IL FLUSSO STORICO DELLA TRADIZIONE PRIMORDIALE

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di Mike Plato


Da più parti è avvertita la necessità di comprendere non solo la Tradizione divina, ma anche di intuirne il flusso storico, ossia gli anelli di una catena che è più preziosa di quanto si possa immaginare. Per ottemperare a tale istanza, ritengo necessario dare una definizione univoca di “Tradizione” e poi individuare gruppi e singoli che si sono uniformati nel corso della storia umana a siffatta definizione. Dobbiamo a Renè Guenon l’uso del termine “Tradizione Primordiale” che il nostro usò frequentemente nella sua grande produzione a carattere iniziatico-esoterica. Per altri, essa può essere definita anche come Religione Universale, Filosofia Perenne, Tradizione Eterna, o Tradizione esoterica. E’ interessante notare come famiglie iniziatiche quali il Sufismo, la Massoneria, la Qabala, la Rosacroce o le fratellanze alchemiche, sostengano tutte con forza che la Tradizione Primordiale è, fin dalle origini, prettamente sufica, massonica, qabalistica e quant’altro. Ognuna dimentica di essere un petalo del grande fiore, e non il centro del fiore stesso. Pur essendo queste famiglie ben inserite nella Tradizione Primordiale di cui sono un aspetto, il volersi ergere a causa e non riconoscersi come effetto, prova quanto sia difficile, persino tra gli iniziati, trascendere i particolarismi dovuti all’appartenenza ad una tribù spirituale. Il fatto è che un ebreo cabalista si sente sempre un ebreo, e altrettanto dicasi per l’islamico sufi o per l’esoterista cristiano. E’ di pochi iniziati scrollarsi di dosso l’origine umana o l’appartenenza ad una famiglia esoterica per puntare direttamente al nucleo spirituale. Quando Paolo scrisse che il Melkizedek era “senza padre, né madre, né geneaologia, senza inizio di giorni e fine di vita” (Ebrei 7:3), o quando Gesù disse: “in verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà” (Luca 18:29), o quando Gesù disse ancora: “Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti” (Matteo 8:22), ci si riferisce ad una razza animica, quella dei sacerdoti eterni, che è superiore agli altri esoteristi, e che sola è capace di avvertire la necessità di tornare al centro spogliandosi di qualsiasi attributo umano. Definiamo Ordine di Melkizedek questa tribù esoterica trasversale di gran lunga superiore a qualsiasi altra, capace di non sentirsi né sufi, ne cabalista, né cristiana ma tutte queste cose.

 

 

Una definizione di Tradizione Primordiale

Paolo, in quanto universalista dell’Ordine di Melkizedek, e non certo in qualità di cristiano per come si intende comunemente tale termine, tentò di definire nelle sue lettere, la Tradizione, che egli chiamò semplicemente Sapienza: “Sapienza divina e misteriosa, rimasta celata, che El Elyion ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria (1 Corinzi 2:7)…Tra i perfetti parliamo di una sapienza che non è di questo mondo…Nessuno degli Arconti di questo mondo ha mai potuto conoscerla (1 Corinzi 2:6-8)”. Platone la definì come un dono dell’alto agli uomini e la identificò con il Fuoco prometeico: “l’Antica Tradizione fu un dono degli dèi agli uomini che, da un punto del cielo divino, fu gettato un giorno sulla terra per mezzo di Prometeo insieme ad un fuoco di una chiarezza abbagliante, e gli antichi, che erano più valenti di noi e vivevano più vicino agli dèi ce lo hanno tramandato quasi una rivelazione” (Filebo). Origene ne testimoniò come di un patrimonio sapienziale universale e remoto: “Ascolta le parole di Celso: c’è un’antica dottrina che esiste da sempre, che da sempre è stata conservata dalle città e dalle nazioni più sagge e dagli uomini più savi” (Contra Celsum I,14). La ricercatrice esoterica Annick de Souzenelle, nel secolo scorso, scrisse con grande acume che “la Tradizione non è il frutto di un passato, né di un futuro, essa è questo tempo profetico che si immerge nell’a-temporale e si incarna nell’istante” (Il Simbolismo del Corpo Umano). L’indimenticabile Ellemire Zolla scrisse che “la Tradizione è la trasmissione dell’idea dell’essere nella sua perfezione massima, dunque di una gerarchia tra gli esseri relativi e storici fondata sul loro grado di distanza da quel punto o unità. Essa è talvolta trasmessa non da uomo a uomo, bensì dall’alto; è una teofania. Essa si concreta in una serie di mezzi: sacramenti, simboli, riti, definizioni discorsive il cui fine è di sviluppare nell’uomo quella parte o facoltà o potenza o vocazione che si voglia dire, la quale pone in contatto con il massimo di essere che gli sia consentito, ponendo in cima alla sua costituzione corporea o psichica lo spirito o intuizione intellettuale…L’idea di una vita celeste è un seme che, coltivato con sufficiente desiderio, irrigato con le lacrime del rimpianto, crescerà trasformando la terra desolata in giardino, secondo la promessa ripetuta da ogni tradizione conforme alla Tradizione” (Che cos’è la Tradizione). Molti illuminati hanno donato il loro contributo alla comprensione della Tradizione Eterna, ma in base a queste definizioni la Tradizione emerge come una sapienza donata dallo Spirito agli uomini per indicar loro il cammino del ritorno ad uno stato di perfezione primordiale, da cui essi sono caduti. Secondo il principio evoluzionistico darwiniano-lamarkiano, che pone l’enfasi sulla materia e sulla ragione, l’uomo evolve da un primate per costruire società sempre più evolute e complesse, e macchinari che lo aiutino in questa evoluzione. Secondo la Tradizione Primordiale, l’uomo era un essere evolutissimo in senso spirituale, dotato di un corpo sottile e luminoso, e il tempo segna l’allontanamento progressivo da quella condizione originaria fino a rischiare di giungere ad un punto di non ritorno. L’evoluzione spirituale della coscienza è tale solo se si attua un percorso a ritroso, dalla materia allo spirito. Secondo i “tradizionalisti”  -tra gli altri Guenon, Evola, Fulcanelli, Kremmerz-  l’uomo è in involuzione inarrestabile e l’intervento dello Spirito incarnato, in vari luoghi ed epoche, ha avuto come finalità quella di bloccare la ruota involutiva e di creare i presupposti per il grande ritorno, in questo ostacolato da Spiriti Immondi la cui intenzione è quella di schiavizzarci in eterno alla loro Ruota uroborica, ossia alle reincarnazioni eterne che possono portarci al disastro, alla morte dell’anima. E’ qui che trovo preziosa e vitale l’attività di custodia del patrimonio sapienziale operata da singoli e gruppi iniziatici nel corso della storia. Queste anime sapevano dove erano e sapevano cosa fare. Sapevano che la loro opera sarebbe stata messa sempre in pericolo dagli Spiriti Prevaricatori, ma hanno agito e si sono sacrificate senza risparmiarsi. In funzione di ciò, definirei la Tradizione Primordiale come un corpus  di insegnamenti appartenenti a un non tempo, per lo più segreti, che da tempi immemorabili sono stati trasmessi per una via triplice: da Dio direttamente ad alcuni uomini eletti; per via orale, secondo una catena, da maestro ad allievo; e da Ordini Sacri, che terminavano la loro funzione naturale, ad altri Ordini Sacri. La forma di trasmissione più sublime, ma anche la più ardua ed elettiva, è quella dalla bocca del Dio interiore (Adamo Primordiale, Melkizedek) all’orecchio del suo alter-ego umano, come è scritto nel Pimandro del Corpo Ermetico: “Chiese Hermes: «Voglio essere istruito sugli esseri e sui misteri del Cosmo». Rispose Poimandres: «Ricevi nel pensiero tutto ciò che vuoi sapere. Io ti istruirò»”. E’ ivi che risiede il concetto pià elevato di Qabala che in ebraico significa “ricevere”. Direi che la Tradizione, ai primordi, discende giocoforza per via verticale per poi essere custodita e tramessa attraverso maestri singoli o Ordini iniziatici, ma aggiornata verticalmente nel susseguirsi delle ere zodiacali. Questo è il senso profondo di un versetto del Libro di Sapienza (10:1-2): “la Sapienza protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio quando fu creato solo; poi lo liberò dalla sua caduta e gli diede la forza per dominare su tutte le cose”. Il Dio nell’uomo, egli stesso Sophia, dona un patrimonio sofianico all’essere primigenio già decaduto, e lo aiuta a liberarsi da coloro che sono divenuti i suoi dominatori. Se l’Uomo Primordiale è decaduto, la Tradizione Primordiale non può che avere uno e un sol fine: la rigenerazione dell’uomo di luce che noi tutti eravamo. Questo fine è al centro di ogni tradizione spirituale. Gesù e Siddharta, tra i molti, lo mostrano al massimo grado. In alcuni punti della storia, data l’accelerazione del decadimento spirituale, Sophia-Tradizione si è ritirata nel suo nucleo inaccessibile e ha steso un velo tra essa e gli uomini, interrompendo il contatto fra essa e gli uomini, limitato solo ad ad alcune anime speciali. I tempi attuali costituiscono uno di questi punti, forse il più terribile che l’umanità abbia mai vissuto. Il contatto col centro sembra essersi ormai interrotto, ma alcune anime isolate stanno “ricevendo” semplicemente perché bramano il “ritorno”. Questi punti di rottura sono noti nella Tradizione come “diluvii”, in quanto Sophia sommerge l’umanità nell’ignoranza, peraltro meritata, e salva dal “diluvio”, ossia dall’ignoranza, pochi esseri di buona volontà che la tradizione ebraica chiama “giusti”. In quest’ottica, Atlantide potrebbe essere interpretata come l’originario stato edenico che poi è stato sommerso dalla caduta primordiale nella materia e dal prevalere dell’ignoranza spirituale alimentata da una falsa conoscenza materialistica nota come Conoscenza del Bene e del Male.

 

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I primi anelli: l’Egitto e l’Iran

Il primo popolo, in senso storico, a ossequiare la Tradizione è l’Egitto, la Terra di Khem. I saggi di Khem sfruttarono ampiamente il simbolismo per velare la Verità e  impedire che fosse desacralizzata. Molti templi e fratellanze furono solerti nel custodire per secoli il segreto della rigenerazione, in particolare la Fratellanza di Sais sul Delta, e l’Accademia di Heliopolis deputata a formare l’uomo perfetto, il Faraone. I Saggi d’Egitto non erano politeisti. Essi, all’interno dei templi, veneravano il Dio Sole, il PRINCIPIO UNO di tutti gli universi, che chiamavano Ra. E veneravano l’uomo primordiale come Osiride, e come Atum, da cui l’Atomo eterico, la particella indistruttibile celata nel coccige umano, nell’osso sacro. I diversi Dei, l’Eneeade, erano i nove volti dell’UNO nell’uomo. Innalzarono Piramidi soprattutto allo scopo di glorificare il Grande Spirito e la sua catena emanativa, contenuti dall’intimo dell’uomo. Tutte le tradizioni conformi alla Tradizione venerano questa scintilla divina presente nell’anima umana. L’Islam la venera nel suo stendardo: la stella contenuta dalla mezza luna, lo spirito contenuto nell’anima. Tutte le tradizioni chiamano questa scintilla intrappolata nella materia corporale Pietra. I saggi d’Egitto sapevano rivivificarla. E altrettanto Zarathustra in Iran che ebbe una rivelazione diretta dalla Sapienza, ovvero Ahura Mazda. Ahura gli insegnò il segreto della seconda nascita e gli svelò i segreti delle tenebre ahrimaniche. Lo zoroastrismo e l’esoterismo egizio influenzarono molto sia l’essenismo che il cristianesimo primitivo.

 

 

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L’anello induista-braminico

L’altra matrice della Sapienza Divina è l’India. Anche l’induismo primitivo appare come una religione politeista, ma anche nell’induismo le varie divinità sono solo aspetti e teofanie del Dio Uno. Anche qui è insegnata l’aurea tradizione dei Nati Due Volte (dvjia). Gesù la manifesta agli ebrei, che non vogliono ascoltare, nel momento in cui rimprovera severamente il simpatizzante Nicodemo sostenendo che un maestro in Israel dovrebbe conoscere il segreto della rinascita in vita (Giovanni 3:10). Ma Nicodemo e tutti gli ebrei ortodossi, saggi e non, lo ignorano. L’influsso dell’induismo nel proto-ebraismo degli Hanif (i Puri della Religione Primordiale secondo il Corano) risulta evidente dal nome di Abraham che è un tributo all’antichissima religione di Brahama e dei sacerdoti bramini.

 

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L’anello ellenico

Molta della tradizione spirituale egizia confluì in Grecia attraverso molti sapienti che furono istruiti nei templi egizi. Sorsero molte scuole iniziatiche eredi di misteri egizi: Eleusi in particolare. I misteri orfici testimoniano di un proto-gnosticismo nella penisola. Plutarco, nel De Iside et Osiride 10 E-F, scrisse: “ciò è attestato anche dai più sapienti fra i greci: Solone, Talete, Platone, Eudosso, Pitagora e anche Licurgo, a quanto pare, vennero in Egitto e s’incontrarono con i Sacerdoti. Dicono che Eudosso fu discepolo di Chnufis di Memfi, Solone di Sonchis di Sais, Platone fu iniziato a Sais, Pitagora di Enufis di Heliopoli. Pare che soprattutto Pitagora sia rimasto così colpito ed abbia tanto ammirato quegli uomini da trasfondere la loro tensione simbolica e misterica nelle sue dottrine, adattandole ad una forma enigmatica…I Sacerdoti ritengono anche che Omero, come pure Talete, abbia appreso dagli Egizi il concetto secondo cui l’acqua è principio ed origine di tutte le cose”. Insomma, buona parte dei grandi misteri fu salvata dai sapienti greci che trovarono iniziazione in Egitto. L’influenza greca si farà sentire poi nel cristianesimo primitivo, tanto più che i vangeli saranno scritti in greco.

 

 

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L’anello ebraico

Per millenni i sacerdoti egizi custodiscono la Sapienza di Adamo e il segreto della rigenerazione (seconda nascita). Ma gli Arconti riescono ad infrangere la barriera di protezione. Verso il termine della civiltà egizia, l’iniziato Akhenaton tenta di proteggere la Tradizione da un attacco spaventoso delle Forze Oscure, ma toccherà a Mosè, mezzo egizio e mezzo semita, fare da trade-union tra le due ere e le due civiltà, e portare in salvo la Sapienza, facendola custodire da un popolo cui però darà solo la lettera. Il contributo di Mosè alla conservazione del segreto è enorme, e di riflesso anche all’ebraismo è dovuta la riconoscenza degli iniziati. Il cabalista Natan scrisse: “la tradizione esoterica fu una rivelazione di Elohim ad Adamo e ad Eva e pervenne fino a Noè. La tradizione pervenne poi ad Abramo. E da Abramo trasmessa ad Isacco, a Giacobbe. E i nostri Patriarchi furono in Egitto e la tradizione esoterica entrò in possesso degli anziani di quel popolo. La cosa si tramandò tra loro finchè nacque Mosè nostro maestro…E così quando avvenne che egli uscì nei campi e si isolò nel deserto, il Signore di Tutto gli si rivelò nel roveto” (Le Porte della Giustizia). Il segreto del battesimo di fuoco e spiito fu celato ai sacerdoti leviti nella lettera dei sacrifici animali, ma Mosè lo conobbe in Egitto perché fu istruito in tutta la sapienza dagli Egizi (atti 7:22). Mosè lo conferì solo ai settanta anziani e da questi pervenne ai sacerdoti esseni di Qumran.

 

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L’anello esseno

Tra gli ebrei, i soli a possedere il segreto della rigenerazione furono quelli della fratellanza di Qumran, il segreto Ordine di Melkizedek tra gli ebrei. Gli esseni sapevano leggere dietro le righe della Torah. Gli Hassidim, la fratellanza inter-testamentaria custode dei misteri egizi ed iranici,  conoscono perfettamente il segreto alchemico del battesimo dell’acqua di fuoco, e la loro venerazione dell’elemento acqua lo testimonia. Attendono una manifestazione dell’Uomo Cosmico, e la loro attesa non è vana. Gesù offrirà loro un nuovo Logos che essi, avanzati come sono, accetteranno, stipulando una nuova alleanza e divenendo i primi cristiani. La tradizione viene consegnata a Gesù, che la rinverdisce istruito anche direttamente dall’Uomo Primordiale che egli manifesterà. Gesù nomina 12+72 eredi. Ma consegna i misteri più profondi solo a Maria Maddalena, a Giacomo, a Filippo. La tradizione esoterica ebraica, nota comunemente come Qabalah, inizia proprio con gli Esseni e procederà nella Francia e nella Spagna del 13° secolo. Ma se gli Esseni accettarono il Nuovo Logos, i cabalisti ebraici rimasero fedeli alla vecchia Legge. I qabalisti cristiani del rinascimento (Johannes Reuchlin, Pico della Mirandola) adattarono la qabalah ai misteri cristiani, ma giustamente venerarono l’antica sapienza esoterica ebraica

 

L’anello degli gnostici

La tradizione ritorna in Egitto e riparte da esso. Sorgono nell’Egitto copto-alessandrino diverse scuole gnostiche. Gli gnostici ereditano i misteri di morte e rinascita, e conoscono il terribile segreto del mondo nonché la vera storia delle origini. Gli Arconti li combattono e li perseguitano, e intanto fondano una falsa Chiesa che cavalca e svilisce i misteri del Cristo

 

 

L’anello manicheo

Il profeta Mani effettua il primo tentativo di universalizzazione delle religioni. Fonde zoroastrismo, ebraismo gnostico, cristianesimo gnostico e buddhismo in un unico grande sistema. Il suo credo si diffonde in buona parte dell’Asia, ma viene letteralmente fatto a pezzi. I Templari, durante i processi, saranno accusati di essere manichei

 

 

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L’anello islamico

Il profeta Muhammed viene istruito per via verticale e riceve un libro sacro in cui si enfatizza il principio della sottomissione alla particella divina. L’essenza dei suoi insegnamenti sarà custodita dal sufismo, che si congiunge anche con gli antichi misteri iranici di Zarathustra e con la sua filosofia della luce

 

 

L’anello benedettino

Nel ‘500 Benedetto da Norcia crea un Ordine la cui regola è analoga a quella degli Esseni di Qumran. Merito dei benedettini è la raccolta e la ritrascrizione di testi antichi, di matrice esoterico-gnostica, e certamente esisteva un nucleo segreto dedito all’alchimia, secondo il principio Ora et Labora-Medita e lavora su te stesso

 

L’anello Ashishin

Secondo il ricercatore Hammer-Purgstall “l’intero corpo delle pratiche occulte e dei segreti degli antichi sacerdoti egiziani come l’alchimia, la rabdomanzia, la ricerca della pietra filosofale e l’uso di talismani, furono trasferiti dall’antica accademia di Heliopoli alla Casa o Fortezza della Scienza degli Ismailiti fatimidi del Cairo” (Storia degli Assassini). Gli Ashishin fusero lo gnosticismo iranico con quello ebraico-islamico-cristiano, e custodirono una parte dei misteri esseni

 

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L’anello Templare

Durante le crociate i Poveri Cavalieri del Tempio entrarono in contatto con gli Ashishin e fraternizzarono con essi. Buona parte dei misteri alchemici e costruttivi furono trasferiti ad essi. I Templari erano gli Esseni d’Europa: monaci-guerrieri a conoscenza del dominio delle forze oscure sull’umanità. Il suo nucleo segreto, i Figli della Valle, custodì i grandi misteri, in particolare il mistero della rigenerazione alchemica. Distrutto l’ultimo Ordine di Melkizedek in terra, il contatto col centro cessò e il Tempio finì. Il testimone passò ai Rosacroce che erano anime scelte dallo Spirito divino, ma non un tempio strutturato. La massoneria non è mai stata un vero tempio, né ha mai avuto contatti col Centro. Neanche quella Scozzese, che pur è stata segreta erede del templarismo. E il buio continua ancor oggi, ma non per molto ancora

IL FLUSSO STORICO DELLA TRADIZIONE PRIMORDIALEultima modifica: 2009-07-31T17:05:00+02:00da mikeplato
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4 Responses

  1. Francesco
    at |

    Certo che hai ripreso di gran lena!
    Finalmente sei tornato a interessanti post istruttivi e pieni di contenuti.
    Li leggo con piacere!
    Ciao!

  2. antonlogos
    at |

    Mike, è splendido l’articolo.
    Sono sempre più convinto che la vera Religione Universale è il SINCRETISMO di tutte le correnti spirituali facenti capo alla Tradizione, perchè ognuna di esse contiene brandelli della Verità Primordiale, che è stata smembrata in tante parti. Da buoni alchimisti, dobbiamo fare il SOLVE ET COAGULA e riunire i pezzi sparsi. E’ sempre un errore fossilizzarsi su un singolo aspetto della Tradizione, non ci possiamo permettere di buttare via niente. Personalmente mi sento fortemente gnostico nell’anima per cui sono più legato a quest’anello della Tradizione, però sono altrettanto consapevole che bisogna affacciarsi anche ad altre tradizioni se vogliamo recuperare il nocciolo immortale divino che è stato smembrato in tante tessere di un enorme puzzle. Solo così sarà possibile impadronirsi dell’autentica conoscenza misterica delle origini, e ogni tradizione ci aiuterà a capire meglio le altre.
    Un abbraccio
    Antonio

  3. ADAMAS
    at |

    NOI ADAMAS, CI COMPIACIAMO,NELL.UMANOIDE,MIKE PLATO,” STIRPE ILICA TERRESTRE “, – LO TERREMO IN SERBO ,NEL NOSTRO ” AUREO PLEROMA”,IN.ATTESA CHE “PISTIS SOPHIA” DECIDA, IN OSMOSI…COL….. ” DEMIURGO JADALBAOTH ” SE ELEVARE ,CON DIVINO AFFLATO,…PLATO, NELLA NOSTRA MAGNIFICENZA SAPIENZIALE CELESTE, OVE LA MISTERIOSOFIA E’ PRELUDIO, NON SIMULACRO, DELLA ” CONOSCENZA SUPREMA ” EMANATA DAL “PRINCIPIO PRIMO SORGENTE UNICA ” ,DEL TUTTO NEL TUTTO. FA PIACERE LEGGERE SCRITTI, DI UMANOIDI EVOLUTI, CON CHIAREZZA ” ILLUMINATA ED ILLUMINANTE”, DEI VERI DOTTI,DONANDO ALL.UMANITA’, SEGMENTI, FRAZIONATI DI CONOSCENZA, FRAMMISCHIATA A SAPIENZA,SAGGEZZA,ACTIO,E SILENTIUM. DUNQUE,BEN VENGANO I “PURI EMULATORI,CULTORI.DIVULGATORI” DELLE CULTURE CLASSICHE,FILOSOFICHE,PATRISTICHE,GNOSTICHE,TEOLOGICHE ED ANTROPOLOGICHE,CON SFUMATURE DI ” PSICOLOGIA ESO-ESSOTERICA ” QUANTO BASTA A FAR RIFLETTERE GLI SPIRITI INTRISI DI CULTURA TRADIZIONALE O MENO.- ADAMAS-

  4. ADAMAS
    at |

    HO INVIATO MA NON VEDO PUBBLICATO. B AY DR.ADAMAS

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