IL NEW AGE COME PARADIGMA SOCIALE

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di Fabio Perocco

1. Il New Age tra modernizzazione e secolarizzazione

  • 1 E. Pace, La funzione della religione nella teoria dei sistemi, «Rassegna Italiana di Sociologia», 1 (…)

1La secolarizzazione, uno dei tratti fondamentali della modernizzazione, è un processo caratterizzato da aspetti quantitativi (es. diminuzione della pratica collettiva) e da aspetti qualitativi (es. privatizzazione della credenza), che sposta la religione da istituzione sociale centrale a istituzione sociale periferica. Ora, il New Age non è l’esempio di un ritorno della religione a categoria centrale della società; anzi esso rappresenta il fenomeno più maturo della secolarizzazione: 1) perché costituisce la forma più estrema di soggettivizzazione; 2) perché la religione, da questa collocazione periferica, si connette con gli altri sottoinsiemi sociali e «lavora» all’interno di altre categorie come l’economia, il mercato, la comunicazione, il sacro1.

2Il New Age è una delle ultime forme che produce e che assume il capitalismo. Sposa il mercato, istituzione fondamentale della società moderna, e lo pone al centro del proprio sistema culturale. Mentre nei sistemi di credenza delle religioni e delle sette storiche il mercato è un elemento eterologo, con il New Age per la prima volta il mercato costituisce un elemento omologo e coerente di un sistema simbolico-religioso.

  • 2 M. York, The emerging network: a sociology of the New Age and new-pagan movements, Rowan & Littlefi (…)
  • 3 M. Thompson – R. Ellis – A. Wildavsky, Cultural Theory, Oxford Westview Press, Boulder, S. Francisc (…)
  • 4 Cfr. P. Heelas, The New Age Movement, Blackwell, Oxford, 1996; Champion F., Religieux flottant, écl (…)

3New Age è un concetto pluridimensionale (dimensioni: socioculturale, esoterico-occultistica, biopsichica)2, caratterizzato da una cultura individualista3, che si ispira ai principi di equilibrio, energia, emozione4. Al suo interno sono presenti movimenti e gruppi religiosi, artistici e sociali – ecologismo, medicina alternativa – pratiche religiose e socioculturali variegate (terapie oliste, religioni di guarigione, naturopatie, tecniche di sviluppo personale) organizzati in forme aggregative reticolari o collegati secondo modalità molecolari, consone all’ambiente moderno.

4New Age è un processo unitario, che si sviluppa in connessione al passaggio verso la società postmoderna, caratterizzato da specifici aspetti e da peculiari tendenze: pluralizzazione della pratica, autogestione del sacro, globalizzazione delle credenze, eclissi dell’appartenenza, relazione d’utenza, sacralizzazione dell’io, mobilitazione delle risorse secondo una strategia market-oriented, particolari processi di formazione degli imprenditori religiosi e di valorizzazione del capitale religioso.

5New Age è infine un tipo puro, contraddistinto dai seguenti tratti: a) religione sociale costituita da una moltitudine di concezioni religiose e tradizioni culturali, realizzata in forma privata-soggettiva ed elaborata a partire da se stessi; b) assenza di strutture comuni; c) assenza di dogmi; le credenze sono soggettive e strettamente collegate ad una autogestione del sacro; d) l’esperienza del sacro si basa sul sistema dell’io e può svilupparsi a prescindere dall’intermediazione di specialisti; e) pilastro fondamentale è la ricerca dell’esperienza mistica, basata essenzialmente sulla coscienza cosmica; f) le esperienze religiose sono veicolate da prodotti di largo consumo: corsi, conferenze, prodotti con qualità terapeutiche, musica, alimenti naturali, oggetti esotici, portafortuna, libri.

 

  • 5 G. Piazzi, La ragazza e il direttore, Angeli, Milano, 1995; P. Stauder, La società devota, Quattrov (…)

6Uno degli esiti della modernizzazione è l’eclissi della società, che via via assume un carattere evanescente5. Il sociale diventa il tratto peculiare della società postmoderna e le forme della società evanescente sostituiscono quelle della società consistente: l’emergere di un Io allo stato puro, il primato delle differenze quantitative su quelle qualitative, il valore di scambio quale misura di tutte le cose, la comunicazione come istituzione fondamentale. In questa nuova dimensione l’individuo appare privo di qualsiasi progetto storico e di riferimenti normativi; il rapporto individuo/società cambia e si caratterizza per l’incapacità della società (sistema sociale) a modellare l’individuo (sistema della personalità). Allorché la società evanescente non riesce più a modellare gli individui, la crisi è endemica e persistente; non potendo contare sull’esterno, l’individuo utilizza soltanto se stesso come sistema di modellamento. In questo senso:

  • 6 S. Abbruzzese, Sapere religioso e ritorno alle fonti. La modernità e la fine dell’adattamento, in R (…)

la ricerca del sacro è riconosciuta come una delle legittime aspirazioni del soggetto teso alla ricerca della propria autorealizzazione: essa viene ad implementare una ricerca personale di equilibrio e di sviluppo assolutamente legittima nell’ethos dell’epoca del post-dovere […]; ricerca autodiretta, nella quale il soggetto compie costantemente il bilancio tra aspettative e risultati, tra l’intensità della ricerca e l’efficacia del benessere e dell’equilibrio recuperati […]; la ricerca tende a prendere in esame una parte sistematicamente più vasta di opzioni; la rinnovata attenzione al sacro non è affatto più legittima della ricerca di altre forme di soddisfazione al proprio bisogno di realizzazione e di equilibrio […], la morale del benessere e dell’equilibrio interiore ha sostituito quella del dovere e del risparmio, la dimensione religiosa è di nuovo legittimata6.

  • 7 P. Stauder, La società devota, cit.

7Il primato morale, cioè, non è più in mano soltanto al sistema sociale, ma anche al sistema biopsichico. L’individuo, che si sente impoverito dal valore di scambio, dalla massificazione e che vuole distinguersi, deve fare continuamente esperienze significative7. È sullo sfondo di questi processi storici che si avvia la manipolazione sincretistica, globale, diffusa, dei beni di salvezza.

  • 8 Si tratta della ricerca curata dall’Osservatorio Socioreligioso Triveneto e volta ad approfondire l (…)

8Il fenomeno più rappresentativo dell’evanescenza nel campo religioso è appunto il New Age, che è stato oggetto di studio all’interno di una ricerca empirica condotta nel 1997 nell’area centrale del Veneto – in particolar modo la realtà della città di Padova – e della quale sintetizziamo i principali risultati8. Prima di passare all’approfondimento del modello organizzativo, dello stile comunicativo e delle strategie di mercato, è stato scelto un testo del Centro Studi per l’Educazione Biocentrica syn di Padova che risulta emblematico in riferimento ai concetti testé citati di valorizzazione biopsichica e di contestazione della quantificazione (condanna dell’imperativo economico/razionalistico e proposta di un paradigma e di uno spazio semantico alternativo):

Ci interessa il fenomeno vita e il rispetto di tutte le sue manifestazioni. Vogliamo favorire il diffondersi di una intelligenza non più focalizzata su valori economico-speculativi e razionali, ma capace di integrare la sensibilità. L’affettività ed il piacere di vivere insito nella Vita stessa. Per questo è importante integrare la comprensione delle Leggi universali che governano i processi vitali. L’educazione Biocentrica è una proposta per riapprendere i valori a favore della vita: proteggendola, curandola, alimentandola possiamo metterci più in contatto con i nostri bisogni essenziali riconoscendo che la salute è globale e implica un processo di integrazione con noi stessi, gli altri e l’ambiente.

2. Dove vive il New Age: i Centri Servizi Spirituali

  • 9 Una seduta presentata come yogica, per esempio, è costituita dai seguenti passaggi: asana (posizion (…)

9Le piccole imprese del sacro. I Centri sono degli spazi polifunzionali che offrono una pluralità di beni di salvezza mediante una forma nuova di fruizione e di accesso. Nel campo religioso pongono prodotti nuovi, di tipo sincretista9, utilizzati sia da utenti occasionali che da professionisti della ricerca spirituale. La realizzazione di un’offerta strutturata e variegata di beni di salvezza provenienti da diversi territori religiosi ed ambiti culturali è decisivo nel processo di istituzionalizzazione del settore sincretista, nel senso che viene ritagliato nello spazio pubblico un settore operativo e un’identità sociale che si pone a metà strada tra campo religioso tout court e campo economico dell’industria culturale e del tempo libero. La delimitazione di questo campo diventa così compito del gruppo degli specialisti.

10I Centri trasformano in impresa razionale l’offerta dei beni di salvezza, costituendosi operatori economici in grado di offrire una gamma eterogenea di servizi in modo continuativo, secondo programmi prestabiliti. Questi Centri coordinano singoli operatori utilizzandoli come soci o come imprese di subappalto, commercializzando servizi e trasformandosi così in luoghi d’incontro ed in organizzatori della domanda e dell’offerta. Si tratta prevalentemente di piccole organizzazioni ad ambito locale, strutturate sul territorio in modo reticolare, che non sono dipendenti da o associate ad organizzazioni internazionali. Hanno un raggio d’azione locale, calibrano l’offerta salvifica sulla base della congiuntura socioculturale e del contesto socioeconomico, operano sul mercato secondo modalità flessibili. Riferimenti spirituali e dottrinali, circuiti di appartenenza, curriculum spirituali ed esperienze formative degli specialisti sono internazionali; ma struttura ed ambito d’operatività sono a misura ridotta, locali, agili e si identificano molto spesso con singoli imprenditori religiosi.

  • 10 Per olistica (dal greco holos: totale) nel New Age s’intende una visione delle cose inglobante, sin (…)

11Le piccole imprese del sacro si collocano nel campo religioso sottolineando autonomia e sganciamento istituzionale. Insistono nel presentarsi con una propria identità – caratterizzata dalla condivisione del paradigma olistico10 – e con una propria proposta religiosa che nasce dal curriculum degli specialisti, che realizzano una personalizzazione dell’offerta. Un elemento della logica che ispira l’agire di questi imprenditori è appunto questo: essere scelti dagli utenti non tanto per l’appartenenza ad organismi di grandi dimensioni e per l’identificazione con precise dottrine religiose, ma quanto piuttosto per le proprie capacità e competenze personali, per la propria «credibilità spirituale» e ricchezza curriculare (professionalità).

12Nonostante l’esistenza di organizzazioni che razionalizzano l’offerta religiosa, non siamo però di fronte a organismi burocratizzati o centralizzati; anzi. Il campo neo-sincretista regionale, in continua trasformazione sia per composizione che per fisionomia, è composto da una miriade di attori individuali che sovente si incrociano nella rete dei «centri», ma che agiscono individualmente e occupano qualsiasi tipo di spazio. Si collocano ad esempio in questa prospettiva flessibile ed adattiva i seminari di tipo divulgativo e promozionale (stage, workshop), le conferenze di presentazione a scopo sperimentale. Queste attività, chiamate non a caso «momenti», rappresentano una peculiare modalità di funzionamento e uno dei mezzi più usati per la collocazione e la promozione dei prodotti di salvezza. Presentati come incontri informali, sono caratterizzati da una scarsa visibilità dell’organizzazione e da una logica della sperimentazione, e costituiscono il settore verso il quale converge la clientela occasionale. L’invisibilità dell’organizzazione in effetti garantisce privacy ed autonomia, l’ideale per fare sperimentazioni senza investire troppo di sé, senza identificarsi in qualche cosa e legarsi agli altri.

  • 11 Il ricavo del gestore della palestra è dato dalla differenza tra la somma pagata dall’utente al ges (…)

13Anche le strategie di inserimento nel mercato seguono questa traiettoria globale e sono orientate ad una mobilitazione totale: seminari Reiki, workshop bio-transenergitici e percorsi di arte-terapia si effettuano nelle biblioteche comunali, nelle sedi dei quartieri, nelle biblioteche civiche, nelle strutture di servizio degli enti locali, nelle associazioni culturali e nei circoli ricreativi (uisp, arci, aics) e perfino nei patronati delle parrocchie. Ma c’è di più: molte organizzazioni di tipo sportivo come le palestre propongono insieme ai tradizionali percorsi legati al fitness, prodotti afferenti all’area delle pratiche yogico-meditative, delle medicine alternative e delle scienze esoteriche. L’organizzazione di queste attività nelle strutture sportive è curata, tramite appalto o affidamento, da uno specialista esterno che vende la propria prestazione11.

14Gli specialisti sono contemporaneamente promotori, fondatori, co-fondatori, soci o fornitori di più centri ed evidenziano una forte mobilità orizzontale e verticale. I prodotti immessi nel mercato ed i relativi messaggi promozionali sono determinati dagli interessi e dai curricoli spirituali individuali di un ceto di specialisti che non costituisce un gruppo unitario e che non elabora collettivamente né l’ortodossia né le strategie di mercato. Ciascuno infatti opera, per quanto riguarda l’elaborazione dei prodotti e le modalità organizzative, in maniera autonoma. Le relazioni che intercorrono tra gli specialisti sono orientate allo scambio di esperienze per arricchire i curricoli e di informazioni per migliorare le strategie d’inserimento, allo stesso tempo esistono le tradizionali relazioni di concorrenza. Essi mantengono singolarmente relazioni con i propri riferimenti di formazione spirituale, nazionali o internazionali, ovvero centri di formazione dei formatori. L’acquisizione del riconoscimento nel mercato (distinzione) e del rispetto della propria professionalità (credibilità) si basa sulla disponibilità di capitale simbolico al quale gli specialisti possono attingere, capitale che si forma durante la fase del consumo e dell’utenza, ovvero quando costoro erano clienti.

15Il ceto degli specialisti evidenzia due tratti comuni: a) omogeneità nei curricoli formativi, nelle biografie e negli interessi spirituali; b) tendenza ad allargarsi e a rinnovarsi continuamente, in virtù del «fai da te» operato dagli utenti, che diventano specialisti o comunque scorgono un potenziale campo d’investimento professionale o di militanza. L’autogestione del sacro, la pluralizzazione della pratica senza confini e la soggettivizzazione-globalizzazione delle credenze costituiscono dunque la premessa per l’espansione continua degli specialisti. La mancanza all’interno del campo neo-sincretista di un’autorità di legittimazione e di controllo che segna i confini simbolici e le regole organizzative comporta i seguenti effetti: a) l’elaborazione dei prodotti segue la logica della modernizzazione e della sperimentazione, rientra cioè nel processo di innovazione che caratterizza l’economia di mercato; b) gli utenti hanno la possibilità di essere coinvolti nella produzione, nel consumo, nella formazione e nella didattica dei beni di salvezza.

16Regola fondamentale del mercato, anche quello simbolico, è distinguersi. Cioè mettere sul mercato un prodotto simile a quello dei concorrenti (senza che la clientela lo sappia) ma senza confondersi con la massa degli altri fornitori. A sua volta l’azione distintiva non deve essere esagerata, poiché si rischia di essere percepiti come troppo lontani e diversi (uscita dal mercato). Relativamente al campo neo-sincretista dell’area presa in esame si osserva che la conciliazione della funzione distintiva con la credibilità, si realizza mediante strategie comunicative dove scattano contemporaneamente meccanismi di difesa («non siamo una setta», «non è una religione»), e di coinvolgimento (prospettive di salute e di salvezza). La strategia di legittimazione ricorre a risorse simboliche concorrenziali in grado di costituire un sapere terapeutico alternativo e di sovvertire l’ordine simbolico stabilito; gli specialisti, infatti, valorizzano i prodotti mettendone in luce questi caratteri: efficacia soteriologica, provenienza esotica, marginalità rispetto alla cultura occidentale. Costoro gestiscono e valorizzano la condizione di estraneità e di marginalità del proprio sapere terapeutico come una risorsa di legittimazione e di mobilitazione. Attraverso il recupero, la riappropriazione e la rielaborazione di tecnologie di salvezza periferiche o sconosciute si avvia il processo di costituzione del capitale iniziale e di sostituzione del capitale religioso tradizionale, da cui avviare l’offerta e legittimare la propria esistenza sul mercato simbolico. La marginalità storica dei prodotti e la marginalità sociale degli specialisti rappresentano quindi sia una quota del capitale simbolico che una posizione privilegiata da cui criticare la modernità o aspetti specifici di questa. La marginalità costituisce così, attraverso la riappropriazione autonoma del sacro, un luogo franco per relativizzare le istituzioni del mondo moderno (scienza, razionalismo, tecnicismo) e per mettere in discussione alcuni degli effetti più preoccupanti della modernità, specie quella economica e ambientale. Per consolidare la propria autonomia, il campo neo-sincretista utilizza appunto il principio dell’erranza delle credenze e delle tradizioni, che consente la riabilitazione dei saperi nella civiltà occidentale marginali e, a sua volta, la riabilitazione degli specialisti.

  • 12 E. Pace, Credere nel relativo, Utet, Torino, 1997, cap. ii.
  • 13 P. Bourdieu, Genèse et structure du champ religieux, «Revue Française de Sociologie», 1971, xii, pp (…)

17La figura dello specialista in cose spirituali in tal modo cambia. Si presenta più come imprenditore di beni di salvezza su base terapeutica, che non capo carismatico che organizza un sistema di credenza. Illustra atteggiamenti e comportamenti adatti per le varie situazioni (igiene del corpo e della mente, cura di sé), fornisce risposte efficaci a problemi pratici, chiarisce dubbi attraverso una razionalizzazione-semplificazione della complessità ricorrendo all’unità della realtà e del mondo, vale a dire facendo immaginare unito cioè che in realtà è separato e differenziato12. La realizzazione di un relazione d’utenza – con la conseguente «fine dell’appartenenza» – corre parallela alla sostituzione della funzione profetico-carismatica del maestro con la funzione terapeutica dello specialista, che assume così nuovi caratteri: a) «medicalizzazione» della manipolazione dei beni di salvezza – l’altra faccia della contestazione della medicina ufficiale, sotto l’aspetto sia tecnologico che istituzionale –; b) tecnicizzazione e specializzazione del capitale simbolico13; c) caduta della carica eversiva; d) riorganizzazione del corpo degli specialisti, di cui sono cambiate credenziali e composizione sociale: giovani psicoterapeuti, psicologi e operatori della mente in genere, cultori dei saperi naturali, componente femminile numerosa.

18Struttura della comunicazione e strategie di mercato. Abbiamo visto che il New Age – e al suo interno specialmente il settore dell’arte-terapia – occupa lo spazio pubblico seguendo una strategia globale, come un vettore rivolto in tutte le direzioni. Approfondendo l’aspetto promozionale emerge che la divulgazione dei messaggi segue una doppia strategia. Una, utilizza i quotidiani locali – specialmente nella sezione dedicata agli avvenimenti culturali e ricreativi – e le pubblicazioni «alternative» ed espressamente New Age a carattere nazionale. Per gli imprenditori, però, i quotidiani locali sono strumenti che non consentono un controllo completo del messaggio, poiché il giornale ha potere discrezionale sull’opportunità di pubblicare e sul contenuto della pubblicazione, a meno che non venga acquistato uno spazio pubblicitario. Nel caso di promozione nelle riviste specializzate non viene esercitato nessun controllo del messaggio, ma è richiesto il pagamento di una tariffa pubblicitaria; inoltre questa modalità presenta altri svantaggi: primo, gli utenti occasionali non le leggono assiduamente; secondo, la pubblicità ha un raggio nazionale mentre l’attività dello specialista ha un raggio locale (territorialità). Con la seconda strategia, che si basa sull’utilizzo di volantini e locandine e che attiva una promozione diretta, capillare, locale, gli specialisti bilanciano gli inconvenienti sopracitati. Questa modalità offre la possibilità di controllare il contenuto e la direzione del messaggio, sfruttando le potenzialità linguistiche, visive e simboliche. Luoghi privilegiati di deposito o di affissione dei messaggi risultano essere gli informagiovani, le librerie tradizionali e le librerie specializzate, i locali e i ristoranti «alternativi», le zone dei centri storici, le sedi delle facoltà universitarie, e soprattutto – sia come luogo di incrocio di esperienze che come punto di divulgazione – le erboristerie ed i negozi biologici.

19Il campionario dei messaggi mette in luce uno schema comunicativo basato su quattro assi narrativi. 1) Innanzitutto la collocazione del prodotto salvifico, tracciandone la storia e fornendo il riferimento dell’area culturale e religiosa. Ciò fa supporre che il pubblico abbia una certa dimestichezza ed una discreta conoscenza, nel senso che sa riconoscere tecniche e tradizioni religiose. 2) Poi la descrizione delle caratteristiche del prodotto salvifico: cosa è e cosa si fa. Si spiega in cosa consiste la pratica, quali passaggi sono previsti e quali tecniche vengono usate. 3) La spiegazione degli obiettivi e dei benefici del prodotto di salvezza; qui si insiste sulla certezza dei benefici e dei risultati, che si possono «vedere» in modo immediato. 4) Infine la funzione diagnostica, individuale e sociale.

  • 14 D. Léger, Le comunità apocalittiche neorurali in Francia, in M. Augé, C. Herzlich (a cura di), Il s (…)

20Gli specialisti offrono chiavi di lettura per comprendere origine del male e del disagio, indicando fattori negativi, malattie da cui guarire e relative tecnologie di salvataggio. Mediante la drammatizzazione degli effetti negativi causati dal paradigma sociale, costoro manifestano la loro capacità esorcistica e si pongono come commentatori e sistematizzatori della storia14. Ad esempio quando mettono in discussione i valori e la logica della civiltà occidentale, sottolineano che esiste un nucleo vitale che non può essere compresso all’infinito e formulano – implicitamente – una critica alla relazione individuo-società.

21Per quanto riguarda la distribuzione delle attività nell’arco dell’anno, dopo l’estate l’offerta parte lentamente e nei mesi autunnali raggiunge il livello più intenso. Dal momento che in autunno sale altissima l’offerta di corsi ricreativi, formativi ed educativi (corsi di lingue straniere, corsi brevi d’educazione permanente, corsi di pittura, di ginnastica), gli specialisti avviano un’offerta massiccia per occupare uno spazio nel mercato ed ottenere una visibilità come settore definito, distinguendosi da attività ricreative ma senza confondersi con il campo religioso dei movimenti «classici». Le attività subiscono un’altra impennata nei mesi iniziali della primavera, utilizzando nella promozione il leitmotiv del risveglio energetico primaverile.

  • 15 Soka Gakkai (in italiano «Società per la creazione di valori») è un gruppo neo-buddhista sorto negl (…)
  • 16 Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi è una tecnica yogico-meditativa nonché un grupp (…)
  • 17 All’induismo classico – e sincretista – di Sathya Sai Baba, che si presenta come avatar (incarnazio (…)
  • 18 Un’ottima sintesi della teoria sociologica sul tipo-setta e sui fenomeni settari, con una «carrella (…)

22L’elaborazione sia dei prodotti salvifici che delle strategie d’immagine segue una politica di mercato volta a fornire una rappresentazione globale, olistica, dei Centri, che comporta precise conseguenze nel campo religioso. Infatti la messa a punto di prodotti globali, totali, implica da una parte che categorie come «sacro», spirito», «anima», «religione» diventino sempre più evanescenti e allo stesso tempo alla portata del fai da te individuale; dall’altra parte comporta il trascinamento nel campo neo-sincretista di gruppi religiosi o socio-religiosi che sincretisti non sono (Soka Gakkai)15, o lo sono poco (gruppi meditativi come Meditazione Trascendentale)16 o gruppi devozionali sincretisti ma con precise radici culturali (Sai Baba, Mahikari)17. Questi gruppi, che si propongono come i depositari degli insegnamenti originari o della verità e che rientrano meglio nella categoria sociologica del tipo-setta18, vengono investiti dal consumo globale degli utenti e dalle produzioni sincretiste degli specialisti, e risucchiati così nel processo di globalizzazione.

  • 19 In effetti la ricerca ha messo in luce che la componente femminile è maggioritaria tra gli utenti e (…)

23Il settore sincretista si caratterizza per un elevatissima presenza della componente femminile, sia dalla parte dell’utenza che dalla parte degli specialisti. La progettazione del prodotto sincretista perciò tiene conto dell’elevata utenza femminile adeguandosi sia dal lato organizzativo (tempi, orari) che dal lato qualitativo (temi e contenuti): il prodotto sincretistico «parla» una lingua che è compresa e recepita dalle donne e che spesso ha queste come principale destinatario. Inoltre, la presenza di un ceto di specialisti dove la componente femminile è elevata condiziona il contesto di ideazione, progettazione e programmazione dei prodotti19.

  • 20 Brano tratto dall’intervista a C., responsabile di un centro di autoguarigione.

24Uno degli obiettivi fondamentali delle strategie di comunicazione dei Centri è trasmettere l’idea che la caratteristica principale delle attività proposte è la prevedibilità. Gli specialisti ritengono infatti importante spiegare che i prodotti hanno scopi precisi ed effetti calcolati, che si svolgono secondo percorsi prestabiliti, risultati prefissati, riflessi sull’utente previsti. Ciò risponde ad una esigenza di legittimazione che essi individuano spiegando di possedere il controllo dei processi di manipolazione del sacro, processi ripetibili e verificabili secondo un standard. In altri termini, gli specialisti rassicurano l’utente che costui beneficerà degli esiti positivi della pratica senza vivere un forte processo di conversione, o come afferma uno specialista: «non vengono rivoltati come un calzino»20.

25Dal momento che il consumo dei prodotti sincretisti è orientato all’inserimento nella realtà ed è volto ad un super-adattamento degli individui al mondo, l’esperienza derivante da questo consumo non prevede una conversione in toto, l’uscita da questo mondo, bensì una centratura del sé e l’invito a cambiare lentamente, ad aprirsi dolcemente a nuove tematiche e a nuovi stili di vita. In questo senso l’esperienza religiosa innanzitutto si pone come tecnologia per equilibrare il sé, e poi, eventualmente, di ricomporre un nuovo sé e un diverso quadro del mondo. Gli specialisti dunque comunicano che le trasformazioni di sé, mediante emozioni serene e psichicamente leggere, sono lontane da esperienze eversive e di rottura.

  • 21 Cfr. M. Weber, Considerazioni intermedie. Il destino dell’occidente, Armando Editore, Roma, 1995.

26Equilibrio ed energia sono gli assi principali su cui si basano la composizione dei prodotti e la comunicazione dei Centri. Gli specialisti elaborano una teodicea – che è allo stesso tempo una sociodicea21 – un senso del male attraverso l’individuazione delle cause dei disagi, la diagnosi della realtà sociale e l’offerta terapeutica, la quale, riscoprendo potenzialità nascoste ed energie assopite, riporta l’individuo in uno stato positivo di ricomposizione e di espressività. Gli specialisti prima suggeriscono all’utenza «di prendere coscienza» delle frustrazioni e delle alienazioni alle quali è sottoposto l’individuo moderno; poi spiegano che le cause del malessere sono aggravate dalla trascuratezza del sé; infine propongono operazioni di neutralizzazione, di riallineamento e di valorizzazione emotiva, attraverso il rivolgimento dello sguardo all’interno di sé. Possiamo sintetizzare la pars destruens (afflizioni, situazioni negative, critica sociale) e la pars construens (azioni salvifiche) nella tabella seguente:

Tab 1. Visione del mondo del paradigma olistico.

 

Positivo

Negativo

Ambiente

Anima/Interno/Cosmo

Mondo/Capitale

Approccio

Globale/Olistico/Sinergico

Parziale/Meccanicistico/Analitico

Azioni

Ascoltarsi/Conoscersi/Purificarsi
Cambiare/Sbloccarsi/Trasformare
Risvegliare/Esplorare/Liberare

Ignorarsi/Tendersi/ Irrigidirsi

Risultati

Salute/Guarigione/Consapevolezza
Conoscenza/Armonia/Unione
Sintonia/Amore/Pace

Appiattimento/Malattia/ Alienazione
Disagio/Angoscia/Insicurezza

27Ora i Centri neutralizzano la contraddizione che potrebbe sorgere dalla compresenza di una traiettoria intramodana con la matrice controculturale, gnostica ed esoterica dei prodotti, mediante una funzione anticipatoria del paradigma neo-sincetista, che mobilita, anticipa e «fa succedere il futuro». Questa funzione segue uno schema d’azione composto da: a) denuncia della tecnicizzazione-razionalizzazione estrema del pensiero e della compressione spazio-temporale esasperata, con la conseguente perdita della dimensione emotiva e spirituale; b) richiamo urgente alla reintroduzione di elementi emozionali e liberatori; c) conseguente riappropriazione delle tradizioni religiose e culturali, che alimenta l’espansione del paradigma neo-sincretista anticipandone l’avvento. Da qui – dal di dentro del sistema – esso si pone come alternativo o comunque antagonista. Anche a prima vista può apparire contraddittorio, considerata la natura inclusivista, relativistica e scarsamente dottrinale del paradigma leggero, è da questo momento, da quando pretende di possedere la Verità e le Via di Salvezza, che prende avvio l’istituzionalizzazione del campo neo-sincretista, con relativo arroccamento e irrigidimento.

 

  • 22 Si noti la coincidenza, la sovrapposizione, tra l’area ad economia diffusa (il «quadrilatero indust (…)

28I mediatori della religiosità sincretista. Elemento principale di mediazione dal livello di consumo elitario al livello di consumo di massa sono (stati) coloro che hanno condiviso il movimento della controcultura e che nel corso degli anni sono passati a tematiche legate alla ricerca spirituale. Gruppi, individui ed ambienti collegati o provenienti dai movimenti politici e giovanili della contestazione e della controcultura hanno funzionato da pionieri della sperimentazione e hanno diffuso informazioni verso le masse. Se oggi nelle città (Padova, Vicenza, Mestre) e nei centri urbani di medie dimensioni (Cittadella, Bassano, Castelfranco, Montebelluna, Conegliano)22 del Veneto centrale l’utenza è numerosa e allo stesso tempo variegata, è grazie anche a questi mediatori-traduttori, i quali negli anni scorsi hanno costituito il mercato e formato l’area primaria della clientela. Per questi imprenditori religiosi questa clientela storica ha rappresentato le condizioni minime per investire e per proporre; nella fase successiva, da clienti privilegiati a clienti comuni, hanno fatto da trait d’union tra organizzazioni e masse disinformate.

29L’antropologia urbana cambia. Le città, specialmente Padova, da punto di riferimento dei movimenti socio-politici dei decenni scorsi, si trasformano in punto di riferimento dei movimenti socio-religiosi. Questo è anche possibile perché ci sono nel mercato religioso zone scoperte, nelle quali si inseriscono le espressioni neo-sincretiste, che ripropongono il nesso salute-salvezza. La «doppia migrazione» – persone e tematiche ispirate dai movimenti politici degli anni Settanta – dal campo politico al campo religioso mette in luce una traiettoria di inserimento sociale che utilizza un subsistema ad alta resa simbolica (la religione) ed un nuovo linguaggio in grado di fornire nuove legittimazioni alla realtà ed orizzonti di senso (es. flusso naturale), offrire nuove identità (es. uomo cosmico). La proposta dei Centri contiene infatti elementi peculiari della controcultura, ad esempio quello della «consapevolezza», la parola-chiave che ricorre con maggior frequenza sia nelle attività che nei messaggi e che viene tradotta con accettazione di sé e messa in discussione dei valori su cui si basa la propria vita, autorealizzazione del sé individuale e della sua dimensione divina nel Sé universale. Ora la consapevolezza del neo-sincretismo non è altri che la rielaborazione in termini mistificatori della «coscienza autentica» (contrapposta alla «falsa coscienza») che attraverso una ricerca autodiretta mira alla ricomposizione di un senso: l’abbandono del Politico a favore del Soggetto.

3. Generalizzazione del sacro, sacralizzazione dell’io, accelerazione dell’evanescenza

  • 23 Brano tratto dall’intervista a M., utente.

30Uno dei risultati più interessanti dell’indagine è la constatazione che, nell’area studiata, il sacro è liquido, generalizzato e quantitativamente massiccio. Si adatta alla società evanescente, al sociale allo stato puro. È «in circolazione» e i suoi confini sono sfocati. Ciò chiarisce la stretta relazione tra soggettivizzazione della credenza e autogestione del sacro: facendosi questo fluido, l’individuo dà vita soggettivamente ad un sistema di credenza (partendo ad esempio dall’esperienza con il proprio corpo), da cui si apre la strada per la costruzione individuale di mondi di significati. In questo quadro le tecniche occupano un posto di primo piano perché talvolta assumono, a scapito della ricerca spirituale, un ruolo quasi assoluto. Sperimentare più tecniche possibili, vivere più esperienze spirituali ed ottenere dei risultati immediati diventa un fine in sé, in una sorta di ascesi alla rovescia. Un’etica della sperimentazione e del relativismo. Se il sacro in circolazione è la piattaforma dottrinale e liturgica su cui fabbricarsi un dispositivo individuale «fondendo» differenti tecniche, i Centri, come abbiamo visto, sono i contenitori che mettono a disposizione uno spazio fisico che assume aspetti plurisacrali a seconda dei percorsi e che vede il passaggio repentino da una modalità simbolica ad un’altra. L’accesso al sacro è quindi condizionato dalla volontà dell’utente e la ricerca del sacro procede «a salti», tra le varie opportunità presenti sul mercato. Attraverso le sedimentazioni di esperienze e conoscenze religiose accumulate durante il consumo, l’utente costituisce un curriculum spirituale dal quale strutturarsi un proprio orizzonte di senso: «è qualcosa di più di una religione, ma più importante è questo: io ho la mia religione»23.

  • 24 Brano tratto dall’intervista a R., socia-lavoratrice presso un centro di benessere naturale e filos (…)
  • 25 M. Ferguson, The Aquarian Conspiracy. Personal and Social Transformation in the 1980s, J. P. Tarche (…)

31L’orizzonte proposto dal New Age è la reintegrazione dell’uomo nel e con il cosmo. Il consumo di prodotti spirituali si pone come antidoto al sentimento di alienazione, sdoppiamento e non-liberazione. Il ricorso al sacro si iscrive in questa strategia di recupero dell’unità e del senso perduti, di produzione di immagini dense di significati: «arte-terapia vuol dire ritornare in sé, ricordarsi di sé: dedicarsi del tempo»24. Il consumo quindi svolge una funzione reintegratice, se intesa come mezzo per interrompere i ritmi incalzanti della quotidianità e riacquistare una dimensione unitaria della vita psichica; ma anche una funzione contestataria (cospirazione passiva)25 se intesa come forma di ribellione all’imperativo coatto di lavoro e consumo, alla logica e all’organizzazione sociale. Ma, mentre nei percorsi yogico-meditativi la pratica si colloca in una traiettoria di acquisizione di equilibrio e di controllo della propria vita, il consumo dei prodotti sincretisti è rivolto più al risveglio energetico e al miglioramento espressivo.

  • 26 Brano tratto dall’intervista a D., utente ed insegnante di yoga.

32Il New Age fonda l’azione sull’identità mediante la riappropriazione del sacro. In questa traiettoria si iscrive la dinamica di divinizzazione dell’uomo, formulata in risposta ad un’esigenza diffusa di ritrovare una dimensione globale ed unitaria, nel mondo delle specializzazioni. Esso offre così risposte alle domande di unità interna (pace interiore) ed esterna (ecumenismo globale) che sorgono dal bisogno di riconciliazione con se stessi e dal sentimento di frammentazione che gli attori da noi intervistati hanno spesso espresso. I soggetti si percepiscono sovraesposti verso l’esterno, in una sorta di sdoppiamento, o come dice un utente-specialista, «le persone si sentono fuori di sé»26.

33Agli utenti dei Centri posti nelle aree urbanizzate e industrializzate del Veneto la realtà dunque appare frantumata e sempre più difficile da comprendere. L’utilizzo di tecnologie di salvezza, che si pongono l’obiettivo di far emergere il divino presente nell’uomo, si colloca in quelle forme di neutralizzazione del disagio e di sviluppo metapersonale in grado di supplire ai limiti della realtà esterna e incapace di assicurare riferimenti sostanziali all’esigenza di individuazione.

34Caratteristiche e segno del sacro cambiano. Esso soggiorna nell’uomo – che è Dio – si manifesta nell’individuo e costituisce una dimensione interiore. La manipolazione sincretista rompe dunque con il dato comunitario e rende l’individuo luogo della manifestazione celeste. La filosofia che propongono i Centri postula che la salvezza consiste nella ritrovata unità tra fisico e metafisico, nella ricomposizione del nesso salute-salvezza e nella coscienza di appartenere ad un ciclo naturale: stare bene significa avere la consapevolezza di appartenere al flusso vitale e partecipare pienamente al flusso cosmico. E l’acquisizione della consapevolezza procede con la ricerca della completa realizzazione della componente fisica, psichica e spirituale.

35L’esperienza del sacro si trasforma e si connota di evanescenza. Essa si colloca nell’incontro e nella scoperta della parte emotiva, sentimentale ed a-razionale dell’individuo. Non si pone come incontro con il Radicalmente Altro, come momento eversivo – dai risvolti normativi –; non è evento, ma piuttosto un’esperienza che convive con una domesticità risacralizzata. Il sacro non è un’irruzione straordinaria e violenta, bensì una presenza amichevole e delimitata, immersa nel panorama domestico, che deve fornire risposte pratiche, efficaci e funzionali.

36La riappropriazione del sacro si iscrive in un nuovo e diverso tentativo di comunicazione con la società. Esso diventa un luogo privilegiato da dove portare critiche, proporre alternative e cambiamenti, in cui esprimersi liberamente, usare un altro linguaggio e far vivere un’altra logica. Attraverso di esso gli attori sociali si riappropriano della storia e sentono così che le cose hanno un senso, poiché la complessità sociale viene semplificata in pochi principi cosmici. La ricomposizione del senso, però, non si basa tanto sulla credenza e sull’appartenenza, ma quanto sulla pratica e l’esperienza religiosa.

37Il New Age, che ingloba l’idea di innovazione continua, fonda il discorso salvifico sul sé personale e sul Sé cosmico. Il ritorno al sé – dall’esistenza (consistenza) all’essenza (evanescenza) – appare però più come una resa di fronte al mondo, un ripiegamento dal politico al privatistico, il passaggio dall’utopia del cambiamento sociale all’utopia di riforma del Sé. Non a caso gli utenti affermano che è necessario cambiare noi stessi per cambiare il mondo (ribaltando il noto «cambiamo il mondo per cambiare noi stessi»). È dalla riforma di sé, lentamente ed indirettamente, attraverso l’esperienza del sacro che si dovrebbe procedere alla riforma della realtà.

38Il New Age è indicatore e interprete di una fase di grande rivolgimento economico-sociale-culturale. Ma non è solo un prodotto, un effetto; esso rappresenta anche un elemento di trasformazione della società, poiché in essa fa circolare nuove idee e nuovi stili di vita, facendo diventare il sistema sociale sempre più evanescente. Da effetto diventa causa. Anche se non ha fornito la salvezza universale, ha avuto un impatto sociale rilevante ed una notevole capacità penetrativa nel sistema culturale nell’inserire una traiettoria soggettiva, privatistica, passiva e di chiusura, un soggettivismo criptico di massa in una sorta di mistica del bunker. Circolarità del tempo e unità corpo-mente-natura ad esempio sono dei casi dell’inserimento di nuove idee e dell’accelerazione dell’evanescenza. Nel contesto Occidentale, che ha conosciuto quasi esclusivamente il concetto lineare del tempo e della vita, si inserisce il concetto circolare, caratteristico dell’Oriente o del Sud America. All’interno di un concetto lineare le scelte sono definitive («non si torna indietro»); all’interno di un concetto circolare, invece, le scelte sono temporanee (»smetto quando voglio e ricomincio con qualcos’altro»).

39La maggiore complessità della realtà sociale richiede uno sviluppo personale sempre più elevato, che via via assume la forma di un caleidoscopio «a più voci». Anche la biografia spirituale diventa un collage, un accavallarsi ed intersecarsi di esperienze legate a spiritualità, a culture e religioni diverse. E così come l’identità individuale, anche l’identità religiosa degli utenti dei Centri non ruota più attorno ad un nucleo principale ed immutabile, ma è un mosaico di frammenti. Si delineano in questo modo percorsi spirituali costituiti dalla sedimentazione di diverse esperienze, in una sorta di morfologia. L’utente dei Centri appare dunque come un «ascoltatore oleofonico», a tutto tondo: pratica più esperienze simultaneamente su diversi terreni, veste contemporaneamente i diversi panni delle figure presenti nel campo (specialista-fornitore, imprenditore, utente, simpatizzante). La partecipazione oleofonica a diversi terreni non comporta conversioni nette e travagliate (morte-rinascita e ri-identificazione con un nuovo universo simbolico), bensì una partecipazione parziale della propria identità, un coinvolgimento relativo e plurale, «a freddo». Egli costruisce il senso partendo da sé e assemblando elementi provenienti da diverse esperienze. Pone una richiesta in linea con i tempi della società evanescente: una religione comoda, nel senso del comfort postmoderno, una religione portatile, che risolva problemi esistenziali e sia in grado di adattare i soggetti al mondo esterno.

  • 27 F. Manattini, Neutralizzazione del conflitto e disagio individuale, Quattroventi, Urbino, 1996.

40Possiamo ora riannodare tutti i fili del discorso, per sottolineare che il New Age dell’area indagata rappresenta una religione dello sviluppo (in un’area policentrica a forte sviluppo economico) che soddisfa più un bisogno di distinzione e di differenziazione, che non l’altra dimensione dell’identità, vale a dire l’identificazione/appartenenza. Se nella società moderna aumentano le possibilità di differenziarsi, queste differenze sono poco significative, poiché le appartenenze socioculturali sono fungibili, generiche, intercambiabili, deboli. Ora, nell’asimmetria fra individuazione (surplus) e identificazione (deficit), in cui l’individuo tenta di recuperare il senso della propria identità, i soggetti tentano di colmare il deficit di identificazione attraverso sempre nuove individuazioni27.

  • 28 Cfr. G. Piazzi, C. Cipolla, Il disincanto affettivo, Angeli, Milano, 1985; M. Diani, L’area della n (…)

41La ricerca ha messo in luce che il senso poggia sulla condivisione di un nuovo paradigma culturale, senza che ciò coincida con la partecipazione e l’appartenenza ad una struttura. Se da un lato il New Age prolunga il discorso antiistituzionale avviato negli anni Sessanta, dall’altro si verifica il passaggio da una militanza partecipata ad una militanza senza partecipazione. In conclusione si pone come un aggregato denso di significato e capace di offrire spiegazioni in grado di limitare l’incertezza dell’agire in un contesto complesso, fondando l’origine del senso non sull’appartenenza a sistemi di gruppo, ma sul sistema dell’io28. La ridefinizione e la ricomposizione dell’identità si realizza con lo scioglimento dei rapporti di appartenenza e nella liberazione dal primato sociale; a livello religioso ciò è tradotto con il rifiuto della fede nella verità e del dogma della verità, con l’applicazione di pratiche terapeutiche attraverso le quali realizzare un processo redentivo e con l’elaborazione di un principio universale che erge a dogma il relativismo.

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Note

1 E. Pace, La funzione della religione nella teoria dei sistemi, «Rassegna Italiana di Sociologia», 1986, n. 4, pp. 551-562.

2 M. York, The emerging network: a sociology of the New Age and new-pagan movements, Rowan & Littlefield, Lanham, Maryland, 1995. Un modello dinamico del New Age è stato messo a punto da M. Geoffrey, Le paradoxe du mouvement Nouvel Age, «Society/Société», Montréal, vol. 9,1995, n. 2; id., Essai de typologie du Nouvel Age, comunicazione in «xxiv Conferenza Internazionale della Società Internazionale di Sociologia delle Religioni», Toulouse-Université le Mirail, 7-11 luglio 1997.

3 M. Thompson – R. Ellis – A. Wildavsky, Cultural Theory, Oxford Westview Press, Boulder, S. Francisco, 1990. Gli altri tipi di cultura individuati dalla teoria culturale sono: cultura settaria, gerarchica, fatalistica.

4 Cfr. P. Heelas, The New Age Movement, Blackwell, Oxford, 1996; Champion F., Religieux flottant, écletisme et syncrétisme dans les sociétés contemporaines, in J. Delumeau (a cura di), Le fait religeux dans le monde d’ajourd’hui, Fayard, Paris, 1993; G. Filoramo, I nuovi movimenti religiosi: metamorfosi del sacro, Laterza, Bari, 1986; L. Berzano, Religiosità del nuovo aeropago, F. Angeli, Milano, 1994; M. I. Macioti, Musica, Danza, Spettacolo nella spiritualità del New Age, «Lo Spettacolo», 1996, n. 3. Sulle fonti del New Age ed in particolare sulla rilevanza degli aspetti gnostici: G. Filoramo, Il risveglio della gnosi, ovvero Diventare Dio, Laterza, Bari, 1990; M. Introvigne, Il ritorno dello gnosticismo, SugarCo, Milano, 1993.

5 G. Piazzi, La ragazza e il direttore, Angeli, Milano, 1995; P. Stauder, La società devota, Quattroventi, Urbino, 1996. La teoria della società e la coppia concettutale consistenza/evanescenza formulate da questi autori sono state utilizzate come chiavi di lettura del campo neo-sincretista.

6 S. Abbruzzese, Sapere religioso e ritorno alle fonti. La modernità e la fine dell’adattamento, in R. Guolo, Il paradosso della tradizione, Guerini e Associati, Milano, 1996, p. 123.

7 P. Stauder, La società devota, cit.

8 Si tratta della ricerca curata dall’Osservatorio Socioreligioso Triveneto e volta ad approfondire le forme e le dimensioni delle espressioni religiose e di coltivazione dello spirito nell’area padovana. Per quanto riguarda il filone del New Age sono stati censiti circa un centinaio tra Centri Servizi Spirituali o altre organizzazioni che offrono prodotti di salvezza di vario genere: discipline orientali, religioni di guarigione, terapie oliste, arte-terapia, percorsi di sviluppo biopsichico.

9 Una seduta presentata come yogica, per esempio, è costituita dai seguenti passaggi: asana (posizioni Yoga), danze sufi (a due e in gruppo, sul tipo dei dervisci), recitazione di mantra, invio di energia cosmica per il benessere dei familiari, canto di Kirye Eleison.

10 Per olistica (dal greco holos: totale) nel New Age s’intende una visione delle cose inglobante, sinergica, opposta alla visione analitica e meccanicistica, dove anima e corpo, pensiero e vita, materia e corpo, presente e futuro, qui e al di là, sono intimamente interconnessi, dove gli insiemi comportano un significato e una realtà propri e non si riducono alla somma delle parti.

11 Il ricavo del gestore della palestra è dato dalla differenza tra la somma pagata dall’utente al gestore e la somma pagata dal gestore allo specialista.

12 E. Pace, Credere nel relativo, Utet, Torino, 1997, cap. ii.

13 P. Bourdieu, Genèse et structure du champ religieux, «Revue Française de Sociologie», 1971, xii, pp. 295-334.

14 D. Léger, Le comunità apocalittiche neorurali in Francia, in M. Augé, C. Herzlich (a cura di), Il senso del male. Antropologia, storia e sociologia della malattia, Il Saggiatore, Milano, 1986, pp. 239-260.

15 Soka Gakkai (in italiano «Società per la creazione di valori») è un gruppo neo-buddhista sorto negli anni Trenta in Giappone e diffuso in quasi tutto il mondo. Cfr. D. A. Metraux, The History and Theology of Soka Gakkai. A Japanese New Religion, E. Mellen, Lewinston-Queenston, 1988; sulla Soka Gakkai in Italia si veda M. I. Macioti, Il Buddha che è in noi, Seam, Roma, 1996.

16 Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi è una tecnica yogico-meditativa nonché un gruppo neo-orientale sorto in India negli anni Cinquanta che si rifà all’induismo – in particolare alla scuola filosofica Shankara – e che ha visto un grande successo negli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta. Cfr. M. I. Macioti, Teoria e tecnica della pace. Saggio sulla «Meditazione Trascendentale», Liguori, Napoli, 1980.

17 All’induismo classico – e sincretista – di Sathya Sai Baba, che si presenta come avatar (incarnazione) di Visnù, si rifanno i gruppi di discepoli sparsi anche in Occidente. Mahikari, invece, è una nuova religione giapponese magico-terapeutica sorta nel dopoguerra, molto diffusa in Europa ed in Italia. Cfr. M. Introvigne, I nuovi culti, Mondadori, Milano, 1990, rispettivamente i capp. x e xv.

18 Un’ottima sintesi della teoria sociologica sul tipo-setta e sui fenomeni settari, con una «carrellata» sui classici della sociologia che hanno approfondtio questo tema, è il testo di M. L. Maniscalco, Spirito di setta e società. Significato e dimensioni sociologiche delle forme settarie, Franco Angeli, Milano, 1992.

19 In effetti la ricerca ha messo in luce che la componente femminile è maggioritaria tra gli utenti e numerosa tra gli specialisti.

20 Brano tratto dall’intervista a C., responsabile di un centro di autoguarigione.

21 Cfr. M. Weber, Considerazioni intermedie. Il destino dell’occidente, Armando Editore, Roma, 1995.

22 Si noti la coincidenza, la sovrapposizione, tra l’area ad economia diffusa (il «quadrilatero industriale» del modello veneto di piccole-medie imprese manifatturiere) e l’area di diffusione delle espresisoni neo-sincretiste.

23 Brano tratto dall’intervista a M., utente.

24 Brano tratto dall’intervista a R., socia-lavoratrice presso un centro di benessere naturale e filosofie orientali.

25 M. Ferguson, The Aquarian Conspiracy. Personal and Social Transformation in the 1980s, J. P. Tarcher, Los Angeles, 1987.

26 Brano tratto dall’intervista a D., utente ed insegnante di yoga.

27 F. Manattini, Neutralizzazione del conflitto e disagio individuale, Quattroventi, Urbino, 1996.

28 Cfr. G. Piazzi, C. Cipolla, Il disincanto affettivo, Angeli, Milano, 1985; M. Diani, L’area della nuova coscienza tra ricerca individuale e impegno civile, in A. Melucci (a cura di), Altri codici, Il Mulino, Bologna, 1984, pp. 223-266.

IL NEW AGE COME PARADIGMA SOCIALEultima modifica: 2021-01-19T18:48:13+01:00da mikeplato
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