LA NATURA DEGLI ARCONTI SECONDO JOHN LAMB LASH

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di Mike Plato

Intervista a John Lamb Lash, il ricercatore esperto di gnosticismo, sui significati del mito di Sophia e degli Arconti.

Quella che segue è un’intervista a John Lamb Lash (1945), un ricercatore indipendente totalmente auto-didatta, che insegna mitologia direttiva unendola al misticismo, alla mitologia siderale, alla scienza delle ere precessionali e allo gnosticismo, in particolare al mito gnostico di Sophia. Ma più di tutto, Lash opera una critica feroce a tutti i sistemi di credenza del presente. I suoi bersagli favoriti sono David Icke e Zecharia Sitchin. Crede nell’inganno globale. Si è specializzato nello gnosticismo e ha rivisto l’interpretazione dei codici di Nag Hammadi. Ha scritto The seeker’s handbook, Quest for the Zodiac e Mankind and Power.

Mike Plato: Tu hai studiato in profondità i Codici di Nag Hammadi. Cosa traspare da essi?

John Lamb Lash: «Parto da una convinzione: sono perfettamente d’accordo con Carlos Castaneda quando rivela che “gli esseri umani sono in un viaggio di consapevolezza, tuttavia momentaneamente interrotto dall’interferenza di Forze estranee”. Tutto quello che accade in questo mondo – sistemi di credenza in particolare – trova il suo fondamento in questa interferenza. I codici di Nag Hammadi ci parlano di questa interferenza che definire “aliena” o “arcontica” poco cambia. I Codici mostrano come i maestri degli antichi misteri, ossia i dottori gnostici, fossero sensibilmente preoccupati da un’intromissione aliena nella storia dell’umanità. Quelli che loro chiamano Arconti appaiono identici agli extraterrestri della moderna ufologia. Secondo me, i Codici evidenziano due tipologie di Forze estranee, tanto Rettiliano-Draconiane quanto Grigie. I Codici fanno riferimento ad una tipologia di neonato simile all’immagine di un feto nato prematuro e questa è quella che gli ufologi chiamano Alieni Grigi. I Draconiani sono i superiori gerarchici, i secondi sono servi con una mentalità da Bee-Hive (alveare). È pur vero che nei Codici non vi è una descrizione fisica di queste due tipologie, anche perché potrebbe non trattarsi di una razza “fisica”. Il termine “arconte” viene dal greco antico “archè” ovvero “primo, principiale, dal principio”. Secondo la cosmologia gnostica, gli Arconti apparvero in un periodo precedente la formazione del sistema solare. Per quanto mi concerne, tali Forze sono come cyborg simili a locuste, con corpi a base di silicio, progettati in modo da consentire loro brevi incursioni nell’atmosfera terrestre. I testi gnostici suggerirebbero che siano gli Ingegneri custodi del meccanismo del sistema solare. Avvistamenti e rapimenti Ufo potrebbero essere attribuibili a queste Entità Arcaiche. C’è qualcosa di irrazionale in loro, che ci costringe ad affrontare l’argomento in modo irrazionale. Quello che voglio dire è che dobbiamo affrontare l’argomento da una posizione assolutamente non convenzionale, perché qui abbiamo a che fare con ingannatori di prima classe. Gli gnostici, che godevano di esperienze trascendenti e di visione oltre l’ordinaria percezione, affrontarono il tema in modo non logico e così dobbiamo fare anche noi. Tutto quello che ci dissero non trova riscontro in alcun’altra letteratura mistica. Se gli gnostici avevano ragione, è in primo luogo scoprendo come operano gli Arconti che possiamo capire come lavora la nostra mente e affermare il potere sovrano dell’Intelletto super-umano, donatoci da Sophia, lo Spirito della Terra. Questa è l’essenza dei codici naghammadiani».

M.P.: Da dove vengono gli Arconti? Qual è la loro origine?

J.L.L.: «I Codici ci spiegano che i “Principiali” sono una partogenesi imperfetta di Sophia. Essi sorsero o prima della formazione del sistema solare, oppure prima della formazione della Terra. Fu Sophia a sognarli e per sogno intendo “emanazione”. Il sogno di Sophia produsse un’onda di potere dal centro del Cosmo, che andò ad impattare il campo della caotica materia primordiale in modo inusuale. Gli gnostici del codice “Ipostasi degli Arconti” usano il termine “feto abortito” per indicare il risultato dell’impatto: “…e ciò che Sophia creò divenne un prodotto nella materia caotica, come un feto abortito” (94: 5 – 15). Il codice “Protoennoia trimorphica” ci dice che dal sogno di Sophia si origina un mondo trimorfico. Il nostro mondo, con la biosfera terrestre influenzata da Sole e Luna, è la manifestazione di questo sogno. Con l’emergere degli Arconti, un altro sogno, ossia un’altra emanazione si produsse al di fuori del mondo trimorfico. Io lo definisco il “sogno alieno”. Questo sogno è una derivazione del potere emanativo della Dèa Sophia, ossia quella che oggi noi chiamiamo Gaia, e si integra con quello precedente, convivendo con esso. I miti di Gaia descrivono come l’impatto delle onde vibratorie dell’Eone Sophia sulla densità della materia primordiale avesse prodotto una frattura massiva, come il frantumarsi di un lago ghiacciato. Il disegno risultante, molto simile ad un frattale di Mandelbrot, ha un centro ove si colloca Sophia, e un reticolo di linee di frattura che corrono in tutte le direzioni. Sophia, situata nel centro della zona impattata, vede intorno a lei come un oceano di onde di tensione e vede come entità simili a cavalli marini o a feti, che si autoriproducono senza sosta, cavalcando queste onde. I testi gnostici le chiamano “corpo umbratile”, “haibes” in lingua copta. Queste entità ricordano molto le forme risultanti da un set frattalico di Mandelbrot. Ricordo che un frattale è una forma che deriva dal processamento di una formula matematica, in cui le parti della forma sono simili all’intero, in un’espansione auto-replicante infinita. Credo che i frattali possano essere visti in stati alterati di coscienza, perché l’intera realtà è comunque frattalica. Molti fruitori di Lsd e Aiahuaska hanno osservato in visione questi patterns. Tornando a questi feti frattalici, quelle che sembrano strutture inanimate, rigide e cristalline, diventano animate nel momento in cui Sophia le osserva (principio quantico di indeterminazione di Heisenberg), infondendogli vita. Nel secondo stadio descritto dalla Protoennoia Trimorphica, l’Eone Sophia discende a potenziare queste entità, infondendogli il soffio di vita e di intelligenza. È a quel punto che queste entità si animano e diventano “feto-morfe” con la coda. Ma la coda inizia a cadere e trasmuta in un altro embrione, in un processo senza fine che genera l’orda degli Arconti. Dopo l’iniziale formazione degli embrioni accade un fatto inaspettato: una seconda variante di Corpi Umbratili emerge con caratteristiche sue proprie. L’Apocrifo di Giovanni sostiene che queste Entità avevano corpo di serpe e testa leonina. Quindi ne concludo che vi siano due distinti tipi di Arconti: un tipo fetale o embrionale e un tipo draconiano o rettiliano. Lo conferma anche l’Ipostasi degli Arconti che distingue due generi di Arconti, ognuna con caratteristiche e comportamenti specifici. Il Trattato Tripartito dichiara che “I due ordini di Arconti combatterono l’uno contro l’altro per il comando a causa della loro natura ontologica” (84: 5-15). Il conflitto cessa allorché il tipo rettiliano conquista il dominio sul gruppo degli embrioni arcontici. È il leader draconiano che, dopo la vittoria, osa proclamare “io sono Dio e non c’è alcun altro dio oltre me”. Questo tipo è aggressivo, territoriale, ossessionato dal dominio e dal controllo, fortemente ingannatore, ma fondamentalmente insano e ottuso rispetto agli Eoni del Pleroma, perché cieco ai regni più elevati».

 

M.P.: Cosa vogliono gli Arconti? Perché sono interessati a noi? Qual è la natura del loro agire?

J.L.L.: «Il cinema ci ha abituati all’idea di una possibile invasione aliena, ma la verità è un’altra: abbiamo a che fare con un’invasione della mente. Gli Arconti sono esseri psichici, dimorano in una dimensione astrale e l’astrale è nella mente umana. Gli Arconti sono parassiti intrapsichici, che accedono alla coscienza umana tramite telepatia e simulazione. Ma la loro caratteristica principe è che infettano l’immaginazione umana e sfruttano il potere della dissimulazione per ingenerare confusione e inganno. Amano l’inganno di per sé, ne godono, ma l’inganno è anche funzionale al fatto che l’uomo ingannato è necessario per la loro sopravvivenza, perché sono esseri psico-parassitari. In questo essi possono essere assimilati ai sinistri “Voladores” citati da Castaneda ne Il Lato Attivo dell’Infinito. Credo però che il massimo inganno da loro perpetrato è di far credere di possedere un potere che non posseggono. I Codici di Nag Hammadi dicono che essi non hanno accesso alla genetica umana, eppure le testimonianze in ambiente “Ufo-Alieni” dicono che essi accederebbero al genoma. Il sottile inganno è allo scopo di far credere di possedere questo potere. Ma i codici ci dicono solo che essi tentano di accoppiarsi con Eva, il Dna primordiale dell’umanità, ma falliscono nell’intento. Quindi non hanno questo potere. Hanno il potere di influenzare fortemente i destini umani, ma non quello specifico potere, perché la genetica sembra essere un territorio inespugnabile».

M.P.: Perché i codici di Nag Hammadi escludono questo potere e le tavole sumere, di almeno 3000 anni precedenti, dicono il contrario?

J.L.L.: «I testi cuneiformi quali Atrahasis, Enki e l’Ordine del Mondo e l’Enuma Elish ci informano non degli Arconti ma degli Anunnaki. Noi sappiamo da Sitchin – certo che le tavole sumere siano la documentazione di fatti notevoli avvenuti in epoca preistorica – che gli Anunnaki sarebbero da associare ai Nephilim di Genesi e ai Vigilanti del Libro di Enoch, che si sarebbero ibridati con le figlie degli uomini. Le tavole sumere descrivono gli Anunnaki come esseri superiori provenienti da un altro mondo di questo universo e che, proprio per la loro superiorità, iniziano a dominare sull’umanità. Enki e Ninkursag avrebbero mescolato il gene dei Lulu Amelu (uomini scimmia del Pleistocene) con quello degli Anunnaki, creando una razza umana superiore. Nello scenario sumero, l’intervento sul genoma è un fatto acquisito. Gli Anunnaki hanno questo potere. Io non vi credo. O hanno ragione i codici di Nag Hammadi o le tavolette sumere, seppur entrambi alludano ad un intervento “alieno”. Considero lo scenario di manipolazione genetica delle tavole un falso costruito ad hoc, un punto importante nell’agenda degli Arconti-Anunnaki. Non è questo un mito fondante a livello universale ma, nel nostro ambiente di ricercatori del mistero, è certo che Sitchin, con le sue traduzioni e interpretazioni, abbia creato un dogma che risulta difficile attaccare, perché gode di largo credito e ha molti adepti. Le tavole sumere sono il fondamento della Teocrazia, quindi del dominio da parte degli Dei Arconti, in particolare del tipo Draconiano. E non è un caso che i re delle dinastie sumere siano chiamati Dragoni. Che sia trascritta questa storia, non può essere discusso. Ma come potremmo sapere se ciò che è riportato nelle tavole corrisponda a verità oppure è un testo realizzato ad hoc per creare un mito ingannevole? Le origini delle tavole sono nebulose, molto più che quelle dei codici di Chenoboskion, di cui non si conoscono gli autori precisi, ma si conoscono le sette gnostiche che li hanno compilati. Peraltro, se le tavole parlano di un intervento nel tempo e circoscritto alla dimensione fisica, i codici parlano in termini cosmogonici e probabilmente metafisici e non alludono mai ad una manipolazione genetica da parte di forze oltre la dimensione terrena e men che meno ad un accoppiamento Arconti-umani. Da qui deduco che le informazioni sulle tavole sono false: un vero e proprio pseudo-mito, destinato a sottrarci potere e a farci credere inferiori a quello che in realtà siamo nel nostro intimo. Peraltro suggerisco che, in mancanza di un DNA pre-intervento arcontico, non è possibile un confronto con il DNA umano attuale. Quindi la storia delle tavole non è comunque verificabile e la manipolazione genetica umana è una vera impostura, tipica di una razza ingannevole come quella degli Arconti».

M.P.: Sei quindi d’accordo con David Icke che parla di una cospirazione rettiliana globale, che lui definisce degli Illuminati?

J.L.L.: «Gente come David Icke, Jordan Maxwell e Michael Tsarion si sono di certo interessati alla questione del controllo “alieno”, ma si sono del tutto disinteressati al ricco corpus di Nag Hammadi, alla questione degli Arconti e allo gnosticismo in generale. Si sono basati esclusivamente sulle tavole sumere e sull’interpretazione che ne ha fatto Sitchin, integrando il tutto con la propria documentazione e visione. Non mettono mai in discussione la tesi di Sitchin circa la questione Nibiru (il decimo pianeta retrogado del sistema solare, da cui proverrebbero gli Anunnaki) che astronomicamente è un assurdo in termini. Tutti questi teorici del cospirazionismo alieno ritengono che gli Anunnaki siano rettiliani. C’è un’altra questione legata alla Dominazione arcontica che viene completamente ignorata da costoro».

M.P.: Concerne il problema della liberazione dell’uomo dal dominio degli Arconti?

J.L.L.: «Esattamente. David Icke e soci focalizzano la loro ricerca sulla minaccia rettiliana, come massimo problema che l’umanità deve affrontare e in questo, devo ammettere, ricordano molto gli gnostici di 2000 anni fa, totalmente concentrati sulle origini e sulla natura del Male, ma al fine di liberarsene e raggiungere la Luce. Ma se i maestri gnostici conoscevano il potere liberatorio del serpente, Icke e soci lo ignorano. Costoro spiegano bene gli impulsi del cervello rettiliano, spiegano persino la capacità posseduta da queste entità di mutare forma, ma non menzionano mai il problema del serpente, che si potrebbe snodare lungo l’asse cerebro-spinale, che informa la sottile anatomia dei chakras e che anima l’intera rete del sistema nervoso autonomo. Icke fa spesso allusione alla capacità che abbiamo di poterci connettere con i superiori campi di coscienza attraverso il corpo aurico, esperienza minata dal focalizzarsi solo sull’ego, ma non crede nel risveglio di Kundalini. Al contrario i dottori gnostici insegnavano che sia vitale per noi riconoscere il potere latente che giace alla base della spina dorsale, onde affrontare con successo la psico-interferenza aliena. Era questo il segreto del battesimo di fuoco e spirito, ossia di elettricità e magnetismo: il serpente elettro-magnetico o kundalini simboleggiato dal caduceo mercuriale. Il serpente non è solo rappresentativo del potere draconiano, come vorrebbe Icke, secondo cui il culto del serpente è al centro dell’adorazione degli Arconti; anzi, il serpente è il simbolo della resurrezione, del risveglio, della liberazione dal controllo delle forze draconiche, l’unica vera grande arma di cui disponiamo da sempre. In tutti i sistemi esoterici, il serpente è il rappresentante e simbolo della sapienza (Sophia) e della guarigione spirituale. In Asia i maestri della kundalini erano saggi interessati all’illuminazione e non tiranni o teocrati con smania di potere, che proclamavano di discendere da dèi rettiliani. Gli iniziati gnostici dell’area medio-orientale e centro asiatica non hanno mai sostenuto di essere i discendenti di divinità esterne al pianeta, come invece fecero dominatori teocratici, citando i testi degli Anunnaki».

M.P.: Qual è la natura di questo potere, a tuo parere?

J.L.L.: «Il potere del serpente è l’unico mezzo per renderci immuni all’influenza aliena e per giungere a connetterci con la Dea planetaria: Sophia o Gaia che la si voglia chiamare. Il serpente che tenta Eva è secondo me il potere della saggezza serpentina che cerca di liberare l’uomo dal laccio degli Arconti. Si può ben dire che, se la forma degli Arconti o Anunnaki è rettiliana-draconiana, la facoltà iper-psichica tramite cui respingiamo l’intrusione aliena è serpentina. Confondere il potere serpentino di natura divina con la minaccia rettiliana ha del grottesco, è un errore ridicolo. Nessuno di coloro che svolgono ricerche relative all’antica tradizione esoterica dovrebbe omettere tale distinzione».

M.P.: Siamo realmente dominati da queste Entità?

J.L.L.: «Lo siamo fino ad un certo punto. Forse noi stessi sovrastimiamo il potere dominante degli Arconti. A loro conviene farci credere di avere un potere più grande di quello che hanno. A mio parere i patriarchi e i profeti dell’Antico Testamento erano egocentrici, talmente egocentrici da cadere nel laccio degli Arconti e di scambiare ciò che ricevevano da loro per ciò che loro dicevano di ricevere da Dio. I testi di Nag Hammadi lo confermano. Questo alimentava in loro la pretesa di discendere da padroni sovrumani e legittimava la loro riduzione in schiavitù della popolazione. In sostanza essi dicevano di avere un mandato divino, laddove le rivelazioni promanavano da un basso potere della Creazione. Attualmente il quadro non è molto diverso. Adesso, come allora, i Rettiliani sembrano dominare, ma solo se noi crediamo che essi dominino. Le Potenze fanno leva solo sull’illusione a tutti i livelli, ma non hanno un potere effettivo. Dante diceva “astra inclinant non necessitant”, ossia che le Potenze astrali influenzano ma non obbligano. Il Diavolo tenta e inganna con il potere dell’illusione, ma non impone».

M.P.: E allora perché alcuni di noi credono che essi ne siano capaci?

J.L.L.: «Forse gli Arconti trasmisero il testo sugli Anunnaki agli antichi medium allo scopo di insediare una menzogna nell’umana immaginazione e credo che questo sia stato permesso da Sophia come test per l’umanità, affinché potesse vedere quali anime abbiano la capacità di svincolarsi dall’illusione degli Arconti. Gli gnostici lo avevano capito. Erano esperti in parapsicologia, conoscevano la psiche umana molto meglio dei nostri attuali psicologi e conoscevano lo Spirito della Terra: Sophia-Gaia. Apprendevano da un disciplinato insegnamento in trance, che dava loro accesso alla mente o Logos planetario. L’agenda rettiliana, oggi intesa comunemente grazie soprattutto agli scritti di Icke, va interamente riesaminata alla luce dei misteri insiti nei codici gnostici di Nag Hammadi, relativi alla minaccia aliena degli Arconti».

 

LA NATURA DEGLI ARCONTI SECONDO JOHN LAMB LASHultima modifica: 2018-10-03T17:04:48+02:00da mikeplato
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