarà ad uscire. L’angelo orgoglioso che sta nei viventi per vivere, per l’energia portata in Gesù, a finire sarà.

Salmo 62,3 Dell’Unico la rettitudine Lui giù portò dal corpo. Fu a portarla Gesù dalla croce. Sarà a salvare scorrendogli da dentro la forza. La potenza delle origini originò con l’acqua, la portò dal cuore alle moltitudini del mondo.

Salmo 62,4 Dell’Eterno Unico l’energia uscì per finire la perversità. In croce a crocefiggerlo lo portarono. L’innalzarono gli uomini. Finito, il corpo giù nella tomba portarono. Per tutti la rettitudine dalle piaghe a versare fu dal corpo. L’energia dal cuore recò. Fu a scorrere per le generazioni. Uscì l’aiuto annunciato da IH(WH).

Salmo 62,5 Dell’Unico la rettitudine che salva venne a recare. Fu dal legno a recare il vigoroso aiuto che è vita per i corpi. A rialzarli li porterà la rettitudine. Dalle ferite dall’intimo al soffio sarà a recarla. Sarà la benedizione a riportare e dentro si verserà nelle moltitudini la vita. Saranno dalla maledizione che portavano alla pienezza, la potenza rientrerà.

Salmo 62,6 Per quel primo dalla prigione del serpente ad uscire saranno vivi. L’essere impuro nei viventi sarà per l’energia del Verbo bruciato in forza della rettitudine che risarà nei viventi. Nei viventi l’energia portata lo finirà. Da fune il Crocifisso si porterà.

Salmo 62,7 All’Unico, retti, dal mondo li porterà. All’Unico a salire li porterà. Nel corpo saranno a portarsi a stare i risorti che saranno dal tempo ad essere salvati. Correranno dentro per stare dal Potente. All’Unico quel primo i viventi porterà nel cuore.

Salmo 62,8 Innalzati a Dio dal mondo saranno i viventi. Gesù li porterà nella gloria. Saranno a salire portati dal (suo) corpo. Si vedranno questi a stare (in Lui) a vivere racchiusi, lo riempiranno. Saranno dentro a Dio ad entrare a stare a vivere.

Salmo 62,9 Dentro al cuore chiusi li porterà a casa e vi abiteranno tutti. Per l’azione del Crocifisso i popoli risorgerà. Il fuoco soffierà della rettitudine e la potenza nelle persone sarà a riportarsi. Nei cuori, ri – abitando la rettitudine la vita divina rientrerà. Nell’acqua bollente chiuso circondato entrerà il serpente, fuggito per la potenza rientrata.

Salmo 62,10 L’Unico l’avrà spento, l’avrà consunto col Figlio che fu un uomo per la rettitudine che in questi abitò. Il Figlio fu in uomo dentro a vivere. Per l’Unico colpirà l’angelo (ribelle) che sta nei viventi (quando) i potenti l’innalzeranno portandolo in croce. Uscirà da Lui che uscirà con l’acqua. La consunzione delle tombe impedirà.

Salmo 62,11 La divinità il crocefisso dentro il cuore racchiusa porterà. Dentro agirà per la risurrezione sperata. Da dentro scapperà colpito il serpente maledetto. In tutti a svanire lo porterà. La vita potente per la rettitudine ci risarà, Sarà l’energia a riportarsi dentro della divinità. Nel Risorto saranno tutti a portarsi nel cuore.

Salmo 62,12 Dell’Uno per il Verbo la divinità ad entrare sarà nei viventi. A berne saranno la vita. Questi la porterà la risurrezione. Dal tempo sarà così spazzato colpito dal rifiuto il serpente che entrò a stare nei viventi.

Salmo 62,13 E il serpente afflitto giudicato sarà. L’amore così sarà a rivenire in tutti con la pace. Dal Potente gli uomini retti dal seno del Risorto ad entrare si porteranno.

Salmo 89 – decriptazione
Riporto il testo dell’ultima traduzione in italiano della C.E.I. dei 53 versetti del Salmo 89 e poi la decriptazione tutta di seguito.
1 Maskil. Di Etan, l’Ezraita.
2 Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
3 perché ho detto: È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà.
4 Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo.
5 Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono.
6 I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.
7 Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?
8 Dio è tremendo nel consiglio dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano.
9 Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti
circonda.
10 Tu domini l’orgoglio del mare, tu plachi le sue onde tempestose.
11 Tu hai ferito e calpestato Raab, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
12 Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13 il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome.
14 Tu hai un braccio potente, forte è la tua mano, alta la tua destra.
15 Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, amore e fedeltà precedono il tuo volto.
16 Beato il popolo che ti sa acclamare: camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
17 esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta nella tua giustizia.
18 Perché tu sei lo splendore della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
19 Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d’Israele.
20 Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo: Ho portato aiuto a un prode, ho esaltato un eletto tra il mio popolo.
21 Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l’ho consacrato;
22 la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza.
23 Su di lui non trionferà il nemico né l’opprimerà l’uomo perverso.
24 Annienterò davanti a lui i suoi nemici e colpirò quelli che lo odiano.
25 La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
26 Farò estendere sul mare la sua mano e sui fiumi la sua destra.
27 Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza.
28 Io farò di lui il mio primogenito, il più alto fra i re della terra.
29 Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele.
30 Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo.
31 Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti,
32 se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi,
33 punirò con la verga la loro ribellione e con flagelli la loro colpa.
34 Ma non annullerò il mio amore e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35 Non profanerò la mia alleanza, non muterò la mia promessa.
36 Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: certo non mentirò a Davide.
37 In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole,
38 sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo».
39 Ma tu lo hai respinto e disonorato, ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40 hai infranto l’alleanza con il tuo servo, hai profanato nel fango la sua corona.
41 Hai aperto brecce in tutte le sue mura e ridotto in rovine le sue fortezze;
42 tutti i passanti lo hanno depredato, è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
43 Hai esaltato la destra dei suoi rivali, hai fatto esultare tutti i suoi nemici.
44 Hai smussato il filo della sua spada e non l’hai sostenuto nella battaglia.
45 Hai posto fine al suo splendore, hai rovesciato a terra il suo trono.
46 Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza e lo hai coperto di vergogna.
47 Fino a quando, Signore, ti terrai nascosto: per sempre? Arderà come fuoco la tua collera?
48 Ricorda quanto è breve la mia vita: invano forse hai creato ogni uomo?
49 Chi è l’uomo che vive e non vede la morte? Chi potrà sfuggire alla mano degli inferi?
50 Dov’è, Signore, il tuo amore di un tempo, che per la tua fedeltà hai giurato a
Davide?
51 Ricorda, Signore, l’oltraggio fatto ai tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52 con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato.
53 Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.

Il Salmo 89, costituito da 53 versetti è da classificare tra i messianici, infatti, per tre volte si trova la parola Messia מ ש ח nel versetto 21 e מ ש י ח nel 39 e 52, tradotta come “consacrato”. Chiama Davide, “mio eletto” bechiri 4) ב ח י ר י ) con cui ha fatto un’alleanza dal radicale ב ח ר di “eleggere, scegliere” da cui aggettivo e sostantivo .ב ח י ר Le lettere ebraiche sono di grande aiuto e subito con i loro significati ci dicono di lui “nella sua famiglia/casa ב vivrò ( ח י(ה in un corpo .”ר Anche Giacobbe antenato di Davide fu un suo eletto, come dalSalmo 105,6 e più in generale è eletto tutto il popolo di Abramo secondo il versetto 43 dello stesso Salmo 105 e 106,5. Mosè è definito “suo eletto” in Salmo 106,23, quindi la definizione con Isaia 42,1 passa al Servo di IHWH. Ricorda le promesse fatte a Davide, “Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono” (5), “Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo” (30) vale a dire la promessa del Messia dalla sua casa, ma nel contempo presenta a Dio la supplica vista la condizione di umiliazione in cui versa la nazione. Giustizia e Le caratteristiche del trono del Messia saranno le stesse del trono di Dio: “diritto sono la base del tuo trono” (15). E’ Lui che “…con il tuo favore ב ר צ ו נ ך innalzi la nostra fronte.” (18) Qui in quel “tuo favore” riconosciamo quel radicale ר צ ה del compiacersi di Dio. Dio si compiace ר צ ה nel Messia, infatti, “in un corpo ר scese צ nel mondo ,”ה vale a dire si incarnò. Il Messia riconosce Dio come Padre e nel battesimo di Gesù il Padre riconosce il Figlio. I versetto Salmo 89,27, infatti, è esplicito e merita dimostrarne la decriptazione: “Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza.”
ה ו א י ק ר א נ י א ב י א ת ה א ל י ו צ ו ר י ש ו ע ת י

Salmo 89,27 Con Lui ה ו א , il diletto י ק ר , ad incontrare ( א נ(ה saremo י il Dio א ל . Saremo י portati ו su צ. Ci
condurrà ו nel corpo ר Gesù י ש ו ע che crocifisso ת fu .י I primi cristiani e i Padri della Chiesa avranno gioito nel trovare proprio in questo versetto anche il nome di Gesù. E’ interessante sottolineare il versetto 48 “Ricorda quanto è breve la mia vita: invano forse hai creato ogni uomo?” perché è una notazione che fa comprendere come ci fosse anche l’attesa della risurrezione, altrimenti che senso avrebbe aver creato l’uomo? Questa è la decriptazione dell’intero Salmo 89.
Salmo 89,1 Salvati dalla rettitudine saremo dal serpente. Rifiutato sarà il drago. Uscirà per l’Unico lo straniero dalla vita.

Salmo 89,2 Di nascosto, in segreto fu il Signore in un fanciullo a vivere. Da una donna fu dal corpo ad uscire. Nacque, in un corpo si portò. Dalle generazioni il tizzone spazzerà che alle origini nei viventi si portò. L’angelo (ribelle) finirà spento col soffio che c’è.

Salmo 89,3 Per la rettitudine che sarà ad originare l’essere ribelle finito sarà per sempre. L’amore risarà nei figli ad entrare. A risorgere in vita saranno i morti per la rettitudine che invierà. L’Unico ai viventi porterà l’energia per finire con la rettitudine il bestiale.

Salmo 89,4 Da agnello in croce sarà, cibo per tutti. Da dentro la vita che nel corpo irrigherà. Per l’energia della risurrezione dentro al tempo sarà a rinascere. Porterà la conoscenza che dentro d’aiuto sarà.

Salmo 89,5 A far sentire la conoscenza portò il Potente alla madre. Primogenito di un retto sarà. Un angelo questi nella mente sentì che in modo retto nella famiglia si portava, fu ad indicargli che sarebbe nato. Nel corpo si portava per via, avrebbe riempito il primogenito; dal trono il Potente usciva.

Salmo 89,6 Portatosi s’è per recare all’essere impuro il fuoco. Un vivente sarà tra i viventi il Verbo col rifiuto. La rettitudine sarà alla perversità da ira. L’Unico in un vivente recò l’energia che l’oppressione dentro rovescerà. Uscirà il serpente, santi saranno i viventi.

Salmo 89,7 La rettitudine sarà nei viventi a ristare dentro. Un fuoco al nascosto a rovesciare sarà, spazzerà la fiacchezza. Per il serpente sarà una calamità, sarà sbarrato, reciso dal Signore in casa. Dentro l’energia che è di Dio risarà nei viventi.

Salmo 89,8 Il maledetto angelo nemico scenderà. Dentro la pienezza si riporterà. Per l’aiuto in santi li cambierà. Dentro a rientrare si porterà l’energia e nei corpi ricomincerà dall’alto la rettitudine del Potente. Convertiti che saranno, a casa saranno riportati.

Salmo 89,9 Saranno fuori portati dal mondo. Nella divinità ad entrare saranno. Su a casa dell’Unico li condurrà integri; erano ad anelarlo. Per la riportata rettitudine nell’assemblea circondati saranno dagli angeli. Staranno con Lui a vivere. Li porterà dagli angeli dall’oppressione. Ritornati saranno a casa. Li riporterà tutti essendo retti.

Salmo 89,10 Verranno i viventi portati dal Risorto nel cuore. Dentro a scorrere nell’Unico li porterà il Crocifisso. Ad uscire saranno vivi da dentro la distruzione. A rivelarsi sarà che li ha condotti dall’Unico. Dal Crocifisso usciranno tutti. Col Risorto dentro l’assemblea vivranno.

Salmo 89,11 Riverranno dalla polvere per la venuta del vigore del Potente. La potenza nei corpi entrerà dentro. Dentro sullo straniero si porterà ad agire. Agirà su questi. La rettitudine del Verbo lo colpirà nei corpi, finirà il nemico. Sarà così!

Salmo 89,12 In cammino dai cieli dell’Unico il Verbo per il serpente affliggere in un corpo scese. Un’arca il Potente portò a riempire. Nel mondo venne. Fu in segreto alla fine in un vivente.

Salmo 89,13 Scese il Verbo portandosi dall’angelo (ribelle) nei giorni. L’energia venne a ricreare, finita negli uomini. Dentro riporterà lo Spirito nei corpi dei viventi e l’energia dentro brucerà la piaga che c’è nei corpi per l’energia che l’angelo recò.

Salmo 89,14 La potenza della rettitudine lo colpirà nei corpi e per l’azione si vedrà dai viventi fuggire. Da dentro si porterà dai corpi fuori. Finita la forza sarà, nella polvere finirà. Si rialzeranno, risaranno a vivere, riessendoci l’energia della rettitudine.

Salmo 89,15 Giustizia e diritto la piaga porterà ad uccidere. Pieni ricominceranno di vigore. Per la pienezza l’essere impuro, dall’origine nei viventi, finirà. Sarà rovesciato dal sangue e le persone saranno rette.

Salmo 89,16 Beati ne usciranno i popoli, sarà la conoscenza a stare in tutti, nei corpi si riporterà in azione l’Essere e rientrerà dentro la luce. Le persone saranno così a ristare nel mondo in cammino per la riportata energia.

Salmo 89,17 La vergogna dai viventi, per le bruciature, scappata che sarà, li accompagnerà dagli angeli. I tutti del mondo un giorno porterà a casa. Su aiuterà a riversarli. Con tutti i retti saranno in alto a stare.

Salmo 89,18 Per la rettitudine saranno nello splendore a rivedersi questi. Per i viventi, riportati all’Unico dal Crocifisso dal mondo, si riporterà dentro il favore e tra gli angeli della corona saranno a vivere. Riversati con i corpi tra gli angeli abiteranno.

Salmo 89,19 Il maligno con la perversità dai viventi scapperà per l’energia all’angelo portata. Si riporterà del Potente la santità con la forza che risorgerà i corpi. A Dio nel Regno tra gli angeli li condurrà.

Salmo 89,20 All’Unico questi la Parola, da arca, nel petto condurrà tra gli angeli del Potente. Dell’assemblea dei gironi saranno alla porta dove sono i retti. Li condurrà il Crocifisso, il primo che vivo col corpo risorto si riportò. Sarà stato il Crocifisso a spazzare, a colpire, il cattivo serpente che scapperà in un pozzo. Ad uscire i corpi saranno dalla morte. Chi sarà dentro le tombe si riporterà col corpo; vivo lo rivedranno i viventi.

Salmo 89,21 I viventi su verranno a stare con l’aiuto che porterà. Lo riconosceranno! Il solo che fu da dentro risorto tra i viventi. Dagli angeli santi saranno dal Messia che crocifissero ad essere portati.

Salmo 89,22 Dal primo dei risorti col corpo saranno stati aiutati. Sarà stato il Crocifisso che della rettitudine recò l’energia in azione nei viventi. La recò dell’Unico il Verbo da una ferita/colpo dal corpo. In azione fu dal Crocifisso originata. Ai viventi scese, energia recò.

Salmo 89,23 La potenza in un uomo ci fu per la prima volta. Per il nemico da dentro la recò. Recò da dentro l’energia all’azione di un’asta. Del Potente uscì il rifiuto. Per spazzare l’angelo (ribelle) l’energia portò.

Salmo 89,24 Recò la rettitudine il Crocifisso ed a tutti fu nei viventi. Nelle persone fu a portarsi. Giù nei corpi fu a portarsi ed ai viventi della risurrezione l’origine fu a recare. Dell’Unico in cammino riportarono il soffio.

Salmo 89,25 Ed iniziò nei viventi a portarsi dell’angelo la fine. Fu a portarsi la grazia. Fu per agire ai viventi recata e dentro illuminò i viventi. Fu del Crocifisso nei corpi a portarsi la vita. A riversare nei corpi l’energia recò.

Salmo 89,26 Si porterà a risorgere i morti. Risarà dentro nei giorni. Aiuto recherà e figli partorirà. Li riporterà tutti nei giorni con l’energia che recherà.

Salmo 89,27 Con Lui, il diletto, ad incontrare saremo il Padre. Saremo a venire da Dio. Saremo portati su. Ci condurrà Gesù che crocifisso fu.

Salmo 89,28 L’Unico col Verbo s’incontrerà. Saranno a casa così portati alla vista. Il Crocifisso gli angeli del mondo porterà in alto. Saranno portati tra gli angeli del Potente. Al Regno un fiume salirà.

Salmo 89,29 Il Potente vedremo e col Potente vivremo. Il peccatore che si portò nel corpo, che accompagna alla tomba, in un buco sbarrato sarà stato e dalla rettitudine dai corpi sarà finito con l’opprimere che dall’origine i viventi l’angelo (ribelle) segnò (quando) da serpente si portò.

Salmo 89,30 E i risorti dai morti staranno dal Potente per sempre. Questi da pastore li condurrà ed al trono li porterà retti dai giorni nel cielo.

Salmo 89,31 L’Unico i viventi saranno a vedere. Da Questi a casa porterà il Figlio che sarà stato a riportare la Torah completa. Saranno condotti a casa i salvati dal Verbo. Nel cuore staranno del Potente. L’Unico sarà stato il serpente ad ardere con l’energia.

Salmo 89,32 L’Unico nelle midolla avrà riversato in tutti la forza ove c’era l’ammalarsi che il serpente aveva recato e nei viventi a scendere avrà recato alla fine l’esistere della potenza. Guai la risurrezione all’essere ribelle avrà portato.

Salmo 89,33 Gli avrà recato la punizione in tutti. Saranno ad abitare dall’esilio nel cuore del Verbo. I risorti popoli porterà a casa. Lo splendore a vedere saranno i viventi che si vedranno condurre tra gli angeli a vivere.

89,34 Il rifiuto dell’Unico col Verbo ci sarà per il verme che in azione nei viventi si portò. Recherà il rifiuto al primo mentitore che dentro all’origine nei viventi recò l’energia segnandone l’esistenza.

Salmo 89,35 Per il rifiuto in un primogenito si chiuse. Gli guizzò nel cuore, nel corpo gli fu. L’indicazione fu a recare alla madre che si portava giù. In una donna il Verbo a confinarsi fu. Il rifiuto da una donna all’angelo (ribelle) uscì.

Salmo 89,36 L’Unico per strappar via l’angelo (ribelle) con il fuoco in casa nel tempo gli fu. Dentro le si versò, di aiutarlo l’illuminò. Al sia da primogenito della madre nacque e volò con la rettitudine in questa dentro.

Salmo 89,37 Questi dal cattivo portò la potenza in un fanciullo che dalla Madre fu al mondo. IHWH dal trono portò la rettitudine infuocata. Nei viventi brucerà l’angelo. Nel cammino d’aiuto sarà!

Salmo 89,38 Così ci fu in un corpo a vivere la rettitudine, ne portava l’energia un fanciullo che alla Madre portò l’Eterno in una famiglia. Il fuoco nascosto rovescerà all’angelo. Amen, lo calpesterà!

Salmo 89,39 E venne questi per l’energia racchiudere in tutti onde l’integrità delle origini con la pienezza avesse a rientrare in tutti. Degli ebrei scelse il popolo il Messia. Così…

Salmo 89,40 … l’energia in un corpo venne nel mondo. Per l’alleanza servirà. Con la rettitudine la malattia del serpente finirà. Il Potente nel primogenito nel corpo scese. L’energia a questi nel corpo recò.

Salmo 89,41 Il Verbo nel corpo scese. La perfezione in cammino si sbarrò in un corpo. A scegliere fu di portare la risurrezione dei morti in un vivente. Da dentro giù dai corpi un giorno lo strapperà via.

Salmo 89,42 Il fuoco che lo riempie nel mondo porterà a tutti. A servire sarà.
Una via al mondo ci sarà per uscire dalla prigione. Dal corpo del Verbo uscirà il potente fuoco della rettitudine che l’energia sarà a recare.

Salmo 89,43 Usciranno i corpi che sono nella morte. Saranno tra i viventi a ristare per l’energia che giù dal corpo sarà a recare. Usciranno risorti, vivi dalle tombe. Rientrerà la perfezione delle origini. A riportarsi sarà dentro la forza che portavano.

Salmo 89,44 Dell’Unico il Verbo dalla croce risorse. Fu a casa su a riportarsi col corpo. Dalla tomba col corpo a casa si riportò, ma potente. Per primo uscì riversato dai morti e dentro un vivente il vigore della vita rientrò.
Salmo 89,45 Rientrò il Risorto a casa integro. Il cuore aperto nel corpo portava e, con la rettitudine dal foro che quel primogenito portava, il rifiuto dal corpo gli scendeva. Dai viventi lo straniero alla fine uscirà.

Salmo 89,46 Nel mondo rovescerà il nemico da tutti ove sta a vivere. Saranno in alto portati viventi che saranno a portarsi nell’apertura che vedranno nel cuore esservi del Crocifisso che dall’alto sarà a riportarsi. Dentro vi si porteranno i risorti del mondo; nel foro guizzando entreranno.

Salmo 89,47 Per sempre i viventi entreranno nel Signore che il Crocifisso nascondeva. Il potente angelo (ribelle) che giù avrà strappato via lo brucerà. Retti i viventi condurrà quel primo risorto che racchiuse negli uomini la rettitudine.

Salmo 89,48 Innocenti con i corpi in “Io sono” i viventi entreranno. Si chiuderanno. Rinati, in alto, i viventi usciranno. I risorti porterà dal Padre che li vedrà perfetti. Figli gli saranno gli uomini.

Salmo 89,43 Usciranno i corpi che sono nella morte. Saranno tra i viventi a ristare per l’energia che giù dal corpo sarà a recare. Usciranno risorti, vivi dalle tombe. Rientrerà la perfezione delle origini. A riportarsi sarà dentro la forza che portavano.

Salmo 89,50 Nell’Unico saranno entrati per amore essendo stati dalla rettitudine ri – partoriti. Nell’Unico rinnovati staranno i viventi. Dall’Unico giudicati saranno stati. Per l’angelo bruciato dentro al tempo, neonati li porterà (considererà); ma (fu) l’insinuatosi all’origine nei viventi che portò l’energia per finire la rettitudine.

Salmo 89,51 Questi da retti che vedrà, giudicati saranno. Stretti nel corpo del Verbo Crocifisso si vedranno solo essere retti. La distruzione finale ci sarà stata in tutti i corpi di chi dentro stava in seno a vivere. Un mare dentro di vita avrà riversato l’Essere.

Salmo 89,52 Tra i beati nell’assemblea con i corpi il Verbo li condurrà. Desideravano stargli in casa, staranno così col Signore. L’Unico avrà bruciato nei corpi l’insulto che portavano. In azione versò da dentro per il Crocifisso Messia la rettitudine.

Salmo 89,53 Benedetto il Signore in eterno. Amen, Amen.

Per concludere

Ancora una volta la decriptazione ha fornito uno spaccato di profezie concluse o ancora il cui esito è atteso, entrate nella fede del cristianesimo. La fede in Cristo Gesù, il Messia, Figlio di Dio fu, infatti, verità annunciata dal cristianesimo sin dai primi secoli. Al riguardo presento questo testo tratto dalla “Lettera ai cristiani di Magnesia” di Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire. “Nelle persone che vi ho ricordate, ho conosciuto nella fede e ho amato tutta la vostra comunità. E ora ho una raccomandazione da farvi: procurate di compiere ogni azione nella concordia di Dio, sotto la guida del vescovo che tiene il posto di Dio, dei presbiteri che rappresentano il collegio apostolico e dei diaconi a me tanto cari, ai quali è stato affidato il ministero di Gesù Cristo che era prima dei secoli presso il Padre e si è manifestato alla fine dei tempi. Poiché partecipate agli stessi sentimenti di Dio, abbiate un grande rispetto reciproco. Nessuno giudichi il prossimo con viste puramente umane, ma amatevi sempre gli uni gli altri in Gesù Cristo. Non vi sia in noi alcun motivo di divisione. Tenetevi uniti al vescovo e a quelli che presiedono, in modo da fornire a tutti un’immagine e una prova della vita immortale nel cielo. Il Signore Gesù, che è uno con il Padre, non ha fatto nulla senza il Padre, né da se stesso, né per mezzo degli apostoli. Così anche voi non fate nulla senza il vescovo e i presbiteri. Non cercate di far passare per buono ciò che fate in privato e per conto vostro, ma preferite la forma comunitaria. Una sola sia la preghiera, una l’invocazione, uno lo spirito, una la speranza nella carità, nella gioia santa, che è Cristo, di cui nulla c’è di più prezioso. Correte tutti, come ad un unico tempio di Dio, ad un unico altare, all’unico Gesù Cristo che è uscito dall’unico Padre, rimanendo presso di lui e a lui facendo ritorno. Non lasciatevi sedurre da false dottrine, né da vecchie favole che non giovano a nulla. Se viviamo ancora alla maniera dei Giudei, conformandoci alla legge, dimostriamo di non aver ricevuto la grazia, mentre già i profeti, ispirati da Dio, vissero secondo Gesù Cristo. Quei santi uomini soffrirono anche persecuzioni, sostenuti dalla sua grazia, per convincere gli increduli che c’è un solo Dio e che egli si sarebbe manifestato per mezzo del Messia, cioè di Gesù Cristo, suo Figlio, che è il suo Verbo uscito dal silenzio. Questi piacque in ogni cosa a colui che l’aveva mandato. Quelli che vissero nel vecchio ordine di cose hanno abbracciato la nuova speranza e non osservano più il sabato, ma celebrano il giorno del Signore, nel quale abbiamo cominciato a partecipare alla vita del Cristo e anche alla sua morte, mistero che alcuni negano, e che invece è sorgente della nostra fede e della pazienza con la quale noi soffriamo, per essere trovati discepoli di Gesù Cristo, unico nostro maestro. Se così fanno quelli del vecchio ordine, come potremmo vivere noi senza di lui, quando anche i profeti, suoi discepoli in ispirito, lo aspettavano come maestro? Per questo egli, da essi santamente atteso, venuto che fu, li risuscitò dai morti.” (Capp. 6, 1 – 9, 2; Funk 1, 195-199) Ignazio di Antiochia (35 – 107 d. C.), dal 69 fu vescovo di Antiochia di Siria, il secondo successore di Pietro. Sotto l’imperatore Traiano fu imprigionato e condotto a Roma e dato alle fiere (le reliquie sono conservante nella basilica di San Clemente, a Roma). Nel corso del viaggio da Antiochia a Roma scrisse sette lettere alle chiese che di Smirne, di Efeso, di Magnesia e di Tralli, ai Romani, supplicandoli di non impedire il suo martirio, alla chiesa di Filadelfia e a Policarpo, vescovo di
Smirne. Tali lettere di Ignazio sono importanti testimonianze della fede in Gesù Cristo sin dai primi tempi chiaramente considerato il Figlio di Dio incarnato, contro i docetisti, convinti che le sofferenze e l’umanità di Gesù Cristo fossero apparenti e non reali. Da ciò che emerge dalle Sacre Scritture canoniche antiche si può concludere su Dio quanto segue:
– propone l’uomo a propria immagine e somiglianza, specificando il sesso maschio o femmina, per far comprendere che in Dio c’è la potenzialità di famiglia;
– lo chiamano Padre, il che in definitiva implica che c’è almeno un Figlio;
– manderà il Messia che è eterno (Salmo 102,25-27; Proverbi 8,22s; Isaia 9,5; 48,16; Michea 5,2), il Figlio di Dio (Proverbi 30,4; Salmo 2,7.12; 2 Samuele 7,13s; 1 Cronache 17,13s; Isaia 9,6; Salmo 89,26) e discendente di Davide, il conio di tutti i figli di Dio.

In definitiva è messa in luce l’esistenza di un Dio che ha in sé la caratteristica di ha recepito il Cristianesimo con la SS.Trinità. Questa famiglia di Dio ha propria in sé la qualità diffusiva che è l’amore. La venuta del Messia implica la salvezza e la redenzione dell’uomo che assurge alla dignità divina.
a.contipuorger@tin.it

IL NOME DI YESHUAultima modifica: 2018-06-27T15:05:49+02:00da mikeplato
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