ANTHONY ELENJIMITTAM, L’ECUMENISTA E IL SUO PENSIERO

PADRE-ANTHONY-047

di Mike Plato

Nel 2001, il domenicano indiano filosofo e teologo Anthony Elenjimittam scrive La Quintessenza delle Religioni. Ultimo discepolo del Mahatma Gandhi, ha portato avanti il discorso della non-violenza. Ha scritto più di cinquanta libri sulla comprensione interreligiosa ed ha tradotto ed interpretato alcuni dei più importanti testi spirituali dell’India. Oltre ad essere un sacerdote cattolico appartenente all’ordine dei Domenicani, è un monaco buddhista conosciuto col nome di Bhikshu Ishabodananda. Secondo Elenjimittam, l’unica Realtà è l’Uno senza un secondo, tutto il creato non è altro che la manifestazione dell’Assoluto nei suoi infiniti nomi e forme “nāma” e “rūpa” dal sanscrito. Il suo pensiero si fonda sull’assoluta uguaglianza tra la filosofia orientale e quella occidentale, a partire dalla filosofia indo-vedica, a quella greca, fino al pensiero occidentale legato al cristianesimo. Ciò che cambia è il linguaggio, le parole che vengono utilizzate, ma permane una similitudine di fondo che si può riassumere nelle parole evangeliche di Gesù “Io e mio Padre siamo Uno”. In questo, Elenjimittam si avvicina molto alla visione dei Perennialisti, pur non essendo formalmente un perennialista. Nella sua visione, in una sintesi planetaria di tutte le correnti esoteriche, unite dalla comune ricerca di Dio, sarà facilitato lo sforzo che ci prescrive la Legge Eterna (il Sanàtana Dharma) per il raggiungimento della nostra sempre presente Divinità essenziale, che noi stessi celiamo alla nostra percezione con l’attaccamento agli oggetti del mondo esteriore, coi Visaya Vàsana che la Maya dispiega davanti ai nostri occhi ed alla nostra mente. Elenjimittam è stato piuttosto un ministro dell’Ecumenismo Cosmico. Innumerevoli sono stati e sono le personalità che si sono prodigate per l’Ecumenismo in senso globale, quindi non limitato alle sole chiese cristiane. L’Ecumenismo non si arresta se non al raggiungimento del Santissimo, dell’Eterno, dell’uno e non deve limitarsi ad una specie di intesa fra le Chiese cristiane. Per far comprendere in modo semplice e immediato l’unità dei sentieri filosofico-religiosi, Elenjimittam fa utilizzare il cosiddetto “Mandala degli otto sentieri” creato nel ’45 da J.B. Sparks e rielaborato in lingua inglese ed italiana. Sulla circonferenza più esterna possiamo trovare le varie discipline scientifico-filosofiche che possono aiutare l’allievo alla Ricerca del Sé. Otto sono i cammini principali, ma altri possono venir cercati e sviluppati come lo stesso P. Anthony cerca di stimolare. Il cerchio centrale rappresenta il Sat Chit Ananda, l’Essere Consapevolezza Beatitudine, l’Ens Verum Bonum, al centro del quale, inscritto in un triangolo il simbolo della sillaba sacra AUM, rappresentante i quattro stati della mente e al cui centro il piccolo punto simboleggia il Sé che tutto rende Uno. Dio significa l’Assoluto dietro al relativo, l’Essere che sottostà al mondo del divenire, l’Actus Purus il cui riflesso è il mondo contingente, il Primum Movens Immobile dell’universo, l’unica Realtà Suprema che si manifesta come mondo fisico ai sensi e mondo mentale al pensiero. Questa Realtà onnipervadente vibra nell’intero universo, dagli atomi fino fino alle galassie.Tu stesso, nella tua realtà più profonda, valicando le frontiere dei sensi, corpo, mente, intelletto, ego, sei quella Realtà-Tatvamasi. Dio, invocato anche come Allah, Tao, Theos, Jehova, Brahma e con mille altri nomi, è il “Padre nostro nei cieli”, la Madre Natura nel cui grembo nascono e muoiono le creature. Iddio è la luce intellettuale, il Logos che illumina tutti gli uomini che karmicamente scendono sul nostro pianeta ed è l’Essere-Coscienza-Beatitudine, il Sat-Chit-Ananda dell’Universo. Religione è il Sentiero che ci riconduce al Seno dell’Eterno, e in quanto tale, ogni religione con l’auto-coscienza, auto-catarsi e auto-realizzazione di cuore ci riporta sicuramente all’eterno. Tu scegli e segui la tua strada e lascia agli altri cercare, scoprire e seguire la propria che ci conduce a quel regno di Dio che non è altro che superamento del retaggio biologico dei vizi capitali, la purezza dei sensi, mente e cuore che ci conferisce la visione dell’Eterno faccia a faccia. Religione, spiritualmente ed esotericamente parlando, non è altro che la conquista di pace imperturbabile, serenità d’animo in ogni situazione del nostro soggiorno terrestre, la tranquillità di cuore e la visione beatifica di Dio che è l’universo introverso, come l’universo non è altro che Iddio estroverso. Tu puoi conquistare l’immortalità conscia adesso, ora, qui sullta terra con quella filosofia religiosa della vita che ti abilita a fare esplodere la bolla gonfiata dell’egocentrismo degli antropoidi, immedesimandoti con l’oceano dell’Essere, il Sat-Chit-Ananda. Iddio è l’intelligenza, l’Amore, e la Legge cosmica scolpita nel seno di Madre Natura e nel cuore di ognuno di noi. L’amare Iddio sopra tutto è amarlo in tutte le creature, ecco la quintessenza di quella religione che ti conferisce i poteri pr trascendere la vita dei sensi, nomi e forme del mondo fenomenico e ti rende capace di immergerti, identificarti con l’Assoluto trascendendo lo stato di veglia, sogno e sonno, facendo l’anima tua vibrare all’unisono con l’AUM. Allora tu diventerai cittadino di Cosmopolis con unica cittadinanza cosmica e un unico amore serafico mondiale. È questo il significato esoterico del Mandala detto degli otto sentieri ideato da J.B. Sparks nell’anno 1944 per guidare gli aspiranti a meditare sullo spirito universale, sull’Eterno, sull’AUM, sull’Essere-Coscienza-Beatitudine, Sat-Chit-Ananda. La filosofia spirituiale di Elenjimittam si basa sul “conosci te stesso”, perché l’altro Te Stesso è Dio, nello stesso modo in cui nell’Induismo Atman e Brahman coincidono. L’uomo che cerca Dio ovvero se stesso, deve andare dentro se stesso e dentro ogni cosa. La stessa differenza che esiste tra il mondo interiore e quello esteriore, è anche quella che c’è tra la religione personale e quella organizzata. Così come la ragione di esistere del mondo esterno è la auto-coscienza del mondo interiore dell’uomo, l’organizzazione in religioni esterne trova la sua ragione d’essere nella religione personale ed individuale. La religione esterna giustifica sé stessa nella vita e nell’esperienza interiore; lo scopo della vita interiore è la Luce interiore e la visione di Dio. Una cosa è la religione, che è reale se si trova in questa o quella persona; tutt’altra cosa è una organizzazione religiosa, o le relazioni accentrate e unificanti di molti individui che si suppone abbiano e professino la stessa religione. Ogni religione dogmatica è un’astrazione. Prende vita quando i suoi principi sono vivificati nella vita degli individui che lo professano, o che dicono di professarlo. L’uomo inizia il suo pellegrinaggio sulla terra immerso nelle profondità dell’inconscio, stato nel quale la mente soggettiva è preparata e sviluppata per ricevere e rispondere alle impressioni del mondo esterno. L’uomo inizia la sua carriera con una coscienza estroversa e proiettata all’esterno. Gli oggetti dei sensi lo trascinano giù e, trascinato dai sensi, gravita a sua volta verso gli oggetti dei sensi. Ha una debole e vaga aspirazione per la felicità, che non è nient’altro che totale perfezione, quello stato di mente cosciente che, tuffandosi nel reame dello Spirito infinito, raggiunge la conoscenza, l’amore e la beatitudine suprema. Il mondo fisico che lo circonda è per lui una realtà, l’unica realtà tangibile, fino a che non sarà risvegliato da quello stato incosciente, da quella vita automatica, al risveglio della coscienza di sé. Come un uomo che dorme immagina e ritiene reali le cose e le impressioni ricevute nei sogni, per una mente non risvegliata tutto il mondo esterno è una realtà e non una mera ombra della Realtà Reale che è Una Mente Universale, lo Spirito, la ragione per tutte le manifestazioni fenomeniche ed i cambiamenti nell’universo, l’Assoluto incondizionato. Il suo Spirito tira l’uomo verso l’interno, mentre le passioni, l’ignoranza, l’inesperienza e le forze ingannevoli e seducenti del mondo, trascinano l’uomo all’esterno. Il piccolo ego dell’uomo diventa il campo di battaglia, per così dire, tra le forze della Luce che chiamano l’uomo verso l’interiorità, e le forze della morte e dell’oscurità che lo affascinano e lo allettano chiamandolo all’esterno. In qualche momento di lucidità, il novizio della religione vede che la sua pace, la sua beatitudine e la vita eterna giacciono seppellite dentro di sé e che nessun apparente e luccicante oro esteriore potrebbe essere la sua ricchezza, il suo onore ed il suo piacere. Niente potrebbe saziare il suo cuore e condurlo verso Dio. Tutto lo sforzo del novizio, è di combattere e lottare perché l’uomo interiore possa trionfare sull’uomo esteriore, l’uomo Reale vincere l’uomo apparente, il Sé Reale soppiantare il sé apparente. Il nostro sé è il centro nel quale l’intera creazione, anzi il Creatore Stesso, si riflette. Migliaia di giusti e veggenti di Dio, conosciuti e sconosciuti, ci hanno lasciato una inequivocabile testimonianza della verità esoterica secondo cui, senza conoscenza di sé, nessuno può ascendere la scala della perfezione spirituale, vedere Dio e raggiungere l’obbiettivo del nostro pellegrinaggio sulla Terra. È vero che noi iniziamo la nostra vita umana facendo affidamento su autorità e tradizioni esterne di vario tipo, ma più la coscienza divina cresce dentro, più siamo liberati dall’autorità e dalla tradizione esterna. Non vi può essere religione senza conoscenza del sé, senza la luce della nostra stessa esperienza, senza quell’unica luce che Dio ci ha dato per conoscere Lui ed il cammino che a Lui conduce, quella luce della Ragione con la sua infinita possibilità di crescita. In Ecumenismo Cosmico (2010) afferma che “nella vita di ognuno di noi esiste un momento nel quale dovremo decidere se salire verso un futuro migliore in questa vita e nella prossima, oppure discendere un gradino, quel fatale gradino che ci terrà legati alla vita biologica, immersi nell’oceano del saṃsāra ed incatenati alla ruota di inesauribili nascite e morti, mentre invece , grazie al magico tocco della Santa Gnosi o Aghia Sophia, l’uomo potrebbe liberarsi dal potere velante di Māyā, la Grande Illusione Cosmica nella quale si sente imprigionato per tutto il tempo in cui rimane nelle spire dell’Avidya o ignoranza spirituale. È quest’ignoranza che ci fa accettare e ricercare ciò che è evanescente come se fosse Permanente, ciò che è illusorio come Reale, ciò che è piacevole come fosse Beatitudine e ciò che infine è causa di morte come fosse elargitore di Vita. Dobbiamo instillare nei plasmabili cuori della nostra gioventù la conoscenza sperimentale di Dio come il Sé entro di noi, l’Ātman Immanente in tutte le creature, come Dio interiore, trascendendo il nostro sé individuale, il Brahman Onnipervadente, il quale è la Causa, la Causa Incausata, l’Origine, il Mezzo ed anche il Fine dell’intero universo. Questa conoscenza non può essere ottenuta attraverso una teologia dogmatica o pratiche liturgiche popolari appartenenti alle varie istituzioni religiose Cristiane, Indù, Mussulmane o di qualsiasi altra religione. Essa può sorgere solo grazie alla visione, Darśana, di quei Maestri e Guide che hanno conosciuto e realizzato Dio tramite l’esperienza diretta, e che possono quindi indicare la strada, quasi sempre oscura, a tutti i pellegrini del mondo, inviati su questa terra per acquistare quella Saggezza che ci emancipa ed illumina, Saggezza che è il coronamento di anni di studio, intenso lavoro, abbandono, riflessione, meditazione e preghiera accorata”.

ANTHONY ELENJIMITTAM, L’ECUMENISTA E IL SUO PENSIEROultima modifica: 2019-02-23T20:44:13+01:00da mikeplato
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