LA SOCIETA’ ANTROPOSOFICA

 

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Rudolf Steiner (1861-1925) nasce nell’Impero austro-ungarico, a Kraljevec, da genitori cattolici. Riceve un’educazione tecnico-scientifica e, a soli ventidue anni, consegue il prestigioso incarico di pubblicare gli scritti scientifici di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832). Nel frattempo ha incontrato la Teosofia e, quando si trasferisce a Berlino nel 1902, può essere considerato l’effettivo leader della Società Teosofica in Germania. A Berlino incontra pure Marie von Sievers (1867-1948), che diventerà la sua seconda moglie e la compagna inseparabile nella sua avventura spirituale. Nel 1909 i suoi scritti sul ruolo centrale di Gesù Cristo iniziano un contrasto con Annie Besant (1847-1933). La rottura definitiva si ha con il caso relativo a Jiddu Krishnamurti (1895-1986): Steiner rifiuta di credere alla missione del giovane indiano ed è espulso dalla Società Teosofica (secondo la versione di quest’ultima, mentre secondo la sua versione si sarebbe dimesso prima dell’espulsione).

Cinquantacinque delle sessantacinque logge della Società Teosofica tedesca rimangono con Steiner, che rende indipendente dalla Teosofia la sua Società Antroposofica (originariamente concepita come movimento all’interno della Società di Adyar). Nel 1913 la sede centrale dell’Antroposofia è trasferita a Dornach, presso Basilea, dove si costruisce il Goetheanum, un edificio dal complesso significato simbolico. Il primo Goetheanum è distrutto nel 1922 da un incendio, ma inizia subito la costruzione di un secondo che sarà completato negli anni 1950.

Dopo la morte di Steiner, nel 1925, il movimento subisce diversi piccoli scismi e patisce le conseguenze di una lunga disputa a proposito dei diritti d’autore sulle opere del fondatore. Tuttavia le idee centrali di Steiner si sono diffuse nel mondo, in particolare attraverso stimate istituzioni parallele come le Scuole Waldorf (nel nostro Paese rappresentate dallaFederazione delle scuole Rudolf Steiner in Italia) e le Comunità Camphill per handicappati, che – benché normalmente guidate da antroposofi – sono frequentate anche da persone che non aderiscono ai principi dell’Antroposofia. Lo stesso discorso vale per le istituzioni consacrate all’agricoltura biodinamica (in Italia rappresentata dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica), mentre un ruolo particolare ha la Comunità dei Cristiani fondata da un ammiratore e collaboratore di Steiner, il pastore luterano Friedrich Rittelmeyer (1872-1938), il cui rituale centrale, l’“Atto di Consacrazione dell’Uomo” ricorda nelle forme la messa cattolica, ma ha un contenuto completamente antroposofico. Al vertice dell’Antroposofia si trova la Scuola della Scienza Spirituale, che svolge un ruolo esoterico e i cui insegnamenti sono stati a lungo considerati segreti, mentre oggi sono stati resi accessibili mediante la pubblicazione in volumi. Alla Società Generale, che ha sede presso il Goetheanum, fanno capo varie società nazionali.

In Italia il primo Gruppo di Studi antroposofici è fondato a Roma nel 1911 da Giovanni Colazza (1877-1953), che emerge negli anni successivi come il maggiore divulgatore dell’Antroposofia in Italia insieme al poeta Arturo Onofri (1885-1928), all’alto funzionario statale Alcibiade Mazzerelli (1873-1932) e al compositore Lamberto Caffarelli (1880-1963). Dell’originario nucleo antroposofico italiano fanno parte anche Emmelina Sonnino De Renzis (1858-1944), sorella dell’ex presidente del Consiglio Sidney Sonnino (1847-1922) e prima importante traduttrice italiana delle opere di Steiner, e suo figlio, il duca Giovanni Antonio Colonna di Cesarò (1878-1940), ministro nel primo governo presieduto da Luigi Facta (1861-1930) e quindi nel primo dei governi di Benito Mussolini (1883-1945), di cui in seguito diviene acerrimo oppositore, tanto da essere sospettato – a torto – di essere il mandante dell’attentato al Duce perpetrato il 7 aprile 1926 da Violet Gibson (1876-1956). Quest’ultima, figlia del Lord Cancelliere d’Irlanda, è a sua volta iscritta alla Società Antroposofica, nonché frequentatrice della Christian Science ma – soprattutto – è una squilibrata, così che le varie piste religiose ed esoteriche che ancora oggi sono riproposte a proposito di quell’attentato sembrano scarsamente convincenti. L’incidente non impedisce la fondazione, avvenuta a Trieste il 13 gennaio 1931 con il permesso delle autorità, della Società Antroposofica d’Italia, da cui peraltro rimane indipendente il gruppo di Colazza a Roma – anch’esso formalmente costituito nel 1931 come Gruppo Italiano per lo Studio dell’Antroposofia o Scienza Spirituale – che fa capo direttamente alla sede internazionale di Dornach. La Società di Trieste – cui sono iscritti numerosi ebrei – si scioglie nel 1938 in coincidenza con l’entrata in vigore delle leggi razziali. La Polizia Politica non rileva invece alcuna attività ostile al regime nelle sedi di Milano, di San Remo e di Roma. Tuttavia, dopo la messa al bando dell’Antroposofia nella Germania nazista, anche in Italia una circolare del 25 luglio 1941 della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza dispone lo scioglimento di tutti i gruppi antroposofici italiani. Solo dopo la caduta del regime una Società Antroposofica Italiana potrà riprendere le sue attività nel nostro paese.

Come accennato, grande importanza nella diffusione del pensiero di Steiner e dell’Antroposofia hanno svolto, e svolgono, le scuole steineriane, il cui approccio pedagogico è stato individuato da Steiner in tre fasi, corrispondenti ai primi tre settenni della persona. La prima di queste scuole, chiamata “Libera Scuola Waldorf”, è stata fondata – nel 1919 – a Stoccarda per i figli degli operai della fabbrica Waldorf-Astoria sotto la guida dello stesso Steiner. L’impulso spirituale all’origine di questa scuola è l’esigenza di un rinnovamento profondo della vita sociale a partire dall’educazione. Fin dalle origini si è avuta una rapida diffusione delle scuole steineriane nell’area germanica e anglosassone d’Europa; nei paesi mediterranei è stata successiva, mentre sorprendente è stato lo sviluppo nell’area est-europea subito dopo le trasformazioni conseguenti alla caduta del Muro di Berlino, nel 1989. In molti dei Paesi europei generalmente considerati socialmente avanzati le scuole steineriane sono oggi molto diffuse e anche sovvenzionate dallo Stato, sia per la gestione ordinaria sia per le strutture. In Finlandia, al modello didattico steineriano si è ispirato il Ministero dell’Istruzione; in Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia e Lettonia le scuole steineriane sono completamente finanziate dallo Stato; in Svezia, Germania, Austria, Slovenia e Ungheria ricevono consistenti contributi; nella Repubblica Ceca e in Lettonia sono considerate scuole statali sperimentali; in Belgio, Svezia, Norvegia, Regno Unito ed Estonia rappresentanti delle scuole steineriane lavorano insieme ai funzionari governativi nelle commissioni ministeriali.

La pedagogia steineriana può vantare quindi oggi un ampio riconoscimento da parte di molti Stati europei, che non raramente creano eccezioni rispetto alle vigenti normative in campo scolastico. Le scuole steineriane sono ormai più di ottocento, delle quali circa la metà in Europa, ma distribuite in tutti continenti: dall’Islanda al Sud Africa, dal Giappone a Israele, dal Kenya al Canada, dall’Egitto al Perù, dagli Stati Uniti alla Russia, dall’India al Brasile, dal Messico all’Australia. In Italia la diffusione delle scuole steineriane è in forte crescita: su tutto il territorio nazionale – da Torino a Palermo a Trieste – sono distribuite circa venti scuole elementari e medie e più di trenta scuole materne, dette “giardini d’infanzia”; attualmente, l’unico liceo steineriano italiano è quello di Milano.

Steiner distingue nell’uomo una natura fisica, una eterica, una astrale e infine l’Io. Alla morte l’involucro fisico è deposto, mentre per qualche giorno l’uomo conserva la natura eterica. Deposta anche questa, l’uomo trascorre un periodo di purificazione nel mondo animico, finché abbandona anche il corpo astrale e rimane l’Io come “seme” che cresce nel mondo spirituale finché, dopo un lungo periodo (da cinquecento a mille anni), riceve un nuovo corpo astrale ed eterico, sceglie i genitori, vede la sua vita futura in un rapido quadro d’insieme e infine si reincarna in un nuovo corpo fisico. Questa antropologia riflette una cosmologia in cui si ritrova il familiare schema teosofico della discesa o “condensazione” dello spirito verso la materia con successiva risalita o “spiritualizzazione”. In comune con la Teosofia, l’Antroposofia ha una certa diffidenza “metafisica” (che non esclude un interesse concreto per problemi eminentemente pratici come quelli della medicina) nei confronti della materia (l’eccessiva condensazione materiale è attribuita agli spiriti negativi Arimane e Lucifero, che pure sono parte necessaria del piano cosmico).

A differenza della più orientaleggiante Teosofia, l’Antroposofia nega l’“individualismo” ma non l’“individualità”. La Terra – secondo uno schema che ricorda Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) – passa attraverso sette epoche; nella terza (Lemuria) e nella quarta (Atlantide) l’uomo acquista la sua individualità, insieme con l’indipendenza e la libertà che gli sono conferite da Lucifero e Arimane. A causa di questa azione, solo nella quinta epoca si verifica il punto culminante dell’evoluzione cosmica con la discesa del Cristo, che segna la fine del processo discendente verso la materia e l’inizio di una nuova ascensione. All’origine, vi erano due Gesù, il Gesù “Salomone” e il Gesù “Nathan”. Ma queste due persone diverse si fondono misteriosamente in una al momento della disputa con i dottori del Tempio, e al battesimo nel Giordano quest’unico Gesù è sufficientemente evoluto per ricevere in sé il Cristo. Alla crocifissione, il Cristo lascia il corpo di Gesù e diventa lo spirito della Terra e del corpo fisico ed eterico degli uomini, mentre appare come “luce” ai discepoli. Da questo momento, Arimane è confinato all’Inferno e gli uomini – almeno i più evoluti tra loro – possono avanzare verso la fine dell’epoca della Terra e verso i successivi stadi di Giove, Venere e Vulcano.

L’Antroposofia ha un ruolo particolare nel preparare gli uomini più evoluti a diventare protagonisti consapevoli dell’intero processo cosmico attraverso una nuova scienza della mente, del corpo e delle forme (ispirata anche da Goethe) che consente di acquisire molte conoscenze di carattere occulto e spirituale. Non mancano, però, le applicazioni pratiche e artistiche, dalla già citata agricoltura biodinamica all’euritmia (una forma particolare di danza), alle tecniche educative e ai vari centri terapeutici. Steiner ha trasmesso all’Antroposofia anche alcune idee politiche, centrate sull’importanza della cultura e sulla sostituzione della moneta basata sull’oro con una nuova moneta basata sui beni agricoli. Levarie diramazioni del movimento antroposofico in Italia – oltre alle già citate attività – comprendono un Gruppo Medico Antroposofico, l’Associazione Agricoltura Biodinamica, la cooperativa finanziaria Janus, il Forum Internazionale Uomo e Architettura e l’Associazione Scientifica Goetheanistica Italiana, tutte con sede a Milano.

Fondato da un antroposofo, ma indipendente e consacrato a ospitare per seminari e corsi movimenti diversi di area teosofica e New Age, è il Centro d’Ompio, sul Lago d’Orta (28028 Pettenasco [Novara], tel. 0323-888967, fax 0323-888980, e-mail centro@ompio.org, URLwww.ompio.org).

B.: L’Editrice Antroposofica di Milano (che pubblica inoltre il periodico Antroposofia. Rivista di Scienza dello Spirito) ha tradotto molti dei libri di Rudolf Steiner. Il più completo scritto filosofico è La filosofia della libertà (19978); si vedano inoltre: Teosofia. Una introduzione alla conoscenza soprasensibile del mondo e del destino umano (199911);L’iniziazione. Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori? (199910); La scienza occulta nelle sue linee generali (19968); e l’autobiografia La mia vita (19997). Su Steiner la biografia più completa è quella di Christoph Lindenberg, Rudolf Steiner. Eine Biographie, 2 voll., Freies Geistesleben, Stoccarda 1997; cfr. inoltre: Simonne Rihouet-Coroze, Rudolf Steiner: la vita e l’opera del fondatore dell’antroposofia, trad. it., Convivio, Firenze 1989; Hella Wiesberger, L’opera di Rudolf Steiner nella sua realtà è la sua vita, trad. it., Editrice Antroposofica, Milano 1984; e Sandra Chistolini, La pedagogia secondo Rudolf Steiner. L’humanitas e il movimento delle Scuole Waldorf, FrancoAngeli, Milano 2008. Sulle origini, un lavoro storico di primaria importanza è l’imponente studio di Helmut Zander,Anthroposophie in Deutschland: Theosophische Weltanschauung und gesellschaftliche Praxis 1884-1945, 2 voll., Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 2007; cfr. pure F. W. Zeylmans van Emmichoven, La fondazione della Società Antroposofica, trad. it., Editrice Antroposofica, Milano 1982. Lidia Baratto Gentile – Iberto Bavastro, Opera Omnia di Rudolf Steiner – Sommario, Editrice Antroposofica, Milano 1971, forniscono un’ampia bibliografia, con traduzioni italiane fino agli anni 1960 compresi. Sul movimento in genere: Geoffrey Ahern, Sun at Midnight. The Rudolf Steiner Movement and the Western Esoteric Tradition, The Aquarian Press, Wellingborough (Northamptonshire) 1984. Sull’influenza di Steiner sull’arte contemporanea cfr. il catalogo di una delle mostre: Rudolf  Steiner.  Alchemy  of  the  Everyday, Vitra Design Museum, Weil am Rhein 2010. Sulle origini in Italia cfr. Michele Beraldo. “L’Antroposofia e il suo rapporto con il Regime Fascista”, in Esoterismo e Fascismo. Storia, interpretazioni, documenti, a cura di Gianfranco de Turris, Mediterranee, Roma 2006, pp. 77-106; e Id., “Il duca Colonna di Cesarò, ministro antroposofo”, ibid., pp. 237-243.

LA SOCIETA’ ANTROPOSOFICAultima modifica: 2012-11-24T12:19:40+01:00da mikeplato
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3 Responses

  1. Pinco Pallino Blues
    at |

    Sulla società antroposofica costituita
    http://youtu.be/2WDlVcBkbko

    La “bellissima notizia” (del 2010) e l’applauso originali li trovate nel seguente mp3:
    http://media.liberaconoscenza.net/podcast/filosofia_liberta_8/25-conf5.sab.matt.a.mp3
    Tutte le parole che dicono gli antroposofisti (antroposofi di Stato che invece di liberare le scuole di Stato, optano per la parificazione di quelle private alla non libertà delle prime) le dicono per apprezzare o per deprezzare la cosiddetta “società antroposofica”? Mistero! È comunque certo che considerare “bellissima” la notizia del toglimento di una censura posta da una sedicente società antroposofica, è un grossolano errore di pensiero, simile a quello di ritenere bella una “luce” in quanto promossa dalla tenebra… Oggi il web è pieno di “iniziati” che pretendono di essere apprezzati a prezzo, cioè istituendo prezzi precisi per corsi antroposofici che di antroposofico non hanno niente altro che il business. Capito il giro del fumo, basta in genere leggere una conferenza di Steiner per incominciare il proprio giro di affari iniziatico… In tal modo i sedicenti antroposofi odierni sono riusciti a distruggere tutto non solo della società che avrebbe dovuto ricrearsi secondo le direttive dell’organismo sociale triarticolato che ogni uomo liberato può conoscere in se stesso, ma anche e soprattutto tutto quanto concerne la speranza che solo la cultura libera può sottendere. La libertà non è però acquistabile come un cotechino tramite valori che non siano talenti interiori… individualismo etico… “Nell’iniziazione, un pensiero errato, quando lo si guardi realmente, non esiste soltanto in tutta la sua bruttezza, ma con tutta la forza di distruzione che racchiude in sé (R. Steiner, “Vita da morte a nuova nascita in relazione a eventi cosmici”, Milano, 1967, p. 27).

  2. Nereo
    at |

    Il desiderio di arrivare ad una comprensione collettiva della realtà è il massimo pregiudizio che da sempre limita l’autostima e come risoluzione pone il “noi” (del crocchio, del gruppo, del partito, della coalizione, della fazione, dello Stato, ecc.,) al posto dell'”io”. Ieri come oggi, questo “porre”, il famoso “Setzen”, assolutizzato come facoltà della ragione da Johann Gottlieb Fichte, è ancora il massimo impedimento all’individualismo etico che Rudolf Steiner disseminò in tutta la sua opera, in vista di questo terzo millennio, da lui chiamato “i tempi nuovi”. L’istanza individuale odierna è in genere così formulata: “Se io faccio così fatica a discernere le informazioni corrette da quelle errate significa che per una comprensione collettiva e per muovermi di conseguenza in modo giusto ho bisogno del collettivo”. La tanto facile quanto illusoria e massonica risposta a questa aberrazione è purtroppo, ancora una volta, un’altra aberrazione, quella di Fichte, il quale al contrario di Steiner, tende in tutta la sua opera ad accentuare la missione “educatrice” dello Stato e a risolvere l’io empirico nel “Noi spirituale” della Nazione. Per Fichte “la forma dell’opporre è così poco contenuta nella forma del porre, che anzi le è addirittura contrapposta” (Fichte, “Fondamenti dell’intera dottrina della scienza”, [265]), e con ciò Fichte costruisce la base per chiamare ogni cosa percepibile “urto” [“Anstoß”]. Certamente il fichtianesimo, cioè questa filosofia di Stato è complicata come uno dei tanti uffici del nostro Stato, insomma un vero e proprio UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici). E poiché le cose avvengono “in alto come in basso” come diceva Ermete Trismegisto, le cose che avvengono nello Stato sono identiche a quelle che avvengono nel collettivo. Nello Stato abbiamo per esempio a che fare con la complicazione fra tre articoli della Costituzione – 1) l’art. 65 che prevede che sia la legge a stabilire le cause di ineleggibilità e incompatibilità dei parlamentari; 2) l’art. 66 che riserva alla Camera il giudizio su cause sopraggiunte; e 3) l’art. 25 che vieta la retroattività delle pene – e la legge Severino (d.lgs. 31 dicembre 2012, n. 235) in merito alla funzione del parlamentare. Tale funzione è disciplinata dalla Costituzione. Una funzione disciplinata dalla Costituzione si modifica soltanto con una legge costituzionale. La legge Severino non è una legge costituzionale ma è una legge ordinaria. E con una legge ordinaria non si può modificare il contenuto della Costituzione. Dunque poiché in base all’art. 25 della Costituzione, secondo comma, nessuno può essere punito con una legge che è stata fatta successivamente al fatto da cui deriva la condanna e la legge Severino è del 2012 mentre il reato del Berlusca riguarda il 2001, il problema da risolvere non è un cavillo, ma è il risultato dell’opera di cretini che il collettivo ha votato per farli operare; a ciò si può aggiungere il fatto normativo UE, per il quale in tutta Europa vige il principio che nessun cittadino può essere sanzionato da una norma successiva al fatto commesso. Insomma, dando il via alla legge Severino il Pdl ha dato il via al mandare in galera Berlusconi. E qui siamo nell’imbecillità.Nel collettivo abbiamo la medesima imbecillità: la società antroposofica predica “La filosofia della libertà” di Steiner non in base a Steiner ma in base all’idea fichtiana di intuizione, con tutte le folli formule che ne derivano, come da un puzzle di castronerie. In base a tale filosofismo ciarliero, i sedicenti antroposofi del fichtiano delirio del comunismo giuridico proibizionista, hanno addirittura proposto la creazione di gruppi di studio per aggiustare la terminologia de “La filosofia della libertà” in quanto, a loro parere, Steiner sarebbe uno che va “a spanne generando confusioni e fraintendimenti filosofici che mai un filosofo come Rosmini avrebbe generato” (cfr. il seguente mp3 dal 16° minuto in poi)! Continua qui: http://digilander.libero.it/VNereo/L-intelletto-di-Gottlieb-e-degli-antroposofi-di-Stato.htm

  3. Nereo
    at |

    Il desiderio di arrivare ad una comprensione collettiva della realtà è il massimo pregiudizio che da sempre limita l’autostima e come risoluzione pone il “noi” (del crocchio, del gruppo, del partito, della coalizione, della fazione, dello Stato, ecc.,) al posto dell'”io”. Ieri come oggi, questo “porre”, il famoso “Setzen”, assolutizzato come facoltà della ragione da Johann Gottlieb Fichte, è ancora il massimo impedimento all’individualismo etico che Rudolf Steiner disseminò in tutta la sua opera, in vista di questo terzo millennio, da lui chiamato “i tempi nuovi”. L’istanza individuale odierna è in genere così formulata: “Se io faccio così fatica a discernere le informazioni corrette da quelle errate significa che per una comprensione collettiva e per muovermi di conseguenza in modo giusto ho bisogno del collettivo”. La tanto facile quanto illusoria e massonica risposta a questa aberrazione è purtroppo, ancora una volta, un’altra aberrazione, quella di Fichte, il quale al contrario di Steiner, tende in tutta la sua opera ad accentuare la missione “educatrice” dello Stato e a risolvere l’io empirico nel “Noi spirituale” della Nazione. Per Fichte “la forma dell’opporre è così poco contenuta nella forma del porre, che anzi le è addirittura contrapposta” (Fichte, “Fondamenti dell’intera dottrina della scienza”, [265]), e con ciò Fichte costruisce la base per chiamare ogni cosa percepibile “urto” [“Anstoß”]. Certamente il fichtianesimo, cioè questa filosofia di Stato è complicata come uno dei tanti uffici del nostro Stato, insomma un vero e proprio UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici). E poiché le cose avvengono “in alto come in basso” come diceva Ermete Trismegisto, le cose che avvengono nello Stato sono identiche a quelle che avvengono nel collettivo. Nello Stato abbiamo per esempio a che fare con la complicazione fra tre articoli della Costituzione – 1) l’art. 65 che prevede che sia la legge a stabilire le cause di ineleggibilità e incompatibilità dei parlamentari; 2) l’art. 66 che riserva alla Camera il giudizio su cause sopraggiunte; e 3) l’art. 25 che vieta la retroattività delle pene – e la legge Severino (d.lgs. 31 dicembre 2012, n. 235) in merito alla funzione del parlamentare. Tale funzione è disciplinata dalla Costituzione. Una funzione disciplinata dalla Costituzione si modifica soltanto con una legge costituzionale. La legge Severino non è una legge costituzionale ma è una legge ordinaria. E con una legge ordinaria non si può modificare il contenuto della Costituzione. Dunque poiché in base all’art. 25 della Costituzione, secondo comma, nessuno può essere punito con una legge che è stata fatta successivamente al fatto da cui deriva la condanna e la legge Severino è del 2012 mentre il reato del Berlusca riguarda il 2001, il problema da risolvere non è un cavillo, ma è il risultato dell’opera di cretini che il collettivo ha votato per farli operare; a ciò si può aggiungere il fatto normativo UE, per il quale in tutta Europa vige il principio che nessun cittadino può essere sanzionato da una norma successiva al fatto commesso. Insomma, dando il via alla legge Severino il Pdl ha dato il via al mandare in galera Berlusconi. E qui siamo nell’imbecillità.Nel collettivo abbiamo la medesima imbecillità: la società antroposofica predica “La filosofia della libertà” di Steiner non in base a Steiner ma in base all’idea fichtiana di intuizione, con tutte le folli formule che ne derivano, come da un puzzle di castronerie. In base a tale filosofismo ciarliero, i sedicenti antroposofi del fichtiano delirio del comunismo giuridico proibizionista, hanno addirittura proposto la creazione di gruppi di studio per aggiustare la terminologia de “La filosofia della libertà” in quanto, a loro parere, Steiner sarebbe uno che va “a spanne generando confusioni e fraintendimenti filosofici che mai un filosofo come Rosmini avrebbe generato” (cfr. il seguente mp3 dal 16° minuto in poi)! Continua qui: http://digilander.libero.it/VNereo/L-intelletto-di-Gottlieb-e-degli-antroposofi-di-Stato.htm

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