LE GENERAZIONI DEI NEW AGERS

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di Luigi Berzano

Introduzione

  • 1 Per una ricostruzione storico-sociologica del New Age si veda: B. Dobroczyrisk, New Age, Milano, Mo (…)

Il New Age, oltre che nel linguaggio comune, è ormai entrato nei dizionari e nelle enciclopedie, seppure con molteplici nomi e valutazioni. Per tutti il New Age è un fenomeno «diffuso e multiforme»1. Presentarne le sue origini, le sue forme e manifestazioni è come disegnare un albero lussureggiante sul quale vi fiorisce ogni genere di scienze, di pratiche e di credenze. Vi si trovano saperi antichi e scienze moderne, tradizioni millenarie e tecnologie postmoderne, metodi formativi e terapeutici, simboli e rituali di tutte le religioni. In armonia con l’attuale contesto di globalizzazione il New Age comprende una grande quantità di idee e di pratiche provenienti dall’Occidente e dall’Oriente, nei campi della filosofia, della religione, della scienza, della medicina, dell’arte. Gli autori ai quali si richiama, i libri sacri che legge, le pratiche spirituali e terapeutiche che esegue, provengono da ogni parte e da ogni tempo. La visita a qualsiasi libreria ci documenta questo universo culturale in cui convivono tradizioni diverse: mistiche occidentali e orientali, esoterismo e magia, medicina tradizionale e scoperte della tecnologia. Per quanto riguarda la sua vicinanza alle religioni, alle quali spesso viene associato, il New Age testimonia sia la persistenza del sacro nelle società postmoderne sia le forme del tutto inedite con le quali esso si manifesta.

Nonostante questa sua eterogeneità, molti studiosi hanno trattato del New Age come di un fenomeno fondamentalmente unitario, individuandone alcuni elementi costitutivi rappresentabili nei cinque punti seguenti. In primo luogo il New Age è una visione globale e olistica del mondo e dell’uomo. Il mondo è un ecosistema nel quale l’unità di tutte le forme vive e dei loro cicli di nascita e di morte, rispecchia un rapporto ugualmente unitario con il divino. Questa sensibilità new ager è del tutto in consonanza con l’attuale contesto di globalizzazione del pianeta e delle sue reti comunicazionali quali Internet. New Age è un ecosistema in cui la vita privata ha molteplici relazioni con la vita pubblica, e nel quale tutti i comportamenti riguardano nello stesso tempo la cura della salute, la salvezza, l’alimentazione, la moda, la tecnologia, l’architettura e il lavoro. In secondo luogo il New Age è costituito da una propensione all’attesa di grandi trasformazioni. Nella fase iniziale del millenarismo ottimistico new ager l’avvento atteso era quello della nuova età della pace e del benessere mondiale. Nella fase attuale di millenarismo mitigato e individuale (Next Age) l’avvento atteso è quello di una trasformazione personale che assicuri felicità, armonia, divertimento. In terzo luogo il New Age è una visione positiva del mondo, dell’uomo e del suo potenziale di sviluppo. Soprattutto il corpo è un bene in sé e per sé: è attraverso il corpo e le sue esperienze, quale la sessualità, che anche lo spirito si esprime ed entra in contatto con il divino. Innumerevoli citazioni potrebbero essere riportate per indicare questo comune sentire new ager sulla corporeità e sessualità quale forma di «veicolo spirituale»; il benessere New Age è l’armonia tra la sfera corporea, quella psichica e quella corporea. Un’altra caratteristica del New Age è la centralità che in esso assume l’esperienza personale; il «fare esperienza» personale e diretta è il primo principio conduttore di tutte le attività dei new agers. Ne emerge una concezione narcisistica e autoreferenziale del vivere, propensa a darsi da sola le sue coordinate di salute e di salvezza. In campo psicologico questo atteggiamento conduce a una elevata sensibilità emotiva e volitiva nel valorizzare la propria esistenza con molteplici tecniche di ampliamento della coscienza e di autorealizzazione; in campo spirituale conduce a una religiosità nella quale la regola è che ognuno trovi la sua propria via. L’ultima caratteristica che questa visione unitaria attribuisce al New Age è la sua sostanziale omogeneità con la società postmoderna. Il New Age, per i suoi elementi di individualismo e di edonismo può essere considerato come la spiritualità della società postmoderna. Nel campo della salute, della forma fisica e psicologica, dell’arte, della ricerca del mistero, i beni, i servizi e i consumi new agers non documentano la scomparsa del sacro, ma l’ultima forma di uscita del sacro dal sistema delle religioni storiche.

Questa ricostruzione del New Age con le cinque dimensioni citate, è quella che si ricava in molte opere sul New Age. Ne emerge una concezione del New Age quale realtà omogenea e condivisa dagli abitanti di tutti i continenti, compreso quello comunicazionale di Internet. Il New Age rappresenterebbe, cioè, lo spirito d’epoca e lo Zeitgeist di questa fine millennio.

  • 2 Cfr. D. Rudhyar, Astrological Timing. The Transition to the New Age, New York, Harper & Row, 1972; (…)

In questo intervento si vorrebbe, invece, identificare il New Age presentandone due livelli di differenziazione temporale e spaziale al suo interno. Il primo livello si riferisce a una tradizione del New Age costituitasi, prevalentemente in Europa dagli anni 1960, quale forma di revival di più antiche tradizioni, quali quella teosofica, astrologica e altre provenienti dalle filosofie e religioni orientali. Per l’insistenza sull’influsso degli astri sulla vita dell’uomo e dell’umanità questa prima forma del New Age potrebbe essere definita astrostoria. Il secondo livello spaziale e temporale del New Age nasce e si sviluppa negli Stati Uniti, in particolare in California, con finalità prevalenti di ricerca di nuove forme di salute e di salvezza, attraverso esperienze personali di spiritualità e di espansione della coscienza. Questo secondo contesto di nascita del New Age si riferisce principalmente alle trasformazioni scientifiche, tecnologiche, culturali e spirituali della società attuale; per questo è definito nuovo paradigma. Altre due forme di differenziazione possono essere individuate nei contesti generazionali dei new agers, sia in riferimento al contesto europeo che a quello statunitense. La prima generazione dei new agers nel contesto europeo (New Age quale astrostoria) è quella dei componenti dei movimenti teosofici focalizzati sull’attesa dell’inizio di una nuova era. Alcuni studiosi hanno già presentato il New Age europeo come movimento di revival della precedente tradizione spirituale teosofica2. Nel contesto statunitense la prima generazione di new agers è quella dei baby boomers, formatisi negli anni Sessanta all’interno dei movimenti contro-culturali sorti all’insegna della non-violenza, degli stili di vita ecologici, della visione positiva della vita e delle nuove spiritualità. È la generazione degli hippies che cantavano la pace, l’amore, l’armonia universale e protestavano contro la guerra, il materialismo della società moderna, il razzismo e le guerre di religione. La seconda generazione dei new agers in entrambi i contesti, sia statunitense che europeo, si identifica sempre più in una visione del New Age meno millenaristica e meno utopica e sempre più realistica, legata alla ricerca di forme di benessere individuale e immediato. Questa generazione di new agers non aspetta più l’età dell’oro preannunciata, ma ne conserva ancora l’ispirazione e il tentativo di realizzarla a livello individuale con esperienze di trasformazione personale e con consumi tipici del New Age.

1. Contesti storici di formazione del New Age

  • 3 Cfr. J. Lewis, G. Melton, 1992, cit.

Il New Age quale astrostoria ha le sue principali radici nella caratteristica visione del mondo e dell’uomo della teosofia moderna e dei movimenti nati da Alice Bailey e da Rudolf Steiner, focalizzati sull’attesa della venuta di una nuova era. Secondo Gordon Melton, i fermenti originari che diedero avvio al New Age in Europa possono rintracciarsi in Gran Bretagna, nei Light Groups, cioè in quei gruppi teosofici indipendenti che iniziarono a unirsi negli anni 1950 tramite dei network accomunati da una visione comune della venuta dell’età dell’acquario e della loro missione di facilitarla fungendo da canali della luce spirituale3. Per questo aspetto il New Age europeo può essere considerato un movimento di revival della precedente tradizione teosofica, spentasi, in parte, dopo l’abbandono della Società Teosofica da parte di Krishnamurti, sul quale tante speranze messianiche erano state poste da parte dei teosofi, e dopo la morte della Bailey nel 1949. Questi dati, appena richiamati, indicano che le componenti astrologiche del New Age non sono nate inizialmente negli Stati Uniti, ma in Europa.

  • 4 Cfr. P. Le Cour, L’Ere du Verseu. Le secret du Zodiac, le proche avenir de l’humanitè, Paris, Atlan (…)

Il New Age quale astrostoria si riferisce, in modo più specifico, all’astrologia quale elemento determinante nell’interpretazione della vita dell’uomo e dei processi storici. Anziché la formula mitigata dell’astrologia contemporanea di massa (astra inclinant, non necessitant) l’astrostoria considera l’influenza degli astri quale causa primaria della storia. Ne consegue perciò una religione delle stelle quale sistema esoterico strutturato attorno a leggi precise, a metodi e a tecniche di indagine e di previsione. Gli anticipatori più vicini a noi di questa concezione astrologica del New Age sono, dunque, la già citata Bailey e Paul Le Cour (1871-1954), un esoterista francese che nel 1930 parlò per la prima volta nella sua rivista Atlantis dell’Ere du Versau (Età dell’acquario). Nel 1937 Le Cour pubblicò un libro, dallo stesso titolo, per riproporre la tradizione astrologica primordiale basata su tre principi principali4. Il primo afferma che le civiltà si susseguono con importanti modificazioni ogni volta che il sole cambia segno zodiacale, in funzione delle variazioni dell’orientamento dell’asse polare terrestre (legge della precessione degli equinozi). Ciò avviene ogni 2160 anni circa. Il secondo principio afferma che la modificazione avvenuta all’anno 1 della nostra era col sorgere del cristianesimo vide il passaggio del sole dal segno dell’Ariete a quello dei Pesci. Il terzo principio indica la prossima entrata dell’umanità nel segno dell’Acquario, verso l’anno 2160, con l’inizio di una nuova era di speranza, di pace e di armonia.

La notorietà di Le Cour è di aver identificato antropologicamente e culturalmente le ultime epoche, in particolare quella che succede all’età dei pesci. A lui si deve gran parte della mitologia che anche oggi accompagna l’età dell’acquario: l’anfora del giovane Ganimede da cui fuoriesce un fiotto d’acqua, indicante un mondo di alleanza, di comunicazione, di unità e di coscienza planetaria. Per quanto riguarda la Bailey è da ricordare che tra i suoi 24 libri, in gran parte dettati in comunicazione telepatica da un Maestro tibetano, uno è intitolato Il ritorno del Cristo: «Ai nostri giorni, il ritorno dell’Istruttore mondiale, il Cristo, è atteso da milioni di persone, di ogni fede, non solo di quella cristiana, che aspettano l’incarnazione sotto altri nomi: il Signore Maitreya, Krishna, il Messia, l’Imam Madhi, il Boddhisatva. Ciò che importa è la transizione a una New Age».

  • 5 Molte delle opere di F. Capra sono tradotte in italiano. Si veda: Il Tao della fisica, Milano, Adel (…)

La seconda visione del New Age quale nuovo paradigma si forma in California negli anni 1950 sulla scia delle tante religioni metafisiche dalla Rosacrucian Fellowship alla Unity School of Christianity, e dei gruppi spiritici e New Thought. L’idea guida di questa visione New Age è che oggi stiamo vivendo sulla soglia di due epoche. Questo mondo nuovo che « si sta generando», come dice Fritjof Capra, ha effetti nella filosofia, nella scienza, nell’economia, nella medicina, nella religione, nella vita quotidiana5. Lo stesso autore, il più citato dai new agers, definisce questa fase «cambiamento di paradigma». Ciò di cui abbiamo bisogno, scrive Capra, è un nuovo paradigma, una nuova visione della realtà; un mutamento fondamentale dei nostri pensieri, percezioni e valori. Gli inizi di questo mutamento, del passaggio dalla concezione meccanicistica alla concezione olistica della realtà, sono già visibili in tutti i campi e probabilmente domineranno questo decennio.

La definizione dell’età futura quale nuovo paradigma, è stata divulgata dalla scrittrice Marilyn Ferguson nel 1980 in The Aquarian Conspiracy. Il libro, divenuto presto un best seller tra i new agers, sostiene che l’umanità, alla fine del secondo millennio, sta attraversando una profonda trasformazione che, per analogia al fenomeno fisico della «massa critica», condurrà l’umanità a una nuova cultura e società. La trasformazione riguarderà la cultura, la religione, la scienza e la stessa vita quotidiana. Si tratta di una rivoluzione silenziosa e pacifica che la scrittrice chiama «dolce cospirazione», evocando una immagine già indicata da un uomo di scienza e di religione, quale fu il gesuita padre Teilhard de Chardin. La realizzazione di una nuova civiltà planetaria avverrà attraverso una trasformazione personale che produrrà cambiamenti dall’interiore all’esteriore. La Ferguson, spiegando come le venne l’idea di «cospirazione», conclude riconoscendo che l’allusione all’Acquario è del tutto simbolica e non ha alcun riferimento all’astrologia. «Si può dire che una cospirazione riunisce individui che respirano la stessa aria e aspirano agli stessi ideali. È una unione interiore. Per rendere meglio la natura armoniosa di questa unione ho deciso di unirla alla parola Acquario, malgrado la mia ignoranza dell’astrologia». A impressionare la Ferguson non furono quindi considerazioni astrologiche, ma le nuove possibilità che l’avanzamento scientifico apriva all’uomo e alle società future. La prossima rivoluzione planetaria sarà costituita, per la Ferguson, da una trasformazione sociale conseguente a una trasformazione personale.

1Nel suo primo libro, Il Tao della fisica, il fisico Capra aveva già analizzato gli elementi scientifici del nuovo paradigma: gli enigmi della teoria della relatività, della meccanica quantistica e del mondo sub-microscopico. All’inizio del libro l’autore confessa la crisi esistenziale che lo condusse nel 1969 a integrare le due dimensioni della sua vita fino ad allora separate: da un lato le sue ricerche empiriche in campi specialistici e la sua appartenenza alle istituzioni della scienza teorica; dall’altro i suoi interessi culturali e spirituali per l’Oriente, per le tradizioni mistiche, per le sperimentazioni artistiche dei movimenti giovanili.

  • 6 Cfr. F. Capra, Il Tao della fisica cit., p. 11-12.

Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all’oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica. Le mie esperienze precedenti presero vita; vidi scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; vidi gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne sentii la musica6.

La conclusione di quella esperienza fu la consapevolezza che le nuove acquisizioni della scienza moderna presentano sorprendenti corrispondenze con le idee espresse nelle filosofie religiose dell’Estremo Oriente e in altre tradizioni mistiche occidentali. Le due teorie fondamentali della fisica del ventesimo secolo (la meccanica quantistica e la teoria della relatività) considerano il mondo in un modo molto simile a quello delle religioni del misticismo orientale e occidentale.

Nell’opera successiva, Il punto di svolta, Capra continua ad analizzare i due paradigmi: quello cartesiano-newtoniano e quello del New Age che qui l’autore chiama «epoca solare», con allusione alla energia solare. In una sequenza di capitoli egli analizza gli elementi dei due paradigmi nel campo della fisica, della medicina, della psicologia, dell’economia, della religione. La forza più importante di tutte in questi punti di svolta nei vari campi è il forte movimento di individui e organizzazioni di recente fondazione, insoddisfatti e impegnati in una vasta esplorazione di approcci alternativi, fra cui la promozione di abitudini di vita sana, combinate col riconoscimento di una responsabilità personale in tutti i campi, compreso quello della vita spirituale e religiosa. Questo processo di trasformazione sta avvenendo nelle società contemporanee. Ne emerge, in conclusione, un’idea che i «tempi nuovi» rappresentano un sistema di valori sostenuto dal movimento delle potenzialità umane, dal movimento della medicina olistica, dal movimento ecologico e da tanti altri movimenti che tornano a insistere sulla ricerca di significato e sulla dimensione spirituale della vita.

I movimenti sociali degli anni sessanta e settanta rappresentano la cultura ascendente, che è pronta oggi al passaggio all’epoca solare. Mentre la trasformazione è in corso, la cultura declinante si rifiuta di mutare, aggrappandosi ancor più tenacemente alle sue idee superate; né le istituzioni sociali dominanti sono disposte a cedere i loro ruoli guida alle nuove forze culturali. Esse continueranno però inevitabilmente a declinare e a disintegrarsi, mentre la cultura nascente continuerà a propagarsi, sino ad assumere a sua volta il ruolo di guida. All’approssimarsi del punto di svolta, la speranza più forte per il futuro sarà alimentata dalla consapevolezza che anche attività politiche a breve termine non potranno impedire mutamenti evolutivi di grandezza epocale.

Anche questa visione del New Age quale nuovo paradigma, che si presume ben diversa dalla astrostoria, non manca di elementi di fantasia e di esaltazione per la «venuta del tempo della grande mutazione». Il primo di questi elementi è la rilevanza che i new agers danno alla teoria della «massa critica», meglio conosciuta come «teoria della centesima scimmia». Nel 1953 un gruppo di scienziati stava studiando su di un’isola il comportamento di un gruppo di macachi. Una di queste scimmie iniziò a lavare le patate dolci prima di mangiarle. Questo comportamento si diffuse in tutto il resto del gruppo fino alla centesima scimmia. Il fatto sorprendente è che dopo di allora questo comportamento si diffuse inspiegabilmente anche nelle colonie di scimmie che vivevano nelle altre isole. Il numero cento costituirebbe una «massa critica» che in qualche modo influenzerebbe il comportamento degli altri, anche a distanza. Una «massa critica», nel New Age, è il numero di persone necessarie per muovere il continente, democraticamente, verso una Nuova Era. Se un numero sufficiente di persone si muove verso un cambiamento spirituale, gli effetti si manifesteranno in un cambiamento spirituale di tutti gli individui del mondo. Il secondo elemento fantasioso del nuovo paradigma è la teoria del Cervello globale, costituito dall’oceano informazionale che avvolge la terra. I mass-media, le reti telefoniche, i sistemi telematici, le onde hertziane, le onde radio, i satelliti, costituiscono ormai, secondo questa visione, una copertura elettronica globale sempre più densa, capace di far sorgere una sorta di «coscienza planetaria». La nascita del Cervello globale è il grande evento che ogni new ager saluta con entusiasmo, poiché è esso che fa entrare la specie umana nella Età della coscienza.

2. Contesti generazionali del New Age

  • 7 Sulla comunità di Findhor si veda: C. Riddel, Findhorn: 30 ans d’expérience, Barret-le-Bas, Le souf (…)
  • 8 Cfr. J. Lewis, G. Melton, cit. pp. 248-250.

Anche l’analisi delle generazioni new agers individua due contesti diversi. Nella tradizione europea consideriamo come prima generazione del New Age quella contemporanea alla fondazione della comunità di Findhorn in Scozia e del movimento Universal Link. La prima, tra le più note comunità acquariane, nacque nel 1962 ad opera di alcune persone particolarmente interessate alle opere della Bailey7. Il secondo intendeva essere un collegamento tra gruppi teosofici indipendenti, ma uniti da una comune attesa di una nuova era e da un comune impegno di facilitare la sua venuta con la loro funzione di canali della luce spirituale8. In quello stesso periodo, in Italia, nascevano molte altre comunità e gruppi acquariani. Considerando solo il Piemonte, si possono ricordare tra le più note: Damanhur, il Villaggio Verde e la rivista L’Età dell’Acquario. Rivista sperimentale del nuovo piano di coscienza, tuttora edita dall’editore Bresci di Torino. Dietro a queste ultime due esperienze sta la figura di Bernardino Del Boca, esoterista e teosofo, studioso di religioni e con lunghi soggiorni in Oriente. Il messaggio che egli ripropone da decenni è quello di «dare spazio e vita ai nuovi valori che stanno emergendo nel nuovo piano di coscienza». Dall’incontro tra il Del Boca e Edoardo Bresci, e dalla loro amicizia di teosofi, nacque l’idea della Casa Editrice L’Età dell’Acquario nel 1970 e dell’omonima rivista. Nel primo numero della rivista si legge: «È stata fondata con lo scopo di aiutare lo sviluppo del Nuovo Piano di Coscienza e di promuovere la formazione dei primi nuclei di uomini di buona volontà che, avvertendo le nuove vibrazioni, cercano di comprendere e vivere i nuovi valori. Si propone di far conoscere le forze che nel mondo intero lavorano per far accettare i valori e i simboli della Nuova Era e di informare su ciò che accade sulla terra sotto la spinta del Tempo che Viene. […] Due sono le energie che hanno permesso alla casa editrice di prendere vita: la ‘mente’, il teosofo-antropologo Bernardino del Boca e il ‘braccio’, il teosofo Edoardo Bresci».

  • 9 Una presentazione dei movimenti che a Torino attualmente si ispirano a quelli fondati dalla Bailey (…)

Questa generazione, che si è riconosciuta nel New Age quale astrostoria, ha coinvolto individui fortemente motivati, gruppi minoritari e progetti di rinascita spirituale. Ancora oggi i movimenti che si richiamano alle fondazioni della Bailey (Scuola Arcana e Associazione della buona volontà mondiale) ripropongono messaggi e raduni che, nel nome del New Age, realizzano gli ideali della teosofia. L’associazione internazionale più nota, presente anche in Italia, è il Movimento della buona volontà mondiale, operante sotto l’egida delle Nazioni Unite quale Organizzazione-Non-Governativa9. La finalità del movimento è la diffusione degli insegnamenti del Maestro tibetano e dell’Agni Yoga per il risveglio delle coscienze. Il Movimento mostra un’ampia disponibilità nell’accettazione di contributi spirituali provenienti da molteplici tradizioni, nell’ottica di una comune ricerca del mosaico della Verità. La crescita spirituale è considerata responsabilità individuale, da coltivare attraverso un’armonia di studio e di servizio. Un servizio specifico di ogni gruppo del Movimento è l’attività dei «triangoli», una particolare meditazione effettuata da tre persone che si collegano mentalmente ogni giorno (anche a distanza, e di preferenza, ma non necessariamente, a ore fisse) per pochi minuti. Le tre persone visualizzano un triangolo equilatero di energie di luce, attorno al quale circolano le tre energie principali, conosciute come Luce, Amore e Volontà. Al termine della visualizzazione recitano la Grande Invocazione con lo scopo di collegare il triangolo alla rete di triangoli che avvolge con le proprie energie l’intero pianeta. La condivisione e la recita della Grande Invocazione potrebbe essere considerato l’indicatore più significativo dell’appartenenza alla concezione del New Age astrostoria: Dal punto di Luce nel pensiero di Dio – Che Luce affluisca nel pensiero degli uomini – Che la Luce discenda sulla terra. Dal punto di Amore nel cuore di Dio – Che l’Amore affluisca nel cuore degli uomini – Possa il Cristo ritornare sulla Terra. Dal Centro in cui la Volontà di Dio è conosciuta – Che il disegno guidi il debole volere degli uomini – il disegno che i Maestri conoscono e servono. Che Luce, Amore e Potenza restaurino il Piano sulla Terra.

  • 10 Tra le numerose inchieste sul fenomeno dei baby-boomers si veda: F. Ricard, La géneration lyrique. (…)

Diversamente dal New Age del contesto europeo, il New Age formatosi negli Stati Uniti richiama il contesto generazionale e socioculturale degli anni 1960: cioè l’insieme dei movimenti radicali e della contro-cultura che ha visto come protagonista la generazione dei baby-boomers. Certo, anche nel caso statunitense andrebbe ricostruita una tradizione più antica, quale quella del trascendentalismo che da metà Ottocento trattò dell’armonia nascosta e della bellezza della natura, scrivendone con toni simili a quelli che si ritrovano oggi nel New Age. Ma qui, trattando solamente delle radici prossime del New Age, ci si riferisce al fenomeno demografico che si sviluppò dalla fine della seconda guerra mondiale. In quel periodo emerse una generazione che assistette alla profonda trasformazione dei valori e degli stili di vita conseguente sia al nuovo benessere diffuso sia alla diffusione del mezzo televisivo. La generazione dei baby-boomers fu la prima a sentire l’impatto delle comunicazioni di massa e a poter accedere al livello secondario e universitario di istruzione10. Le difficoltà e le disillusioni a cui andarono incontro i baby-boomers, cresciuti nella società opulenta e consumistica, si manifestarono anche nella creazione di una nuova visione della società e di un nuovo sistema di valori che in parte confluì poi nel New Age. I baby-boomers, una volta adulti, diedero vita al fenomeno rivoluzionario della contro-cultura degli anni 1960, fungendo da veicolo per idee già preesistenti nella società americana. Il fatto che questa generazione comprendesse negli anni 1960 circa un terzo della popolazione adulta, indica quanto forte sia stata la sua influenza nel produrre cambiamenti culturali nella società.

  • 11 Sui rapporti tra New Age, politica e movimenti sociali negli anni 1960 negli Stati Uniti si veda: M (…)

Le rivolte studentesche, le contestazioni pacifiste e l’esplosione delle culture hippies, pur nelle loro differenze interne, delinearono un fronte comune che è stato definito «movimenti del no»11. Tale fronte comune si sviluppò in due tendenze: per alcuni nella partecipazione politica sui temi della guerra, dei diritti civili, dell’emancipazione femminile, del sindacato; per altri nella ricerca individuale dell’identità personale: sperimentazione di nuove terapie, viaggi alla scoperta di nuove terre e culture, ricerca di nuove religioni e mistiche, esperienze delle droghe, ecc. I più noti esponenti di questa seconda tendenza, rappresentata del fascino della scoperta, dell’intuizione e del vagare senza limiti, sono stati artisti quali Allen Ginsberg, Gary Snyder, Jack Kerouac, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti. Il romanzo di Kerouac (Sulla strada, 1957), in particolare, divenne il manifesto dell’intera generazione alla ricerca di nuove emozioni ed esperienze. L’attrazione per la corporeità, intesa in tutte le sue dimensioni, trovò espressione non soltanto nella sessualità libera, ma anche nell’interesse per la musica jazz, per l’arte, per le droghe psichedeliche quali «mezzi di trasporto» verso la Trascendenza Divina.

  • 12 M. Satin, cit. p. 78.
  • 13 T. Roszak, Unfinished Animal: Aquarian Frontier and the Evolution of Consciousness, New York, Harpe (…)

Nel corso degli anni 1970 queste due tendenze si sono molto presto disilluse a proposito dei loro progetti più utopici e di rivolta radicale, finendo in una sorta di autocritica sulle loro categorie di analisi e di azione sulla realtà sociale. Michael Rossman e Mark Satin con i loro rispettivi libri New Age Blues e New Age Politics rappresentano due esempi significativi di attivisti politici nei movimenti studenteschi e pacifisti degli anni 1960 che si convertirono a un modo del tutto nuovo di vedere e considerare le cose, specialmente quelle riguardanti la società. Per Mark Satin la politica del New Age si caratterizza per «un radicalismo che non si concentra più esclusivamente sui sintomi istituzionali ed economici dei nostri problemi; che si interessa meno alla promozione delle maniere alternative e di più a quelle appropriate di fare le cose; che individua l’origine dei nostri problemi non nella povertà economica o nell’assenza di potere politico, ma nella assenza di scopi nella vita; che accetta la complessità, l’ironia, il paradosso e l’ambiguità; che cerca di fare convivere e lavorare sinergicamente (cioè cooperativamente) i differenti movimenti politici»12. Per Théodore Roszak il New Age è «una terza via: quella di una nuova identità umana, né individualista né collettivista. E per giungervi sarà necessario una politica che vada oltre il nostro partito preso per la società industriale, un radicalismo che si apra alla dimensione spirituale della vita, una aspirazione appassionata che ciascuno possa leggere negli occhi di tutti gli altri»13. Questo contesto è stato definito da molti osservatori, compresa la Ferguson, «movimento del sì». Si tratta della prima definizione del New Age quale fenomeno del tutto nuovo nella capacità di immaginazione e di sperimentazione di stili di vita e modelli sociali. Questa trasformazione può essere vista come il passaggio dalla centralità dei valori materiali alla centralità dei valori spirituali. Si è individuato anche qui un passaggio da un vecchio paradigma sociocentrico, implicante l’idea di lavorare duramente per ottenere ricompense materiali e di subordinare le proprie esigenze al successo futuro, a un nuovo paradigma psicologico in cui il successo materiale è sostituito da creatività, autonomia, piacere, partecipazione, comunità, avventura, vitalità e cura di sé. Compare in questo nuovo modello esistenziale l’attenzione alla realizzazione del sé che, del resto, in quegli anni le nuove pratiche yoga, la sperimentazione di stati alterati di coscienza e la diffusione delle droghe alimentavano in accordo con lo sviluppo della psicologia umanista e transpersonale.

  • 14 Cfr. A. R. Buenfil, Arcobaleno, un popolo senza confini, Firenze, AAM Terra Nuova, 1989.

I rapporti tra New Age e politica risultano ancor più significativi se si considerano le componenti della contro-cultura degli anni 1960: la nuova sinistra, i militant poor, l’undeground. Secondo Alberto Ruz Buenfil, uno degli autori che ha maggiormente sviluppato questa connessione, le prime due componenti, con diversi gradi di radicalità, erano polarizzate dalle attività politiche rivoluzionarie e manifestavano scarsa attenzione alle dimensioni dei rapporti umani, della qualità della vita e delle esperienze spirituali14. La cultura underground, al contrario, attaccò la società a un livello più profondo, sperimentando con nuovi stili di vita e filosofie il superamento della società del pragmatismo con le sue dicotomie. Grazie alla sua visione del mondo pluralistica, pacifista, incentrata sulla spiritualità, rappresentò il terreno più fertile per il germogliare del New Age. È vero, perciò, che se anche il movimento hippy scomparve all’inizio del 1970, il suo spirito continuò in alcuni tratti distintivi: tentativi di costruire comunità utopiche e alternative; esaltazione della natura; rifiuto del materialismo e scelta di stili di vita semplice e di pensiero elevato; rifiuto della moralità tradizionale; insofferenza per le religioni storiche dogmatiche e autoritarie; fascino dell’occulto e del mistero; ricerca di ulteriori livelli di coscienza nella risposta ai problemi dell’uomo.

Così la generazione dei baby-boomers, che aveva conosciuto dapprima la società opulenta, costituendone l’ambito privilegiato della pubblicità e poi le difficoltà ideologiche ed esistenziali, trasferì, infine, le sue aspirazioni materialistiche verso prodotti di servizi, di loisirs e di cultura. Il mercato New Age, pur con il suo ordine mercantile, ben si adattò a queste nuove attitudini; esso si apriva a individui sofisticati che si aspettavano in ogni acquisto un’avventura, un’opera di intelligenza: tutto doveva servire a fare della propria vita «un’opera d’arte». Così i consumi pretesero di essere più selettivi, più eleganti, più qualitativi. Il mercato New Age facilitò la congiunzione tra il benessere e il ben apparire, l’interno e l’esterno, il nutrimento e l’estetica, la scienza e la spiritualità, l’economia e l’ecologia. I baby-boomers rivestirono i panni dei new agers nella permanente idea che il New Age assolvesse ancora la funzione terapeutica della trasformazione e dell’autorealizzazione, attraverso l’idea dell’armonizzazione del proprio sé con il resto del mondo.

  • 15 Citazione in M. Ferguson, cit. cap. 1.

Il profilo dei new agers divenne quello dei professionisti, dei tecnici impegnati in attività produttive e creative, degli operatori qualificati e competenti. Ma sempre di più i componenti del New Age rappresentarono le attività lavorative di massa, le minoranze sociali e razziali, le età avanzate. Il primo dato più caratteristico dei new agers fu la loro diversità ed eterogeneità delle origini e dell’appartenenza politica e ideologica. Convivono perciò insieme individui distanti per la loro storia, ma uniti dai valori e dalle pratiche del New Age: anarchici e progressisti con conservatori di destra, materialisti atei con monaci zen e preti cattolici, attivisti con mistici trascendentali, femministe radicali con Quakers. Un secondo dato caratteristico dei new agers fu l’importanza accordata alle esperienze pratiche e concrete, all’essere «per», anziché all’essere «contro». È indicativo che uno degli slogans dei new agers, Do it! (Fatelo!), sia il titolo di un libro di Jerry Rubin, uno del leaders della contestazione degli anni 1960. «Noi non possiamo attendere che il mondo si trasformi, che i tempi cambino e che noi cambiamo con loro, che arrivi la rivoluzione e cambi anche noi. Siamo noi il futuro. Siamo noi la rivoluzione»15.

Una domanda che, a questo punto, si fanno tutti i ricercatori è quella relativa al numero dei new agers. In realtà la numerosità dei new agers non è di per sé sufficiente a indicare la rilevanza del fenomeno del New Age, il quale dipende più dai suoi contenuti, che dal numero dei suoi simpatizzanti. In ciò vale il principio secondo cui i cambiamenti sociali avvengono non quando la maggioranza della popolazione pensa diversamente, ma quando gli attori del cambiamento costituiscono quella «massa critica», che da sola, secondo i new agers, è capace di produrre cambiamenti planetari. La California, e soprattutto la California del nord, ha rappresentato negli Stati Uniti il maggior impatto del New Age sulla società, proprio perché si è avvicinata di più a questa realtà di «massa critica». Tra i new agers bisogna però distinguere tra i convinti che fanno esperienze intense e personali e i consumatori che acquistano passivamente i prodotti e i servizi del New Age. Le ricerche al riguardo indicano che negli Stati Uniti sono decine di milioni, specie nella classe media bianca con studi superiori, coloro che dichiarano di condividere i valori del New Age, anche se nulla li distingue dagli altri, tranne i loro consumi new agers relativi ad alcuni bisogni o interessi individuali. Per costoro il cambiamento nelle abitudini alimentari (alimentazione biologica o vegetariana) è dovuto più alla paura di malattie che alla coscienza della nocività globale del modo di produzione alimentare industriale. Ugualmente, l’interesse crescente per la spiritualità orientale e le sue tecniche corporali (meditazione, yoga, t’ai-chi, ecc.) dipende raramente da serie riflessioni metafisiche, ma piuttosto dalla convinzione che queste tecniche sono più efficaci e a buon prezzo di una psicoterapia o di medicinali.

  • 16 Citazioni in M. Ferguson, cit. cap. 5.

Si comprende come in questo contesto si sia sviluppato il New Age, prima che altrove. È normale, scrive la Ferguson, che la cospirazione dell’Acquario si sia sviluppata tra una popolazione la cui ricchezza e benessere l’aveva resa disillusa del sogno materialista nella sua forma più edonistica. Conciliazione e conflitto tra benessere materiale e aspirazioni spirituali riproponevano una costante del sogno americano, fin dagli ideali dei Padri pellegrini nel xviii secolo, e dei trascendentalisti nel xix secolo. Questi ultimi, in particolare, fedeli a una visione mistica e puritana, ricercavano l’armonia nascosta della natura, la continuità tra lo spirito e la materia, la vita spirituale, la riforma interiore. La California divenne, perciò, un modello e un sogno per tutti; un laboratorio in cui ci si interrogava sulle cose più grandi e magnifiche della vita, quali la salute, la coscienza, il corpo, l’amore, la morte, la fede. È per vivere diversamente queste grandi cose che è nato un nuovo modo di guardare la vita e le cose, e che si sono costituiti nuovi metodi, strumenti e organizzazioni. È a Big Sur, sulle coste californiane di fronte all’oceano, che nel 1961 fu fondato l’Institut Esalen, punto di partenza dei movimenti del potenziale umano. Vi si trovarono riuniti studiosi della psicologia, delle religioni, delle ricerche sulla coscienza e sul cervello: Huxley, Watts, Rogers, Tillich, Castaneda, Maslow, Toynbee, Perls. Il fondatore del Movimento del potenziale umano Michael Murphy scrisse: «Più nessuno incoraggia lo sviluppo profondo dell’individuo. Un tempo questo compito era assunto dalle religioni. Oggi Esalen vuole creare l’equivalente moderno dell’uomo del Rinascimento, mischiando, senza pregiudizi, tecniche cinesi del V secolo alle acquisizioni della cibernetica. Si tratta di allargare le percezioni dell’uomo occidentale, di fare il giro del mondo delle filosofie e delle religioni, specie orientali»16.

3. Oltre il New Age

  • 17 Tra le critiche più significative al New Age commerciale e dei consumi di massa, da parte di rappre (…)

La ricostruzione dei contesti generazionali e di formazione del New Age ha individuato le forme sociali del New Age quale esperienza personale e creatrice, organizzata in gruppi, comunità, network, directories. Si tratta di quella «corrente calda» del New Age che anche oggi non si è ancora spenta del tutto e che si manifesta in forme elitarie ed elevate per il livello spirituale e per l’autoconsapevolezza. Ma a prevalere nell’epoca attuale è ormai una «corrente fredda» del New Age che si esaurisce nella produzione e nel consumo di prodotti e servizi new agers. A questo secondo tipo di New Age si riferiscono i new agers consumatori, i quali scelgono questo o quel servizio, terapia, oggetto, libro del New Age a secondo della possibilità di trarne il massimo profitto. Questa versione popolare e di massa del New Age, che si ritrova, per esempio, nei Saloni o nelle Mostre New Age, si caratterizza per particolari elementi irrazionalistici, parapsicologici e magico-occultistici, particolarmente adatti alle necessità del mercato. Questo insieme acquariano di credenze, pratiche e stili di vita testimonia la sottomissione degli interessi spirituali alla cultura moderna dell’individuo. La regola del New Age, che consiste nel trovare per ciascuno «la sua propria via», rappresenta l’indice più significativo del rilievo che il soggettivismo ha nel campo religioso. Sono gli stessi esponenti del New Age a sottolineare il rischio che tale regola possa rifluire nella società dei consumi, riducendosi a semplice ambito commerciale nel quale confluiscono nuovi prodotti e nuovi servizi17. Il pericolo è che le «vie di guarigione» combinino insieme sempre più superficialmente la meditazione, il pensiero positivo, la guarigione mediante la fede, i nuovi regimi alimentari, l’ecologia, il misticismo, il rolfing, e altre numerose tecniche, ivi compresi alcuni elementi che si rifanno alle principali tradizioni religiose orientali e occidentali. Una tale concezione, se talvolta può offrire un sollievo temporaneo ai sintomi di malessere spirituale, non può in alcun caso produrre l’equivalente di una conversione religiosa o di un vero mutamento del cuore. Ciò che manca a queste religioni, o a queste conversioni sostitutive, è la disciplina spirituale.

  • 18 T. W. Adorno, Stelle su misura. L’astrologia nella società contemporanea, Torino, Einaudi, 1985, p. (…)

Trattando del New Age quale esperienza personale e creatrice o, al contrario, del New Age quale mero consumo passivo di prodotti e servizi organizzati da altri, vale l’analogia con quanto scriveva Theodor Adorno nella sua ricerca del 1953 sulle rubriche astrologiche del Los Angeles Times tra «magia primaria» e «magia secondaria»; la prima si riferisce a quelle attività in cui prevale l’esperienza individuale, i saperi e i poteri personali e segreti; la seconda si riferisce a quelle in cui prevalgono i rapporti istituzionalizzati e oggettivizzati in formule e pratiche diffuse. «Quest’alienazione dall’esperienza, una certa astrattezza che avvolge l’intero ambito dell’occulto commercializzato può ben coesistere con un substrato d’incredulità e scetticismo, col sospetto di fasullaggine così profondamente collegato alla grande irrazionalità dell’epoca contemporanea»18. La tipologia di Adorno indica i due tipi, o le due fasi del New Age. Quello oggi di massa è il New Age dei consumatori ai quali sono estranee le esperienze creatrici che fondano le loro decisioni. Tra coloro, poi, che sono coinvolti attivamente e creativamente nel mercato New Age, quanti credono di più alla funzione rivoluzionaria della loro azione si trasformano in imprenditori capitalistici nei settori della alimentazione, della medicina alternativa, della formazione, della musica, della editoria. I centri e le strutture che confermano questi dati, ben noti negli Stati Uniti, sono ormai anche presenti in Europa e in Italia. Il New Age non sfugge perciò alla logica mercantile e si trasforma esso pure in un mercato delle idee e delle spiritualità che è ben lontano dall’essere solo simbolico.

  • 19 Cfr. D. Spangler, W. I. Thompson, Reimagination of the World. A Critic of the New Age, Santa Fe (Ne (…)
  • 20 G. Melton, The Future of the New Age Movement, in E. Barker, M. Warburg (a cura di), New Religions (…)

Questa trasformazione del New Age, che non stupisce né scandalizza i new agers, della «corrente fredda», solleva sempre più critiche sia tra i credenti nel New Age quale venuta dell’età dell’acquario, sia tra quelli del nuovo paradigma. Cresce il numero il numero dei new agers che prendono le distanze dalle mode commerciali del New Age e dalle tecniche delle guarigioni problematiche e irrazionali. Se c’è un evento significativo che annuncia il declino del New Age, questo è rappresentato da un insieme di articoli scritti nel 1988 da David Spangler, nei quali colui che fu uno dei primi profeti del New Age, dichiarava di aver cambiato idea19. Poco dopo seguirono Spangler, anche il più importante editore del New Age di Los Angeles e altri direttori di giornali new agers. Ma che cosa stavano abbandonando questi noti esponenti del New Age e con loro larghe masse di new agers? Non certamente tutta l’esperienza fatta in precedenza, quasi che si ritornasse alle identità religiose e spirituali antecedenti al New Age. La conferma sta, dice Melton, nel fatto che le statistiche indicano con sicurezza che negli Stati Uniti una forte percentuale di individui crede alla reincarnazione, si interessa alla meditazione come tecnica per la salute, legge e segue l’oroscopo. «Questi tre indicatori sono barometri dell’avvenuta trasformazione di una religiosità alternativa, in paesi che sono ancora dominati in qualche modo da una religiosità cristiana»20. Secondo il sociologo americano il fatto sarebbe del tutto normale, anche perché le mode culturali e spirituali hanno un loro ciclo decennale di crescita e di declino. Il New Age, quindi, declina come mito collettivo e come network, mentre le singole componenti che lo formavano riprendono autonomia. Il dato appare ancor più reale se si considera il New Age come un movimento globale di revival di tradizioni religiose e culturali storiche precedenti. In questo senso, dopo la fine del New Age risulterebbero rivitalizzati elementi delle precedenti tradizioni. «Come movimento di revival il New Age va e viene. Il suo maggior impeto sarà assorbito dai vecchi corpi da cui il movimento ha tratto le sue idee di fondo». Vale qui la pena di ricordare la connotazione marcatamente sociale e strutturata del New Age negli Stati Uniti (le citate directories, il grande mercato dei cristalli e del channeling, ecc.), per capire la tesi del suo declino di fronte al ridursi, per esempio, del mercato dei cristalli.

In tutti questi rilievi critici, che si colgono all’interno del New Age, gli elementi che vengono messi in discussione sono sia la connotazione millenaristica, che si è definito astrostoria, sia quella organizzativa, cioè l’insieme dei network. Si comincia a non credere più che il New Age sia l’imminente età dell’oro della pace, della fratellanza, della giustizia sociale. «Questa visione, scrive ancora Melton, che era stata adottata dal channeling aveva spinto gli individui ad agire ed era stata celebrata da grandi eventi rituali, quali la convergenza armonica. Perdendo la fede nel New Age alcuni erano semplicemente esausti, dopo una lunga attesa di segni che non si erano manifestati; altri erano pervenuti ad una visione meno idealistica della natura umana comprendente anche qualche elemento più o meno simile alla dottrina del peccato originale». Questa perdita di fiducia ha ancora un’altra conseguenza: così come la società sarà trasformata, così anche il new ager individualmente può essere trasformato; e solo quando questo avrà sperimentato una trasformazione personale conoscerà come vera la possibilità di una trasformazione sociale. Avendo perso, però, la fede nella trasformazione sociale il new ager scoprirà una serie di consapevolezze: che la spiritualità aiuta a vivere più sereni, che la medicina olistica è migliore di quella moderna, che una dieta vegetariana è migliore di una ricca di grassi e di cibi cotti, che una spiritualità senza aggettivi è migliore di una spiritualità cristiana, che un’etica che afferma la vita è superiore a quella che ammette la guerra, il pregiudizio etnico, la persecuzione religiosa.

  • 21 Cfr. M. Introvigne, 1998, cit.

Da questa ridefinizione spirituale e organizzativa del New Age nasce il Next Age. L’espressione Next Age (prossima era) si è diffusa soprattutto in Europa e in Italia dove, a Milano, ha sede dal 1998 il Salone New Age e Next Age21. Nel Next Age viene meno la dimensione sociale e si ridimensiona la struttura organizzativa del metanetwork new ager. Soprattutto non compare più l’elemento millenaristico progressista precedente, ma si accentua la consapevolezza della trasformazione individuale. Nel Next Age rimangono i temi ispiratori del New Age, senza più la struttura dei network e senza più gli elementi della tradizione teosofica europea, che si è definito astrostoria. Rimangono i temi dello sviluppo spirituale, dell’apertura alle tradizioni d’Oriente, dei mantra, delle tecniche di rilassamento e di respirazione, dell’illuminazione, della musica meditativa, della salute-salvezza del corpo e dello spirito. La crisi del New Age, quale grande speranza collettiva e ottimistica, produce un ripiegamento individualistico. Con il passaggio dal New Age al Next Age avviene il passaggio dalla terza alla prima persona singolare, dal mondo all’io, dall’utopia globale al narcisismo. Il Next Age è la religione del e del subito. Il pianeta terra potrà degradarsi ancora di più, ma il new ager personalmente potrà essere trasformato seguendo tecniche e pratiche che furono già del New Age. Si tratta di una svolta ben nota a un modello esplicativo del superamento delle crisi dei movimenti che è stato applicato anche alle vicende di movimenti politici e sociali del secolo scorso, i quali, dopo una fase di utopia collettiva si sono ridotti a offrire soluzioni per i singoli individui. Al proposito Massimo Introvigne ricorda il passaggio dalle grande speranze del protestantesimo liberale alle applicazioni individualistiche del New Thought americano del secolo scorso.

  • 22 Tra le opere di D. Chopra tradotte in Italia si veda: Guarirsi da dentro, Milano, Sperling & Kupfer (…)
  • 23 Cfr. M. S. Peck, A different Drum. Community Making and Peace New York, Simon & Schuster, 1987 (tr. (…)

È però da sottolineare che il Next Age non è un fenomeno del tutto nuovo; esso ha rappresentato da sempre la corrente individualistica del New Age, sebbene minoritaria poiché si prestava ad accuse di disinteresse egoistico nei confronti delle prospettive utopistiche e globali prevalenti nel New Age classico. Due dei rappresentanti più noti del Next Age sono F. Chapre e T. Robbins che da sempre hanno fatto parte del New Age, seppure in posizione marginale per le loro posizioni antiutopiche e individualistiche. Il primo, dopo un passato di responsabile della Meditazione Trascendentale, è diventato uno dei più noti esponenti delle spiritualità alternative, conducendo seminari di studio e scrivendo libri divenuti molto popolari tra i new agers, quali Corpo senza età e mente senza tempo, Le sette leggi spirituali del successo22. Robbins a sua volta, dopo aver partecipato a un movimento scientifico-magico, è diventato molto noto per i suoi seminari di formazione del personale di grandi aziende industriali, al fine di migliorare il proprio stato mentale, fisico e finanziario. Un terzo studioso precursore della Next Age è lo psicologo americano Morgan Peck, passato dal buddismo zen a un «battesimo cristiano non denominazionale», il quale, in volumi quali Voglia di bene e Un’infinita voglia di bene, ha accentuato ancor più il messaggio dell’amore per se stessi. «Non faccio mai qualcosa per qualcun altro se non lo faccio anzitutto per me stesso»23.

  • 24 Intervista a Paola Pacifico in F. Ansaldi, Le comunità acquariane in Piemonte, tesi di laurea press (…)

Nel contesto italiano, tra le molteplici presenze di centri New Age trasformatisi in struttura di formazione, si può citare il Centro Ricerche Comunicazione Età dell’Acquario (crcea), con sede centrale a Milano e sede estiva per corsi e seminari nella tenuta di Rosano a Casalnoceto (al). Si tratta, a giudizio della fondatrice Paola Pacifico, del primo centro acquariano fondato in Italia nel 1971. Di questo centro interessa qui notare in primo luogo la sua trasformazione, alla fine degli anni 1980, in centro di attività di consulenza e di formazione. Dopo essersi ben inserito nel mercato pubblico (collaborazione con la scuola e gli enti locali), il crcea ha lavorato con aziende private quali l’Olivetti di Ivrea e il Gruppo Fondiario. Parte delle attività e dei corsi si svolgono nella sede di Rosano: una tenuta di 10 ettari con al centro una villa del Seicento e una grande chiesa barocca. Gli ampi saloni con affreschi, dove si tengono i lavori e le esercitazioni, il chiostro, la chiesa usata per varie performances, la ricca vegetazione del parco secolare, costituiscono lo scenario più appropriato per ogni «cammino verso la conoscenza e il successo; ma senza più il bisogno di maestri e di guru, bensì soltanto con il contatto con noi stessi e con la nostra vita interiore»24.

La conseguenza di tutto ciò potrebbe essere che il Next Age risulti, alla fine, un fenomeno ancor più esteso e pervasivo del New Age, proprio per il suo carattere personale e individualistico. Il Next Age rappresenterebbe l’uso o la manipolazione delle religioni e del sacro per il conseguimento di risultati concreti personali, sul piano delle aspettative della salute del corpo e dello spirito, del benessere sessuale, del successo finanziario. E questo potrebbe risultare anche più destabilizzante per le religioni storiche e la Chiesa cattolica, anche se per ora in Europa la sua presenza è più moderata e latente di quella americana.

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Note

1 Per una ricostruzione storico-sociologica del New Age si veda: B. Dobroczyrisk, New Age, Milano, Mondadori, 1997; M. Ferguson, The Aquarian conspiracy, Los Angeles, Tarcher inc., 1980; W. J. Haanegraaff, New Age Religion and Western Culture, Leida, Brill, 1996; P. Heelas, New Age. Religion, Culture and Society in the Age of Postmodernity, Oxford, Blackwell, 1996; M. Introvigne, Storia della New Age, Piacenza, Cristianità, 1994; M. Lacroix, L’ideologia della New Age, Milano, Il Saggiatore, 1996; J. Lewis, G. Melton, Perspectives on the New Age, State University of the New York Press, 1992; G. Melton, J. Clark, A. Kelly, New Age Almanac, Detroit, Visible Ink Press, 1991; L. Petit, R. Aucoin, Guide du Nouvel Age, Paris, L’Age du Versau, 1990; L. Berzano, New Age, Bologna, Il Mulino, 1999.

2 Cfr. D. Rudhyar, Astrological Timing. The Transition to the New Age, New York, Harper & Row, 1972; Idem, Occult Preparation for a New Age, Wheaton (Illinois), Theosophical Publishing House, 1975.

3 Cfr. J. Lewis, G. Melton, 1992, cit.

4 Cfr. P. Le Cour, L’Ere du Verseu. Le secret du Zodiac, le proche avenir de l’humanitè, Paris, Atlantis, 1937.

5 Molte delle opere di F. Capra sono tradotte in italiano. Si veda: Il Tao della fisica, Milano, Adelphi, 1982; Il punto di svolta, Milano, Feltrinelli, 1984; Verso una nuova saggezza, Milano, Feltrinelli, 1988; La rete della vita. Una nuova visione della natura e della scienza, Milano, 1997.

6 Cfr. F. Capra, Il Tao della fisica cit., p. 11-12.

7 Sulla comunità di Findhor si veda: C. Riddel, Findhorn: 30 ans d’expérience, Barret-le-Bas, Le souffle d’Or, 1992.

8 Cfr. J. Lewis, G. Melton, cit. pp. 248-250.

9 Una presentazione dei movimenti che a Torino attualmente si ispirano a quelli fondati dalla Bailey si trova in L. Berzano (a cura di), Le forme del pluralismo religioso, Torino, Il Segnalibro, 1997, pp. 164 ss, 202 ss, 223.

10 Tra le numerose inchieste sul fenomeno dei baby-boomers si veda: F. Ricard, La géneration lyrique. Essai sur la vie et l’oeuvre des premiers-nés du baby-boom, Montreal, Boréal, 1994; J. Graind’Maison, S. Lefebvre (a cura di), Une génération bouc émissaire. Enquete sur les baby-boomers, Québec, Bibl. Nationale, 1993.

11 Sui rapporti tra New Age, politica e movimenti sociali negli anni 1960 negli Stati Uniti si veda: M. Satin, New Age Politics, New York, Delta, 1979; M. Rossman, New Age Blues, New York, Dutton, 1979; T. Roszak, Vers une contre-culture, Paris, Stock, 1967; M. Granjon, L’Amérique de la contestation, Paris, Presses de la Fondation nationale des sciences politiques, 1985.

12 M. Satin, cit. p. 78.

13 T. Roszak, Unfinished Animal: Aquarian Frontier and the Evolution of Consciousness, New York, Harper and Row, 1975, p. 89.

14 Cfr. A. R. Buenfil, Arcobaleno, un popolo senza confini, Firenze, AAM Terra Nuova, 1989.

15 Citazione in M. Ferguson, cit. cap. 1.

16 Citazioni in M. Ferguson, cit. cap. 5.

17 Tra le critiche più significative al New Age commerciale e dei consumi di massa, da parte di rappresentanti del New Age, si possono menzionare quelle di F. Capra in Punto di svolta, cit. e di N. Drury in Il potere della mente, Milano. Xenia, 1993.

18 T. W. Adorno, Stelle su misura. L’astrologia nella società contemporanea, Torino, Einaudi, 1985, p. 6.

19 Cfr. D. Spangler, W. I. Thompson, Reimagination of the World. A Critic of the New Age, Santa Fe (New Mexico), Bear & Company, 1991.

20 G. Melton, The Future of the New Age Movement, in E. Barker, M. Warburg (a cura di), New Religions and New Religiosity, Aarthus-London, Aarthus University Press, 1998, pp. 133-149. La prima tesi della fine del New Age, come è ricostruita da Massimo Introvigne, venne esposta da Gordon Melton nel convegno internazionale sulle nuove religioni Rennord 1994, tenuto dal 22 al 25 agosto a Greve in Danimerca. Cfr. M. Introvigne, La crisi del New Age e la nascita di un nuovo fenomeno: il Next Age, Center for Studies New Religions, Torino, 1998.

21 Cfr. M. Introvigne, 1998, cit.

22 Tra le opere di D. Chopra tradotte in Italia si veda: Guarirsi da dentro, Milano, Sperling & Kupfer, 1992; Le sette leggi spirituali del successo. Vivere in armonia con la natura per realizzare se stessi, Milano, Armenia, 1997; L’antica saggezza dell’anima, Milano, Sperling & Kupfer, 1997.

23 Cfr. M. S. Peck, A different Drum. Community Making and Peace New York, Simon & Schuster, 1987 (tr. it. Vivere di pace, Milano, Frassinelli, 1988).

24 Intervista a Paola Pacifico in F. Ansaldi, Le comunità acquariane in Piemonte, tesi di laurea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, a. a. 1993-1994.

LE GENERAZIONI DEI NEW AGERSultima modifica: 2021-01-19T18:35:38+01:00da mikeplato
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